sabato
13 Settembre 2025

Fu uccisa sette anni fa dal compagno, il ricordo di Linea Rosa e Opi Ravenna

In arrivo anche un percorso in due fasi rivolto ai detenuti della casa circondariale

SIMONA ADELA ANDRO
Simona Adela Andro

Ricorre il settimo anniversario della morte di Simona Adela Andro, l’infermiera trentaseienne ravennate uccisa dal compagno Valer Ispas Baciu il 2 aprile 2013.

Un atto di inaudita violenza, ricordato ogni anno nel giorno del triste anniversario da Linea Rosa e OPI Ravenna, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche locale di cui Adela faceva parte. «Quest’anno per ovvie ragioni legate alla pandemia in corso non è possibile commemorare pubblicamente Adela ma ci stringiamo insieme, seppur a distanza, nel suo ricordo, trovando al contempo l’occasione per condannare ancora una volta con fervida veemenza atti di simile crudeltà», dichiara la presidente di Linea Rosa Alessandra Bagnara.

Rimandato dunque a data da destinarsi l’avvio ufficiale del progetto “Muoviti in carcere – Mai più uomini violenti”, un percorso in due fasi rivolto ai detenuti della Casa Circondariale di Ravenna. Il progetto vuole suscitare una riflessione partendo dalla proiezione del film-documentario “Ma l’amore c’entra?” di Elisabetta Lodoli, in cui si riportano le testimonianze di uomini dal passato macchiato da episodi di violenza domestica, ma che hanno intrapreso un percorso di cambiamento. «Successivamente verranno organizzati incontri volti a sviluppare la consapevolezza del proprio agito problematico e favorire un cambiamento positivo nelle relazioni di vita», spiega la presidente di OPI Ravenna Paola Suprani.

L’intera attività di informazione e sensibilizzazione è stata promossa da Associazione Dalla Parte dei Minori, Linea Rosa, Muoviti/Coop. Libra, Lions Host e OPI Ravenna, e finanziata da Banca Credito Cooperativo, Lions Host e OPI Ravenna.

«Non poter fisicamente schierarsi contro la violenza sulle donne non significa che Linea Rosa non ci sia, al contrario, pur nel rispetto delle limitazioni imposte, le nostre operatrici sono quotidianamente al lavoro per combattere quella che sta diventando una vera e propria emergenza sociale. Ricordiamo a tutte coloro che si trovano in difficoltà che anche in questo periodo di reclusione forzata si può trovare il modo di sfuggire al proprio aguzzino e di denunciarne i maltrattamenti al numero 0544 216316, approfittando di quei brevi momenti di uscita per servizi e/o commissioni, oppure inviando una mail a linearosa@racine.ra.it», conclude Alessandra Bagnara.

Blocchi fino al 13 aprile. Il premier: «Non possiamo ancora allentare le misure»

Conte: «Il passeggio coi bambini? Per la spesa, non per andare a spasso»

Conte, Firmato Dpcm Proroga Blocchi Fino Al 13 AprileIl premier Giuseppe Conte ha firmato il dpcm proroga blocchi fino al 13 aprile. I morti sono «una ferita che mai potremo sanare: non siamo nella condizione di poter allentare le misure restrittive e alleviare i disagi e risparmiarvi i sacrifici a cui siete sottoposti», ha detto il presidente del Consiglio in conferenza stampa a Palazzo Chigi.

«C’è una sparuta minoranza di persone che non rispetta le regole: abbiamo disposto sanzioni severe e misure onerose. Non ci possiamo permettere che l’irresponsabilità di alcuni rechino danni a tutti».

«Se iniziassimo ad allentare le misure, tutti gli sforzi sarebbero vani, quindi pagheremmo un prezzo altissimo, oltre al costo psicologico e sociale, saremmo costretti a ripartire di nuovo, un doppio costo che non ci posiamo permettere. Invito tutti a continuare a rispettare le misure».

«Non siamo nelle condizioni di dire che il 14 aprile allenteremo le misure. Quando gli esperti ce lo diranno, entreremo nella fase 2 di allentamento graduale per poi passare alla fase 3 di uscita dall’emergenza, della ricostruzione, del rilancio».

«La fase due sarà di convivenza con il virus. Poi, la fase tre, sarà di uscita dall’emergenza e di ripristino della normalità lavorative, sociali, della ricostruzione e del rilancio».

«Non abbiamo affatto autorizzato l’ora del passeggio coi bambini. Abbiamo solo detto che quando un genitore va a fare la spesa si può consentire anche l’accompagno di un bambino. Ma non deve essere l’occasione di andare a spasso e avere un allentamento delle misure restrittive».

Nel nuovo dpcm si vietano gli allenamenti anche degli atleti professionisti «onde evitare – ha spiegato Conte – che delle società sportive possano pretendere l’esecuzione di una prestazione sportiva anche nella forma di un allenamento. Ovviamente gli atleti non significa che non potranno più allenarsi: non lo faranno in maniera collettiva ma individuale».

«Io sono stato ben chiaro: nelle nostre decisioni politiche abbiamo fatto una scelta. Partiamo dal presupposto che la nostra Costituzione attribuisce valore prioritario alla tutela della salute e poi cerchiamo anche di contemperare le esigenze dell’economia», ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi parlando delle misure anti contagio adottate dal governo. «Credo – aggiunge – che una decisione politica debba avere una base scientifica. Non ho mai detto che seguiamo alla lettera le valutazioni del comitato tecnico scientifico: ho detto che valutiamo le indicazioni degli scienziati. La politica sta affrontando un nemico sconosciuto che non è abituata ad affrontare, così come gli scienziati. Ma poi interviene la politica e la prospettiva è diversa perché il decisore politico deve agire in scienza e coscienza tenendo conto di tutti gli interessi in gioco. E soprattutto deve essere guidato dai principi costituzionali, che sono anche nella Costituzione a volte in contrasto tra loro». (Ansa.it)

Sono morti 4 uomini con coronavirus: avevano tra 71 e 81 anni e altre patologie

In tutto 605 infetti e 637 persone in quarantena e sorveglianza attiva in quanto contatti stretti con casi positivi

Foto DonazioneLa striscia di decessi con coronavirus in provincia di Ravenna si allunga ancora per l’undicesimo giorno consecutivo: tra il 31 marzo e l’1 aprile sono morti quattro uomini che avevano 71, 73, 76 e 81 anni. Secondo quanto fa sapere la Provincia erano tutti erano ricoverati da vari giorni e presentavano patologie pregresse. In totale 37 decessi, dal 22 almeno due al giorno. Il quadro statistico dei morti dice che 5 avevano meno di 70 anni e 19 più di 80.

Si allunga però anche l’elenco dei guariti. Sono cinque le guarigioni cliniche, quattro uomini e una donna, cui si aggiunge una guarigione definitiva: nel primo caso sono persone divenute asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione, nel secondo invece ci sono stati due tamponi negativi di seguito a distanza di 24 ore. Il totale delle guarigioni è 60.

Morti e decessi vanno conteggiati nel totale dei positivi che a oggi è 605. Le nuove positività odierne sono 25: 14 donne e 11 uomini. Una persona è residente fuori provincia. Venti pazienti sono in isolamento domiciliare poichè privi di sintomi o con sintomi leggeri, gli altri 5 sono ricoverati, nessuno in terapia intensiva. Sul fronte epidemiologico, si tratta principalmente di pazienti che hanno avuto contatti stretti con casi già accertati.

Infine nel quadro complessivo vanno aggiunte 637 persone in quarantena e sorveglianza attiva in quanto contatti stretti con casi positivi o rientrate in Italia dall’estero.

Per quanto riguarda la distribuzione fra comuni, il quadro dei 605 casi è il seguente:

272 Ravenna
97 Faenza
42 Cervia
42 Lugo
18 Castelbolognese
16 Bagnacavallo
16 Russi
13 Alfonsine
12 Cotignola
9 Fusignano
8 Conselice
8 Massa Lombarda
6 Riolo Terme
5 Solarolo
5 Brisighella
3 Sant’agata Santerno
1 Casola Valsenio
32 residenti al di fuori della provincia di Ravenna ma diagnosticati sul territorio per varie ragioni.

Per quanto riguarda la disponibilità di posti letto per fronteggiare la pandemia, al momento lo scenario in provincia di Ravenna vede 113 letti a Ravenna (di cui 12 per terapia intensiva a cui si aggiungono ulteriori 8 posti messi a disposizione dall’ospedale privato Maria Cecilia di Cotignola per la terapia intensiva) e 93 Lugo di cui 10 per terapia intensiva. In totale in Romagna sono 722 (258 Rimini, di cui 39 per terapia intensiva; 41 Riccione; 89 Forlì, di cui 10 per terapia intensiva; 120 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva).

Camminate con i figli vietate a Piacenza e Rimini. «A Ravenna si può, vicino a casa»

Il sindaco De Pascale ribadisce: «Si può camminare nei pressi dell’abitazione, ma usiamo il buon senso»

Mamma FigliNella provincia di Piacenza e in quella di Rimini «non trova effetto la circolare del ministero dell’Interno del 31 marzo 2020, con la conseguenza che le uscite per passeggiate genitori-figli minori rimangono non consentite». Lo affermano in una nota le istituzioni delle due province, le uniche “zona rossa” in Emilia-Romagna, sottoposte a misure ancor più restrittive rispetto alle altre.

In provincia di Ravenna, invece, il sindaco Michele de Pascale ha precisato ulteriormente: «Si può uscire dalla propria abitazione esclusivamente nelle ipotesi già previste dai decreti del presidente del Consiglio dei ministri: per lavoro, per motivi di assoluta urgenza o di necessità e per motivi di salute. La circolare del ministero dell’Interno del 31 marzo si è limitata a chiarire alcuni aspetti interpretativi sulla base di richieste pervenute al Viminale. È stato specificato che la possibilità di uscire con i figli minori è consentita a un solo genitore per camminare, purché questo avvenga in prossimità della propria abitazione e in occasione di spostamenti motivati da situazioni di necessità o di salute. Per quanto riguarda l’attività motoria è stato chiarito che, fermo restando le limitazioni indicate, è consentito camminare solo nei pressi della propria abitazione. Usiamo il buon senso, non possiamo assolutamente creare occasioni di aggregazione per strada anche solo con i vicini. Con intelligenza possiamo gestire questa fase difficile per tutti, anche per i più piccoli».

La Regione chiede al Governo un “bonus vacanze” per far ripartire il settore

Tra le richieste dell’assessore Corsini anche aiuti per i lavoratori stagionali e proroghe dei pagamenti

Corsini Bonaccini
Corsini con Bonaccini

Anche le vacanze serviranno a far ripartire, una volta passata la fase acuta dell’emergenza sanitaria, le abitudini delle famiglie e l’attività delle tante aziende legate al turismo: una delle principali voci dell’economia italiana e dell’Emilia-Romagna. E uno dei settori che più di altri avrà bisogno di tempo e di un grande sostegno pubblico per riprendere la corsa.

A questo proposito, l’assessore regionale al Turismo e commercio, il ravennate, Andrea Corsini ha scritto al ministro per i Beni culturali e turismo Dario Franceschini sollecitando, anche a nome delle altre Regioni, un  pacchetto di misure a sostegno dell’industria turistica e di tutto il comparto, gravemente colpito dall’allarme coronavirus e dalla crisi economica che ne consegue. Tra gli interventi: un “bonus vacanze” per ampliare la domanda interna e aiutare grandi e piccole attività a rimettersi in moto, aiuti ai lavoratori  stagionali, che rappresentano la maggior parte degli occupati del settore, provvedimenti per immettere liquidità attraverso proroghe fino a dicembre dei pagamenti di varia natura.

«Servirà tempo, lungimiranza, visione strategica e un grande patto fra Istituzioni, cittadini, sindacati e associazioni di categoria per affrontare la fase della ricostruzione sociale ed economica – afferma Corsini -.  L’industria turistica è il comparto che più di ogni altro ha subito e subirà un contraccolpo negativo, in alcuni casi devastante, in seguito al diffondersi della Covid-19. Le giuste misure prese per arginare la diffusione del virus impediscono il movimento delle persone e va da sé che il turismo, essendo legato agli spostamenti, ora è in ginocchio e domani risulterà fortemente penalizzato. Come Commissione Turismo delle Regioni italiane abbiamo avanzato una serie di proposte emendative al decreto ‘Cura Italia’ che partono dall’inspiegabile mancanza di un articolo dedicato alle misure di sostegno al settore che, ancorché insufficienti, sono presenti in diverse parti del decreto».

Sempre con l’obiettivo di un’azione coordinata, Corsini chiede l’istituzione di una cabina di regia sul turismo per affrontare i prossimi mesi guidata dal Ministero con la partecipazione di Regioni e associazioni di categoria.

La polizia locale mette in strada 4 Alfa Romeo Giulietta: in totale oltre 60 veicoli

Le nuove auto saranno usate nei pattugliamenti in città. Investimento da 92mila euro che comprende anche 4 Jeep per mare e forese

20 04 01 Auto Polizia LocaleDa oggi quattro nuove Alfa Romeo Giulietta sono in dotazione alla polizia locale di Ravenna e già operative sul territorio. Gli autoveicoli, con lo specifico allestimento di servizio, saranno utilizzati principalmente dall’ufficio Città della “Sicurezza urbana” e quindi destinati alle attività di pattugliamento e sorveglianza.

L’investimento segue un analogo acquisto, effettuato poche settimane fa, dei veicoli fuoristrada “Jeep Renegade”, destinati al controllo delle aree periferiche (mare e forese).

20 02 25 Polizia Locale Nuove AutoSi tratta di un investimento di oltre 92mila euro, che va ad implementare il parco mezzi della Polizia locale operativa nel territorio comunale più esteso d’Italia, dopo quello della città di Roma. Attualmente la polizia locale ha in dotazione 56 veicoli, 2 furgoni per il rilievo degli incidenti stradali, 7 moto, 4 scooter, 3 quad, 10 segway e 20 biciclette, di cui 4 elettriche.

«Enti pubblici paghino a coop sociali anche prestazioni non svolte per impedimenti»

I presidenti delle federazioni regionali di Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali e Agci Solidarietà scrivono alla Regione Emilia-Romagna

Chariot D'entretien Dans Un Bureau Et Signalisation«Le cooperative sociali dell’Emilia-Romagna devono poter fatturare le prestazioni già previste a bilancio dalle amministrazioni pubbliche, anche quelle che non si sono potute svolgere a marzo e che non si potranno svolgere nelle prossime settimane per le chiusure dei servizi imposte dalle disposizioni nazionali e regionali per l’emergenza sanitaria». Lo dichiarano i presidenti delle federazioni regionali di Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali e Agci Solidarietà – Luca Dal Pozzo, Alberto Alberani ed Emanuele Monaci – ricordando come il decreto del 17 marzo autorizzi le Pubbliche amministrazioni a pagare i gestori privati dei servizi sospesi a causa dell’emergenza sanitaria, “sulla base di quanto iscritto nel bilancio preventivo”. La richiesta delle centrali riunite nell’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna (che rappresenta oltre 900 cooperative sociali e 44mila operatori che ogni giorno prestano servizi socio-assistenziali, socio-sanitari ed educativi a circa 65mila persone tra anziani, disabili, svantaggiati e minori) è contenuta in una lettera spedita nei giorni scorsi al presidente della Regione, Stefano Bonaccini.

Sono circa diecimila in regione i lavoratori delle cooperative sociali interessati dalla chiusura dei servizi dovuta all’emergenza coronavirus: «Alcuni di loro sono stati impiegati in altre mansioni ma la maggior parte si trova a casa – aggiungono i tre presidenti -. Registriamo ogni settimana danni per diversi milioni di euro a causa della mancata erogazione dei servizi, ma dato che le risorse per pagare le prestazioni interrotte sono già state previste nei bilanci dei Comuni e delle altre Amministrazioni pubbliche con cui lavoriamo, chiediamo che le fatture delle prestazioni vengano pagate altrimenti non sapremo come fare fronte agli stipendi dei nostri operatori e delle nostre educatrici, con gravissime ricadute sulla tenuta delle imprese sociali e sul sistema di welfare emiliano-romagnolo».

A tal proposito, nella lettera spedita al presidente Bonaccini e che sarà indirizzata anche all’Anci, le centrali cooperative invocano un accordo nazionale tra Regioni, Comuni, Organizzazioni sindacali e Alleanza Cooperative «che possa indirizzare le Pubbliche amministrazioni e le cooperative verso un comportamento omogeneo per evitare l’insorgere di interpretazioni e controversie giudiziarie».

Il riconoscimento da parte dei Comuni e delle pubbliche amministrazioni delle prestazioni del mese di marzo e dei periodi in cui i servizi continueranno ad essere chiusi per l’emergenza Coronavirus – continuano Dal Pozzo, Alberani e Monaci – evita il ricorso a permessi, ferie e Fondo di integrazione salariale (Fis), consentendo alle lavoratrici e ai lavoratori delle cooperative sociali di godere degli stessi diritti dei dipendenti pubblici che svolgono il loro medesimo lavoro.

Coronavirus, il Comune di Ravenna raccoglie offerte per il fondo generi alimentari

Le donazioni saranno usate dai servizi sociali per acquistare buoni da distribuire a chi ne avrà bisogno

Il Comune di Ravenna ha istituito un conto per raccogliere le offerte in denaro di chi volesse contribuire al Fondo generi alimentari per persone in difficoltà economiche a causa dell’emergenza Covid-19.

Le donazioni saranno usate dai servizi sociali del Comune di Ravenna per acquistare buoni alimentari da distribuire a chi ne avrà bisogno e per sostenere le mense solidali impegnate negli aiuti alimentari.

«Le misure di prevenzione e contrasto alla diffusione della Covid-19 – dichiara il sindaco Michele de Pascale – hanno purtroppo determinato, e in alcuni casi aggravato, le difficoltà economiche di tanti cittadini e cittadine, molti dei quali non sono coperti da ammortizzatori sociali, o devono ancora riceverli, o sono disoccupati o lavoratori stagionali che non verranno assunti a causa dell’emergenza.  Ho la certezza che la nostra comunità, in questa dolorosa situazione, saprà essere ancora più unita e solidale, per questo invito tutti coloro che ne hanno la possibilità a donare un pasto a chi ne ha più bisogno. Aiutiamoci e sosteniamoci l’un l’altro, supereremo questo difficile momento tutti insieme».

Chiunque voglia donare, può farlo: eseguendo un bonifico (anche dall’estero) all’iban IT90K0627013100CC0000251518, intestato a Comune di Ravenna, causale Fondo generi alimentari – Covid19 – facendo un’offerta attraverso la piattaforma Gofoudme.com, link alla campagna di raccolta fondi https://www.gofundme.com/f/ravenna-dona-un-pasto-a-chi-e-in-difficolta

I numeri del contagio in provincia: 605 il totale dei positivi, altri 4 morti

I nuovi casi diagnosticati sono 25. Il totale dei decessi arriva a 37

PA Ambulanza CovidLa Regione Emilia-Romagna diffonde il bollettino quotidiano con i dati del contagio da Covid-19 e per la provincia di Ravenna si registrano oggi, 1 aprile, 25 casi di positività in più rispetto a ieri. Il totale arriva così a 605 tra cui 37 morti: i nuovi deceduti di oggi sono 4.

I nuovi decessi in regione riguardano 25 residenti nella provincia di Piacenza, 24 in quella di Parma, 9 in quella di Reggio Emilia, 10 in quella di Modena, 3 in quella di Bologna (di cui 1 nel territorio imolese), 1 in quella di Ferrara, 4 nella provincia di Forlì-Cesena, di cui 2 a Forlì e 2 a Cesena, 5 in quella di Rimini.3decessi si riferiscono a residenti fuori regione.

Questi i casi di positività sul territorio, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 2.716 (81 in più rispetto a ieri), Parma 2.005 (72 in più), Reggio Emilia 2.553 (246 in più, crescita che si deve anche un aumento dell’attività del laboratorio di analisi), Modena 2.297 (75 in più), Bologna 1.813 (133in più), Imola 271 (11 in più), Ferrara 326  (6 in più), Forlì-Cesena 756 (di cui 375 a Forlì, 9 in più rispetto a ieri, e 381 a Cesena, 17 in più), Rimini 1.445 (38 in più).

In totale quindi ci sono 14.787 casi di positività in Emilia-Romagna, 713 in più rispetto a ieri; 58.457 i test effettuati, 3.925 in più. Complessivamente, sono 6.443 le persone in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o risultano prive di sintomi (374 in più rispetto a ieri); quelle ricoverate in terapia intensiva sono 359, 6 in più rispetto a ieri. I decessi sono passati da 1.644 a 1.732: 88 in più, quindi, di cui 58 uomini e 30 donne. Continuano, nel frattempo, a salire le guarigioni, che raggiungono quota 1.566 (89 in più rispetto a ieri): 1.150 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione; 416 quelle dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Da domani, giovedì 2 aprile, in Emilia-Romagna si parte con lo screening su tutto il personale della sanità pubblica e privata convenzionata e dei servizi socioassistenziali della regione, da Piacenza a Rimini. Si inizierà con una prima batteria di 50mila test sierologici, per poi proseguire con ulteriori 100mila test (già ordinati), con l’obiettivo di arrivare a 200mila complessivi; saranno effettuati attraverso un piano e un calendario programmato dall’assessorato regionale alle Politiche per la salute.

“Caro vicino ti scrivo”, messaggi di conforto tra ravennati chiusi in casa per virus

Il progetto del servizio di mediazione del Comune, Cittattiva

20 04 01 CaroVicino FronteAl via a Ravenna una chiamata ai cittadini, invitati a relazionarsi tramite scritti e disegni con altri concittadini chiusi in casa per l’emergenza covid-19 con la finalità di solidarizzare e affrontare meglio questo periodo.

Da oggi, sulla pagina facebook di CittAttiva Ravenna – il servizio di mediazione sociale e promozione della cittadinanza attiva del Comune – si può scaricare e stampare una cartolina su cui scrivere o disegnare messaggi di vicinanza e conforto da inviare poi, tramite email, a cittattiva@comune.ra.it o attraverso whatsapp al 349.6481710.

Gli operatori di CittAttiva si occuperanno di stamparlo e consegnarlo in sicurezza attraverso gli operatori della cooperativa sociale Villaggio Globale e i volontari che in queste settimane sono impegnati nella consegna a domicilio delle spese alimentari.

«Possono partecipare adulti e bambini, animati dalla voglia di essere più vicini anche a chi non conoscono», si legge in una nota inviata alla stampa.

Se l’autore del messaggio lo desidera potrà lasciare il proprio contatto sulla cartolina per poter ricevere risposta e magari conoscersi personalmente in futuro.

Per info e per ricevere la cartolina da stampare in A4: cittattiva@comune.ra.it; Andrea Caccìa 342.9080614.

La gelateria Mordenti regala 70 kg di dolcezza a medici e infermieri dell’ospedale

Il negozio di piazza Kennedy ha donato anche quattromila euro all’Ausl e inizierà a fare consegne a domicilio ai privati nel weekend. Il titolare: «Avevamo fatto un investimento da 50mila euro per nuovi macchinari ed è arrivata la pandemia…»

MORDENTI9La gelateria Mordenti di Ravenna prova a regalare qualche attimo di relax a medici e infermieri dell’ospedale di Ravenna impegnati nell’emergenza Covid-19: il negozio di piazza Kennedy regalerà 70 kg di dolcezza al Santa Maria delle Croci. Sarà il titolare in persona, Germano Mordenti, a fare la consegna il 3 aprile: «Vaschette da tre kg ognuna, 13-14 gusti diversi e ognuno potrà scegliere. Ci è sembrato un modo per fare la nostra parte in modo attivo. Possiamo farlo anche più avanti, ci terremo in contatto con i responsabili dei reparti». Oltre al dono da gustare a cucchiaiate,  anche un bonifico di quattromila euro a favore dell’Ausl: duemila dalla gelateria e duemila dall’azienda agricola della stessa famiglia che produce le uova utilizzate per il gelato.

L’idea della consegna al Santa Maria delle Croci è nata sulla scia di quanto fatto da altre attività che hanno portato pasti e pizze al personale sanitario. E proprio in questo momento per la gelateria è in partenza il servizio di consegna a domicilio anche per i privati: «Abbiamo fatto un investimento di 50mila euro per nuovi macchinari per la produzione: sono pozzetti che fanno il gelato sul momento davanti al cliente. Non possiamo aprire al pubblico e dal venerdì alla domenica proviamo a mettere in piedi la consegna con i fattorini. Sarà una novità anche per noi, vediamo come vanno le cose». Dalle prove si direbbe bene: durante i test per accertarsi che funzionassero le ordinazioni dal sito sono arrivate già le richieste.

Coronavirus, prorogate fino al 13 aprile tutte le misure di limitazione

Lo ha comunicato il ministro Speranza nell’informativa al Senato

++ Coronavirus:Speranza,proroga Misure, Sacrificio Non Breve ++
Roberto Speranza (foto Ansa)

Il governo ha deciso di prorogare fino al 13 aprile tutte le misure di limitazione alle attività e agli spostamenti individuali finora adottate.

Lo ha annunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’informativa al Senato. «Siamo nel pieno di un’esperienza durissima e drammatica – ha detto il ministro – avremo tempo e modo di valutare ogni atto e conseguenza, ma a tutti è chiara una cosa: il Servizio sanitario nazionale è il patrimonio più prezioso che possa esserci e su di esso dobbiamo investire con tutte le forze che abbiamo. Il clima politico positivo e unitario è una precondizione essenziale per tenere unito il Paese in questo momento difficile della nostra storia. Non è il tempo delle divisioni. L’unità e la coesione sociale sono indispensabili in queste condizioni, come ha detto il presidente Mattarella», ha sottolineato.

«Attenzione ai facili ottimismi – dice ancora Speranza – che possono vanificare i sacrifici fatti: non dobbiamo confondere i primi segnali positivi con un segnale di cessato allarme. La battaglia è ancora molto lunga e sbagliare i tempi o anticipare misure sarebbe vanificare tutto». (Ansa.it)

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