sabato
13 Settembre 2025

Il sindaco di Faenza alla terza alluvione: «Manca il Piano di messa in sicurezza»

Isola: «Il progetto e le risorse ci sono stati promessi. Ma stiamo ancora aspettando l’ordinanza…»

Faenza Allagata Settembre 2024 Vigili Del Fuoco

Dopo la denuncia del sindaco di Brisighella – che ha fatto ancora più discutere in quanto esponente del centrodestra – arriva anche lo sfogo del sindaco di Faenza, di centrosinistra, Massimo Isola. Alla terza alluvione in 16 mesi.

«In questi mesi – dice – tutte le risorse sono state dedicate a ricostruire le infrastrutture idrauliche danneggate dagli eventi di maggio 2023. Insieme all’Agenzia Regionale di Protezione Civile, abbiamo ripristinato e rafforzato con urgenza argini e barriere già presenti prima delle alluvioni. I nuovi manufatti hanno funzionato. Di fronte a una piena completamente diversa da quella precedente, ma di portata simile se non maggiore, i nostri argini ricostruiti hanno tenuto e l’onda d’acqua ha attraversato la nostra città senza rotture».

Cosa è mancato allora? In due parole – si risponde Isola – «il Piano Speciale. Quel piano di messa in sicurezza del territorio ancora non c’è e deve ancora essere approvato dall’Autorità di Bacino e dalla Struttura Commissariale. Dovrà poi essere finanziato dal Governo nazionale e dalle Regioni per mettere a terra quelle opere (nuove zone arginate, casse di espansione, zone allagabili) indispensabili per tenere in equilibrio il futuro della nostra città di fronte a un clima mutato. In questa attesa, non potevamo stare con le mani in mano. A febbraio scorso abbiamo presentato un progetto locale, anche sulla spinta dei comitati degli alluvionati, per costruire un ultimo baluardo di difesa al centro abitato dalle ingressioni del torrente Marzeno. Si tratta di un’infrastruttura che dovrà integrarsi a monte con le opere strutturali che il Piano Speciale dovrà definire per il nostro territorio.
Quel progetto e quelle risorse ci sono stati promessi all’interno dell’ordinanza 13bis della Struttura Commissariale, insieme agli interventi sulle frane delle nostre colline, per Casola Valsenio, Riolo Terme e Brisighella. Ad oggi – come aveva dichiarato anche il sindaco di Brisighella -, nonostante le nostre richieste di massima urgenza, l’ordinanza non è ancora stata firmata».

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La barriera di via Cimatti

«Come sindaco, non mi interessa polemizzare. Ho il dovere di dare una risposta al bisogno di sicurezza di tutti i cittadini faentini. In attesa di un piano strategico che riveda le infrastrutture idrauliche di tutto il territorio, di fronte a un’onda di piena che scendeva dalle nostre colline e alle previsioni metereologiche molto pesanti, in vista di quella notte terribile, abbiamo deciso di provare una soluzione emergenziale: una serie di sbarramenti che provassero a contenere le acque del Marzeno. Su via Cimatti è stata realizzata una barriera in terra piena a valle degli ultimi campi e un muro, non di sacchi, ma di blocchi di cemento armato (normalmente utilizzati per rinforzare gli argini) per provare a garantire maggiore sicurezza. Con il senno di poi, con tutta quell’acqua, può essere sembrato vano ma, anche a detta dei tecnici, era un tentativo che dovevamo fare. Il terzo evento in pochi mesi ci fa capire che il tempo delle attese e dei rimpalli è finito. Attendiamo risposte urgenti».

I sopralluoghi di De Pascale a Santerno e Conventello dopo l’alluvione

Il presidente della Provincia richiede un intervento immediato nell’area abitata del Santerno. Si valuta anche l’installazione pompe ad alta capacità per velocizzare il deflusso delle acque

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Nella giornata di ieri (giovedì 19 settembre), il sindaco di Ravenna e Presidente della provincia Michele de Pascale ha effettuato diversi sopralluoghi nelle zone interessate dalla tracimazione del fiume Lamone a Santerno, e nell’area Conventello, dove stanno lentamente defluendo le acque provenienti dalla rotta arginale a Traversara.

Tra le richieste di De Pascale all’Agenzia regionale di protezione civile, l’intervento immediato nella zona in prossimità dell’abitato di Santerno, con interventi definitivi grazie all’uso di massicciate e ogni tipo materiale analogo necessario. Per la zona di Conventello invece, si valuta la possibilità di installare pompe ad alta capacità tra il comune di Ravenna e il comune di Bagnacavallo per velocizzare il deflusso delle acque.

Sul posto era presente anche il dirigente della protezione civile di Ravenna Stefano Ravaioli e la ditta incaricata dall’Agenzia regionale di Protezione civile ad effettuare la ricostruzione e la risagomatura dell’argine del fiume, parzialmente demolito dalla tracimazione delle acque. I lavori di ripristino, che consistono nella posa di massi e terreno di ricoprimento, sono già in corso. I sopralluoghi nelle aree più colpite dal maltempo da parte del presidente della Provincia sono proseguiti anche nella giornata di oggi.

Agronomi e forestali: «Necessaria una strategia adeguata per un territorio fragile»

Conaf: «Le piogge intense si ripeteranno con maggiore frequenza: cambia il paradigma, ma non l’urgenza di interventi che considerino il rapporto tra città,campagna e aree boschive»

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«Un aspetto su cui possiamo agire con prontezza riguarda la cultura della manutenzione ordinaria del territorio, valutando gli effetti della vegetazione lungo i singoli settori dei corsi d’acqua, manutenendo la rete per il deflusso delle acque superficiali, troppo spesso rallentata da una burocrazia immobile rispetto all’evolvere degli eventi climatici. Tanto che è passato più di un anno e pare essere ancora al punto di partenza, a Faenza come a Traversara, lungo i torrenti Senio e Lamone, come nelle nostre colline».  Queste le parole di Giovanni Gualtieri, Presidente Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali di Ravenna, in merito ai recenti allagamenti nel ravennate. Già a seguito dell’alliuvione dello scorso maggio, il Consiglio degli Ordini dei dottori agronomi e dottori forestali evidenziava chesituazioni analoghe si sarebbero ripetute: «Poiché l’Italia ha fragilità ben note ed è necessario confrontarsi con le difficoltà del territorio, incapace a reagire agli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti».

Sulla questione interviene anche il consigliere Conaf Monica Cairoli: «L’Emilia-Romagna, a cui va la nostra solidarietà, è di nuovo colpita da piogge intense con conseguenze sulla popolazione, coltivazioni, centri abitati. Non ci si può esimere dalla riflessione sulla modalità di gestione in particolare del territorio rurale esterno ai centri abitati, che rappresenta la stragrande maggioranza della superficie, e sullo stato di manutenzione ed efficienza della rete di deflusso delle acque. La gestione del territorio deve essere pianificata in modo collegiale, affinché porti a un connubio tra la pianificazione urbana e la gestione dei territori agricoli, con interventi sia su scala ampia fino ad arrivare a livello aziendale».

Tra le richieste dell’Ordine, la pianificazione di eventi strategici da parte di Regioni e enti locali, in modo tale da definire il riassetto dei reticoli idrografici, anche in vista del probabile intensificarsi di questo tipo di precipitazioni violente nel prossimo futuro.

«Il dato più sconcertante è che le esondazioni e i danni maggiori si sono verificati, principalmente, negli stessi posti della alluvione 2023. Un dato che deve far riflettere, perché in un anno, non siamo riusciti a fare neanche la messa in sicurezza dei siti che hanno generato tutte le problematiche della scorsa alluvione. In campo agronomico, dobbiamo ripensare alla regimazione delle acque, pratica che risulta desueta. Invece, se guardiamo alle “vecchie” pratiche colturali, ci rendiamo conto che i nostri predecessori avevano grande attenzione ad ausili per la gestione delle acque meteoriche.” – commenta Alfredo Posteraro, Presidente della federazione regionale degli Ordini dei dottori agronomi e dottori forestali – “Quanto fatto fin ora non è più sufficiente ad arginare fenomeni così “ violenti” come i 340 millemetri di pioggia caduti».

Nessun disperso a Traversara. La premier: «20 milioni di euro per l’emergenza»

Intanto l’allerta meteo diventa arancione

Traversara Foto Robert Gavrelescu

«Non c’è alcun disperso nell’alluvione che ha colpito il Ravennate e in particolare la frazione Traversara di Bagnacavallo». Questo quanto riportato sul sito web dell’Ansa, dopo la smentita della segnalazione riguardante una persona sull’argine portata via dall’acqua, si apprende dai soccorsi che non trova alcun riscontro nemmeno l’eventuale presenza di un’altra persona nella casa crollata.

Dalla mezzanotte di oggi l’allerta diventerà arancione per quanto riguarda la provincia di Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena. L’ultimo bollettino di Protezione civile e Arpae sottolinea che per la giornata di domani, sabato 21 settembre, non sono previsti fenomeni meteo significativi ma non si escludono temporali sparsi di breve durata. L’allerta ora riguarda le possibili frane a seguito dell’ondata di piogge, ma si prevede un lento esaurimento delle piene a valle dei corsi d’acqua del settore centro-orientale.

Sempre dall’agenzia nazionale fanno sapere che la premier Giorgia Meloni, durante un video collegamento con la Regione Emilia-Romagna sull’emergenza maltempo ha espresso la chiara volontà di stanziare 20 milioni di fondi per fronteggiare la nuova emergenza: «Non appena giungerà al Governo la richiesta di dichiarazione dello stato d’emergenza da parte della Regione Emilia Romagna, sarà convocato un Consiglio dei ministri che provvederà a stanziare 20 milioni di euro per far fronte alle prime necessità e per il ripristino dei servizi essenziali, e che ulteriori stanziamenti saranno resi disponibili all’esito delle ricognizioni successive all’emergenza».

Con l’attenuarsi delle precipitazioni iniziano le riaperture in Provincia

I Comuni di Ravenna, Faenza e Russi hanno disposto il ritorno sui banchi per sabato 21

liceo classico dante alighieri

 

In seguito al miglioramento delle condizioni meteorologiche sul territorio, il Comune di Ravenna ha disposto già dalla giornata di oggi (venerdì 20 settembre) la riapertura immediata di impianti sportivi, parchi, giardini pubblici, pinete e cimiteri.

A partire da domani (sabato 21) riapriranno anche i servizi educativi e le scuole di ogni ordine e grado  (comprese le università e l’alta formazione artistica e musicale, i centri di formazione professionale, i centri ricreativi e di aggregazione giovanile, le biblioteche e i musei, i centri diurni per anziani e disabili e i centri socioccupazionali per disabili).

Riaprono le scuole anche nei Comuni di Russi e Faenza, mentre a Lugo e Brisighella la disposizione di chiusura è stata prorogata fino a domenica 22. Non ci sono ancora aggiornamenti certi sui Comuni di Bagnacavallo e Casola Valsenio.
Sabato 21 le istituzioni scolastiche resteranno chiuse anche nel cervese per consentire lo svolgimento delle gare  dell’Ironman.

Il bilancio dopo i recenti allagamenti: danni a mele e kiwi, preoccupano i vigneti

Le aziende agricole di Faenza, Bagnacavallo e Cotignola risultano le più colpite. L’associazione chiede la sospensione dell’attività venatoria per la giornata di domenica

Coldiretti Alluvione

Arrivano da Coldiretti Ravenna i primi bilanci sull’impatto che gli eventi degli ultimi due giorni hanno avuto sul settore agricolo, basati sui  monitoraggi e censimenti eseguiti nelle ultime ore.

«La situazione è ancora in evoluzione, in quanto l’acqua uscita dalla falla del Lamone a Traversara-Bagnacavallo sta defluendo verso valle e potrebbe coinvolgere altre aziende nei comuni di Alfonsine e Ravenna, e lo stesso vale per quella fuoriuscita dal Senio a Cotignola che ora è giunta a Lugo – spiega Assuero Zampini, direttore di Coldiretti Ravenna -. Tuttavia già possiamo stimare complessivamente circa 250 nostre aziende coinvolte dagli eventi del 18-19 settembre, di queste l’80% già vittime delle precedenti alluvioni del maggio 2023».Nonostante gli ettari allagati appaiano inferiori per estensione rispetto al maggio 2023  preoccupare è l’incidenza dei danni, decisamente superiore e con alcune particolarità: per quanto riguarda frutteti e vigneti, i danni maggiori si registrano ovviamente nel bacino del Senio, Lamone e Marzeno. Qui, infatti, erano presenti coltivazioni di kiwi, pero, melo, susino e uva con produzioni in corso e in fase di raccolta. Dove l’acqua è arrivata alla frutta, ricoprendola di fanghiglia, il raccolto si può considerare perso. Gli impianti maggiormente danneggiati si registrano nella zona del Faentino, nel Bagnacavallese e a Cotignola. Particolari accertamenti sono in corso sulla situazione del melo, poichè le piante cariche di frutta stanno collassando e al momento è complesso stabilire se questi impianti saranno o meno recuperabili.

Preoccupante anche la situazione relativa ai vigneti con il 50% che non era stato ancora vendemmiato, si prevede comunque una perdita media del raccolto tra il 20% e il 30%, sia per la zona alluvionata sia per la parte non alluvionata a causa dell’eccesso di acqua presente.

«Per quanto riguarda la zona di montagna e collina – precisa il direttore Zampini, – abbiamo verificato ulteriori danni alla viabilità di collegamento delle aziende che però nel complesso, grazie all’attività svolta nel 2023 in collaborazione con Vigili del Fuoco e Protezione Civile, ha retto nell’80% dei casi».

Viste le previsioni meteo positive per l’intero fine settimana (e quindi la prevedibile massiccia presenza in campo dei titolari delle aziende, dei loro familiari e delle maestranze), Coldiretti Ravenna ha presentato alle Autorità preposte formale richiesta di sospensione dell’attività venatoria per la giornata di domenica 22 settembre, in modo da consentire agli imprenditori agricoli di procedere con la raccolta delle produzioni e con i ripristini post alluvione. «Questo al fine di evitare problemi di sicurezza vista, appunto, la forte presenta di lavoratori nelle campagne, con la precisazione che tale giornata di mancata attività venatoria possa poi essere recuperata in altra data» concludono da Coldiretti.

Bombe, guerra, caccia ai viveri: la Resistenza di Rimini in un gioco ravennate

Per l’80esimo anniversario della Liberazione, le istituzioni hanno voluto produrre un boardgame che ricalca il periodo dopo l’armistizio in cui l’80 percento degli edifici in città andò in macerie

 

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In strada il coprifuoco e i rastrellamenti dei nazifascisti, dal cielo le bombe degli Alleati che arrivarono a distruggere l’80 percento della città: per gli abitanti di Rimini non furono facili i tredici mesi cominciati dalla firma dell’Armistizio e finiti con la liberazione della città il 21 settembre 1944. Sono passati ottant’anni e ora un gioco da tavolo ripercorre quei tragici momenti della seconda guerra mondiale: un prodotto voluto dall’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea della provincia di Rimini, con la collaborazione del Comune e della biblioteca Gambalunga, per conservare la memoria degli eventi attraverso strumenti alternativi ai tradizionali libri. Gli autori del gioco Rimini Libera, che verrà presentato al pubblico proprio il giorno dell’80esimo anniversario, sono i ravennati Gabriele Mari e Gianluca Santopietro che hanno lavorato per la società Sir Chester Cobblet di Ravenna.

Inventare giochi di società è il loro business, ma non capita così spesso di farlo su committenza con un soggetto ben preciso: «Ci siamo già cimentati più volte con la trasposizione di eventi storici, per esempio il Titanic – spiega Giacomo Santopietro, team principal della Sir Chester Cobblepot –, ma in effetti è la prima volta che veniamo incaricati da un’istituzione in occasione delle celebrazioni di una ricorrenza storica».

Verranno stampate 150 copie che le istituzioni metteranno a disposizione dei canali culturali del territorio riminese come biblioteche, scuole, associazioni, spazi educativi: «Al momento il gioco non è in vendita al pubblico per una scelta dei committenti, ma non è escluso che possa esserci una ristampa in futuro e una distribuzione commerciale». La prima presentazione pubblica di Rimini Libera si terrà alle 17.30 del 21 settembre alla biblioteca comunale di Rimini (Via Gambalunga 27). L’appuntamento è a ingresso libero e sarà possibile provare il gioco.

La lavorazione ha richiesto un anno di tempo. La prima sfida per gli autori è stata raccogliere le informazioni storiche per ricreare l’ambientazione fedele ai fatti, anche se in realtà è un po’ una caratteristica consolidata del gruppo che si è confrontato spesso con i personaggi della Storia per renderli giocabili. «Se dobbiamo identificare la fonte essenziale delle informazioni posso dire il libro La resistenza nel Riminese di Maurizio Casadei che a oggi è un riferimento per gli avvenimenti. In parallelo è stato prezioso anche il libro Macerie che è una raccolta fotografica di Luigi Severi con scatti dell’epoca».

La sfida più impegnativa è stata quella di assecondare i legittimi paletti posti dai committenti: la liberazione della città non poteva essere messa in discussione – insomma nessun universo parallelo in cui Hitler è il capo del mondo – e i giocatori devono agire in collaborazione ma con un vincitore della partita. «Di fronte a questi vincoli abbiamo deciso che la soluzione più adatta fosse riprodurre le difficoltà della sopravvivenza dei cittadini comuni in una Rimini in condizioni estreme: nazifascisti in città, bombardamenti, l’inverno e addirittura un luglio particolarmente piovoso che fece marcire molti raccolti di grano. E così siamo riusciti a dare spazio a un’idea che avevamo da tempo: fare un gioco sulla seconda guerra mondiale, ma non un gioco di guerra, come per esempio l’egregio This war of mine».

Nel gioco ci si cala nei panni di chi portò avanti la Resistenza riminese, semplici cittadini o gruppi più organizzati di partigiani. Temi, personalità e termini che hanno anche una connotazione politica marcata. Viene da chiedersi se potrà essere un gioco attraente anche per chi dovesse avere orientamenti diversi: «Il progetto per come ci è stato proposto fin dal principio si tiene lontano dalla retorica filoamericana con la distinzione fra buoni e cattivi, perché visto dagli occhi degli abitanti riminesi, gli Alleati erano quelli che bombardavano e distruggevano la città e forse per chi doveva sopravvivere non faceva molta distinzione tra una bomba Usa o una fucilazione tedesca. Poi è ovvio che stiamo parlando di persone che si opponevano a un regime ed è chiaro che i patrioti del gioco sono antifascisti e ne siamo ben contenti. Anche la scelta della parola patriota per indicare i giocatori vuole staccarsi dalla retorica attuale con la destra che cerca di impossessarsi del termine. Abbiamo riportato la parola al suo significato più diretto: persone che si impegnarono per la loro patria. Di fronte ad argomenti complessi un creatore di giochi vede prima di tutto una sfida per riuscire a creare un prodotto che restituisca quella complessità, senza togliere l’aspetto ludico. In questo caso parliamo di una guerra e crediamo che anche un gioco possa aiutare a capire cosa è successo».

Schermata 2024 09 20 Alle 14.55.35Schermata 2024 09 20 Alle 14.57.54La recensione:

Chi si siederà a un tavolo per giocare a Rimini Libera – e chi scrive ha avuto la possibilità di farlo prima dell’uscita partecipando ad alcune partite nella fase di test – metta in conto che proverà un senso di costante tensione, al limite della frustrazione, perché anche la strategia più brillante potrebbe sbriciolarsi sotto la bomba di un B17. Ed è il bello del gioco.

Non stiamo parlando di un party game (90’ minuti la durata consigliata, ma più probabile avvicinarsi alle due ore), ma di un gioco ambientato nella seconda guerra mondiale: sopravvivere era un lusso. Al tavolo nessuno ci lascia le penne – ovvio, mica è Squid Game – e i progettisti hanno realizzato un prodotto in cui fare punti è una sofferenza (come una sofferenza fu la quotidianità riminese dell’epoca). La città è riprodotta con tessere che raffigurano il reticolo di strade. Il gioco si sviluppa in 13 turni, ognuno corrispondente a un mese del periodo ricordato: a ogni pioggia di bombe vengono rimosse tessere, si stringe lo spazio di manovra e aumenta il senso di difficoltà. I giocatori sono patrioti (i nazi-fascisti sono mossi dal gioco): si gioca in sei e l’esperienza più efficace è forse proprio in sei per evitare che a qualcuno tocchi manovrare due personaggi. Qualora un giorno il gioco dovesse arrivare sugli scaffali, i nerd doc non potranno fare a meno di volere un playmat per appoggiare le tessere.

Traversara, il giorno dopo, dall’alto – FOTO – «Potrebbe esserci un solo disperso»

Il paese travolto dal Lamone. Sono impressionanti le foto del giorno dopo, a Traversara di Bagnacavallo, scattate dall’alto e postate sui social da Robert Gavrelescu.

Il 19 settembre la rottura dell’argine ha fatto scorrere il fiume tra le strade e le case della frazione di Bagnacavallo, con i cittadini che hanno cercato riparo sui tetti, soccorsi dagli elicotteri dei Vigili del Fuoco. Due le persone disperse, secondo le prime informazioni, ma che in realtà potrebbe essere solo una, come ha dichiarato il prefetto nel corso del punto stampa delle 12.

«La nuova alluvione è circoscritta. Al lavoro per tornare alla normalità»

Il punto della Regione: «Ci possiamo concentrare su Lugo, Cotignola, Bagnacavallo, Faenza e l’Appennino»

Cotignola Zona Artigianale

La macchina dei soccorsi si sta già trasformando in un supporto al ritorno alla normalità. Lo dice Irene Priolo, presidente ad interim della Regione, facendo il punto con la stampa sulla nuova alluvione che ha colpito la provincia di Ravenna. Un’alluvione – ha sottolineato – certamente drammatica ma sicuramente circoscritta solo ad alcune zone, rispetto a quella del maggio 2023. Ossia Lugo, Cotignola, Bagnacavallo, una parte di Faenza e l’Appennino, dove i geologi della Regione saranno nel pomeriggio a supporto per verificare lo stato delle frane.

Le due rotture degli argini che hanno provocato l’alluvione sono in particolare quelle del Senio a Cotignola e del Lamone a Traversara, ma nella mattinata di oggi (20 settembre) la fuoriuscita di acqua non è più fortunatamente significativa, mentre sono in corso i lavori per ripristinare gli argini. Anche in vista della prossima settimana, per cui la Regione è in attesa di avere previsioni meteorologiche dettagliate.

Il sindaco: «A Faenza al lavoro per rimuovere l’acqua nel più breve tempo possibile»

Al terzo allagamento in 16 mesi, Isola sottolinea l’importanza della tempestività

Vigili Del Fuoco Gommone Faenza Alluvione 2024
Zona di via Cimatti a Faenza 19 settembre 2024

A Faenza l’Amministrazione è alle prese con la terza alluvione nel giro di 16 mesi e dall’esperienza passata è emerso come sia importante la tempestività degli interventi. Ecco quindi che il sindaco Massimo Isola in un video sui social annuncia come il Comune sia al lavoro, insieme a protezione civile e professionisti arrivati da tutta Italia, per rimuovere l’acqua nel più breve tempo possibile.

«Entro il fine settimana vogliamo liberare completamente tutte le zone allagate dove l’acqua è arrivata dalle fogne (la zona di via Ponte Romano, via Lapi e dell’orto Bertoni, ndr). Qui, stiamo svuotando tutte le cantine, le strade ed E-Distribuzione sta lavorando sulle cabine per ripristinare l’energia elettrica».

Nel frattempo, oltre 80 volontari stanno lavorando con mezzi pesanti e idrovore sulla più complessa situazione delle zone allagate dall’acqua del fiume (zona di via Cimatti, ndr). «Lo schema è il medesimo: rimuovere l’acqua, pulire le strade e svuotare i locali privati. Stiamo attivando la raccolta emergenziale dei rifiuti ed è già in moto il servizio di spurghi per liberare cantine e fognature private».

Il sindaco ricorda ai faentini di contattare lo 0546 691313 per ogni richiesta, segnalazione o informazione.

A Bagnacavallo «un terzo del comune è finito sott’acqua»

Lo dice il sindaco Giacomoni. «Prima pensiamo a mettere in sicurezza le persone. Poi penseremo al ripristino»

traversara 19 settembre 2024
Una frana a ridosso di Traversara

Il comune di pianura maggiormente colpito da questa nuova alluvione è Bagnacavallo, con il sindaco Matteo Giacomoni che dichiara all’Ansa che «un terzo del territorio comunale è finito sott’acqua».

«Si tratta quasi tutto di campagna, ci sono comunque alcune abitazioni e borghi con l’acqua in casa ma almeno non è acqua corrente». Più delicata la situazione nella frazione di Traversara, zona rossa, «dove l’acqua sta ancora uscendo e lì arrivare in sicurezza non è facile».

La priorità, ripete mentre si sente il rumore degli elicotteri che sorvolano la zona, «è quella di mettere in sicurezza le persone e aiutarle. Poi dopo penseremo agli edifici e al ripristino dell’integrità dei fiumi perché prima di rientrare nelle case dovremo sistemare i fiumi».

Confermato il weekend dell’Ironman con oltre 6mila atleti a Cervia

Annullati per maltempo solo gli eventi di giovedì 19 settembre. Sabato la gara “full”

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La conferenza stampa di presentazione che si è svolta giovedì 19 settembre a Cervia

Annullati per maltempo gli eventi di giovedì 19 settembre, sono confermatissimi invece quelli clou del 21 e 22 settembre dell’Ironman Italy Emilia-Romagna, che trasformerà ancora una volta Cervia (che ospiterà la manifestazione almeno fino al 2028) nel cuore pulsante del triathlon mondiale.

Si tratta dell’evento Ironman più grande al mondo e l’unico in Italia con una gara “full” sulla massima distanza, con 3,8 km in acque libere seguiti da 180 km in bicicletta e da 42,2 km di corsa.

Si tratta di un evento di grande attrattività turistica, che porta a Cervia e nei comuni limitrofi migliaia di atleti (circa 6mila al via, di cui oltre 4mila dall’estero) e decine di migliaia di visitatori da ogni angolo del mondo, ma anche una gara intensa e combattuta, a cui parteciperà tra gli altri il tedesco Tim Hellwig, recente oro olimpico nella prova di triathlon a squadre di Parigi 2024. Senza dimenticare le tante storie familiari e personali di chi – a prescindere dal tempo e dal piazzamento finale – sceglie Ironman in nome del celebre motto dell’evento: «anything is possible», tutto è possibile.

Saranno tre le gare, su altrettante diverse distanze: il “full” Ironman in programma sabato 21 settembre e le due gare in programma domenica 22 settembre, l’Ironman 70.3 (il cosiddetto “mezzo Ironman”) e il 5150, su distanza olimpica. Tutte le gare avranno partenza dalla spiaggia libera di Cervia e arrivo, come ormai da tradizione, presso il Fantini Club sul Lungomare Deledda di Cervia.

Imponenti le modifiche alla viabilità. Per informazioni dettagliate consultare questo link.

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