martedì
26 Agosto 2025

Coprifuoco per le slot nella Bassa

Nei nove comuni i giochi con vincite in denaro potranno essere accesi solo dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 22.30

Dal 24 aprile le slot machine nei locali della Bassa Romagna dovranno rispettare il coprifuoco: potranno stare accese solo dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 22.30, festivi compresi. È la nuova disposizione per il funzionamento degli apparecchi da gioco con vincite in denaro collocati in bar, ristoranti, alberghi, rivendite tabacchi, esercizi commerciali, circoli ricreativi, ricevitorie lotto, agenzie di scommesse, sale bingo, sale Vlt dei nove comuni dell’Unione.

L’ordinanza ribadisce le regole previste dalla legge sia per i gestori delle sale da gioco che per i gestori degli altri locali dove gli apparecchi da gioco sono complementari all’attività principale. Tutti dovranno esporre un cartello, collocato in un luogo ben visibile, con scritte riguardanti i rischi della ludopatia e gli orari di funzionamento delle macchinette. Esclusivamente nelle sale da gioco che siano autorizzate dal Comune o dalla questura, i gestori dovranno inoltre attaccare una locandina, preparata dall’Ausl territoriale, per una autovalutazione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo e i servizi disponibili per l’assistenza. Il personale di queste sale giochi, infine, è tenuto a frequentare corsi di formazione dell’Azienda sanitaria sui rischi del gioco patologico e sulla rete di sostegno a questo disturbo. La violazione delle disposizioni prevede conseguenze che vanno dalla sanzione amministrativa pecuniaria fino alla sospensione temporanea dell’esercizio dell’attività da 10 a 60 giorni.

Il dispositivo è stato presentato in conferenza stampa oggi, venerdì 24 marzo al Salone Estense della Rocca di Lugo.«Questa ordinanza rappresenta il modo con il quale le amministrazioni della Bassa Romagna vogliono continuare a fare la loro parte nella lotta per contrastare la ludopatia, la dipendenza dal gioco d’azzardo», è il commento del presidente Luca Piovaccari.

Inoltre, in tutti i Comuni dell’Unione della Bassa Romagna è in fase di approvazione il nuovo regolamento che prevede il divieto di pubblicità per il gioco d’azzardo, che sarà sottoposto a tutti i consigli comunali (ad oggi, è passato a Bagnacavallo il 27 febbraio, dove è stato approvato all’unanimità).

Casa abusiva affittata in nero a una prostituta: denunciata 78enne

Dopo l’arresto della trans scovato in pieno centro a Milano Marittima un bilocale ricavato da una cantina: pagava 500 euro al mese

Da una cantina al piano terra di una villetta nel pieno centro di Milano Marittima aveva ricavato un bilocale abusivo che affittava in nero a una prostituta transessuale brasiliana per 500 euro al mese. I carabinieri della stazione locale hanno denunciato una 78enne pensionate cervese (G. F. le iniziali) per favoreggiamento della clandestinità. La lucciola infatti non era in regola con le norme sul soggiorno, non era stato ottemperato l’obbligo di comunicazione di ospitalità all’autorità e ovviamente nessun contratto di locazione era stato registrato. Dopo i controlli dei militari è stato avviato l’iter per il sequestro e la confisca dell’immobile.

All’anziana proprietaria di casa i carabinieri sono arrivati dopo l’arresto della prostituta 39enne avvenuto l’altro ieri. Verso mezzanotte al 112 era arrivata la chiamata di un camionista 62enne forlivese: mentre stava facendo rifornimento in un’area di servizio di Cervia sulla statale 16 una transessuale brasiliana gli avrebbe strappando gli occhiali da vista che indossava pretendendo la somma 30 euro per la restituzione chiedendone altri 50 dopo i primi trenta. Quando l’uomo ha minacciato di chiamare i carabinieri la brasiliana è andata su tutte le furie impugnando una pietra: l’uomo si è allontanato e ha chiamato i carabinieri. Ieri mattina davanti al giudicela trans aveva patteggiato una pena di diciotto mesi.

Amnesty: «All’Omc con il ministro egiziano si parli anche di Regeni»

La fiera del mondo estrattivo ospita un membro del Governo del Cairo: «La verità non può essere sacrificata per gli affari»

La tredicesima edizione di Omc a Ravenna, la fiera biennale dedicata al mondo estrattivo, si aprirà il 29 marzo con una sessione plenaria a cui è prevista anche la partecipazione di Tarek El Molla, ministro del Petrolio dell’Egitto, e Amnesty chiede ai rappresentanti dell’industria italiana e alle autorità presenti all’incontro «di ribadire ancora una volta al ministro El Molla la richiesta al governo egiziano di collaborare in pieno alle indagini della procura di Roma sulla morte di Giulio Regeni al Cairo».

La manifestazione che raduna i big del mondo petrolifero internazionale arriva pochi giorno dopo che saranno trascorsi quattordici mesi dalla scomparsa del 28enne dottorando triestino dell’Università di Cambridge, rapito nella capitale egiziana il 25 gennaio 2016, giorno del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir, e ritrovato cadavere il 3 febbraio successivo. Si trovava in Egitto per una ricerca sui sindacati indipendenti egiziani: in alcuni articoli, scritti anche sotto pseudonimo, aveva descritto la situazione sindacale dopo la rivoluzione egiziana del 2011.

«Come più volte confermato da rappresentanti di Eni, i rapporti tra Italia ed Egitto per ciò che riguarda il settore petrolifero vanno avanti senza problemi – ha dichiarato Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, in un comunicato stampa –. Vanno invece avanti faticosamente e con molti problemi le indagini per accertare le responsabilità, in Egitto, della sparizione, della tortura e dell’uccisione di Regeni». Marchesi conclude con una stoccata esplicita: «Non vorremmo che qualcuno dei partecipanti alla conferenza di Ravenna pensasse che l’obiettivo della verità possa essere sacrificato all’esigenza di non compromettere un clima favorevole agli scambi commerciali».

Creava droghe sintetiche con prodotti dalla Cina: il Chimico in manette

Latitante dal 2015, deve scontare cinque anni, arrestato in Germania dove riceveva le sostanze a una casella postale sotto falso nome

Nel giro dello spaccio era conosciuto con i soprannomi il Dottore o il Chimico, per le sue abilità con la lavorazione delle sostanze chimiche e stupefacenti. Latitante dal 2015, con la giustizia italiana ha un conto in sospeso di cinque anni e mezzo di reclusione da scontare e ieri, 23 marzo, è stato arrestato a Monaco di Baviera: in manette un 54enne ravennate (R. C. le iniziali).

L’uomo è stato arrestato dalle forze dell’ordine tedesche nel momento in cui è andato a ritirare un pacco arrivato dalla Cina a una casella postale affittata con un falso nome: all’interno oltre un chilogrammo di benzilpiperazina, uno stimolante di origine sintetica dagli effetti simili alle anfetamine. L’attività investigativa ha monitorato i movimenti finanziari del 54enne e i suoi spostamenti attraverso le frontiere di Austria e Germania. Era stato indagato già nel 2007 nell’ambito di un’operazione antidroga battezza Chemist e all’epoca, per sfuggire alla giustizia italiana, si era trasferito a Panama.

In un anno la tomba di Dante ha perso oltre 170mila visitatori stimati

Calo del 30 percento nel conteggio fatto a vista dal custode. Il Comune non aveva fornito il dato per evitare polemiche sul metodo di calcolo

Crolla il numero dei visitatori della tomba di Dante a Ravenna: nel 2016 sono stati 365.136 mentre l’anno precedente erano stati 536mila, un calo di 170mila persone che equivalgono al 30 percento. Occorre avere ben chiaro che si tratta di stime: per l’ingresso al monumento infatti non è richiesto un biglietto quindi il calcolo dei visitatori è realizzato a vista dal custode anche attraverso un monitor presente nei chiostri francescani. Una stima che un anno fa l’assessore comunale Massimo Cameliani, all’epoca titolare della delega al Turismo, definì molto attendibile.

A inizio 2016, nel corso di una commissione consiliare, era stata l’amministrazione comunale a diffondere i dati dell’anno 2015 con un resoconto degli accessi a musei e monumenti ravennati: complessivamente 1.474.540 ingressi (quasi 70mila in più rispetto al 2014, crescita del 4 percento). Come appare evidente da sola la tomba di Dante raccoglieva un terzo delle visite. Il numero del 2016 che pubblichiamo qui emerge dal rendiconto ufficiale della gestione 2016 dell’Istituzione Classense che sotto la sua egida annovera anche la Tomba.

Un anno fa scoppiarono polemiche per la metodologia di conteggio, giudicata da più parti troppo pressapochista. La risposta della nuova amministrazione è stata di non divulgare più pubblicamente il numero perché solo, appunto, una stima: «Non possiamo tenere in considerazione un dato che non è basato su alcuna bigliettazione ufficiale», ha riassunto un mese fa il nuovo assessore al Turismo Giacomo Costantini.

I redditi 2015 dei ravennati: a Cervia i più poveri, a Faenza il calo maggiore

L’imponibile medio provinciale è di 18.800 euro, la pensione media è 1.322 euro mensili

In provincia di Ravenna si dichiara un reddito annuo medio di 18.818 euro, con un trend in discesa. I dati sono riferiti al 2015, ultimo anno d’imposta disponibile, e sono stati diffusi dal ministero dell’Economia e delle Finanze nei giorni scorsi. Emerge un reddito stagnante, che negli ultimi anni è rimasto sempre sugli stessi livelli, vale a dire poco più di 1.500 euro mensili.

Nel confronto tra i comuni della provincia, si spazia dal minimo di 16.790 euro dei cervesi ai 20.836 euro dei ravennati. In questi quattromila euro ballano i valori degli altri sedici territori comunali. Unici a sfondare quota ventimila sono Lugo e Sant’Agata sul Santerno. Dall’altra parte della classifica, sopra Cervia, ci sono i 16.825 euro e spicci di Casola Valsenio e i 17.691 euro di Brisighella, pochi passi più su c’è Solarolo (17.762 euro).

Analizzando i dati del 2014, si scopre che i ravennati dichiaravano in media 80 euro in più. La variazione maggiore è a Faenza, nel 2014 secondo territorio più ricco della provincia e nel 2015 sceso a 19.996 euro di imponibile medio, 400 euro in meno rispetto all’anno prima. Male pure Casola (-389 euro) e Cervia (-321 euro). I cittadini residenti nel comune di Ravenna hanno dichiarato 241,58 euro in meno. In positivo invece Sant’Agata (225,47 euro in più) con Bagnara di Romagna che svetta su tutti, avendo incrementato il suo imponibile medio di 226,19 euro.

Chi si è ritirato dal lavoro percepisce ogni anno una pensione media di 15.870 euro, quindi circa 1.322 euro al mese. Gli anziani più poveri sono a Casola Valsenio (14.481), mentre nel comune di Ravenna le pensioni toccano quota 18.164 euro, dato che distacca di molto quello degli altri Comuni (Faenza è seconda a 16.914 euro). Assegno non troppo ricco anche a Cervia (14.976 euro) e a Bagnara di Romagna (14.600 euro).

Vale la pena infine analizzare il reddito da lavoro dipendente, meno soggetto all’evasione fiscale. In questo caso l’imponibile medio è di 19.852 euro. Ancora una volta Ravenna sopra tutti (21.804 euro) con una bella performance dei cotignolesi (21.295 euro). Sopra i ventimila euro troviamo anche Bagnacavallo, Bagnara, Castel Bolognese, Faenza, Lugo, Riolo Terme e Russi. Ancora una volta è invece Cervia a chiudere la classifica, con un imponibile di 16.322 euro.

Confartigianato: «Sbagliato abolire i voucher, ora c’è un vuoto normativo»

Il segretario provinciale dell’associazione di categoria riconosce un uso improprio finora: «Bastavano regole più severe e controlli»

«Abolire uno strumento utile ed efficace, significa ammettere la debolezza politica dell’apparato statale. Sarebbe stato sufficiente stabilire regole più stringenti e metodi per verificarne l’utilizzo». Con le parole esplicite del segretario provinciale Tiziano Samorè, la Confartigianato di Ravenna esprime la sua contrarietà all’abolizione dei voucher approvata di recente dal Consiglio dei Ministri.

Samorè guarda avanti e vede un vuoto normativo che lo preoccupa: «Soprattutto per famiglie e piccole imprese dell’artigianato e del commercio, e le aziende agricole, che utilizzavano correttamente i voucher per coprire improvvise assenze o picchi di attività in occasione di eventi particolari». Secondo l’esponente dell’associazione di categoria l’abolizione dei voucher «colpisce studenti o pensionati che, in quelle occasioni, così come durante la vendemmia o la stagione estiva, si creavano un reddito complementare grazie ad uno strumento poco complesso e costoso dal punto di vista della burocrazia».

Confartigianato riconosce che «nel nostro Paese in questo ultimo periodo sia stato fatto un uso improprio dei voucher» ma cita una cifra per dare la misura della penetrazione di questo strumento: «Nell’anno di massimo utilizzo dei voucher, questi hanno rappresentato solamente lo 0,23 percento delle ore lavorate complessivamente».

La cancellazione dei voucher è arrivata con l’approvazione di un decreto legge che abroga gli articoli 48, 49 e 50 del Jobs Act, e conseguentemente dispone l’eliminazione totale della disciplina del Lavoro Accessorio e quindi dei cosiddetti ‘voucher’ che, solo per quelli già richiesti alla data dell’entrata in vigore del decreto legge, potranno essere utilizzati fino al 31 dicembre 2017.

Ecco l’appello della Confartigianato della provincia di Ravenna: «C’è la necessità di giungere in fretta alla definizione di uno strumento agile ed economico, come gestione, alla stregua dei voucher, perché in caso contrario ad aver vinto questa battaglia meramente ideologica, saranno solo il lavoro nero, l’illegalità, oppure la decrescita che a nostro avviso non è mai felice».

Il direttore del Museo d’arte: «In arrivo i bandi per il Festival del Mosaico»

Nei giorni scorsi l’allarme lanciato dai mosaicisti dell’Aimc, ora la risposta di Tarantino:«Istituito per la prima volta un comitato di coordinamento formato dalle istituzioni culturali e di alta formazione del territorio»

Entro la fine della settimana saranno pubblicati i bandi dei concorsi collegati alla prossima edizione della Biennale del Mosaico in programma fra sei mesi a Ravenna. Lo rende noto Maurizio Tarantino, direttore del Museo d’arte della città (Mar) a cui il Comune ha affidato il coordinamento di tutte le iniziative di carattere pubblico per la quinta edizione del festival.

Nei giorni scorsi sulle pagine del nostro sito avevamo dato notizia della lettera inviata dall’Aimc, l’Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei che collabora nell’organizzazione con il Comune, all’assessore alla Cultura, Elsa Signorino, chiedendo proprio notizie del concorso, realizzato nell’ambito del festival, “Opere dal mondo”, dedicato ai soci dell’associazione (220 provenienti da 43 Paesi di tutto il mondo).

«Il Comune – si legge nella replica di Tarantino, recentemente nominato dal sindaco anche dirigente alla Cultura – ha istituito per la prima volta un comitato di coordinamento formato dalle istituzioni culturali e di alta Formazione del territorio con il compito di articolare i temi principali della Biennale: mostre, convegni, incontri, laboratori, interventi di arredo urbano. La Commissione si è riunita una prima volta il 10 marzo. Sono già iniziate le procedure più urgenti, relative ai bandi di concorso: il Bando del Premio Gaem, Giovani Artisti e Mosaico, e il Bando Aimc, in due lingue, italiano e inglese».

Bruciore alla gola e problemi respiratori: evacuate alcune aule del liceo artistico

Sospetta intossicazione a scuola: quattro studentesse assistite dal 118 sul posto ma i vigili del fuoco non hanno rilevato tracce sospette

I sintomi accusati da diversi studenti erano bruciore alla gola e al naso, lacrimazione degli occhi, problemi respiratori: nella tarda mattinata di oggi, 23 marzo, è scattato l’allarme al liceo artistico di Ravenna per una possibile intossicazione e l’aula da cui è partita la segnalazione e quelle adiacenti sono state evacuate in via precauzionale ma tutto si è risolto senza gravi conseguenze.

Quattro studentesse sono state assistite sul posto dal personale del 118 e i controlli dei vigili del fuoco intervenuti con il nucleo batteriologico non hanno riscontrato anomalie nell’aria. Secondo quanto ricostruito l’allarme è partito da una classe prima nell’ala sul lato di via Guaccimanni.

Al distributore clandestino sconti del 30 percento sul pieno: sei denunciati

Rivendita abusiva in zona portuale: sequestrati duemila litri di carburante. Mancavano tutte le norme antincendio

Il pieno costava il 30 percento in meno rispetto alle pompe tradizionali e i clienti non mancavano: il via vai di auto e camper in un parcheggio nella zona portuale di Ravenna, nelle adiacenze di via Classicana, era continuo e nei giorni scorsi la guardia di finanza ha individuato un deposito clandestino di carburante e sequestrato circa duemila litri di benzina e gasolio pronti per essere rivenduti al dettaglio.

Sei persone (cinque italiani e un moldavo) sono state denunciate per concorso in sottrazione al pagamento delle accise e per non aver mai richiesto né le necessarie autorizzazioni per lo stoccaggio di liquidi infiammabili né le relative certificazioni in materia di prevenzione incendi. Il blitz del Gruppo Ravenna delle Fiamme Gialle ha scoperto centinaia di taniche di varie capienze piene di carburanti tenute in assenza di qualsivoglia precauzione antincendio.

Furto da 100mila euro in gioielleria: arrestato uno dei quattro della banda

Nel 2015 l’assalto. Grazie alle telecamere individuate le auto usate per la fuga: erano in uso a un gruppo di nomadi autore di altri colpi

Insieme a tre complici avrebbe colpito alla gioielleria Donati di Faenza a ottobre 2015, scappando con gioielli per un valore pari a circa centomila euro: nei giorni scorsi è stato arrestato dalle forze dell’ordine su mandato della procura della Repubblica di Ravenna.

Il furto era avvenuto nell’ottobre nel 2015: i quattro si erano introdotti nel negozio forzando la saracinesca e sfondando la vetrina a martellate. Le forze dell’ordine, con l’aiuto delle telecamere cittadine, hanno individuato il modello delle auto in fuga, scoprendo analogie con colpi avvenuti in altre città del nord Italia. Il cerchio è stato circoscritto attorno ad un gruppo di nomadi, uno dei quali è stato arrestato nei giorni scorsi: si tratta di un 35enne che era già in carcere a Verona per altri reati contro il patrimonio e al quale la procura ha notificato l’ulteriore provvedimento di carcerazione a suo carico.

Il Comune di Faenza mette 45mila euro per animali e pesci del parco Bucci

Delibera con gli indirizzi per la futura gestione dello spazio che sta vivendo un restyling completo

La cura di animali e pesci al parco Bucci e al parco della Rocca (noto come il Tondo) di Faenza non dovrà costare più di 45mila euro all’anno per le casse del Comune. È la principale indicazione contenuta nella delibera approvata di recente dalla giunta dell’Unione della Romagna faentina con gli indirizzi ad hoc riguardanti la gestione della fauna e della componente acqua nelle due aree verdi.

Come noto, il parco Bucci sta vivendo un percorso di riqualificazione completa. Sono già stati realizzati nuovi impianti elettrici e scavi finalizzati alla posa delle condotte idriche interrate necessarie alle macchine di ossigenazione per il ricircolo delle acque dei laghetti. Mal’obiettivo è anche di creare le condizioni per garantire una futura manutenzione sempre più efficiente.

Così come per i lavori di rifacimento – per i quali il sostegno dei privati dovrebbe coprire circa la metà dei costi – anche per la futura manutenzione del parco si punta al coinvolgimento esterno, in questo caso delle organizzazioni di volontariato, tramite la stipula di una convenzione. «La scelta – si legge in una comunicazione diffusa dal Comune – è di individuare una associazione ambientalista-animalista fra quelle operanti sul territorio della provincia di Ravenna che per il periodo 2017-2019 si prenda cura della fauna e della gestione delle acque. Condizione indispensabile è che l’associazione affidataria della convenzione sia già in possesso di esperienza nella gestione di parchi pubblici o privati con presenza di animali e acqua». La gestione del verde continuerà invece ad essere garantita come oggi direttamente dal servizio Ambiente e Giardini dell’Unione, tramite il proprio personale qualificato.

Nell’importo massimo di spesa previsto sono comprese le spese relative alle prestazioni di assistenza veterinaria, tutti gli oneri relativi agli interventi specialistici e diagnostici effettuati sugli animali dei parchi, e le spese per la costruzione e la manutenzione di gabbie e strutture removibili.

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