lunedì
30 Giugno 2025

Scuola, aule in centro sempre più vuote L’assessore: «Non solo per i parcheggi»

Dove crescono e dove calano gli iscritti: la fotografia del territorio comunale per primarie e medie

Scuole dove calano iscritti e si chiudono sezioni e dall’altra parte scuole che vedono crescere il numero di studenti e il numero di classi. La fotografia dell’anno che arriva conferma un trend, a Ravenna città, che vede come punti particolarmente in difficoltà il centro storico e la darsena. In particolare la scuola Mordani, quella più centrale, aprirà anche quest’anno solo due sezioni con pochi bambini ognuna e anche la media collegata, la Damiano Novello, per tanto tempo considerata in passato il fiore all’occhiello delle scuole medie, vede calare il numero di prime attivate. C’è chi, per spiegare in particolare il calo della Mordani, punta il dito sulla chiusura di piazza Kennedy alle auto e la conseguente difficoltà per i genitori di portare a scuola i figli. «In realtà – dice l’assessore all’istruzione Ouidad Bakkali a cui si deve peraltro la recente riorganizzazione degli istituti comprensivi della città – questa è una semplificazione che non fotografa una realtà ben più complessa che ha molto a che fare invece su come e dove si insediano le nuove famiglie. Il centro storico è in sofferenza su questo fronte ed è un tema che deve essere affrontato globalmente a livello di giunta, un tema che già molte altre città si stanno ponendo. E si tratta di una tendenza che avevamo previsto, anche per questo l’anno scorso abbiamo rivisto lo stradario e cercato di ampliare quello afferente alla Guido Novello, proprio perché questo calo era prevedibile. Ed è sempre per questo che ci sono state rigidità alle richieste di spostamento di alcune famiglie, per evitare svuotamenti. Ma in generale le scuole sono sempre una cartina di tornasole di come cambiano gli insediamenti». Non a caso a crescere sono invece scuole più periferiche, a sud, dove apre la nuova media Randi (vedi pagina 17) e anche nell’Istituto San Biagio dove sia la primaria Camerani attiverà una prima in più rispetto allo scorso anno sia la media Don Minzoni. Altra scuola in difficoltà per numero di iscritti è la primaria Pasini. Qui più che l’aspetto legato alle residenza è la scelta di molte famiglie di iscrivere i figli altrove, temendo l’alta percentuale di bambini figli di stranieri che abitano nella zona della darsena e frequentano la scuola. «Su questo invece vorrei lavorare e fare la parte che può compotere al Comune per far diventare questo presunto punto debole un punto di forza, farla diventare un luogo di sperimentazione avanzata proprio sul tema dell’intercultura. Uno degli elementi su cui vogliamo insistere di più in generale, voglio infatti chiamare esperti e studiosi di fama nazionale per lavorare su questo fronte». Che si tratti di un tema ancora molto sentito dalle famiglie italiane di nascita lo ha dimostrato anche il recente allarme sollevato da Alberto Ancarani (Forza Italia) rispetto a presunte “classi ghetto” alla Don Minzoni. «In quel caso tuttavia si trattava di una polemica infondata, come mi ha assicurato la dirigente». E però resta vero che a guardare le composizioni delle prime nelle sezioni A, B e C di cognomi stranieri quasi non se ne vedono e la distribuzione non è comunque omogenea. «Io non so quali criteri siano stati attuati, chi può escludere che i bambini con quei cognomi siano per esempio i primi delle classe? Piuttosto c’è da chiedersi perché per esempio corsi come il musicale (la sezione A) o quello con il potenziamento sulla seconda lingua (la B) non ricevano richieste da stranieri. Per esempio, le famiglie sono state adeguatamente informate?».
Nel forese la situazione è più omogenea con una criticità a Campiano, dove si comincia a essere stretti e su cui Bakkali dice: «Stiamo valutando l’ampliamento perché non vogliamo che rischino di essere sacrificati gli spazi dedicati ai laboratori». Mentre a Castiglione si è già provveduto aggiungendo due aule (vedi p. 17). A Roncalceci invece si è rischiato di non fare la prima elementare, a gennaio gli iscritti non erano sufficienti. «Lì si è messa in moto la comunità, il comitato cittadino, per convincere le famiglie, la scuola ha cambiato orari e anche noi siamo intervenuti modificando il servizio scuolabus con risorse aggiuntive, ma alla fine tutto è andato bene e la prima ha aperto con una quindicina di bambini». Ma perché tenere aperta a tutti i costi una scuola che rischia di costare peraltro di più alla comunità? «In realtà in questo caso il rischio era quello di saltare un anno perché i bambini per il prossimo ci sono. È naturale che quando si vede che in prospettiva il calo arriverà sotto una certa soglia, come prevede la legge, la scuola chiude. Come successo a Casal Borsetti».

Botte alla moglie per strada Passano i carabinieri e lo arrestano

L’uomo ha detto che era un semplice litigio ma i segni sul volto della donna erano chiari e in passato lei aveva chiamato anche il 112

Alla pattuglia dei carabinieri di passaggio per strada ha detto che stava solo litigando con la moglie ma i segni sul volto della donna, e le passate richieste di aiuto fatte da lei al 112, dicevano altro: i militari della compagnia di Ravenna, nel pomeriggio del 20 settembre in via Travaglini, hanno arrestato un 37enne albanese per maltrattamenti in famiglia.

La pattuglia della stazione di via Alberoni aveva notato la coppia discutere animatamente e dopo averli divisi hanno cercato di definire i contorni dell’accaduto. L’uomo al culmine dell’ennesima scenata di gelosia aveva percosso la convivente e iniziato a inveirle contro offendendola. La donna aveva cercato di reagire ma non era bastato a fermare l’uomo dovendo ricorrere alle cure dei sanitari per diversi ematomi al volto.

Il 37enne in caserma veniva dichiarato in arresto e trattenuto nelle camere di sicurezza per il giudizio direttissimo: ieri il giudice ha convalidato l’arresto concordando con la ricostruzioni degli investigatori e disposto la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla compagnia e l’allontanamento dall’abitazione familiare.

Omicidio di Giulia Ballestri, il marito al giudice: «Sono innocente»

Interrogato il noto dermatologo Matteo Cagnoni, che resta in carcere
L’avvocato: «Non sta bene: è una tragedia per tutti, è addolorato»

Matteo Cagnoni «ha risposto a tutte le domande del giudice e si è professato innocente». Così l’avvocato Giovanni Trombini, difensore del dermatologo fiorentino accusato di aver ucciso la moglie Giulia Ballestri, all’uscita dal carcere fiorentino dopo l’interrogatorio davanti al gip di 4 ore. Giudice che ha poi convalidato il fermo e disposto per Cagnoni la misura della custodia cautelare in carcere.

Il legale ha poi riferito che si è trattato di «un ampio e lungo interrogatorio, durante il quale il dottor Cagnoni ha confutato quelli che sembrano elementi indiziari, tutti da dimostrare».

Cagnoni, ha aggiunto l’avvocato, «non sta bene: quanto è successo è una tragedia per tutti, è addolorato». (Ansa.it)

Omicidio Ballestri: oggi l’interrogatorio del marito a Firenze, domani l’autopsia

Cagnoni davanti al gip per la convalida del fermo. L’uomo è accusato anche di violenza sessuale e occultamento di cadavere

L’interrogatorio di garanzia di Matteo Cagnoni, davanti giudice per le indagini preliminari di Firenze, si terrà oggi (mercoledì 21 settembre): il dermatologo ravennate, difeso dall’avvocato Giovanni Trombini del foro di Bologna, è stato arrestato all’alba del 19 settembre con un provvedimento di fermo che lo accusa di violenza sessuale, omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere.

Per domani, 22 settembre, invece è fissata l’autospia sul corpo di Giulia Ballestri, 40enne moglie di Cagnoni trovata morta domenica notte nello scantinato di una villa disabitata di proprietà del marito, uccisa a bastonate.

L’interrogatorio odierno si terra a Firenze dove l’uomo si trova in carcere perché arrestato nell’abitazione dei genitori nel capoluogo toscano.

Scoperta casa d’appuntamenti in pieno centro a Ravenna

Arrestata una donna che reclutava giovani prostitute

Il continuo viavai dei clienti aveva finito per infastidire gli altri condomini, che hanno così segnalato la questione alla polizia. Dopo un’articolata indagine, gli agenti hanno fatto irruzione nell’appartamento incriminato di vicolo Violino, in pieno centro a Ravenna, dove hanno fermato e identificato un cliente e due giovani prostitute cinesi. La polizia ha poi arrestato una loro connazionale di 39 anni, la maitresse di quella che era diventata una vera e propria casa d’appuntamenti. La donna, reclutate le prostitute, si occupava di mantenere i contatti con i clienti, pubblicizzando la propria attività anche su diversi siti internet. Le ragazze restavano dentro la casa ininterrottamente una quindicina di giorni prima di fare cambio con altre connazionali, con la maitresse che provvedeva a tutte le loro esigenze quotidiane, trattenendo il 60 percento degli incassi e dividendo solo il restante 40 con le ragazze. Queste erano stata anche istruite a fornire alla polizia, in caso di controlli, sempre la stessa versione, ossia che la maitresse si trovava nell’abitazione in via occasionale e per lavori di sartoria.

La donna è stata invece arrestata per favoreggiamento e sfruttamento aggravati e continuati della prostituzione. Nei guai anche il proprietario dell’abitazione, denunciato in concorso per gli stessi reati contestati alla donna.

Bastonate alla moglie: arrestato Per la donna 25 giorni di prognosi

Intervento dei carabinieri durante una violenta discussione Lei ha ammesso che non era la prima volta

I carabinieri di Conselice hanno arrestato un 33enne marocchino per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e minacce: l’uomo ha colpito più volte la moglie con un bastone durante un’accesa discussione. La donna, medicata al pronto soccorso di Lugo, è stata dichiarata guaribile in 25 giorni. Ai militari, intervenuti nell’abitazione per sedare il litigio, ha raccontato che non era la prima volta che accadeva.

Allo zoo di Ravenna il primo coccodrillo nano africano nato in cattività in Italia

Il cucciolo è stato battezzato Congo: è il risultato di un progetto portato avanti da un team di esperti con una coppia di animali 21enni

Congo è il primo esemplare di coccodrillo nano africano (Osteolaemus tetraspis) nato in cattività in Italia ed è nato il 14 settembre allo zoo di Ravenna. Lo fa sapere la direzione del parco nei pressi di Mirabilandia: «Congo, nato da mamma Guinea e papà Togo, appartiene a una specie considerata vulnerabile dalla Iucn (International Union for Conservation of Nature) ed è inserito nell’appendice 1 della Cites, Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, a livello massimo di protezione. Di questi esemplari ne sono presenti solo una decina all’interno dei giardini zoologici italiani e, secondo la Iucn, la popolazione selvatica può essere stimata tra i 25mila e i 100mila esemplari».

Il progetto di riproduzione del Safari Ravenna, è partito nel 2014. Un team di esperti ha avviato un progetto sul coccodrillo nano africano: le 11 uova deposte il 5 giugno sono però risultate tutte infertili. Nella primavera del 2016 i due esemplari adulti, entrambi 21enni, si sono accoppiati e il 9 giugno sono state rinvenute le uova nel nido. Delle 16 uova deposte 12 sono state rotte dai bruschi movimenti della femmina e delle 4 rimaste, dopo i primi 30 giorni di incubazione a 30 gradi con 80 percento di umidità, ne è risultato fertile solo uno. All’alba del 95esimo giorno si è schiuso l’uovo.

«Per riuscire a raggiungere questo straordinario primato, è stato necessario creare la loro naturale condizione ambientale. – afferma Pietro Ciaccia, responsabile del rettilario del Safari Ravenna –. La femmina e il maschio di coccodrillo sono stati continuamente monitorati e seguiti affinché l’accoppiamento potesse avvenire nelle migliori condizioni. L’uovo è stato incubato all’interno di un’apposita incubatrice artificiale, dove sono state riprodotte le corrette condizioni di umidità e temperatura. Quotidianamente è stato controllato e sperato, tecnica che consente di vedere se l’uovo è fecondo o meno, questo per accertare il giusto accrescimento dell’embrione; il tutto senza mai toccare lo stesso perché anche una minima inclinazione dell’uovo di rettile può causare la morte embrionale». Il piccolo verrà nutrito con pesciolini d’acqua dolce, crostacei e insetti finché i visitatori potranno ammirarlo in un’apposita teca adiacente a quella dei genitori.

Il cucciolo di coccodrillo verrà presentato l’1 ottobre in occasione del convegno “Anfibi e rettili: All’interfaccia tra sfide di conservazione, progresso scientifico e allevamento amatoriale” che si terrà al Safari Ravenna.

La Cgil: «Azioni concrete contro i femminicidi»

La Cgil di Ravenna in una nota interviene sul caso del giorno, a Ravenna, esprimendo sgomento «per l’ennesimo femminicidio».

«L’uccisione di Giulia Ballestri – scrive il sindacato in una nota – colpisce l’intera nostra comunità. Ancora una volta una donna è vittima, stando alle prime ricostruzioni dei fatti, dell’incapacità di un uomo di affrontare le problematiche relazionali all’interno della coppia. È sempre più evidente la necessità di insegnare fin dalla primissima età l’importanza del rispetto e del reciproco riconoscimento. Il femminicidio in Italia rappresenta sempre di più un’emergenza a cui bisogna contrapporre azioni concrete. Prima ci sarà una presa di coscienza collettiva, prima metteremo argine a questo dramma ricorrente. La Cgil ribadisce la necessità che non vengano tagliati i fondi per i centri antiviolenza e per i nuovi centri d’ascolto dedicati agli uomini maltrattanti. In questo momento di dolore il pensiero della Cgil è rivolto ai figli e ai familiari della vittima a cui va la nostra vicinanza».

Cagnoni aveva preso un investigatore e controllava il telefono della moglie

Il medico è accusato di omicidio. Lui discendente di storici armatori, la famiglia di lei operava nell’offshore. Il delitto in una villa degli anni ’30

I tre figli di sei, otto e undici anni sono stati uno stimolo per tentare di salvare il matrimonio decennale ma non è bastato: la 40enne aveva maturato l’intenzione di divorziare per ricominciare con un’altra relazione, il 51enne non voleva saperne e pare che fosse riuscito a intercettare il telefono della moglie ricorrendo anche a un investigatore privato che aveva scoperto l’esistenza di un altro uomo. In questo scenario è arrivato l’omicidio di Giulia Ballestri, uccisa a bastonate. L’accusato è Matteo Cagnoni, noto dermatologo. Sono dettagli che emergono dalle pagine de Il Resto del Carlino e del Corriere Romagna in edicola oggi.

Il cadavere, come noto, è stato ritrovato dalla polizia nella notte tra il 18 e il 19 settembre nello scantinato di una villa in via Padre Genocchi, a ridosso di uno degli accessi secondari dei giardini pubblici di Ravenna. Attualmente era disabitata perché i coniugi vivevano di fronte all’ex macello. Come i due siano arrivati lì, soprattutto lei, è ancora da definire. Il decesso viene collocato nelle 72 ore precedenti al ritrovamento. Dopo l’omicidio, secondo gli inquirenti, Cagnoni si è portato a Firenze con i tre figli a casa dei genitori. E lì è stato arrestato. Per il 21 settembre è previsto l’interrogatorio di garanzia.

Ancora dalla lettura dei quotidiani emerge il profilo della coppia. Chi li frequentava li descrive sereni e felici, all’apparenza. Entrambi di famiglie benestanti, eleganti e pacati, abituati a frequentare eventi mondani a cui soprattutto lui teneva molto. Il medico, laurea in Medicina a Firenze nel 1992 con 110 e lode, è discendente di una famiglia di armatori da cinque generazioni, il padre Mario è stato primario al Careggi di Firenze. Matteo, che in passato ha insegnato all’università del capoluogo toscano, era particolarmente orgoglioso delle sue amicizie e conoscenze altolocate e nel mondo dello spettacolo: le foto accanto a vip e personaggi noti, le ospitate in televisione sulla Rai come esperto di dermatologia o nei panni di autore di libri. Lei l’aveva conosciuto come sua paziente. Poi il corteggiamento e il matrimonio. I Ballestri sono proprietari di un’azienda che lavora nel settore offshore installando condutture subacquee.

Il teatro dell’omicidio è una villa signorile di mattoni facciavista, immersa in un grande giardino. A progettarla negli anni Trenta, su commissione della famiglia Cagnoni, fu l’architetto Giulio Ulisse Arata, lo stesso che disegnò il Palazzo della Provincia in piazza Caduti. L’immobile sorge nelle vicinanze della Loggetta Lombardesca.

Assalto nella notte alle Maioliche Nel parcheggio anche un incendio

Colpo al centro commerciale: presi di mira (a martellate) il negozio
di smartphone, la gioielleria e l’agenzia di viaggi. Poi la fuga in A14

Con alcune mazze da muratore hanno infranto la vetrata di una delle porte laterali antipanico, poi si sono diretti alla gioielleria “Sì Anelli” dove hanno mandato in frantumi le vetrine a martellate e si sono impossessati dei preziosi in mostra. Non contenti, hanno frantumanto anche la vetrata del negozio di telefonia “3 Store” per impossessarsi di quattro smartphone in esposizione, non accorgendosi però che erano solo riproduzioni senza valore. L’allarme acustico e poi quello fumogeno hanno fatto scappare la banda di malviventi – cinque persone in tutto – che nella notte tra domenica e lunedì ha preso di mira il centro commerciale Le Maioliche di Faenza. Prima di uscire definitivamente, i cinque hanno distrutto anche la vetrata dell’agenzia di viaggi Faventia Tourist, non riuscendo però a rubare alcunché.

Per rallentare l’intervento delle forze dell’ordine, una volta usciti dal parcheggio hanno anche incendiato due balle di paglia lungo la via di accesso al centro commerciale, rendendo necessario anche l’intervento dei vigili del fuoco.

Stando ai primi rilievi dei carabinieri, i malviventi hanno approfittato della vicinanza tra il centro commerciale e l’autostrada, dove probabilmente li attendeva un complice, con cui si sono dileguati.

All’interno del centro commerciale è stato ritrovato anche un piede di porco utilizzato per sollevare la saracinesca della gioielleria.

Il modus operandi della banda sarebbe lo stesso ravvisato in occasione di altri furti ai danni della Maioliche registrati dai carabinieri negli ultimi due anni.

Sorpreso in discoteca a rubare portafogli: arrestato muratore 51enne

Cinque vittime in una sola serata, a Castel Bolognese

Un muratore forlivese di 51 anni è stato arrestato dalla polizia sabato notte alla discoteca Le Cupole di Castel Bolognese, dove aveva fatto razzia di portafogli e cellulari, approfittando della calca e della distrazione dei proprietari. Dopo aver raccolto le denunce di due donne, i carabinieri hanno sorpreso l’uomo mentre stava frugando in alcune borsette nella zona dei divanetti. Addosso stava nascondendo due costosi smartphone, numerose carte di credito e una macchina fotografica compatta, di cui non sapeva fornire spiegazioni. L’uomo ha poi ammesso di averli rubati da alcune borse lasciate incustodite sui divanetti ed è stato arrestato per furto aggravato e continuato. Alla fine della serata sono risultate cinque le persone derubate.

L’arresto del 51enne è stato convalidato e in tribunale l’uomo ha patteggiato una pena di 12 mesi di reclusione e 400 euro di multa. Inoltre gli è stata applicata la misura dell’obbligo di firma presso i carabinieri di Fusignano, dove l’uomo svolge la propria attività lavorativa. L’uomo era andato in discoteca insieme a un paio di amici; uno di questi è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico con lama da venti centimetri, per cui è stato denunciato.

 

«La violenza sulle donne non si arresta» Il dolore di sindaco, Comune e Linea Rosa

Dopo l’uxoricidio che ha scosso la città di Ravenna

«Siamo addolorati e sgomenti di fronte all’ennesimo omicidio di una donna per mano, quasi certamente, di un uomo. Oggi questa tragedia colpisce la nostra comunità, ma purtroppo drammi analoghi si verificano troppo spesso in Italia e non solo». Lo dichiarano in una nota congiunta il sindaco di Ravenna Michele de Pascale e l’assessore a Politiche e Culture di genere del Comune, Ouidad Bakkali. Il riferimento è naturalmente all’omicidio di Giulia Ballestri per cui è stato fermato il marito, il noto dermatologo Matteo Cagnoni (vedi articoli correlati).

«Ravenna – continua la nota –, insieme all’associazione Linea Rosa, è quotidianamente al lavoro per proteggere le donne vittime di violenza e per fare cultura e prevenzione attraverso iniziative che coinvolgono l’intera comunità. Oggi il dolore ci travolge, ma episodi come questo devono spingerci a proseguire con ancora maggiore impegno e determinazione su questa strada. Confidiamo nelle forze dell’ordine affinché le responsabilità dell’accaduto vengano chiarite al più presto ed esprimiamo la nostra totale vicinanza ai famigliari della vittima».

A commentare il fatto di cronaca su Facebook è anche la presidente della stessa associazione Linea Rosa, Alessandra Bagnara, che posta un simbolo di lutto e scrive: «Purtroppo, per quanto possiamo fare, la violenza sulle donne non si arresta».

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