giovedì
21 Agosto 2025

L’economia ravennate tiene (+0,2% il valore aggiunto 2024) ma «troppe incertezze»

I dati dell’Osservatorio della Camera del Commercio e l’analisi del presidente

Pil Economia Industria

L’economia ravennate tiene (+0,2% il valore aggiunto complessivo) e aspettative delle imprese che restano stabili ma aumentano le preoccupazioni per uno scenario internazionale di tensioni commerciali tra blocchi continentali. Bene i Servizi trainati dal Turismo, in difficoltà Industria e Costruzioni, Export debole. Questi i dati principali diffusi dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna. Fase di difficoltà della manifattura che emerge anche dalle informazioni provenienti dall’indagine congiunturale della Camera di commercio tra le imprese fino a 500 dipendenti.

Nel quarto trimestre del 2024, a conferma del progressivo rallentamento dell’attività, è stata registrata una sostanziale conferma dei risultati ottenuti l’anno prima per la produzione industriale (-0,1%, al confronto con lo stesso periodo del 2023) e per il fatturato complessivo (+0,2%); i dati tendenziali inoltre attestano che la domanda (-1%) è stata sostenuta solo dalla tenuta degli ordini sul mercato internazionale (+0,1%), mentre è venuta a mancare il sostegno di quella domestica.

Dopo un triennio  di andamenti positivi, per l’output produttivo dell’industria manifatturiera provinciale, il 2024 si è chiuso con una variazione media annua ferma a -0,5% (dopo il +3,9% fatto registrare nell’anno precedente), l’unico andamento produttivo con segno meno degli ultimi dieci anni, se si eccettua il crollo pandemico del 2020. Per l’artigianato manifatturiero ravennate i segnali di maggior sofferenza emergono con evidenza perché si rilevano indicatori medi annui quasi tutti con segno negativo e, da gennaio a dicembre, il trend produttivo evidenzia un calo pari a -4,3%. Nel quarto trimestre 2024, il volume d’affari delle costruzioni, registra ancora segno positivo ma molto in decelerazione, date le diffuse incertezze a cui vanno aggiunte le ripercussioni dell’alluvione dell’autunno scorso, con un +0,4%; la media annua delle variazioni del volume d’affari dell’intero comparto tiene e rimane positiva (+2,7%, quando nel 2023 si era registrato  un -0,2%), lasciandosi però alle spalle la forte crescita del biennio 2021-2022. Per l’artigianato edile, nella media del 2024, l’andamento del fatturato è più marcato ed arriva al +3,1%, infilando in positivo i risultati di tutti e quattro i trimestri (+3,6% nel quarto trimestre). Per le vendite nel commercio al dettaglio, è stato registrato un lieve andamento positivo negli ultimi tre mesi dell’anno (+0,4%). La crescita media annua, in termini nominali non ha però tenuto il passo con l’andamento dell’inflazione ed è inferiore a quella registrata nel 2023 (+0,6% contro il +2% dell’anno prima). L’andamento positivo si estende, con varie intensità, a tutti i settori.

«Anche se la moratoria di 90 giorni sui dazi (ad eccezione di quelli applicati alla Cina) annunciata da Donald Trump ha fatto tirare un sospiro di sollievo, l’incertezza sul futuro delle politiche commerciali mondiali continua a preoccupare, in particolare per le conseguenze che l’introduzione dei dazi americani potrebbe determinare sul nostro sistema produttivo e in particolare su micro e piccole imprese, sempre più internazionalizzate». Così Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara Ravenna, che ha aggiunto: «Le esportazioni ravennati verso gli Usa valgono 475,9 milioni di euro, tutti prodotti simboli del made in Italy, dalla moda all’arredamento, dalla meccanica alla componentistica, che rischiano grosso per la eventuale guerra commerciale che i futuri dazi potrebbero innescare. Oltre tutto aggravata da turbolenze geopolitiche mondiali quali non si vedevano da lungo tempo. Nel frattempo – ha proseguito il presidente della Camera di commercio – la sfida è quella di cercare nuovi mercati, che non mancano, azioni che come Camera di commercio stiamo già intraprendendo attraverso iniziative esplorative in collaborazione con il sistema camerale, Promos Italia e le associazioni territoriali di categoria. Senza dimenticare la necessità di ridurre il peso burocratico e di eliminare i freni allo sviluppo dell’economia per favorire la crescita di produttività e di competitività delle imprese» .

Tornando all’indagine della Camera di commercio, la demografia delle imprese, a distanza di tre anni positivi, nel 2024 ha segnato un peggioramento del saldo tra aperture e chiusure ed è diventato negativo, anche se ancora a livelli minimali (-53 unità, contro il +111 dell’anno precedente). Il risultato è avvenuto per un arretramento delle nascite (diminuite del -4,4 % rispetto al 2023) e contemporaneamente con un’accentuazione delle cessazioni volontarie (+3,9%, ritmo accelerato rispetto all’anno precedente). A fine 2024, lo stock complessivo delle imprese ravennati registrate ammontava a 36.836, a cui corrispondono 32.687 unità attive (con una variazione del -0,4%). Le unità locali con sede in provincia, rispetto al 2023, aumentano del +0,3%; quelle con sede fuori provincia +1,3%. Più dinamico il sistema delle imprese artigiane, con un contributo al saldo generale che è stato positivo e pari a +69 unità. Il valore delle vendite all’estero, per il 2024 ha registrato una contrazione più contenuta (-3,6% rispetto al
-8,9% del 2023), seppure più intensa al confronto con l’Italia e la regione. Complessivamente, sono state esportate merci per un valore pari a circa  5.549 milioni di euro (a valori correnti) e la flessione tendenziale, equivale a 205 milioni di euro in meno rispetto all’anno prima. Il calo tendenziale delle esportazioni ravennati nel 2024, si è diffuso nella maggior parte dei settori trainanti per il territorio; tra le cinque principali branche, realizzano un risultato di aumento solo l’export della chimica (+1,8% e quota 22,7%), che rimane la quota più alta, ed il  “made in Italy” dell’export dei prodotti alimentari, anche se modesto (+0,4% e quota 14,2%). L’analisi per destinazione delle esportazioni ravennati sulle principali aree, pur evidenziando ancora una volta il ruolo centrale dell’Europa (quota 73%) e dei Paesi della UE (61,4%), conferma la flessione dell’export verso l’UE (-3,9%), su cui pesa ancora il calo verso la Germania (-10%) da sempre il primo partner straniero, mentre il commercio con Spagna (+1,9%) e Francia (+4,1%) riprende la corsa. Permane l’inversione di tendenza per i Paesi europei non UE (+0,8%), verso i quali l’export continua la crescita, anche se rallentata, grazie alla ripresa dei traffici con la Gran Bretagna (+3,5%). Per gli USA, terzo partner commerciale delle imprese esportatrici ravennati (con quota pari a 8,6%, in lenta ma progressiva riduzione) l’export ha  perso molto  slancio in termini di variazione percentuale (-16,2%) ed arrivano negli States prevalentemente prodotti chimici, macchinari ed apparecchiature ravennati.

Per quanto riguarda il turismo, nel 2024 si segnala una crescita di visitatori (+2,8%) e di pernottamenti (+3%), rispetto al 2023, nonostante la battuta d’arresto di settembre causata dagli effetti dell’alluvione. Il turismo in provincia di Ravenna continua a crescere, stabilizzandosi attorno ai livelli del 2019, prima della pandemia.

Raccolta differenziata, a Ravenna si è passati dal 56 al 79 percento in 5 anni

L’assessore: «Consapevoli delle criticità, ma serve alleanza di comunità». Ora la tariffa puntuale: «Ogni bidoncino in più costerà 1,60/2 euro»

Tabella Raccolta Rifiuti Comune Ravenna

Aumenta la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti nel comune di Ravenna. La media annua del 2024 per utenze domestiche e non domestiche (110mila in totale) è stata del 79,4 percento, contro il 76 percento del 2023, nel 2019 era il 56 percento. Tutto il territorio comunale è coperto dal sistema di raccolta differenziata da ottobre 2023 quando è stato inserito il centro storico.

I dati sono forniti da Hera, che ha l’appalto del servizio con Ciclat e Formula Ambiente e ricorda il raggiungimento in anticipo dell’obiettivo stabilito dal Piano regionale di gestione dei rifiuti previsto per il 2027.

L’assessore comunale all’Ambiente, Gianandrea Baroncini, ringrazia l’impegno e il senso civico di cittadini, turisti e attività. «Siamo consapevoli che ci sono delle criticità, ma credo sia facilmente comprensibile che un conto è concentrarci per migliorare un sistema che ha raggiunto gli obbiettivi di sostenibilità e un conto sarebbe stato perseverare in ulteriori licenze territoriali in un quadro molto distante dalle attese pianificate che ci relegava costantemente negli ultimi posti delle classifiche regionali sugli impatti ambientali della gestione dei rifiuti urbani».

In tema di rifiuti, l’attualità per Ravenna si chiama Tcp, tariffa corrispettiva puntuale. Dall’1 gennaio 2025 le modalità di raccolta dei rifiuti sono invariate, ma viene calcolato il numero di ritiri del bidoncino grigio indifferenziato con il codice a barre personalizzato, così da consentire una misurazione della produzione di rifiuti non separabili. Ogni utenza ha una soglia di volume annuo di conferimento, calcolata in base a metri quadrati dell’abitazione e numero di componenti del nucleo familiare: chi supera la soglia paga di più. Per questo Hera consiglia di esporre il contenitore dell’indifferenziato solo quando è pieno oppure, se si utilizza il cassonetto Smarty (cassonetto apribile con tessera), di gettare un sacchetto riempito adeguatamente. Per tutto il 2025 i conferimenti di indifferenziato saranno conteggiati, ma non verranno applicati costi aggiuntivi corrispondenti alle eccedenze, cosa che succederà a regime nel 2026.

Dopo tre mesi, però, non vengono comunicati dati provvisori sull’andamendo medio: «I tempi sono ancora prematuri per avere dati consolidati sulle esposizioni dei bidoncini che possano indicare un andamento – dice Baroncini –. Manteniamo monitorata la situazione. Penso potremmo avere qualche dato entro giugno, in previsione della prima bollettazione».

Baroncini fornisce un dato su quanto potrebbe costare l’eccesso di rifiuti indifferenziati: «Come delineato da Atersir in commissione consigliare, il costo dovrebbe essere circa 4-5 centesimi al litro, ossia 1,60-2 euro per un bidoncino da 40 litri come quello che utilizza la stragrande maggioranza delle utenze domestiche».

Conferire più indifferenziato rispetto ai limiti, quindi, diventa un costo per il cittadino. C’è il rischio che il cittadino poco virtuoso finisca per “nascondere” rifiuti indifferenziati tra carta, plastica o altre parti differenziabili. Baroncini fa appello a quella che chiama alleanza di comunità: «Non abbiamo mai negato le fatiche che ha comportato questo percorso in primis per i cittadini, ancora oggi non passa giorno senza che immaginiamo correttivi o proviamo a fare meglio. Detto questo, voglio ribadire che non siamo il primo Comune a passare a Tcp e non saremo nemmeno l’ultimo. Alcune precauzioni le stiamo già ragionando. Ci sono cambiamenti in cui la preoccupazione è legittimamente alta ma chi mediamente ha preso la mano con la gestione dei propri rifiuti, soprattutto in ambito domestico, si è sicuramente reso conto in questi anni che il residuo di indifferenziato è una quota relativamente bassa e sicuramente inferiore rispetto a tutte le altre frazioni riciclabili».

L’altro potenziale rischio è l’abbandono di rifiuti in strada, circostanza di cui stanno aumentando le segnalazioni alle redazioni. Il Comune cerca di lavorare su più piani: quello culturale e di consapevolezza dei servizi disponibili; quello del monitoraggio e pulizia e quello del controllo con sanzioni. «Abbiamo attivato da tempo servizi di pulizia e raccolta dei rifiuti abbandonati, sia di piccola pezzatura, come i sacchetti, sia più voluminosi come mobili o elettrodomestici. In particolare in centro storico le postazioni più critiche vengono pulite due volte al giorno, mentre nei quartieri residenziali fino a tre volte a settimana. Sui circa trentamila interventi annui di raccolta dei cosiddetti ingombranti, solo poco più del 10 percento riguarda abbandoni, mentre la maggior parte sono raccolte su appuntamento». Il nucleo ambientale della polizia locale opera sia in presenza che con l’utilizzo di foto trappole e telecamere: «Nel 2024 sono state elevate 424 sanzioni».

Nicoletta Verna presenta alla Classense il suo romanzo sulla Resistenza romagnola

Nell’ambito del Festival delle Culture, in dialogo con Matteo Cavezzali

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Nicoletta Verna sarà ospite alla biblioteca Classense, in dialogo con Matteo Cavezzali, mercoledì 16 aprile alle 17.30 per il Festival delle Culture. Verna presenterà il suo romanzo sulla Resistenza romagnola “I giorni di vetro” (Einaudi). Vincitore del Premio Manzoni al romanzo storico 2024, il libro vede protagonista Redenta, nata a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti, in un mondo di radicale violenza – il Ventennio, la guerra, la prevaricazione maschile. I giorni di Vetro – si legge nella cartella stampa – «è il romanzo della nostra fragilità e della nostra ostinata speranza di fronte allo scandalo della Storia».

Nicoletta Verna si occupa di comunicazione e web marketing nel settore editoriale. È autrice di saggi e volumi su media e cultura di massa e ha insegnato Teorie e tecniche della comunicazione presso diversi atenei e istituti italiani.

L’idea: una piazza sull’acqua e una “basilica” di luce

Il progetto elaborato da Nuovostudio per l’area ex Fiorentina di 8,5 ettari sulla sponda sinistra: servirebbero dieci anni e cento milioni di euro. L’architetto: «Una cittadella per 1.500 persone con i servizi quotidiani entro 15 minuti a piedi»

Sogni

Una piazza pubblica, con un profilo architettonico di pregio, che si affaccia sull’acqua della darsena di città è una di quelle suggestioni che Ravenna insegue da tempo. Ora c’è un progetto, un altro, che immagina come dare vita a quella suggestione.

Gli architetti di Nuovostudio di Ravenna hanno elaborato una proposta di riqualificazione del lotto noto come “area ex Fiorentina” sul lato sinistro del canale Candiano, 8,5 ettari nelle vicinanze della sede dell’Autorità portuale, compresi tra le vie Antico Squero, Montecatini, delle Industrie e Salona.

L’area oggi è un parcheggio per camion. Un tempo ospitava attività produttive legate alla lavorazione dei prodotti chimici. La costruzione del primo magazzino – a forma basilicale con tre navate di cui oggi rimane lo scheletro della struttura in legno – risale al 1905 come appendice al magazzino fosfati della Fabbrica dei Concimi Chimici. La proprietà di tutta l’area passa alla Montecatini nel 1925 (Montedison nel 1966) e dal 1975 alla Fiorentina srl.

«La proprietà della società oggi è frammentata fra 5-6 eredi del titolare – spiega l’architetto Emilio Rambelli di Nuovostudio –, ma nessuno è interessato a intraprendere un percorso di riqualificazione. Ci è stato chiesto di elaborare una nostra proposta di rigenerazione per rendere più appetibile l’area per un eventuale acquirente. È stato stimolante perché la figura dell’architetto si è riappropriata di una centralità progettuale». La posizione offre elementi di interesse: «Lo specchio d’acqua è proprio di fronte, la statale Romea per uscire dalla città è vicina ma al tempo stesso c’è la stazione ferroviaria e il centro città a distanza copribile a piedi. Inoltre per il tipo di imprese ospitate non dovrebbero essere necessarie bonifiche eccessivamente impattanti».

Ne è venuta fuori l’idea di una “cittadella”. Un quartiere in cui potrebbero risiedere circa 1.500 persone ispirato al concetto di “città di 15 minuti”, reso popolare dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo: una teoria urbanistica molto in voga in tempi recenti secondo cui la struttura delle città ideale è quella policentrica in cui un residente trova una risposta alle necessità quotidiane entro una distanza percorribile in 15 minuti a piedi. «Ci siamo limitati a fare ragionamenti di buon senso – sintetizza Rambelli –: non hanno senso quartieri dormitorio dove ci sono solo case e poi tutti gli abitanti sono costretti a spostarsi per forza in auto per raggiungere qualunque servizio». Il citato buon senso si declina in un una piazza con spazi verdi – «Perché abbiamo perso l’abitudine di fare piazze nei nuovi insediamenti?» –, locali commerciali per uno sportello bancario e un piccolo supermercato a servizio dei residenti.

Senza dimenticare il recupero degli edifici esistenti: «Il mantenimento dei manufatti con una reinterpretazione è un obbligo degli strumenti urbanistici. L’edificio più alto potrebbe essere un albergo, un altro dei capannoni potrebbe avere una vocazione sportiva, quello di cui rimane solo l’anima di legno potrebbe anche restare così, conservato e illuminato dal basso per farne un landmark del quartiere. Oppure chiuderlo rivestito in vetro per uno spazio espositivo per eventi temporanei. È chiaro che sfruttato così non porta un’economia diretta, ma diventa un condensatore sociale che attira persone. Serve una visione di un certo tipo, quella che vediamo all’estero dove il privato costruisce un museo per la collettività e poi attorno realizza gli spazi residenziali». Una visione ambiziosa che richiede tempi e risorse: «Compreso l’acquisto dell’area ci potrebbero servire cento milioni di euro e una decina di anni. Servirebbe un investitore unico, perché se si frammenta si finisce per avere solo piccole case. Ovviamente la portata di questo progetto non può essere appetibile per un piccolo imprenditore locale, servono fondi di investimento specifici. Un gruppo italiano sembra interessato».

Ravenna perde ma festeggia la salvezza. Faenza esce dalla zona play-off

Sabato 19 aprile scontri diretti decisivia: l’OraSì punta i play-in, i Blacks vogliono tornare al sesto posto

Basket Ravenna

Il Basket Ravenna perde a Montecatini ma festeggia comunque il raggiungimento dell’obiettivo salvezza nel campionato nazionale di Serie B. A due giornate dal termine, l’OraSì ora cercherà di raggiungere il 12esimo posto che vale i cosiddetti play-in, sorta di spareggi per entrare nei veri e propri play-off. Decisivo, in questo senso, lo scontro diretto di sabato 19 aprile al Pala Costa contro Salerno, a pari punti con Ravenna.

Nell’altro girone della serie B, invece, sanguinosa sconfitta casalinga sabato sera (contro Piacenza) dei Blacks Faenza, che sono momentaneamente scivolati fuori dai primi sei posti che regalano l’accesso diretto ai play-off. Per rientrarci, sarà fondamentale battere Mestre sabato 19 aprile (ore 20.30) al Pala Cattani.

Il Ravenna vince, ma il Forlì non sbaglia un colpo e ora manca solo la matematica

Resta di 7 punti la distanza dalla capolista, a tre giornate dal termine. L’obiettivo dei giallorossi ora diventano i play-off

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I giocatori del Ravenna a fine partita con i tifosi

Il Ravenna fa il proprio dovere e torna alla vittoria al Benelli (3-0 al Fiorenzuola ultimo in classifica con gol del sempre più promettente Calandrini, Zagre e bomber Di Renzo) ma il Forlì non sbaglia un colpo, vince anche in casa del Piacenza (1-2) e resta in testa alla classifica del girone D del campionato di calcio di serie D con 7 punti di vantaggio sui giallorossi.

Ora, a tre giornate dalla fine e con soli 9 punti a disposizione, manca ormai solo la matematica per la promozione diretta del Forlì in serie C, che potrebbe già arrivare giovedì, nel turno pre pasquale, vincendo al Morgagni contro la Pistoiese. Il Ravenna invece è atteso dalla trasferta sul campo del Cittadella Vis Modena.

Ora i giallorossi dovranno cercare di gestire al meglio le forze per arrivare al top della condizione ai play-off di maggio: vincendoli, il Ravenna sarebbe il primo della graduatoria in caso di eventuali ripescaggi in serie C (dopo l’Inter Under 23, che in quanto seconda squadra di club di A ha la precedenza).

Le biografie delle campionesse, che raccontano anche i cambiamenti della società

Dario Ceccarelli presenterà il suo libro “Le ragazze irresistibili” alla Classense il 5 aprile con Sefi Idem e Lia Celi

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Un dettaglio della copertina del libro

Classe 1955, giornalista professionista dal 1986, attualmente opinionista del Sole 24 ore, Dario Ceccarelli è al suo terzo libro dedicato allo sport e sarà a presentarlo a Ravenna, in Classense (Sala Muratori), martedì 15 aprile alle 18 con Josefa Idem e Lia Celi. Due donne per un libro dedicato proprio alle donne: Le ragazze irresistibili (Minerva edizioni) del titolo sono infatti campionesse italiane. Di loro Ceccarelli compone una serie di ritratti dove in rilievo non ci sono solo i successi in pedana o in campo, ma anche le loro vite e la loro affermazione in un mondo che cambiava. Una lettura insomma adatta non solo agli appassionati di sport, anche grazie a una scrittura pulita, attraversata sempre da una bella leggerezza, mai troppo enfatica. Ne abbiamo parlato con l’autore.

Dario Ceccarelli 258Il suo è un libro di sport, ma anche di storie, di personaggi femminili ed è anche un po’ un libro di storia del costume in Italia e dei rapporti tra generi. Voleva forse scrivere un libro femminista? Come ama definirlo?
«Devo premettere che è un libro nato per caso, lo sport è sempre stata una mia passione e ho scritto altri libri sul tema, ma sempre di sport maschile. Fino a quando un’amica mi ha un po’ provocato chiedendomi: “e le donne, Dario?”. E così mi si è acceso un lumicino. Ho pensato che davvero l’Italia aveva tantissime campionesse che non avevano magari avuto lo stesso spazio e mi sono messo al lavoro. E adesso, che il libro è finito e ho iniziato a presentarlo, mi rendo conto che attraverso queste biografie in qualche modo emerge anche una storia dell’Italia in piccolo, una storia delle sue trasformazioni».

Si può dire un secolo di storia, visto che il libro inizia con la ciclista Alfonsina Strada, nata nel 1891, e arriva a Sofia Goggia, del 1992…
«Sì, e davvero in cent’anni è cambiato tutto per le donne. Sicuramente si può fare ancora tanto, ma dal “diavolo in gonnella” come chiamavano Strada anche le donne di allora, fino alle nostre sportive, come Federica Brignone o le ragazze del volley, si vede proprio un cambiamento epocale. Nei pregiudizi, nei giudizi, nel modo di approcciare lo sport. Oggi le famiglie pensano che sia importante anche per le ragazze. Penso a Ondina Valla, la prima atleta che vinse una medaglia olimpionica nel 1936 a Berlino, ma che non era potuta andare quattro anni prima a Los Angeles perché avrebbe fatto scandalo una donna sola in nave tra tutti uomini…».

Ma quanto, secondo lei, lo sport è un effettivo motore del cambiamento e quanto invece uno specchio di ciò che accade nella società?
«Credo che lo sport sia sicuramente una cartina di tornasole, ma anche un formidabile strumento di inclusione sociale perché è meritocratico: o ti impegni e sei bravo o non hai possibilità. Prendiamo la squadra di volley femminile: è un vero e proprio manifesto di cosa è la nostra società oggi, con ragazze italiane di provenienze diverse. Inoltre lo sport non è burocratico, deve trovare soluzione rapide, quindi ha contribuito a velocizzare molti processi e a modificare molti pregiudizi. Pensiamo per esempio a Bebe Vio e a come ha cambiato la percezione della disabilità».

Lo sport ci ha costretti, durante l’ultima Olimpiade, anche a un dibattito sulla definizione di donna, con la pugile Imane Khelif nello scontro con l’azzurra Angela Carini…
«Sì, ne ho parlato in un post scriptum finale. Ognuno può pensarla come vuole, è ovvio che il problema di livelli di competitività diversa tra donne e non-donne esiste. Tuttavia, per quanto accaduto a Parigi mi attengo a quanto detto anche da Federica Pellegrini: la pugile aveva un livello di testosterone alto, ma questo non ne fa un uomo. Può capitare anche negli uomini, come fu il caso per esempio del ciclista Gianni Bugno. Il testosterone alto è una caratteristica che può dare un vantaggio sportivo, ma Khelif aveva e ha perso molti incontri. Non mi è piaciuto il comportamento di un’atleta come Angela Carini che ha abbandonato l’incontro dopo solo 46 secondi, credo si sia fatta condizionare dalla situazione che si era creata intorno alla questione».

Polemiche a parte, in realtà le Olimpiadi sono state il trionfo delle atlete italiane. Eppure lo sport femminile non muove gli stessi soldi né lo stesso pubblico. Cosa manca ancora alla effettiva parità?
«Lo sport al femminile, tolto il calcio, non ha più niente da invidiare a quello maschile per quanto riguarda le competizioni, ma ha lo stesso ancora dei problemi: il primo è che ci sono ancora pochissime donne nei quadri dirigenti e anche tra gli allenatori. Ne parla molto anche Carolina Morace, secondo cui da un lato ci sono gli uomini che non vogliono cedere potere, ma dall’altra c’è una difficoltà anche a trovare donne disposte a impegnarsi in questo ruolo. Su questo c’è però una bella novità recente: è stata eletta la prima presidente del Cio donna, Kirsty Coventry, nuotatrice dello Zimbabwe, la prima della storia olimpica. Inoltre, credo che le atlete donne possano soffrire in modo particolare di tutta la pressione che c’è oggi sui ragazzi, il tema della vittoria a tutti i costi in campo ma anche dell’immagine fuori dal campo, a tutte è richiesto di essere brave, belle, social. Tania Cagnotto, che oggi fa la mental coach, parla proprio della fragilità delle nuove generazioni, forse le prime sportive avevano dovuto formarsi scontrandosi direttamente contro mille pregiudizi e arrivano al successo in qualche modo più forti e mature, oggi c’è una nuova fragilità».

Non sono però solo le atlete a dover essere brave e belle. Penso per esempio alle giornaliste sportive, soprattutto quando si occupano di calcio. Quanti passi avanti sono stati fatti in questo ambito?
«È vero che il calcio è ancora molto maschile sia nel campo, sia tra i commentatori che parlano questo gergo burocratico fatto di inutili tecnicismi. Un retaggio di una cultura maschilista che ha profonde radici in questo sport. Basti pensare che in quel mondo l’omosessualità è ancora un tabù. Mi sembra che ci sia una reticenza a essere se stessi, quasi che l’immagine da far trasparire sia ancora quella dell’uomo forte, alla Ibrahimovic. Sarebbe bene che anche il calcio cambiasse un po’. Per fortuna, nei campetti dove giocano i bambini, vedo sempre più ragazzine correre con gli amici».

Nella sua carrellata ci sono momenti in cui lo sport incrocia la politica, come alle Olimpiadi di Mosca vinte da Sara Simeoni. In uno scenario di conflitto come quello attuale, che ruolo può avere lo sport? Cosa ne pensa degli atleti russi costretti a rinunciare alla bandiera? La competizione rischia di diventare un elemento di orgoglio nazionale e nazionalista o può ritrovare lo spirito olimpionico delle origini, quello di De Coubertin?
«Un tema complesso, personalmente sono contrario ai boicottaggi che penalizzano solo gli atleti che non hanno nessuna colpa, In realtà credo che quando si mischiano le nazionalità in campo ci si possa accorgere di quanto siamo in realtà tutti uguali nella psicologia e nelle reazioni e si allontanino così le sovrastrutture bellicistiche. Quindi sì, credo che lo sport possa essere motore di pace. Per quanto invece riguarda lo spirito originario di De Coubertin, credo vada preso con le molle visto che per esempio lui le donne proprio non le considerava e non le voleva in gara…».

Un bolide nel cielo, tante segnalazioni anche nel Ravennate

La meteora verdastra ha solcato i cieli di tutta Italia, in particolare quella centrale

Bolide Cielo

Diverse segnalazioni anche nel Ravennate del bolide brillante verdastro che nella serata di ieri (12 aprile) ha solcato i cieli di tutta Italia (in particolare quella centrale) verso le 21.

Come spiega bene il canale “Passione Astronomia”, si tratta di un cosiddetto bolide, cioè blocchi di materiale roccioso o ferroso (una meteora più luminosa) o, in casi rari, il frammento (o più frammenti) di un oggetto di origine antropica. Il colore è dato dalla composizione chimica (se fosse confermato verde quello di ieri avrebbe una prevalenza di magnesio).

Finisce a Macerata la stagione della Consar, eliminata anche dalla Coppa Italia

A2: Ravenna chiude con un’altra delusione, dopo l’ottima regular season

Simone Bertoncello

Si chiude a Macerata la stagione sportiva della Consar. La formazione ravennate, che accusa oltremisura le numerose problematiche fisiche a cui si aggiunge la febbre che impedisce a Vukasinovic di scendere in campo, non riesce ai rimediare alla sconfitta in gara1 e dopo i playoff (persi ai quarti di finale contro Siena) saluta anche la Coppa Italia di serie A2 (sconfitta 3-0 nelle Marche).

Un finale di annata che lascia l’amaro in bocca dopo una regular season che aveva visto Ravenna tra le protagoniste dalla prima all’ultima giornata, chiusa al terzo posto e con un bottino finale di 20 vittorie, che rappresentano una base solida su cui edificare la prossima annata.

Cade dopo la frenata per evitare un’auto in retromarcia: muore ragazzo di 19 anni

Lo scontro in via dei Cotogni, a Ponte Nuovo, alle porte di Ravenna. La vittima si chiamava Edoardo Poggioli ed era in moto.  Abitava a pochi passi

È morto in ospedale il 19enne coinvolto in un incidente poco dopo le 18 di sabato 12 aprile a Ponte Nuovo, alle porte di Ravenna, in via dei Cotogni.

La vittima si chiamava Edoardo Poggioli: classe 2006, abitava a pochi passi dal luogo dell’incidente.

Secondo una prima ricostruzione della polizia locale, intervenuta per i rilievi, un’auto (una Fiat Cinquecento con alla guida una 63enne) si stava immettendo in retromarcia in via dei Cotogni, proveniente da un’area privata, proprio quando stava sopraggiungendo il 19enne in sella a una moto da Enduro. Frenando, il giovane avrebbe perso il controllo del mezzo, cadendo a terra e andando a schiantarsi con il proprio corpo contro la parte posteriore dell’auto.

Per cercare di chiarire meglio la dinamica potrebbero risultare utili le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza.

Portato all’ospedale in gravissimi condizioni, il 19enne è morto al pronto soccorso poco dopo.

Le foto sono di Massimo Argnani

C’è una Ravenna che batte Forlì: all’Olimpia Teodora il derby del Pala Costa

Le giallorosse consolidano il quinto posto nel girone C della B1. Le forlivesi invece verso la retrocessione

Olimpia Teodora Derby Forli

A poche settimane dalla pesantissima sconfitta del Ravenna del calcio a Forlì – che potrebbe costare la promozione diretta in serie C ai giallorossi – c’è una Ravenna che il derby lo ha vinto. Si tratta delle ragazze dell’Olimpia Teodora, nel girone C del campionato nazionale di B1 di volley, che al Pala Costa hanno superato (in rimonta) 3-1 la Libertas Forlì, consolidando un buon quinto posto in classifica. A tre giornate dal termine, invece, le forlivesi sono sempre più a rischio retrocessione in B2.

Ora la Teodora è attesa dalla trasferta di Riccione (seconda in classifica) prima dell’ultima partita stagionale al Pala Costa, il 3 maggio contro l’Eagles Vergati Padova, già retrocessa. L’ultima gara dell’anno sarà invece in casa della Aduna Padova, la settimana successiva. Troppo lontani i play-off per l’Olimpia Teodora (il terzo posto è distante 8 punti), che paga una prima parte di stagione partita “lenta”.

Voltana, 686 firme raccolte per ridurre i disagi ferroviari

Gli abitanti lamentano problematiche e file su due passaggi a livello

Treni
Una petizione di 686 firme raccolte in meno di due mesi è stata consegnata alla sindaca di Lugo Elena Zannoni da parte della consulta di Voltana-Chiesanuova-Ciribella per chiedere «l’introduzione di nuove tecnologie che ottimizzino il servizio ferroviario, riducendo i disagi dei cittadini di Voltana».
Gli abitanti lamentano una serie di disagi sul territorio legati a due specifici passaggi a livello: uno nel centro di Voltana, su via Fiumazzo, e l’altro su via Stradoncello Bentivoglio, a Chiesanuova.
Il recente «aumento del traffico merci dal porto di Ravenna verso Ferrara, il nord Italia e l’Europa – si legge nel testo della petizione – ha comportato un considerevole aumento di passaggi di treni e, conseguentemente, di chiusure delle sbarre, soprattutto in orario diurno. Questo porta alla formazione di lunghe code di veicoli»
La Consulta di Voltana-Chiesanuova-Ciribella chiede pertanto a Rfi di «installare tecnologie innovative che, preservando gli standard di sicurezza – prosegue la petizione -, permettano una più attenta calibratura dei tempi di chiusura dei passaggi a livello, per ridurre al minimo il disagio dei cittadini e di chi transita nel paese». In questo modo verrebbe a ridursi l’inquinamento causato dallo stazionamento prolungato di veicoli accesi nei pressi dei passaggi a livello e migliorerebbe anche la sicurezza dei cittadini in caso di soccorsi urgenti con le ambulanze, che non dovrebbero più attendere fino a 15 minuti per la riapertura del passaggio a livello.
Oltre che alla stessa sindaca Zannoni, la richiesta dei rappresentanti dei cittadini delle frazioni lughesi è stata indirizzata al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, al direttore generale di Rfi, e alla presidente della Provincia di Ravenna Valentina Palli.

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