venerdì
18 Luglio 2025

Europa Verde critica la giunta Isola: «L’abbiamo sostenuta ma è poco incisiva»

La critica al governo locale manfredo esce dalla riunione provinciale che ha eletto i nuovi portavoce e delineato le strategie per il voto a Lugo

Schermata 2024 02 01 Alle 17.08.31La faentina Graziella Bacchilega e il lughese Fausto Bordini sono stati eletti portavoce provinciali di Europa Verde-Verdi a Ravenna. La nomina è arrivata il 27 gennaio nell’assemblea che si è svolta a Lugo. L’esecutivo provinciale è formato da Massimo Donati (Faenza), Enrico Amici e Antonio Lazzari (Ravenna), Gabriele Serantoni e Maria Pia Galletti (Lugo).

La riunione ha ribadito l’impegno per le energie rinnovabili e contro i progetti fossili del rigassificatore e del deposito CO2 a Ravenna. Impegno che vede la partecipazione dei verdi a “Ravenna fuori dal fossile” e l’organizzazione di iniziative come “Chiamata pubblica per le rinnovabili” in piazza del Popolo a Ravenna.

«Continuerà il nostro contrasto al vergognoso tentativo di fare degli ambientalisti il capro espiatorio dell’alluvione quando proprio noi stessi da anni avevamo previsto i danni crescenti del riscaldamento globale, dell’emergenza climatica e del consumo del suolo. Nel Comune di Ravenna ci collochiamo all’opposizione della giunta attuale. Per quanto riguarda Faenza occorre riprendere un confronto con il sindaco e l’amministrazione locale che abbiamo sostenuto e che si sta rivelando poco incisiva. Per le elezioni amministrative a Lugo ci impegneremo in un confronto con il centrosinistra sulle priorità programmatiche ambientali e sociali e scioglieremo la riserva al termine del percorso».

M5s, riunione regionale a Faenza: attesi mille attivisti e il presidente Conte

Il 3 febbraio al Pala Cattani di Faenza una giornata di dibattiti e workshop con i big nazionali del partito e gli esponenti dell’Emilia-Romagna

406650598 913666976771150 494863800239522222 NI vertici nazionali del Movimento 5 Stelle, a partire dal deputato e presidente Giuseppe Conte, saranno a Faenza il 3 febbraio al Pala Cattani per la riunione regionale del M5s. È attesa la partecipazione di oltre mille attivisti e simpatizzanti: sarà un momento di confronto e di dialogo in vista della tornata elettorale di giugno (Europee e Amministrative in 14 comuni della provincia tra cui non Faenza). Saranno presenti anche tutti i coordinatori e le coordinatrici provinciali e i consiglieri comunali dell’Emilia-Romagna.

Il programma prevede dibattiti, workshop e interazioni dirette tra i membri del M5s e la comunità. L’ingresso si aprirà alle 9.30. L’evento avrà inizio alle 10:30 e si concluderà alle 16:30. Per facilitare l’accesso all’evento sarà disponibile un servizio navetta gratuito di navetta elettrica dalla stazione di Faenza con partenze ogni 15 minuti dalle 8.30 alle 10.30 e servizio di ritorno al termine dell’evento.

Oltre al già ricordato Conte, sono attesi Paola Taverna (vicepresidente), Susy Matrisciano (coordinatrice del comitato per i rapporti territoriali), Vito Crimi (responsabile piattaforme informatiche), Marco Croatti (senatore e coordinatore regionale M5s), Gabriele Lanzi (coordinatore regionale), Federico Cafiero De Raho (deputato, già procuratore nazionale antimafia), Giulia Sarti (assessora a Bologna) e altri deputati e esponenti.

 

Il Centro per le famiglie organizza incontri per genitori in attesa o neogenitori

Un percorso gratuito dedicato alle famiglie per affrontare gioie, dubbi e responsabilità. La novità del 2024 è l’attenzione alla figura paterna

FamigliaIl Centro per le famiglie dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, in collaborazione con il consultorio familiare dell’Ausl, il coordinamento pedagogico e i servizi bibliotecari dell’Unione, promuove anche per il 2024 il percorso nascita, una nuova programmazione dedicata ai genitori in attesa e ai neogenitori.

Il percorso nascita rappresenta un’opportunità per mamme e papà, insieme ai loro bambini, di condivisione e di confronto e accompagna i genitori dalla gravidanza al primo anno di vita del bambino, offrendo tante e diverse opportunità per affrontare gioie, dubbi e responsabilità.

Nel percorso di quest’anno c’è una novità: il Centro per le famiglie vuole promuovere ed evidenziare la fondamentale e necessaria importanza del ruolo paterno all’interno delle relazioni familiari, per questo è stato pensato un percorso specifico dedicato a loro. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la comunità educante e familiare nel riconoscimento del ruolo paterno al pari di quello materno.

Il calendario è suddiviso in più percorsi. Per i genitori in attesa sono previsti tre incontri tematici suddivisi su altrettanti cicli: spunti pratici su come riorganizzare casa (il 27 febbraio, il 9 aprile e il 24 ottobre), cambiamenti e nuovi equilibri di coppia (il 29 febbraio, il 18 aprile e il 29 ottobre), il ruolo di nonni, parenti e amici (il 14 marzo, il 30 aprile e il 17 novembre). Tutti gli appuntamenti saranno alle 17.

Tre incontri tematici dedicati alle coppie in attesa e ai neogenitori: «Diritti alla maternità e alla paternità nel lavoro e nei servizi per la conciliazione lavoro e famiglia» (il 12 febbraio e online il 10 giugno, sempre alle 17); «I nostri primi giorni insieme: sonno, pianto e prime scelte educative» (il 23 febbraio e il 10 maggio alle 10); «Rosa e azzurro: crescere bambini e bambine liberi dagli stereotipi di genere» (il 5 marzo e il 14 maggio alle 17).

«Diventare papà» è invece un percorso composto da due incontri dedicato ai papà in attesa: «Nasce un papà: il ruolo del papà durante la gestazione e nei primi mesi di vita dei bambini» (il 19 marzo e il 20 giugno alle 17.30); «Essere un papà: il ruolo, il gioco e la relazione» (il 25 marzo e il 27 giugno alle 17.30).

Infine, giovedì 4 aprile alle 17 ci sarà «Letture al pancione», un incontro dedicato alle coppie in attesa a cura della biblioteca «Fabrizio Trisi» per la promozione della lettura in famiglia fin dalla nascita e il programma «Nati per leggere». Incontro su prenotazione allo 0545 299558, mail. trisiragazzi@comune.lugo.it.

Tutti gli incontri sono gratuiti e ad accesso libero, e si terranno al Centro per le famiglie (tranne dove diversamente indicato), in viale Europa 128 a Lugo. Il calendario completo è disponibile sulla pagina Facebook «Centro per le famiglie – Unione dei Comuni della Bassa Romagna» e sul sito dell’Unione al link www.labassaromagna.it/Argomenti/Popolazione-e-societa/Protezione-sociale/Politiche-familiari.

Per ulteriori informazioni contattare il Centro per le famiglie ai numeri 366 6156306 oppure 0545 299397, o inviare una mail a centrofamiglie@unione.labassaromagna.it.

Due ravennati a “Tali e Quali” su Rai Uno con la tribute band dei Rockets

Il 3 febbraio da Carlo Conti il gruppo è composto da musicisti di Ravenna, Faenza e Milano: si rasano la testa, si ricoprono d’argento, realizzano personalmente i loro costumi e danno nuova voce alla band francese degli anni ’80

WhatsApp Image 2024 02 01 At 17.24.08Teste rasate e cromature argento su tutto il corpo, armature futuristiche e show di laser, fumo ed esplosioni: lo stile inconfondibile dei Rockets (gruppo elettric-rock francese particolarmente in voga nei primi anni ’80) viene riportato in auge dal gruppo Universal Band, la tribute “Milano-Romagnola” (così definiscono la loro origine) che sarà ospite nella puntata di sabato 3 febbraio di “Tali e Quali, il programma spin-off del celebre “Tale e Quale Show” che coinvolge come imitatori persone comuni al posto di personaggi dello spettacolo. In studio da Carlo Conti, nei panni dei loro idoli, il batterista ravennate Enrico Carosio, il cantante Davide Cicognani da Faenza e i milanesi Alberto Deponti, Mauro Berton e Andrea Majocchi (rispettivamente chitarra, basso e tastiera).

Nella vita di tutti i giorni Carosio lavora per un’azienda del settore energia e Cicognani è un metalmeccanico. Berton si occupa di moda, mentre Deponti e Majocchi sono musicisti a tempo pieno, attivi in più progetti musicali, e possono vantare una partecipazione a Sanremo nel 1990 con il gruppo “Proxima”.

L’Universal Band, attiva dal 2004, ripercorre il “periodo argentato” dei Rockets, quello degli album tra il ’76 e l’82, quando gli artisti francesi si presentavano sul palco con abiti e performance del tutto inedite per i tempi: testa completamente rasata (in una scena musicale dominata dai “capelloni”), pelle argentata e abiti-armatura accompagnati da performance “spaziali” e futuristiche. «I Rockets sono una band ancora in attività – spiega Carosio –. Dopo il quinto album, però, le loro sonorità e le esibizioni hanno virato più sulla new wave. Credo che chiunque li abbia conosciuti nel loro “periodo argentato” quando era ragazzino non possa averli dimenticati».

WhatsApp Image 2024 02 01 At 17.24.08 (1)Dopo l’invio di un video-provino agli uffici Rai sono stati contattati dall’assistente di produzione dello show e scritturati per una puntata: «Appena è arrivata la proposta non abbiamo avuto dubbi: abbiamo partecipato a X-Factor e fatto qualche comparsa su reti locali e in radio digitali, ma un’occasione come questa era irrinunciabile. Inoltre, è stata l’occasione per rivederci: abitando lontani finiamo per incontrarci per provare insieme solo in prossimità di eventi e concerti».

Sul palco resteranno per il tempo dell’esibizione e per una breve presentazione, ma i pochi minuti di girato hanno richiesto 4 giorni di trasferta a Roma: «Abbiamo lavorato ininterrottamente, tra prove di ogni tipo. La puntata viene registrata come se fosse in diretta, senza interruzioni e rispettando i tempi televisivi. Le ripetizioni servono a fare arrivare gli artisti tranquilli al giorno delle riprese. L’approccio della produzione è estremamente professionale: tutto viene curato nei dettagli e c’è una preparazione intensa della parte artistica. Siamo stati affiancati dalla coach Maria Grazia Fontana che ci ha fornito supporto tecnico correggendo espressioni e posture, aiutandoci a ricalcare alla perfezione l’immagine dei “Rockets” passata tanti anni fa in televisione».

Prima dell’arrivo in studio, la produzione si è sincerata delle esigenze sceniche della band: «Ci hanno chiesto se c’era necessità di creare calotte per simulare la rasatura, ma una delle regole del nostro gruppo è quella di essere veramente rasati, con l’età non è più un gran problema, ma da più giovani è stato un sacrificio – scherza Carosio -. Anche gli abiti e le cromature vengono realizzati da noi. Il look è parte integrante della nostra performance».

Oltre all’esperienza televisiva e alle esibizioni in eventi e fiere (nel Ravennate si sono esibiti alla Notte Oro del 2011, in concomitanza con Elio e le Storie Tese, in occasione del Mercoledì sotto le stelle di Lugo nel 2014 e al Teatro Socjale di Piangipane nel 2016) gli Universal organizzano un vero e proprio raduno chiamato “Rockets Day”, dove fan di tutta Italia si radunano per uno show con tre cambi d’abito, lasershow dedicato e la presenza di uno o più membri della band originale: «Fabrice Quagliotti, il tastierista, abita a Como da molti anni e siamo diventati amici. Partecipa sempre volentieri ai raduni. Anche il bassista Little (Gèrard L’Her, ndr) e il percussionista Alain Groetzinger hanno preso parte ai Rocket Day, insieme al produttore Claude Lemoinem, colui che li ha “inventati” immaginando questo stile unico e memorabile. I fan apprezzano tantissimo la presenza degli artisti “originali” e ciò che facciamo sul palco. Il nostro pubblico è principalmente sopra i 45 anni, ma molti portano con sé i propri figli, per condividere con loro un pezzo della loro adolescenza».

Al via le prevendite per il nuovo spettacolo internazionale di ErosAntEros

“Santa Giovanna dei Macelli” all’Alighieri di Ravenna il 24 aprile. Con la band di culto Laibach

Davide Sacco E Agata Tomsic ErosAntErosDa oggi, giovedì 1 febbraio, è possibile acquistare i biglietti per il nuovo spettacolo internazionale e multilingua di ErosAntEros Santa Giovanna dei Macelli, dal classico teatrale di Brecht, che va in scena il 24 aprile al Teatro Alighieri in un prologo di Polis Teatro Festival 2024 (in programma dal 7 al 12 maggio) in collaborazione con La Stagione dei Teatri.

I biglietti sono acquistabili alla biglietteria del Teatro Alighieri (via Mariani 2, Ravenna), aperta dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13, il giovedì anche dalle 16 alle 18. Oppure online su www.teatroalighieri.org/events/santa-giovanna-dei-macelli.

Santa Giovanna dei Macelli, grande coproduzione con Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Slovensko Mladinsko Gledališče, TNL – Théâtre National du Luxembourg, Teatro Stabile di Bolzano, dopo il debutto del 18-21 aprile al teatro Arena del Sole di Bologna, si sposta al Teatro Alighieri per un’unica data ravennate. Oltre a ErosAntEros, in scena anche un cast internazionale e la band cult slovena Laibach.

Nel frattempo, ErosAntEros festeggia un altro successo internazionale: la vittoria del bando Boarding Pass Plus indetto dal Ministero della Cultura con il progetto “Work in the age of capitalism” che ha l’obiettivo di internazionalizzare i processi creativi della compagnia e degli altri partner coinvolti attraverso un percorso di ricerca e creazione che si svilupperà da gennaio a maggio in tre diversi Paesi europei, prevedendo la collaborazione di tre importanti realtà teatrali internazionali: ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione, Slovensko mladinsko gledališče, Théâtre National du Luxembourg – TNL.

Il debutto sul grande schermo della cervese Emma Benini: «Un’esperienza unica»

Parla la giovane attrice, appena passata in Rai con la miniserie sul fascismo, al Mariani per presentare “Le ragazze non piangono”. «Continuo a lavorare per inseguire il mio sogno»

Le ragazze non piangono è la storia di Ele e Mia, amiche per caso e compagne di viaggio in un on the road lungo l’Italia, a bordo di un vecchio camper. La pellicola, firmata dal regista emergente Andrea Zuliani, è stata presentata alla collaterale del Festival del Cinema di Roma “Alice nella Città” nell’ottobre del 2022 e vede come protagonista la 23enne cervese Emma Benini, accompagnata da Anastasia Doaga, nei ruoli delle due giovani avventuriere. Dopo il debutto a Roma, il film è stato presentato in festival e cinema di tutta Italia. Arriverà al Mariani di Ravenna questa sera (giovedì 1 febbraio) alle 21, con la presenza in sala di Benini e Zuliani.

Si tratta del primo ruolo da protagonista sul grande schermo per la giovane attrice cervese, dopo le esperienze a teatro accanto al padre Massimo, la formazione al Tam con il maestro Ivano Marescotti e i ruoli nel film Tutto Liscio del 2019, Sotto il sole di Riccione, girato per la piattaforma Netflix nello stesso anno e la serie tv Rai La fuggitiva (2021), dove Carlo Carlei le ha fatto vestire i panni di una giovane Vittoria Puccini. Dopo il debutto al Festival del cinema, Benini ha deciso di trasferirsi nella capitale, ottenendo un ingaggio nella miniserie Rai La Lunga Notte, appena andata in onda.

Com’è stato girare per la prima volta un ruolo da protagonista?
«Un test pazzesco, un’esperienza unica. Il film è stato girato con ritmi intensi, complici il budget ristretto e il poco tempo: in un mese e mezzo abbiamo terminato le riprese, ma senza fermarci mai. Giravamo in orari assurdi, senza giorni di sosta, in location “pazze” e meravigliose. Essendo un “on the road” poi, gli spostamenti sono stati reali, tra Basilicata, Lazio e Trentino. Quel periodo ha richiesto un grande sforzo fisico, quando sono tornata a casa ho dormito per una settimana, ma ero felice».

Come ha ottenuto questo ruolo?
«Ho lottato per vestire i panni di Ele. Mi sono innamorata del personaggio fin da subito: la sua storia è quella di una ragazza che perde il padre durante la prima adolescenza, e da quel momento rimane come bloccata. Il suo corpo cresce, ma la mente rimane quella di un’eterna bambina che deve imparare a fare i conti con il suo lutto e il suo dolore. Sentivo quel ruolo mio. Mi sono presentata ai provini a Roma accompagnata da mio padre, ancora minorenne. L’avvento della pandemia ha causato numerosi rinvii alle riprese, e mi sono trovata sul set a 21 anni, alla guida di un camper. Al mio fianco, Anastasia Doaga, che avevo conosciuto il giorno dei provini e con la quale era nata fin dal primo momento una sincera amicizia. Credo che questa fortunata coincidenza abbia regalato empatia e spontaneità sul set. Oggi è una delle mie più care amiche».

Quando ha capito che avrebbe fatto l’attrice?
«Da sempre, credo. Mi sono innamorata della recitazione da bambina, partecipando con mio padre agli spettacoli di Rumors, compagnia teatrale cervese che tra ironia, dialetto e risate raccoglie fondi per beneficenza. Ancora oggi partecipo ai questi spettacoli, nonostante abiti lontana, sono esperienze famigliari irrinunciabili per me. I miei genitori mi hanno sempre sostenuta in questo percorso, per quanto in salita, sia ai tempi della formazione all’accademia di Marescotti sia nelle mie scelte di trasferirmi per lavoro. Non mi immaginano fare nessun altro tipo di lavoro. Ancora però non mi considero un’attrice, ma un’aspirante tale. Credo un attore si riconosca per l’esperienza, o per determinate qualifiche. Fino a quel momento, continuerò a lavorare per realizzare il mio sogno».

Com’è stata l’esperienza con Marescotti?
«A Ivano voglio un bene infinito. Sono ancora all’inizio della mia carriera, ma tutto quello che ho fatto lo devo a lui. Mi ha dato i suoi contatti, la mia agente era anche la sua. Ma soprattutto, mi ha insegnato tantissimo. Più mi muovo in questo ambiente più riconosco la fortuna di avere avuto un maestro come lui. Un professionista, che non fonda scuole perché irrisolto o per trarne profitto, ma per la passione di crescere nuovi talenti. Ci volevamo un bene sincero. Dopo la formazione all’Accademia Teatro Marescotti ho frequentato qualche corso sporadico di recitazione a Roma. Anagraficamente sarei ancora in tempo per frequentare una scuola di recitazione nazionale, ma non sono sicura di volerlo fare. Non so cosa troverei dall’altra parte».

L’ultima apparizione sugli schermi è stata per la serie La lunga notte, che tipo di esperienza è stata?
«Ho amato questa serie. È in costume, e mi sono innamorata delle ambientazioni, dei vestiti e delle acconciature. Ho avuto un ruolo molto importante che mi ha dato modo di lavorare al fianco di grandi professionisti come Alessio Boni o Lucrezia Guidone, è stato un onore per me. La serie parla della caduta del fascismo, ma ovviamente non è stata pensata per glorificare quel periodo storico, al contrario, nasce per far conoscere e pensare».

Cosa consiglieresti a un giovane ravennate che vuole seguire il tuo stesso percorso?
«Innanzitutto gli direi che è un lavoro senza certezze e che richiede dedizione e capacità di restare con i piedi per terra. Esce un tuo film e ti senti al top, poi realizzi che non sai per quanto tempo resterai senza lavorare. È un mondo “figo”, ma difficile. Il mio consiglio però è quello di andare a Roma appena possibile. Formarsi in scuole di alto livello e seguire i consigli di buoni insegnanti. L’estetica gioca un ruolo fondamentale nella professione dell’attore, ma mai quanto la tecnica».

Crede che la Romagna non abbia molto da offrire in ambito cinematografico?
«Al contrario, sempre più produzioni stanno strizzando l’occhio al nostro territorio, e fanno bene! I paesaggi romagnoli si prestano molto a livello cinematografico, e sarebbe bello trasmettere la bellezza della nostra regione anche alle persone che non ci abitano e non l’hanno mai vista. Ora è uscito 50 km all’ora, un film scritto dal romagnolissimo De Luigi e ambientato in Romagna, e non potrei esserne più felice. Credo sia importante scoprire altre territorialità italiane fuori dalle più inflazionate Roma, Napoli e Milano. La Romagna poi, è la terra di Fellini. Guardi un film vincitore agli Oscar come Amarcord e senti: “ah dì, ma valà, ciò”. Quelli siamo noi! È la Romagna, e credo sia importante trasmetterla attraverso il cinema, anche per darle un valore universale. Purtroppo però, credo ci vorrà ancora un po’ di tempo».

Rifiuti, dopo due anni di raccolta porta a porta Lugo supera l’80% di differenziata

L’assessora rassicura sull’amianto rimosso dopo la tromba d’aria di luglio: «È in sicurezza e presto sarà smaltito completamente»

Indifferenziato

A due anni dall’introduzione del sistema porta a porta misto per la raccolta differenziata, il Comune di Lugo rende pubblici i «dati ufficiosi» che dicono che nel 2023 si sarebbe superata la quota dell’80% di raccolta differenziata, contro il dato di partenza del 2021 che era del 61,7.

«Ho letto dell’ennesima richiesta di rivedere il sistema di raccolta differenziata – dichiara l’assessora all’Ambiente Maria Pia Galletti – complice il periodo elettorale che si avvicina continuiamo a assistere a racconti non realistici del territorio. Gli ottimi dati sulla differenziata mostrano che il sistema funziona e di questo ringrazio tutti i cittadini che collaborano. Quanto ai problemi che possono presentarsi e all’odioso fenomeno degli abbandoni confermo che siamo sempre disponibili a prendere in carico tutte le segnalazioni per risolverle. Abbiamo lavorato intensamente sul decoro urbano, ad esempio con gli interventi di rimozione del guano in centro che sono sotto gli occhi di tutti».

La raccolta porta a porta viene effettuata dal raggruppamento temporaneo d’impresa formato da Hera, Ciclat e Consorzio Formula Ambiente che si è aggiudicato la gara bandita da Atersir, secondo un sistema condiviso con i Comuni.

Per quanto riguarda la raccolta dell’amianto danneggiato a seguito del tornado del 22 luglio scorso che ha colpito diverse zone di Lugo, invece, Hera si è attivata per la rimozione e messa in sicurezza, con 295 richieste di intervento, di cui circa 200 da Voltana. La priorità è stata data alla raccolta su suolo pubblico dell’amianto, terminata nell’arco di due mesi;  successivamente si è intervenuti per la rimozione nelle aree private, in base alle segnalazioni pervenute. Entro la fine del 2023 quasi tutto l’amianto pervenuto è stato messo in sicurezza. «Il motivo principale del prolungamento dei tempi di completamento di alcune attività di smaltimento – si legge in una nota del Comune – è dovuto alla grande mole di lavoro che ha impegnato tutte le ditte in zona abilitate a trattare l’amianto, che è un rifiuto da trattare con particolare cura». In merito alle procedure da seguire, chi ha già fatto la prenotazione, non deve fare altro: il ritiro definitivo sarà effettuato appena possibile.

Tre laboratori gratuiti per esorcizzare la paura dell’alluvione tramite il teatro

I corsi, organizzati dal gruppo teatrale Menoventi, termineranno con una cerimonia collettiva sulle rive del Lamone

MEME2024 Lab Ph.MarcoPozzi

A quasi un anno dall’alluvione che ha colpito la provincia di Ravenna e l’intera Romagna, il gruppo teatrale Menoventi presenta “La Cerimonia del Fango”. Da oltre dieci anni infatti l’associazione organizza il percorso di formazione e festival “Meme” che nell’edizione 2024 verrà ripensato a totale servizio della città di Faenza. Si parte il 31 gennaio, con l’avvio del primo dei tre laboratori gratuiti e si chiuderà nel giorno dell’anniversario dell’alluvione, il 16 maggio, con una grande cerimonia collettiva lungo le rive del fiume Lamone.

«È un progetto che mette l’arte al servizio della comunità – fanno sapere dall’associazione – come veicolo per affrontare e trasformare le ferite collettive in opportunità di consolidamento della coesione sociale, consolidando quella resilienza che la comunità faentina ha mostrato con grande forza».

I laboratori in partenza si terranno alla Casa della Musica (via San Silvestro 136 a Faenza). “Di voce in voce” è dedicato ai bambini della scuola primaria che, sotto la guida di Ermelinda Nasuto, sperimenteranno giochi con la voce e con le parole cercando di instaurare un dialogo con il fiume nel corso dei 12 incontri, ogni giovedì dalle 17 alle 19 a partire dal 1 febbraio. 

Beatrice Cevolani condurrà “Bubble” con i ragazzi dai 12 ai 17 anni, esplorando la creatività individuale e di gruppo per narrare gli eventi dell’alluvione anche da punti di vista inconsueti, con l’aiuto della fantasia e del teatro, attraverso il lavoro sul corpo, sulla voce e sulle emozioni. Anche in questo caso gli appuntamenti sono 12, il martedì dalle 17 alle 19 a partire dal 6 febbraio.

Il laboratorio di Gianni Farina “Fluire” invece è dedicato agli adulti e abbraccerà la forza degli elenchi, creando mantra di ripetizioni per onorare ciò che l’acqua ha portato via, in 15 incontri il mercoledì dalle 20 alle 22 a partire dal 31 gennaio.

Tutti i corsi sono ideati e tenuti da formatori esperti e convergeranno verso una cerimonia finale dovei partecipanti condurranno parate aperte alla cittadinanza percorrendo al contrario le strade invase dall’acqua e culminando in un rituale che intende confrontarsi con il fiume per cercare una tregua, un accordo. L’evento mira a elaborare paure e tensioni della città, trasformando l’esperienza attraverso l’espressione artistica e il coinvolgimento attivo della cittadinanza.

Per informazioni e iscrizioni ai laboratori (anche in corso d’opera) sono a disposizione la mail info@e-production.org e i numeri 346/3047164 e 328/8254153.

Denunciato per violenza domestica, minaccia la famiglia dell’ex e viene arrestato

Dopo la querela della donna, un 40enne è arrivato a minacciare i parenti di lei per rintracciare la sua nuova sistemazione con l’aiuto di un centro di accoglienza

Schermata 2024 01 31 Alle 16.55.16I carabinieri della stazione di Filetto hanno arrestato ieri, 30 gennaio, un 40enne che aveva minacciato i familiari dell’ex compagna dopo una denuncia per maltrattamenti.

A dicembre la donna aveva denunciato ai carabinieri per la prima volta una serie di comportamenti violenti messi in atto dall’uomo in precedenza e il tribunale aveva disposto un provvedimento di divieto di avvicinamento. Mentre la donna si è rivolta all’accoglienza del centro antiviolenza, l’uomo ha fatto di tutto per individuare la nuova sistemazione dell’ex compagna arrivando a minacciare e molestare i parenti, residenti anche fuori provincia o regione.

Di fronte alle nuove denunce presentate dai famigliari della donna, il giudice ha deciso di accogliere la richiesta di custodia cautelare in carcere.

Allerta smog: in provincia misure d’emergenza fino a sabato

Stop agli Euro 5 a Ravenna, Faenza e Lugo e temperature nelle abitazioni fino a 19 gradi

Blocco Traffico Smog Emissione Auto

Emilia-Romagna ancora sotto una pesante cappa di smog: l’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpae) a seguito delle proiezioni sullo sforamento dei limiti giornalieri di polveri sottili pm10 ha prorogato in tutta la regione le misure emergenziali per la qualità dell’aria fino a venerdì 2 febbraio compreso.

Tra queste lo stop anche ai veicoli Diesel Euro 5, dalle 8.30 alle 18.30, nei comuni con più di 30mila abitanti (in provincia quindi a Ravenna, Faenza e Lugo) nonché l’abbassamento delle temperature medie nelle abitazioni fino a 19 gradi e negli spazi commerciali e ricreativi fino a 17 gradi.

Il provvedimento rientra tra quelli previsti a livello regionale, in base alle misure adottate dalla Regione Emilia-Romagna e collegate al Pair.

Tutte le strade portano a “Vienna”

Bicchiere Osteria

Inizia tutto in una serata del maggio 1992. Ho appuntamento con i miei compagni di liceo per una cena in una pizzeria di via Strinati, a Cesena. Mio babbo ha insistito per accompagnarmi dopo il lavoro e poi venirmi a prendere. È bizzarro, a pensarci, perché mio babbo ha un negozio in via Pescheria, cento metri scarsi da via Strinati, e davo per scontato che avrei dovuto arrangiarmi col motorino. Quando arriviamo nel posto, ovviamente per primi, mio babbo vede la pizzeria e tira un sospiro di sollievo. Aveva pensato che l’appuntamento fosse in realtà nel posto di fronte, che è un normalissimo bar, e che lui guarda torvo e parlando tra i denti perché – a suo dire – è frequentato da spacciatori, ladri e brutta gente. Non si trattiene e me lo dice: stai lontano da quel bar. E in quell’esatto momento, naturalmente, dal bar esce Fabrizio, compagno di classe e personaggio carismatico per cui nutro cieca adorazione. Fabrizio mi corre incontro e mi abbraccia, mio babbo sembra sul punto di esplodere. Fabrizio ha i capelli lunghi, i vestiti stazzonati (beh, anch’io, è il grunge) e un odore di sigarette ai limiti del nauseante che copre l’alito di vino. Era arrivato presto e si era andato a bere un bicchiere, dice, vuoi che ce ne beviamo un altro insieme? No, grazie, gli dico, non bevo alcolici. E lui si rende conto che il tizio di  fianco è mio babbo, e abbozza meglio che può. Poi arriva qualche altro compagno, mio babbo se ne va, e andiamo a bere un bicchiere di vino nel posto.

Inizia così, un po’ col botto, una storia d’amore che mi tiene ancora occupato: quella con il bar di provincia. Il bar di via Strinati, naturalmente, non differisce in nulla dagli altri bar. Ospita tossici avvinazzati, certo, ma anche gente tranquilla e primari di chirurgia, in nome di quell’ideale democratico che unisce i padri di famiglia romagnoli che la sera hanno bisogno di fuggire dalle beghe di casa (mio babbo è nel suo bar, esattamente identico a questo, cinque chilometri più giù). Aveste chiesto al barista un cocktail di qualunque tipo, si sarebbe chinato a piangere o avrebbe provato a menarvi con una mazza da baseball. Un bar di quell’epoca serve birra, vino e superalcolici. Qualcuno di tanto in tanto azzarda la sorte e chiede al barista un’aranciata. Il vino è di tre tipi: bianco, rosso e frizzantino (i colori della bandiera italiana, se la guardi da sbronzo). Viene distribuito alla spina o, nei posti di maggior classe, in bottiglie senza etichetta fornite da un contadino delle colline circostanti, grazie ad accordi bilaterali che non ho mai approfondito troppo. Viene bevuto perlopiù all’interno di un bicchiere di vetro senza manico, molto piccolo e con un fondo massiccio. Conosco il nome tecnico del bicchiere, anche se non so il motivo: si chiama “Vienna”. Lo conosco, ironia della sorte, perché mio babbo, quello che vuole tenermi lontano dagli alcolizzati di via Strinati, di lavoro vende piatti e bicchieri.

Qui serve un salto nel tempo, sei o sette anni. Una sera del  fine settimana, sono a casa della mia prima  fidanzata ravennate, qualche suo amico ci invita a bere un aperitivo. Cado dalle nuvole perché  fino a quel giorno la mia idea di “aperitivo” è mutuata dalle cene in collina con mio fratello, e in quel contesto “aperitivo” significa fermarsi al volo in un bar sulla strada per bere un prosecco, o un Campari, o più spesso un Campari-e-prosecco, per arrivare a cena già intossicati. Qui siamo in un posto alla Fornace Zarattini, c’è un buffet a cui si può prendere cibo  fino a che ti va, c’è gente elegante. Il cameriere mi chiede che vino voglio, rispondo ovviamente “rosso”, lui mi guarda strano e insiste con la domanda. La fidanzata mi guarda compassionevole e mi dice “che dici? Facciamo un morellino?”. Certo. Il vino arriva in un calice gigantesco che tutti quelli che sono nel posto tengono in mano come se fosse un melone da vendere a una massaia. Il calice potrebbe contenere quasi tutta la bottiglia, ma il barista me ne ha versato un dito. Pesco una quantità di cibo vergognosa, bevo tre o quattro bicchieri e bestemmio quando scopro il prezzo di ognuno di essi. Di qui inizia un cammino di conoscenza completamente diverso, da cui imparo tante cose e in cui spenderò tanti soldi.

Una ventina d’anni dopo quell’aperitivo alla Fornace Zarattini ho una conoscenza sommaria ma estesa della storia vinicola del nostro paese, sono in grado di comprare un vino decente al supermercato. Il bar cittadino democratico, nel frattempo, si è sostanzialmente estinto. Nel 1987 nessuno avrebbe aperto un bar per aperitivi a Cesena; oggi ci sono snack bar diurni, bakery, coffee lab, vinerie, gintonerie, brasserie ed enoteche. La parola apericena non spaventa più nessuno (giropizza sì, mi spaventa ancora, ma è un’altra storia). Sono tutti posti che valgono i soldi che ci ho speso dentro.

La possibilità che ci viene data dal mondo contemporaneo di poter bere birre con gusti diversi da quello della Peroni è, nella mia opinione, il massimo traguardo raggiunto dalla società civile italiana dagli anni duemila ad oggi. Ma nello strutturarci per accogliere queste novità, abbiamo avuto molto di rado l’occasione di prendere in considerazione le cose che abbiamo perso.

È ormai un’assodata verità storica che l’universo sia in espansione, e non c’è niente di meglio a rappresentare il concetto della differenza tra quei due bicchieri. Un calice per la degustazione di vino ha una capacità di circa 45 cl, quella di un Vienna (oggi gentrificato anche nel nome comune di “bicchiere da osteria”) ne contiene 13,5. Entrambi, paradossalmente, contengono la stessa quantità di vino. Il primo è studiato per essere riempito di un terzo ed accumulare aromi all’interno della cavità, il secondo viene riempito  fino all’orlo una dozzina di volte a sera, a suggerire che in quel momento lo spazio per decantare le questioni accessorie della tua vita sia fuori dal mondo e non dentro al bicchiere.

Le persone che bevono in un calice da degustazione hanno spesso pretese che mimano alcuni aspetti superficiali della loro esistenza. Vanno conquistate. Bevono vino perché le hai convinte a farlo, hai dato loro il plus che serve ad abbassarsi. Quelle che bevono in bicchieri da osteria, tendenzialmente, pongono il loro onore nel bere qualunque cosa, in qualunque condizione e in compagnia di chiunque. E anche oggi, quando ci fermiamo in uno dei pochi circoli Arci ancora aperti e stringiamo in mano quel bicchiere pieno di vino sentiamo ancora la vita pulsare fuori, come se ci chiamassero a sé e ci invitassero a perderci per sempre dentro di essi, collassati 24/7 su quei tavolini di fòrmica, come i nostri padri ci avevano in fondo preparato a loro tempo ad essere.

Fabrizio lo vedo ancora, quanto posso. Non spesso, ma regolarmente. Ci incontriamo per un pranzo o un aperitivo, mentendo alle nostre consorti e accampando impegni immaginari. Considero il mantenimento della nostra amicizia uno dei grandi risultati della mia vita adulta. Mio babbo a un certo punto il negozio l’ha chiuso ed è andato in pensione. Oggi via Pescheria a Cesena sembra un posto abitato dai fantasmi. Negli ultimi giorni aveva svenduto il possibile e radunato tutto il resto nella cantina di casa, un posto da cui per anni amici e parenti sono andati a fare incetta di piatti, stoviglie e bicchieri. I Vienna, purtroppo, erano  finiti da tempo. Mi disse che il giorno dopo l’annuncio della svendita si era presentato un tizio dall’aspetto poco raccomandabile e si era portato via tutto lo stock;  fino all’ultimo giorno passava gente a chiedere se ne fossero rimasti.

* Cesenate trapiantato a Ravenna, Francesco Farabegoli scrive o ha scritto su riviste culturali come Vice, Rumore, Esquire, Prismo, Il tascabile, Not

Da giovedì 1 febbraio sarà operativo il nuovo autovelox di Barbiano

Nel tratto di via Corriera, dove il limite è di 50 km/h

Velox Via BarbianoA partire da giovedì 1 febbraio sarà operativo l’autovelox installato a Barbiano, nel tratto di via Corriera-Sp 7, in prossimità del civico 32.

A questo link la mappa dei velox fissi in provincia di Ravenna

Il dispositivo verificherà la velocità tenuta dai veicoli che circolano su entrambe le direzioni di marcia e il rispetto dei limiti, che in quel tratto sono di 50 km/h.

Durante la fase di pre-esercizio, iniziata il 15 gennaio, sono state effettuate le opportune verifiche sul corretto funzionamento del dispositivo e la sua taratura.

Il Codice della strada, in caso di superamento dei limiti di velocità prescritti, prevede sanzioni differenziate a seconda della velocità mantenuta, ed eventuali conseguenze ulteriori anche sulla patente di guida.

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