domenica
10 Agosto 2025
spiagge

I balneari contro il Governo per le concessioni: «Indennizzi ridicoli»

I responsabili nazionali dei bagnini contestano le nuove norme: «Non volevamo un'altra proroga. Così mettono un settore in ginocchio»

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festa unità concessioni balneari

«Un disegno di legge pessimo, da riscrivere, che mette a rischio un intero settore». I rappresentanti dei balneari non hanno dubbi, di fronte alla platea della festa dell’Unità di Ravenna, nel giudicare deludente le norme varate dal Governo (in accordo con la commissione europea) sulle concessioni balneari, quelle che dovrebbero permettere all’Italia di rientrare nell’ambito della direttiva Bolkestein, quasi vent’anni dopo, mettendo di fatto “all’asta” gli stabilimenti presenti sul suolo demaniale.

In estrema sintesi, dopo le promesse del Governo Meloni di escludere i balneari dai vincoli della stessa Bolkestein (si è anche tentata la carta della mappatura delle coste, per cercare di dimostrare la “non scarsità” della “risorsa” spiaggia, ma fuori tempo massimo e con modalità che non sono piaciute all’Europa), l’esecutivo ha invece partorito in queste ore una norma che introduce una sorta di «finta proroga» delle attuali concessioni fino al 2027 (come è stata definita alla festa dell’Unità, in quanto i Comuni potrebbero anche non usufruirne) oltre a indennizzi per i balneari considerati «ridicoli» dalla categoria.

Oltra al danno, la beffa, come ha spiegato per esempio il presidente di Legacoop Romagna Paolo Lucchi, imbeccato dal giornalista Alex Giuzio – caporedattore di Mondo Balneare e collaboratore anche di Ravenna&Dintorni: la nuova proroga, infatti, è passata sui mezzi di comunicazione come una sorta di favore ai balneari. «Ma noi la proroga non la volevamo – ha dichiarato Mauro Vanni, presidente nazionale imprese demaniali di Confartigianato -, saremmo pronti a fare le gare anche domattina, ma con regole chiare e condivise». Questi anni di attesa, invece, secondo i rappresentanti dei balneari lasceranno fermi gli investimenti e un intero settore in ginocchio, con lo spauracchio di poter perdere la propria azienda a fronte di indennizzi irrisori. La norma varata dal Governo, infatti, prevede di corrispondere al vecchio concessionario il “valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati e un’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni”.

«Le nostre aziende vengono valutate praticamente nulla – ha aggiunto Maurizio Rustignoli, bagnino di Punta Marina e presidente nazionale di Fiba Confesercenti – ma c’è ancora una “finestra” a cui attaccarci, aspettando il decreto che dovrà formalizzare questi indennizzi. Abbiamo il tempo per migliorare queste norme e declinarle a livello locale, tutti insieme, associazioni di categorie, Comuni, Regioni e Governo. Ormai non si può più tornare indietro, ma dobbiamo riuscire a riscrivere insieme la riforma». Obiettivo primario anche dell’assessore regionale Andrea Corsini – padrone di casa sul palco della festa del Pd di giovedì sera – che ricorda come la Regione (nonostante non sia stata mai coinvolta da questo Governo) abbia appena predisposto linee guida condivise con gli operatori da sottoporre all’esecutivo, in cui si sottolinea l’importanza di valutare il valore aziendale complessivo (e non solo gli investimenti degli ultimi 5 anni e i beni ammortizzabili) al momento di indennizzare il concessionario uscente.

Il tutto mentre tra gli operatori in sala serpeggia anche il timore per l’articolo 49 del Codice della Navigazione, che prevede che alla scadenza (o al rinnovo) della concessione balneare «le opere non amovibili, costruite sulla zona demaniale, restano acquisite allo Stato, senza alcun compenso o rimborso». Si tratta di un articolo degli anni Quaranta del secolo scorso «che va assolutamente rivisto», dicono dal palco. Senza però avere in mano grandi certezze…

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