domenica
24 Agosto 2025

Alla mostra sulle arti al tempo di Dante anche un prestito dal Louvre

Si tratta della scultura che in origine proteggeva il sarcofago del Sommo Poeta e che tornerà a Ravenna dopo 160 anni

40 La Vergine E Il Bambino In Trono LouvreDopo i prestigiosi prestiti giotteschi dalle Gallerie degli Uffizi e dell’accordo siglato fra Ravenna e Firenze, un’altra significativa opera arriverà a Ravenna direttamente dal Museo del Louvre di Parigi per la mostra Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell’esilio, a cura di Massimo Medica, in programma presso la Chiesa di San Romualdo di Ravenna dal 24 aprile al 4 luglio.

La mostra è promossa dal Comune di Ravenna, assessorato alla Cultura e organizzata dal Mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna anche grazie al prezioso contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, della Camera di Commercio di Ravenna e della Regione Emilia- Romagna.

È stata presentata in videoconferenza la scultura, Madonna in Trono con Bambino, alla presenza tra gli altri della vice ministra agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale Marina Sereni, dell’Ambasciatore di Francia in Italia Christian Masset e del Parlamentare Europeo Sandro Gozi.

Si tratta della scultura che in origine proteggeva il sarcofago del Sommo Poeta e che, per le celebrazioni dantesche nel settecentesimo anno della sua morte, torna a Ravenna dopo circa 160 anni in occasione della mostra.

Dopo la morte avvenuta tra il 13 e il 14 settembre del 1321, a seguito dell’ultima impresa diplomatica svolta per conto del da Polenta di Ravenna a Venezia, Dante, venne sepolto in una piccola cappella addossata al muro del convento di San Francesco a Ravenna, che anticamente era conosciuta come “La Cappella della Madonna” per via della presenza di una antica immagine mariana identificata dallo studioso Corrado Ricci con quella oggi conservata al Museo del Louvre, proveniente infatti da Ravenna.

A seguito di diverse trasformazioni del sepolcro di Dante e della ricostruzione da parte dell’architetto Camillo Morigia, la Madonna fu del tutto rimossa e si persero le sue tracce fino a quando, verso il 1860, fu acquistata a Ravenna da un collezionista francese il barone Jean-Charles Daviller (Roma, 1823-Parigi, 1883) che nel 1884, la donò al museo del Louvre.

Si tratta di un indiscusso capolavoro realizzato in marmo, databile tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, che ritorna per l’occasione nella città di origine, documentando la sua pertinenza alla tradizione bizantina, rivisitata tuttavia secondo una sensibilità già tutta occidentale e gotica.

Ancora oggi nel museo Dante di Ravenna si trova un calco in gesso dell’opera, donato alla città nel 1921 dal governo francese, in occasione delle solenni celebrazioni del VI Centenario della morte dell’esule fiorentino.

L’altorilievo rappresenta la Vergine assisa in trono elegantemente drappeggiata all’antica, mentre il Bambino, benedicente con la mano destra e raffigurato come autorevole Maestro, tiene il Rotolo delle Sacre Scritture con la sinistra.

Le iniziative di Ravenna (e Faenza) per il Dantedì

Eventi in streaming sui canali ufficiali: dal “rabbocco” dell’olio al “Dante teologo”, alla diretta del Mei

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Cerimonia dell’olia alla Tomba di Dante, foto di repertorio

Il 25 marzo si celebra il Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri. La data è quella che gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia e nel 2021, settimo centenario della morte del Sommo Poeta, assume un significato ancor più particolare.

A Ravenna per l’intera giornata si susseguiranno iniziative dedicate principalmente agli studenti, ma sicuramente apprezzate da tutti coloro che amano Dante, tutte trasmesse in diretta streaming sul sito vivadante.it e sulla pagina facebook Ravenna per Dante, canali ufficiali delle celebrazioni del settimo centenario a Ravenna.

Il 25 marzo Ravenna celebra il giorno dedicato a Dante a partire dalla zona dantesca e da ciò che più contrassegna la celebrazione del poeta: luce e poesia. Sarà il sindaco Michele de Pascale alle 9.30 ad aprire la Tomba e a rabboccare l’olio che arde nella lampada perenne, pratica quotidiana che permette di tenere sempre accesa la lampada che i fiorentini donarono per onorare il poeta e per la quale ogni anno portano, in solenne cerimonia, l’olio dei colli toscani. Seguirà un altro gesto importante che sta tenendo viva la memoria del Poeta, la lettura quotidiana di un canto della Divina Commedia davanti alla Tomba. Sarà Mara Dirani, che presta il proprio servizio come custode, a leggere il primo canto della Commedia. Si tratta di un gesto che vuole tenere insieme il valore della cura e della custodia con quello della conoscenza e della trasmissione del sapere. Un auspicio a che presto chiunque desideri fare esperienza del Poeta e del suo lascito possa venire alla Tomba e addentrarsi nella straordinaria relazione che vive tra Dante e Ravenna.

La mattinata proseguirà alle 10.30 con la diretta dalla Sala Dantesca della Biblioteca Classense.

Dopo gli interventi del sindaco de Pascale e della presidente dell’Istituzione Biblioteca Classense, Patrizia Ravagli, il regista e attore Massimiliano Finazzer Flory presenterà il suo film Dante, per nostra fortuna, con l’anteprima assoluta della proiezione proprio in occasione del Dantedì a Ravenna. «Ravenna non è dove mi attendo di omaggiare la morte di Dante – dichiara Finazzer Flory – ma il luogo in cui sento pienamente la vita di Dante e dell’Italia. Di più, avverto una commozione che sa di comunità e l’eco delle sue parole come guida a noi in viaggio».

L’itinerario della Divina Commedia di Massimiliano Finazzer Flory ha come protagonista un bambino che legge il libro di Dante e sogna. Il cortometraggio attraversa in 27 minuti ventuno canti (dieci dell’Inferno, cinque del Purgatorio, sei del Paradiso) attraverso la danza e la magia del teatro, guidati da una voce dantesca fuoricampo. In ogni canto sono presenti una colonna sonora dedicata e una scenografia digitale tratta dalle illustrazioni di Gustave Doré, con costumi ispirati dalla pittura medioevale di Giotto.

A seguire nella mattinata si svolgerà La scuola per Dante, un progetto di video e prodotti multimediali creati da studenti e studentesse delle scuole di Ravenna in occasione delle celebrazioni del centenario dantesco. La presidente dell’Istituzione Biblioteca Classense, Patrizia Ravagli, presenterà i progetti, esito di un percorso di oltre due anni che ha visto un fitto dialogo tra le istituzioni della città e le scuole della provincia di Ravenna. L’iniziativa ha coinvolto oltre 60 istituti e ha portato all’elaborazione di oltre 40 progetti, contraddistinti dalla pluralità dei saperi (umanistici, scientifici, estetici), dalla partecipazione, dal desiderio di sentirsi soggetti attivi e propositivi, anche in questo anno di chiusure per le scuole. Il percorso è ancora attivo e i risultati saranno continuamente aggiornati sul sito vivadante.it.

Nel pomeriggio, alle 17, l’appuntamento quotidiano con L’ora che volge il Disio – Lettura perpetua della Commedia presso la tomba di Dante, che vedrà Massimiliano Finazzer Flory leggere il Canto XXV del Paradiso.

Alle 17.15 in diretta streaming viene dato ampio spazio alle iniziative pensate per i ragazzi e le ragazze. Verrà proiettato un video realizzato nell’ambito di “Cantare Dante a scuola” dai bambini e dalle bambine del coro di voci bianche Libere Note delle scuole primarie “Giovanni Pascoli” e “Filippo Mordani”, diretto dalla maestra Catia Gori. “Cantare Dante a scuola” è un progetto di Ambrogio Sparagna e Orchestra Popolare Italiana prodotto da Archivio Aurunco e Finisterre in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, che ha visto la partecipazione di molti studenti dei diversi ordini scolastici del territorio nazionale.  Gli studenti hanno appreso, unitamente a tutti gli altri partecipanti, attraverso i materiali didattici lo studio del canto “a poeta” dantesco imparando a cantare le antiche melodie popolari utilizzate dai poeti-pastori e, allo stesso tempo, hanno realizzato una serie di attività performative sul repertorio dantesco.

Alle 17.30 in diretta streaming, a cura della Biblioteca Classense, l’incontro formativo Dante, il mi̕’ babbo. Come leggere Dante ai ragazzi, pensato per docenti, bibliotecari e genitori che vogliano avvicinare anche i più piccoli alla figura di Dante Alighieri. Partecipano Chiara Lossani e Michael Bardeggia, autrice e illustratore del libro per l’infanzia Dante, il mi’ babbo, edizioni Arka 2020.

Dante Teologo CamaldoliSul sito vivadante.it saranno caricati ulteriori contributi speciali in occasione della giornata. Si segnalano in particolare il lancio di Dante teologo e profeta della libertà, trailer dell’omonimo ciclo di conferenze a cura di Alberto Casalboni e dell’Associazione Romagna Camaldoli, in compartecipazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Ravenna. Le cinque conferenze sono state registrate nella basilica di San Francesco e ogni mercoledì dal 31 marzo al 28 aprile saranno rese disponibili sul sito delle celebrazioni. Le prime cinque lezioni tenute da Alberto Casalboni, padre cappuccino di grande esperienza nello studio e nella esegesi del testo dantesco, vengono accompagnate dall’interpretazione dell’attore Gianfranco Tondini. La lezione conclusiva, affidata al monaco e teologo Ubaldo Cortoni, compatibilmente con l’emergenza sanitaria, è prevista nella basilica di San Francesco il 5 maggio.

Iniziative anche Faenza: la Biblioteca Manfrediana in occasione del Dantedì ha lanciato il progetto che vede una terzina della Divina Commedia disponibile via whatsapp ogni giorno. Per iscriversi è necessario inviare un messaggio tramite whatsapp al 333.2314278. L’invio giornaliero proseguirà per tutto l’anno 2021. Inoltre, in attesa di aprire al pubblico, sui canali social e Youtube della Biblioteca, sarà inaugurata digitalmente la mostra virtuale ‘Omaggio a Dante’, nella Sala del Settecento, che espone edizioni dantesche e materiale documentario sul Poeta. Tra le rarità esposte, un incunabolo del 1477 stampato a Venezia e cinque edizioni del XVI secolo, fra le quali una stampata da Francesco Marcolini, ricca di un centinaio di xilografie, definite le prime illustrazioni moderne della “Commedia” (https://www.youtube.com/channel/UChXVALGyNqiJHtbkrRC6hbw).

Musica e parole, sempre in streaming, sono al centro del progetto “Suona Dante” organizzato dal MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza con gli artisti under 35 selezionati dal Contest  Musicisti per “Il Treno di Dante”. Parteciperanno in collegamento gli Equ con “In Viaggio con Durante”, le Vita Nova con “In Treno Con Dante” e Nemo con “Nemo vs Dante”. Saranno ospiti della trasmissione Francesco Maria Gallo con “Inferno”, la sua prima opera rock elettro sinfonica, con il primo clip “Caronte”, primo singolo estratto da “Inferno” e Ricky Portera, chitarrista di Vasco Rossi e degli Stadio. Conduce il cantautore Lorenzo Baglioni di Firenze e interverrà Giordano Sangiorgi del MEI. Dalle ore 21.30 in streaming sulla pagina Facebook ufficiale di Dantedì e del MEI (www.facebook.com/MeetingDegliIndipendenti).

Draghi: «Riaprire scuole elementari e materne dopo Pasqua anche in zona rossa»

La comunicazione del premier in Senato

Rientro Scuola Torre«Cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo subito dopo Pasqua».

Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Mario Draghi nell’aula del Senato in vista del Consiglio Europeo in programma domani.

In provincia di Ravenna le scuole (dalle elementari in avanti) sono chiuse dal 2 marzo, nidi e materne dall’8 marzo.

E le previsioni sono che l’Emilia-Romagna resterà in zona rossa anche la settimana dopo Pasqua, quindi la novità riguarderebbe anche la nostra provincia.

Arrigo Sacchi: «Io come Prandelli: lo stress compagno di vita, dormivo poco»

L’ex allenatore di Fusignano dopo le dimissioni del mister della Fiorentina: «La colpa è della cultura della vittoria ogni costo»

Arrigo SacchiNel mondo del calcio stanno facendo molto discutere le dimissioni di Cesare Prandelli, ormai ex allenatore della Fiorentina, a causa dello stress.

Un episodio analogo a quello che ha portato alla fine della carriera da allenatore di Arrigo Sacchi, che mollò dopo una vittoria (con il suo Parma) a Verona perché – parole sue – «lo stress era diventato insopportabile».

Ecco che quindi i grandi quotidiani nazionali hanno intervistato in queste ore l’ex Ct di Fusignano, che ha raccontato la sua esperienza.

«Per la tensione dormivo poco», ha detto Sacchi alla Gazzetta, mentre in una lunga intervista al Corriere della Sera va nel dettaglio, ricordando come dopo quell’ultima vittoria a Verona «non avevo provato nulla: nessuna soddisfazione, nessuna emozione. Lì capii che era arrivato il momento di chiudere».

Al Corriere Sacchi racconta che «lo stress è stato un compagno di vita» e confessa di essere andato da uno psicologo.

«La colpa – citiamo ancora l’intervista di Carlos Passerini – è della cultura della vittoria ad ogni costo, sbagliatissima. Il concetto del “se non vinci sei un fallito” è il peggior insegnamento che si possa dare a un ragazzo. L’errore, la sconfitta, fanno parte della vita. Perdi solo se non dai il massimo. E se non impari».

Covid, “solo” 65 nuovi casi in provincia. Altri tre anziani con il virus sono morti

 

Sono “solo” 65 i casi di positività al coronavirus registrati in 24 ore in provincia di Ravenna. Ma come al solito i dati del martedì (aggiornati alle 12 del 23 marzo) risentono degli effetti del weekend e sono inferiori rispetto a quelli dell resto della settimana.

Si tratta di 32 maschi e 33 femmine; 36 asintomatici e 29 con sintomi; 55 in isolamento domiciliare e 10 ricoverati.

I tamponi eseguiti sono stati 1.305. Oggi la Regione ha comunicato 3 nuovi decessi per la provincia di Ravenna.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 23 MARZO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 320.632 casi di positività, 1.578 in più rispetto a ieri (684 asintomatici), su un totale di 35.928 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 4,4%.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.671 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 235.512.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 73.596 (-1.150 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 69.542 (-1.117), il 94,5% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 57 nuovi decessi: 1 in provincia di Piacenza (un uomo di 78 anni); 2 nel parmense (due donne, di 66 e 91 anni); 2 nella provincia di Reggio Emilia (entrambe donne, di 74 e 81 anni); 9 nella provincia di Modena (quattro donne di 53, 73 e due di 79 anni; cinque uomini, di 64, 68, 72, 75 e 92 anni); 23 nella provincia di Bologna (9 donne: di 46, 65, 66, 76, 82, 87, due di 88 e una di 90 anni residente a Imola; 14 uomini – di 65, 70, 72, due di 77, di cui uno residente a Imola, 79, due di 81, 82, due di 84, 86, 89 – residente a Imola – e 92 anni); 4 nella provincia di Ferrara (una donna di 61 anni e tre uomini di 79, 86 e 92 anni); 3 in provincia di Ravenna (due donne, di 86 e 92 anni, e un uomo di 83 anni); 12 in provincia di Forlì-Cesena (sei donne, di 74, 78, 79, 83, 84 e 93 anni; sei uomini, rispettivamente di 61, 68, 73, 77, 83 e 94 anni); 1 nel riminese (una donna di 89 anni).

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 11.524.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 395 (+5 rispetto a ieri), 3.659 quelli negli altri reparti Covid (-38).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 9 a Piacenza (-1), 25 a Parma (+1), 33 a Reggio Emilia (+1), 77 a Modena (-1), 119 a Bologna (-1), 32 a Imola (-1), 35 a Ferrara (+2), 19 a Ravenna (+2), 10 a Forlì (+1), 7 a Cesena (numero invariato rispetto a ieri) e 29 a Rimini (+2).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 21.363 a Piacenza (+80 rispetto a ieri, di cui 52 sintomatici), 21.756 a Parma (+187, di cui 104 sintomatici), 39.064 a Reggio Emilia (+192, di cui 102 sintomatici), 55.204 a Modena (+296, di cui 195 sintomatici), 69.370 a Bologna (+356, di cui 206 sintomatici), 11.216 casi a Imola (+39, di cui 17 sintomatici), 18.728 a Ferrara (+101, di cui 30 sintomatici), 24.839 a Ravenna (+65, di cui 29 sintomatici), 12.734 a Forlì (+67, di cui 56 sintomatici), 15.853 a Cesena (+99, di cui 63 sintomatici) e 30.505 a Rimini (+96, di cui 40 sintomatici).

Ravenna, via libera al progetto di Arco Lavori per la nuova piscina comunale

Verrà demolita e ricostruita, mantenendo sempre l’operatività. Previste tre vasche, tribune, ma anche bar, ristorante e centro fitness

IMG 5464Nella seduta di oggi (23 marzo) la giunta comunale di Ravenna ha approvato una delibera con la quale valuta accoglibile la proposta presentata dalla società cooperativa consortile Arco Lavori per la realizzazione di una nuova piscina comunale in regime di finanza di progetto. Le proposte pervenute erano state due e sono state valutate sulla scorta di una apposita relazione tecnica.

«Oggi stesso – dichiara l’assessore allo Sport Roberto Fagnani – convocheremo le associazioni sportive per illustrare loro i contenuti della proposta che risponde alle valutazioni e richieste a suo tempo effettuate. Parallelamente il procedimento coinvolgerà la competente commissione consiliare e l’intero consiglio comunale, che si dovranno esprimere in merito all’inserimento dell’intervento nel programma triennale dei lavori pubblici. L’obiettivo è quello, portando a conclusione il percorso intrapreso, di arrivare alla realizzazione di un impianto che soddisfi al meglio tutte le esigenze dei diversi tipi di fruitori».

Quello proposto da Arco Lavori si configura come un impianto polivalente con, al suo interno, un centro benessere, un centro fitness, un bar e un ristorante. L’impianto sportivo, secondo il progetto preliminare presentato, è separato dalle altre attività.

Nella sua configurazione finale l’impianto sportivo è costituito da tre vasche, una (principale) da 50 x 25 metri profonda da 2 a 3 metri, una da 25 x 21 metri profonda 1.80 metri e una terza da 21 x 15 metri profonda 1.40 metri. Alla vasca principale è affiancata una tribuna per il pubblico, oltre ad una seconda tribuna per gli atleti. Di fianco alle vasche secondarie è presente un’ulteriore tribuna. La durata richiesta per la concessione è di 25 anni.

Il progetto permette lo svolgimento di eventi di alto livello sportivo nella vasca principale dotata di tribuna e si presta ad un utilizzo molto versatile essendo dotato di due vasche secondarie, differenti per dimensioni e profondità, che rendono più semplice l’accesso ad un’utenza più ampia e differenziata sia in termini di età che di condizioni fisiche, in quanto grazie alla presenza di due vasche secondarie è possibile differenziare le temperature dell’acqua secondo le varie esigenze.

La proposta – come richiesto dal Comune alla luce delle esigenze emerse da parte dei portatori di interesse e anche del consiglio comunale nel corso dell’approfondimento di una precedente opzione – contempla la demolizione e ricostruzione per fasi dell’impianto sportivo al fine di non interrompere l’attività ma parzializzandola nelle aree disponibili garantendo sempre l’accessibilità di una vasca; e un ampliamento degli attuali spazi acqua, grazie all’intervenuta acquisizione, mediante cessione gratuita, di un’area adiacente al lotto su cui insiste l’attuale piscina, utilizzabile appunto per l’ampliamento della stessa.

Progetto “Pluriverso” su donne e sport: «Sono ancora troppe le disuguaglianze»

Ne parla Manuela Claysset della Uisp, nell’ambito di un percorso contro tutte le discriminazioni al via il 24 marzo

Sport E Differenze Di GenereÈ in calendario il 24 marzo (ore 18) il primo incontro, di quattro in programma, del percorso online di sensibilizzazione “Si può giocare alla pari? Sport e contrasto alle discriminazioni di (ogni) genere” con l’intervento di docenti universitari. Gli incontri fanno parte del progetto pluriennale “Pluriverso (VI edizione) – Sport e fairplay relazionale”, promosso e organizzato dalle associazioni Femminile Maschile Plurale, Uisp, Pscichedigitale e Psicologia Urbana e Creativa, in compartecipazione con il Comune di Ravenna (assessorato Pubblica Istruzione, Infanzia, Politiche di genere e assessorato alla Sport.

Gli altri appuntamenti sono previsti il 31 marzo (“Le parole giuste: linguaggio e discriminazione di genere nello sport”), il 7 aprile (“Atlete, arbitre, allenatrici: un viaggio tra passione e pregiudizi”) e il 13 aprile (“Operare sul campo per promuovere parità di genere, contro i pregiudizi”). Gli incontri sono gratuiti e su prenotazione sul sito www.femminilemaschileplurale.it

Sul tema ecco un’intervista a Manuela Claysset, responsabile nazionale politiche di genere e diritti della Uisp (Unione sport per tutti), a cura del team del progetto Pluriverso/Femminile Maschile Plurale.

Manuela ClayssetManuela iniziamo questa intervista con una breve definizione di sport?
«Lo sport è un fenomeno sociale di fondamentale importanza: una centrale formativa, culturale ed educativa che, alla pari della scuola e della famiglia, è in grado di trasmettere valori ed ideali in modo molto trasversale e coinvolgere ampie fasce della nostra popolazione. Lo sport infatti rappresenta e trasmette valori universali quali il rispetto delle regole e dell’avversario, le idee di inclusione e di gioco di squadra e non va considerato esclusivamente per i suoi aspetti agonistico e competitivo perché sempre di più lo sport si associa alla promozione della salute, del benessere sia individuale che collettivo».

Nonostante i suoi contenuti valoriali lo sport rappresenta però uno dei terreni più permeabili alle diseguaglianze di ogni tipo che rischiano di dare voce a discriminazioni e pregiudizi, primo di tutto quello legato al genere.
«Se guardiamo i numeri della pratica sportiva l’Istat ci dice che in Italia nel 2016 oltre 35 milioni di italiani sono persone attive; 14.792.000 persone praticano sport in modo continuativo; quelle che praticano sport saltuariamente sono 5.690.000 mentre oltre 15 milioni – il 25% della popolazione – svolge solo qualche attività fisica . Gli sportivi che praticano con continuità sono in aumento ma se analizziamo i dati per genere si evidenzia che sono il 20,8% tra le donne e il 29,7% tra gli uomini. Il gap di genere tocca il 22,9% tra i 18 e i 19 anni , i sedentari rappresentano 39,2% della popolazione, ma le donne lo sono di più degli uomini – il 43,4 % rispetto al 34,2% tra gli uomini».

Negli ultimi anni, però, lo sport femminile ha iniziato a suscitare interesse ed è spesso in primo piano sui mezzi di informazione.
«Si è indubbio che lo sport femminile stia vivendo una grande stagione di risultati e visibilità. Ne sono un esempio i risultati e le medaglie degli ultimi grandi eventi sportivi; si pensi, ad esempio, alla Nazionale Calcio femminile , ma anche all’esito delle Olimpiadi invernali in Corea o altri grandi appuntamenti internazionali che hanno visto brillare nelle competizioni le atlete italiane.
Ciononostante, permangono forti discriminazioni e diseguaglianze, sia nei numeri, sia nel valore dei riconoscimenti sportivi ed economici, probabilmente in ragione di una diversa cultura dello sport e dell’attività motoria, indicata come pratica del tempo libero e non come parte fondamentale della vita di ogni individuo. Occorre infatti rilevare che, in Italia, è ancora predominante l’idea di sport basata sul risultato, sulla competizione, sulla forza, dunque prevalentemente pensato “al maschile” e ancora oggi le donne che praticano sport devono contrastare pregiudizi e stereotipi sui concetti di femminilità e mascolinità».

Il problema allora si sposta dall’ambito specifico sportivo a quello generale di una società che deve ancora fare i conti con “le differenze”?
«Nello sport, più che in altri ambiti , siamo condizionati da una cultura che ancora oggi promuove modelli stereotipati, dove spesso anche attraverso il linguaggio rischiamo di escludere e discriminare. La formazione rappresenta il primo impegno per promuovere una diversa cultura inclusiva: formazione rivolta ai dirigenti, alle figure tecniche, educatori ed educatrici che rappresentano il principale punto di riferimento per chi pratica sport».

Abbiamo riferimenti teorici, di principio che possono aiutarci ad elaborare buone prassi per promuovere un’altra cultura del movimento e contrastare le barriere all’accesso paritario allo sport?
«Certo, nello sport occorre valutare quali azioni di promozione sportiva e regole statutarie possono essere messe in campo per contrastare le diseguaglianze e promuovere una nuova stagione della pratica sportiva, in linea con i principi della Carta Europea dei Diritti delle Donne nello sport promossa dalla Uisp. Presentata la prima volta dalla Uisp nel 1985, nel 1987 questa Carta dei Diritti venne fatta propria dall’Assemblea legislativa europea. Un documento frutto della elaborazione di donne dello sport e non solo e che raccoglieva alcune importanti raccomandazioni e principi.
Dopo 25 anni dalla presentazione della Carta, nell’ambito del progetto Olimpya la Uisp, insieme con altre associazioni europee, ha apportato integrazioni al documento originale, alla luce dei cambiamenti occorsi e del nuovo assetto europeo. È nata così la Carta Europea dei Diritti delle Donne nello Sport, rivolta alle organizzazioni e alle federazioni sportive, a tutti gli sportivi, ai gruppi di tifosi, alle autorità pubbliche, alle istituzioni europee e a tutte quelle organizzazioni che possono avere un impatto diretto o indiretto sulla promozione dello “sport per tutti e per tutte”. Lo scopo prevalente è quello di incentivare campagne a favore delle pari opportunità fra donne e uomini nello sport.
La Carta inoltre affronta diverse problematiche senza limitarsi alla denuncia, ma cercando di diffondere e promuovere buone pratiche, sperimentate e realizzate nei Paesi Europei per diminuire le discriminazioni verso le donne nello sport. Prende in esame vari ambiti e sfaccettature del fenomeno sportivo : la pratica sportiva; la leadership; educazione e sport; ricerca e comunità scientifica; donne, sport e media; spettatori e tifoserie» .

Hai accennato alle buone pratiche che Olympia è in grado di avanzare nel sociale ce ne puoi parlare più nello specifico?
«Rispetto ai singoli ambiti vengono avanzate possibili proposte, ad esempio per promuovere l’incremento della pratica sportiva femminile si suggerisce di svolgere attività con orari più flessibili, di progettare attività che prevedano sport di squadra un forma mista, di incentivare le attività che coinvolgono genitori e bambini e di dedicare maggiore attenzione agli impianti sportivi, con spazi e spogliatoi adeguati oltre ad individuare iniziative che rispettino le diverse sensibilità culturali riguardo alla corporeità. Ad esempio il progetto “ Piscina al femminile” che promuove la pratica del nuoto e della ginnastica in acqua tra le donne che seguano precetti religiosi che non consentono di esporre il corpo agli sguardi maschili o semplicemente tra donne che non sono a proprio agio a mostrarsi in costume in ambiente misto.
Per promuovere la leadership femminile nello sport, nella Carta sono prese in esame alcune possibilità, come ad esempio la scelta di tutele e di quote, considerando la rappresentanza in proporzione delle tesserate e delle praticanti nelle diverse discipline; inoltre per incentivare la circolazione di dati e la condivisione di strategie dovrebbero essere promossi momenti di confronto tra le diverse esperienze europee, analizzando e raccogliendo i dati dai diversi Paesi della Comunità.
Se prendiamo in esame la governance dello sport nel nostro Paese registriamo ancora la totale assenza a livello nazionale di donne che ricoprano ruoli di Presidenti di Federazione sportiva: si stanno svolgendo le Assemblee elettive e non si registrano cambiamenti, nonostante la presenza di diverse donne Vicepresidenti e segretarie generali».

Laura Lugli Pallavolo Femminile
La pallavolista Laura Lugli, citata recentemente per danni dalla sua vecchia società per la sua maternità, esempio eclatante di disparità di genere nello sport

Cosa ci puoi dire sul tema dello sport a livello professionale?
«Penso che ci sia ancora molto da fare, che permangano diseguaglianze della condizione femminile é evidente soprattutto per quanto riguarda la condizione delle atlete italiane, penalizzate rispetto ai colleghi uomini sia in termini economici, sia di carriera. La legge sul professionismo sportivo (Legge 91 del 1981) di fatto esclude le donne, delegando alle Federazioni il riconoscimento del professionismo solo per gli uomini e che ancora oggi si limita a un numero contenuto di discipline.
Per le donne che fanno sport, e che possiamo definire nella stragrande maggioranza dilettanti, mancano ancora provvedimenti organici per riconoscimento di tutele e, primo fra tutte, la maternità: tanti sono gli episodi che hanno evidenziato quello che subiscono le atlete, spesso costrette a firmare in cui non è prevista la maternità. Questo nonostante la Legge di Bilancio 2018 che ha approvato per la prima volta un “fondo Maternità” per le atlete; solo attraverso un impegno trasversale di diversi soggetti è possibile modificare questa situazione che penalizza fortemente le donne, spesso costrette a scegliere di abbandonare lo sport anzitempo.
Occorre parlare di tutele, di lavoro e di diritti anche nello sport. I decreti di riforma dello sport approvati dal Governo Draghi il 23 febbraio scorso sono un punto di partenza, in cui per la prima si sottolineano le tutele per i lavoratori sportivi, il professionismo per le atlete, il contrasto alla violenza di genere nello sport. Sono decreti che presentano ancora molti limiti ma che possono certamente essere una base di partenza da migliorare».

I tuoi esempi di buone prassi riguardano un’inclusione a 360 gradi che tenga conto anche del rispetto per le altre culture e per le persone portatrici di disabilità.
«Certamente lo sport è un incredibile campo di inclusione, che può contribuire a superare diseguaglianze e discriminazioni. Come Uisp abbiamo avviato e consolidato esperienze e progetti: per noi la persona è al centro delle nostre proposte, quindi lo sport e l’attività motoria si devono “ modellare” in base alle diverse esigenze, possibilità, specificità.
Se penso a progetti sulla disabilità penso ad esperienze che ci vedono collaborare con i Centri di Salute Mentale di molte realtà, con iniziative come Matti per il calcio, oppure Esponiamoci, iniziative che uniscono attività sportiva e socializzazione, turismo, inclusione. Ma anche attività rivolta a ragazzi e ragazze con disabilità fisica. Penso, inoltre, a tutte le attività rivolte a migranti, iniziative storiche come i Mondiali antirazzisti e all’Almanacco antirazzista, un vero e proprio calendario di eventi sviluppati in tutta Italia. Sport come incontro ma dove è anche possibile fare azioni specifiche. Siamo i promotori dell’osservatorio contro le discriminazioni istituito presso Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.
Le discriminazioni di genere nello sport coinvolgono anche altri aspetti e la Carta Europea affronta in particolare le discriminazioni verso le persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali – cosiddette Lgbt – ed occorre promuovere azioni specifiche per contrastare l’omofobia nello sport.
Proprio dal confronto e dalla collaborazione con associazioni Lgbt e il mondo accademico – come ad esempio la collaborazione con il Centro Sinapsi dell’Università di Napoli Federico II – la Uisp ha realizzato un percorso di formazione rivolto ai propri dirigenti e tecnici, per iniziare al nostro interno il difficile percorso di sensibilizzazione del mondo sportivo sulle difficoltà delle persone lesbiche, gay e transessuali nello sport. Da questo percorso è nata la scelta di attivare l’identità Alias anche per quanto concerne il tesseramento; la Uisp è l’unica associazione sportiva del nostra Paese che abbia avviato un tesseramento  – Alias appunto – che consenta alle persone transessuali di identificarsi con il genere che sentono proprio, senza aver completato il percorso di transizione.
Piccoli segnali, azioni che portano ad una diversa cultura nello sport e da questo, nella nostra società: serve un forte impegno politico di tutti e di tutte per raggiungere determinati risultati ed occorre partire proprio dalla conoscenza, dalla contaminazione di saperi ed esperienze».

Lido Adriano, esplosione al bancomat. Ladri in fuga con migliaia di euro

Danni ingenti alla struttura della filiale della Cassa di viale Virgilio

Un boato ha svegliato poco prima dell’alba i residenti nella zona di viale Virgilio, a Lido Adriano.

Alcuni malviventi hanno infatti fatto esplodere il bancomat della filiale della Cassa di Ravenna, riuscendo a scappare, stando alle prime testimonianze, con un bottino consistente, di decine di migliaia di euro.

Sul posto i carabinieri, che visioneranno le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza per tentare di risalire all’identità dei ladri.

Da segnalare anche ingenti danni alla struttura.

Il piano era far sparire Ilenia Fabbri in una buca. Sequestrati vanga e acido

Il racconto del sicario, Pierluigi Barbieri, che avrebb tentato di ucciderla già altre due volte

Ilenia Fabbri Claudio Nanni 2
Ilenia Fabbri con il marito Claudio Nanni

Già altre due volte avevano tentato di uccidere Ilenia Fabbri, in un piano messo a punto tra settembre e ottobre. È quanto emerso dalla confessione rilasciata dal 53enne Pierluigi Barbieri, alias “lo Zingaro”, sicario reo-confesso dell’omicidio di Faenza su mandato dell’ex marito della vittima, Claudio Nanni.

L’uomo avrebbe detto che i due precedenti tentativi di eliminare la donna erano falliti.

Il primo tentato omicidio non si era concretizzato perché lui non si era orientato bene nella casa alla ricerca della stanza della 46enne. L’altro perché l’ex marito, il cui arrivo avrebbe dovuto segnare l’inizio dell’azione, si era presentato tardi.

Secondo il sicario, il piano all’inizio – in cambio di 20mila euro e un’auto usata – prevedeva di fare scomparire la 46enne dentro a un trolley, di cospargerla di acido e di gettarla in una buca già scavata nelle campagne faentine e individuata dagli inquirenti. Tanto che, su sua indicazione, in un magazzino dell’officina di Nanni nei giorni scorsi la polizia, coordinata dal pm Angela Scorza, ha sequestrato una vanga, dell’acido e un trolley.

Sempre Barbieri ha dato indicazione per recuperare in un campo adiacente a una piazzola dell’autostrada A14 tra Faenza e Imola il manico di un martello da carpentiere con cui aveva provato a soffocare la donna subito prima di tagliarle il collo con un coltello da cucina recuperato nell’abitazione.

I nuovi elementi, se confermati, rafforzano l’ipotesi della premeditazione di un delitto aggravato anche dai motivi abietti: un assassinio commesso con il fine di non corrispondere alla donna le somme di denaro di sua spettanza e per rientrare nella disponibilità della casa coniugale. (ANSA.it)

“Lavorare è un tuo diritto”: a Ravenna manifestazione in piazza per “riaprire tutto”

Tra gli organizzatori Desideria Raggi del Movimento Nazionale: «Ma è un evento apartitico, aperto a tutti»

Sabato 27 marzo alle 16 in centro a Ravenna (piazza XX Settembre) è in programma una manifestazione per chiedere di “riaprire tutto, riaprire subito”, si legge nella locandina dal titolo: «Lavorare è un tuo diritto».

L’appello degli organizzatori è rivolto a imprenditori del settore della ristorazione, del turismo, palestre, commercianti e in generale a tutti coloro che contestano le chiusure anti Covid imposte dalle varie colorazioni dell’Italia, sulla base degli ultimi Dpcm, e che considerano i “ristori” inadeguati.

Tra i promotori spicca il nome di Desideria Raggi, ex figura di riferimento di Forza Nuova e oggi responsabile regionale del Movimento Nazionale – La Rete dei patrioti, oltre che presidente dell’associazione Evita Perón.  «Ma ho dato una mano all’organizzazione solo in qualità di libera cittadina rimasta senza lavoro, mamma di un ragazzino di nuovo in Dad, con tutti i problemi che questo comporta. Si tratta – dice – di una manifestazione apartitica organizzata da un gruppo di persone e lavoratori. E non siamo complottisti: si svolgerà tutto nel pieno rispetto delle normative anti Covid, con mascherine e distanziamento».

Covid, nuovi contagi in calo in regione. In provincia di Ravenna 199 casi e 3 morti

 

Sono quasi 200 (su oltre 1.300 tamponi) i nuovi casi di positività al coronavirus registrati in provincia di Ravenna in 24 ore (dati aggiornati alle 12 di oggi, 22 marzo). Tre i decessi, oltre 100 le nuove guarigioni.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 22 MARZO

Dall’inizio dell’epidemia da coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 319.080 casi di positività, 2.118 in più rispetto a ieri (circa mille asintomatici), su un totale di 19.902 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri – del 10,6%, inferiore al 17,9% dello scorso lunedì – non è comunque indicativa dell’andamento generale, poiché il numero di tamponi eseguiti la domenica è inferiore rispetto agli altri giorni. Inoltre, nei festivi soprattutto quelli molecolari vengono fatti soprattutto su casi per i quali spesso è atteso il risultato positivo.

Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 1.762 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 232.841.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 74.771 (+312 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 70.679 (+181), il 94,5% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 44 nuovi decessi: 4 nella provincia di Parma (tre donne di  95,85,77 anni; un uomo di 89 anni;); 4 nella provincia di Reggio Emilia (una donna di 86 anni; tre uomini di 86,81,80 anni); 3 nella provincia di Modena (una donna di 56 anni; due uomini di 79 e 78 anni); 13 nella provincia di Bologna (quattro donne di 92, 86, 78, 74 anni; nove uomini, di cui due di 69 anni e gli altri di 99, 94, 89, 84, 80, 78,79); 8 in provincia di Ferrara (quattro donne di 93, 92, 80 e 78 anni;  quattro uomini di 83, 81, 79 e 56 anni), 3  in provincia di Ravenna (una donna di 98 anni; due uomini di  80 e 78 anni); 5 a Cesena (una donna di 78 anni e quattro uomini, di cui due di 83 e gli altri di 91e 82 anni),  4 nel riminese (una donna di 88 anni e tre uomini di 84, 72 e 68 anni). Nessun decesso nel piacentino e nel forlivese.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 11.468.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 390 (-6 rispetto a ieri), 3.702 quelli negli altri reparti Covid (+137).

Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 10 a Piacenza (+1), 24 a Parma (-1), 32 a Reggio Emilia (numero invariato rispetto a ieri), 78 a Modena (-5), 120 a Bologna (+1), 33 a Imola (+1), 33 a Ferrara (-1), 17 a Ravenna (-2), 9 a Forlì (invariato), 7 a Cesena (invariato) e 27 a Rimini (invariato).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 21.283 a Piacenza (+38 rispetto a ieri, di cui 16 sintomatici), 21.569 a Parma (+166, di cui 95  sintomatici), 38.872 a Reggio Emilia (+205, di cui 88 sintomatici), 54.908 a Modena (+310, di cui 191 sintomatici), 69.039 a Bologna (+531, di cui 240 sintomatici), 11.177 casi a Imola (+32, di cui 16 sintomatici), 18.628 a Ferrara (+196, di cui 45 sintomatici), 24.774 a Ravenna (+199, di cui 69 sintomatici), 12.667 a Forlì (+91, di cui 69 sintomatici), 15.754 a Cesena (+135, di cui 113 sintomatici) e 30.409 a Rimini (+215, di cui 119 sintomatici)

Panchinari del vaccino? A Ravenna non ci si può prenotare: «Mai sprecato dosi»

L’ordinanza di Figliuolo praticamente era già applicata dall’Ausl Romagna: «Abbiamo già la lista di persone eventualmente disponibili»

CAMPAGNA VACCINALE PALA DE ANDRE' RAVENNAIn provincia di Ravenna al momento non c’è la possibilità di iscriversi alla cosiddetta lista dei “panchinari” per la somministrazione dei vaccini.

Il tema è salito alla ribalta delle cronache nazionali dopo le dichiarazioni e la successiva ordinanza del neo commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo. Il provvedimento stabilisce che «dosi di vaccino anti-Covid eventualmente residue a fine giornata, qualora non conservabili, siano somministrate per ottimizzare l’impiego evitando sprechi, in favore di soggetti comunque disponibili al momento, secondo l’ordine di priorità individuato dal Piano nazionale e le successive Raccomandazioni».

Alcune aziende sanitarie hanno quindi attivato una nuova possibilità di prenotare, con liste a cui iscriversi anche direttamente on line. Non (ancora) a Ravenna. L’Ausl Romagna, da noi contattata per chiarimenti, ci riferisce infatti che «non abbiamo i panchinari e non abbiamo mai sprecato dosi, in quanto in tutti i punti vaccinali abbiamo sempre una lista di persone della stessa categoria prenotati per i giorni successivi», che vengono contattati in caso di esigenza.

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