mercoledì
27 Agosto 2025

Novità dalla Regione: i bagni al mare possono riaprire già da sabato 23 maggio

L’assessore Corsini: «Diversi stabilimenti sono pronti». Le regole: 12 metri quadrati per ombrellone, aree giochi a numero chiuso

Andrea Corsini Emilia Romagna BalneariAnticipato a sabato 23 maggio l’avvio ufficiale della stagione balneare in riviera.

Inizialmente prevista per lunedì 25, la riapertura degli stabilimenti balneari è stata anticipata di un paio di giorni per decisione della Regione Emilia-Romagna.

«Dopo la pubblicazione dei protocolli con le linee guida balneari post emergenza coronavirus – spiega Andrea Corsini, assessore regionale al Turismo e Trasporti – diversi stabilimenti si sono organizzati e sono pronti e attrezzati per garantire servizi in sicurezza già dai prossimi giorni. Abbiamo quindi ritento fosse giusto, dopo la lunga chiusura, consentire di accogliere i primi clienti già da questo fine settimana».

La raccomandazione, ribadita da parte della Regione, è di evitare il concentramento solo in alcune porzioni di spiaggia, per facilitare e garantire sicurezza e distanziamento tra le persone.

Le linee guida per gli stabilimenti balneari

In sintesi, i protocolli con le linee guida balneari post emergenza coronavirus prevedono una superficie minima a ombrellone di 12 metri quadrati (indicativamente 4 e 3 metri tra paletti degli ombrelloni e delle file); 1,5 metri tra le attrezzature di spiaggia, come lettini e sdrai sulla battigia; numerazione e assegnazione delle postazioni o degli ombrelloni; steward appositamente formati per accompagnare gli ospiti all’ombrellone o al lettino; pasti ordinati attraverso un servizio di delivery con consegna per la consumazione all’ombrellone-lettino, oppure in aree ristorazione in grado di garantire il distanziamento sociale; aree giochi per bambini delimitate e con un numero massimo di presenze consentite; servizi igienici, docce e cabine pulite e disinfettate ogni giorno e ad ogni cambio di clientela.

E poi spiagge libere con la possibilità, da parte dei Comuni, di prevedere accessi contingentati.

 

Dalla Regione 3,3 milioni per incentivare l’uso della bicicletta

In programma anche incentivi fino a un massimo di 50 euro al mese ai lavoratori che scelgono le due ruote

BiciL’Emilia-Romagna si prepara alla fase 3 mettendo a disposizione, per i 30 comuni firmatari del Piano aria integrato regionale (Pair) – tra cui, in provincia, Ravenna, Faenza e Lugo – 3,3 milioni di euro di risorse regionali per incentivare, con interventi strutturali, l’uso della bicicletta nelle città e allargare – fino ai Comuni con meno di 50mila abitanti – la platea dei beneficiari di contributi statali per le due ruote, indicati nel Decreto Rilancio del Governo. Ecco di cosa si tratta.

Finanziamenti fino al 70% per interventi strutturali per realizzare corsie riservate al trasporto pubblico locale e per realizzare piste ciclabili, installare rastrelliere ed evitare furti durante la sosta e altre misure per rendere agevole muoversi sulle due ruote in città.

E poi rimborsi fino al 60% del costo sostenuto per l’acquisto di bici e altri veicoli elettrici per i cittadini dei Comuni firmatari del Pair esclusi dal ‘bonus statale’.

E, ancora, incentivi chilometrici fino a un massimo di 50 euro al mese, ai lavoratori che scelgono le due ruote per andare in azienda. Ancora: fino a 300 euro agli abbonati ferroviari per comprare la bici pieghevole.

«Eravamo pronti con il provvedimento da un paio di settimane, ma abbiamo voluto attendere il “bonus bici” inserito nel Decreto Rilancio dalla ministra De Micheli – afferma l’assessore regionale a Mobilità e Infrastrutture, Andrea Corsini -, per promuovere una misura complementare e permettere a un numero maggiore di cittadini di poter ricevere un contributo per l’acquisto di biciclette e altri veicoli elettrici, premiando i Comuni firmatari del Piano aria regionale. Inoltre, con gli interventi strutturali che andiamo a finanziare, renderemo sempre più vantaggioso muoversi con le due ruote. Un provvedimento che si aggiunge ai circa 60 già attivi in Emilia-Romagna per lo sviluppo della mobilità ciclabile e agli oltre 250 km di piste ciclabili, finanziati con circa 35 milioni di euro. Vogliamo così spingere, sempre più e dove possibile, i cittadini ad utilizzare mezzi ecologici alternativi all’auto privata per gli spostamenti casa-lavoro con l’obiettivo di incidere in modo significativo alla decongestione del traffico nelle nostre città».

«Il progetto ‘Bike to work’ messo in campo dalla Regione premia i 30 Comuni firmatari del Piano aria integrato regionale e apre da subito nuovi investimenti e incentivi per promuovere l’uso della bicicletta- spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Irene Priolo – con indubbi benefici per la qualità dell’aria dei nostri centri urbani. È una iniziativa che sosteniamo con risorse regionali perché riteniamo che spostare il più possibile la mobilità privata su mezzi sostenibili ed ecologici possa contribuire a migliorare in modo significativo la vita nelle città.  Una scelta che riteniamo ancora più necessaria in questa fase di emergenza per dare risposte di qualità alle necessità di spostamento delle persone garantendo allo stesso tempo la sicurezza e la salute. Mobilità, ambiente e sostenibilità devono diventare sinonimi dell’approccio che la Regione metterà in campo in questo mandato».

Gli interventi

Tre le direttrici di intervento per disincentivare l’uso delle auto private e aumentare il numero di biciclette sulle strade nei 30 Comuni firmatari del Piano aria integrato regionale.

La prima linea di investimento, con una dotazione di 1,5 milioni di euro, finanzia interventi strutturali. Corsie riservate di nuova generazione previste nel decreto ministeriale, opere per moderare la velocità e per facilitare la circolazione delle due ruote, rastrelliere per l’ancoraggio sicuro delle biciclette.

La seconda linea di finanziamenti della Regione, con una dotazione di altri 1,5 milioni di euro, prevede – ed è la prima volta – incentivi chilometrici per gli spostamenti, riduzioni del costo del bike sharing e del deposito nelle velostazioni dedicate agli scambi intermodali, per i dipendenti delle aziende.

Infine, la terza linea d’azione, con 300mila euro, è destinata agli abbonati ferroviari per l’acquisto di bici pieghevoli utilizzate per gli spostamenti iniziali e finali da e per il posto auto o bus (si ricorda che in tale caso non si paga il biglietto a bordo come previsto per una bici tradizionale, quindi un incentivo per i pendolari).

Bike to work: contributi e incentivi per la mobilità ciclabile

Gli investimenti dei Comuni – che dovranno sottoscrivere un protocollo con la Regione – sono finanziati nella misura massima del 70% rispetto ai costi di realizzazione di percorsi ciclabili, interventi di moderazione del traffico come l’attivazione di corsie riservate bus e piste ciclabili, bike lane ad uso promiscuo, rastrelliere portabiciclette e attrezzature per la sosta per scongiurare i furti. Possono essere finanziate spese sostenute a partire dal 20 maggio 2020.

Per i dipendenti delle aziende, a  seguito di accordi con i mobility manager, verranno attivati incentivi chilometrici pari a 20 centesimi a km, fino ad un massimo di 50 euro al mese a persona: incentivi per ridurre i costi del bike sharing da utilizzare prioritariamente per gli spostamenti casa-lavoro, oltre a incentivi mirati a ridurre il costo del deposito delle biciclette presso le velostazioni o altri depositi finalizzati all’interscambio modale che siano convenzionati con il Comune.

Infine, sono previste risorse regionali, erogate attraverso Fer, rivolte agli abbonati ferroviari per l’acquisto di bici pieghevoli da utilizzare per gli spostamenti iniziali e finali.  A questo scopo sarà riconosciuto un contributo fino a 300 euro pari al 50% del costo di acquisto di una bicicletta pieghevole per i cittadini residenti nei comuni dell’Emilia-Romagna che non possono beneficiare di altri contributi statale o regionale.

Coronavirus, altri due contagiati (ma nessun morto) in provincia di Ravenna

 

Dall’inizio dell’epidemia da coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.364 casi di positività, 50 in più rispetto a ieri. 6.162 i tamponi effettuati, che raggiungono così complessivamente quota 274.362. Le nuove guarigioni oggi sono 271 (18.258 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi che a oggi sono scesi a 5.098 (-232).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, 20 maggio, sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 4.376, – 185 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 96 (-3). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-44).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 18.258 (+271): 1.640 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 16.618 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 11 nuovi decessi: 4 uomini e 7 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 4.008. I nuovi decessi riguardano 1 residente nella provincia di Piacenza, 2 in quella di Parma, 1 in quella di Reggio Emilia, 1in quella di Modena, 2 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, 1in quella di Forlì-Cesena (nel Forlivese), 2 in quella di Rimini. Nessun decesso tra i residenti nella provincia di Ravenna e da fuori Regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.447 a Piacenza (11  in più rispetto a ieri), 3.412 a Parma (10 in più), 4.910 a Reggio Emilia (10 in più), 3.880  a Modena (1 in più), 4.510 a Bologna (8 in più); 391 le positività registrate a Imola (dato invariato), 983 a Ferrara (3  in più). In Romagna i casi di positività hanno raggiunto quota 4.831 (7 in più), di cui 1.017 a Ravenna (2 in più), 939 a Forlì (1 in più), 768 a Cesena (dato invariato), 2.107 a Rimini (4 in più).

Più tavolini all’aperto, iter semplificato e autorizzazioni in tempi brevi a Ravenna

Approvate dal Comune nuove disposizioni per l’occupazione di suolo pubblico

Fricando TavoliniSono stati approvati dalla giunta del Comune di Ravenna nuove disposizioni e criteri semplificati per l’occupazione di suolo pubblico negli esercizi di somministrazione alimenti e bevande alla luce delle esigenze sopraggiunte con l’emergenza sanitaria legata al Covid-19.

I nuovi criteri – si legge in una nota del Comune – «intendono contemperare le misure di contrasto al coronavirus legate al distanziamento sociale con le esigenze di agevole ripresa delle attività di bar e ristoranti, che hanno dovuto sopportare il lockdown, cercando di privilegiare il consumo all’aperto e ampliando, laddove possibile, le aree da concedere».

È stato pertanto semplificato l’iter per le richieste delle occupazioni di suolo che non dovranno più aspettare i pareri dei servizi di competenza, potranno ottenere le autorizzazioni in tempi più brevi e le domande possono essere inviate su modulo appositamente predisposto tramite posta elettronica certificata all’indirizzo: attivitaeconomiche.comune.ravenna@legalmail.it in alternativa al portale telematico “Accesso unitario”.

È prevista, inoltre, dal decreto legge 19 maggio 2020 (cosiddetto decreto Rilancio), l’esenzione dall’imposta di bollo nonché l’esenzione dalla tassa di occupazione suolo pubblico.

La Federcalcio vuole finire i campionati professionistici: Ravenna sulle spine

Competizioni da concludere entro il 20 agosto. La decisione definitiva dall’incontro con il Governo in programma il 28 maggio. Alla sospesione dell’attività i giallorossi erano in zona playout

B98A4460La Federcalcio è intenzionata a fermare il calcio dei dilettanti e a far riprendere i campionati dei professionisti (serie A, B e C) per arrivare a conclusione entro il 20 agosto. È quanto emerge, secondo le cronache dei siti nazionali, dal Consiglio della Figc in corso a Roma nel pomeriggio del 20 maggio. Per Ravenna questo vorrebbe dire tornare in campo per le ultime undici partite che mancano del girone B della serie C: quando il campionato venne sospeso il 23 febbraio scorso i giallorossi erano sedicesimi su 20, in zona playout quindi con la salvezza ancora da conquistare.

La decisione definitiva sull’effettiva ripresa delle competizioni dovrà però arrivare dal Governo. Il ministro dello sport, Vincenzo Spadafora, aveva annunciato ieri, 19 maggio, l’ok definitivo agli allenamenti collettivi, fissando per il 28 maggio un incontro con tutte le componenti del calcio per decidere se e quando far ripartire i campionati.

L’assemblea del campionato di Serie C dell’8 maggio scorso aveva deciso di rendere definitiva la sospensione dei tre gironi nazionali, dichiarando quindi conclusa la stagione 2019/20. L’assemblea ha anche proposto la promozione in serie B di Monza, Vicenza e Reggina — le squadre in testa ai tre gironi al momento della sospensione — mentre l’eventuale quarta e ultima promozione dovrà essere stabilita in base alle media punti del campionato. L’assemblea ha quindi deciso di bloccare le retrocessioni in serie D, salvando di fatto, tra le altre squadre in corsa, anche l’unica società professionistica della provincia, il Ravenna Fc.

Ravenna, il Comune concede parchi e aree verdi a palestre e associazioni sportive

Il sindaco: «Siamo certi che i nostri parchi si trasformeranno in palestre a cielo aperto e che i fruitori rispetteranno le necessarie distanze di sicurezza»

Palestre Cielo ApertoIl Comune di Ravenna ha stabilito una procedura semplice e pratica per consentire alle palestre e alle associazioni sportive di organizzare attività individuali o di gruppo nei parchi, nelle aree verdi o comunque nelle aree esterne del territorio comunale, naturalmente nel rispetto dell’ultimo decreto, quello del 17 maggio, sulla prevenzione e il contrasto della diffusione del Coronavirus. Che all’articolo 1, lettera d recita: “È consentito svolgere attività sportiva o attività motoria all’aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, ove accessibili, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività, salvo che non sia necessaria la presenza di un accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti”.

Palestre e associazioni sportive dovranno seguire le seguenti indicazioni:

1) l’utilizzo è sempre consentito per attività di corpo libero e con l’assunzione di responsabilità del rispetto delle regole di distanziamento da parte della palestra o delle associazioni sportive in presenza di lezione di gruppo.

2) al fine dello svolgimento delle attività si possono portare attrezzi leggeri, ma non si possono chiedere ad uso esclusivo attrezzi ginnici, palestre, campi da gioco, piastre polivalenti e giochi bimbi già presenti nelle aree attrezzate.

Per le palestre e le associazioni sportive la richiesta va presentata all’Ufficio sport del Comune di Ravenna via mail uffsport@comune.ra.it compilando il modulo allegato.

L’autorizzazione verrà rilasciata con un nulla osta.

Il criterio di assegnazione valuterà prioritariamente la prossimità del parco o dell’area verde richiesta alla sede della palestra o dell’associazione sportiva richiedente.

«Dal 25 maggio – dichiara il sindaco Michele de Pascale – potranno riaprire palestre, piscine, centri e circoli sportivi, pubblici e privati, nel rispetto di protocolli ai quali la Regione sta lavorando. Come ulteriore opportunità, complice anche la bella stagione, abbiamo pensato di concedere a queste realtà, attraverso una procedura di prenotazione molto agile, l’occasione di sfruttare i nostri ampi spazi verdi, modalità che peraltro consente di rispettare in maniera molto più semplice le procedure di contrasto della diffusione del virus. Siamo certi che i nostri parchi si trasformeranno in palestre a cielo aperto e che i fruitori rispetteranno le necessarie distanze di sicurezza».

«Quello tra sport e natura – aggiungono gli assessori all’Ambiente Gianluigi Baroncini e allo Sport Roberto Fagnani – è sempre stato un connubio perfetto e lo è ancor di più in un momento come questo nel quale la possibilità di fruire di ampi spazi aperti diventa non solo la condizione ottimale per la pratica sportiva ma anche uno strumento in più per contrastare la diffusione del virus. Il nostro straordinario patrimonio di parchi e spazi verdi consentirà quindi alle associazioni di organizzare attività all’aperto e ai nostri concittadini non solo di praticare attività sportiva ma anche di riappropriarsi, in sicurezza, di quella socialità che in questo periodo è mancata tantissimo a tutti noi».

In aprile consegne di acquisti online aumentate del 39 percento rispetto al 2019

I dati di Poste Italiane in provincia di Ravenna sono un segnale dell’incremento di e-commerce legato alla permanenza a casa

Foto E CommerceNel mese di aprile i pacchi consegnati dalle Poste in provincia di Ravenna per acquisti online hanno avuto un incremento del 39 percento rispetto allo stesso periodo del 2019. Un numero che misura l’incremento dell’e-commerce legato anche alla permanenza a casa per la quarantena anti-Covid.  A livello nazionale da gennaio a marzo, sono stati recapitati 38 milioni di pacchi, con un incremento di circa il 10 percento sullo stesso trimestre dello scorso anno, determinato principalmente dal più 26 percento derivante dal comparto e-commerce.

Alcuni studi hanno evidenziato come nei primi quattro mesi del 2020, con i negozi chiusi e gli italiani costretti a rimanere in casa, i settori maggiormente trainati dal commercio online siano stati, dopo ovviamente quello alimentare, quello dell’intrattenimento (+112 percento), della tecnologia (+64 percento) e degli accessori per la casa (+29 percento). Poste Italiane può contare in tutta Italia su circa 27mila portalettere, 33.500 mezzi e oltre 1.800 centri di distribuzione, di cui 5 in provincia di Ravenna. Poste Italiane registra un altro importante incremento: nel Ravennate hanno superato quota 62 mila le carte PostePay attivate, ideali per gli acquisti online.

Rubano 200 euro di merce al supermercato del centro Esp, arrestate due ragazze

Con precedenti, sono state condannate dal giudice a otto mesi di reclusione

Extracoop Insegna Esterna 1I carabinieri della compagnia di Ravenna, nella tarda serata di martedì 19 maggio, hanno arrestato due giovani donne, che avevano rubato all’interno del supermercato Extra Coop del centro commerciale Esp.

Il personale di vigilanza dell’esercizio commerciale aveva notato le due ragazze impegnate a nascondere della merce dopo aver rimosso l’anti taccheggio. Le hanno quindi fermate e trattenute in attesa dell’arrivo dei militari.

I carabinieri della Sezione Radiomobile, intervenuti sul posto, hanno identificato le due giovani, con precedenti specifici, e al termine degli accertamenti sono state dichiarate in arresto e poste agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo. La merce trafugata invece, del valore di poco più di duecento euro, è stata recuperata e riconsegnata.

Il giudice del tribunale di Ravenna dopo la convalida; a seguito di patteggiamento, le ha condannate entrambe a otto mesi di reclusione.

A Lugo venerdì negozi e locali del Pavaglione aperti fino alle 23.30

Il sindaco Ranalli: «Abbiamo l’opportunità di far sentire il nostro sostegno, tornando tutti in centro»

Pavaglione LugoUna serata speciale, nata spontaneamente dai commercianti del Pavaglione per sostenere le attività commerciali e artigiane del centro di Lugo dopo la recente riapertura. Venerdì 22 maggio i negozi e i locali del quadriportico lughese prolungheranno straordinariamente la loro apertura per accogliere i cittadini anche dalle 21 alle 23.30.

Sarà quindi possibile fare shopping o fermarsi nelle attività di ristorazione aderenti all’iniziativa per tutta la serata, sempre nel rispetto delle norme in vigore per contrastare il diffondersi del Covid-19. Partecipando all’iniziativa si potrà così sostenere il commercio e l’artigianato locale, messo a dura prova dalla prolungata chiusura al pubblico a causa dell’emergenza sanitaria.

«Sono stati mesi difficili per le attività commerciali e artigiane – dichiara il sindaco di Lugo Davide Ranalli -. Mesi in cui i nostri commercianti e artigiani non hanno mai mollato e hanno trovato il modo di restare comunque vicini ai propri clienti, rendendosi disponibili, ad esempio, per le consegne a domicilio. L’Amministrazione comunale è al lavoro per sostenerli, abbiamo cominciato con la sospensione del pagamento degli affitti del Pavaglione fino a settembre e con la messa a disposizione per bar e ristoranti di spazi all’aperto, ma intendiamo continuare a studiare soluzioni in grado di aiutare le attività. Venerdì sera abbiamo tutti l’opportunità di far sentire il nostro sostegno a negozi e locali lughesi, tornando, allo stesso tempo, a vivere il nostro bellissimo centro».

«Ai nostri operatori sanitari abbiamo dovuto ricordare l’importanza del riposo»

 

Nell’ambito di un approfondimento più generale sul mondo della sanità, abbiamo chiesto un intervento anche a Lorenzo Gottarelli, classe 1974, specialista in psichiatria, dal 2017 al lavoro presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Ravenna, uno dei venti reparti di psichiatria italiani “no restraint”, ossia che non usano la contenzione meccanica.

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Lorenzo Gottarelli

Il coronavirus è entrato nella mia vita in maniera molto diretta: il 7 marzo ho visitato una paziente, 12 ore dopo mi hanno comunicato, con una efficienza ai tempi difficile da poter immaginare, che è risultata positiva. Sono quindi stato messo in quarantena, mentre la paziente purtroppo è morta. Mia moglie dice che quel caso mi ha salvato la vita, nel senso che poi sono stato davvero irreprensibile nel rispettare tutte le misure di prevenzione, evitando perfino di grattarmi il naso senza protezioni quando mi prudeva, tanto per intenderci.

Anche il mio caso dimostra comunque come Ravenna in particolare abbia affrontato l’emergenza con grandissima tempestività: non si è perso tempo e si è predisposto, per esempio, un piano letti imponente, che non è stato infatti criticato da nessuno, cosa piuttosto incredibile a pensarci. Complici anche i racconti di colleghi da Piacenza e poi da Rimini durante quei primi giorni di emergenza, abbiamo poi vissuto momenti di paura. Anche noi psichiatri eravamo pronti ad andare sul campo nei reparti Covid, se ci fosse stato chiesto. Nel frattempo però è iniziato a fortificarsi un grande spirito di corpo e, senza che ci sia stato un ordine di servizio da parte della direzione, sono stati sempre di più medici e infermieri di altri reparti – che io non posso fare altro che chiamare eroi – a prendere servizio nei reparti Covid, in maniera del tutto volontaria, andando magari a stare nella casa al mare per non rischiare di infettare la famiglia.

Arrivando al mio settore di competenza, la psichiatria, l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) prevede che aumenteranno le persone con sofferenza psichica e dopo un calo di richieste di interventi psichiatrici durante la cosiddetta fase 1 si è tornati a un livello di richieste pre Covid. Ci immaginiamo, in particolare, tre tipi di problemi. Il primo che è diretta conseguenza della quarantena, relativo a persone costrette a convivere in situazioni per loro difficili. Penso a strategie di adattamento che si possono rivelare inefficaci o a un sicuro aumento di strategie disfunzionali, come il consumo di alcol o l’uso di sostanze. Un secondo ordine di problemi è quello relativo a persone già note al nostro servizio, costrette però come tutta la popolazione a confrontarsi con una riduzione dei trattamenti come per esempio un tirocinio che si è sospeso. E poi ci saranno nuove fragilità, quelle di persone che non hanno mai avuto un problema, ma che si ritroveranno in nuclei famigliari senza lavoro. La disoccupazione è d’altronde un fattore di rischio per il disagio psichico. Al momento questo aspetto ancora non lo tocchiamo con mano, ma è molto probabile che dovremo farci i conti. Ed è a questo punto difficile fare previsioni sulle risorse sanitarie necessarie per affrontare questo plausibile aumento di richieste di aiuto.

Per l’infanzia è facile prevedere che tante situazioni di disagio si siano acuite, perché la scuola, oltre che di insegnamento, è anche un luogo di osservazione, da parte degli adulti, e di cura, che ora ovviamente è venuto meno. Con un conseguente aumento anche della disparità, tra chi può permettersi lezioni a distanza e chi, banalmente, no.

In generale è possibile prevedere che tutti in un certo qual modo soffriremo psichicamente e qualcuno si ammalerà. Come prevenzione l’Oms dà consigli chiari. Sintetizzando si tratta della semplice e banale cura di sé. Un’alimentazione corretta, fare attività fisica, vestirsi bene anche in casa senza lasciarsi andare, cercare di aumentare la socialità, magari anche tramite telefonate e videochiamate, senza chiudersi in se stessi o dare la precedenza a reazioni patologiche come alcol, fumo e sostanze.

In questo periodo di emergenza noi del reparto di psichiatria di Ravenna abbiamo anche sviluppato degli interventi a supporto degli operatori sanitari, particolarmente sotto stress. D’altronde statistiche alla mano, in Italia sono morti tre medici al giorno durante la pandemia. Questo è normale che faccia paura, così come subentra la paura di infettare i tuoi cari e la tua famiglia. Dalle adesioni in ospedale, a Ravenna, è parso chiaro che di questo servizio di supporto ce n’era bisogno, in tanti hanno avuto la maturità di capire che avrebbero dovuto farsi aiutare. Molto interessante è poi il servizio di supporto che abbiamo messo in campo rivolto alle intere equipe e non solo ai singoli. In questo caso, dove c’erano problemi, si sono acuiti in queste settimane. Le squadre molto unite invece hanno moltiplicato le forze, come davanti a un terremoto. Il nostro compito è stato in questo senso quello di far capire ai nostri operatori che non erano davanti a una corsa breve, ma a una maratona. E che fa parte del mestiere anche il riposo. Diverse persone hanno lavorato anche 12 ore al giorno per 7 giorni a settimana. Diversi sono stati a casa un giorno negli ultimi 60. E di loro spontanea volontà, senza che sia mai arrivato un ordine di servizio, ripeto. L’altra caratteristica comune emersa dai nostri incontri con gli operatori, infine, è un certo abbassamento della soglia emotiva, anche questo inevitabile. D’altronde l’ho visto anche su di me: alla riapertura dei bar, quando al momento di pagare il caffè mi è stato detto “lei non paga perché è un dottore”, beh, mi sono commosso…»

Incontri quotidiani per interrogarsi sul teatro di domani con Polis

Il festival ravennate sui canali online della compagnia ErosAnteros con protagonisti della scena italiana e internazionale fino al 24 maggio

Poster Polis 2020
Il poster del Polis Teatro Festival 2020 creato da Gianluca Costantini

Entra nel vivo il festival Polis della compagnia ErosAnteros che nell’edizione 2020 si è trasformato in un grande confronto sul tema “Quale teatro per il domani” con una serie di appuntamenti quotidiani alle 18 con artisti, operatori e studiosi italiani e stranieri .
Si comincia il 20 maggio con un dibattito a pià voci dedicato agli spazi per il teatro futuro a cui partecipano Csaba Antal, Chris Baldwin, Anna Bandettini, Francesca D’Ippolito, Marco De Marinis, Elena Di Gioia, Federica Fracassi, Eugenio Giorgetta, Frank Hoffmann, Miloš Latinović, Lucia Medri, Laura Palmieri, Amedeo Romeo, Julia Varley.

Giovedì 21 maggio, a confrontarsi sulle “Parole per il teatro di domani”, intervengono Federico Bellini, Nicola Borghesi, Ascanio Celestini, Ian De Toffoli, Renzo Francabandera, Gerardo Guccini, Florian Hirsch, Marco Martinelli, Maria Dolores Pesce, Pascal Rambert, Attilio Scarpellini, Marco Sgrosso.

Il giorno successivo 22 maggio si parla di “Visioni per il teatro” con Elena Bucci, Silvia Costa, Luigi De Angelis, Martina Gamboz, Roberto Latini, Vincent Jean Emile Longuemare, Marco Lorenzini, Jean Mallamaci, Luca Micheletti, Ermanna Montanari, Andrea Pocosgnich, Magda Siti e Stefano Vercelli.

Il 23 maggio il tema è quello dei linguaggi con Luigi Ceccarelli, Borut Jerman, Chiara Lagani, Maria Federica Maestri, Lorenzo Mango, Anna Maria Monteverdi, Silvia Mei, Fiorenza Menni e Andrea Mochi Sismondi, Silvia Pasello, Andrea Penna, Daniela Sacco, Benedetta Saglietti.

Domenica 24 maggio, ultima giornata, si parlerà di corpi con Penny Arcade Aka Susana Ventura, Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla, Roberta Carreri, Claudio Cirri, Anna Dora Dorno e Nicola Pianzola, Lucia Franchi e Luca Ricci, Piergiorgio Giacché, Hervé Goffings, Raimondo Guarino, Bojan Jablanovec, Licia Lanera.
Dopo il convegno, la diretta video lascerà spazio a Parteci-polis, il consueto appuntamento con i progetti partecipativi del festival. Verrà reso noto il nome del vincitore del bando nazionale “L’Italia dei Visionari di Polis Teatro Festival”, scelto dai cittadini che hanno partecipato al progetto “Politai visionari”.

Il tutto sulla pagina Facebook ErosAntEros, il canale Youtube ErosAntEros, il sito polisteatrofestival.org e emiliaromagnacreativa.it.

Coronavirus, il bollettino: tre nuovi casi di positività in provincia di Ravenna

 

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 27.314 casi di positività, 47 in più rispetto a ieri. 4.312 i tamponi effettuati, che raggiungono così complessivamente quota 268.200. Le nuove guarigioni oggi sono 231 (17.987 in totale), mentre continuano a calare i casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi che a oggi sono scesi a 5.330 (-195).

Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, 19 maggio, sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 4.561, – 151 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 99 (-6). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-38).

Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 17.987 (+231): 1.681 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 16.306 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, si registrano 11 nuovi decessi: 8 uomini e 3 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.997. I nuovi decessi riguardano 2 residenti nella provincia di Parma, 1 in quella di Reggio Emilia, 1 in quella di Modena, 5 in quella di Bologna (nessuno nell’imolese), 1 in quella di Ferrara, 1 da fuori Regione. Nessun decesso tra i residenti nelle province di Piacenza, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.436 a Piacenza (3  in più rispetto a ieri), 3.402 a Parma (10 in più), 4.900 a Reggio Emilia (8 in più), 3.879  a Modena (3 in più), 4.502 a Bologna (12 in più); 391 le positività registrate a Imola (dato invariato), 980 a Ferrara (nessun caso in più). In Romagna i casi di positività hanno raggiunto quota 4.824 (11 in più), di cui 1.015 a Ravenna (3 in più), 938 a Forlì (1 in più), 768 a Cesena (2 in più), 2.103 a Rimini (5 in più).

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