Alle Europee in provincia il 5,87 percento per Avs: «Abbiamo dato un contributo significativo alla vittoria in diversi Comuni»
Sinistra Italiana Ravenna esprime grande soddisfazione per il risultato ottenuto sul territorio alle recenti elezioni europee e amministrative. «Nella nostra provincia, per il Parlamento europeo Alleanza Verdi Sinistra ha raggiunto un significativo 5,87 percento, con punte ancora più alte del 6,93% a Faenza, dove siamo il terzo partito, e del 6,08% a Ravenna. Questo successo rappresenta un importante riconoscimento del nostro impegno costante per la promozione di politiche ecologiste e di giustizia sociale. Ringraziamo tutte le elettrici e gli elettori che hanno riposto fiducia in noi, confermandoci la loro vicinanza e il loro sostegno».
Sinistra italiana definisce «particolarmente significativo» il contributo alla vittoria del centro-sinistra in importanti comuni della provincia come Bagnacavallo, Lugo e Cervia, oltre che a Russi e Castel Bolognese. «Questo risultato è il frutto di un’impegnativa campagna elettorale che ha visto la presenza di figure di rilievo nazionale come Nicola Fratoianni e Nichi Vendola nel nostro territorio. Un passo significativo per la sinistra ecologista in Provincia, che torna ad eleggere rappresentanti».
Questi gli eletti e gli assessori che rappresentano Sinistra italiana. A Bagnacavallo è stato eletto Massimiliano Bezzi, mentre in giunta entra Maura Zavaglini, con delega anche ai servizi sociali e al lavoro. A Russi Maria Giovanna Morelli e Gianluca Zannoni, nominato assessore. A Castel Bolognese è confermata Linda Caroli, consigliera e assessora a istruzione e pari opportunità. «La fiducia riposta in loro testimonia la competenza e la dedizione con cui hanno lavorato fino ad oggi. Siamo certi che continueranno a rappresentare i valori e le istanze del nostro partito, contribuendo in modo significativo allo sviluppo della nostra comunità».
Il 30 giugno sul lungomare Deledda di Cervia è fissato il km zero della seconda tappa del Tour de France 2024 e la coop dei bagnini ha realizzato un mega installazione visibile dall’alto
Una bicicletta gialla accompagnata alla parola Cervia in blu: è l’installazione che occupa un’area di 75×80 metri sulla spiaggia libera cervese, realizzata dalla cooperativa bagnini con 220 tavole, 100 lettini e 200 kg di vernice per celebrare il passaggio del Tour de France con il km zero della seconda tappa il 30 giugno proprio sul Lungomare cervese con il passaggio dei 176 ciclisti.
I 176 corridori, provenienti da Cesenatico, dovranno allinearsi sul water front di Cervia alle 12.35 per poi proseguire in direzione Ravenna. La festa che accompagna l’evento inizierà molto prima, verso le 10.30 con il passaggio della grade carovana pubblicitaria, composta da decine di veicoli, che transiteranno lungo le vie del percorso per distribuire gadget al pubblico.
Un omaggio dovuto quello delle spiagge di Cervia all’evento sportivo che incolla davanti a 200 televisioni in tutto il mondo circa 3 miliardi di spettatori per un evento seguito in 190 nazioni.
L’azienda lombarda Elle Emme Logistica ha rilevato l’attività di facchinaggio della Cofari di Ravenna che conta un centinaio di lavoratori. Legacoop: «Al porto ci sono aziende che operano con tariffe non sostenibili da società cooperative come Cofari, che hanno sempre lavorato nella piena legalità»
Al termine di una lunga crisi che arriva all’epilogo proprio nel 2024 in cui compie 50 anni, la Cofari, storica cooperativa di Ravenna, ha ceduto il ramo facchinaggio e cessato l’attività dei traslochi. L’azienda continua a effettuare l’attività dei depositi per terzi nella sua sede nella zona artigianale Bassette. Lo rende noto un comunicato di Legacoop Romagna inviato alle redazioni dei media locali.
«Di fronte a una crisi aziendale ormai irreversibile – si legge nella nota per conto della Cooperativa facchini riuniti – è stato raggiunto un obiettivo importante, garantendo la salvaguardia dell’occupazione e la tutela dei diritti dei lavoratori. L’operazione ha garantito la piena occupazione, a parità di condizioni sia economiche che normative, dell’intero organico del ramo facchinaggio di Cofari, composto da circa un centinaio di persone». Il ramo traslochi, che vedeva occupata una decina di addetti, è stato dismesso, «garantendo però tutte le tutele previste dalle normative ai lavoratori». Legacoop ringrazia i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil per la preziosa e responsabile collaborazione: «Hanno da subito capito l’importanza e la delicatezza dell’operazione».
Legacoop Romagna ha accompagnato la cooperativa alla ricerca di partner che rilevassero l’attività storica di facchinaggio: «Dopo varie interlocuzioni, nell’impossibilità di reperire realtà del territorio interessate, è stata individuata un’azienda lombarda, la Elle Emme Logistica, che fornisce tutte le garanzie di solidità e legalità».
L’associazione di categoria delle cooperative invita a considerare la crisi di Cofari come un monito per tutto il sistema logistico del territorio emiliano-romagnolo e in particolare per quello portuale: «Nell’arco della sua attività, infatti, Cofari ha garantito crescita sociale e buona occupazione nel pieno rispetto delle normative, a generazioni di lavoratori, caratterizzandosi come un presidio di legalità. Come è noto, il comparto del facchinaggio negli ultimi decenni si è destrutturato, con l’ingresso nell’area portuale di aziende che operano con tariffe non sostenibili da società cooperative come Cofari, che hanno sempre lavorato nella piena legalità, investendo in sicurezza e formazione e applicando i contratti firmati dalle parti sociali più rappresentative».
Ne parla il regista di “Food for Profit” Pablo D’Ambrosi: «A colpirmi, oltre alla sofferenza animale, è stata la doppiezza della classe politica»
Pablo D’Ambrosi durante le riprese di Food for Profit
Novanta minuti di pellicola per raccontare il viaggio in Europa della giornalista Giulia Innocenzi e del regista Pablo D’Ambrosi, denunciando gli orrori degli allevamenti intensivi in Italia e nei paesi a noi più vicini. Al loro fianco Stef, attivista infiltrato all’interno delle industrie, e Lorenzo, finto lobbista che proporrà agli europarlamentari scenari al limite dell’assurdo, come la sperimentazione di maiali a sei gambe per la produzione di più prosciutti o l’inserimento di tubi nel retto delle vacche per produrre fertilizzanti in modo diretto. Proposte che, contro ogni aspettativa, verranno valutate con approccio possibilista e pure entusiasta.
Food for Profit offre uno spaccato sull’industria della carne che si allontana dalla narrazione sugli standard alimentari europei. Il film è stato proiettato anche all’interno del Parlamento europeo, riscuotendo un riscontro bassissimo. Fuori dall’eurocamera, invece, il documentario ha incassato immediato successo e in questi giorni è in tour nelle arene estive dell’Emilia Romagna: giovedì 27 giugno, in particolare, alla Rocca Brancaleone di Ravenna, alla presenza del regista D’Ambrosi, che abbiamo intervistato in anteprima: «Sono felice di portare questo documentario in una regione come l’Emilia-Romagna, fortemente interessata da questo tipo di allevamento», ci ha detto.
Il film verrà proiettato anche lunedì 8 luglio alle 21 al circolo Arci di San Pietro in Trento
Giulia Innocenzi durante le riprese di Food for Profit
Come è nato Food for Profit? Conosceva già Innocenzi? «Non personalmente, è stato un amico in comune a metterci in contatto. Giulia aveva ricevuto le riprese degli allevamenti da Lav (Lega anti vivisezione, ndr) nel 2019 e cercava un produttore per il documentario. Abbiamo iniziato a sentirci telefonicamente a marzo 2020, nel pieno del lockdown. Tra luglio e agosto abbiamo iniziato le riprese, approfittando delle riaperture. Tra preparazione del lavoro, riprese e montaggio il progetto è durato 5 anni».
È stato rischioso portare a termine le riprese? «Girando fuori dagli allevamenti siamo andati spesso incontro ad atteggiamenti aggressivi, addirittura violenti. A ridosso dell’uscita del documentario invece, sono arrivate le prime diffide da parte dei grossi gruppi alimentari. Uno dei principali sul territorio italiano ci ha diffidati senza nemmeno essere presente nel film».
Le immagini girate all’interno degli allevamenti sono crude e dolorose, ma c’è anche altro che avete scelto di non mostrare? «Assolutamente sì. La fase di montaggio è stata la più delicata, perché abbiamo dovuto selezionare una serie di immagini forti abbastanza da sensibilizzare ma non tanto da allontanare lo spettatore. Non voleva essere un film dell’orrore, ma uno spunto di riflessione. Molti allevamenti coinvolti nelle riprese non compaiono poi nel lavoro finale. E non perché non ci fosse nulla da far vedere, ma proprio per il motivo contrario…».
Qual è stata la scena che più l’ha impressionata? «Oltre alla sofferenza animale, che è già stata documentata più volte in passato, a colpirmi è stata la doppiezza della classe politica. Alle proposte distopiche di New Breeding Techniques del nostro finto lobbista, come quelle su ipotetici maiali con sei zampe per ottenere più prosciutti, la risposta dei parlamentari non solo è stata aperta e possibilista, ma suggeriva anche di iniziare queste sperimentazioni in Africa, perché nel caso “ci fosse scappato un pollo transgenico assassino” i danni sarebbero stati “limitati”».
Con quale obiettivo è stato girato il film? «Vogliamo sfatare il mito che noi europei ci raccontiamo da anni, credendo di mangiare carne di qualità. La maggior parte dei documentari sull’industria alimentare sono produzioni americane: li guardiamo con disgusto, ma pensiamo di essere lontani da questi meccanismi. Non è così. L’aspetto politico inoltre è preponderante, dopo l’uscita del film due degli eurodeputati coinvolti nelle riprese (Clara Aguilera e Paolo De Castro, ndr) non si sono ricandidati alle Europee. Tra le altre richieste lanciate dal film, lo stop ai sussidi per gli allevamenti intesivi, una moratoria sulle nuove costruzioni e la nascita di un’associazione di cittadini con il potere di discutere queste tematiche in parlamento, per contrastare il lavoro dei lobbisti».
Cosa si potrebbe fare nel quotidiano per contrastare la situazione? «Nonostante le inclinazioni del parlamento europeo, al suo tavolo ognuno è presidente. La scelta individuale che compiamo ogni giorno è fondamentale nella lotta agli allevamenti intesivi. Ognuno può scegliere di eliminare o ridurre drasticamente il consumo di carne, o adottare una dieta completamente plant-based. Anche se non tutti ci riusciranno, la consapevolezza sarebbe un valido primo approccio: c’è chi mangia carne anche due volte al giorno senza rendersene conto, e questo è possibile solo perché si tratta di carne economica e di bassa qualità. Una maggiore ricerca sul prodotto può comunque essere un primo passo per combattere le fabbriche della morte».
Da quanto emerge nel documentario, i fondi europei stanziati per gli allevamenti intesivi sono disponibili solo nel rispetto di determinate norme riguardanti il benessere e la salute degli animali, ma nella realtà poi non è cosi. L’Europa ne è a conoscenza e tace o sarebbero necessari maggiori controlli per smascherare questi illeciti? «Credo che i politici vivano in una dimensione talmente distante dalla realtà da non rendersi conto, in molti casi, di quello che sta succedendo. La cosa più grave però è che i quasi 400 miliardi destinati alla Pac (la Politica Agricola Comune europea, ndr) fanno parte del Green Deal, un progetto votato in teoria al verde e alla sostenibilità che finisce con il finanziare realtà opposte. L’escamotage messo in atto è quello di stanziare i fondi non per gli allevamenti ma per le colture destinate agli animali, finendo con l’alimentare la stessa realtà. La politica vende ai cittadini un concetto e poi mette in pratica il contrario e il compito dei lobbisti è proprio questo: lasciare ai politici la possibilità di fare promesse ai cittadini ma mantenere di fatto lo status quo».
Uno dei più grandi direttori al mondo arriva al Pala De André con la Chamber Orchestra of Europe
Uno dei più grandi direttori d’orchestra dei nostri tempi – già guida musicale dei leggendari Berliner Philharmoniker – compie il suo debutto al Ravenna Festival. Simon Rattle è atteso venerdì 28 giugno alle 21 al Pala De André con la Chamber Orchestra of Europe, la compagine fondata nel 1981 da Claudio Abbado, da cui lo stesso Rattle aveva raccolto il prestigioso podio dei Berliner nel 2002.
Con il direttore britannico, nominato baronetto dalla Regina Elisabetta, debutta a Ravenna anche il mezzosoprano Magdalena Kožená.
Il programma è particolarmente vario ed eterogeneo, costruito sull’alternanza tra pagine di rarissimo ascolto e grandi pilastri del repertorio. Si andrà dallo Scherzo capriccioso di Antonín Dvořák alla Sinfonia n. 9 “La Grande” di Franz Schubert. Al centro, i Rückert-Lieder per voce e orchestra di Gustav Mahler e i Cinque canti popolari ungheresi di Béla Bartók.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: da 15 a 65 euro (ridotti da 12 a 55); Under 18 a 5 euro; Carta Giovani Nazionale (18-35 anni) sconto 50%.
Navetta gratuita per il concerto con due partenze dalla stazione (19.40 e 20.20) e ritorno; nell’area esterna accanto al Danteum al Pala De André è attivo il bar del Mercato Coperto.
Erano nel Lamone, a Fognano, quando il livello dell’acqua si è improvvisamente alzato
I vigili del fuoco – con un elicottero partito da Bologna e con squadre da Faenza – sono intervenuti per soccorrere e salvare tre ragazzini e una giovane, una educatrice, sul Lamone, a Fognano di Brisighella.
Il gruppetto si trovava nei pressi del fiume quando il livello dell’acqua si è improvvisamente alzato.
È partita una chiamata di soccorso e il recupero si è concluso con successo. I tre erano rimasti aggrappati a un tronco, in balia della corrente. (Ansa.it)
Tracce di Betametasone nelle analisi del podista Alessio Grillini, tesserato Fidal e esponente di Italia Viva in municipio. Ora sarà ascoltato dalla procura antidoping. L’avvocato: farmaco molto comune
Il podista faentino Alessio Grillini, consigliere comunale di Italia Viva, è risultato positivo a un controllo antidoping dopo l’ultramaratona del Passatore (100 km da Firenze a Faenza) svoltasi alla fine di maggio. La notizia è riportata dai quotidiani locali il Resto del Carlino e il Corriere Romagna in edicola oggi, 27 giugno.
Il tribunale nazionale antidoping ha accolto l’istanza della procura nazionale antidoping e ha sospeso in via cautelare l’atleta tesserato Fidal per la violazione dell’art. 21 (sostanza riscontrata Betametasone), dopo il controllo disposto da Nado Italia (organizzazione nazionale antidoping) organismo indipendente dell’ordinamento sportivo italiano. La prossima settimana Grillini sarà ascoltato dalla procura antidoping. Per ora esiste solo il campione biologico analizzato a Roma dall’unico laboratorio accreditato a questi fini.
L’avvocato Giampaolo Rossini, che tutela il podista, fa sapere che il Betametasone è un farmaco abbastanza comune (contenuto anche nel celebre Bentelan) che rientra nelle liste non ammesse da Wada (Agenzia mondiale antidoping) ma che può essere assunto previa comunicazione di un utilizzo terapeutico per via di una condizione medico clinica pregressa. Modalità e termini di assunzione saranno dunque da valutare e accertare. Se l’esenzione non è stata richiesta il caso può intendersi come negligenza, si è scagionati dall’intenzionalità e si rientra una sanzione di entità inferiore.
Il duo in concerto al Pavaglione di Lugo. «Dopo tanto tempo insieme, è arrivato il momento di prenderci una vacanza»
Continua la tradizione del Pavaglione di Lugo che nell’ambito del Ravenna Festival ospita spesso artisti della scena pop italiana, quella più sofisticata, ma capaci di ottenere una quasi inaspettata popolarità. Due anni fa fu la volta de La Rappresentante di Lista, quest’anno – sempre in una produzione originale del Festival accompagnati dall’orchestra La Corelli – tocca a Colapesce Dimartino, cantautori siciliani con un retroterra da perfetti indipendenti, riusciti nell’operazione rara di non svilire la loro levatura artistica conquistando il palco di Sanremo e l’airplay radiofonico.
L’appuntamento è per il 28 giugno, tappa del tour di presentazione del loro secondo disco, Lux Eterna Beach, uscito a fine 2023.
Il duo nasce nel 2020 ma da anni entrambi stavate portando avanti una carriera da solisti nel mondo dell’indie. Quanto sono cambiati, singolarmente, Colapesce e Dimartino, per diventare un duo? «Quando scrivi con un’altra persona sei portato naturalmente a dire le cose in modo diverso rispetto a come le diresti da solo. Noi siamo un po’ come Camera e Senato: discutiamo su ogni singola parola scritta da uno o dall’altro, e alla fine scegliamo quello che ci sembra più onesto e giusto per entrambi. Il nostro è un rapporto basato sulla sfiducia: siamo molto bravi a criticarci l’un l’altro e quindi a metterci in gioco».
L’esordio a Sanremo vi ha consacrato immediatamente alla fama nazionale. Vi sareste aspettati un debutto tanto positivo? Siete dovuti scendere a patti con la natura indipendente della vostra musica? «Non ci aspettavamo nulla, non abbiamo scritto quella canzone per Sanremo ma perché sentivamo l’esigenza di dire quelle cose in quel determinato momento. Il fatto che poi sia finita lì ed è andata come è andata è stato del tutto fortuito. Il successo è un incidente, a noi interessa solo scrivere belle canzoni. In ogni modo tutto quello che abbiamo fatto in quel Sanremo e dopo lo abbiamo fatto con lo stesso spirito di tutta la nostra carriera precedente».
La caratteristica principale delle vostre canzoni è quella di nascondere diversi livelli di lettura nei testi, è questa la chiave per arrivare alla massa senza perdere di significato? «Non lo facciamo per arrivare alla massa, ma perché a noi piace così. Scriviamo le canzoni che ci piacerebbe ascoltare. Stiamo attenti alla scrittura dei testi, ci perdiamo anche mesi su una singola canzone. Lavoriamo di cesello come se fossimo degli ebanisti».
Ci raccontate come è nato il progetto e come è stato misurarsi con il cinema? E quanto la musica è stata comunque importante anche sul grande schermo. Avete altri progetti di questo tipo in cantiere? «È nato per scherzo ancora prima di scrivere il primo disco: abbiamo cominciato a immaginare e buttare giù le idee per un nostro film che probabilmente non si sarebbe mai fatto. Infatti, se ci fate caso, scegliemmo di lanciare il nostro primo disco insieme – I mortali – con dei cortometraggi e non con dei videoclip, scritti insieme al regista Zavvo Nicolosi con cui poi abbiamo ideato il soggetto che è poi diventato La primavera della mia vita. Fare musica resta il nostro mestiere e la cosa che ci piace fare di più, tutto quello che sperimentiamo in altre discipline è comunque legato al nostro modo di fare musica. Non ci sono piani di alcun tipo per il futuro, ma non escludiamo che succeda di nuovo».
Guardando al futuro immaginate un possibile ritorno alla carriera da solista o credete di aver trovato la vostra dimensione artistica e comunicativa come duo? A cosa state lavorando al momento? «Noi crediamo che le nostre cose insieme abbiano senso proprio perché non abbiamo mai smesso di essere Colapesce e Dimartino. Nessuno dei due ha rinunciato alla propria individualità e le nostre diversità, che invece sono proprio la chiave di tutte le cose che facciamo come duo. Per il futuro non abbiamo piani, ma di certo dopo tutto questo tempo insieme, sentiamo sia arrivato il momento di prenderci una vacanza».
Centinaia di commenti per la decisione di una coppia di imprenditori, alluvionati
È bastato scrivere “piscina per soli adulti” per scatenare la solita bufera social. Tra commenti scandalizzati e altri (la maggior parte) che giustificano invece la libertà di scelta di un imprenditore privato. Di certo, il nome di Villa Matilde ora è diventato virale, almeno nelle pagine frequentate dai ravennati.
Si tratta del B&B inaugurato un mese fa, in “ritardo” di un anno a causa dell’alluvione, che aveva distrutto il sogno di una vita dei titolari. Che si sono però rimboccati le maniche, riuscendo comunque ad aprire il loro Bed&Breakfast, a Fornace Zarattini, in via dei Granatieri.
Il 27 giugno aprirà anche la piscina. Appunto, solo per adulti. Un luogo che vuole essere di relax, con bar a bordo piscina, lezioni di yoga e altre iniziative rivolete a un target over 18.
Non si tratta certo della prima in provincia, ma forse del primo annuncio così diretto. Centinaia e centinaia i commenti sui social, per un dibattito che pare non voler finire mai. Ma che non cambierà certo, almeno inizialmente, la decisione dei due imprenditori.
L’ex presidente del consiglio comunale Grandu sostituisce come vicesindaco Armuzzi, a cui è stata assegnata la nomina di assessore alle politiche sociali
Nella foto, da sinistra: Mirko Boschetti, Federica Bosi, Gianni Grandu, Mattia Missiroli, Samanta Farabegoli, Gabriele Armuzzi e Michela Brunelli
Il sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, ha presentato la nuova giunta comunale del suo primo mandato.
A ricoprire il ruolo di vicesindaco, Giovanni “Gianni” Grandu (presidente del consiglio comunale nell’ultima legislatura), che si occuperà di sport e gestione degli impianti sportivi, sicurezza e legalità, polizia locale, protezione civile, servizi demografici, decentramento e partecipazione del cittadino, risorse umane e benessere e tutela degli animali.
Per l’ex vicesindaco Gabriele Armuzzi invece, la nomina di assessore alle politiche sociali, volontariato, tradizioni e identità, parco archeologico, affari generali e legali. Confermata l’assessora uscente Michela Brunelli che avrà le deleghe a urbanistica ed edilizia, demanio, coordinamento eventi, Cervia Città Giardino, Cervia Ambiente, pari opportunità e politiche di genere, pace e cooperazione internazionale.
Le new entry sono invece Mirko Boschetti (segretario del Pd di Cervia), assessore alle attività produttive, patrimonio, lavori pubblici, manutenzioni, mobilità e trasporti e politiche europee e relazioni internazionali, con delega all’accessibilità; e Federica Bosi, assessore al bilancio, società partecipate, cultura, scuola e verde pubblico.
Missiroli ha tenuto per sé gli incarichi legati a turismo, politiche per la salute e il benessere, politiche per la casa, porto, saline (progetti speciali e Pnrr), ambiente e transizione economica e comunicazione.
Sono stati nominati anche due consiglieri delegati, Samanta Farabegoli (accessibilità) e Davide Grossi (informatizzazione e trasformazione digitale).
Il sindaco ha dichiarato: «Ritengo che questa squadra abbia tutti i presupposti per realizzare con serietà e competenza i diversi obiettivi del programma di legislatura. La nuova giunta cervese è composta da persone motivate e capaci, pronte a lavorare con entusiasmo e dedizione per la crescita e il bene di Cervia. Alcuni di loro hanno già comprovata esperienza amministrativa e conoscenza del sistema, altri sono veri e propri investimenti sul futuro, sulla base della richiesta di rinnovamento emerso dalla consultazione elettorale. Ciascuno di loro ha avuto grande riconoscimento popolare nelle ultime elezioni dal diverso elettorato. La giunta può contare su un’ampia rappresentanza dei gruppi che hanno sostenuto la coalizione. Il risultato politico straordinario della Lista civica è stato riconosciuto nella persona di Samanta Farabegoli, giovane studentessa universitaria di filosofia, che ho da subito voluto in squadra come delegata».
Tre giorni di incontri e degustazione tra Molo Dalmazia e Mercato del Pesce, con stand gastronomici a tema
A Marina di Ravenna tre giorni di festa dedicati alla cozza selvaggia, una vera eccellenza del territorio, tra incontri dedicati, assaggi ed escursioni in mare. La manifestazione si terrà nel pieno della raccolta annuale di mitili, da venerdì 28 giugno a domenica 30 nell’area del Molo Dalmazia, con un anteprima al Finisterre Beach venerdì 27.
Si tratta dell’undicesima edizione della Festa della Cozza Selvaggia, accompagnata quest’anno da una raccolta fondi in memoria di Loris Barberini, un pescatore-cozzaro di Marina di Ravenna. I fondi raccolti serviranno ad acquistare un defibrillatore che verrà collocato nella zona delle pescherie. Davanti al bacino pescherecci, fra il Molo Dalmazia e l’ex Mercato del Pesce, si terranno incontri, show cooking e degustazioni agli stand gastronomici. Gli stand saranno gestiti da: Aurora Osteria & Cultura; L’Acciuga Osteria; Finisterre Beach Ristorante; Food Truck Savut; Pescatori di Marina di Ravenna; Ristorante del Mercato Coperto Ravenna.
Il programma della festa:
Giovedì 27, dalle ore 19, anteprima al Finisterre Beach, con un menù a base di cozze al prezzo 35€ tutto incluso. La degustazione comprende un aperitivo in piedi (cevichedi cozze; cozza Fritta con maionese alle alghe; cozza gratinata; spiedino di cozze; servito con calice di Baldan) e una cena servita al tavolo (zuppetta di cozze, spuma di patate e finocchio selvatico; amatriciana di cozze con pasta trafilata di Erica Liverani, crostino San Patrignano con cozze alla bourguignonne ed erbe selvatiche; gelato allo squacquerone di Sbrino, salicornia e marmellata di more di gelso. Servito con bottiglia al tavolo).
Venerdì 28, al Molo Dalmazia (ore 18) inaugurazione della festa, con la presentazione del libro “Io cucino La Selvaggia di Marina di Ravenna” un nuovo volume con 14 ricette stampato per l’occasione che sarà regalato ai presenti, insieme a un assaggio di cozze.
Sabato 29, alle ore 10, escursione in mare sulla barca, i collaborazione con Eni. Durante la visita guidata ci si avvicinerà a una piattaforma e si assisterà alla dimostrazione di una raccolta cozze con i pescatori subacquei. Durante la stessa escursione, si assisterà anche al rilascio in mare di alcuni esemplari di tartarughe marine, dopo le cure ricevute da Cestha. Alle 18.30 (Atrio mercato del pesce) l’incontro con i cozzari “Dal mercato alla tavola c’è di mezzo il mare”, per indagare la raccolta di questa stagione. Giuseppe Prioli, biologo e presidente del Consorzio Mitilicoltori dell’Emilia-Romagna; Simone D’Acunto, direttore Cestha; Patrizia Masetti, responsabile settore pesca di Agci; Mirco Bagnari, responsabile settore pesca di Legacoop Romagna; Barbara Monti, presidente Slow Food Ravenna. A seguire un assaggio di cozze della chef Rovena Mehemeti (Circolo Aurora). Dalle 18 alle 19 (Mercato del Pesce-Cestha) happy hour con le tartarughe marine.
La manifestazione si chiude domenica 3o, alle 18.30 con “Le stagionalità del Mare”, un incontro sulla stagionalità di pesce e cozze con il cozzaro Sauro Alleati, della Cooperativa La Romagnola e il pescatore Roberto Melandri. Segue l’assaggio di cozze preparato dallo chef Matteo Salbaroli dell’Acciuga Osteria.
Il comune sulle colline faentine è l’unico su 14 dove ha vinto il centrodestra
Il sindaco di Brisighella, Massimiliano Pederzoli, ha nominato i quattro assessori della nuova giunta comunale per il suo secondo mandato. Due conferme e due novità.
Confermata sulla poltrona di vicesindaca Marta Farolfi, senatrice di Fratelli d’Italia. A lei vanno le deleghe a Urbanistica, Edilizia privata, Semplificazione e Affari istituzionali.
L’altra conferma è Dario Laghi che si occuperà di Personale, Polizia municipale, Immigrazione, Protezione civile e Sicurezza urbana.
Nuovo ingresso nella squadra per Maurizio Monti. Deleghe: Ambiente, Innovazione tecnologica, Servizi demografici, Acer, Politiche socio-sanitarie.
E infine Karen Chiarini, assessora con delega a Cultura, Turismo, Istruzione, Comunicazione istituzionale.
Pederzoli ha tenuto per sé le deleghe a Lavori pubblici, Tributi e Bilancio, Patrimonio, Politiche europee. Il sindaco si riserva a breve di indicare alcuni consiglieri delegati che abbiano compiti specifici.