Se ne è occupato Excelsius Catering del gruppo della Campaza
A preparare l’afternoon tea per i Reali d’Inghilterra e il Presidente della Repubblica, in municipio a Ravenna, è stato Excelsius Catering del Gruppo Campaza.
Per i più curiosi, ecco il dettaglio del menù proposto. Il buffet dolce e salato è stato accompagnato da una selezione di tè tipici inglesi. Nove le tipologie di dolci realizzati dal laboratorio di pasticceria della Campaza con prodotti tipici del nostro territorio: Tartelletta lemon curd e meringa all’italiana; Pan di Spagna al cacao crema al lampone e caramello salato; Bignè al pistacchio; Frolla, composta di fragole e crema alla lavanda; Bignè craquelin con ricotta romagnola e arancia candita; Ciambella romagnola e gelee allo zabaione; Mini Tiramisù; Mini Catalana miele di pineta e pinoli; Millefoglie, crema chantilly e ciliegie; Finger food con Zuppa Inglese, con savoiardi artigianali, crema pasticcera, crema pasticcera al cioccolato, bagna Alchermes; Torte e crostate sia tradizionali che moderne.
Non sono mancate una serie di specialità salate, tra cui miniature di crescioni e piadine Romagnole; Ricottine con fichi caramellati; Tartellette con uovo di quaglia, tartufo e asparago; Tartellette con formaggio di Fossa e noci e Panna Cotta salata con Raviggiolo e limone candito.
Investimento per quasi 13 milioni di euro nel Faentino e in Bassa Romagna
Una rete di piste ciclabili che attraversa la Bassa Romagna collegando Bologna a Ravenna, il restauro del teatro comunale Maria Pedrini di Brisighella, la riqualificazione energetica di una serie di istituti scolastici, supporto alle istituzioni scolastiche e alle famiglie per potenziare le opportunità formative e nuova illuminazione pubblica dei centri urbani.
Sono solo alcuni dei progetti finanziati sul territorio ravennate grazie alle Atuss (Agenda trasformativa urbana) della Bassa Romagna e della Romagna Faentina, uno strumento regionale di supporto ai territori per raggiungere gli obiettivi della programmazione dei Fondi europei 2021-2027. A fare il punto sullo stato di avanzamento dei progetti l’assessore regionale ai Fondi europei, Davide Baruffi, che nella sede del Comune di Faenza ha incontrato i sindaci dei comuni delle due Atuss: Alfonsine, Bagnacavallo, Bagnara di Romagna, Conselice, Cotignola, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda, Sant’Agata sul Santerno per la Bassa Romagna e Brisighella, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Faenza, Riolo Terme e Solarolo per la Romagna Faentina.
Nel corso dell’incontro è stato illustrato lo stato di avanzamento di 15 progetti, per un importo complessivo di 12,8 milioni di euro nell’ambito della programmazione regionale Fesr e Fse 2021-2027, di cui 6,4 per la Bassa Romagna e altrettanti per la Romagna Faentina, interventi di fondamentale importanza per il rilancio e la trasformazione del territorio in un’ottica di innovazione e sostenibilità.
«Le Atuss sono un’opportunità strategica per sostenere la trasformazione delle città. Per la prima volta, in questo ciclo di programmazione, abbiamo aperto questa opportunità alle Unioni dei comuni più avanzate, tra le quali spiccano in assoluto le due della provincia di Ravenna – ha commentato Baruffi – Colgo l’occasione per esprimere il mio apprezzamento ai sindaci perché è grazie al loro lavoro e al loro contributo di idee e sollecitazioni che siamo arrivati alla definizione dell’agenda urbana che abbiamo scelto come Regione di sostenere e che si concretizza in questi progetti. Queste Unioni sono un esempio tra i più virtuosi a livello nazionale e per certi aspetti anche europeo, perché l’esperienza qui maturata coglie appieno l’obiettivo fissato dalla coesione europea per le città».
I progetti
Nel dettaglio, per quel che riguarda la Atuss della Romagna Faentina, 2 milioni e 550mila euro sono destinati al rinnovamento e l’ampliamento del polo culturale della Biblioteca comunale di Faenza, mentre alla rigenerazione del centro storico di Castel Bolognese andrà 1 milione. Entrambi questi interventi rientrano nel programma “Next Generation Eu. Nel cuore della città”, il piano dell’Unione europea per sostenere gli Stati membri nella ripresa economica e sociale dopo la pandemia di Covid. 570mila euro sono destinati, con due finanziamenti distinti, al restauro, risanamento conservativo ed efficientamento energetico del Teatro Comunale Maria Pedrini di Brisighella. Il capitolo della riqualificazione energetica prevede 259mila euro per gli istituti scolastici di Fognano (una frazione di Brisighella), 320mila per l’illuminazione pubblica a led del Centro Urbano nel comune di Solarolo, 320mila per un analogo progetto a Casola Valsenio e 400mila per la biblioteca di viale Gramsci a Riolo Terme. All’Unione Romagna Faentina sono poi riservati 350mila euro per corsi e laboratori aperti ai cittadini per favorire la transizione digitale, 289mila per attività di inclusione riservate a ragazzi tra i 14 e i 25 anni e 410mila per il “buon abitare”, che si concretizzano in azioni per favorire l’integrazione sociale e il benessere della comunità attraverso l’educazione ambientale e la valorizzazione del territorio
Alla Atuss della Bassa Romagna vanno 3 milioni e 858mila euro per la bicipolitana, una rete di piste ciclabili di 42 chilometri, di cui una tratta principale di 27 chilometri che unisce i comuni di Massa Lombarda, Sant’Agata sul Santerno, Lugo e Bagnacavallo – un segmento fa parte della ciclovia che collega Bologna a Ravenna – e una serie di ulteriori diramazioni che raggiungono i comuni di Bagnara di Romagna e Cotignola. 1 milione e 632mila euro sono finalizzati al progetto “L’architettura urbana verde della Bassa Romagna”, che prevede di integrare e valorizzare le aree verdi all’interno del tessuto urbano, attraverso la piantumazione di alberature autoctone, come gelsi, aceri e querce, per migliorare la qualità ambientale. Alle attività per valorizzare i contesti formali e informali dell’aggregazione giovanile nel territorio sono riservati 700mila euro grazie al progetto “AvvistaMenti”, mentre 280mila euro sono indirizzate alla formazione ai cittadini per attività di sostegno nella transizione digitale.
Sul posto due mezzi dei vigili del fuoco e la polizia locale
Intorno alle 13 di oggi, venerdì 11 aprile, un’automobile parcheggiata in via Porto Coriandro (zona Rocca Brancaleone) ha preso fuoco. Le fiamme per poco non hanno coinvolto l’attività “Postura e Movimento”, temporaneamente evacuata assieme ad altri uffici del plesso che ospita attività sanitarie e sportive.
Le cause dell’incendio della Renault sono ancora da verificare, ma pare che si sia trattato di un cortocircuito nel vano motore.
Le fiamme sono state spente grazie all’arrivo di due camion dei vigili del fuoco dopo che alcune pattuglie della polizia locale avevano già chiuso la strada e messo in sicurezza la zona.
Ecco un video di sei minuti che documenta la visita di Re Carlo III alla basilica di San Vitale, nel corso della giornata ravennate dei reali del Regno Unito.
Presentata la nuova aula multimediale nella sede del Polo della arti di piazza Kennedy
Prosegue a gonfie vele il lavoro del Conservatorio Verdi di Ravenna. A cento giorni dall’insediamento della nuova governance, l’istituto vanta oltre 300 studenti iscritti e ha in serbo progetti musicali e concerti sul territorio oltre a nuovi spazi e collaborazioni internazionali.
La sede del Conservatorio è ospitata nel Polo delle Arti di Piazza Kennedy, ed è «lo step conclusivo di una filiera musicale» arricchita da tre scuole ravennati dotate di indirizzo musicale. L’istituto sta eseguendo una vera e propria internazionalizzazione grazie all’impegno sul fronte Erasmus, l’organizzazione della World Brass Conference, la partecipazione all’associazione europea dei conservatori e la partnership con 18 realtà musicali straniere.
Il Verdi che, dal 1° gennaio 2023 è diventato statale, collabora con altre realtà del territorio non solo per esibirsi ma anche per le prove: «Ho preso da sei anni l’incarico – dichiara il presidente del Conservatorio Adriano Maestri – e grazie al lavoro di professori, dirigenza e studenti siamo passati dall’uso di una palestra per le prove dell’orchestra ad uno spazio dedicato a San Romualdo. Oltre a questo spazio collaboriamo con il Mar, il Museo Nazionale e abbiamo ampliato nostri spazi in attesa dell’auditorium che sarà allestito nell’ex caserma (non prima di alcuni anni, ndr)».
A proposito di nuovi spazi, durante un incontro con la stampa tenutosi il 9 aprile è stata presentata l’aula multimediale di studio e di ricerca dotata di lim e computer con abbonamenti digitali Nkoda e Rilm. L’aula sarà aperta agli studenti che avranno così la possibilità di consultare raccolte multimediali su storia e musica. Inoltre sarà allestita nelle prossime settimane un ulteriore spazio utile per le comunicazioni e prove a distanza con tanto di pianoforte.
Durante la conferenza stampa è intervenuto anche l’assessore Igor Gallonetto che ha confermato l’acquisto dell’immobile di Piazza Kennedy 7, attualmente di proprietà di Monte dei Paschi, da parte del Comune: «Conosco nel dettaglio le attività del Conservatorio Verdi e la reputo un’istituzione straordinaria tanto da distinguersi anche fuori città. La sede, grazie all’acquisto del Comune, sarà ulteriormente ristrutturata in un’ottica sempre più fruibile per i musicisti e i frequentatori dell’Accademia delle Belle Arti (che condivide la sede di piazza Kennedy con il Conservatorio, ndr). Siamo convinti che con la cultura e gli studi cresce la città e come Amministrazione faremo di tutto per “trattenere” i ragazzi a Ravenna, dando loro un’offerta formativa importante».
Con Aterballetto e i violencellisti della Cherubini
Grazie al dialogo con il Centro Coreografico Nazionale / Aterballetto, quest’anno la Stagione Danza del Teatro Alighieri di Ravenna ha superato i propri tradizionali confini per esplorare nuovi modi di interazione tra movimento e suono: il progetto Impromptus permette di dare forma a sorprendenti performance attraverso l’improvvisazione e la reciproca ispirazione, favorendo una relazione fluida e spontanea tra le due discipline in uno spazio creativo dove coreografi e musicisti lavorano fianco a fianco.
A conclusione della Stagione, il secondo appuntamento di Impromptus è martedì 15 aprile, alle 21 alle Artificerie Almagià, dove i violoncellisti Christian Barraco e Francesco Angelico dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini entreranno in conversazione con i danzatori Leonardo Farina e Arianna Ganassi. La scelta di un palcoscenico come l’Almagià, fra i luoghi più caratterizzanti della Darsena di città, sottolinea la volontà di ricollocare l’esperienza della danza – tanto per gli interpreti quanto per il pubblico – in uno spazio devoto al dialogo e alla sperimentazione.
Info e prevendite (biglietti a 10 euro, 5 per gli under 18): biglietteria Teatro Alighieri – tel. 0544 249244 – www.teatroalighieri.org
Secondo una stima di OmniconMediaGroup la promozione indiretta potrebbe portare a Ravenna il 10 percento delle presenze in più
Due miliardi di persone contattate con picchi nei Paesi anglosassoni come Regno Unito, Usa, Australia e tutta l’area del Commonwealth fino all’India e i Paesi dell’Estremo Oriente come Cina e Giappone, per non parlare dell’Europa. Tra servizi e dirette tv, presenze nei più importanti social, commenti su forum online e siti d’informazione e articoli sulla carta stampata, il viaggio dei reali inglesi – secondo una stima di OmnicomMediaGroup, centro media quotato in borsa che elabora per conto del quotidiano Libero i dati Auditel – è una promozione indiretta che potrebbe determinare un ulteriore +5% delle presenze turistiche in Italia con picchi del +10% nelle zone toccate dalla coppia, ovvero Roma e Ravenna.
In termini di GRP (la misurazione dell’impatto di una campagna, di un annuncio pubblicitario o di un evento su un target pubblico) si stima una resa di un investimento pari a 500 milioni di euro (calcolata sull’audience degli oltre 100 Paesi in cui si è data notizia del viaggio reale in Italia). Da non sottovalutare, poi, sempre secondo OmnicomMediaGroup, l’impatto dell’evento sugli ascolti tv, a partire dagli speciali del Tg1 di martedì e mercoledì mattina che hanno trasmesso in diretta gli incontro di Carlo e Camilla col Presidente Mattarella e la Premier Meloni ottenendo picchi di 1,5 milioni di spettatori e del 25% di share. Ma tutti i format hanno beneficiato della presenza della “Royal Couple” in particolare Tg1 e Tg2, con aumenti di oltre un punto di share, il Tg5 con mezzo punto in più, “Studio Aperto” su Italia 1 con 1 punto in più così come il Tg4, pure le all news Rainews24, TgCom24 e SkyTg24 con lunghe dirette hanno registrato incrementi di quasi un punto di share; e poi anche i talk pomeridiani con “La vita in diretta” su Rai 1 a picchi del 24% di share, “Pomeriggio Cinque” su Canale 5 ha incrementato di almeno un punto di share, “La volta buona” su Rai 1 quasi un punto in più.
A sorpresa era presenta anche Re Carlo a Palazzo Guiccioli
A sorpresa, ieri, anche Re Carlo ha accompagnato la Regina Camilla ai Musei Byron e del Risorgimento, ideati da Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Ravenna, e sostenuti e realizzati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
Dopo una breve sosta nella sede dell’Italian Byron Society, per un momento di privacy con the bianco e zollette di zucchero, la sovrana ha salutato gli ospiti della Literary Reception e, accompagnata dalla Console Generale Aggiunto del Regno Britannico in Italia Serena Corti e dalla Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Mirella Falconi Mazzotti, ha assistito alla lettura del “Beppo” di Byron interpretato in inglese dal professor Gregory Dowling, e in italiano dal professor Diego Saglia, entrambi vicepresidenti dell’Italian Byron Society. Tra gli ospiti della giornata, rigorosamente selezionati dal Consolato Britannico di Milano e dall’Ambasciata Britannica di Roma, anche una quindicina di rappresentanti di case editrici, librai e circoli di lettura espressamente voluti dalla Regina Camilla per rendere questa giornata più vicina possibile alla sua sensibilità e a quella della charity Queen’s Reading Room che si occupa della diffusione della lettura di libri e della conoscenza del benessere che questi procurano nei loro lettori.
Quindi la Regina Camilla ha scoperto la targa commemorativa della sua visita ai Musei Byron e del Risorgimento e ha consegnato una donazione di libri da parte della charity da lei presieduta alla Biblioteca Holden della Classense di Ravenna e alla Scuola Primaria di Roncalceci, recentemente reinaugurata dopo i danni causati dall’alluvione. La Regina ha poi visitato i Musei, intrattenendosi in particolare e rivolgendo diverse domande ai suoi accompagnatori, davanti al baule di Teresa e di fronte alla preziosa prima edizione del Childe Harolds nella sala introduttiva dei Musei, poi nelle vetrine che espongono i cimeli di Teresa e Lord Byron e in particolare davanti all’anello con la scritta in greco. La Regina Camilla, «sorprendendo un po’ tutti – si legge in una nota dei Musei -, avrebbe voluto proseguire anche nelle sale successive, fermandosi ripetutamente a fare domande», ma i tempi rigidissimi del protocollo hanno costretto ad accelerare la sua visita, al termine della quale si è fermata nuovamente a complimentarsi assieme al Re Carlo III con la presidente Falconi Mazzotti nell’androne di Palazzo Guiccioli «sottolineando la rarità e la bellezza dei documenti e delle memorie del grande poeta inglese e del suo grande amore per la contessina Guiccioli che ha ispirato così tanto la vita e le scelte del porta romantico ed anche la sua ricca produzione letteraria del periodo ravennate», si legge in una nota degli stessi Musei.
Dopo la visita, la Regina Camilla ha fatto una sosta con il personale dei Musei, ai quali ha regalato una foto ricordo della giornata, prima di riprendere assieme al consorte la strada dei numerosi altri impegni istituzionali che hanno caratterizzato una giornata storica per Ravenna.
Sabato 12 aprile alle ore 18 al Mercato Coperto di Ravenna (in Piazza Andrea Costa 6), per la rassegna “Storie e persone”, si parla di Ravenna in paradiso. Guida ravennate alla santità in 33 tappe, un volume fortemente voluto dall’arcivescovo Lorenzo Ghizzoni e dalla Diocesi di Ravenna e Cervia, con testi letterari di Riccardo Baruzzi e illustrazioni a colori eseguite dagli alunni del Liceo Artistico Nervi-Severini di Ravenna (vedi foto in alto), pubblicato per i tipi delle Edizioni del Girasole.
Farà gli onori di casa Beatrice Bassi, organizzatrice della rassegna (in collaborazione con Miranda Blosi titolare di LibriMi). Intervengono: l’autore dei racconti Ingegner Riccardo Baruzzi, la professoressa Loretta Tsavaki, docente di Discipline Pittoriche, il professor Gianluca Dradi, dirigente del Liceo Artistico. Nel corso dell’incontro verranno proiettati a schermo gli oltre 40 dipinti realizzati per l’occasione dagli allievi del Liceo e riprodotti nel volume. Interverranno inoltre Mirella Falconi Mazzotti, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e don Rosino Gabbiadini (parroco di San Vitale) al quale è affidata la conduzione dell’incontro.
Riceviamo e pubblichiamo un intervento dell’attivista Marina Mannucci, incentrato in particolare sulla serata del 3 aprile del cartellone di eventi ambientalista “Uscire dalla camera a gas”
Una protesta ambientalista a Ravenna, davanti all’ingresso dell’Omc, lo scorso 8 aprile
Dall’8 al 10 aprile Ravenna ha ospitato la diciassettesima edizione di Omc Med Energy Conference and Exhibition, un appuntamento sull’energia dell’area mediterranea in cui si approfondiscono temi sulle tecnologie e le loro applicazioni e i processi della carbon neutrality. “Uscire dalla camera a gas” è il titolo che la campagna Per il Clima Fuori dal Fossile, Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia Romagna, Legambiente Emilia Romagna, Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale di Ravenna, Rete No Rigass NoGnl, Associazione Energia per l’Italia e Assemblea dei Movimenti Ambientalisti e Non Solo Emilia Romagna hanno scelto per un contro convegno – inteso come atto di contestazione – articolato in una serie di iniziative che si stanno svolgendo e che sfoceranno il 12 aprile in una manifestazione nazionale, affiancato da iniziative portate avanti anche dal mondo studentesco raccolto attorno al Collettivo Mangrovie e alla campagna universitaria End Fossil.
Elena Gerebizza
Il 3 aprile scorso, Elena Gerebizza, giornalista che scrive per il Manifesto, Altraeconomia, Il Domani e ricercatrice di ReCommon (associazione che lotta contro gli abusi di potere e il saccheggio dei territori per creare spazi di trasformazione nella società, in Italia, in Europa e nel mondo), è intervenuta al primo degli eventi promossi dalle associazioni ambientaliste dal titolo Non c’è più tempo, adesso bisogna fare sul serio, focalizzando le sue analisi sulle implicazioni a lungo termine delle false soluzioni “perfette”. Gerebizza, ospite della serata con Vincenzo Balzani (già docente universitario di chimica e fondatore dell’Associazione Energia per l’Italia), ha ricostruito le tappe che dall’Accordo di Parigi sul clima (adottato nel 2015 durante la COP21, si proponeva di limitare il riscaldamento globale e di ridurre l’uso di combustibili fossili), passando per il Green Deal europeo (lanciato nel 2019, che consisteva in un pacchetto di iniziative strategiche per avviare l’Unione Europea sulla strada di una transizione verde, con l’obiettivo ultimo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050), arrivando al piano REPowerEU (presentato dalla Commissione europea nel maggio 2022, in cui si è posta come obiettivo prioritario la sicurezza energetica rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione), hanno portato al Draghi Competitiveness (Report del 2024 che promuove agevolazioni e finanza pubblica per favorire le aziende europee sul mercato globale), puntando sulla competizione e non più sulla concorrenza. In concreto, negli ultimi anni, rompendo con la dipendenza dal gas russo, rilanciando esportazioni di gas naturale liquefatto (Gnl) dagli Stati Uniti ed estrazione di gas su scala globale e di idrogeno con la Ccs (cattura e stoccaggio del carbonio) i problemi sistemici del modello estrattivista non sono stati affrontati. I nuovi obiettivi non sono più decarbonizzare il sistema energetico e la produzione; si è imposta una nuova agenda commerciale aggressiva dell’Unione Europea e anche dell’Italia orientata a ridefinire il ruolo dell’industria e a favorire business delle imprese e accaparramento di risorse. Gerebizza ha evidenziato come il piano ReArm Europe approvato dall’Europarlamento abbia legittimato un’idea di sicurezza globale dual use (il concetto si riferisce a prodotti, software e tecnologie originariamente progettati per applicazioni civili ma che possono anche essere utilizzati a scopi militari o per lo sviluppo di armi) portando l’industria fossile a essere sempre più interrelata all’industria bellica e alla cybersecurity e spostando il dibattito sulla difesa delle infrastrutture strategiche: manovre che stanno creando legami di interdipendenza tra sicurezza energetica e sicurezza militare.
In merito al Corridoio Sud dell’Idrogeno, infrastruttura energetica di 3.300 chilometri che dal Nord Africa dovrebbe arrivare in Germania, promossa dal governo italiano nell’ambito del cosiddetto Piano Mattei, la relatrice ha dimostrato non trattarsi di un progetto indirizzato alla sicurezza energetica per le popolazioni europee e africane, quanto a garantire lunga vita alle infrastrutture di trasporto del gas e sussidi pubblici alle società di combustibili per la loro costruzione e manutenzione. Un piano di greenwashing, dunque, che rischia di aumentare il debito dei paesi africani e di distogliere le risorse pubbliche alla transizione energetica. A metà marzo scorso, una coalizione di 87 organizzazioni e reti globali ha denunciato l’approccio neo-coloniale delle opere che perpetuano sfruttamento e ingiustizia al centro del modello estrattivista. Per conoscenza, inoltre, a tutt’oggi non ci sono grandi possibilità di trasporto dell’idrogeno senza miscelarlo (per una quantità che non supera il 10%) al metano, per cui i cosiddetti idrogenodotti continueranno ad essere in realtà gasdotti.
Nella parte finale della sua relazione Elena Gerebizza ha parlato del progetto Ravenna CCS – il primo per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica – in fase di realizzazione in Italia su iniziativa di Eni e Snam. Dalla prima proposta avanzata da Eni nel 2021, nel contesto del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il progetto si è ampliato, collegando, alla cattura e stoccaggio, infrastrutture in mare e su terra orientate a raccogliere e trasportare la CO2 dall’Emilia Romagna e dal Veneto verso gli impianti Eni di Casal Borsetti, dove viene raccolto e processato il gas estratto da Eni nei diversi giacimenti offshore nell’Alto Adriatico. A Ravenna CCS si collega così il progetto CCS Pianura Padana che prevede di costruire, sempre a Casal Borsetti, una centrale di compressione dove verrà convogliata la Co2 raccolta inizialmente dalle zone industriali di Ferrara e di Ravenna, con una rete di circa 100 chilometri di gasdotti dedicati al trasporto della Co2, quasi interamente da costruirsi, e successivamente anche dal polo industriale di Marghera. La raccolta della CO2 da questi impianti avverrebbe a partire dal 2027 nella cosiddetta Fase 2, o fase industriale del progetto, in cui Eni e Snam dichiarano di voler trasportare e stoccare in maniera permanente, entro il 2030, fino a 4 milioni di tonnellate di CO2.
Con il progetto Callisto, guidato dalla società francese Air Liquide, si prevede, inoltre, la liquefazione e il trasporto via nave della CO2 raccolta nel polo industriale della Valle del Rodano, Marsiglia e Fos, fino ai giacimenti offshore di Eni al largo di Ravenna. La forma transnazionale di queste opere, inserite nel quadro dei Progetti di interesse comune europei, permetterà loro di beneficiare di finanziamenti che avvieranno un movimento e stoccaggio complessivo di CO2 fino a 16 milioni di tonnellate l’anno. Si tratta delle cosiddette opere strategiche che rispondono agli obiettivi fissati dal Pnrr, ed è per questa ragione che Ravenna CCS non è stato sottoposto a valutazione ambientale; CCS Pianura Padana beneficia, invece, di procedure di valutazione ambientale accelerate e semplificate, che dimezzano i tempi per la consultazione pubblica. Solo per la fase industriale, il progetto CCS di Ravenna dovrà ottenere un’autorizzazione che passi anche da questo tipo di valutazione. Inoltre, la normativa sul CCS prevede che «tutti gli obblighi relativi al monitoraggio e alla restituzione di quote di emissione in caso di fuoriuscite siano trasferiti, dopo soli venti anni» – o anche prima, se sono soddisfatte alcune condizioni – «dalle aziende al ministero dello Sviluppo economico». A oggi è però impossibile stabilire il rischio di fuga della CO2 dai depositi CCS attraverso le strutture geologiche esistenti o a seguito di eventi catastrofici naturali; una sottovalutazione del rischio è ancora più allarmante se si considera che il progetto Ravenna CCS è spalmato su un’area sottoposta al fenomeno della subsidenza indotta anche da attività estrattive, di stoccaggio, di iniezioni di fluidi su giacimenti offshore e in terraferma. Eni e Snam sono state dispensate dal presentare una garanzia fideiussoria a copertura dei costi in caso di fuoriuscite o irregolarità significative; in quanto “sperimentale” il progetto è stato agevolato non solo in termini autorizzativi ma anche in termini economici. Il passaggio di gasdotti nelle zone urbanizzate, caratterizzate negli ultimi anni da eventi meteorologici estremi e, nel caso di Ravenna, dal rischio che corre di essere sommersa nei prossimi anni, pone interrogativi relativamente alla sicurezza di questo piano.
Per ultimo è bene sapere che quand’anche si moltiplicasse per dieci (cosa impossibile se non su arco temporale di diversi decenni) gli impianti CCS presenti nel mondo, questi catturerebbero in realtà una frazione assolutamente irrisoria di anidride carbonica, e solo di quella emessa dagli impianti industriali, non di quella totale presente in atmosfera. Uno studio pubblicato nel 2022 dall’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA) ha rivelato che 10 tra i 13 maggiori impianti CCS al mondo analizzati (che ammontano a circa il 55% della capacità nominale di cattura installata a livello globale) o sono ampiamente sottoperformanti o sono falliti.
* Marina Mannucci è attivista per l’emergenza climatica e per i diritti umani
L’incidente in un cantiere a Bologna all’alba di giovedì 10 aprile
Francesco D’Alò
Stava sistemando cartelli e segnaletica in un cantiere della tangenziale di Bologna, quando è stato travolto da un furgone. Si chiamava Francesco D’Alò e avrebbe compiuto 60 anni tra qualche settimana, originario della Puglia, l’operaio che all’alba di ieri (10 aprile) è morto mentre lavorava per conto dell’azienda faentina “3s Safety” (ma per una ditta in appalto, scrive il Corriere Romagna oggi in edicola).
L’incidente è avvenuto in un orario, poco prima delle 6, durante il quale il cantiere, dopo i lavori notturni era in fase di rimozione. Il furgone ha travolto il mezzo della manutenzione e l’operaio che aveva il compito di sbandierare, quindi di segnalare l’ingombro della carreggiata. Altri due colleghi sul posto sono stati soccorsi dal 118, in stato di choc. In quel punto la tangenziale è a due corsie, ed era libera una sola corsia per via dei lavori (Ansa.it).
È ancora un mistero la morte di Alessandro Coatti, il cui cadavere è stato ritrovato smembrato
Sandra Lovato con il figlio Alessandro Coatti in una foto postata sui social
«Mi manchi da morire, mi manca l’aria per respirare, mi manchi tantissimo». È straziante il messaggio consegnato ai social da Sandra Lovato, la madre di Alessandro Coatti, il 38enne biologo molecolare il cui cadavere è stato ritrovato smembrato in Colombia. La famiglia vive ancora a Longastrino, nella frazione del comune di Alfonsine, dove Alessandro era cresciuto, prima di trasferirsi a Londra dopo la laurea alla Normale di Pisa.
Quella del suo omicidio resta una vicenda tutta da decifrare e sui cui sono al lavoro anche i magistrati di Roma. Al momento le ipotesi sono ancora tutte al vaglio degli inquirenti colombiani, compresa l’azione di gruppi armati paramilitari, mentre sembrano da escludersi legami con i narcos e la criminalità. Per gli esperti la “firma” sul tipo di omicidio porterebbe ai gruppi armati e in particolare al Clan del Golfo e le Autodefensas Conquistadores de la Sierra. Chi indaga sta cercando di mettere in fila tutti i tasselli: il 38enne si trovava in Colombia, a Santa Marta, una città di mezzo milione di abitanti affacciata sul mar dei Caraibi, per trascorrere una vacanza studio.
Secondo quanto accertato, il 3 aprile, Coatti ha lasciato il suo hotel in taxi sparendo nel nulla. Dopo tre giorni il corpo del ricercatore è stato trovato smembrato in tre luoghi diversi. La testa, le braccia e i piedi sono stati trovati domenica da un gruppo di bambini, in una valigia, nei pressi dello stadio locale, mentre altri resti sono stati individuati in altre due zona della città. Dopo l’accertamento sull’identità e dopo avere informato l’ambasciatore italiano a Bogotà sono scattate le indagini. Un delitto che ha le caratteristiche del rebus anche per la polizia locale, caso atipico nella regione. Non ci sarebbero elementi sul movente legato al traffico di droga o di criminalità organizzata. Gli inquirenti sono al lavoro sui tabulati telefonici e sugli ultimi movimenti bancari di Coatti. Passate al setaccio anche le telecamere di sicurezza presenti nelle zone del ritrovamento del corpo.
L’obiettivo è ricostruire il percorso compiuto dal 38enne per verificare se l’uomo è stato vittima di una trappola o se si sia trovato involontariamente in una situazione pericolosa. Un testimone, citato da un giornale locale, afferma che il ricercatore aveva fatto escursioni per godersi i paesaggi della regione e aveva chiesto informazioni sugli itinerari per raggiungere una località considerata la capitale ecologica della Sierra Nevada. (fonte Ansa.it)