venerdì
12 Settembre 2025

Cna Ravenna piange Antonia Gentili, responsabile Comunicazione e Pubbliche relazioni

Avrebbe compiuto 63 anni tra poche settimane

AntoniaGentili(1)Si è spenta oggi, venerdì 20 marzo, Antonia Gentili, responsabile dell’Ufficio Comunicazione, Stampa e Relazioni Pubbliche della Cna di Ravenna, dopo una lunga malattia.

Avrebbe compiuto 63 anni tra poche settimane.

«Ci lascia una collega appassionata – si legge in una nota della Cna –, che amava profondamente il suo lavoro, sempre disponibile e pronta a dispensare buoni consigli. È stata un punto di riferimento per tantissimi colleghi e sarà sempre ricordata con affetto e stima da tutta l’Associazione, non solo come una collega ma come un’amica sincera».

Date le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria attuale, sono sospese le cerimonie funebri. Non sarà possibile, quindi, per il momento, portare l’ultimo saluto ad Antonia Gentili.

«Ci sarà tempo e modo per salutarla e ricordarla come merita», termina la Cna, che si «stringe al marito Patrizio e alla loro famiglia in questo momento di immenso dolore».

È morto Antonio Longanesi: salvò il vitigno autoctono da cui è nato il Bursôn

Il cordoglio di Comune e Pro Loco di Bagnacavallo

Antonio Longanesi Quercia Burson 1È morto Antonio Longanesi, bagnacavallese al quale l’enologia italiana e quella romagnola in particolare devono molto.

A Longanesi infatti, nato nel 1921 a Boncellino in una famiglia contadina soprannominata , si deve il salvataggio dall’estinzione di un vitigno autoctono di antica tradizione, l’Uva Longanesi, dalla quale nacque poi il vino rosso Bursôn, oggi apprezzato a livello mondiale.

L’Uva Longanesi ha ottenuto nel 2000 l’iscrizione al Registro delle Varietà e il Bursôn è diventato nel tempo il prodotto di punta del Consorzio “Il Bagnacavallo”, costituito proprio allo scopo di valorizzare e promuovere i prodotti tipici locali.
Oggi quest’uva viene coltivata in molte aziende agricole del territorio provinciale e permette di ottenere una consistente produzione di vino.

Presidente del Consorzio “Il Bagnacavallo” è il nipote di Antonio Longanesi, Daniele: a lui e alla sua famiglia vanno le condoglianze di Comune e Pro Loco, inviate in una nota anche alla stampa.

Per i suoi meriti Antonio Longanesi aveva ricevuto nel 2013 l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica, conferitagli del presidente Giorgio Napolitano.

«Cosa faremo delle nostre fragole per l’estero?». L’allarme di Geoplant Vivai

L’azienda ravennate specializzata nella coltivazione di piante da frutto registra una grave situazione di stallo

Lucilla Danesi Geoplant Vivai
Lucilla Danesi

«Se da qui a poche settimane la situazione non si risolve e non si percepisce che si possa risolvere sarà un problema per tutta l’esportazione agroalimentare». A parlare è Lucilla Danesi, responsabile commerciale fragola dell’azienda vivaistica Geoplant Vivai, alle prese con i contraccolpi del Covid19 e dell’emergenza sanitaria che sta paralizzando Italia e non solo.

L’azienda ravennate, specializzata nella coltivazione di piante da frutto e di fragola, sta registrando insieme a tutte le realtà agricole del Paese, una grave situazione di stallo che vede la drammatica difficoltà di esportare i propri prodotti oltre confine.

«Negli ultimi 15 giorni, prima che le autorità decretassero tutta una serie di provvedimenti e stop agli spostamenti abbiamo fatto sforzi enormi per esportare le nostre piante consegnando tutto quello che potevamo consegnare ai nostri mercati esteri: Austria, Slovenia, Ungheria e Romania», commenta Gianluca Pasi, responsabile estero delle piante da frutto. I prossimi mesi però si preannunciano densi di incognite, difficoltà e ovviamente perdite economiche, soprattutto alla luce della recente notizia dell’annunciata chiusura dell’area Schengen da parte dell’Unione Europea. Al momento il mercato più in bilico è quello delle piante di fragola che ha in aprile, maggio e giugno momenti di consegna importanti.

«Quando tra due settimane dovrò consegnare le piante di fragola in marcati extra-UE Kazakistan, in Russia, in Serbia, così come in paesi comunitari che stanno imponendo forti restrizioni al confine come Ungheria e Austria, cosa farò? – si domanda Lucilla Danesi– Il prodotto è già nelle celle frigo stivato, pronto per essere commercializzato e non dimentichiamoci che si tratta di merce deperibile. Quello che non consegno quest’anno, non lo posso tenere per le vendite del prossimo. È dunque innegabile che da qui a giugno il problema della logistica diventerà il problema per tutto l’agroalimentare, settore vivaistico compreso».

A questo quadro già allarmante, Geoplant Vivai aggiunge un’altra preoccupazione fondata: il rischio che le barriere sanitarie che tutti i paesi d’Europa stanno ergendo si trasformino, nel lungo periodo, in barriere protezionistiche.  «Questo rischio va vigilato e tenuto in considerazione», sottolineano Danesi e Pasi, invitando le amministrazioni locali, statali e le associazioni di categoria a farsi portavoce del problema in sede europea.

Ma il fermo dell’export non è l’unico elemento ad agitare il settore. Nelle prossime settimane quando riprenderà la raccolta nei campi, tutti gli agricoltori d’Italia dovranno fare i conti con un altro ostacolo: la mancanza di operai. Secondo i dati di alcune associazioni di categoria sono 370.000 i braccianti regolari che ogni anno raggiungono, in questo periodo, le campagne italiane dall’estero (Est Europa e Nord Africa) e che attualmente sono rimasti nel loro paese un po’ a causa della chiusura delle frontiere un po’ per il forte timore del virus.

Senza un intervento immediato – scrive l’azienda ravennate – la chiusura dei confini alle persone, si ripercuoterà disastrosamente mettendo a rischio più di un quarto del made in Italy che ogni anno arriva sulle nostre tavole grazie alla raccolta per mano di rumeni, marocchini, indiani, albanesi, senegalesi, polacchi, tunisini, bulgari, macedoni e pakistani.

«Azzeramento delle tasse e liquidità, altrimenti tutti in ginocchio per 10 anni»

La lettera a Mattarella e Conte dell’imprenditore Valerio Molinari di Ecogest

Valerio Molinari«Dare un sostegno vero, semplice ed immediatamente efficace alle piccole e medie imprese che compongono, e spesso alimentano da sole il Sistema Paese». È questo il senso di un accorato appello che l’imprenditore romagnolo Valerio Molinari, azionista di riferimento della Ecogest spa, azienda con sede a Cotignola, leader in Italia e all’estero nella manutenzione del verde autostradale, ha rivolto, con una lunga missiva, inviata ieri al Quirinale e a Palazzo Chigi, al Presidente della Repubblica, Mattarella, ed al Presidente del Consiglio dei Ministri, Conte.

Un appello che raccoglie la voce di tanti imprenditori del comparto, operanti in tutta Italia ed all’estero, e di piccoli e medi imprenditori italiani, rimasti delusi dopo l’approvazione del decreto “Cura Italia”, dall’assenza di norme concrete a favore delle imprese, soprattutto per quanto riguarda la carenza di liquidità, oggi vero grande problema di sistema per il Paese intero.

«Prescrizioni, vincoli di legge e di programmazione di bilancio finanziario non servono a nulla. Ora, e intendo subito, serve rialzare la testa dimenticandosi tutto quello che in un sistema normale consideriamo essere le regole economiche da rispettare, per tutti i cittadini e per tutte le nazioni – scrive tra l’altro nella missiva Molinari -. Servono risorse umane per la sanità, servono strutture ed attrezzature mediche, serve l’esercito nelle strade e l’assistenza agli anziani, ma soprattutto serve un azzeramento, seppure temporaneo, delle imposizioni fiscali ed una cospicua iniezione di liquidità per tutti i settori senza limitazioni, perché, ricordo a me stesso, non esistono aziende o professionisti di serie A e di serie B; senza liquidità, che ora non c’è, nel brevissimo periodo, ci ritroveremo tutti in ginocchio per almeno un decennio».

«Il nostro pensiero, da imprenditori, ma soprattutto da italiani – spiega Molinari – va anche, e soprattutto alle famiglie dei nostri dipendenti, alle famiglie dei dipendenti delle aziende dell’indotto, a ciascuno di quanti ha collaborato e collabora con le piccole e medie aziende italiane; è giunto il momento di atti concreti ed efficaci concertati non solo con la politica, ma anche con chi l’impresa la vive quotidianamente e sa, meglio di chiunque altro, di cosa c’è bisogno per resistere oggi, e per ripartire con forza domani. Noi stiamo rispondendo presente al grido d’aiuto della sanità nazionale con contributi concreti, nonostante la difficile situazione; adesso spetta al Paese fare fino in fondo il proprio dovere per aiutarci a resistere e tenere alta la bandiera dell’impresa italiana».

E nello stralcio conclusivo della missiva scrive: «Fate in modo che migliaia di imprese non siano costrette a chiudere i battenti dopo decenni, e che milioni di famiglie non siano costrette a conoscere la sofferenza di perderlo il lavoro; studiate nuovi provvedimenti, semplici ed immediati, comprensibili a tutti ed immediatamente attuabili; date un concreto aiuto al sistema produttivo e ad ogni singolo cittadino; rendeteci, ancora una volta, orgogliosi di essere figli di questo Paese. Con il massimo rispetto, doveroso senso del dovere ed attaccamento alla patria, un imprenditore italiano che ancora sta lavorando perché il lavoro per imprese è anche, e soprattutto, responsabilità sociale».

«Nomadi e questuanti in giro senza rispettare le restrizioni anti coronavirus»

La lista civica La Pigna chiede al sindaco di intensificare i controlli

Parcheggiatore Abusivo Aggredisce Motociclista 1588711Gruppi di nomadi a Classe e davanti alla sede della Motorizzazione civile ed extracomunitari in stazione e davanti ai supermercati a chiedere l’elemosina. È la segnalazione di Veronica Verlicchi, capogruppo in consiglio comunale a Ravenna della lista civica La Pigna, che chiede sanzioni nei loro confronti secondo le nuove misure entrate in vigore per contenere la diffusione del coronavirus.

«In entrambi i casi, non si tratta certo di uscite dovute a necessità – commenta Verlicchi –. Se i cittadini che escono per motivi futili vengono giustamente sanzionati, allora anche a nomadi e questuanti deve essere vietato di scorrazzare inutilmente, rendendosi potenziali fonti di contagio per se stessi e per gli altri».

La Pigna chiede quindi al sindaco de Pascale che «attivi immediatamente la Polizia locale» ed intensifichi i controlli.

Emergenza coronavirus, farmaci a domicilio per chi ha più di 65 anni

Attivate nuove modalità di consegna grazie all’accordo tra Ausl, associazioni di categoria e Croce Rossa

A seguito delle indicazioni regionali e di accordi dell’Ausl Romagna con Associazioni di categoria dei farmacisti e con Croce Rossa, e al fine di contrastare le concentrazioni di persone e quindi di contenere il più possibile la trasmissione del coronavirus, in questo periodo e fino a nuova comunicazione, sono state attivate nuove modalità di consegna di farmaci e dispositivi medici al domicilio del paziente o presso la farmacia di fiducia aperta al pubblico.

«Tale modalità – si legge nella nota dell’Ausl – riguarda anche medicinali abitualmente ritirati presso la distribuzione diretta nei punti erogativi ospedalieri, se per tali farmaci non è necessaria rivalutazione da parte dello specialista».

Tutti i pazienti che utilizzano la distribuzione diretta possono rivolgersi alle farmacie territoriali. Il servizio di consegna domiciliare – effettuato tramite i volontari di Croce Rossa o altre Associazioni di volontariato – è invece prioritariamente rivolto a: anziani di età superiore ai 65 anni, disabili, immunodepressi, oncologici, persone Covid positive e in generale persone sole o con rete familiare assente o debole.

La consegna può essere attivata dagli utenti, o da loro congiunti, con le seguenti modalità: contattando direttamente il numero verde della Croce Rossa 800.065.510; recandosi presso la farmacia di fiducia con il piano terapeutico che avrebbero portato al punto di distribuzione diretta; contattando la distribuzione diretta della farmacia ospedaliera del proprio ambito territoriale (per Ravenna e provincia: 0544/287248 / 285200) nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle ore 16.30.

Coronavirus, anche una neonata contagiata (con sintomi lievi)

La bambina, di 20 giorni, è stata ricoverata in pediatria e poi è tornata a casa con la mamma, negativa

NeonataTra i pazienti contagiati al coronavirus in provincia di Ravenna (a ieri, 19 marzo, 185) c’è anche una bambina di 20 giorni.

La notizia è riportata sulle pagine del Carlino in edicola oggi.

La neonata ha trascorso un paio di giorni ricoverata in Pediatri, in isolamento, con sintomi molto lievi, tanto da essere stata dimessa e portata a casa con la mamma, risultata invece negativa.

Il contagio – scrive il Carlino – è avvenuto invece tramite il padre, attualmente ricoverato a Ravenna, ma non in terapia intensiva, che avrebbe contratto la malattia fuori dalla provincia di Ravenna.

Emergenza coronavirus, dormitori aperti anche di giorno per i senzatetto

Il sindaco e l’assessore: «Grazie di cuore a operatori e volontari»

ImagesIn questo periodo d’isolamento forzato a Ravenna le persone senza fissa dimora sono accolte nei dormitori di via Mangagnina e di via Torre non solo durante la notte, ma anche durante il giorno. Lo rivela il sindaco Michele de Pascale.

Una misura che permette di far loro di rispettare le misure di prevenzione e contenimento alla diffusione del coronavirus e di offrire loro una casa dove poter stare in questo momento in cui è possibile uscire solo per comprovate necessità.

«Come amministrazione comunale ci siamo attivati subito per sostenere entrambe le strutture che, in breve tempo, hanno dovuto cambiare la loro organizzazione, e in particolare nel dormitorio di via Torre si è dovuto allestire una nuova area che potesse accogliere durante il giorno gli ospiti. Insieme a Valentina Morigi assessora ai Servizi sociali, voglio ringraziare di cuore gli operatori e i volontari dei dormitori – termina il sindaco – che, nonostante il difficile momento, lavorano con ancora più impegno per fare in modo che queste persone possano sentirsi al sicuro».

Coronavirus, il Gruppo Tampieri dona 150mila euro agli ospedali della provincia

E continua ad assicurare la produzione dell’olio di semi, «un bene essenziale che inizia a scarseggiare»

Ph Gruppo Fotografia LiceoIl Gruppo Tampieri di Faenza dona 150mila euro agli ospedali di Ravenna, Faenza e Lugo per fronteggiare l’emergenza coronavirus.

«Ci troviamo di fronte ad una emergenza inimmaginabile e le famiglie Tampieri desiderano essere vicine a chi si trova quotidianamente a fronteggiarla». È questo il primo commento di Andrea Tampieri che, parlando a nome di tutte le famiglie, aggiunge che «Il contributo di 150.000 eur complessivi, suddivisi pariteticamente fra i tre ospedali di Ravenna, Faenza e Lugo, sarà finalizzato all’acquisto di presìdi e strumentazione a supporto dei rispettivi pronto soccorso e delle medicine d’urgenza. Il nostro ringraziamento va a tutti gli operatori del sistema sanitario che stanno lavorando senza sosta, con un cuore davvero grande».

Questo gesto si aggiunge alla donazione di dispositivi di protezione individuale, nello specifico mascherine, che nei giorni scorsi era già stata fatta ai reparti di terapia intensiva e al pronto soccorso/medicina d’urgenza dell’ospedale hub Covid-19 di Ravenna.

Il Gruppo Tampieri si è attivato fin da subito per ottemperare alle disposizioni dei vari decreti ed ordinanze, oltre alle indicazioni del protocollo siglato tra il Governo e le parti sociali, volte a prevenire e contrastare la diffusione del virus Covid-19. «Fra le altre misure – scrive in una nota il gruppo –, è stata agevolata la fruizione del lavoro agile per le attività che possono essere svolte a domicilio, modificati gli orari dei turni per ridurre la compresenza nei reparti produttivi e imposta l’osservanza di regole di stretta sicurezza anti-contagio al fine di tutelare al massimo la salute di tutti i collaboratori e di chiunque debba accedere alle aziende».

«Desideriamo anche ringraziare tutti i colleghi che con il loro impegno ci consentono di assicurare la produzione di un bene, l’olio di semi, che risulta essenziale e che comincia a scarseggiare in diverse regioni italiane» – dichiara Carlo Tampieri, che è anche presidente del Gruppo oli da semi di Assitol.

«La nostra gratitudine verso i nostri dipendenti – concludono i Tampieri – va estesa anche a molti fornitori esterni, in particolar modo le imprese di pulizia e sanificazione, che si sono resi immediatamente disponibili ad intensificare il loro lavoro».

Un altro morto con Covid-19 in provincia di Ravenna. E altri 32 casi positivi

Si tratta di un 80enne già gravato da altre patologie. I decessi in provincia salgono così a cinque

Ambulanza CoronavirusSono 185 a oggi (19 marzo) i casi positivi al coronavirus registrati in provincia di Ravenna, 32 in più rispetto a ieri. Si tratta dell’aumento in valore assoluto più consistente dall’inizio dell’emergenza. Il dato comprende guariti, deceduti e attualmente positivi, sia ricoverati che in isolamento domiciliare.

Dei nuovi 32 casi, 22 sono uomini e 10 donne. Diciannove pazienti sono ricoverati, sebbene in condizioni non gravi, 12 sono in isolamento domiciliare volontario poiché privi di sintomi o con sintomi lievi. Infine un uomo di 80 anni, già gravato da varie patologie, trasportato in ospedale è deceduto alcune ore dopo.

Il decesso si aggiunge a quello di ieri al Maria Cecilia Hospital e fa salire a cinque i morti in provincia di Ravenna, a cui si deve aggiungere il 74enne faentino deceduto all’ospedale di Forlì.

Di questi nuovi 32 casi registrati – rivela in una nota la Provincia di Ravenna – «l’indagine epidemiologica ha consentito di verificare che uno ha contratto il virus nell’ambito di spostamenti lavorativi al di fuori della provincia e altri 5 attraverso contatti con persone che nei giorni scorsi, a loro volta si sono spostate per lavoro o altro motivo». Anche gli altri pazienti rappresentano contatti con casi accertati tra cui altri 2 indirettamente legati alla palestra di cui si è parlato nei giorni scorsi ed uno è operatore di una struttura sanitaria privata. In circa 45 casi è stata identificata la frequentazione di località al di fuori della provincia caratterizzate da importante circolazione virale.

Si sono infine registrate in provincia 3 guarigioni cliniche: una donna e due uomini. Il totale delle persone senza più sintomi arriva a 21.

Complessivamente i casi confermati alle 12 del 19 marzo sono così distribuiti per Comune:

76 a Ravenna
26 a Faenza
21 a Cervia
16 a Lugo
7 a Castel Bolognese
5 a Russi
5 a Alfonsine
4 a Bagnacavallo
4 a Conselice
2 a Massa lombarda
2 a Sant’Agata sul Santerno
1 a Solarolo
1 a Cotignola
1 a Brisighella
1 a Riolo Terme
13 residenti al di fuori della provincia.

In Emilia-Romagna sono invece complessivamente 5.214 i casi di positività alle 12 di oggi, 19 marzo, 689 in più rispetto a ieri. Passano però da 15.461 a 18.344 i campioni refertati, 2.833 test in più effettuati rispetto a ieri.

Complessivamente, sono 2.196 le persone in isolamento a casa perché con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere, o prive di sintomi; quelle ricoverate in terapia intensiva sono invece 260 (13 in più rispetto a ieri). E salgono a 177 (ieri erano 152) le guarigioni, 158 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e 19 dichiarate guarite a tutti gli effetti perché risultate negative in due test consecutivi.

Purtroppo, però, crescono anche i decessi, passati da 461 a 531: 70, quindi, quelli nuovi, di cui 17 donne e 53 uomini. Per la maggior parte delle persone decedute sono in corso approfondimenti per verificare se fossero presenti patologie pregresse, anche plurime. I nuovi decessi riguardano 29 residenti nella provincia di Piacenza, 7 in quella di Parma, 7 in quella di Reggio Emilia, 12 in quella di Modena, 5 in quella di Bologna (di cui nessuno del territorio imolese),7 a Rimini, 1 a Ravenna (vedi sopra) e 1 a Forlì; 1 persona deceduta era residente fuori regione.

In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che invece si riferiscono non alla provincia di residenza ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: Piacenza 1.428 (88 in più rispetto a ieri), Parma 869 (69 in più), Rimini 691 (78 in più), Modena 663 (88 in più), Reggio Emilia 608 (194 in più), Bologna 465(di cui 124 a Imola e 341 a Bologna; complessivamente 70 in più, di cui 11 a Imola e 59 a Bologna), Ravenna 185 (32 in più), Forlì-Cesena 227 (di cui 112 a Forlì, 34 in più rispetto a ieri, e 115 a Cesena, 22 in più rispetto a ieri),  Ferrara 78(14 in più rispetto a ieri).

In tutta l’Emilia-Romagna, infine, tra ieri e oggi, sono stati infatti allestiti ulteriori 332 posti letto per i pazienti colpiti da Coronavirus, che complessivamente passano da 2.691 a 3.023, tra ordinari (2.607) e di terapia intensiva (416).

Nello specifico: 578 posti letto aggiuntivi a Piacenza (di cui 40 per terapia intensiva), 675 a Parma (58 terapia intensiva), 550 a Reggio (48 terapia intensiva), 280 a Modena (74 terapia intensiva), 453 nell’area metropolitana di Bologna e Imola (105 terapia intensiva), 58 a Ferrara (22 terapia intensiva), 416 in Romagna (in particolare: 189 Rimini, di cui 26 per terapia intensiva; 77 Ravenna, di cui 12 per terapia intensiva; 47 Forlì, di cui 8 per terapia intensiva; 95 Cesena, di cui 17 per terapia intensiva, 12 Lugo, di cui 6 per terapia intensiva; 9 a Faenza).

Crisi Covid-19: decreto Cura Italia, la sintesi di Confesercenti

L’associazione di categoria in una circolare ha riassunto il provvedimento che aiuta imprese e famiglie

La Confesercenti ha prodotto una circolare illustrativa riguardante le misure di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Il documento è consultabile a questo link.

Lpr: «Alle forze dell’ordine stanno arrivando mascherine inutili contro il virus»

Il consigliere territoriale Stefano Donati di Lista per Ravenna mostra le foto ricevute da un operatore in divisa: «Non sono dpi, assomigliano a quelle rifiutate dalla Regione Lombardia»

Mascherina Assegnata 1Ad alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine in provincia di Ravenna sono state fornite mascherine che filtrano batteri e non virus quindi inadatte a proteggere gli operatori dal rischio di infezione da Covid-19. La segnalazione arriva da Lista per Ravenna tramite Sergio Donati, capogruppo nel consiglio territoriale del centro urbano, che ha ricevuto foto di dispositivi di sicurezza da alcuni esponenti delle divise locali. «Si può chiaramente osservare che la maschera non riporta stampato alcun riferimento, che è invece obbligatorio per tutti i facciali filtranti di tipo Ffp2 o Ffp3». Le sigle indicano le mascherine capaci di impedire non solo la diffusione del contagio verso altre persone ma anche il contagio da altre persone. E Donati segnala che queste mascherine assomigliano a quelle fornite nei giorni scorsi alla regione Lombardia e che l’assessore regionale al welfare, Giulio Gallera, ha definito più adatte a spolverare che a proteggere dai virus.

Di fronte a questo scenario, Lpr chiede al sindaco di Ravenna, in rappresentanza di tutta la comunità ravennate e in qualità di appartenente al Comitato per lordine e la sicurezza pubblica, che interpelli urgentemente il prefetto, affinché si faccia chiarezza.

La distribuzione è condotta dalla protezione civile che assegna gli strumenti alle prefetture per la consegna a polizia di Stato, vigili del fuoco, guardia di finanza, polizia penitenziaria, carabinieri, polizia locale.

Donati riporta che secondo Assosistema Safety, l’associazione di categoria che in Confindustria rappresenta i maggiori produttori e distributori dei Dpi (dispositivi di protezione individuali e collettivi), le mascherine chirurgiche servono a poco, perché non sono state progettate per difendere chi le indossa dai virus, ma sono dispositivi medici nati con lo scopo di proteggere il paziente in situazioni specifiche, ad esempio in sala operatoria, e non il personale sanitario. Secondo la stessa associazione, se si desidera proteggersi dai virus, si consiglia di indossare mascherine filtranti Ffp2 e Ffp3 «che hanno un’efficacia setacciante del 92 percento e del 98 percento».

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