Medri: «Vogliamo aprire la stagione turistica il prima possibile, non possiamo rischiare un aumento dei contagi»
Non facciamo l’errore dello scorso 8 marzo. È in sintesi il messaggio che lancia Massimo Medri, sindaco di Cervia, il comune più turistico della provincia di Ravenna, alla vigilia della cosiddetta fase 2.
«Abbiamo vissuto e stiamo vivendo un momento ancora molto delicato – scrive Medri –, da lunedì si potrà iniziare a uscire per passeggiare, si potrà andare a correre, e si potrà accedere ai parchi aperti per ordinanza comunale, oltre che andare a trovare i nostri affetti più cari. Iniziamo oggi a vedere la luce in fondo al tunnel, con la consapevolezza che le scelte fatte, sono state efficaci».
«Ricordiamo tutti quanto è avvenuto lo scorso 8 marzo – continua Medri –, quando fummo costretti a chiudere le spiagge: una domenica di sole che provocò assembramenti su tutto il litorale, che portò a scelte rigorose e in quel momento drammatiche».
L’obbiettivo dell’Amministrazione, assicura il sindaco, «è quello di poter aprire la stagione turistica il prima possibile, obbiettivo condiviso anche da Regione e Associazioni; non possiamo rischiare un aumento dei contagi, un incremento che ora potrebbe compromettere drammaticamente la stagione e l’economia della nostra città, già fortemente provata. Non possiamo dimenticare le sofferenze che questa epidemia ha generato e potrebbe, se non gestita correttamente, ancora generare; questo lo dobbiamo fare sia per chi il contagio l’ha vissuto, sia per il sacrificio di tutti gli operatori del sistema sanitario, per la nostra economia, per tutti i cittadini e le cittadine che si sono scrupolosamente attenuti alle regole, e per i molti lavoratori, lavoratrici o imprenditori che hanno perso il lavoro o avuto ingenti perdite economiche».
«So e mi rendo conto che tutti noi abbiamo voglia di ripartire – termina Medri –, di camminare sulla sabbia e di vedere il mare; ma per ora limitiamoci a una passeggiata sul lungomare o nei parchi, senza creare assembramenti. Facciamolo per la nostra città. Lasciamo la spiaggia agli imprenditori balneari che stanno mettendo in sicurezza gli stabilimenti e hanno aperto i cantieri; lasciamoli lavorare tranquillamente e in sicurezza per l’avvio della stagione estiva, che è ormai alle porte».
Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta dedicata a Desideria Pasolini Dall’Onda, fondatrice di Italia Nostra, nel suo 100° compleanno. La lettera è firmata dallo chef Mattia Borroni di RavennaFood/CheftoChefemiliaromagnacuochi, il presidente dell’associazione DisOrdine, Marcello Landi, e Paolo Gueltrini, vicepresidente AIAPP, Associazione Italiana Architettura del Paesaggio Sezione Triveneto ed Emilia-Romagna.
«Le istituzioni, i cittadini, le imprese e le loro associazioni possono e devono ripensare la città ridisegnando il modo di vivere e muoversi in una nuova dimensione, come molte città del nord Europa stanno facendo da tempo.
Come in molte altre città italiane anche Ravenna potrebbe rimodulare la fruibilità del suo territorio per aumentarne la visibilità e l’accoglienza verso i propri abitanti e i turisti che torneranno dopo la pandemia. Dopo mesi di isolamento occorre infatti riconiugare la cultura del web con la “terza dimensione” della realtà, ripercorrendo con occhi diversi i consueti itinerari, per disvelarne la incredibile ricchezza.
Si potrebbe ripensare la segnaletica turistica alla luce delle nuove tecnologie con interventi pavimentali a mosaico collegati virtualmente a percorsi di realtà aumentata che raccontino la storia e le civiltà che si sono succedute sul territorio, un museo stratigrafico unico al mondo che racchiude il passato e il futuro della città.
Serve mappare la rete di piste ciclabili rendendo più agevoli i collegamenti tra i percorsi naturalistici delle pinete e del mare con quelli del centro che comprendono i monumenti Unesco e i luoghi di interesse culturale della città, ma anche rivalutando borghi storici come San Biagio e San Rocco, in connessione con i luoghi della ristorazione e della gastronomia, rendendo egemoni biciclette e pedoni, per respirare meglio, per riammirare la città in tutte le sue diversità.
Potrebbero essere rivalutati gli spazi verdi delle mura con le loro porte, di giardini e orti, anche con la collaborazione di privati, da inserire in percorsi storico-artistici e gastronomici per bici, skateboard, monopattini e cargo-bike; una mobilità di cui Ravenna è già in parte vocata, ma che andrebbe inevitabilmente ripensata.
Caffetteria e ristorazione in particolare potrebbero avere la possibilità di aumentare gli spazi per i dehors senza dover pagare eccessi di tassa occupazione del suolo pubblico, mantenendo intatte le capacità di accoglienza, nel rispetto delle norme dell’emergenza: strutture belle, con pergole ombreggianti, verde e nuovi alberi che crescono e diventano patrimonio naturale di tutti, con l’impegno di essere attenti allo spreco e al biodegradabile e di presentare piatti con prodotti autentici, in piena trasparenza “dal produttore al consumatore”.
Esercizi pubblici che aumentano l’offerta di servizi come la ‘consegna a domicilio’ e l’asporto con particolare attenzione ai più bisognosi tramite l’operazione “piatto sospeso”, come embrione di un fondo cittadino comune per affrontare in modo adeguato il “contrasto alla povertà alimentare”.
Esercizi che adeguino spazi e tempi ai ritmi degli eventi e delle istituzioni culturali. Eventi anche diffusi nei mille angoli della citta con una programmazione “in continuum” per noi ravennati e per un turismo di qualità.
I “negozi” di Ravenna, quelli che hanno subito la crisi forse più di tutti come l’intero turismo, e in particolare caffè, ristoranti, drogherie, pizzerie, trattorie possono riprendersi se si ricrea un nuovo clima, un nuovo ambiente per imprese che devono innovare ben sapendo che il passato non tornerà.
Un’alleanza fra paesaggisti, architetti e urbanisti, designers e artisti, cuochi e nutrizionisti potrebbe trasformare quella che ora appare un’esigenza con impegni insormontabili nell’opportunità di cambiamento positivo della città.
Il tutto all’insegna di una vera ripresa economica e culturale di una città che vuole riemergere dalla crisi verso una nuova normalità, che renda omaggio e merito in primis a tutto il personale sanitario nel segno dei camici bianchi: le divise più pacifiche, celebri e universali, che presiedono l’alimentazione e la salute, chef e medici insieme a tutti i ravennati.
Carissimi ordini professionali, categorie produttive, associazioni culturali, di volontariato e politiche, istituzioni e imprese, professionisti, artisti, giornalisti, studenti ed insegnanti ravennati…. abbiamo dimenticato qualcuno?
Intervenite anche voi, dite la vostra, anche diversa da questo piccolo intervento, ma cambiamo qualcosa in meglio, cosa aspettiamo? Evitando se possibile troppe lamentele e richieste corporative. Ravenna è di tutti noi e tutti devono lavorare per renderla più bella».
Lo annuncia l’assessore Andrea Corsini. «E stiamo studiando altre misure a sostegno delle piccole imprese»
Dopo l’annuncio del presidente Bonaccini della decisione di mettere a disposizione 5 milioni di euro per le imprese balneari dell’Emilia-Romagna, l’assessore Andrea Corsini annuncia l’arrivo di altri provvedimenti a fondo perduto.
Si tratta in particolare di «tre milioni di euro a fondo perduto per negozi, alberghi e ristoranti per acquistare attrezzature e per affrontare i maggiori costi in questo difficile momento».
Corsini aggiunge inoltre che «stiamo studiando altre misure a sostegno delle piccole imprese della Regione Emilia-Romagna!
Lo chiarisce il Governo in una delle risposte alle “domande frequenti”. E i congiunti sono anche le “persone legate da uno stabile legame affettivo”
Sono diversi i dubbi a cui cercano di dare risposta le Faq (risposte a domande frequenti) del Governo in vista della cosiddetta Fase 2.
Cercando di fare chiarezza in particolare sugli spostamenti, la novità principale è forse quella legata alla possibilità a partire dal 4 maggio di far visita ai propri congiunti, all’interno della regione, rispettando “il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di usare le mascherine per la protezione delle vie respiratorie”. I congiunti, spiega il Governo, sono da intendere: “i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro) e gli affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge)”.
L’altra grossa novità è rappresentata dalla possibilità di uscire per fare attività sportiva o motoria (la classica passeggiata), non più solo entro i 200 metri dalla propria abitazione come era previsto finora, ma in tutta la provincia (è l’indicazione della Regione) e sempre “in maniera individuale”, mantenendo un metro di distanza (due nel caso di attività sportiva). “In maniera individuale”, si è detto, ma con delle eccezioni. “A meno che non si tratti di persone conviventi“, scrive il Governo, dando quindi il via libera alle passeggiate marito-moglie, ma anche con minori, che possono essere accompagnati al parco, sempre con il divieto di fermarsi a giocare o di creare assembramenti.
“Al fine di svolgere l’attività motoria o sportiva, è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato per svolgere tali attività”, scrive anche il Governo, dando infine via libera anche all’utilizzo della bicicletta.
In Emilia-Romagna, dall’inizio dell’epidemia da coronavirus si sono registrati 25.850 casi di positività, 206 in più rispetto a ieri. I test effettuati hanno raggiunto quota 192.135 (+3.871).
Importante il dato sulle nuove guarigioni, che oggi sono 332 (12.913 in totale), e quello sul calo dei casi attivi, e cioè il numero di malati effettivi a oggi: – 161, passando dai 9.484 registrati ieri ai 9.323 odierni.
Questi i dati – accertati alle ore 12 di oggi, 2 maggio sulla base delle richieste istituzionali – relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Le persone in isolamento a casa, cioè quelle con sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 6.296, -87 rispetto a ieri. I pazienti in terapia intensiva sono 196 (- 1). Diminuiscono anche quelli ricoverati negli altri reparti Covid (-79).
Le persone complessivamente guarite salgono quindi a 12.913 (+332): 3.274 “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, e 9.639 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.
Purtroppo, si registrano 35 nuovi decessi: 18 uomini e 17 donne. Complessivamente, in Emilia-Romagna sono arrivati a 3.614.
I nuovi decessi riguardano 6 residenti nella provincia di Piacenza, 6 in quella di Parma, 5 in quella di Reggio Emilia, 4 in quella di Modena, 9 in quella di Bologna, nessun decesso in quella di Ferrara e in quella di Ravenna, 3 in quella di Forlì-Cesena (nessun decesso nel forlivese), 2 nel riminese. Nessun nuovo decesso da fuori regione.
Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 4.175 a Piacenza (60 in più rispetto a ieri), 3.199 a Parma (22 in più), 4.733 a Reggio Emilia (20 in più), 3.704 a Modena (26 in più), 4.124 a Bologna (45 in più), 383 le positività registrate a Imola (4 in più), 932 a Ferrara (6 in più). In Romagna sono complessivamente 4.600 (23 in più), di cui 983 a Ravenna (1 in più), 902 a Forlì (7 in più), 693 a Cesena (2 in più), 2.022 a Rimini (13 in più).
Ma si potrà uscire a passeggiare (anche in bicicletta) solamente in forma individuale o accompagnando un minore
Coerentemente con le normative nazionali e regionali sul contenimento e il contrasto della diffusione del Coronavirus (in particolare con il decreto firmato dal presidente del Consiglio il 26 aprile e con l’ordinanza firmata dal presidente della Regione il 30 aprile, che consentono la riapertura di alcuni spazi e la ripresa di alcune attività, purché esse si possano svolgere senza creare assembramenti e mantenendo il rispetto delle distanze interpersonali di sicurezza) il sindaco Michele de Pascale ha firmato un’ordinanza, in vigore da lunedì 4 maggio a domenica 17, che definisce le modalità di accesso a parchi, pinete e altri spazi e luoghi pubblici e privati del territorio del comune di Ravenna.
«Le nuove ordinanze di Regione e Comune – dichiara il sindaco Michele de Pascale – non devono essere intese come una ripresa dei momenti conviviali, ma come una possibilità delle persone di uscire individualmente per trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta dopo due mesi di lockdown. Sono consapevole dei sacrifici che tutti noi stiamo facendo. Le misure di contenimento stanno dando i risultati sperati, ma dobbiamo ancora continuare a mantenere la massima cautela. Riacquisiremo la nostra socialità, ma gradualmente e in sicurezza; se nelle aree verdi pubbliche si dovessero rilevare assembramenti saremmo costretti a contingentare gli ingressi o a chiuderle nuovamente. Ma sono convinto che non servirà e faccio appello al senso di responsabilità individuale dei ravennati già ampiamente dimostrato fino ad ora; questa consapevolezza e questo senso civico ci servono tanto di più nella fase di ripartenza».
Questi i contenuti dell’ordinanza
Norme di carattere generale
– È consentito esclusivamente fare attività sportiva o motoria, comprese passeggiate con cani al guinzaglio nelle aree in cui è permesso, utilizzando la sentieristica ove esistente. Tali attività devono essere svolte da soli; possono essere accompagnati i minori e le persone non autosufficienti.
– Devono essere rispettate le distanze interpersonali di 2 metri per attività sportive e di 1 metro per passeggiate
– Sono vietate tutte le attività ludiche o ricreative, compreso l’uso delle attrezzature e infrastrutture ginniche e dei giochi per bambini
– È vietata ogni forma di assembramento
– Nel caso si verifichino code di attesa per l’accesso a servizi pubblici e privati, attività commerciali, attività artigianali, pubblici esercizi, ciascuno per le attività ivi consentite, deve essere data la precedenza alle donne in gravidanza e alle persone non autosufficienti
Pinete
Sono chiusi gli spazi adibiti a grigliate e pranzi al sacco nelle aree pinetali comunali; sono vietate ovunque all’interno delle pinete e dei parchi grigliate, pic-nic e attività analoghe; è consentito l’accesso a piedi o in bicicletta purché in forma individuale. È sempre consentito l’accompagnamento di minori e persone non autosufficienti; possono essere utilizzate le aree di sosta e parcheggio autorizzate nelle modalità e negli orari previsti dal regolamento comunale delle pinete di San Vitale e Classe.
Parchi e giardini pubblici
Nei parchi e giardini pubblici è consentito l’utilizzo di panchine e tavoli, purché avvenga singolarmente e per soste limitate, mantenendo le distanze di sicurezza ed evitando ogni forma di assembramento; è consentito l’utilizzo simultaneo da parte di minore o di persona non autosufficiente e del proprio accompagnatore
Aree di sgambamento cani poste nei parchi e nelle aree verdi
È consentito l’utilizzo delle aree di sgambamento cani poste nei parchi e nelle aree verdi, ad un solo accompagnatore per volta; nel caso in cui vi siano persone in attesa di utilizzo dell’area, il fruitore non può utilizzare l’area di sgambamento per più di 15 minuti consecutivi
Spiagge e arenili
Sono interdetti al pubblico le spiagge e gli arenili, in concessione o liberi, ivi compresa la battigia ai sensi di quanto previsto dall’ordinanza del presidente della Regione Emilia Romagna del 30 aprile
Dighe foranee e moli guardiani
È vietato l’accesso al pubblico alle dighe foranee e ai moli guardiani del porto di Ravenna, come disposto con l’ordinanza numero 06/2020 dal presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale – Porto di Ravenna; l’accesso è consentito per attività di manutenzione e riparazione di imbarcazioni, nelle modalità stabilite dalla suddetta ordinanza.
Capanni da pesca
È consentito l’accesso ai capanni da pesca, per attività di pesca o per attività manutentive, in modalità esclusivamente individuale.
L’annuncio del ministro Lucia Azzolina: «Non possiamo far tornare 28-30 persone in una stanza»
Il ministro Lucia Azzolina
Per la ripresa della scuola a settembre al momento è quella di dividere le classi.
Lo ha sottolineato il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina a Skytg24: «La metà degli studenti per metà settimana» andrebbe a scuola, poi l’altra metà, e comunque gli studenti che sono a distanza si terrebbero sempre collegati, «così la socialità resta».
«Non possiamo far tornare gli studenti a scuola con 28-30 persone per classe. Io ho sempre fatto una battaglia contro le classi-pollaio», ha aggiunto il ministro.
Il 4 maggio «piano piano l’Italia riaprirà» ma non sarà «un libera tutti, vedremo che cosa accadrà nelle prossime due settimane».
Quanto al problema della dispersione scolastica, Azzolina ha sottolineato che, al di là dell’emergenza sanitaria, l’Italia già era «fuori ogni media, sto lavorando perché non aumenti. Nessuno studente deve rimanere indietro».
«A settembre si deve tornare a scuola, gli studenti hanno diritto di tornare a scuola» e questo vale anche «per le scuole elementari», ha aggiunto Azzolina, ribadendo la possibilità di «una didattica mista», in parte in presenza e in parte online a distanza.
«Se pensiamo da dove siamo partiti» la didattica a distanza «è stata un grande successo», la scuola «non era preparata», ha affermato il ministro a “L’intervista” di Maria Latella su Skytg24.
L’annuncio del Presidente Bonaccini. «Siamo al lavoro per riaprire la stagione turistica»
Dalla Regione Emilia-Romagna 5 milioni di euro a fondo perduto per le imprese balneari, «per aiutarle in questo momento difficile». Lo annuncia sui social il presidente della Regione Stefano Bonaccini.
«La salute prima di ogni altro cosa – scrive il Governatore sulla propria pagina Facebook –, ma siamo al lavoro per riaprire la stagione turistica e lo faremo garantendo i servizi in tutta sicurezza. Noi parliamo con i fatti, lasciamo ad altri le polemiche. Ci rialzeremo assieme, come sempre. Perché siamo Emilia-Romagna».
Nell’area urbana di Ravenna sarà attivo il servizio feriale non scolastico
Sulla base dei provvedimenti diffusi, in dialogo con le Amministrazioni dei territori serviti e in collaborazione con l’Agenzia Mobilità Amr, è stato definito da Start Romagna il programma del trasporto pubblico locale in vigore da lunedì 4 maggio nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, con prospettiva di validità fino al 6 giugno prossimo.
In linea generale, il servizio del Trasporto pubblico locale garantirà da lunedì circa il 75 percento delle corse normalmente previste prima delle restrizioni. Sin qui la percentuale era intorno al 30 percento. Start Romagna impiegherà complessivamente 288 bus nei tre bacini.
Le capienze dei mezzi, sempre regolarmente sanificati, saranno ridotte rispetto alla capacità omologata, con l’obiettivo di garantire la distanza di un metro fra le persone.
In questi giorni è stato elaborato un piano di comunicazione che alle biglietterie, alle fermate e sui bus, oltre che sui canali informativi online compresi i social di Start Romagna, possa trasmettere alla clientela le informazioni su un corretto utilizzo del trasporto pubblico locale e rassicurare sull’utilizzo dei mezzi pubblici nella fase di convivenza con il Covid-19.
Da lunedì 4 maggio Start Romagna ha organizzato un ‘nucleo di facilitatori’ che saranno presenti in prossimità dei bus e delle fermate. Gli addetti individuati dall’Azienda avranno la funzione di assistere e informare i clienti sul corretto utilizzo del servizio di trasporto pubblico locale, sempre con l’obiettivo di limitare al massimo le occasioni di contagio da Covid-19.
Il nucleo informerà gli utenti sulle regole di accesso ai mezzi di trasporto e ai punti vendita, sensibilizzerà sui comportamenti corretti da tenere per prevenire situazioni di affollamento e criticità.
Ogni facilitatore, riconoscibile e attrezzato con dispositivi di protezione, registrerà comportamenti e qualunque fatto possa essere eventualmente utile alle autorità sanitarie. Il personale viaggiante Start a bordo dei bus è sempre in contatto con la centrale operativa per condividere necessità e urgenze.
Dal 4 maggio entrano in vigore le regole per il trasporto pubblico locale contenute nel GDPR del 26.04.20. È introdotto l’obbligo di indossare la mascherina a bordo bus e alla fermata di attesa, oltre a mantenere una distanza fisica di almeno un metro. L’obbligo è esteso all’interno dell’azienda a tutto il personale di Start Romagna. Qualora a bordo dei mezzi utenti non fossero dotati di mascherine, l’autista interromperà il servizio.
Per garantire le distanze fisiche fra le persone la capacità di carico dei bus sarà ridotta e alcuni sedili saranno inibiti all’utilizzo con opportuna segnaletica.
La porta anteriore del mezzo resterà chiusa; per la salita e la discesa potranno essere utilizzate le altre porte nel rispetto dell’apposita segnaletica. È necessario mantenere la distanza dagli altri passeggeri e dare scrupolosamente la precedenza ai passeggeri in discesa, oltre ad evitare di avvicinarsi o di chiedere informazioni al conducente.
È consigliato l’acquisto di titoli di viaggio in formato digitale, on line o tramite App. Per questo tipo di acquisto non viene applicato alcun sovrapprezzo. La vendita da parte del conducente è sospesa. Le emettitrici di bordo, ove presenti, sono invece utilizzabili.
Nell’area urbana di Ravenna sarà in vigore da lunedì a sabato il servizio feriale non scolastico. Nei giorni festivi sarà attuato il normale servizio urbano previsto per tali giornate. Il Punto Bus di Ravenna sarà aperto da lunedì a sabato, dalle 7 alle 19.
Il servizio traghetto svolgerà servizio dalle 5 alle 0.30 senza modifiche di orario nel weekend e disciplinando ingressi e movimenti secondo procedure che saranno testate in questi giorni.
Nell’area extraurbana le linee effettueranno il servizio feriale e feriale non scolastico. Le linee del servizio extraurbano che resteranno sospese sono elencate sul sito www.startromagna.it
Il ripristino della linea 201 e le frequenze della linea 251 (Cervia) avranno alcune modifiche o limitazioni descritte sul sito.
Nei giorni festivi, nell’area extraurbana il servizio verrà interamente sospeso. resteranno attive solo le corse di linea 149, 156 e 195 che connettono con i poli Marcegaglia e Enichem. Sul sito internet www.startromagna .it sono indicati orari e frequenze.
Restano sospesi a Lugo il servizio Mercabus, così come le due linee urbane di Riolo (in quanto scolastiche). In riferimento al servizio provinciale “Urbano Cervia e Forese”: per la linea ‘Forese’ si effettuerà il servizio non scolastico previsto per il mese di maggio; per la linea ‘201-Urbano Cervia’ dal 4 maggio fino al 16 maggio il servizio sarà ridotto nei giorni feriali a una corsa ogni 2 ore. Nessun servizio nei giorni festivi. Dal 18 maggio fino al 6 giugno si riparte con il servizio regolare previsto per il mese di maggio, una corsa ogni ora.
I Punto Bus saranno aperti da lunedì a sabato, dalle 7 alle 19.
Restano chiusi skate park e piastre polivalenti. «Sempre distanza di un metro»
In seguito al Dpdm del 26 aprile e all’ordinanza regionale del 30 aprile, da lunedì 4 maggio saranno riaperti parchi e giardini pubblici. Anche nel Comune di Lugo, che sottolinea come restino invece chiusi lo skate park e le piastre polivalenti, «oltre alle aree attrezzate per il gioco dei bambini».
Le aree chiuse saranno appositamente segnalate e delimitate.
Il Comune di Lugo ricorda che «sono vietati gli assembramenti e che deve essere sempre mantenuta la distanza di almeno un metro tra le persone, a eccezione di chi accompagna un minore o una persona non completamente autosufficiente. Inoltre, all’interno dei parchi, come altrove, non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto. È invece permesso svolgere individualmente attività sportiva o motoria, con accompagnatore per minori o non completamente autosufficienti».
«Invitiamo tutti i cittadini che frequenteranno i parchi e le aree verdi a osservare le norme di prevenzione per contrastare il contagio da Covid-19 – spiega l’assessore all’Ambiente Maria Pia Galletti -. Bisogna assolutamente evitare assembramenti, mantenere la distanza dalle altre persone e usare la mascherina se questo non è possibile. Questo è un primo momento di allentamento delle norme da vivere con prudenza per evitare di rovesciare un andamento della malattia abbastanza positivo nel nostro territorio. Abbiamo bisogno di muoverci ma bisogna farlo con prudenza e rispetto delle norme».
«Per verificare il rispetto delle norme in vigore – scrive il Comune – saranno intensificati i controlli da parte delle forze dell’ordine. Si invitano i cittadini a frequentare se possibile le aree verdi del proprio quartiere per evitare eccessivo affollamento nei parchi principali».
Continua inoltre a Lugo il progetto “Oasi Aperta”, che si svolge presso la Piccola Oasi Lilly e i vagabondi di Villa San Martino. Il progetto è rivolto a persone con disagi di vario genere, come psicologico, psichico, intellettivo e psicofisico, e permette di frequentare alcune aree protette per beneficiare del benessere che la natura può dare. Il disagio è da certificare tramite il medico di base o il medico di riferimento. Si può prendere un appuntamento con l’associazione che gestisce l’area telefonando al numero 335 6480310 e si può andare con un accompagnatore.
Andrea Conti è il responsabile delle relazioni esterne di Coldiretti Ravenna e il coordinatore provinciale di “Campagna Amica“, la fondazione nata a livello nazionale nel 2008 come luogo ideale di incontro tra gli interessi degli agricoltori e dei cittadini. Gli abbiamo chiesto un intervento sul “dopo virus”, pensando al ruolo centrale che potrà avere il settore dell’agricoltura.
Andrea Conti
Con piacere raccolgo il vostro stimolo a guardare avanti così da riflettere insieme sul “dopo virus” quindi su quelle traiettorie di futuro del Paese e della nostra provincia che, di certo, avranno ancor più al centro l’agricoltura e il cibo. Ma una breve premessa sul presente, prima di pensare al domani, ritengo sia d’obbligo.
Dopo la “fuga” dai campi negli anni del boom economico, cui fece seguito un lungo oblio da cronache e riflettori, l’agricoltura, nel- l’ultimo ventennio, è stata riscoperta dai tantissimi giovani che, anche in questa provincia, sono “tornati alla terra”. Tuttavia è forse solo ora, nella difficoltà generale, che ci si rende conto di cosa il settore primario rappresenti in termini non solo eminentemente economici, bensì sociali ed occupazionali.
Questi giorni complessi ci stanno facendo riscoprire un modo diverso di vivere, ci stiamo accorgendo che alcuni lavori si possono fare meglio a distanza, ma soprattutto che il corretto modello economico non deve per forza di cose perseguire profitto e globalizzazione. Stiamo riassaporando il gusto della lentezza, del tempo collettivo che oggi assomiglia sempre più a quello agricolo, scandito come è dalla natura e dai suoi ritmi.
Da qui occorre ripartire, come Coldiretti ripete da anni, dalla costruzione di un sistema che distribuisca la ricchezza in modo equo lungo l’intera filiera.
Garantendo la giusta remunerazione agli agricoltori, che da inizio emergenza stanno lavorando sodo, seppur tra mille difficoltà, per sostenere il Paese, si potrebbe raggiungere un maggior benessere personale e collettivo senza la necessità di fare sempre di più, ma puntando sulla qualità e sulla sua valorizzazione.
Credo fermamente, dunque, che l’Italia intera, e il nostro territorio che è cuore della food valley emiliano-romagnola, potrà trarre beneficio nella ripartenza proprio dalla sua tradizione rurale, ma solo se saprà invertire la tendenza del passato a sottovalutare il patrimonio agroalimentare nazionale e il valore del cibo. Perché se è indubbio che nella crisi attuale l’agricoltura può insegnarci la resilienza e la capacità di vincere tutte le sfide (pensiamo ad esempio alla quotidiana lotta contro insetti “alieni” e cambiamenti climatici), è altrettanto vero che questa crisi ha fatto ripensare al cibo non solo come materia prima vitale, ma come identità, appartenenza, territorio, comunità.
Quello che Coldiretti, attraverso Fondazione Campagna Amica, aveva letto in anticipo agli inizi degli anni 2000, accorciando la filiera e parlando direttamente al suo primo alleato, ossia il consumatore finale, oggi, anche a causa delle restrizioni imposte dalla Covid-19, conosce un’ulteriore spinta evolutiva. Il rapporto tra cittadino-consumatore e produttore diventa relazione di fiducia che cresce al crescere della domanda di “made in Italy”, di cibo sicuro, equo, al giusto prezzo per chi consuma e chi produce.
I cambiamenti già in atto relativamente alle abitudini di spesa e alle modalità d’acquisto, penso alla possibilità di ordinare la cassetta del contadino via web direttamente all’azienda agricola o a Ravenna al Mercato Contadino Coperto di via Canalazzo 59 (ultimo tassello della rete Campagna Amica locale) o ancora la richiesta di consegna a domicilio, saranno centrali anche in futuro e, anzi, grazie alle nuove tecnologie conosceranno un ulteriore sviluppo e perfezionamento. Come la nostra App Campagna Amica, già attiva prima di questa emergenza sanitaria, e ora implementata con un’apposita sezione che consente di ordinare la spesa dal proprio divano. Non sembra, ma stiamo tutti vivendo un ritorno al passato, a quando il contadino o l’allevatore portavano ortaggi, frutta, latte di casa in casa. Ed è proprio facendo questo passo indietro, forse obbligato dalle contingenze, certo, che posiamo la prima pietra di un futuro più “green”, con meno auto in circolazione, meno spostamenti, meno traffico.
Quel futuro più sostenibile che Campagna Amica aveva già immaginato investendo nella promozione dell’attività agrituristica capace di valorizzare in un sol colpo territorio, natura, cibo e ospitalità contadina. Un settore fondamentale anche per la nostra provincia, un settore che negli ultimi anni ha visto esplodere il nu- mero di arrivi-presenze e che, più di tutti, sta subendo gli effetti drammatici di questa crisi.
Ho letto con attenzione e, lo ammetto, non senza un certo rammarico, gli interventi dei rappresentanti delle istituzioni locali e dei vari stakeholder nell’edizione del vostro settimanale interamente dedicata al turismo che verrà (numero del 9 aprile, ndr). Ebbene, in tutti gli interventi non compare una sola riga o una minima riflessione sul comparto agrituristico nonostante il peso che esso riveste, e ormai da anni, nel bilancio turistico provinciale. Come Coldiretti e Campagna Amica, ritenendo il vero agriturismo sinonimo di accoglienza di qualità e di quel tipo di “vacanza green” che in futuro sarà ancora più richiesta dalle famiglie, italiane e straniere, abbiamo appena avanzato alla Regione Emilia-Romagna istanza per il riconoscimento dello stato di calamità, in gioco infatti c’è la sopravvivenza di queste attività, in gran parte gestite da under 35.
Per concludere, ritengo che qualsiasi visione di futuro non possa prescindere da due fattori: dalla difesa di una filiera allargata che in Italia, dai campi agli scaffali, vale oltre 538 miliardi e dall’accresciuta consapevolezza del valore sociale rappresentato dal cibo. Investire sull’agricoltura, sostenendone uno sviluppo basato su rapporti di filiera virtuosi significa contribuire ad una ripartenza sostenibile del Paese tale da generare innovazione, sviluppo, occupazione e da garantire al contempo quelle scorte alimentari strategiche e di qualità di cui l’Italia intera ha e avrà bisogno.
La condanna di Anpi, sindaci e anche della Lega, che risponde al Pd
Sono apparsi nei giorni scorsi a San Potito, frazione di Lugo, cartelli (subito rimossi) che paragonavano la polizia locale alle Ss naziste.
Un comportamento «vile ed arrogante», scrive l’Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, sezione di Lugo, che difende la polizia locale «che, con grande impegno e carico di lavoro, sta affrontando le problematiche che ogni giorno si presentano causa il Covid 19. Ciò che soprattutto indigna è il fatto che ci siano ancora persone che non riconoscano e rispettino l’operato di coloro che rischiano giornalmente per la sicurezza di tutti, indipendentemente dall’attività che svolgono».
«Scritte e simboli nazifascisti – continua la nota dell’Anpi – non solo offendono la Polizia Locale ma, in ogni caso e sempre, tutta la cittadinanza e sono dimostrazione di odio da perseguire specie in un Comune che già molti anni fa si dichiarò chiuso al fascismo. Questi episodi di violenza e vigliaccheria dimostrano che la democrazia, la legalità, la libertà e l’uguaglianza sono oggi ancora in pericolo ed è per questo che vanno prontamente denunciati».
In queste ore a condannare i cartelli erano stati anche il sindaco di Lugo Davide Ranalli e il sindaco di Massa Lombarda con delega alla Sicurezza dell’Unione della Bassa Romagna, Daniele Bassi, seguiti poi da Enrico Zini e Samantha Gardin, rispettivamente capogruppo nell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna e segretaria provinciale della Lega, che condannano il gesto e rispondono ai sindaci. «Un paragone inaccettabile – scrive Zini – anche se volutamente provocatorio ed evocativo della stanchezza, soprattutto mentale, che la popolazione sta sperimentanto in questa quarantena. Il cartello evocava un ignobile paragone e non un “inneggiamento” come il Pd locale vorrebbe far credere».
Zini conclude: «Consideriamo altresì inaccettabile fare subdoli riferimenti e allusioni tra “forze di minoranza” e “nazifascismo” sulla base della becera strumentalizzazione retorica perpretrata dalla sinistra di ciò che rappresenta il 25 aprile. Qui il tema è un altro, i nostri agenti».