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    Categoria: economia

Estate al via: i pronostici dei presidenti delle Cooperative Bagnini

Le cooperative dei lidi ravennati e cervesi credono nel rilancio dopo l’anno segnato dall’alluvione «Ma l’alta stagione si sta sempre più riducendo, speriamo in un meteo clemente»

un allestimento “primaverile” fotografato la scorsa settimana a Cervia

Come da tradizione, a seguito dei festeggiamenti del 25 aprile, prende ufficialmente il via la stagione turistica in Riviera. Dopo un’estate 2023 mortificata dai tragici eventi alluvionali dello scorso maggio, le aspettative delle cooperative bagnini in provincia sono quelle di una ripresa significativa nelle affluenze e nel fatturato: «L’ultimo anno è stato penalizzato da un territorio sofferente e, soprattutto, da una risonanza mediatica non equilibrata che ha portato a evidenti cali nei registri. Oggi ci aspettiamo un ritorno alla normalità e un fisiologico aumento delle affluenze» dice Maurizio Rustignoli, presidente della Cooperativa Spiagge di Ravenna. L’incognita meteorologica resta comunque uno tra gli ostacoli maggiori: «Tutti ci auspichiamo un meteo clemente per la prossima stagione: ci troviamo davanti a un turismo molto più veloce, “schizofrenico” e difficile da gestire, con apici smisurati nei fine settimana e picchi al ribasso durante i feriali – aggiunge Fabio Ceccaroni, presidente della Cooperativa Bagnini di Cervia -. Si ambisce alla de-stagionalizzazione, ma si tratta di un’arma a doppio taglio, perché nell’effettivo l’alta stagione si sta riducendo. Giugno, un tempo frequentatissimo a partire dalla fine della scuola, tra nonni, nipoti e genitori che si univano nelfine settimana, è diventato oggi un mese di lavoro occasionale, dove tutto si gioca negli affollati weekend: in questo caso il meteo incerto si rivela ancora più pericoloso, facendo correre il rischio agli imprenditori di trovarsi sotto dimensionati in caso di grande affluenza o con lo staff al completo senza che i guadagni di un giorno di pioggia permettano di rientrare nelle spese».

Negli ultimi anni, le dinamiche legate alla ricerca e all’impiego del personale stagionale sono infatti un altro importante nodo nel settore. Da Cervia fanno sapere che «la situazione è critica e in continuo peggioramento. Si parla della questione da quasi un decennio, ma gli hotel continuano a chiudere le cucine per mancanza di personale e gli stabilimenti lavorano al ribasso, senza poter sfruttare il loro pieno potenziale. C’è un vuoto culturale attorno al mondo del lavoro che non permette il ricambio generazionale: se vent’anni fa il proprio impiego era la priorità assoluta, oggi non è più così; si da più importanza alla qualità della vita, alla flessibilità degli orari e ai fine settimana liberi. Non dico che sia sbagliato, ma comporta varie problematiche. Una controdentenza si può notare tra i giovanissimi che, forse spinti dalle famiglie in sempre maggiore difficoltà, iniziano a rivalutare la stagione balneare. Il problema però è trovare figure esperte a cui affiancarli». Nel Ravennate la situazione non è troppo distante, e si guarda alle possibili soluzioni: «Abbiamo riscontrato un piccolo miglioramento – dichiara Rustignoli – ma ancora manca un 15/20percento della forza lavoro. Sono contrario alla narrazione dei giovani viziati e scansafatiche: i ragazzi di oggi affrontano la stagione con impegno e dedizione, ma le prospettive sono cambiate e la rivoluzione culturale porta verso altri obiettivi. Guardando al futuro, con il calo della natalità, le prospettive sono in peggioramento. Quello di cui non sembriamo renderci conto però è la grande presenza sul territorio di un’immigrazione da valorizzare, da formare su normative Haccp, caffetteria, sala e bartendering per rimpinguare gli importanti lavoratori del settore balneare. Non possiamo diventare il tipo di paese che si contraddistingue in ambito turistico perché “costa meno” degli altri: dobbiamo valorizzare la professionalità e il lato umano, con i dovuti investimenti sul settore».

Negli ultimi anni, gli investimenti pubblici si sono concentrati principalmente sull’aspetto strutturale dei lidi, con la creazione del Parco Marittimo sui lidi ravennati e del nuovo lungomare di Milano Marittima, dove la riqualifica architettonica è andata di pari passo con la polemica su cantieri e riduzione degli ambiti parcheggi. «Il Parco Marittimo cambierà la cartolina dei nostri lidi, offrendo ai turisti nuove possibilità di vivere la costa ravennate, valorizzando il polmone verde della pineta in un contesto suggestivo – spiega Rustignoli – non si possono ignorare però le polemiche che hanno accompagnato l’intervento, sia quelle relative alle tempistiche dei cantieri, sia per quello che riguarda la viabilità e la disponibilità di posti auto. Il parcheggio scambiatore di via Trieste e il parcheggio del Marchesato rappresentano due hub di accoglienza importanti, che necessitano di un servizio di navetta veloce e puntuale. Proprio per questo è stato ideato il progetto sperimentale sulla viabilità a senso unico sul lungomare di Marina, con corsia riservata ai bus. Il piano però sarà attivo solo nei fine settimana, perché l’Amministrazione è dovuta scendere a patti con gli oppositori. Da oltre dieci anni critichiamo la viabilità dei nostri lidi, credo sia controproducente, da ravennati, osteggiare le nuove proposte. Il 2025 poi vedrà terminato il nuovo parcheggio scambiatore di Punta Marina, un servizio più che necessario».

La spaccatura tra estetica e accoglienza turistica coinvolge anche il Cervese: «Il nuovo lungomare è un’opera di grande impatto che ha riorganizzato una zona cruciale del turismo, liberandola dal caos di polvere, ghiaia e trascuratezza – dichiara Ceccaroni -. Dall’altro lato della medaglia ci sono i parcheggi liberi andati perduti. Sulla questione aspettiamo un riscontro da parte della futura Amministrazione, considerando la prossimità al periodo elettorale. I candidati non hanno ancora richiesto un confronto con la Cooperativa, ma ci aspettiamo che questo accada al più presto, vista la rilevanza delle attività balneari in una cittadina marittima».

A minacciare l’importanza di queste storiche attività la direttiva Bolkestein che, in questo suo ultimo anno di proroga, ha bloccato in entrambe le località la compravendita delle concessioni, con pesanti ripercussioni sull’economia: «Nel Cervese si registrano quest’anno solo un paio di nuove aperture, contro le quasi dieci annue a cui eravamo abituati. Questo significa che ancora c’è qualcuno disposto ad investire in un periodo tanto incerto, ma il rallentamento del mercato è pericoloso e inevitabile» spiega Ceccaroni. Rustignoli aggiunge: «C’è necessità di un provvedimento legislativo tempestivo. Chiediamo al governo, unico titolare del bene, di fare chiarezza e di intervenire. I Comuni hanno la gestione del demanio e si stanno muovendo in ordine sparso, senza evidenze pubbliche a cui fare riferimento, una pratica scorretta e pericolosa. Il caso di Jesolo non va ignorato: vista l’assenza di regolamentazioni precise, grandi tratti di arenile sono passati dalle mani di piccoli imprenditori a quelle di grandi società di capitali. Questo non intaccherebbe solo la peculiarità delle attività del nostro territorio, ma anche la fruibilità dei nostri lidi nelle modalità e ai prezzi a cui siamo abituati».

Aspettando una risposta definitiva, attesa da ormai vent’anni, la nuova stagione turistica si appresta a cominciare: in entrambe le località la duna è stata appianata e la spiaggia preparata all’accoglienza dei turisti: «Dal 25 aprile la totalità degli stabilimenti sarà aperta al pubblico: i dati intercettati sulle prenotazioni di hotel, camping e case vacanze sono molto positivi, ci aspettiamo una stagione ricca di soddisfazioni» concludono dalle due cooperative