mercoledì
13 Agosto 2025

Iter: licenziamenti rinviati di 3 mesi E una coop ne assumerà 20 su 115

Cassa integrazione straordinaria fino a maggio e intanto Coopolis
avvia un ramo manutenzioni in soccorso dell’azienda edilizia

Licenziamento posticipato di tre mesi grazie alla cassintegrazione straordinaria e il soccorso di una cooperativa della galassia Legacoop che assumerà gradualmente non più di una ventina di operai nei prossimi tre anni. È questo il nuovo scenario futuro per 115 dei 162 lavoratori dell’Iter di Lugo, storica realtà della cooperazione in edilizia alle prese con un concordato richiesto per far fronte alla crisi che va avanti da anni. L’accordo è stato raggiunto quest’oggi, 5 febbraio, nella sede della Regione Emilia Romagna dove si è riunito il tavolo di crisi alla presenza dell’assessore regionale Palma Costi, dei dirigenti e tecnici della Legacoop Romagna e Ravenna, della direzione, dei tecnici e del liquidatore della cooperativa Iter, della Provincia di Ravenna, del Comune di Lugo, della Cgil e della Fillea regionale, della Fillea di Ravenna, della Rsu aziendale.

Dopo gli ultimi pensionamenti, sono rimasti 162 i lavoratori in forza a Iter (115 in provincia di Ravenna, gli altri fuori regione) per i quali il licenziamento era fissato al 18 febbraio. I tre mesi di Cigs porteranno questa data al 18 maggio per i 115 ravennati. Intanto Legacoop ha presentato il proprio progetto industriale che coinvolge Coopolis: l’azienda di Ravenna si occupava finora di consulenza in edilizia e avvierà un ramo operativo nel settore delle facility e delle manutenzioni immobiliari, sia pubbliche che private, che nell’arco di un triennio dovrebbe assorbire da una decina ad una ventina di lavoratori dell’Iter.

La Fillea-Cgil di Ravenna considera positivo il progetto di Legacoop, «in particolare perché finalmente si costituisce nel settore delle costruzioni un soggetto che assume lavoratori dopo anni in cui il nostro territorio ha visto solo licenziamenti, chiusure e ristrutturazioni». I numeri però sono evidenti di come la situazione sia ancora lontana da una soluzione: «Il nostro impegno e i prossimi passi – si legge nel comunicato del sindacato – saranno proprio nella verifica dell’attuazione del piano e nella ricollocazione del personale senza escludere che, se gli impegni non dovessero essere rispettati, riprenderemo le iniziative di mobilitazione».

La Cgil sottolinea, infine, come le ultime modifiche normative sugli ammortizzatori sociali previste dal Jobs Act abbiano fortemente limitato l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, e in particolare della cassa integrazione straordinaria, anche in presenza di soluzioni positive che permettano la rioccupazione dei lavoratori. La Fillea chiede pertanto a tutte le forze politiche e alle istituzioni di correggere le storture dell’attuale normativa.

Un virus manda in tilt i pc del liceo E gli hacker chiedono il riscatto

Poche centinaia di euro per liberare i dati criptati con una email infetta Ma i tecnici contano di recuperare tutto senza cedere all’attacco

Con un virus informatico inviato via mail hanno mandato in tilt la rete dei computer del liceo scientifico Oriani di Ravenna e poi hanno chiesto un riscatto di poche centinaia di euro per l’antidoto. È quanto accaduto nei giorni scorsi all’istituto superiore secondo quanto si apprende dalle pagine dell’edizione odierna de Il Corriere Romagna. Il pagamento del riscatto non sarà necessario: i tecnici sono al lavoro per rimettere in piedi la rete e inoltre i dati persi non sono sensibili. In gergo tecnico si tratta di un criptolocker, virus che circola da diverso tempo e sta infettando i pc di mezzo mondo: aprendo un file allegato o cliccando su un link contenuto in una email che arriva da un indirizzo all’apparenza credibile, si resta infettati in tutto il sistema a cui è collegato il computer ritrovandosi con i dati criptati e non più utilizzabili se non con un software per decriptarli che viene venduto dagli hacker.

Parte dal Pala De André il tour italiano di Joan Baez, icona del pacifismo

L’usignolo di Woodstock, nota anche per l’unione artistica
(e sentimentale) con Bob Dylan, chiuderà il Ravenna Festival in luglio

È ufficiale: “An evening with Joan Baez”, il nuovo tour italiano dell’usignolo di Woodstock – come è stata ribattezzata dopo la sua celeberrima esibizione al festival nel 1969 – si aprirà a Ravenna mercoledì 13 luglio al Pala De Andrè. Il concerto della grande folk singer statunitense sarà l’evento conclusivo della ventisettesima edizione di Ravenna Festival.

«Una serata – si legge in una nota del Festival – che si annuncia fin d’ora come indimenticabile e volta a segnare una nuova, preziosa, tappa nel percorso che il Festival segue dal 1990, alla scoperta dei “nuovi menestrelli”, di quelle voci in grado di interpretare le passioni e le spinte innovative dei grandi movimenti popolari che, nel secolo breve, hanno contribuito a cambiare il mondo. Così, se nel 2002 si è potuto ascoltare la voce di Bob Dylan, il riccioluto ragazzo del Minnesota che ha reinventato la figura del cantautore, prima o poi non poteva mancare quella appunto di Joan Baez, l’usignolo di Woodstock che con Dylan ha intessuto un profondo rapporto artistico e personale. Soprattutto nell’anno in cui il filo rosso che lega il festival esalta l’impegno per la difesa dei diritti civili, partendo dall’omaggio a Nelson Mandela. Così, passando da “Ho camminato sulla lunga strada per la libertà” di Madiba si arriva a “How many roads must a man walk down / before you call him a man?”, ballata eseguita innumerevoli volte dalla coppia Dylan – Baez».

Joan Baez, nella propria lunga e intensissima carriera (all’anagrafe Joan Chandos Báez) è passata dai temi della beat generation all’impegno per i diritti civili, diventando il simbolo di una generazione “in rivoluzione”. Nel 1965 canta l’inno pacifista “We Shall Overcome” e si unisce alla voce di Martin Luther King nella storica marcia in Alabama; e nel ‘66 è al fianco di Cesar Chavez e dei contadini immigrati della California, nella loro lotta per ottenere migliori condizioni di lavoro e di vita. Poi la musica e l’attivismo politico diventano inseparabili per Joan Baez quando l’America comincia a parlare del Vietnam: “Where Have All the Flowers Gone?”, chiede Joan con la chitarra, gridando pubblicamente la propria obiezione alle spese di guerra. Icona, dunque, del pacifismo, e della lotta per i diritti civili, ha anche interpretato la canzone di Gianni Morandi, “C’era un ragazzo che come me…”, facendola conoscere al mondo intero. Così, come era stata in Vietnam nel Natale del 1972, mentre Nixon scatenava il terrificante “bombardamento di Natale” su Hanoi, è stata anche la prima ad esibirsi a Sarajevo, allo scoppio della guerra; e la prima in assoluto a cantare nell’ex penitenziario di Alcatraz, per beneficenza. E oggi la sua voce si è alzata dopo la sconvolgente moltiplicazione di attentati terroristici: «I am Paris, I am Beirut, I am Baghdad, and beyond…».

Il concerto di Ravenna apre un tour italiano di quattro date (il 14 Gardone Riviera, il 16 luglio a Recanati e il 18 luglio a Roma) che offrirà l’occasione per ripercorrere una lunga carriera iniziata più di 50 anni fa.

La nuova mostra interattiva di Immaginante a Ravenna fino al 21 febbraio a Palazzo Rasponi  

Un percorso fra cinque stanze per bambini dai 2 ai 10 anni

In prima nazionale, arriva a Ravenna la nuova mostra interattiva per bambini e famiglie curata da Immaginante in collaborazione con il Comune e la Provincia.

“Bianco a colori”, consigliata dai 2 ai 10 anni ma aperta a tutti, inaugura sabato 6 febbraio alle 16.30 a Palazzo Rasponi dalle Teste (via Luca Longhi, 9), dove si protrarrà fino al 21 febbraio.

Il percorso guidato si snoda in cinque diverse stanze, ognuna delle quali offrirà ai visitatori la possibilità di vivere un’esperienza artistica e corporea diversa, lasciando tracce e contribuendo così a modificare l’installazione proposta. All’interno della prima, “Gomitoli”, i bambini si improvviseranno sarti, intrecciando fili e Scooby doo. Dentro “Pompon”, invece, i visitatori comporranno forme su tele e quadri bianchi stesi a terra, lasciando spazio alla fantasia. Dentro la stanza “Acquario”, ispirata al libro “Animali sonanti” pubblicato da Arianna Sedioli e Alessio Caruso per le Edizioni Fulmino, pesci e polpi balleranno sulle musiche di Camille Saint-Saëns. “La famiglia K.” darà invece modo ai bambini di vestire una serie di manichini con stoffe bianche e accessori colorati. Nell’ultima installazione, “Imbandita”, i visitatori decoreranno tovagliette creando un kit per la colazione da portare a casa.

«Abbiamo deciso di dedicare la mostra al colore bianco – spiega Arianna Sedioli, direttrice artistica di Immaginante – utilizzandolo come sfondo ideale per accogliere le tracce cromatiche e sonore dei bambini e degli adulti che li accompagnano. Dalle prime quattro stanze i visitatori porteranno con sè l’esperienza della creatività condivisa, dall’ultima un piccolo oggetto finito, come ricordo del percorso. In ogni caso, vivranno momenti di arte ludica partecipata».

La mostra, inserita nel Piano dell’offerta formativa (Pof) del Comune di Ravenna, ha quasi registrato il tutto esaurito tra educatori e insegnanti: per le visite dei nidi e delle scuole dell’infanzia e primarie restano ancora alcuni posti ma è necessario prenotarli il prima possibile (telefonando al 334/2804710). Le visite per le scuole durano un’ora e si tengono dal lunedì al venerdì mattina (turni a partire dalle ore 9), oltre al martedì e giovedì pomeriggio (turni a partire dalle ore 14).

Massima libertà, invece, per il pubblico delle famiglie, che oltre a prendere parte all’inaugurazione, potranno prenotare la propria visita animata (sempre chiamando il 334/2804710) a cui partecipare nelle giornate di martedì e giovedì (ore 16,30), sabato e domenica mattina (ore 10-11 e 12), sabato e domenica pomeriggio (ore 14,30- 15,30-16,30-17,30).

Il programma di “Bianco a colori” prevede altri due momenti. Il primo, ormai tradizionale per le mostre di Immaginante, è il workshop per educatori, insegnanti, genitori e operatori dei servizi in programma sabato 13 febbraio alla Sala Serra della Banca Popolare dell’Emilia-Romagna (piazzetta Serra, Ravenna). Il workshop, gratuito per i docenti e gli operatori che lavorano in provincia di Ravenna, è su prenotazione (334/2804710).

Un momento nuovo sarà rappresentato da “Colours and food”, un aperitivo per adulti, accompagnato da una perfomance cromatica, in programma giovedì 18 febbraio alle 19,30 al “S Club” di via Zara 48 a Ravenna (prenotazione consigliata allo 0544/590219 o al 340/5513034).

La nuova mostra interattiva di Immaginante a Ravenna fino al 21 febbraio a Palazzo Rasponi  

Un percorso fra cinque stanze per bambini dai 2 ai 10 anni

In prima nazionale, arriva a Ravenna la nuova mostra interattiva per bambini e famiglie curata da Immaginante in collaborazione con il Comune e la Provincia.

“Bianco a colori”, consigliata dai 2 ai 10 anni ma aperta a tutti, inaugura sabato 6 febbraio alle 16.30 a Palazzo Rasponi dalle Teste (via Luca Longhi, 9), dove si protrarrà fino al 21 febbraio.

Il percorso guidato si snoda in cinque diverse stanze, ognuna delle quali offrirà ai visitatori la possibilità di vivere un’esperienza artistica e corporea diversa, lasciando tracce e contribuendo così a modificare l’installazione proposta. All’interno della prima, “Gomitoli”, i bambini si improvviseranno sarti, intrecciando fili e Scooby doo. Dentro “Pompon”, invece, i visitatori comporranno forme su tele e quadri bianchi stesi a terra, lasciando spazio alla fantasia. Dentro la stanza “Acquario”, ispirata al libro “Animali sonanti” pubblicato da Arianna Sedioli e Alessio Caruso per le Edizioni Fulmino, pesci e polpi balleranno sulle musiche di Camille Saint-Saëns. “La famiglia K.” darà invece modo ai bambini di vestire una serie di manichini con stoffe bianche e accessori colorati. Nell’ultima installazione, “Imbandita”, i visitatori decoreranno tovagliette creando un kit per la colazione da portare a casa.

«Abbiamo deciso di dedicare la mostra al colore bianco – spiega Arianna Sedioli, direttrice artistica di Immaginante – utilizzandolo come sfondo ideale per accogliere le tracce cromatiche e sonore dei bambini e degli adulti che li accompagnano. Dalle prime quattro stanze i visitatori porteranno con sè l’esperienza della creatività condivisa, dall’ultima un piccolo oggetto finito, come ricordo del percorso. In ogni caso, vivranno momenti di arte ludica partecipata».

La mostra, inserita nel Piano dell’offerta formativa (Pof) del Comune di Ravenna, ha quasi registrato il tutto esaurito tra educatori e insegnanti: per le visite dei nidi e delle scuole dell’infanzia e primarie restano ancora alcuni posti ma è necessario prenotarli il prima possibile (telefonando al 334/2804710). Le visite per le scuole durano un’ora e si tengono dal lunedì al venerdì mattina (turni a partire dalle ore 9), oltre al martedì e giovedì pomeriggio (turni a partire dalle ore 14).

Massima libertà, invece, per il pubblico delle famiglie, che oltre a prendere parte all’inaugurazione, potranno prenotare la propria visita animata (sempre chiamando il 334/2804710) a cui partecipare nelle giornate di martedì e giovedì (ore 16,30), sabato e domenica mattina (ore 10-11 e 12), sabato e domenica pomeriggio (ore 14,30- 15,30-16,30-17,30).

Il programma di “Bianco a colori” prevede altri due momenti. Il primo, ormai tradizionale per le mostre di Immaginante, è il workshop per educatori, insegnanti, genitori e operatori dei servizi in programma sabato 13 febbraio alla Sala Serra della Banca Popolare dell’Emilia-Romagna (piazzetta Serra, Ravenna). Il workshop, gratuito per i docenti e gli operatori che lavorano in provincia di Ravenna, è su prenotazione (334/2804710).

Un momento nuovo sarà rappresentato da “Colours and food”, un aperitivo per adulti, accompagnato da una perfomance cromatica, in programma giovedì 18 febbraio alle 19,30 al “S Club” di via Zara 48 a Ravenna (prenotazione consigliata allo 0544/590219 o al 340/5513034).

Torna la festa di Carnevale all’Almagià: laboratori, spettacolo, merenda e balli in maschera

Dalle 15.30 laboratori e attività per bambini a tema carnevalesco; dalle 16.30 lo spettacolo e poi il “gran ballo di Carnevale” con coriandoli, stelle filanti e musica. Una grande festa in maschera, quella in programma all’Almagià di Ravenna sabato 6 febbraio nell’ambito della rassegna teatrale “Le arti della marionetta”, a cura del Teatro del Drago.

Sul palco “Pulcinella mon amour” del Collettivo Teatrale Bertolt Brecht di Formia (Lazio), uno spettacolo di teatro popolare per bambini a partire dai 5 anni (con Pompeo Perrone, Chiara Ruggeri, Francesca De Santis, Dilva Foddai, Salvatore Caggiari, Maurizio Stammati, Margherita Vicario). Strutturato come fosse un gran carnevale di maschere e tamburi, coriandoli e bandiere, si narra l’arte difficile del sopravvivere di Pulcinella Cetrulo, maschera dai mille volti sempre in fuga da qualcuno, sempre in cerca di qualcosa. L’obiettivo: portare il pubblico a compiere un viaggio, al di là dei facili stereotipi, autentico, ironico, amaro e grottesco nel mondo variopinto di Pulcinella.

Al termine dello spettacolo, una piccola merenda accompagnerà il pubblico nella seconda parte della festa che vedrà protagonisti i presenti che saranno coinvolti in balli, danze, giochi, sotto lo sguardo vigile di una giuria di esperti che decreterà la maschera più bella.

Per informazioni e prenotazioni: 392 6664211 e info@teatrodeldrago.it.

Sarà possibile acquistare i biglietti per lo spettacolo direttamente il giorno stesso all’Almagià dalle 10 alle 12 e a partire dalle 15. Adulti 7 euro; bambini 5; famiglia (2 adulti e 2 bambini) 20 euro; gratis sotto i 3 anni.

Gli appuntamenti di Carnevale del Teatro del drago proseguono al Museo La Casa delle Marionette di vicolo Padenna, in centro a Ravenna: domenica 7 febbraio alle ore 11 “Giù la maschera”, racconto per sensi interattivi a cura di Silvia Rastelli per bambini a partire dai 4 anni; martedì 9 febbraio alle ore 17 narrazione e laboratorio de I Lumini.

Inoltre è attivo il progetto Riuso Urbano- i costumi di Carnevale: i bambini e gli adulti che desiderano dare il loro vecchio costume di Carnevale, o noleggiarne uno nuovo, potranno portarlo o sceglierlo direttamente alla Casa delle Marionette prenotando al 392 6664211.

L’innovazione in darsena: in aprile startup e coworker all’ex dogana. Ecco il progetto

Ogni azienda potrà restare nell’incubatore un anno: bando per fare
richiesta aperto fino al 15 febbraio. Investimento da 600mila euro

L’obiettivo è quello di far finalmente partire il progetto – di cui si parla da tempo – in aprile, negli spazi affacciati sul canale Candiano dell’ex dogana di Ravenna, nel cuore della darsena di città. L’ex magazzino diventerà infatti il cuore di “Colabora”, l’incubatore messo a disposizione dal Comune e in cui verranno ospitate quattro startup selezionate tramite un bando pubblico (che scade il 15 febbraio e che vedeva a una dozzina di giorni dal termine quattro partecipanti) e 14 postazioni di coworking.

Possono partecipare alla selezione startup già costituite o meno in forma di impresa, la cui mission sia improntata ad un alto carattere innovativo e legata alle vocazioni tipiche del territorio – è specificato nel bando – «quali arte e cultura, mare ed energia, turismo e altre».

Una settantina di persone, in prevalenza giovani, ha partecipato nei giorni scorsi al palazzo dei congressi alla presentazione del progetto che prevede anche la presenza all’interno dei locali di una società (selezionata in base a una gara pubblica chiusa in queste ore) che presterà consulenza aziendale gratuita agli ospiti di “Colabora”. Consulenti di cui potranno usufruire anche i 6 coworker che resteranno all’ex dogana in maniera praticamente fissa (selezionati anche in questo caso tramite un bando che verrà pubblicato presumibilmente a fine mese), a differenza degli altri 8 posti disponibili per il coworking che verranno invece assegnati tramite prenotazioni on line o direttamente a chi si presenterà sul posto, magari anche professionisti provenienti da altre città.

Per far partire il progetto (compresa naturalmente la ristrutturazione dei locali, da 300 metri quadrati) e finanziare i primi due anni di attività è stato necessario un investimento di 600mila euro, di cui circa la metà proveniente da fondi regionali e per il restante tramite un cofinanziamento di Comune di Ravenna ed Eni, che ha coinvolto nel progetto anche la Fondazione Mattei.

Le startup potranno restare nell’incubatore, usufruendo dell’assistenza dei consulenti, per un anno (poi ne entreranno altre quattro), a titolo totalmente gratuito, mentre per i coworker i gestori dovranno studiare tariffe calmierate.

L’iniziativa. La settimana europea dedicata alle startup si conclude a Ravenna con un il racconto dell’esperienza di chi è già sul mercato e con la presentazione delle opportunità e delle modalità di accesso al credito. L’appuntamento è in programma per oggi, venerdì 5 febbraio, dalle 16 alle 18.30 nella sala ristoro del palazzo dei Congressi.

Cos’è il coworking? Si tratta di un modello lavorativo adottato per lo più da liberi professionisti che usufruiscono di spazi condivisi in cui disporre di postazioni autonome e al tempo stesso interagire con altre persone.

Cos’è una startup? Nuova azienda che basa la propria attività su ricerca e sviluppo, in questo caso intesa come soggetto che cerca anche di innovare il proprio settore di riferimento.

L’innovazione in darsena: in aprile startup e coworker all’ex dogana. Ecco il progetto

Ogni azienda potrà restare nell’incubatore un anno: bando per fare
richiesta aperto fino al 15 febbraio. Investimento da 600mila euro

L’obiettivo è quello di far finalmente partire il progetto – di cui si parla da tempo – in aprile, negli spazi affacciati sul canale Candiano dell’ex dogana di Ravenna, nel cuore della darsena di città. L’ex magazzino diventerà infatti il cuore di “Colabora”, l’incubatore messo a disposizione dal Comune e in cui verranno ospitate quattro startup selezionate tramite un bando pubblico (che scade il 15 febbraio e che vedeva a una dozzina di giorni dal termine quattro partecipanti) e 14 postazioni di coworking.

Possono partecipare alla selezione startup già costituite o meno in forma di impresa, la cui mission sia improntata ad un alto carattere innovativo e legata alle vocazioni tipiche del territorio – è specificato nel bando – «quali arte e cultura, mare ed energia, turismo e altre».

Una settantina di persone, in prevalenza giovani, ha partecipato nei giorni scorsi al palazzo dei congressi alla presentazione del progetto che prevede anche la presenza all’interno dei locali di una società (selezionata in base a una gara pubblica chiusa in queste ore) che presterà consulenza aziendale gratuita agli ospiti di “Colabora”. Consulenti di cui potranno usufruire anche i 6 coworker che resteranno all’ex dogana in maniera praticamente fissa (selezionati anche in questo caso tramite un bando che verrà pubblicato presumibilmente a fine mese), a differenza degli altri 8 posti disponibili per il coworking che verranno invece assegnati tramite prenotazioni on line o direttamente a chi si presenterà sul posto, magari anche professionisti provenienti da altre città.

Per far partire il progetto (compresa naturalmente la ristrutturazione dei locali, da 300 metri quadrati) e finanziare i primi due anni di attività è stato necessario un investimento di 600mila euro, di cui circa la metà proveniente da fondi regionali e per il restante tramite un cofinanziamento di Comune di Ravenna ed Eni, che ha coinvolto nel progetto anche la Fondazione Mattei.

Le startup potranno restare nell’incubatore, usufruendo dell’assistenza dei consulenti, per un anno (poi ne entreranno altre quattro), a titolo totalmente gratuito, mentre per i coworker i gestori dovranno studiare tariffe calmierate.

L’iniziativa. La settimana europea dedicata alle startup si conclude a Ravenna con un il racconto dell’esperienza di chi è già sul mercato e con la presentazione delle opportunità e delle modalità di accesso al credito. L’appuntamento è in programma per oggi, venerdì 5 febbraio, dalle 16 alle 18.30 nella sala ristoro del palazzo dei Congressi.

Cos’è il coworking? Si tratta di un modello lavorativo adottato per lo più da liberi professionisti che usufruiscono di spazi condivisi in cui disporre di postazioni autonome e al tempo stesso interagire con altre persone.

Cos’è una startup? Nuova azienda che basa la propria attività su ricerca e sviluppo, in questo caso intesa come soggetto che cerca anche di innovare il proprio settore di riferimento.

L’innovazione in darsena: in aprile startup e coworker all’ex dogana. Ecco il progetto

Ogni azienda potrà restare nell’incubatore un anno: bando per fare richiesta aperto fino al 15 febbraio. Investimento da 600mila euro

L’obiettivo è quello di far finalmente partire il progetto – di cui si parla da tempo – in aprile, negli spazi affacciati sul canale Candiano dell’ex dogana di Ravenna, nel cuore della darsena di città. L’ex magazzino diventerà infatti il cuore di “Colabora”, l’incubatore messo a disposizione dal Comune e in cui verranno ospitate quattro startup selezionate tramite un bando pubblico (che scade il 15 febbraio e che vedeva a una dozzina di giorni dal termine quattro partecipanti) e 14 postazioni di coworking.

Possono partecipare alla selezione startup già costituite o meno in forma di impresa, la cui mission sia improntata ad un alto carattere innovativo e legata alle vocazioni tipiche del territorio – è specificato nel bando – «quali arte e cultura, mare ed energia, turismo e altre».

Una settantina di persone, in prevalenza giovani, ha partecipato nei giorni scorsi al palazzo dei congressi alla presentazione del progetto che prevede anche la presenza all’interno dei locali di una società (selezionata in base a una gara pubblica chiusa in queste ore) che presterà consulenza aziendale gratuita agli ospiti di “Colabora”. Consulenti di cui potranno usufruire anche i 6 coworker che resteranno all’ex dogana in maniera praticamente fissa (selezionati anche in questo caso tramite un bando che verrà pubblicato presumibilmente a fine mese), a differenza degli altri 8 posti disponibili per il coworking che verranno invece assegnati tramite prenotazioni on line o direttamente a chi si presenterà sul posto, magari anche professionisti provenienti da altre città.

Per far partire il progetto (compresa naturalmente la ristrutturazione dei locali, da 300 metri quadrati) e finanziare i primi due anni di attività è stato necessario un investimento di 600mila euro, di cui circa la metà proveniente da fondi regionali e per il restante tramite un cofinanziamento di Comune di Ravenna ed Eni, che ha coinvolto nel progetto anche la Fondazione Mattei.

Le startup potranno restare nell’incubatore, usufruendo dell’assistenza dei consulenti, per un anno (poi ne entreranno altre quattro), a titolo totalmente gratuito, mentre per i coworker i gestori dovranno studiare tariffe calmierate.

L’iniziativa. La settimana europea dedicata alle startup si conclude a Ravenna con un il racconto dell’esperienza di chi è già sul mercato e con la presentazione delle opportunità e delle modalità di accesso al credito. L’appuntamento è in programma per oggi, venerdì 5 febbraio, dalle 16 alle 18.30 nella sala ristoro del palazzo dei Congressi.

Cos’è il coworking? Si tratta di un modello lavorativo adottato per lo più da liberi professionisti che usufruiscono di spazi condivisi in cui disporre di postazioni autonome e al tempo stesso interagire con altre persone.

Cos’è una startup? Nuova azienda che basa la propria attività su ricerca e sviluppo, in questo caso intesa come soggetto che cerca anche di innovare il proprio settore di riferimento.

Torna la domenica ecologica Ecco le limitazioni al traffico

A Ravenna dalle 8.30 alle 18.30 del 6 febbraio

Il 7 febbraio, prima domenica del mese, sarà domenica ecologica anche a Ravenna, in applicazione dei provvedimenti di limitazione della circolazione contenuti nel Piano aria integrato regionale per il contrasto all’inquinamento atmosferico vigenti fino al 31 marzo.

Dalle 8.30 alle 18.30 sarà in vigore il divieto di transito per le stesse tipologie di veicoli per le quali è previsto dal lunedì al venerdì: a benzina precedenti all’Euro 2; diesel precedenti all’Euro 4; diesel di tipo M2, M3, N2 o N3 precedenti all’Euro 4; diesel di tipo N1 precedenti all’Euro 3; ciclomotori e ai motocicli precedenti alla normativa Euro 1.

Potranno invece circolare liberamente i seguenti veicoli: alimentati a gas metano o GPL; con almeno 3 persone a bordo (car pooling), con almeno 2 persone se omologati a 2 posti; autoveicoli elettrici e ibridi; ciclomotori e motocicli elettrici; autoveicoli per trasporti specifici e per uso speciale, così come definiti dall’articolo 54 del codice della strada e altri veicoli ad uso speciale.

L’area cittadina in cui sono in vigore i provvedimenti è delimitata dalle seguenti strade, non sottoposte alle limitazioni: Via Faentina (tratto Via G. Fuschini – Rotonda Spagna), Rotonda Spagna, Viale S. Allende, Rotonda Andorra, Viale G. Saragat, Rotonda Portogallo, Rotonda Olanda, Via Fiume Montone Abbandonato (tratto Rotonda Olanda – Via A. Missiroli), Via A. Missiroli, Viale V. Randi (tratto SS. 16 Adriatica – Via A. Missiroli), Rotonda Lussemburgo, Viale L. B. Alberti, Rotonda Croazia, Rotonda Slovenia, Viale G. Galilei (tratto Rotonda Slovenia – Rotonda Gran Bretagna), Rotonda Gran Bretagna, Viale Europa, Rotonda Germania, Rotonda Francia, Via Destra Canale Molinetto (tratto ingresso al parcheggio del Pala de André – Rotonda Francia), Rotonda Danimarca, Via Trieste (tratto ingresso al parcheggio del Pala de André – Rotonda Danimarca), Rotonda Finlandia, Via A. Monti, Rotonda Belgio, Via della Chimica, Rotonda Montecarlo, Viale E. Mattei, Rotonda dei Mosaicisti, Rotonda Svezia, Via Fosso Dimiglio, Via S. Alberto (tratto Linea ferroviaria Ravenna-Ferrara – Via Fosso Dimiglio), Via Naviglio, Via Rotta (tratto Linea ferroviaria Ravenna-Ferrara – Via Naviglio), Via Canalazzo (tratto Linea ferroviaria Ravenna-Bologna – Via Naviglio), Rotonda Polonia, Via G. Fuschini e Rotonda Malta.

Vanoli e il sentimento del Mediterraneo

Nel saggio uscito per il Mulino una navigazione tra epoche e geografie
che porta il lettore fino alla Ravenna dei giorni nostri

Un viaggio sentimentale promette di essere fin dal sottotitolo, e un viaggio sentimentale è ciò che effettivamente è questo libro di Alessandro Vanoli (Quando guidavano le stelle) uscito per Il Mulino. Una navigazione, anzi quattro navigazioni, che portano il lettore a scoprire con l’autore il Mediterraneo in un sovrapporsi di epoche e geografie.

Docente universitario, Vanoli (a Casa Melandri, in via ponte Marino, a Ravenna, il 5 febbraio alle 18), già autore di altri volumi come Andare per l’Italia araba, qui sfodera una penna da vero narratore e divulgatore tanto da usare anche i grandi eventi storici come fondali per dar la parola a personaggi, che siano personaggi reali o inventati poco importa, che diventano di volta in volta altrettanti “virgili” per il lettore, ovverosia guide per capire appunto il sentimento di un luogo in un dato momento storico.

E così si parte con Platone e l’Egeo al tempo di Ulisse per approdare all’Alessandria di Tolomeo e poi a Cartagine, negli ultimi suoi giorni da capitale, prima di approdare a Ostia. E poi, ancora, da Betlemme per attraccare nella Costantinopoli erede di Roma e alle Colonne d’Ercole, mentre le nuove religioni monoteiste conquistano le terre che si affacciano sul mare e si arriva fino all’Andalusia di Cid El Campeador e alla Genova delle Repubbliche marinare. A Venezia si approda nel 1495 e ad Ancona ci fermeremo ad ascoltare i presunti racconti di un mercante bolognese in attesa di imbarcarci per Cipro. Palermo, Napoli, i bastimenti da Genova diretti negli Stati Uniti sono le tappe del declino del Mediterraneo, durante la quarta navigazione che si chiude ai giorni nostri, a Ravenna.

In questo solcare mari ed epoche scopriamo colori, odori, sapori, parole, sogni, aspettative, scontri filtrati attaverso secoli di storia. Ad accompagnarci è un narratore che è anche uno studioso e che non lesina i ricordi personali e reclama un suo spazio, rifiutandosi di scomparire dietro le storie che racconta. Questa sua presenza funge anche da ponte per il continuo spostamento tra ciò che fu e ciò che è e rende quasi tangibile come sia oggi impossibile scindere i nodi che legano al passato questo mare di cui ora spesso parliamo soprattutto per raccontare di fughe, profughi, morti, naviganti della disperazione. Di questo mare che oggi tanti vogliono trasformare in una barriera lì a dividere Oriente da Occidente, più ancora che il Sud dal Nord. Eppure c’è un faro che Vanoli offre per rileggere la storia e soprattutto affrontare l’oggi: Oriente e Occidente non sono due entità delineate e separate, anzi di più, in questo mare Oriente e Occidente non esistono.

Ma forse abbiamo perso consapevolezza di ciò, così come di ciò che questo mare ha dato e può dare. O questo sembra dire l’approdo finale nell’unica città della costa romagnola che viene toccata, quella Ravenna contemporanea che ha ormai però girato le spalle al mare pur custodendo i tesori venuti dall’aldilà dell’Adriatico e oltre. Un finale amaro per un libro capace di stimolare riflessioni su questioni come identità, cultura, appartenenza e allo stesso tempo di regalare il piacere di una fuga dal qui e ora (almeno per le prime tre navigazioni) senza concessioni al nostalgico o al retorico ma senza rinunciare, appunto, al sentimento.

Vanoli e il sentimento del Mediterraneo

Nel saggio uscito per il Mulino una navigazione tra epoche e geografie che porta il lettore fino alla Ravenna dei giorni nostri

Un viaggio sentimentale promette di essere fin dal sottotitolo, e un viaggio sentimentale è ciò che effettivamente è questo libro di Alessandro Vanoli (Quando guidavano le stelle) uscito per Il Mulino. Una navigazione, anzi quattro navigazioni, che portano il lettore a scoprire con l’autore il Mediterraneo in un sovrapporsi di epoche e geografie.

Docente universitario, Vanoli (a Casa Melandri, in via ponte Marino, a Ravenna, il 5 febbraio alle 18), già autore di altri volumi come Andare per l’Italia araba, qui sfodera una penna da vero narratore e divulgatore tanto da usare anche i grandi eventi storici come fondali per dar la parola a personaggi, che siano personaggi reali o inventati poco importa, che diventano di volta in volta altrettanti “virgili” per il lettore, ovverosia guide per capire appunto il sentimento di un luogo in un dato momento storico.

E così si parte con Platone e l’Egeo al tempo di Ulisse per approdare all’Alessandria di Tolomeo e poi a Cartagine, negli ultimi suoi giorni da capitale, prima di approdare a Ostia. E poi, ancora, da Betlemme per attraccare nella Costantinopoli erede di Roma e alle Colonne d’Ercole, mentre le nuove religioni monoteiste conquistano le terre che si affacciano sul mare e si arriva fino all’Andalusia di Cid El Campeador e alla Genova delle Repubbliche marinare. A Venezia si approda nel 1495 e ad Ancona ci fermeremo ad ascoltare i presunti racconti di un mercante bolognese in attesa di imbarcarci per Cipro. Palermo, Napoli, i bastimenti da Genova diretti negli Stati Uniti sono le tappe del declino del Mediterraneo, durante la quarta navigazione che si chiude ai giorni nostri, a Ravenna.

In questo solcare mari ed epoche scopriamo colori, odori, sapori, parole, sogni, aspettative, scontri filtrati attaverso secoli di storia. Ad accompagnarci è un narratore che è anche uno studioso e che non lesina i ricordi personali e reclama un suo spazio, rifiutandosi di scomparire dietro le storie che racconta. Questa sua presenza funge anche da ponte per il continuo spostamento tra ciò che fu e ciò che è e rende quasi tangibile come sia oggi impossibile scindere i nodi che legano al passato questo mare di cui ora spesso parliamo soprattutto per raccontare di fughe, profughi, morti, naviganti della disperazione. Di questo mare che oggi tanti vogliono trasformare in una barriera lì a dividere Oriente da Occidente, più ancora che il Sud dal Nord. Eppure c’è un faro che Vanoli offre per rileggere la storia e soprattutto affrontare l’oggi: Oriente e Occidente non sono due entità delineate e separate, anzi di più, in questo mare Oriente e Occidente non esistono.

Ma forse abbiamo perso consapevolezza di ciò, così come di ciò che questo mare ha dato e può dare. O questo sembra dire l’approdo finale nell’unica città della costa romagnola che viene toccata, quella Ravenna contemporanea che ha ormai però girato le spalle al mare pur custodendo i tesori venuti dall’aldilà dell’Adriatico e oltre. Un finale amaro per un libro capace di stimolare riflessioni su questioni come identità, cultura, appartenenza e allo stesso tempo di regalare il piacere di una fuga dal qui e ora (almeno per le prime tre navigazioni) senza concessioni al nostalgico o al retorico ma senza rinunciare, appunto, al sentimento.

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