Cgil consulta i suoi 83mila iscritti per un nuovo statuto dei lavoratori

Il sindacato punta a un aggiornamento della legge del 1970
attraverso una proposta di iniziativa popolare

Anche gli oltre 83mila iscritti alla Cgil in provincia di Ravenna saranno chiamati a esprimersi sul progetto di introdurre, a distanza di oltre 40 anni dal primo statuto, una Carta dei diritti universali del lavoro voluta dalla Cgil e alla cui redazione hanno lavorato alcuni tra i più importanti giuristi italiani. «La nuova carta – scrive il sindacato – non abolisce ma integra la Legge 300 del 1970, l’attuale statuto dei lavoratori, e ne è un’ideale prosecuzione». La campagna per il nuovo statuto dei lavoratori quindi prende il via anche nel Ravennate: iniziative, incontri e centinaia di assemblee nei luoghi di lavoro (che interesseranno tutte le categorie e i pensionati) scandiranno l’agenda della Cgil nelle prossime settimane in tutta la provincia. Dopo la consultazione con gli iscritti, l’affermazione di un nuovo statuto intende realizzarsi attraverso la proposta di una legge di iniziativa popolare e la definizione di eventuali quesiti referendari.

«Si tratta di strumenti legislativi che necessitano di un grande coinvolgimento dei cittadini – commenta il segretario generale della Cgil Ravenna, Costantino Ricci – e che ci richiederanno un’intensa relazione con le persone, prima per ottenere la condivisione alla proposta e in seguito le firme necessarie a sostegno. Con l’aiuto e il sostegno dei lavoratori e delle lavoratrici vogliamo introdurre un testo che ha l’ambizione di realizzare l’universalità dei diritti nel lavoro, in capo alle persone, che prescinde dalle dimensioni aziendali e dalle tipologie contrattuali. Vogliamo costruire una proposta organica che si faccia carico della riscrittura del diritto del lavoro per invertire, con una proposta organica, la legislazione del lavoro intervenuta negli ultimi 20 anni».

La nuova carta si pone tre obiettivi così riassumibili: ricostruire un nucleo di diritti fondamentali e universali che valgono per tutti i lavoratori e le lavoratrici, a prescindere dal rapporto di lavoro e dalla consistenza numerica dell’azienda; dare attuazione ed efficacia erga omnes alla contrattazione collettiva e aumentare le forme di coinvolgimento e partecipazione dei lavoratori; riscrittura del codice dei contratti ponendo risposte al tema della precarietà, al dumping contrattuale, ricostruendo una vera e propria tutela giudiziaria attraverso una nuova disciplina dei licenziamenti e dei procedimenti relativi al contenzioso lavoro.

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