lunedì
16 Giugno 2025
SPIAGGE

Concessioni balneari, ancora tutto fermo. Il punto della situazione

Accantonati gli emendamenti che volevano andare incontro ai gestori: l'Ue si oppone agli indennizzi pieni

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Concessioni Balneari

L’eterna storia delle concessioni balneari, che interessa circa 400 stabilimenti tra Ravenna e Cervia, non accenna a concludersi. Il governo aveva approvato lo scorso settembre il decreto Infrazioni, che porterebbe l’Ue a chiudere 16 procedure contro l’Italia, tra cui quella relativa alla mancata applicazione della direttiva Bolkestein. Tuttavia il provvedimento è fermo in queste ore alla Camera, proprio a causa dei disaccordi fra Roma e Bruxelles sulle concessioni di spiaggia. Tutto il resto degli emendamenti al testo è stato già esaminato dalle commissioni Giustizia e Finanze, mentre quelli sul primo articolo, che riguarda i balneari, sono stati accantonati e rinviati alla prossima settimana.

Per spiegare la situazione, facciamo un passo indietro. Nel 2023 il governo Meloni aveva tentato di escludere le concessioni storiche dall’applicazione della Bolkestein, lavorando a una mappatura che dichiarava che in Italia non ci fosse scarsità di risorsa. La tesi era che fosse possibile aprire alla concorrenza assegnando spiagge libere per nuove imprese, senza toccare quelle esistenti, ma la proposta è stata respinta dalla Commissione Ue. Dopo un anno di inerzia sul tema, Palazzo Chigi ha varato il decreto Infrazioni, che impone di riassegnare le concessioni balneari a gara entro il 30 giugno 2027. Si tratta di un provvedimento concordato con Bruxelles fino all’ultima virgola.

Le associazioni degli imprenditori balneari hanno molto criticato il testo, soprattutto nella parte relativa agli indennizzi. Il decreto Infrazioni afferma che il nuovo concessionario debba riconoscere al gestore uscente solo gli investimenti non ammortizzati e degli ultimi cinque anni, mentre i balneari rivendicano il diritto a ottenere il pieno valore commerciale delle loro aziende, comprensivo di avviamento. Gli emendamenti presentati dalle forze di centrodestra, che sono più di 60, si concentrano soprattutto su questo aspetto. Tuttavia, trattandosi di un testo concordato con l’Ue, qualsiasi modifica deve ricevere il beneplacito di Bruxelles, che però si oppone al riconoscimento del valore aziendale. Secondo la Commissione Ue, l’obbligo di riconoscere il valore aziendale a carico del nuovo concessionario rappresenta un vantaggio improprio per il gestore uscente, e dunque è in contrasto con la direttiva Bolkestein.

Gli emendamenti sui balneari avrebbero dovuto essere votati a partire da martedì 22, ma sono stati rinviati alla prossima settimana. L’impasse sta tenendo bloccato l’intero provvedimento.

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