martedì
12 Agosto 2025

Una mostra a Bonobolabo in omaggio a Ericailcane

In occasione dell’uscita del libro dello street artist

Sabato 6 febbraio alle 16 – in occasione dell’uscita del primo libro di Ericailcane che raccoglie 15 anni dei “suoi” muri in giro per il mondo, dal titolo “Come Quando Fuori NON Piove” – lo spazio Bonobolabo di via Centofanti 79, a Ravenna, organizza una esposizione di serigrafie e stampe provenienti da collezioni private. Un omaggio all’artista che tra le altre cose nel 2012 ha regalato prorpio a Ravenna uno dei suoi lavori più grandi, in Darsena per la candidatura di Ravenna 2019 (vedi foto).

“Come Quando Fuori NON Piove” è il volume che documenta per la prima volta in maniera antologica tutti i muri dipinti da Ericailcane, un pioniere della street-art, tra i più acclamati e riconosciuti artisti a livello internazionale.

Dall’inizio del millennio fino ad oggi i murales di Ericailcane hanno cambiato i volti di numerose città del mondo, dalle più grandi metropoli fino ai più sperduti sobborghi, con la sua inconfondibile impronta fiabesca e zoomorfica ha contribuito a ridefinire con la sua forza poetica l’estetica stessa dell’arte urbana.

Questo libro è risultato di un meticoloso lavoro di ricerca e documentazione che fotografa 15 anni di attività: più di 250 muri in oltre 20 paesi.

Orario mostra: inaugurazione sabato 6 febbraio alle 16, poi mercoledì, giovedì, venerdì e sabato dalle 16 alle 19.30, su appuntamento al 328 6340102. Ingresso libero.

Una mostra a Bonobolabo in omaggio a Ericailcane

In occasione dell’uscita del libro dello street artist

Sabato 6 febbraio alle 16 – in occasione dell’uscita del primo libro di Ericailcane che raccoglie 15 anni dei “suoi” muri in giro per il mondo, dal titolo “Come Quando Fuori NON Piove” – lo spazio Bonobolabo di via Centofanti 79, a Ravenna, organizza una esposizione di serigrafie e stampe provenienti da collezioni private. Un omaggio all’artista che tra le altre cose nel 2012 ha regalato prorpio a Ravenna uno dei suoi lavori più grandi, in Darsena per la candidatura di Ravenna 2019 (vedi foto).

“Come Quando Fuori NON Piove” è il volume che documenta per la prima volta in maniera antologica tutti i muri dipinti da Ericailcane, un pioniere della street-art, tra i più acclamati e riconosciuti artisti a livello internazionale.

Dall’inizio del millennio fino ad oggi i murales di Ericailcane hanno cambiato i volti di numerose città del mondo, dalle più grandi metropoli fino ai più sperduti sobborghi, con la sua inconfondibile impronta fiabesca e zoomorfica ha contribuito a ridefinire con la sua forza poetica l’estetica stessa dell’arte urbana.

Questo libro è risultato di un meticoloso lavoro di ricerca e documentazione che fotografa 15 anni di attività: più di 250 muri in oltre 20 paesi.

Orario mostra: inaugurazione sabato 6 febbraio alle 16, poi mercoledì, giovedì, venerdì e sabato dalle 16 alle 19.30, su appuntamento al 328 6340102. Ingresso libero.

Una vita tra redazione e tribunale «La cronaca nera si segue sul campo»

Il giornalista Carlo Raggi: «Va verificata ogni fonte, a partire dalle forze dell’ordine. Il nerista? Sfrontato per farsi aprire le porte»

Il nerista è un po’ diverso dagli altri giornalisti. Lo dice chi è stato la principale firma dei pezzi di nera e giudiziara sulle pagine de Il Resto del Carlino a Ravenna per oltre trent’anni: «Ai colleghi in redazione ho sempre detto che nel mio settore non mi arrivavano le notizie servite con i comunicati stampa – dice Carlo Raggi –. Bisognava farsi un culo così per farsi aprire porte che nessuno vuole aprirti. Devi essere sfrontato». Magari pure qualcosa in più, a giudicare dalla definizione: «Mi sono sempre considerato figlio di due puttane, non solo di una perché non devi credere nemmeno a te stesso altrimenti ti fai prendere per il sedere da tutti».

Vanno messe in dubbio anche le voci ufficiali delle forze dell’ordine?
«È capitato più di una volta che ai processi per direttissima ti accorgevi che la versione data dalle forze dell’ordine il giorno prima era del tutto diversa. Polizia e carabinieri danno la loro verità ma a volte sono bugie».

E come si bilancia?
«Il giornalista di giudiziaria deve fare sempre le sue indagini cercando sempre la doppia fonte se non anche la tripla. Ad esempio dopo la classica conferenza stampa per l’esito di una operazione se ti danno tutti gli elementi e magari c’è una confessione allora si può anche considerare quella la verità ma se c’è solo l’ordinanza del Gip almeno vanno sentiti difensori e lo dice uno che in carriera ha anche fatto di questi errori. Al giornalista serve una grande esperienza per non credere agli asini che volano».

Gli ultimi due omicidi in provincia sembrano piuttosto complicati (vedi correlati). Ma è dal 1998 che un delitto non resta irrisolto. Lo sbirro è diventato più bravo o il killer più distratto?
«Fino a quando non erano operative al massimo livello tecnologie come la ricerca del Dna, l’utilizzo di telecamere o i sistemi di geolocalizzazione, l’investigazione era molto difficile se mancava un collegamento tra vittima e assassino. Se ti manca un collegamento e non hai il supporto della scienza non si va avanti. Poi ci sono anche casi in cui il lavoro investigativo non fu fatto nel modo migliore».

Un caso tra i tredici del passato?
«La morte di Luigi Bezzi a Mandriole nel 1998 (vedi tra i correlati, ndr). Ero lì, sull’argine del canale Destra Reno e quando spostarono il cadavere per metterlo nella bara di zinco si accorsero che sotto c’erano due bossoli della pistola. Era una cosa da trovare prima nel corso del sopralluogo e non da scoprire per caso quando i necrofori se ne vanno…».

Le nuove tecnologie risolvono tutto?
«Non siamo di fronte all’oracolo di Delfi. Vanno utilizzate con professionalità e purtroppo non tutti gli operatori hanno le stesse professionalità. A volte sono capitati anche errori grossolani».

Qual è l’esempio?
«Nel 1980 scompare Antonia Brunetti. La voce che circola è che il marito l’abbia ammazzata a e bruciata nell’inceneritore dell’ospedale. Poi arriva un biglietto agli investigatori che dice di cercare sull’argine sinistro del Montone a San Marco. Si scava ma non si trova nulla. Poi quattro anni dopo si rendono conto di aver cercato sull’argine opposto, spostano le ricerche e trovano i resti di un corpo che risulta essere quello della donna scomparsa».

Il tanto citato delitto perfetto quindi…
«Spesso è più l’imperfezione delle indagini che lo rende irrisolto».

C’è un caso tra quelli seguiti in carriera che ha lasciato un segno nel giornalista?
«Il rapimento di Minguzzi ad Alfonsine nel 1987. Un ragazzo di 21 anni ucciso poche ore dopo il sequestro, ma i rapitori presero in giro la famiglia per giorni fino a quando venne ritrovato il cadavere. Come sempre quando si è sul fronte cerchi di non farti coinvolgere dai casi e infatti mi colpisce più adesso: nessuno si ricorda di questo ragazzo che in fin dei conti era anche un ausiliario dei carabinieri».

Che ruolo hanno i media in queste vicende?
«Con i canali televisi all-news e ancora di più con i mezzi online le testate hanno necessità di dare una notizia in più ogni edizione del tg oppure ogni minuto portando a una sovraesposizione degli inquirenti. È inevitabile accada. E se si trovano magistrature o investigatori che cadono nel tranello il caso esplode e poi sei portato a strafare e magari si rischia ancora di essere accusati perché mediaticamente è interessante accusarti».

Solo tv e web sono i cattivi? Sembra la difesa d’ufficio del cronista per la vecchia carta…
«Sono le tv che fanno i processi sullo schermo e non sono cose da fare. Il linguaggio giudiziario è più assurdo sui media televisivi rispetto alla stampa. La vicenda giudiziaria è una cosa molto seria e fatta in certi modi rischia di incidere negativamente sull’istituzione magistratura. Quello che forse è accaduto con il caso Cogne».

È mai capitato di danneggiare un’indagine per uno scoop?
«Mai, prima di essere giornalista sono cittadino e prima della notizia mi interessa il risultato dell’indagine. È capitato che avessi una notizia e abbia aspettato a pubblicarla perché mi era stato chiesto di non farlo per non fare danni. Così come è capitato che invece la pubblicazione al momento giusto abbia aiutato la procura».

Sondaggio Confcommercio «Con i saldi vendite in calo solo per il 12 percento»

Lo scontrino medio del cliente sta tra 30 e 120 euro secondo il 79 percento del campione intervistato

A tre settimane dall’inizio dei saldi invernali, l’ufficio studi di Confcommercio Ravenna ha effettuato un sondaggio tra i commercianti del centro storico e della periferia e alla domanda “Come stanno andando quest’anno le vendite nel periodo dei saldi?” solo per il 12 percento degli intervistati c’è una diminuzione, il 67 percento dichiara vendite stabili e il 21 percento in aumento. Rispetto al 2015 sono in aumento gli operatori che dichiarano stabilità. Lo scontrino medio del cliente sta tra 30 e 120 euro secondo il 79 percento del campione intervistato. E la tipologia dei prodotti più venduti è quella di marca e cioè di fascia alta con il 42 percento (in calo rispetto allo scorso anno). L’ultima domanda del sondaggio riguarda l’andamento delle vendite nel periodo natalizio. Per la maggior parte dei commercianti intervistati le vendite natalizie sono state stabili o soddisfacenti (60 percento): stabili per il 34 e soddisfacenti per il 26. Per il 16% le vendite sono andate molto bene, mentre il 17 percento ha dichiarato un calo delle vendite e il 7 percento un forte calo.

«È una partenza significativa – dichiara Mauro Mambelli, presidente Confcommercio Ravenna –. La maggior parte dei commercianti è soddisfatto di come sono partiti i saldi invernali 2016. È chiaro che il bilancio definitivo lo faremo tra un mese, ma questo inizio positivo dimostra anche l’impegno da parte dei commercianti nell’offrire proposte convincenti e i consumatori ne hanno giustamente approfittato».

Marijuana nel rifugio dei senzatetto accanto alla biblioteca Classense

Blitz della polizia municipale in un immobile abbandonato: tracce di un recente bivacco abusivo. Il proprietario ha bloccato l’ingresso

Nelle vicinanze della biblioteca Classense di Ravenna, in via Baccarini nel centro storico della città, la polizia municipale ha individuato un immobile abbandonato diventato rifugio per senzatetto dove era stata sistemata della marijuana a essiccare. «L’operazione – spiega il comandante Stefano Rossi –, ha consentito di mettere in sicurezza la struttura che, sia per la posizione centrale che per la vicinanza alla Biblioteca Classense, luogo frequentato prevalentemente da giovani, era divenuta potenzialmente rischiosa per la serena e civile convivenza».

Le piante di marijuana sono state sequestrate durante le verifiche svolte nei giorni scorsi: da tempo l’edificio e la zona circostante erano tenuti sotto controllo dagli agenti dell’ufficio Polizia Giudiziaria vista la situazione di degrado e parziale abbandono segnalata da diversi residenti. Il locale era divenuto rifugio per senzatetto: il blitz dei vigili ha rilevato tracce di un recente utilizzo. L’immobile è stato reso inaccessibile da parte del proprietario.

Fratelli d’Italia scarica la Pigna di Bucci «Mai fatto accordi con la lista civica»

Dopo le dimissioni del portavoce provinciale arriva la replica
del collega regionale: «Fosci lascia? Ce ne faremo una ragione»

A due giorni dalle dimissioni di Luciano Fosci da protavoce provinciale di Fratelli d’Italia arriva la reazione del portavoce regionale, Tommaso Foti, che lascia poco spazio alla possibilità che l’alleanza tra la Pigna e il partito di Giorgia Meloni possa avere un prosieguo verso le amministrative: «Fosci lascia Fratelli d’Italia? Ce ne faremo una ragione. Ma eviti d’impartire lezioni di coerenza. Siamo infatti persone orgogliose di avere militato sempre a destra, mai confondendo il partito con una hall d’albergo, dove si entra e si esce a piacimento, secondo personali convenienze e discutibili connivenze».

All’origine degli screzi sembrano esserci divergenze sulla linea da seguire in vista delle prossime elezioni: «In più occasioni, direi settimanalmente, ho evidenziato a Fosci come era in atto a Roma un confronto tra le forze politiche del centrodestra per verificare la possibilità di convergere assieme, sin dal primo turno, su di un candidato sindaco e un programma condivisi. Ho chiesto a Fosci di attivarsi per formare una lista di persone che risultasse competitiva alle imminenti elezioni comunali di Ravenna ma lui ha preferito occuparsi solo, e da solo, del candidato sindaco, da lui, e da lui solo, identificato in Daniele Bucci (per la verità si tratta di Maurizio Bucci, ndr). Fosci ha continuato imperterrito a comportarsi come se nulla gli fosse stato detto, arrogando a se stesso, e solo a se stesso, il diritto di decidere candidato sindaco e alleanze».

Foti non risparmia nulla a Fosci: «L’obiettivo è quello di battere la sinistra e non di assicurare a qualcuno uno strapuntino d’opposizione in consiglio comunale». E per rincarare la dose, Foti smentisce di aver mai presenziato a un accordo sul nome di Bucci come candidato sindaco. E finisce con una stoccata all’ex portavoce provinciale: «Auguri di cuore, comunque, a Fosci, che potrà dedicarsi a tempo pieno alla campagna elettorale di Bucci e a sostegno della lista La Pigna, perennemente assistito da quella petulante signora che, in più occasioni in questi ultimi giorni, ha tentato – senza successo – di dettare la linea politica a Fratelli d’Italia a Ravenna. Purtroppo per entrambi, noi non ci facciamo comandare da nessuno».

Il maestro Muti operato in ospedale Frattura all’anca dopo una caduta in casa

Il direttore d’orchestra ha subito l’intervento chirurgico a Ravenna Annullati i prossimi impegni per affrontare la riabilitazione

Dopo una frattura dell’anca causata da una caduta in casa, il maestro Riccardo Muti è stato operato all’ospedale di Ravenna: il 74enne direttore d’orchestra ora sta bene e dovrà affrontare la necessaria fase riabilitativa, annullati quindi tutti i suoi impegni per le prossime settimane. Secondo quanto riporta il sito de Il Giornale, Muti era appena rientrato a casa dalla lunga tournée in Asia con la Chicago Symphony Orchestra, di cui è direttore musicale, dove ha fatto concerti a Tokyo, Pechino, Seul, Hong Kong e Taipei. Sarebbe dovuto tornare a Chicago per una serie di concerti previsti tra l’11 e il 20 febbraio. A comunicare la disavventura di Muti è stata la portavoce dell’orchestra americana, Eileen Chambers.

Qualche anno fa, nel febbraio del 2011, il maestro (al primo anno del suo mandato di direttore a Chicago) aveva dovuto annullare gli impegni dopo un malore che lo aveva colto sul palco durante le prove. In quel caso si era trattato di un lieve disturbo cardiaco che era stato risolto con l’installazione di un pacemaker.

Cgil consulta i suoi 83mila iscritti per un nuovo statuto dei lavoratori

Il sindacato punta a un aggiornamento della legge del 1970
attraverso una proposta di iniziativa popolare

Anche gli oltre 83mila iscritti alla Cgil in provincia di Ravenna saranno chiamati a esprimersi sul progetto di introdurre, a distanza di oltre 40 anni dal primo statuto, una Carta dei diritti universali del lavoro voluta dalla Cgil e alla cui redazione hanno lavorato alcuni tra i più importanti giuristi italiani. «La nuova carta – scrive il sindacato – non abolisce ma integra la Legge 300 del 1970, l’attuale statuto dei lavoratori, e ne è un’ideale prosecuzione». La campagna per il nuovo statuto dei lavoratori quindi prende il via anche nel Ravennate: iniziative, incontri e centinaia di assemblee nei luoghi di lavoro (che interesseranno tutte le categorie e i pensionati) scandiranno l’agenda della Cgil nelle prossime settimane in tutta la provincia. Dopo la consultazione con gli iscritti, l’affermazione di un nuovo statuto intende realizzarsi attraverso la proposta di una legge di iniziativa popolare e la definizione di eventuali quesiti referendari.

«Si tratta di strumenti legislativi che necessitano di un grande coinvolgimento dei cittadini – commenta il segretario generale della Cgil Ravenna, Costantino Ricci – e che ci richiederanno un’intensa relazione con le persone, prima per ottenere la condivisione alla proposta e in seguito le firme necessarie a sostegno. Con l’aiuto e il sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici vogliamo introdurre un testo che ha l’ambizione di realizzare l’universalità dei diritti nel lavoro, in capo alle persone, che prescinde dalle dimensioni aziendali e dalle tipologie contrattuali. Vogliamo costruire una proposta organica che si faccia carico della riscrittura del diritto del lavoro per invertire, con una proposta organica, la legislazione del lavoro intervenuta negli ultimi 20 anni».

La nuova carta si pone tre obiettivi così riassumibili: ricostruire un nucleo di diritti fondamentali e universali che valgono per tutti i lavoratori e le lavoratrici, a prescindere dal rapporto di lavoro e dalla consistenza numerica dell’azienda; dare attuazione ed efficacia erga omnes alla contrattazione collettiva e aumentare le forme di coinvolgimento e partecipazione dei lavoratori; riscrittura del codice dei contratti ponendo risposte al tema della precarietà, al dumping contrattuale, ricostruendo una vera e propria tutela giudiziaria attraverso una nuova disciplina dei licenziamenti e dei procedimenti relativi al contenzioso lavoro.

Smog, fino al 9 febbraio obbligatorio abbassare il riscaldamento pure in casa

Provvedimenti previsti dal piano regionale anche a Ravenna dopo i 14 sforamenti dei livelli di Pm10 nella provincia di Modena

È stato emanato dal Comune di Ravenna il provvedimento temporaneo sull’utilizzo degli impianti termici finalizzato al contenimento e alla riduzione dell’inquinamento atmosferico. Pertanto, entra in vigore da oggi, 3 febbraio, fino a martedì 9 febbraio, eventualmente prorogabile se necessario per ulteriori sette giorni, l’ordinanza che prescrive: di ridurre le temperature di almeno un grado centigrado negli ambienti di vita riscaldati (fino a massimo 19°C nelle case, negli uffici, nei luoghi per le attività ricreative associative o di culto, nelle attività commerciali; fino a massimo 17°C nei luoghi che ospitano attività industriali ed artigianali).

Sono esclusi da queste indicazioni gli ospedali e le case di cura, le scuole ed i luoghi che ospitano attività sportive; il divieto di utilizzo di biomasse (legna, pellet, cippato, altro) in sistemi di combustione del tipo camino aperto nelle unità immobiliari dotate di sistemi di riscaldamento multi-combustibile.

L’inosservanza della ordinanza “contingibile ed urgente”, sarà sanzionata a norma di legge nella misura compresa tra 25 euro e 500 euro e la sanzione sarà imputata in solido al trasgressore e a chi risulterà avere titolo per disporre legittimamente del sito o dei siti dove tali inadempienze avranno luogo.

Si tratta di misure temporanee estese a tutto il territorio regionale in applicazione del Pair che, a seguito del verificarsi di 14 superamenti dei livelli di Pm10 in una provincia prevede vengano estese a tutti i Comuni capoluogo e quelli sopra i 50mila abitanti (come Faenza). Dal Bollettino di Arpa di ieri risulta che nella provincia di Modena si siano verificati i 14 sforamenti consecutivi che hanno determinato, appunto, le misure di contenimento.

Corrado Augias e le ultime 18 ore del profeta Gesù di Nazareth

Il grande scrittore a Ravenna per la rassegna “Il tempo ritrovato”

Oggi, mercoledì 3 febbraio, alle 18.30 a Palazzo Rasponi (in centro a Ravenna) appuntamento con Corrado Augias, uno degli scrittori e intellettuali più apprezzati del nostro paese. Si è occupato diverse volte di temi biblici con libri diventati best seller come “Inchiesta su Gesù” e “I segreti del Vaticano”.

Augias è ospite della rassegna Il Tempo Ritrovato per parlare de “Le ultime diciotto ore di Gesù” (Einaudi) dialogando con il giornalista Matteo Cavezzali.

Era l’anno 33 della nostra era quando il giovane profeta Gesú di Nazareth viene condannato e giustiziato. Tutto si svolge in un pugno d’ore. Il processo che ha cambiato il destino dell’uomo è celebrato in fretta, nottetempo, alle prime luci dell’alba.

Corrado Augias terrà il pubblico col fiato sospeso ricostruendo una vicenda che crediamo, non sempre a ragione, di conoscere.

«Su Gesù – si legge nella cartella stampa – sono proliferate nei secoli molte leggende e alcune autentiche fiabe, segno della curiosità di sapere chi lui fosse veramente prima che il mantello della teologia lo coprisse, celandone allo sguardo la figura storica. Corrado Augias si pone le stesse domande che molti di noi, cristiani e non cristiani, si pongono: sul periodo storico nel quale Gesù visse, sulle sue parole, sulla sua vita, sulla sua morte, sui tanti testi che ne parlano. Ma anche su ciò che seguì la tragica giornata del Golgota, fino alla nascita di una religione che da lui prese il nome, anche se egli non ha mai detto di volerla fondare. Il profilo che emerge di Gesù è una personalità complessa, mai svelata per intero nemmeno a chi gli era più vicino, una figura profondamente solitaria, coerente con i suoi principi fino alla morte in croce».

Anziano la paga in cambio di effusioni Lei lo ricatta: arrestata 20enne incinta

Aveva tentato anche di rubargli il portafoglio. La giovane adescatrice presa dopo la fuga ma rimessa subito in libertà

Si è fatto convincere a darle dei soldi per appartarsi insieme e ricevere qualche attenzione particolarmente affettuosa. Ma una volta raggiunta in auto una località tranquilla nelle periferie di Faenza, un 72enne si è accorto che la giovane che l’aveva agganciato poco prima vicino alla stazione voleva solamente rubargli il portafoglio dai pantaloni.

L’anziano ha così riacceso l’automobile per riportare la ragazza dove si erano incontrati, ma la giovane ha minacciato di denunciarlo per violenza sessuale, forte anche di alcune fotografie compromettenti scattate poco prima con il telefonino e cercando di spaventare ancor di più l’uomo mentendo sulla sua età. «Ci hai provato con una minorenne», gli ha detto lei che invece di anni ne ha 20, chiedendo in cambio del suo silenzio altri soldi. Per fortuna dell’anziano – che stava per cedere al ricatto – la strana coppia in auto vicino alla stazione è stata notata dai carabinieri, la cui presenza ha avuto l’effetto immediato di far scappare la giovane.

La ricattatrice è stata trovata poco dopo grazie alla descrizione del 72enne, in compagnia di altre due amiche. Si tratta di tre rom di 19, 20 e 31 anni. La ventenne, protagonista dell’episodio, è stata arrestata per tentata estorsione e tentato furto e l’arresto è stato convalidato dal pubblico ministero. Poi, essendo incinta e incensurata, è stata visitata al pronto soccorso e l’autorità giudiziaria ha deciso di rimetterla in libertà.

«Invece al tavolo tecnico del ministero piacciono le casse di colmata a mare»

Di Marco (Ap) replica al vicesindaco Mingozzi che aveva annunciato
la contrarietà di Delrio ai fanghi di dragaggio collocati dentro le dighe

«Il Tavolo Tecnico istituito dal ministro Delrio su richiesta del Comune di Ravenna non solo non ha espresso alcuna riserva sulla soluzione delle casse a mare ma anzi ha accolto tale soluzione tanto favorevolmente da invitare, nel corso della riunione del 19 novembre, il Comune di Ravenna a rivedere la propria posizione di contrarietà». Galliano Di Marco, presidente dell’Autorità portuale di Ravenna, interviene in replica a quanto affermato dal vicesindaco Giannantonio Mingozzi («Il ministro non vuole le casse di colmata a mare») precisando la posizione espressa dal Tavolo composto non solo dal ministro delle Infrastrutture ma anche dai rappresentanti del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, del Dipartimento per le Politiche Economiche del Governo, della Direzione Generale Porti e del Provveditorato alle Opere Pubbliche di Lombardia ed Emilia Romagna cioè i massimi organi tecnici del Ministero in materia di portualità e progettazione.

Ma le casse a mare non sono il chiodo fisso di Di Marco: «Io voglio dragare il porto di Ravenna. Questa è la mia priorità. Con o senza casse a mare, non mi importa, come ho già avuto modo di dire in più occasioni. La sola cosa che mi importa è iniziare a scavare e farlo al più presto». Per questo in quella riunione di novembre il dirigente di via Antico Squero si è impegnato a presentare anche una soluzione senza casse a mare: «Cosa che puntualmente ho fatto il 20 gennaio 2016. Tale soluzione è stata inviata dal coordinatore del Tavolo Tecnico al Comune di Ravenna insieme alle due soluzioni con le casse a mare. Tutte e tre le soluzioni sono state concordate con gli organi ministeriali sopra elencati nel corso di diverse riunioni tenutesi nei mesi di dicembre e gennaio scorsi». Per essere sicuro che i documenti non restassero impantanati nei ritardi della burocrazia tra Roma e Ravenna allora Ap ha «inviato formalmente il documento che contempla le tre possibili soluzioni anche a Regione e Provincia, oltre che allo stesso Comune». Di Marco ributta quindi la palla nel campo di Palazzo Merlato: «Se il Comune di Ravenna vuole la soluzione senza le casse a mare non ha che da dirlo al Tavolo Tecnico, o accogliendo l’ipotesi progettuale che l’Autorità Portuale ha elaborato in tal senso o, cosa che però non mi risulta sia accaduta dal 19 novembre ad oggi, prospettando una sua soluzione alternativa, così come esplicitamente richiesto allo stesso Tavolo Tecnico dai rappresentanti del Ministro Delrio». In buona sostanza, il senso è: per dire no alle casse a mare presentate una proposta alternativa.

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