mercoledì
13 Agosto 2025

Il Comune cerca il nuovo gestore della sosta: appalto da 824mila euro per 18 mesi

Il Comune di Faenza ha avviato la procedura per un nuovo affidamento del servizio di gestione della sosta a pagamento su strada. L’appalto ha una durata di diciotto mesi, eventualmente rinnovabile per un ulteriore anno. Il valore complessivo dell’affidamento ammonta a 824.250 euro (Iva esclusa). In questo momento la sosta a pagamento in città conta 2.511 stalli blu: 600 a tariffa alta, 1.900 a tariffa bassa, 50 riservati al carico e scarico, 110 per persone con disabilità e 205 per motocicli.

I proventi derivanti dalle tariffe di sosta, dai permessi e dalle sanzioni resteranno interamente nelle casse comunali. Secondo il bilancio di previsione 2025–2027, i ricavi lordi stimati dalla sosta a pagamento per gli anni 2026 e 2027 ammontano a circa 1,55 milioni di euro l’anno, mentre la redditività netta per l’ente è stimata in circa 1,15 milioni annui.

Il servizio comprenderà anche il parcheggio nell’area degli ex Salesiani, la gestione dei permessi Ztl e dei contrassegni per disabili, la gestione degli abbonamenti e delle ‘white list’, oltre alla manutenzione della segnaletica e al supporto informativo agli utenti. Sarà inoltre garantita l’apertura di uno sportello fisico per almeno 12 ore alla settimana.

Attualmente sono attivi 75 parcometri sul territorio comunale, di cui solo 9 abilitati ai pagamenti con carte bancarie. Il nuovo affidamento prevede la progressiva abilitazione di almeno 10 nuovi parcometri con la possibilità di pagamenti digitali, attraverso diverse modalità, in linea con la normativa nazionale. Il sistema, già in parte digitalizzato, comprende software di gestione centralizzata, portali online per la richiesta e il rinnovo degli abbonamenti, un’applicazione dedicata alla sosta e pannelli a messaggio variabile per la comunicazione in tempo reale con l’utenza. La gestione di tutti questi strumenti sarà integralmente a carico dell’affidatario, senza nuovi investimenti richiesti al Comune.

L’aggiudicazione dell’appalto avverrà secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, con il 70 per cento del punteggio assegnato sulla base della qualità tecnica del servizio proposto e il restante 30 per cento sull’offerta economica. Il Comune in questo modo punta a incentivare proposte innovative e migliorative, in grado di rafforzare l’efficienza del servizio, l’integrazione digitale e l’esperienza dell’utente.

La gestione era stata affidata nel 2013 a un raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) composto da Abaco Spa e Input srl. A seguito della scadenza naturale del contratto e della proroga tecnica concessa per far fronte agli effetti dell’alluvione del 2023, l’amministrazione ha optato per un nuovo affidamento come appalto di servizi e non come concessione.

La scelta è stata fatta per avere una gestione contrattualmente più flessibile, più dinamica e meno vincolata nel lungo termine, «per traghettare la città verso il suo nuovo assetto, dato il gran numero di investimenti e progetti in corso – si legge in una nota del Comune –. Solo in una fase successiva si potrà considerare una possibile revisione complessiva del piano sosta».

L’Accademia di Belle arti ha realizzato il Ventaglio donato al presidente della Repubblica

Per la seconda volta in tre anni (2023 e 2025), l’Accademia di Belle Arti di Ravenna ha vinto il concorso per il Ventaglio del Presidente, tradizionale omaggio, da parte dell’Associazione stampa parlamentare (Asp), al presidente della Repubblica italiana e ai presidenti del Senato e della Camera.

La prima edizione si svolse nel 1893, con l’omaggio dei giornalisti di un ventaglio, da loro firmato, al Presidente della Camera Giuseppe Zanardelli. Tutto nacque a causa dell’afa che angustiava, nel mese di luglio, senatori e deputati nell’aula provvisoria – aula Comotto –, situata all’interno di un cortile di Montecitorio, dall’evidentemente scarsa coibentazione. Nell’estate del 1893, molti giornalisti della tribuna stampa usarono dei ventagli per alleviare il caldo. Zanardelli notò la trovata ed espresse ad alcuni corrispondenti, con ironia, la propria invidia. Da cui il dono.

L’iniziativa si è poi ripetuta, negli anni successivi, con l’eccezione del ventennio fascista. Ripreso nel secondo dopoguerra, dal 2006, il concorso coinvolge gli studenti delle Accademie di Belle Arti italiane, con premi in danaro per i vincitori.

L’Accademia di Ravenna si è aggiudicata la vittoria nel 2023 con Giorgia Baroncelli, premiata da Sergio Mattarella, che realizzò un’opera  con puntine da disegno dorate «simbolo di disciplina e resistenza – ha detto l’autrice – dedicato a chi, quotidianamente, è sottoposto alla valutazione di scelte coraggiose e determinanti».

Il 29 luglio scorso Chiara Ferraresi ha ricevuto il riconoscimento come vincitrice dall’onorevole Ignazio La Russa per un’opera intitolata “Specchio dell’anima”, realizzata con frammenti di specchi di recupero, sagomati a forma di foglie, invito alla «riscoperta interiore, un percorso di riflessione e valorizzazione dell’anima – ha detto l’autrice –, volto a mettere in luce la vera bellezza che ciascuno di noi custodisce».

I ventagli sono stati consegnati in entrambe le occasioni dal presidente dell’Asp, Adalberto Signore, alla presenza delle due giovani artiste e della direttrice dell’Accademia, Paola Babini.

Baroncelli e Ferraresi sono due studentesse iscritte al biennio di Decorazione-Mosaico. «Questo prestigioso e storico riconoscimento – afferma la professoressa Babini – dimostra ancora una volta come questa Istituzione, statale dal 2023, può competere, in qualità, con le maggiori Accademia italiane e come il corso di Mosaico – accanto ai nuovi corsi di Design del Gioiello, Nuove Tecnologie dell’arte e Pittura, attivati per ora come Trienni e in futuro come Bienni – sia un’eccellenza che nobilita la nostra città».

Testimonianze di giustizia climatica

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento della nostra collaboratrice Marina Mannucci, attivista per l’emergenza climatica.

Il 23 luglio, la Corte internazionale di Giustizia (International Court of Justice – ICJ), l’organo giudiziario delle Nazioni Unite, ha adottato l’atteso parere consultivo sulle conseguenze giuridiche che derivano per gli Stati in base al diritto internazionale nella lotta al cambiamento climatico. Come punto fondamentale della decisione, la Corte ha chiarito che tutti gli Stati della Comunità internazionale hanno obblighi vincolanti nella gestione e mitigazione degli effetti negativi del cambiamento climatico, e che possono essere chiamati a risponderne in caso di loro violazione, con tutte le conseguenze che ne derivano, tra cui l’obbligo di risarcimento dei danni subiti da altri Stati o individui.

In Italia, l’ordinanza n. 13085/2024 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione, pubblicata il 21 luglio, ha segnato un passaggio cruciale nella riflessione giuridica sul tema della climate litigation. La Corte si è pronunciata in merito a un regolamento preventivo di giurisdizione sollevato nell’ambito di un giudizio promosso da Greenpeace, ReCommon e diverse/i cittadine/i – campagna #La giusta causa – contro Eni, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., accusati di inottemperanza agli obblighi climatici internazionali e di responsabilità per danni derivanti dal cambiamento climatico. Si tratta della prima causa, in Italia, a stabilire una domanda risarcitoria e inibitoria non solo nei confronti dello Stato ma anche di soggetti privati (Eni) e pubblici partecipati (Cdp), con l’obiettivo di ottenere misure coercitive concrete in materia climatica. I ricorrenti hanno costruito la propria azione su norme di diritto interno (artt. 2043, 2050 e 2051 c.c.), su fonti costituzionali (artt. 2, 9, 32 e 41 Cost.), e su fonti sovranazionali, in particolare l’art. 8 CEDU e l’Accordo di Parigi, di cui si chiede un’efficacia diretta anche nei rapporti tra privati. La Corte ha riconosciuto il rilievo giuridico della controversia e ha indirettamente individuato la potenziale giustiziabilità (ossia la garanzia di poter agire in giudizio contro atti e comportamenti che si prospettino lesivi di interessi riconosciuti come meritevoli di protezione) di richieste basate sulla tutela climatica, con riferimento ai diritti fondamentali e alla responsabilità civile.

La Cassazione ha dato piena ragione alle associazioni ambientaliste e ha sottolineato come ormai vi sia una certezza scientifica sull’origine antropica del cambiamento climatico, senza scappatoie. Trascurare, sottovalutare, ritardare per prediligere il mero profitto, ancora peggio, negare il cambiamento stesso è una minaccia grave per i diritti umani che richiede azioni urgenti da parte di tutti, settore pubblico e privato. Malgrado la decisione della Cassazione non entri ancora nel merito della responsabilità di Eni e degli altri soggetti coinvolti, questa sentenza è un passaggio significativo nel delineare i confini per le responsabilità anche di soggetti privati nel rispetto degli obblighi derivanti dalla crisi climatica.

Sempre nel mese di luglio, come riporta una nota del Blog indipendente “Faenza Eco-Logica”, «Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ravenna, Corrado Schiaretti, ha archiviato definitivamente la querela per diffamazione rivolta alla giornalista Linda Maggiori nel 2023 da Stefano Pratolesi, proprietario dell’allevamento intensivo di tacchini Gaia Società Agricola. Una querela che il Pm aveva già archiviato ma alla quale Pratolesi si era opposto. Il 23 luglio è stata depositata l’archiviazione definitiva anche dal Gip». Pratolesi aveva denunciato Linda Maggiori a seguito di un articolo pubblicato sul blog “Faenza Ecologica” dal titolo L’allevamento di tacchini a Celle, Faenza: una storia di proteste, giudicato diffamatorio dal proprietario. Secondo il Gip, «Il contenuto dell’articolo era volto a ricostruire in chiave critica la storia dell’allevamento di tacchini sito in località Celle di Faenza e a descriverne lo stato attuale».

Questi pronunciamenti giuridici – in ambito internazionale, nazionale e locale – segnano l’inizio di una nuova era di contenziosi climatici, ponendo Stati e grandi aziende di fronte alle proprie responsabilità. La giustizia climatica, ponendosi interrogativi su come diritto e giurisdizione possano evolvere per rispondere alla sfida epocale del cambiamento climatico, non è più un’opzione astratta, ma un obbligo legale che apre e allarga spazi di giustiziabilità nell’ordinamento italiano e a possibili cause climatiche in tutto il mondo, dando una base giuridica consistente alle richieste di risarcimento avanzate anche dai Paesi più vulnerabili.

L’opinione: «Livello basso nel girone B, il Ravenna può diventare una delle favorite»

«Credo che il Ravenna possa diventare una delle favorite del girone, che mi pare sia uno dei più modesti di sempre, con sei neopromosse e nessuna retrocessa». Abbiamo chiesto un parere sul campionato che andrà ad affrontare il Ravenna ad Alessandro Burioli, esperto giornalista responsabile da quasi trent’anni delle pagine sportive del Corriere Romagna, che segue quotidianamente le tre formazioni romagnole inserite nel gruppo B del campionato di serie C.

«Non ci sono società con disponibilità economiche importanti e credo che sarà un campionato livellato verso il basso – continua Burioli -. Non vedo un Cesena di due anni fa e nemmeno squadre come Virtus Entella, Ternana e Pescara, che si sono giocati la promozione lo scorso anno. La favorita numero 1 non può che essere l’Arezzo, che ha mantenuto il blocco dello scorso anno, aggiungendo alcune tessere importanti, con giocatori di qualità soprattutto nel reparto offensivo. Ha però iniziato battendo in amichevole Mantova e addirittura Napoli: a volte partire “troppo bene” può essere destabilizzante… Per questione di blasone è poi inevitabile citare squadre come Ascoli – che però sta vendendo pezzi importanti – Ternana – che sconterà problemi societari – e Perugia, squadra tutta da valutare anche perché al momento è in ritiro in Argentina a fari spenti».

Ecco quindi il ripescato Ravenna dell’ambizioso Cipriani. «Ha acquistato giocatori importanti e interessanti, come il centrocampista Lonardi, l’attaccante Luciani, reduce da un ottimo campionato a Messina. In difesa poi Solini e Bianconi sono due garanzie, così come sarebbe Donati se entrerà in condizione. Davanti mi incuriosisce la scommessa Motti: con il Tau ha fatto molto bene, non ha esperienza in serie C ma ha fame, caratteristica importante da inserire in una rosa come quella del Ravenna. Mi pare in definitiva che ci siano idee abbastanza chiare, oltre a disponibilità economiche importanti. Un dubbio? Non so quanto Marchionni possa rivelarsi un allenatore da serie C. L’anno scorso, pur facendo bene e compattando la squadra dopo l’inizio incerto, ha perso troppa distanza dal Forlì con il passare della stagione e non si è mai visto un grande gioco».

Discorso del tutto differente, in casa Forlì, dove il mister Miramari «rappresenta il valore aggiunto – continua Burioli – è un ottimo allenatore, come aveva già dimostrato a Corticella. La società si sta muovendo in maniera intelligente, seguendo le indicazioni di Miramari, senza spendere tanto, puntando su alcune individualità importanti dell’anno scorso, Farinelli in primis, che ritengo giocatore prontissimo per la serie C». A destare curiosità è poi l’inserimento di alcuni giovani dalla Primavera del Cesena, squadra che Burioli segue in prima persona al Corriere. «Coveri sta già facendo benissimo, scalando gerarchie e “rischiando” di presentarsi a inizio campionato da ipotetico titolare. Giovannini deve dimostrare di poter giocare tra i “grandi” e non solo qualità e tecnica riconosciute. Forse deve ancora trovare il suo vero ruolo e in questo sicuramente Miramari potrà dargli una mano. Manetti, invece, è un terzino da scoprire. Tra i giovani del Forlì segnalo anche il difensore Elia, arrivato dalla Fiorentina, di cui si parla molto bene. I giovani in rosa sono tanti e difficilmente potranno giocare tutti insieme, ma anche per questo Forlì desta sicuramente curiosità».

La terza romagnola nel girone è il Rimini, che al momento di andare in stampa ancora non si sa bene che fine farà. «La situazione è seria, stiamo aspettando un segnale di vita. Se non dovessero pagare gli stipendi e i contributi entro l’1 agosto potrebbe intervenire un provvedimento straordinario per eliminarlo dal campionato. Non era mai successo prima che una squadra iscritta smettesse subito di pagare. In caso di fumata bianca, comunque, l’unico obiettivo della squadra – al momento sono solo 13-14 i giocatori ancora sotto contratto – non potrà che essere la salvezza, da raggiungere anche partendo da una penalità in classifica per mancati pagamenti pregressi».

Un ultimo accenno per un altro pezzo di Romagna protagonista nel girone B, il faentino Stefano Cassani, ex mister delle giovanili del Ravenna, alla prima esperienza in panchina tra i prof dopo in particolare le ottime stagioni in D con San Marino e Lentigione. «Il suo Carpi si sta muovendo bene, mi incuriosisce molto. Credo che Cassani possa diventare un discreto allenatore».

Virus West Nile tra le zanzare a Medicina, maggiori disinfestazioni in Bassa Romagna

I Comuni della Bassa Romagna hanno emesso nuove ordinanze per il contenimento delle zanzare dopo che è stato individuato un caso di positività al virus West Nile in campioni di zanzare catturate nel territorio di Medicina, confinante con la Bassa Romagna. La positività riscontrata fa attivare anche per la provincia di Ravenna gli interventi di controllo del vettore.

Ciò comporta la messa in atto di ulteriori interventi di controllo della zanzara e di prevenzione dell’infezione nell’uomo e negli equini in tutte le province interessate.
Il virus West Nile è presente in maniera stabile nelle regioni del bacino padano, e i serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare.

Le nuove ordinanze prevedono che i soggetti che organizzano manifestazioni con ritrovo di molte persone (presenze di 200 o più partecipanti) all’aperto, nelle ore serali in aree non interessate dalla disinfestazione ordinaria preventiva con larvicidi, sono obbligati a effettuare interventi straordinari preventivi con adulticidi, notificando l’intervento all’Ausl e all’Unione.

Gli eventi – con le medesime caratteristiche sopra descritte – che invece si terranno nelle zone urbanizzate delle città (dove vengono periodicamente trattate le tombinature pubbliche con prodotti larvali) saranno sottoposti a una valutazione delle condizioni ecologiche e degli eventuali interventi straordinari con la collaborazione del Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl della Romagna.

I trattamenti dovranno essere affidati a ditte specializzate del settore e nel rispetto delle modalità indicate nelle linee guida regionali per un corretto utilizzo dei trattamenti adulticidi contro le zanzare, reperibili a questo link.

Sarà inoltre obbligatorio affiggere nell’area interessata con almeno 48 ore di anticipo cartelli informativi che riportino la data e l’ora del trattamento e le misure di sicurezza a cui attenersi.

I trattamenti dovranno essere indicati preventivamente (con data e luogo) all’Associazione romagnola apicoltori all’indirizzo info@arapicoltori.com per l’adozione delle misure necessarie alla tutela delle eventuali arnie presenti.

Ai cittadini si raccomanda di proteggersi dalle punture di zanzare ed effettuare i trattamenti larvicidi nelle proprie pertinenze private, rimuovendo ogni possibile ristagno d’acqua. I trattamenti larvicidi periodici sono assicurati dalla Pubblica amministrazione in tutte le aree pubbliche (giardini, piazze, parchi, vie stradali, edifici comunali), compresi fossi e scoli di campagna.

Sicurezza: si rafforza la collaborazione tra gestori dei locali e forze dell’ordine

Il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, nella riunione del 31 luglio, ha stabilito di attivare un tavolo di confronto con le associazioni di categoria – che si sono impegnate a continuare l’attività di formazione ed informazione rivolta ai rispettivi associati – per individuare ulteriori e ancor più efficaci canali di pronta comunicazione alle autorità competenti nell’ambito delle attività finalizzate alla prevenzione degli atti illegali e di situazioni di pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica all’interno e nelle immediate vicinanze degli esercizi pubblici.

Nel corso della riunione il prefetto Raffaele Ricciardi ha illustrato agli esponenti delle associazioni di categoria i contenuti delle apposite linee guida nazionali adottate dal Ministero dell’Interno d’intesa con le organizzazioni maggiormente rappresentative degli esercenti, sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali, sottolineando in particolare la fondamentale importanza della collaborazione tra gestori degli esercizi e forze di polizia.

«Tale collaborazione – ha evidenziato il prefetto – deve declinarsi secondo i principi cardine di informazione e condivisione, che si concretizzano, rispettivamente, nell’obbligo di segnalare tempestivamente alle Forze di Polizia tutte le situazioni, poste in essere sia dagli avventori sia da uno sparuto numero di operatori non rispettosi delle regole, potenzialmente pericolose per i fruitori dei locali e pregiudizievoli per gli stessi imprenditori, e nella messa a fattor comune delle best practices già in atto nel territorio provinciale».

Tra le diverse misure volte al raggiungimento del comune obiettivo di prevenzione degli atti illegali e tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, particolare importanza assumono le numerose iniziative già attuate dalle Amministrazioni Comunali, ed illustrate dai rappresentanti delle stesse, relative soprattutto alla installazione e implementazione dei sistemi di videosorveglianza e al potenziamento delle attività delle Polizie Locali.

È stata inoltre rimarcata ai rappresentanti delle associazioni di categoria l’importanza che gli associati assumano comportamenti collaborativi in caso di disordini o criticità quali – ad esempio – il pronto allertamento delle Forze dell’Ordine e la messa a loro disposizione delle riprese dei sistemi di videosorveglianza, l’immediata sospensione della musica e l’accensione delle luci.

Grande attenzione è stata altresì rivolta alla necessità, in caso di pubblici spettacoli e intrattenimenti, di rispettare scrupolosamente le vigenti disposizioni in tema di safety, ed in particolare di rispettare le capienze dei locali, a garanzia dell’incolumità di operatori e spettatori.

Nuovo studentato universitario: demolizioni terminate, procedono i rinforzi strutturali

Nel cantiere di viale Farini a Ravenna per la realizzazione di un nuovo studentato universitario sono terminati gli interventi di demolizione e si sta procedendo con rinforzi strutturali e in due dei quattro piani sono già state approntate le pareti di separazione tra le stanze. Per la struttura di accoglienza (10 mini alloggi e un totale di 112 posti letto, 42 stanze doppie e 12 stanze singole) si sta riqualificando una palazzina che ospitava uffici del Comune di Ravenna.

Questa mattina, 31 luglio, il sindaco di Ravenna, Alessandro Barattoni, ha effettuato un sopralluogo insieme ai tecnici e alla presidente di Fondazione Flaminia, Mirella Falconi, per verificare lo stato dei lavori. Lo stabile è di proprietà di Ravenna Holding, società che detiene le partecipazioni del Comune, ma i lavori sono svolti da Flaminia che gode in un contributo dal ministero.

«Si tratta – osserva Barattoni – di un intervento che contribuirà a fornire nuovi servizi agli studenti e che aumenterà la capacità di accoglienza della nostra città. Allo stesso tempo, apporterà un contributo significativo al miglioramento della zona della stazione, perchè sappiamo bene che i luoghi vissuti diventano maggiormente sicuri. Nei prossimi mesi continueremo a monitorare il cantiere ben sapendo che, a quest’importante intervento, affiancheremo altre scelte strategiche per raggiungere, quanto prima, l’obiettivo di consolidarci come città universitaria a tutti gli effetti, di concerto con Università di Bologna e Fondazione Flaminia».

«È stato un vero piacere – aggiunge la presidente Falconi – avere il sindaco in visita allo studentato: è stata l’occasione per mostrare un progetto fondamentale che si realizza con l’importante contributo dell’Amministrazione comunale e che fornirà un servizio basilare per il radicamento dell’università nel territorio ravennate».

Un arresto per spaccio e una lite tra clienti: il questore chiude un bar per 5 giorni

Il questore di Ravenna ha disposto la sospensione della licenza di un bar di Massa Lombarda per cinque giorni, con la conseguente chiusura temporanea.

Il locale, controllato da mesi dal commissariato di polizia di Lugo, era divenuto frequente ritrovo di soggetti con precedenti e negli ultimi tempi è stato teatro di due episodi che hanno visto l’intervento delle forze dell’ordine: un arresto in flagranza per spaccio e una violenta lite tra gli avventori.

Indagine sulla propaganda jihadista online: 17enne perquisito dalla polizia

Nel contesto delle attività condotte dalla polizia di Stato per il contrasto alla minaccia jihadista, un 17enne residente in provincia di Ravenna è stato perquisito stamani, 31 luglio, a seguito di accertamenti sviluppati su indirizzi informatici, acquisiti in ambito di collaborazione internazionale, che hanno registrato connessioni con spazi web riconducibili alla propaganda jihadista.

La nota stampa diffusa dalla questura di Ravenna fa riferimento a Al-Raud Media Archive, spazio riconducibile allo Stato islamico dove è consultabile materiale jihadista proveniente dai canali mediatici del Califfato quali la rivista Al Naba, la fondazione mediatica Al-Furqan e la radio Al-Bayan. Dagli approfondimenti svolti sono emerse centinaia di connessioni dall’utenza in uso al giovane che avrebbe anche condiviso in gruppi Whatsapp contenuti propagandistici di medesimo tenore.

Il 17enne della provincia di Ravenna rientra tre le 22 perquisizioni eseguite in tutta Italia – coordinate dalla direzione centrale della polizia di prevenzione su delega dalle procure per i minorenni – nei confronti di giovani tra i 13 e i 17 anni emersi in contesti estremisti di varia matrice: suprematista, accelerazionista, antagonista e jihadista.

«L’attività di prevenzione e le acquisizioni d’intelligence – si legge nella nota – hanno fatto emergere un progressivo innalzamento del coinvolgimento di minorenni in contesti di devianza e criminalità minorile in ambiti di eversione e terrorismo interno ed internazionale. Riveste un ruolo determinante in molti percorsi di radicalizzazione dei più giovani il web, in ragione della facile accessibilità, della velocità e della riservatezza nello scambio di messaggi, che ne fanno un vettore essenziale per la divulgazione di contenuti ai fini dell’indottrinamento, del proselitismo in chiave radicale e dell’addestramento».

Proprio per il ruolo rivestito dall’ambiente virtuale, gli investigatori riscontrano, più che in passato, una forte inclinazione alla ricerca di contenuti di matrice antisemita e confessionale da parte di individui di giovane età, spesso associata a fascinazioni per ambienti estremisti e terroristici caratterizzati dal comune denominatore dell’esaltazione della violenza quale metodo di lotta e di autoaffermazione.

«L’analisi del fenomeno mostra che il processo di radicalizzazione – dalla prima esposizione a materiale terroristico, alla pianificazione ed esecuzione dell’attacco – avviene con tempi notevolmente ridotti. Il tempo medio di radicalizzazione è passato dai 16 mesi del 2002 ai 10 mesi circa del 2015 fino ad un arco temporale attualmente di sole alcune settimane, tanto che tutte le nuove indagini hanno imposto un repentino e mirato intervento di disruption in ragione della riscontrata capacità e volontà di attivazione degli indagati nell’attuazione di azioni controindicate».

Anche il trend registrato a livello europeo indica i giovani – anche infra quattordicenni – come soggetti maggiormente esposti al rischio di radicalizzazione spesso violenta. In particolare, si sono registrate crescenti capacità di “anonimizzazione” degli utenti in rete, la costante presenza di soggetti minorenni e la riconducibilità di condotte delittuose a condizioni di solitudine, disagio socio-economico e disturbi mentali. A titolo esemplificativo, nel 2024 in Europa, circa due terzi degli arresti di soggetti legati all’Isis hanno coinvolto adolescenti mentre in Gran Bretagna un sospettato per terrorismo su cinque è classificato come minorenne.

Con specifico riferimento al territorio nazionale, le investigazioni degli ultimi anni hanno registrato un incremento della presenza di soggetti minorenni, impegnati nella diffusione sul web di contenuti estremisti e violenti: da gennaio del 2023 ad oggi, sono 12 i minori sottoposti a misura cautelare/precautelare (2023  1; 2024  5; prima metà del 2025  6) ed altri 107 oggetto di approfondimenti investigativi, quali perquisizioni personali, domiciliari e informatiche (2023  9; 2024  46; prima metà del 2025  52).

Confindustria: «Il fatturato da export è calato più di quello interno per il disorientamento sui dazi»

Produzione stabile; fatturato in calo, soprattutto quello dell’export; occupazione in aumento. Sono le indicazioni che emergono da un’indagine congiunturale del centro studi di Confindustria Romagna che ha analizzato le variazioni del primo semestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e le previsioni per il prosieguo dell’anno. Il campione delle aziende associate comprende il comparto manifatturiero e dei servizi, escludendo il settore delle costruzioni. I dati sono stati raccolti ed elaborati nelle prime tre settimane di luglio.

«Un clima di incertezza ha caratterizzato i primi sei mesi dell’industria romagnola – si legge nella nota inviata alla stampa –, a causa dell’instabilità geopolitica e delle crescenti tensioni commerciali, a partire dall’inasprimento dei dazi statunitensi sui prodotti europei».

La produzione del primo semestre, rispetto allo stesso semestre del 2024, ha mostrato una crescita marginale pari a +0,1%. Il fatturato totale ha registrato una flessione del -1,8%, con una diminuzione più marcata nell’ambito dell’export -4,7% rispetto a quello interno -0,7%. In controtendenza rispetto ai dati di produzione e fatturato, l’occupazione registra un aumento del +3,3%.

«Nella prima parte dell’anno – afferma il neo presidente Mario Riciputi – le imprese esportatrici sono state in balia di continui annunci di provvedimenti poi sospesi, trattative, continui cambi di direzione fino all’accordo di pochi giorni fa. Un disorientamento che ha inciso sulle prospettive di investimento».

I numeri del primo semestre 2025

Per quanto riguarda gli ordini totali il 40,5% degli intervistati ha avuto una stazionarietà, per il 38,9% sono stati in aumento e per il 20,6% in diminuzione. Gli ordini esteri sono stazionari per il 61,8%, in aumento per il 22,9% e in diminuzione per il 15,3%. Le giacenze sono stazionarie per il 74,8% in aumento per il 10,7% e in diminuzione per il 14,5%. I costi per le materie prime sono stati stazionari per il 51,1% in aumento per il 42,7% e in diminuzione solo per il 6,2% delle aziende.

Previsioni secondo semestre

Le aspettative delle imprese romagnole per il secondo semestre del 2025 delineano un quadro di cauta stabilità, con segnali di fiducia moderata e una gestione prudente delle risorse produttive e occupazionali. «Il nostro tessuto economico sembra essere orientato a mantenere gli equilibri produttivi, rafforzare l’occupazione e affrontare con prudenza le sfide del mercato globale, anche in relazione alle difficoltà di reperimento del personale».

La produzione viene prevista in aumento dal 40,5% delle imprese, stazionaria dal 51,9% mentre il 7,6% degli imprenditori prevede una diminuzione. Per quanto riguarda le previsioni sugli ordini: il 49,6% delle aziende prevede una stazionarietà, il 42,7% un aumento e il 7,7% una diminuzione.

La valutazione di stabilità raccolta prima dell’annuncio definitivo dei dazi americani andrà poi rivista alla ripresa a settembre, alla luce delle decisioni assunte, ancora in via di finale definizione.

Per quel che riguarda le giacenze, il 64,9% delle imprese le prevede stazionarie, il 29,8% in aumento e il 5,3% in diminuzione. Le previsioni sull’occupazione sono stazionarie per il 65,6% del campione, in crescita per il 28,2% ed in calo per il 6,2%. Il dato conferma la volontà di consolidare la forza lavoro, con un basso rischio di contrazione occupazionale. Le previsioni per l’utilizzo della cassa integrazione nei prossimi mesi risultano da escludersi per il 75% dei rispondenti, probabile ma limitata per il 7,8%, poco probabile per il 10,2% e probabile e consistente per il 7%. La difficoltà di reperimento del personale rimane un tema rilevante, il 40% registra una elevata o molto elevata difficoltà.

Fino a 20 minuti di attesa al passaggio a livello, il sindaco scrive al ministro Salvini

I tempi di attesa al passaggio a livello di via Martiri Fantini a Cervia, uno dei punti cruciali della viabilità cervese, a volte superano i dieci minuti prima e dopo il transito dei treni, generando lunghe code e ingorghi e il sindaco Mattia Missiroli prova la carta della lettera aperta a Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che sarà a Cervia questa sera, 31 agosto, per aprire la festa della Lega alla Torre San Michele. Di seguito il testo integrale della lettera.

Egregio Ministro Salvini,

nei prossimi giorni sarà nella nostra Romagna e contiamo che, tra i diversi impegni, possa dedicare attenzione a una questione concreta, quotidiana, che riguarda migliaia di cittadini, lavoratori e turisti: i tempi di attesa ai passaggi a livello, e in particolare in quello di via Martiri Fantini a Cervia, uno dei punti cruciali della viabilità.

Come Amministrazione comunale, da oltre un anno segnaliamo a Rfi – e per conoscenza al Prefetto di Ravenna – i gravi disagi provocati dalla chiusura prolungata delle sbarre, che dopo gli interventi tecnici del 2023 si è aggravata. Il passaggio a livello rimane chiuso anche per oltre dieci minuti prima e dopo il transito dei treni, generando lunghe code, ingorghi e disagi costanti, soprattutto nelle ore di punta, nei fine settimana e nei mesi estivi in cui Cervia conta oltre 300.000 presenze.

Sappiamo bene che la sicurezza viene prima di tutto, ma è altrettanto necessario che la viabilità della città non venga penalizzata.

Il nostro Comune, a seguito di questi lavori, viene costantemente messo a dura prova dal traffico congestionato e disagi continui, che si ripercuotono pesantemente sulla mobilità della città.

Finora le risposte da parte di Rfi alle nostre istanze non hanno lasciato un minimo di apertura alla soluzione del problema, affermando che esistono standard nazionali di sicurezza non superabili, e sono state prive di soluzioni concrete per venire incontro alle esigenze della nostra località.

Siamo quindi in piena sintonia con il Sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, che ha sollevato le stesse criticità, ricevendo i nostri stessi riscontri da Rfi.

Per questo ci rivolgiamo a Lei in qualità di Ministro dei Trasporti per valutare la possibilità di risolvere il problema, trovando una soluzione che garantisca un equilibrio tra sicurezza ferroviaria e mobilità e vivibilità urbana.

La necessità di affrontare questo disagio è emersa con forza anche in Consiglio Comunale, dove tutte le forze politiche – di maggioranza e opposizione – hanno condiviso l’urgenza di trovare una soluzione e hanno manifestato disponibilità a lavorare insieme alla redazione di un documento unitario e condiviso. Un segnale importante di responsabilità e coesione istituzionale, che sottolinea quanto il tema sia sentito trasversalmente, al di là degli schieramenti politici.

Le domandiamo, perciò, un intervento concreto e risolutivo per trovare un modo di ridurre i tempi di chiusura dei passaggi a livello, compatibilmente con la sicurezza, per garantire una mobilità più fluida e sostenibile.

I cittadini e i turisti non chiedono l’impossibile, ma solo di poter attraversare la città senza rimanere bloccati per venti minuti davanti a una sbarra, perché la sicurezza è indispensabile, ma lo è anche la dignità della vita quotidiana delle persone.
Mattia Missiroli, sindaco di Cervia

Un “hard boiled” in salsa faentina: la prima indagine di Ciparisso Briganti

La Romagna non è mai stata tanto misteriosa e tanto popolata di investigatori. Se lo scorso anno fu il casolano Cristiano Cavina a cimentarsi con il genere giallo in L’Ananas no (Bompiani), questa estate esordisce con il suo primo giallo/noir Claudio Panzavolta, di mestiere editor per la Marsilio, faentino e scrittore alla sua terza prova narrativa. Come nella seconda, il bellissimo Al passato si torna da lontano (Rizzoli, 2020), Panzavolta sceglie di nuovo il Novecento e l’area dove è nato e cresciuto per l’ambientazione storica e fisica di Lascia stare i morti (Ponte alle Grazie, 2025).

Siamo quindi a Faenza, precisamente nel retro della bocciofila dove Ciparisso Briganti, detto Briga, ha il suo ufficio da investigatore privato. 53 anni, un passato da partigiano prima e poliziotto poi, è un uomo burbero e tenero, animato da solidi principi morali e profonde convinzioni politiche. Del resto siamo nel 1980, quando forse era più facile avere entrambi. La sua è un’indagine che lo porterà a scavare sotto la superficie di una Faenza dove l’Omsa è in piena espansione così come le distillerie che ne impestano l’aria, a pochi mesi dalla strage di Bologna e dallafine degli anni Settanta, in un’epoca in cui ancora si sente l’eco della guerra di Liberazione che da queste parti ha avuto uno dei fronti più incandescenti. Ed è per questo che il romanzo offre anche uno sguardo su cosa è successo negli anni successivi alla fine di quella guerra in Italia, ai destini di fascisti e antifascisti nelle pieghe del sistema, un po’ come successe con la prima trilogia di Carlo Lucarelli.

La storia di Briga, con i bei personaggi di contorno tra cui la compagna, il figlio e lo zio, permette a Panzavolta di tornare su temi fondativi della Repubblica, che oggi sono lungi dall’essere risolti e superati, e ci riporta con precisione da storico a un’epoca, quella degli anni Ottanta, ricca di contraddizioni e spunti utili a tentare di capire cosa sia successo a Faenza e in Italia nei quarantacinque anni successivi.

Se questo è il contesto storico, quello letterario è invece più chiaramente legato al cosiddetto “hard-boiled”. Il ritmo è serratissimo, l’azione è spesso sorprendente, non mancano scene di violenza e accelerazioni che solo un’indagine condotta da un investigatore privato può permettersi senza perdere in credibilità. Del resto Marlowe viene citato più volte in modo ironico, ma il riferimento è chiaro (se vogliamo pensare invece ad autori contemporanei e nostrani, in una libreria del giallo divisa per generi potrebbe forse stare vicino al Contrera di Christian Frascella per il ritmo).

A parte qualche piccolo “prestito” dal romagnolo nei dialoghi, la scrittura è pulita, fin troppo per un libro raccontato in prima persona da un uomo che per sua ammissione non ha potuto studiare, ma Panzavolta si premura di spiegarcelo: il nostro protagonista ha imparato da un partigiano, detto non a caso “Elzeviro”, la passione per la lingua e il vocabolario. Un piccolo escamotage che serve a ricordarci quanto un tempo non fosse scontato studiare ma fosse considerato essenziale (un po’ il rovescio di oggi?) oltre a permettere un racconto fluido, ricco, senza intoppi e che non richiede certo la conoscenza del romagnolo per essere apprezzato.

Da non perdere, insomma, per chi ama il genere, la cronaca del Novecento e ovviamente queste ambientazioni. Neanche a dirlo, c’è da sperare che questo sia solo il primo di una lunga e fortunata serie con il Briga a indagare.

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