giovedì
07 Agosto 2025

Un centro sportivo di eccellenza con quattro campi da calcio nell’ex villaggio Anic

L’obiettivo è farlo diventare la nuova “casa” del settore giovanile del Ravenna. Investimento milionario, che riconverte il progetto piscina

Calcio

Un nuovo centro sportivo per il calcio a Ravenna. Sorgerà nel quartiere San Giuseppe e l’obiettivo è quello che possa diventare la casa del settore giovanile del Ravenna, tanto che la nuova proprietà ne sta già parlando con i genitori nel corso delle varie riunioni che si stanno svolgendo in questi giorni in vista della prossima stagione.

Si tratta di un progetto a cui «sta lavorando alacremente il Comune» – ci dicono dall’Amministrazione – che prevede sostanzialmente di riconvertire quello della nuova piscina comunale prevista inizialmente all’ex villaggio Anic nell’ambito di un accordo pubblico-privato. Nuova piscina che ora non è più necessaria, avendo deciso di riqualificare quella esistente. I 4 milioni di euro di investimento previsti come contropartita pubblica per nuove urbanizzazioni, quindi, verrebbero indirizzati per realizzare il nuovo centro sportivo, con quattro campi da calcio, di cui due in sintetico, spogliatoi e probabilmente anche un pubblico esercizio. Un centro sportivo di eccellenza che poi il Comune metterebbe a bando e che è facile prevedere possa essere all’altezza, in zona, solo delle ambizioni della nuova proprietà del Ravenna, che ha appena annunciato l’intenzione di puntare ai massimi piani del calcio italiano, investendo anche nel settore giovanile, che in città non è (quasi) mai riuscito a raggiungere un livello di vero professionismo.

Difficile prevedere le tempistiche, essendo il progetto ancora tutto da costruire dal punto di vista amministrativo. Ma l’intenzione di tutte le parti coinvolte è quella di fare in fretta.

A Bagnacavallo il camp di Accademia Bizantina, dove si studiano musica e teatro

Undicesima edizione con oltre 70 adesioni. Il 22 giugno il concerto per i 40 anni di attività

AB CAMP

Undicesima edizione per l’Accademia Bizantina Camp, in programma a Bagnacavallo a partire dal 30 giugno e fino al 20 luglio. Il campus di alta formazione musicale offre a ragazze e ragazzi tra gli 8 e i 16 anni lezioni di strumento, musica d’insieme, teatro e laboratori artistici.

L’Accademia Bizantina Camp propone quest’anno due turni: il primo da una settimana, dal 30 giugno al 6 luglio, e il secondo di dieci giorni, dal 11 al 20 luglio. Oltre settanta sono le ragazze e i ragazzi che hanno già aderito al camp, provenienti da diverse regioni d’Italia: le prenotazioni per il secondo turno sono già chiuse (è però possibile iscriversi alla lista d’attesa), mentre qualche posto è ancora disponibile per il primo.
Entrambi i turni propongono sia la formula residenziale (all’Antico Convento) che quella non residenziale.

Il 2024 è un anno particolarmente significativo per Accademia Bizantina che celebra proprio a Bagnacavallo i quarant’anni di attività con un concerto gratuito, su prenotazione, in programma sabato 22 giugno alle 19 al Teatro Goldoni.

L’edizione 2024 dell’Accademia Bizantina Camp si avvarrà della collaborazione di docenti pluri-diplomati in Conservatorio o con titolo equivalente, esperti di didattica e attivi professionalmente nel loro settore di specializzazione: per la musica Alice Bisanti, Valeria Montanari, Marco Radaelli, Marta Nahon, Heriberto Delgado, Anna Castellari, Federico Tampieri e Gabriele Gagliotta; per il teatro Pietro Piva in collaborazione con Accademia Perduta/Romagna Teatri e per l’arte Margherita Tedaldi.

Come da tradizione ragazze e ragazzi saranno creatori e interpreti di uno spettacolo musicale che si terrà al termine di ogni turno.

Per informazioni e lista d’attesa: Accademia Bizantina (0545 61208 – alicebisanti@accademiabizantina.it) e www.accademiabizantinacamp.it

Si schianta contro un’auto e viene travolto da un’altra: gravissimo uno scooterista

Nel primo pomeriggio di domenica sulla Classicana. Cinque i feriti

Uno scooterista di 45 anni è ricoverato in gravi condizioni al Bufalini di Cesena a causa di un incidente avvenuto nel primo pomeriggio di oggi sulla Classicana, all’altezza di Porto Fuori.

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo si sarebbe immesso sulla Classicana da via Staggi senza accorgersi di un’auto che stava sopraggiungendo in direzione porto: inevitabile lo scontro, con l’auto, una Fiat Palio con a bordo 4 persone, che è finita fuori strada. Lo scooterista, invece, è caduto sull’asfalto, venendo poi travolto da un’altra auto, una Mercedes.

Sul posto gli uomini del 118, con anche l’elimedica, e i vigili del fuoco. Lo scooterista, intubato, è stato portato in gravi condizioni al Bufalini. Meno gravi le condizioni delle quattro persone a bordo della Fiat.

Rilievi a cura della polizia locale, costretta a chiudere completamente la Classicana in direzione porto.

A Ravenna una serie di eventi per la Giornata mondiale del rifugiato

Dalle fotografie al Pr2 alle proiezioni ai giardini Speyer

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Una foto in mostra

In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, che si celebra il 20 giugno, il Festival delle Culture promuove a Ravenna diverse iniziative culturali gratuite.

Nello spazio espositivo PR2, in via Massimo D’Azeglio, da giovedì 20 giugno a sabato 20 luglio sarà visitabile la mostra fotografica Along the border di Chiara Fabbro. Fotografa documentarista, il suo lavoro su diritti umani e migrazioni l’ha portata nei Balcani, nei sobborghi di Kuala Lumpur, in Malesia, sulle spiagge delle Isole Canarie. Ha ottenuto il premio Portrait of Humanity 2021 e ricevuto una menzione d’onore al Photography 4 Humanity Global Prize 2020. È stata pre-selezionata per il Marilyn Stafford FotoReportage Award (2022) e per l’International Women in Photo Association Award (2022 e 2023). L’inaugurazione della mostra e la presentazione del catalogo sono previsti il 20 giugno alle 18. Dopo il saluto dell’assessora Federica Moschini si alterneranno l’intervento dell’artista e attivista per i diritti umani Gianluca Costantini e l’introduzione alla mostra della fotografa Chiara Fabbro.

Giovedì 20 giugno, alle 21, nel Cinema Mariani, in via Ponte Marino 19, verrà proiettato il film Green border di Agnieszka Holland. Una famiglia di rifugiati siriani, un insegnante di inglese solitario dall’Afghanistan e una giovane guardia di frontiera si incontrano sul confine polacco-bielorusso durante l’ultima crisi umanitaria. La pellicola è stata premiata alla Mostra del Cinema di Venezia 2023 e ha ricevuto due candidature agli European Film Awards. Per partecipare è necessaria la prenotazione: festivaldelleculture.info/greenborder

Venerdì 21 giugno, alle 17.30, nella biblioteca Classense, in via Baccarini 3, professori e studenti del Dipartimento di storia, cultura e civiltà dell’Università di Bologna incontreranno le ragazze e i ragazzi accolti nei progetti del Comune di Ravenna gestiti dalla cooperativa sociale Cidas nell’evento Xenos: dialoghi sulla parola ‘straniero’.

Lunedì 24 giugno, alle 21, nei Giardini Speyer, si terrà la proiezione de Il secolo è mobile di Gabriele Del Grande, una storia delle migrazioni in Europa vista dal futuro. Prodotto da ZALAB in collaborazione con Cinemazero e promosso dalla Cooperativa Cidas, Comune di Ravenna e Sai Ordinari.

Martedì 25 giugno, alle 20, nei Giardini Speyer, verrà proiettato il film Shadow game di Eefje Blankevoort e Els van Driel. «Un viaggio lungo la rotta balcanica, un ‘gioco’, attraverso le ombre e i pericoli della vecchia Europa. Una storia a mosaico in cui le esperienze di molti giovani rifugiati in viaggio si fondono in un racconto universale: una moderna Odissea». Seguirà un incontro con l’associazione Global Solidarietà e assaggi dal Senegal. La presentazione dell’evento sarà a cura delle cooperative Solco, Cidas, Teranga e Villaggio Globale.

L’americano nell’entroterra romagnolo: Christian Holstad rende omaggio a Varoli

A Cotignola, tra Palazzo Sforza e chiesa del Suffragio, l’affermato artista di Anaheim ha realizzato due allestimenti in grado di fondere alla perfezione il suo background con il contesto in cui ha operato

Mosaico

Sapere cosa spinge un affermato artista californiano di circa 50 anni a trasferirsi nell’entroterra romagnolo e a dividere questa nuova residenza con New York è una curiosità che non possiamo soddisfare. Ma il dato certo è l’arricchimento artistico del nostro territorio che accoglie questa new entry con una mostra sinceramente interessante e assolutamente in linea con quanto presentano gallerie nazionali di livello. Alcune mostre a Milano e Venezia vanno inserite nel curriculum di Christian Holstad – nato nel 1972 a Anaheim –, che ne ha allestita una in due atti nelle sedi del museo civico Varoli e presso la chiesa del Suffragio di Cotignola.

Suddivisi nelle due esposizioni rispettivamente dal titolo Salve e A flutter of butterflies atop debris to reach our gentle heights, i lavori da una parte costituiscono un omaggio al contesto in cui l’artista si è trovato a lavorare. Quindi, a partire dall’analisi della corposa collezione del museo civico di Cotignola e dalla personalità eclettica di Luigi Varoli, Holstad ha preso atto dei materiali tradizionali utilizzati dal vecchio maestro e nella tradizione della scuola dei mestieri di Cotignola. Assecondando con sensibilità un muto dialogo con i materiali esposti, di cui molti ormai raggiungono il centinaio di anni di vita, Holstad ha deciso di impiegare materiali poveri come carta, cartapesta o frammenti di gusci di uova per realizzare una serie di oggetti – palloncini, farfalle, targhe – ispirata alla collezione del museo e alle iconografie reiteterate da Varoli.

Un passo diverso è rappresentato dalle ceramiche componibili realizzate dall’artista statunitense e allestite nella chiesa del Suffragio (aperta su richiesta al personale del museo), in cui viene perseguita una progettazione aperta, frammentaria, mai univoca. I pezzi che formano vasi e contenitori dipinti in modo prezioso ed elegante possono essere ricomposti ma anche smembrati in modo definitivo. Non esiste quindi una rigidità formale nell’esecuzione del pezzo ceramico, che gode un’assoluta libertà di assemblaggio dipendente solo dai desideri dell’eventuale proprietario. In un certo qual senso in queste realizzazioni vengono aggirate anche le aspettative del mercato, un concetto su cui Holstad insiste anche nell’allestimento pavimentale dello spazio, dove appaiono schiacciati a terra alcuni carrelli della spesa: realizzati in stoffa, plastica, cordelle, nastri, restituiscono in modo ironico e divertente la stessa critica che l’artista statunitense Barbara Kruger esprimeva negli anni ‘80 nell’iconico pseudo-advertisement “I shop, therefore I am” (Compro, dunque sono). Probabilmente è la provenienza dagli Stati Uniti a unire una selezione di persone che percepiscono in modo più acuto rispetto agli europei l’espansione e i danni di un capitalismo privo di regole. La bella e intensa selezione dei disegni esposta nella sede museale di palazzo Sforza, realizzati da Holstad negli ultimi 30 anni, assolutamente va in questa direzione. L’artista interviene sulla base di fogli di giornale, asportando lettere o parti di parole, in sostanza creando un sistema di deragliamento semantico che non solo causa un semplice spaesamento nell’osservatore ma gioca l’azzardo di capovolgere il senso della frase, di mettere zizzania fra testo – spesso pubblicitario – e prodotto pubblicizzato, fra scritto e immagine. Questo deragliamento avviene anche all’interno delle immagini stampate sottoposte a interventi che possono asportare un volto, renderlo fantasmatico o mostruoso, aggiungere arti impossibili trasformando in Gorgoni uomini e donne dell’alta società, politici o personaggi pubblici. L’aggiunta di elementi decorativi ridondanti riescono a unire figure antropomorfe, sdoppiandole o svirilizzandole in una sorta di ringiovanimento forzato da uomo a infante. I preziosi interventi a pennello in colore oro isolano alcuni elementi in modo da modificarne l’importanza o la relazione col contesto visivo. E in questa perdita di senso generale che insegue la deriva tragicomica già percorsa dai Surrealisti e dagli Espressionisti storici, Holstad ribatte in modo serrato alle seduzioni della ricchezza, agli status symbol che circondano esseri umani deprivati, ai valori nazionalisti del suprematismo bianco o alla solitudine estrema dei finti Happy Days.

Christian Holstad. Salve

A cura di Gioele Melandri

Sede Museo Civico Luigi Varoli, Palazzo Sforza, Corso Sforza 21, Cotignola (Ravenna)

Atto primo A flutter of butterflies atop debris to reach our gentle heights
Durata 10 marzo – 30 giugno 2024

Atto secondo Hello
Durata 13 aprile – 30 giugno 2024

Orari di apertura
venerdì: 16:30-18:30 | sabato, domenica e festivi: 10:00- 12:00 e 15:30-18:30.

Per informazioni www.museovaroli.it | museovaroli@comune.cotignola.ra.it
Tel. 0545 908810 – 3204364316

Le “arti” dei giovanissimi (under 25) per quattro giorni al museo Classis

Tra concerti, incontri, mostre, installazioni, laboratori dalle 10 della mattina fino agli eventi serali con ospiti anche affermati come Valerio Magrelli e la Filarmonica Toscanini

MicheleMarcoRossi
Michele Marco Rossi

L’ex zuccherificio di Classe, oggi museo della città e del territorio, diventa una “fabbrica delle arti” per l’inedito progetto di Ravenna Festival che da lunedì 17 a giovedì 20 giugno fa di Classis Ravenna uno spazio di creatività, confronto e condivisione tra concerti, incontri, mostre, installazioni e laboratori disseminati negli spazi del museo lungo il ricco programma ideato da Michele Marco Rossi e Anna Leonardi.

Protagonisti di questa pacifica adunata in quattro giorni saranno i giovani e giovanissimi – dai 25 anni in giù – che hanno risposto alla Chiamata alle arti lanciata qualche mese fa, ma anche ospiti e artisti come Valerio Magrelli, la Filarmonica Toscanini, l’Orchestra Cherubini, Teatri 35, Tito Ceccherini, Marco Angius, Davide Bardi, Valerio Sannicandro, Nicolò Tuccia, Samuele Telari e lo stesso Michele Marco Rossi.

Con l’accoglienza curata da Francesca Masi, direttrice di Ravennantica, le porte di questa residenza artistica saranno aperte anche al pubblico, dalle 10 della mattina fino ai concerti della sera; l’ingresso è sempre gratuito, ma gli appuntamenti delle 21 sono su prenotazione.

«Un progetto così articolato nell’accogliere ogni genere e forma di espressione creativa delle nuove generazioni non avrebbe potuto concretizzarsi senza l’entusiasmo, l’empatia e la grande volontà della signora Cristina Mazzavillani Muti, che fin da subito ha creduto nell’opportunità di promuovere non un concorso ma un’occasione di incontro, confronto, approfondimento e reciproca ispirazione – spiegano Michele Marco Rossi, tra i violoncellisti della sua generazione forse il più apprezzato dai compositori contemporanei, e Anna Leonardi, già oboista dell’Orchestra Cherubini, attiva anche in ambito organizzativo ed editoriale –. E siamo profondamente grati anche a RavennAntica e in particolare alla sua direttrice Francesca Masi per aver aperto le porte di Classis, i cui diversi spazi si prestano ad essere “abitati” dal vario programma di appuntamenti. Così il museo che racconta la storia di Ravenna e del suo territorio abbraccia altre nuove e contemporaneissime storie, facendosi testimone del presente e grande laboratorio per il futuro».

A partire da lunedì 17 giugno saranno visitabili le due mostre temporanee che raccolgono le opere raccolte dal bando Chiamata alle arti – quella fotografica nella sala conferenze, arricchita dall’installazione di musica elettronica a cura di Davide Bardi, e quella di arti visive nell’atrio nuovo. Saranno inoltre disponibili visite guidate al Museo in due fasce orarie, alle 18.30 e alle 20.15, rispettivamente con Valeria Lacchini, responsabile del sito, e la direttrice di Ravennantica Francesca Masi (le visite durano circa mezz’ora).

Lunedì 17 giugno antico e moderno, passato e futuro si intrecciano attorno a quel nucleo di vita e cultura che è il Mediterraneo, tema di questa prima giornata nonché della sezione della Chiamata che ha invitato giovani fotografi a interpretare per scatti la ricca e complessa storia del “mare fra le terre”. Se alle 10 si apre la relativa mostra (ma anche quella di arti visive), alle 11 e alle 17 la stessa sala conferenze ospita i Tableaux vivants della compagnia Teatri 35, combinati alla prima esecuzione assoluta delle composizioni Epipelagico e Nami No Hon di Valerio Sannicandro, con live electronics di Davide Bardi. Sono pertinenti anche le visite guidate della giornata, alle 18.30 quella alla sezione del museo dedicata alla navigazione e alle 20.15 quella alla sezione delle lucerne, i cui simboli hanno attraverso mari ed epoche. Alle 21 nel ballatoio grande, la Filarmonica Toscanini diretta da Tito Ceccherini, con Nicolò Tuccia al pianoforte e Michele Marco Rossi al violoncello.

Martedì 18 giugno alle 10.30, 17.30 e 19.30 è in programma la proiezione dei video dei partecipanti alla Chiamata che si sono misurati con la sfida di “tradurre” in video la fisicità di due brani contemporanei: da una parte l’ispirazione mitologica di Iannis Xenakis in Kottos (1977), dove confluiscono i nodi cruciali del Novecento; dall’altra, la fatica del vivere nella cruda attualità di Obstinate (2022) di Georges Aperghis. In due parti, alle 12 e alle 15, Corde e martelletti – cento piccoli pezzi per crescere al pianoforte di Alessandro Solbiati si dipanano in un’irrituale maratona musicale sotto le dita di giovani pianisti dei Conservatori di Milano e Bergamo. Il concerto delle 21 vede Michele Marco Rossi al violoncello e Davide Bardi al live electronics per musiche di Ivan Fedele, Filippo Perocco e Bernhard Gander, mentre alle 22.30 la pagoda nell’area esterna accoglie il quartetto di sassofoni Kamaanda, per un programma tra Marc-Antoine Charpentier e Duke Ellington.

Mercoledì 19 giugno è tempo per giovani poeti-musicisti di accompagnarci attraverso i loro territori – senza confini fra rap, trap, poesia – con esibizioni dalle 10 alle 20 e, alle 21, un incontro con il poeta Valerio Magrelli e l’Ensemble di musica contemporanea 20.21 del Conservatorio G. Verdi di Ravenna. Lo stesso ensemble sarà in concerto alle 19, mentre gli allievi dei corsi ad indirizzo pop/rock e tecniche di improvvisazione propongono il concerto delle 17.30. La giornata si concluderà in festa alla pagoda con l’appuntamento delle 22.30 con il rapper ravennate Sidstopia e dj Zywah alla consolle.

Giovedì 20 giugno dalle 10 alle 20 la scena è dei pittori, mosaicisti, musicisti e performer che hanno aderito alla Chiamata per la sezione “invocazione”, aperta a tutti i linguaggi attorno a un tema apparentemente arcano eppure attuale, suggerito dall’intensità delle Sette parole di Sofia Gubajdulina, che assieme alla Sinfonia “degli addii” di Haydn costituisce il programma del concerto delle 21 con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta da Marco Angius, con Michele Marco Rossi al violoncello e Samuele Telari alla fisarmonica. Alle 22.30 alla pagoda ci attende un concerto lounge con la musica elettronica di Filippo Ianiero e la regia di Davide Bardi.

Continua fino al 20 giugno il laboratorio di ricamo con l’artista italo-egiziana Hagar Keshk, che ci invita a fissare parole e pensieri sulla stoffa fino alla creazione di un’opera collettiva. Il laboratorio è gratuito su iscrizione senza limiti di età (info e iscrizioni: chiamataallearti2024@ravennafestival.org).

Il progetto ha il patrocinio di Nuovo IMAIE ed è in collaborazione con SZ Sugar, Conservatorio G. Verdi di Ravenna, PAB – Politecnico delle Arti di Bergamo e Conservatorio di Musica G. Donizetti e Conservatorio di Milano.

Info: 0544 249244 – www.ravennafestival.org

Stuprata a 16 anni a una festa: indagato un amico neomaggiorenne

Il racconto del padre e della madre della ragazza, avvertiti il giorno dopo dai genitori dell’ex fidanzato

Violenza Sessuale

Una ragazzina di 16 anni ha raccontato di essere stata stuprata a una festa privata, lo scorso maggio. Per l’episodio, un ragazzo da poco maggiorenne si trova ora indagato per violenza sessuale pluriaggravata.

I dettagli sono raccontati in un articolo del Carlino Ravenna in edicola oggi, 16 giugno, in cui a parlare sono i genitori della ragazza. Ad avvertirli di quanto accaduto sono stati la sera successiva i genitori dell’ex fidanzato dalla figlia, con cui lei si era confidata al ritorno dalla festa. Il mattino seguente, la visita al Pronto soccorso, che avrebbe confermato la violenza.

Secondo quanto raccontato dai genitori al Carlino, il ragazzo («un amico del nuovo gruppo di amici» con cui stava girando la ragazza) avrebbe poi inviato un messaggio di scuse alla 16enne, che si rivelerà però una palese ammissione di colpa: «Non avevo capito che non volevi, sennò mi sarei fermato». La giovane, racconta la madre, ora ha anche paura di poterlo incontrare in giro.

La villa romana riaffiorata in un cantiere – FOTO – «Un delitto ricoprire tutto»

Ma dalla Soprintendenza spiegano: «Le aree archeologiche a vista necessitano di ingenti risorse»

I resti di una villa romana del I secolo e quelli di una chiesa del V-VI secolo sono stati ritrovati in un cantiere nei pressi della torre radar Enav, vicino allo svincolo per Classe della statale Adriatica. Gli esiti del cantiere archeologico, avviato lo scorso luglio, sono stati mostrati ai cittadini dalla Soprintendenza in occasione delle Giornate europee dell’archeologia 2024. Si tratta di «un’importantissima scoperta archeologica (alcuni l’hanno definita la più importante degli ultimi 30 anni, ndr), che aggiunge un ulteriore tassello alla storia del territorio di Classe – spiega la soprintendente Federica Gonzato –, nata da esigenze di carattere pubblico e dall’applicazione della procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico, prevista dalla normativa». La scoperta è stata resa possibile infatti grazie all’arrivo di Snam Rete Gas e in particolare ai lavori del metanodotto Ravenna mare-Ravenna terra, successivamente ampliato per il passaggio del collegamento fra la nave rigassicatrice (che entrerà in esercizio al largo di Ravenna nel 2025) e la rete nazionale di trasporto del gas.

Lavori che hanno consentito di far partire gli scavi “preventivi” condotti dagli archeologi della Gea srl di Parma – sotto la direzione di Sara Morsiani, funzionaria archeologa della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna – che hanno messo in luce numerose strutture, in buono stato di conservazione, riferibili a una villa extraurbana dotata di impianto termale e databile agli inizi dell’età romano-imperiale. Sui livelli di distruzione di questo imponente edificio venne poi edificata nel V-VI secolo una chiesa, della quale sono ancora ben visibili la pianta con le fondazioni murarie e qualche lacerto pavimentale. Lo scavo si espande su un’area di un migliaio di metri quadrati e i primi resti hanno cominciato ad affiorare a circa un metro e settanta centimetri sotto il suolo. I lavori degli archeologi proseguiranno «il tempo necessario per poter documentare al meglio le evidenze e prelevare tutti i reperti messi in luce – commenta la stessa Morsiani -. Non sappiamo ancora dire con esattezza quando verrà dichiarato concluso». Dagli scavi sono emersi anche molti reperti di anfore, vasellame, ampolle, condutture in piombo, destinati in parte, dopo lo studio, ai musei, mentre le tracce della villa e della chiesa (debitamente sottoposti a particolari riprese fotograche) finiranno verosimilmente e inevitabilmente per essere ricoperti, come è prassi in questi casi di scoperte isolate. «Le aree archeologiche lasciate a vista necessitano di ingenti risorse per la manutenzione e la gestione, che purtroppo spesso mancano – spiega ancora Morsiani -; in tali casi la tutela dei resti, fine principale della Soprintendenza, viene garantita maggiormente lasciando le evidenze sotterrate. È questo il motivo per cui documentiamo in maniera precisa e scientifica ogni cosa e anche il motivo per cui abbiamo ritenuto doveroso presentare alla cittadinanza i rinvenimenti nella giornata di sabato 8 giugno».

Una spiegazione che però non basta a placare la rabbia di molti, in città, che vorrebbero vedere valorizzare in loco la scoperta. A intervenire è per esempio l’associazione Italia Nostra, che paragona l’intenzione di ricoprire tutto a un delitto. «Un ritrovamento di valore eccezionale che probabilmente non verrà più riproposto ai visitatori e che potrebbe restare alla luce ancora per poco, nonostante, da ciò che abbiamo appreso, le tubazioni Snam siano già state posate sotto il sito archeologico utilizzando tecniche di perforazione sotterranea, ed il metanodotto già completamente collegato a monte e a valle del sito. Dunque, cosa si aspetta per decidere di restituire alla cittadinanza questo rinvenimento in modo permanente, proteggendolo, lasciandolo visitabile in situ e collegandolo con la Basilica di Classe in modo da ampliarne il valore già eccezionale con un’altra rarità? Ci aspettiamo interventi positivi e di sollecito del sindaco, della Regione, della Soprintendenza e dell’Università».

«Il sito di Classe, per essere onesti, così come tutta Ravenna – eccezion fatta per la Domus dei Tappeti di Pietra e la Villa Romana di Russi -, è piuttosto povero di siti archeologici, nonostante si trattasse del più importante porto militare dell’età imperiale e nonostante l’eccezionale ricchezza della storia ravennate in epoca romana, teodoriciana e bizantina. La mania del distruggere o nascondere i luoghi nella loro consistenza materiale e magari riproporne altrove ricostruzioni più o meno addobbate di oggetti rinvenuti potrebbe colpire ancora, privando la cittadinanza tutta di un irripetibile apparato documentale e didattico apprezzabile direttamente sul campo. Altrove, non ci penserebbero nemmeno a ricoprire!».

Legacoop e l’eolico in mare: «Un protocollo per tutelare la pesca»

Dopo l’ultimo via libera al progetto, interviene l’associazione: «Non siamo contrari, ma dobbiamo garantire la convivenza con le attività storiche»

Agnes Parco Eolico
Un rendering del progetto Agnes

Legacoop Romagna interviene nel dibattito relativo ai progetti sullo sviluppo delle energie rinnovabili e, in particolare, dell’eolico off-shore. Recentemente sono arrivati pareri e provvedimenti importanti riguardanti i due progetti di parchi eolici che riguardano la costa romagnola, tra cui quello Agnes di Ravenna (ne avevamo scritto qui).

«Legacoop Romagna, fin dall’inizio della discussione su questo argomento, si è dichiarata non contraria allo sviluppo di questo tipo di progetti – si legge in una nota -, consapevole di quanto sia importante per il nostro Paese progredire nel percorso dell’autonomia energetica e dell’indipendenza dalle fonti fossili.  Continueremo, allo stesso modo, a lavorare affinché settori importanti per l’economia romagnola, come la pesca e l’acquacoltura e il turismo, possano continuare ad esistere e a crescere. Per questo, oltre a presentare osservazioni formali al Ministero e alle autorità competenti, stiamo lavorando, con il pieno coinvolgimento delle cooperative associate, per la formulazione di un protocollo relativo al progetto Agnes che consenta la convivenza tra queste tipologie di nuovi impianti e le attività della pesca e dell’acquacoltura. Questo, nell’ottica di consentire a questi settori di continuare a svolgere, anche in un’ottica di crescita e sviluppo, la propria attività in quel mare e su quella costa, diventati elementi caratterizzanti e strutturali della nostra economia e della qualità della vita che caratterizzano l’identità della Romagna».

Una camminata di 200 km tra le zone alluvionate: «Scelte umane folli e suicide»

Organizza Repubblica Nomade. L’arrivo è a Campi Bisenzio

Repubblica Nomade

È stato presentato in municipio il Cammino dell’acqua organizzato da Repubblica Nomade, che coi suoi cammini, intende richiamare l’attenzione su alcune questioni chiave del nostro tempo. Il primo (2011) Milano-Scampia puntava a “ricucire” l’Italia; nel 2012 il Cammino Stella d’Italia portò quattro colonne di camminatori nell’Aquila terremotata, l’ultimo (2023), dal Vesuvio all’Etna, “gridava” che siamo sull’orlo di un vulcano.

Quest’anno il Cammino dell’acqua 2024 partirà domenica 16 giugno da Ravenna per arrivare, dopo circa 200 chilometri, a Campi Bisenzio il 29 giugno, attraversando le zone colpite dalle recenti alluvioni. Come scrive Antonio Moresco, scrittore e saggista e fondatore di Repubblica Nomade: “Queste alluvioni non sono state soltanto una manifestazione della potenza naturale che ci sovrasta, ma sono anche gli esiti di scelte umane folli e suicide che hanno portato alla rottura progressiva dei precedenti equilibri, di cui cominciamo a sperimentare sempre più gli esiti catastrofici”.

Durante il cammino i partecipanti faranno molti incontri e toccheranno luoghi significativi. Fra questi l’azienda agricola Terrestra di Sant’Agata sul Santerno, la scuola di don Milani a Barbiana e i suoi allievi a San Donato di Calenzano, la fabbrica ex Gkn di Campi Bisenzio, punto d’arrivo fisico e metaforico. Il Collettivo di fabbrica ha avviato un progetto di vera transizione ecologica (dai semiassi a pannelli solari e cargo bike, attraverso una “fabbrica pubblica socialmente integrata” in gestazione) ed è stato protagonista del sostegno materiale agli alluvionati, con squadre di spalatori, sia in Romagna, sia nella Piana fiorentina.

Oggi (15 giugno), alle 17.30 alla Casa Volante, associazione Ortisti di strada, in via Fiume 23 a Ravenna il professor Paolo Pileri del Politecnico di Milano, partecipante del cammino, autore di “L’intelligenza del suolo” (Altreconomia), presenterà il libro e parlerà del nesso fra consumo di suolo e conseguenze degli eventi estremi.

Il 18 giugno in piazza per chiedere chiarezza sul futuro dell’ex Farmografica

Nel giorno dell’incontro in Regione del tavolo istituzionale

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Un presidio dello scorso inverno a Ravenna contro la chiusura dell’ex Farmografica

È convocato per la mattinata di martedì 18 giugno, a Bologna, nella sede della Regione Emilia-Romagna, l’atteso incontro del tavolo istituzionale per la gestione della crisi della ex Farmografica di Cervia.

In concomitanza con l’appuntamento, convocato dall’Assessore allo sviluppo economico e lavoro, Vincenzo Colla, d’intesa con il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, è stato indetto un presidio dai sindacati territoriali di categoria di Cgil, Cisl e Uil che, a partire dalle ore 10, anticiperà e accompagnerà la discussione che dovrà fare chiarezza sulle sorti della storica azienda di confezioni farmaceutiche.

«Le lavoratrici e i lavoratori – dichiarano Saverio Monno della Slc Cgil, Stefano Gregnanin della Fistel Cisl e Ryan Paganelli della Uilcom Uil – hanno accolto con un misto di rabbia e stanchezza la notizia della nuova battuta d’arresto nelle trattative per l’acquisizione aziendale da parte del gruppo Focaccia. A un anno dall’alluvione che si è portata via il lavoro, dopo mesi di battaglie e di trattative, dopo proclami, promesse e dichiarazioni d’intenti, e con la cassa integrazione che ancora latita, qualcuno dovrà proprio spiegare cos’è che impedisce di archiviare questa brutta storia. É il tempo della responsabilità: ciascuno faccia la sua parte».

In piazza, al fianco di sindacati, Rsu e di una delegazione di lavoratrici e lavoratori in trasferta, saranno presenti anche il Presidente della Provincia di Ravenna Michele de Pascale, il neoeletto sindaco di Cervia, Mattia Missiroli, e l’ex assessora comunale Michela Brunelli, rieletta in Consiglio comunale. «Non vogliamo nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi di una chiusura – dichiarano – quella per la riapertura della Farmografica è una battaglia di Cervia, dei cervesi e della Romagna intera nessuno escluso. Siamo stati e saremo al fianco di queste lavoratrici e questi lavoratori, al fianco di queste 87 famiglie, con l’idea di esprimere una solidarietà sia personale che istituzionale, fatta di gesti e di pratiche concrete prima ancora che di parole. Le nostre istituzioni come hanno fatto finora, continueranno a fare la propria parte, partecipando ad ogni tavolo di confronto e ad ogni iniziativa, impegnandosi per arrivare il prima possibile alla soluzione di questa crisi».

Alluvione, al Pala Cattani di Faenza una giornata per dire “grazie” – FOTO

Oltre 2mila invitati al grande evento organizzato dalla Regione

Una giornata per dire “grazie”. Grazie a tutti coloro che, a diverso titolo, con o senza uniforme, accorsero in quei terribili giorni del maggio di un anno fa, per soccorrere e aiutare i cittadini delle zone colpite dall’alluvione. Una giornata per ribadire gli impegni per i legittimi aiuti ancora necessari. Ma soprattutto per ricordare le 17 vittime, uniche perdite irreparabili.

“Una giornata per dire grazie. Alluvione, un anno dopo”: questo il titolo del grande evento organizzato dalla Regione Emilia-Romagna insieme all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, in corso al PalaCattani di Faenza con oltre 2.000 invitati: Protezione civile, istituzioni, forze dello Stato, mondo del volontariato. Per tutti i presenti una borsa di tela con il libro “Quel che conta”, realizzato dall’Agenzia di comunicazione e informazione della Giunta regionale e gli scatti del fotografo cesenate Marco Onofri, oltre una spilla ricordo della Protezione civile.

All’ingresso dei partecipanti, sono seguiti i saluti introduttivi di Castrese De Rosa, prefetto di Ravenna, e Massimo Isola, sindaco di Faenza; poi Michele de Pascale, presidente della Provincia di Ravenna, in rappresentanza di Upi Emilia-Romagna; Enzo Lattuca, sindaco di Cesena, in rappresentanza di Anci Emilia-Romagna; infine, Matteo Lepore, sindaco metropolitano di Bologna.

Spazio, poi, agli interventi: sul palco si sono avvicendati Sisto Russo (Dipartimento nazionale di Protezione civile); Rita Nicolini, direttore dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile; Gian Marco Desogus, Ercc Liaison Officers della Commissione europea; Sergio Zaniboni, presidente del Comitato regionale di Coordinamento del volontariato di Protezione civile, e Dario Pasini, presidente del Comitato nazionale di Protezione civile. Ha coordinato Marco Bilancioni (Il Resto del Carlino – Forlì).

A conclusione dell’evento, gli interventi di Luigi D’Angelo (Dipartimento nazionale di Protezione civile), Irene Priolo, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna con delega alla Protezione civile, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna. Ha coordinato Agnese Pini, direttrice di QN – il Resto del Carlino La Nazione Il Giorno.

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