L’autore Milko Marchetti ha vinto il concorso internazionale delle immagini più divertenti
Marchetti durante la premiazione a Londra
La fotografia di uno scoiattolo incastrato, immortalato mentre sta entrando nella propria tana in un albero del podere Pantaleone di Bagnacavallo, ha vinto il celebre concorso che premia le immagini più divertenti sul mondo naturale. Lo scatto è del fotografo ferrarese Milko Marchetti, premiato nei giorni scorsi alla galleria Oxo di Londra quale vincitore assoluto del “Comedy Wildlife Photography Awards”. Quaranta le foto finaliste su circa 9mila partecipanti da tutto il mondo.
“Stuck Squirrel”, di Milko Marchetti, scattata al Podere Pantaleone di Bagnacavallo
Marchetti ha raccontato di aver deciso di iscrivere la foto al concorso dopo essersi accorto che chiunque la vedesse scoppiava immediatamente a ridere. La sua decisione gli è valsa come premio un safari in Africa, un trofeo artigianale creato dal Wonder Workshop in Tanzania e una borsa fotografica.
Il fotografo ha anche raccontato come la foto sia stata scattata due anni fa durante ore e ore di appostamento in un capanno al Podere Pantaleone durante il periodo di chiusura al pubblico. «Voglio ringraziare la natura – ha scritto sui social – che ci offre sempre e solo bellezza e in cambio chiede solo una cosa: il rispetto».
Come ad Aversa, anche a Catania, sul punto di cadere nel vuoto, la Consar Ravenna estrae dal suo repertorio forza, gioco, qualità e carattere e ribalta il risultato, lasciando di stucco la Cosedil Acicastello (2-3 il finale) che stava pregustando il successo: sei i match ball complessivi vanificati.
Ravenna si conferma una splendida realtà di questo campionato di A2 di volley maschile: in attesa dei risultati di domenica (15 dicembre) ritrova la vetta accanto a Prata. Ma si conferma anche assoluta ammazza-grandi, avendo vinto cinque delle sette partite giocate contro le formazioni in zona playoff. In una partita alla fine molto equilibrata in tutti i fondamentali spiccano i 20 punti di Guzzo e Tallone (record stagionale) e il ragguardevole bottino di Copelli: 16 punti, con tre ace e 4 muri e un 64% in attacco. La Saturnia, al quinto tie-break perso su sei giocati, oppone i 21 punti di Lucconi e i 16 di Bartolucci ma ottiene poco da Manavi, autore di 9 punti e con un 33% in attacco.
Le dichiarazioni di coach Valentini a fine gara: «Questa è una gara che va analizzata per momenti e per set. La nostra partenza non è stata buona, non siamo entrati bene in partita ma poi siamo riusciti a ristabilizzarci e a pensare alle cose che dovevamo fare meglio. Abbiamo vinto nettamente il terzo set, siamo stati attaccati al match nel quarto e nel quinto set e bravi nei momenti decisivi. Un’altra vittoria di squadra e torniamo a casa con due punti presi ad una formazione molto forte».
Domenica prossima, 22 dicembre, al Pala De André arriva Macerata, penultima.
Sabato prossimo al Pala Costa ultima gara del 2024 contro Riccione
Dopo aver già battuto Cesena il mese scorso, l’Olimpia Teodora vince anche il “derby della Ravegnana”, espugnando il campo di Forlì al termine di una partita molto combattuta (1-3, con il quarto e decisivo set vinto 26-24). Si trattava della decima giornata del campionato di B1 di volley femminile, con le ravennati che ora hanno staccato di 3 punti le cugine forlivesi nelle zone di medio-bassa classifica.
Sabato prossimo, 21 dicembre, al Pala Costa, l’ultima del 2024 e anche l’ultimo dei tre derby del campionato, quello contro il forte Riccione, terzo in classifica.
A Faenza le iniziative continuano il 16 e il 17 dicembre
Faenza ha celebrato gli 80 anni della Liberazione dal nazifascismo (anche) con una rievocazione storica, per ripercorrere le ore decisive dell’entrata in città delle truppe alleate.
Alle 15.30 di oggi (sabato 14 dicembre), da Porta delle Chiavi, nel Borgo Durbecco, è partito il corteo storico con rievocatori in divisa su una decina di mezzi d’epoca con arrivo in piazza del Popolo. Qui, dopo la deposizione di una corona d’alloro alla Lapide delle Vittime Civili di Guerra (sotto la Torre dell’orologio), e una alla lapide dei Caduti della Resistenza e della Libertà (Scalone del Municipio), sul palco l’orazione del sindaco Massimo Isola e di Albertina Soliani, Presidente dell’Istituto Alcide Cervi e vicepresidente nazionale dell’Anpi.
Lunedì 16 dicembre, alle ore 10, al Cimitero dell’Osservanza, è previsto una commemorazione aperta alla cittadinanza per rendere gli onori al Monumento dei Caduti per la Libertà, celebrazione alla quale parteciperanno anche gli studenti dell’istituto comprensivo Europa, a conclusione di un percorso didattico di approfondimento svolto con gli esperti dell’Anpi di Faenza.
Martedì 17 dicembre, data ufficiale della Liberazione della città di Faenza, alle 9 alla chiesa dei Caduti (corso Matteotti), Mario Toso, vescovo della Diocesi di Faenza e Modigliana, celebrerà una funzione religiosa. Alle ore 10 ci si trasferirà al Commonwealth War Cemetery in via Santa Lucia per la deposizione della corona d’alloro in memoria dei militari degli eserciti alleati caduti per la Liberazione di Faenza, momento al quale parteciperanno gli studenti dell’I.C. Carchidio-Strocchi.
Alla sera, alle ore 20.30, al Cinema Sarti (via Carlo Cesare Scaletta, 10) verrà proiettato “Italian victory, l’Emilia-Romagna nelle riprese dimenticate dei cameramen Alleati”. Sul grande schermo filmati originali e in parte inediti girati nel territorio di Faenza durante la Seconda Guerra Mondiale (l’appuntamento fa parte di una rassegna di incontri curati da Marco Dalmonte e Candido Parrucci). Evento promosso dall’Amministrazione in collaborazione con l’associazione Senio River 1944-1945.
La responsabile sarebbe una studentessa. Da chiarire i motivi
Caos nella mattinata di oggi (14 dicembre) all’istituto tecnico commerciale Ginanni di via Carducci, in centro a Ravenna. Una studentessa, infatti, ha azionato a scuola uno spray urticante al peperoncino. Nel giro di pochi minuti, una compagna e poi anche altri ragazzi e alcuni docenti hanno iniziato a lamentare bruciori agli occhi e fastidio nel respirare.
Sul posto per accertamenti ambulanze e carabinieri, sotto lo sguardo allarmato dei passanti.
Il titolare del ristorante in zona Pala De Andrè: «Forse la Romagna non era il nostro target…»
Ha chiuso dopo poco più di tre anni il ristorante Lowengrube di Ravenna, la birreria in stile bavarese inaugurata nell’ottobre del 2021 nella cornice del parco commerciale Teodorico, in via Manlio Travaglini in un edificio indipendente nel parcheggio con vista Pala De André.
Sui social fioccano i commenti, con tanti frequentatori che accusano i ravennati di apprezzare solo cappelletti, piadina e “All you can eat”. «Di certo non credo si possa dire che fosse caro, come ho letto sui social – commenta Filippo Fochi, uno dei titolari del ristorante in zona Pala De Andrè, che continua a gestire con successo alcuni locali del gruppo in Emilia – Ravenna stava andando leggermente sotto le aspettative e abbiamo deciso di chiudere. Forse la Romagna non rientra nel nostro target, stiamo chiudendo anche a Rimini, pochi mesi dopo l’apertura. La città di Ravenna in particolare mi sembra vada molto a “mode”: dopo l’apertura eravamo sempre pienissimi, era difficile riuscire a trovare posto. Tanto che altri locali della città avevano iniziato a mettere nei loro menù specialità bavaresi. Poi pian piano l’entusiasmo è andato scemando. Nell’ultimo anno forse anche a causa del meteo, con temperature molto alte che poco si addicono ai nostri piatti».
Al posto di Lowengrube aprirà in gennaio un nuovo Burger King, notissima catena di fast food con già un ristorante in via Faentina, alle porte della città.
Anastasio Matteucci il 27 maggio 1865 notò una scritta nella cassetta ritrovata da un muratore
È stata inaugurata oggi (14 dicembre) a Casa Dante (via Da Polenta 4, nella zona dantesca del centro di Ravenna) una targa commemorativa di Anastasio Matteucci, lo studente del liceo ginnasio che il 27 maggio 1865 salvò le ossa di Dante. L’iniziativa è dell’associazione ex alunni del Liceo Ginnasio Dante Alighieri, resa possibile grazie al sostegno della fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
Le vicende delle ossa di Dante sono note: durante i lavori di riassetto di tutta la zona dantesca avviati in occasione del sesto centenario della nascita di Dante, il capomastro Pio Feletti, dopo aver tolto alcune pietre di un muro, si trovò fra le mani una cassetta di legno, che stava per buttare, quando il giovane Anastasio gli intimò di fermarsi perché aveva notato sulla cassetta una scritta: “Dantis ossa a me Frē Antonio Santi hic posita”. Anastasio scoprì così che si trattava delle ossa di dante, la cui cassetta fu nascosta dai frati francescani costretti a lasciare il convento nel 1810 a causa delle leggi napoleoniche.
Il progetto candidato al bando della Regione: «Cambierà il volto di quella parte della città»
Un rendering che mette a confronto il luogo com’è ora e come sarà
L’amministrazione comunale di Faenza ha recentemente presentato un progetto di riqualificazione dell’area ex fiera, candidandolo al Bando Rigenerazione Urbana 2024 della Regione Emilia-Romagna, iniziativa che promuove processi di riqualificazione per il recupero e il riuso di edifici e spazi pubblici o destinati a uso pubblico.
L’elaborato del Comune di Faenza dal titolo “Un territorio che pedala. Faenza, comunità in movimento: fiera di farne parte”, è stato realizzato sulla base di una strategia territoriale condivisa anche con i Comuni di Brisighella e Castel Bolognese che, a loro volta, hanno presentato due proposte di rigenerazione, le quali ampliano i percorsi ciclo pedonali urbani già esistenti e migliorano le connessioni tra territori di diversi comuni.
Con questo progetto, l’Amministrazione faentina – attraverso soluzioni improntate a strategie di resilienza al cambiamento climatico attenta anche a favorire l’economia circolare – intende trasformare l’area dell’ex fiera in un “luogo nuovo” che possa essere al servizio di quella porzione di città nella primissima periferia, tra via Oberdan, via Risorgimento e le adiacenti aree artigianali, dove l’Asl ha recentemente avviato i lavori per la realizzazione della Casa della comunità, il tutto per trasformarla in una zona che possa non solo offrire servizi, migliorandoli, legati alla nascente realtà socio-sanitaria ma anche creare un luogo di aggregazione.
Il progetto prevede due step d’intervento nei circa 9.000 metri quadrati totali dell’area. La prima fase dei lavori interessa la riqualificazione degli spazi esterni della Casa della Comunità, con la realizzazione di piste ciclabili, “giardini della pioggia”, una piazzetta e un filare alberato e interventi per la gestione delle acque piovane. L’obiettivo è creare un’area urbana più vivibile, esteticamente gradevole e resiliente ai cambiamenti climatici, integrando le nuove infrastrutture con il contesto esistente e favorendo una maggiore mobilità ciclabile e pedonale.
La seconda parte dell’intervento si concentrerà invece sul recupero dell’ex sala per convegni, la Sala Zanelli, che negli ultimi anni aveva perso la sua funzione. Quegli spazi saranno rigenerati e trovata una nuova funzione a servizio della Casa della comunità e dei suoi fruitori non tralasciando la sua originaria funzione, quella di sala eventi e convegni, operazione che vedrebbe il concorso di finanziamenti pubblici ma anche privati.
«Il progetto, se approvato – spiega Massimo Isola, sindaco di Faenza e presidente dell’Unione della Romagna Faentina -, potrà cambiare il volto di quella parte di città a beneficio di Faenza e del territorio. Non si tratta però solo di lavori edili. La rigenerazione di quegli spazi è molto di più. Sarà un’opportunità per costruire un luogo dove vivere meglio e con maggiore qualità. Il lavoro fatto dai nostri progettisti non è però impermeabile ai correttivi; vuole aprirsi alla città, ascoltando le idee e le esigenze delle realtà e soprattutto delle persone che operano nelle vicinanze. L’intento è di creare un luogo più sostenibile, dove la bicicletta e i pedoni possano avere la precedenza e dove l’attenzione all’ambiente possa essere una priorità».
Interrogazione parlamentare sui soldi incassati grazie agli aumenti dei biglietti. Il sindaco di Faenza: «Neanche un euro per Biblioteca Manfrediana o Museo Tramonti»
Una foto dalla biblioteca manfrediana dopo l’alluvione del 2023
La parlamentare ravennate Ouidad Bakkali è tra i firmatari di un’interrogazione del Partito Democratico al ministro della Cultura, Alessandro Giuli, a cui si chiede di «fare luce sulla modalità con cui sono stati utilizzati i fondi per i territori alluvionati dell’Emilia-Romagna raccolti dal Mic aumentando di 1 euro il costo del biglietto dei musei statali».
«Da quanto si apprende – sottolineano i firmatari dell’interrogazione, oltre a Bakkali, Andrea Gnassi e Irene Manzi – l’intero ammontare dell’importo raccolto tra il 15 giugno e il 15 settembre del 2023, che è pari a circa 10 milioni di euro, è stato destinato a un unico intervento che riguarda la riqualificazione dell’ex Caserma Monti – Convento di Santa Maria della Ripa nel comune di Forlì, che è stato destinatario anche di altri 3 milioni di euro provenienti da un altro capitolo di bilancio per la tutela del patrimonio culturale. Stupisce che, davanti a tante realtà che hanno subito danni al patrimonio, il ministero della Cultura abbia deciso di finanziarne solo una, che guarda caso, incide in uno dei pochi comuni guidati dal centrodestra nella regione Emilia-Romagna. Se fosse confermata questa ricostruzione, saremmo veramente ad un uso disinvolto dei fondi del ministero usato come bancomat per foraggiare l’amichettismo istituzionale».
Nell’interrogazione parlamentare si chiede al ministro Giuli di rendere noto «quanti ingressi siano stati effettuati con la maggiorazione di 1 euro di cui al DL 62/2023, quale sia l’ammontare complessivo raccolto ai fini di cui al medesimo decreto e con quale modalità di calcolo siano state assegnate le risorse. E poi, di fornire indicazioni sui prossimi progetti che il ministro intende finanziare sul patrimonio culturale dei territori colpiti dall’alluvione di maggio 2023, a partire da quelli della città di Faenza, dove gli istituti culturali hanno subito ingenti danni e per i quali non risulta alcun contributo per interventi di riqualificazione».
Sul tema interviene poi proprio il sindaco di Faenza, Massimo Isola, che ringrazia i parlamentari del Pd per l’interrogazione. «A settembre 2023 – ricorda Isola – l’allora ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano annunciò che, grazie all’aumento di 1 euro del biglietto di ingresso ai musei, sarebbe stato possibile raccogliere decine di milioni di euro destinati al patrimonio culturale, pubblico e privato, danneggiato dalle alluvioni. Oggi, a 15 mesi da quell’annuncio, è doveroso fare alcune considerazioni. Realtà culturali di straordinaria importanza, pubbliche e private, non hanno ricevuto un euro di quanto raccolto. Luoghi come la nostra Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza, ospitata dal 1825 nel complesso monumentale della Chiesa e dell’ex Convento dei Servi di Maria risalenti al XIV secolo, o come il Museo Tramonti, custodi di una parte importantissima della storia dell’arte faentina, hanno subìto danni per milioni di euro. Si tratta di istituzioni che necessitano di fondi pubblici per continuare a svolgere le proprie funzioni. Questo ci riempie di tristezza e rabbia. Infatti, così come centinaia di famiglie nel nostro territorio non sono riuscite a ottenere risorse per ristrutturare le proprie abitazioni, e centinaia di imprese, attività artigianali, agricole e commerciali non hanno ancora ricevuto aiuti per sostenere gli investimenti necessari alla ripresa, anche le nostre istituzioni culturali si trovano in grande difficoltà. Non solo non ci sono state risorse, ma abbiamo assistito a un totale disinteresse da parte di Roma. Le uniche risorse transitate dai capitoli di bilancio del Ministero, destinate alla Scuola di Musica Sarti, sono arrivate grazie al concerto organizzato in Emilia-Romagna, da privati e artisti locali. Per il resto, finora abbiamo potuto fare affidamento solo su donazioni di privati. Nonostante le diverse lettere e i tanti tentativi di interlocuzione, anche con il Ministro Alessandro Giuli, non abbiamo trovato né fondi né attenzione, curiosità o compassione».
Serie D: scontro diretto tra le due terze in classifica del girone D. Biglietteria aperta dalle 13 per i tifosi ravennati
Il faentino Stefano Cassani, ex allenatore delle giovanili del Ravenna, ora alla guida del Lentigione in serie D
Il Ravenna Fc è alla vigilia di una partita che potrebbe rappresentare un momento fondamentale del campionato di serie D, giunti quasi al giro di boa del girone D. L’appuntamento di domani, domenica 15 dicembre (calcio d’inizio alle 14.30), è infatti allo stadio Volante Levantini di Lentigione, frazione di Brescello la cui squadra è sorprendentemente (pur essendo ormai una realtà consolidata della serie D) appaiata al Ravenna ai vertici della classifica, entrambe a solo 1 punto di distanza dal primo posto occupato in coabitazione da Forlì e Tau Altopascio.
Chi perde domani potrebbe quindi perdere contatto dalla vetta. E il Lentigione, finora, ha perso solo una volta (è la squadra con meno sconfitte del girone), contro l’Imolese. E può vantare anche la miglior difesa del campionato, con soli 8 gol subìti. Alla guida della squadra emiliana c’è il faentino Stefano Cassani, allenatore in grande ascesa di 35 anni, figlio dell’ex Ct della nazionale di ciclismo Davide, con un passato anche nel settore giovanile del Ravenna Fc e reduce da una grande stagione alla Victor San Marino.
Una gara quindi di grande importanza per il Ravenna (che con il nuovo mister Marchionni ha sempre vinto, fatta eccezione per il pareggio con la capolista Tau) che potrà di certo contare sul supporto dei propri tifosi, attesi in massa in Emilia (lo stadio è a nemmeno due ore di viaggio), tanto che il Lentigione ha comunicato sui social che «per agevolare l’ingresso dei tifosi ospiti» sarà a loro disposizione la biglietteria centrale con due casse. Nessuna prevendita, ma biglietteria aperta già dalle 13.
Impegno sulla carta agevole invece per il Forlì, che ospita il San Marino penultimo; in casa anche l’altra capolista Tau, contro il deludente Piacenza.
Entro fine anno l’approvazione della fattibilità tecnico-economica. Tracciato già definito. «Pronto entro un paio d’anni»
La tanto attesa pista ciclopedonale tra Classe e Mirabilandia, passando per Fosso Ghiaia, è in corso di progettazione e l’obiettivo del Comune di Ravenna è di completare l’intero tracciato entro un paio d’anni. Ne parla l’assessora ai Lavori Pubblici Federica Del Conte sul Resto del Carlino in edicola oggi, 14 dicembre.
Il progetto sarebbe nella fase finale: il tracciato è già stato definito – assicura Del Conte – ed entro la fine di quest’anno è prevista l’approvazione della fattibilità tecnico-economica dell’opera. Si tratta di un’opera divisa in tre stralci, che andranno avanti contemporaneamente. Il più impegnativo è quello tra Classe e Fosso Ghiaia, che dovrà mettere in sicurezza il tracciato evitando la statale.
Complessivamente si tratta di un investimento da quasi 2,8 milioni di euro, di cui oltre 2,2 di fondi Atuss, di provenienza europea, ossia per la cosiddetta “Agenda trasformativa urbana per lo sviluppo sostenibile”.
Intanto è iniziata la prima fase di stoccaggio di anidride carbonica nei fondali
Nel prossimo biennio Eni prevede la dismissione e lo smantellamento di una decina di piattaforme di estrazione gas in mare nel nord Adriatico, di cui le acque antistanti alla costa ravennate rappresentano una parte consistente. Il dato è stato reso noto dall’ingegnere Stefano Carbonara, responsabile del distretto centro-settentrionale di Eni, il 9 dicembre in occasione del suo intervento alla tavola rotonda sul tema della transizione energetica organizzata a Ravenna da Omc e Corriere Romagna. L’iniziativa è stata una sorta di prologo della prossima edizione della fiera dell’energia che si terrà in aprile al Pala De André.
Le piattaforme che saranno dismesse si trovano su giacimenti ormai esauriti e l’azienda ha deciso che saranno smantellate senza riutilizzi. Non faranno quindi parte del progetto di stoccaggio di anidride carbonica nel sottosuolo marino. Anche su questo intervento sono arrivati aggiornamenti nella stessa sede da parte di Carbonara. È ormai partita la prima fase pilota. «Cominciamo con lo stoccaggio di 25mila tonnellate di CO2 all’anno a una profondità di tremila metri. Per ora andiamo a catturare l’anidride carbonica prodotta dalla nostra centrale di Casal Borsetti che poi viene iniettata nel sottosuolo utilizzando la stessa infrastruttura che oggi estrae gas». La seconda fase prevede di arrivare a un volume di 4 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030 e successivamente fino a 16 milioni di tonnellate annue.
Il dirigente del Cane a Sei Zampe ha fornito altri due dati che aiutano a inquadrare la dimensione del progetto: «La produzione italiana di CO2 è di circa 410 milioni di tonnellate all’anno, di cui 60 dai settori industriali che vengono chiamati “hard to abate”, cioè difficili da abbattere: siderurgia, acciaierie, cementifici, chimica, fertilizzanti che valgono il 3 percento del Pil nazionale con il 6 percento della forza lavoro. Stimiamo che la capacità totale dei giacimenti esauriti in Adriatico sia di circa 500 milioni di tonnellate».
Tra gli ospiti della tavola rotonda era presente anche l’ingegnere Fabrizio Botta, responsabile delle operazioni di Saipem: «Siamo convinti che Ravenna sia nella condizione unica a livello nazionale di avere tutte le caratteristiche per diventare un hub della decarbonizzazione: c’è il know-how delle aziende, ci sono le competenze universitarie e ci sono le reti di infrastrutture. Il ruolo di Ravenna nel percorso di transizione energetica può avere un orizzonte non solo italiano ma anche europeo». Infine Massimo Derchi di Snam ha dato gli ultimi aggiornamenti sul rigassificatore nelle acque a 8 km dalla costa di fronte a Punta Marina: «La nave è in navigazione da Dubai al Mediterraneo. Entro fine anno sarà a Palermo, a febbraio sarà a Ravenna per gli ultimi allestimenti e da aprile entrerà in esercizio. Per completare la diga in mare a protezione della piattaforma servirà fino alla fine del 2026».