Due rotte tra Ravenna e Israele, merci movimentate in calo dal 2020

Le ricadute del conflitto non dovrebbero essere pesanti per il porto. Camera di Commercio: nei primi sei mesi esportazioni ravennati a quota 24,2 milioni 

Il terminal container del porto di Ravenna (foto da pagina Facebook di Ap)

Il porto di Ravenna è attualmente collegato a Israele lungo due rotte: Ashdod e Haifa. È ancora presto per misurare le ricadute del conflitto in Palestina sui traffici, ma non saranno pesanti considerando i volumi movimentati. Nel 2022, infatti, si parla di 93mila tonnellate di merce (tutte in arrivo), lo 0,34 percento del totale delle movimentazioni sulle banchine del Candiano. Il dato di quest’anno, aggiornato ai primi otto mesi, dice 46mila tonnellate (tutte in partenza).

Analizzando la serie storica dei volumi, grazie ai dati forniti dall’ufficio statistico dell’Autorità portuale, emerge che nell’ultimo decennio il 2020 sia stato l’anno più ricco per i commerci portuali tra Ravenna e Israele con 182mila tonnellate (la totalità in partenza da Ravenna, mentre negli anni precedenti era l’opposto con numeri attorno a 90-100mila tonnellate annue).

La categoria merceologica più consistente nei traffici Ravenna-Israele è quella dei concimi: due terzi del totale 2022, addirittura l’80 percento nel 2021. A seguire troviamo prodotti chimici, petroliferi e metallurgici

Secondo invece l’Osservatorio dell’economia della Camera di Commercio, la bilancia commerciale tra Ravenna e Israele nel primo semestre del 2023 è stata positiva per un valore di circa 16 milioni di euro (24 di export e 8 di import). 

Nei primi sei mesi di quest’anno le esportazioni delle imprese ravennati verso Israele in valore sono state pari a circa 24,2 milioni di euro e, rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, sono aumentate del 12 percento (-5,8 percento invece il decremento dell’export complessivo provinciale verso tutti i Paesi del Mondo). La quota di export ravennate destinata ai mercati israeliani si è  attestata sullo 0,8 percento, in miglioramento sia rispetto al gennaio-giugno 2022 (0,7), sia nei confronti dello stesso periodo del 2021 quando era 0,6.

Fra gennaio e giugno 2023 i principali prodotti esportati in Israele sono stati: prodotti chimici, pari a un quarto del totale export verso Israele, in particolare prodotti chimici di base, fertilizzanti, materie plastiche e gomma sintetica; i macchinari e apparecchiature (19,5 percento); i prodotti alimentari (17,5) e per quest’ultimo settore prevalgono le esportazioni di prodotti della lavorazione di granaglie e prodotti amidacei.

Le importazioni della provincia da Israele si attestano sugli 8 milioni di euro nei sei mesi in esame.

L’import risulta in calo rispetto ai primi sei mesi del 2022 (-39,7 percento; -7 percento il calo dell’import complessivo ravennate da tutto il mondo). La quota delle importazioni provenienti dai mercati israeliani sull’import complessivo è in calo: scende allo 0,2 percento dallo 0,4 dell’anno precedente.

Fra gennaio e giugno 2023 i principali beni importati da Israele sono stati quelli chimici (33,8 percento la quota sul totale import da Israele; 0,4 percento la quota di import da Israele sul totale importato della categoria merceologica), di cui principalmente prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie. Ma soprattutto si importano i prodotti agricoli che risultano il 53,4 percento delle importazioni da questo Paese (0,7 percento l’incidenza sul totale importato in provincia del prodotto).

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