venerdì
26 Dicembre 2025

De Pascale vuole la Regione: farà sindaco e candidato per 4 mesi, poi addio Ravenna

Il Pd ha scelto il dopo Bonaccini: il 39enne cervese Michele de Pascale lascerà la fascia tricolore da sindaco anche in caso di sconfitta alle Regionali

451135684 1036884701128904 5901010639835180901 NMichele de Pascale è uno abituato a bruciare le tappe. È stato così in tutta la sua carriera politica. Primo incarico nel 2004, consigliere comunale a 19 anni nella sua Cervia: ottenne 87 preferenze nella lista dei Ds una settimana prima di iniziare l’esame di maturità al liceo scientifico “Righi” di Cesena da dove uscì con un 100/100 e dove era stato, manco a dirlo, rappresentante di istituto. Poi assessore a 26 anni, ancora a Cervia. Segretario provinciale del Partito democratico a 28 anni. È stato il sindaco più giovane nella storia di Ravenna, eletto nel 2016 a 31 anni. Il prossimo novembre, a due mesi dal 40esimo compleanno, potrebbe essere il più giovane presidente nella storia della Regione Emilia-Romagna.

402637236 896012555216120 1544856333853477941 NUn predestinato? Forse. Di sicuro un miracolato, nella vita, non in politica. Lo riconosce lui stesso. All’età di 25 anni un colpo di sonno al volante di notte gli costò quasi la vita: giorni in coma e postumi pesanti, come una leggera zoppia, aggiustati solo con diversi interventi chirurgici anche a distanza di tempo.

Ambizioso, eccome. Ma esistono politici che non lo sono? Però attento a non bruciarsi. Tra la candidatura di oggi, ufficializzata il 12 luglio all’unanimità dalla direzione regionale del Pd, e quella a sindaco di otto anni fa c’è un mondo di differenza. Oggi è un De Pascale che si sente pronto per l’incarico e ha lavorato nel partito per ricevere l’investitura. Nel 2016 non voleva fare il sindaco. Voleva una carriera politica, certo, magari passando sì dalla Regione, ma forse come consigliere. Però MDP era il segretario Pd nel 2015 quando morì l’amico Enrico Liverani già nominato candidato sindaco. E per senso di responsabilità verso il partito scese in campo. Cinque anni dopo, a conclusione del primo mandato, in una intervista a Ravenna&Dintorni disse che il primo anno da sindaco fu difficile. Eufemismo politichese traducibile con “non ero preparato”. Comprensibile.

L’abilità di usare il politichese è una delle sue doti più spiccate. Non c’è un’intervista in cui esca male (forse anche per demeriti della stampa?). Se proprio se la vede brutta, butta la palla tribuna. Ma con stile e potresti non accorgertene. Ecco perché i suoi sostenitori usano la definizione di “politico di razza” per lui. Che poi è pure la stessa critica dei detrattori. Tutta questione di punti di vista.

Nel cv di De Pascale un solo lavoro fuori dalla politica: impiegato a Faenza mentre era assessore a Cervia

La carta d’identità dice “nato a Cesena”, ma è solo un tratto distintivo di buona parte dei cervesi sotto ai 40 anni. Nella località costiera, addirittura, De Pascale è tuttora residente: emblematica la foto postata alle ultime elezioni comunali dal seggio di Cervia mentre votava, presumiamo, per Mattia Missiroli. Nipote di bagnini, si iscrisse a Medicina e poi lasciò per passare a Giurisprudenza senza essere ancora arrivato alla laurea. Nel cv ufficiale sul sito del Comune compare una sola esperienza lavorativa extra politica: impiegato commerciale per la ditta Faenza Costruzioni nel biennio 2011-2013 in cui fu assessore a Cervia.

Dal 2013 al 2019 il suo datore di lavoro, sulla carta, è stato il Partito democratico provinciale di Ravenna che lo assunse nel momento in cui divenne segretario. A ottobre 2019 diventò un dipendente della Sercoop, società strettamente legata al Pd per cui segue in particolare gli aspetti amministrativi e contabili delle Case del Popolo (a fine 2019 Sercoop confluì in Federcoop). Ma andò in aspettativa non retribuita per seguire l’attività politica.

Tifoso juventino, si dice sia un discreto bomber a Fifa con la Playstation. Appassionato di Aretha Franklin e Grey’s Anatomy. È sposato con Laura Casadio, figlia di Claudio che fu sindaco di Faenza dal 2000 al 2010 e poi presidente della Provincia. La coppia ha due figli. Ma la famiglia e la vita privata raramente sono comparsi nel De Pascale pubblico: in questo è sempre stato molto parco.

De Pascale da subito dovrà dividersi tra giunta e campagna elettorale per quattro mesi

La vacanza dei suoi sogni è il Giappone. Resterà un sogno ancora per quest’anno. Perché MDP passerà il mese di agosto immerso nell’umidità padana per farsi conoscere dagli emiliani e avere i loro voti. Per combattere il caldo toglierà, una alla volta, le tante giacchette che in questi anni ha indossato. Le più prestigiose: presidente della Provincia e dell’Unione delle Province italiane, consigliere per la gestione separata di Cassa depositi e prestiti. Quella da sindaco la toglierà solo a novembre, comunque andranno le elezioni (si vota il 17 e 18 novembre), perché «non vorrei mai che i cittadini di Ravenna pensassero che fare il loro sindaco possa essere considerato un ripiego». Se MDP non dovesse vincere le elezioni arriverebbe secondo e avrebbe il seggio da consigliere regionale.

71170374 2801440926541431 1138619508324302848 OTra la carica di sindaco e qualunque incarico in Regione (presidente, assessore, consigliere) esiste quella che la legge sugli enti locali definisce incompatibilità. Cioè un sindaco può candidarsi e può essere eletto, ma a quel punto deve optare per una delle due poltrone. Una volta insediato, De Pascale avrà poco meno di un mese per comunicare al consiglio comunale di Ravenna la sua volontà di passare in Regione e dovrà indicare un membro della giunta di quel momento che prenderà le funzioni di sindaco (non è obbligatorio che sia il vicesindaco). Il consiglio comunale voterà se accogliere la decadenza di De Pascale o decidere per lo scioglimento degli organi locali. Vista l’ampia maggioranza, verrà accolta la decadenza e fino alle elezioni, nella prima data utile del 2025, ci sarà una giunta con pieni poteri e resterà insediato anche il consiglio comunale. «Se mi dimettessi oggi invece verrebbero sciolti tutti gli organi e interverrebbe un commissario prefettizio, non ci sarebbe più nemmeno l’opposizione in consiglio comunale».

Dopo le elezioni Regionali di novembre, De Pascale passerà la fascia di sindaco a un membro della giunta “facente funzioni” fino alle Amministrative di primavera 2025

A primavera 2025 si voterà quindi per le Comunali. Senza timori di smentita si può dire che Ravenna per quasi un anno a partire da oggi sarà in una sorta di limbo. Da dicembre al voto della primavera 2025 ci sarà un interregno con un membro della giunta facente funzioni di sindaco. Certo, sulla carta avrà pieni poteri. Ma è altrettanto certo che non sarà il sindaco votato dai cittadini. E da oggi a novembre il sindaco eletto si dovrà sdoppiare tra amministratore locale e candidato. Una campagna elettorale concentrata in tre mesi su un’intera regione non è roba che si fa nei ritagli di tempo.

«Tra sindaco, candidato e sonno ho deciso di rinunciare al sonno». Anche ammesso che sia una buona idea in ottica di work-life balance e salute, qualunque quantità di tempo dedicata alla candidatura sarà tempo non dedicato al governo della città per cui De Pascale venne ampiamente votato nel 2021. Un comune di 160mila abitanti – con ambizioni da capitale dell’energia e eccellenza turistica, con centinaia di milioni di euro di investimenti dal Pnrr e una lista di cantieri pubblici in ritardo clamoroso – merita di avere quattro mesi di “sindaco part-time” e altri sei mesi con un facente funzioni?

Via Molo Sanfilippo: studi su modifiche per migliorare il traffico dei crocieristi

Il 30 luglio il consiglio comunale approverà due proposte a sindaco e giunta per interventi immediati e a medio termine sulla località

CrocierePer la località di Porto Corsini, sulla costa del comune di Ravenna, sono in arrivo interventi per migliorare l’impatto del traffico dei veicoli in aumento per la crescita del terminal crociere. Un dato: nel periodo gennaio-maggio 2024 si sono registrati 19 scali di navi contro i 12 scali dello stesso periodo 2023, per un totale di 30mila passeggeri (+1,1 percento).

Sono fondamentalmente due i punti di intervento. Un progetto di fattibilità tecnico-economica di un nuovo tratto di strada a lato del canale Candiano, a partire dall’ingresso del paese, che sollevi parzialmente via Molo Sanfilippo dall’attuale doppio senso di marcia del suo intenso traffico veicolare. Poi interventi immediati di mitigazione della velocità: controlli costanti sul rispetto del limite di velocità disposto dei 30 km/h; potenziamento dei segnali di preavviso del limite di velocità e introduzione dei dispositivi ottici e/o sonori e trattamenti superficiali della strada.

L’8 luglio scorso, nella commissione consiliare 9 “Porto” del Comune di Ravenna, la maggioranza ha formalmente dichiarato di accogliere due delle tre richieste che l’ordine del giorno dell’opposizione propone di rivolgere al sindaco e alla giunta comunale. Il presidente della commissione, il consigliere Alvaro Ancisi (Lpr), rendo che di conseguenza il 30 luglio il consiglio comunale troverà il modo di  approvarli all’unanimità.

Giubileo: la diocesi lancia una formazione di 115 ore per guide turistiche

Il percorso si svilupperà da ottobre a gennaio per creare un gruppo di guide dedicate a pellegrini e fedeli

Ravenna sarà coinvolta nel Giubileo 2025 da ottobre 2024 partirà in città il primo percorso formativo pensato e finalizzato a dare la possibilità alle guide turistiche (iscritte all’albo) di essere inserite in un elenco di “Guide giubilari per percorsi di arte e fede a Ravenna per tutti”. L’iniziativa è promossa dall’arcidiocesi di Ravenna-Cervia e dall’Opera di Religione, in collaborazione con il dipartimento dei Beni Culturali della Chiesa della Pontificia Università Gregoriana e il Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Cei.

Si tratta di un percorso di circa 115 ore, da ottobre 2024 a gennaio 2025, che si svilupperà in due parti: la prima, sugli aspetti storici, artistici e religiosi del Giubileo e sulla Ravenna antica, i suoi monumenti e sugli itinerari per i pellegrini, a cura della Pontificia Università Gregoriana. La seconda, sull’accessibilità universale al patrimonio artistico ravennate, a cura di esperti del settore e di enti e associazioni di persone con disabilità. Sono previsti anche laboratori per utilizzare i pannelli tattili multisensoriali installati nei monumenti diocesani Unesco.

L’obiettivo, spiegano i promotori, è «creare un gruppo di guide formate per guidare gruppi di pellegrini e fedeli nella visita alla nostra città e ai monumenti diocesani di Ravenna, in modo che essi siano accessibili a tutti. Quei pellegrini che dovranno essere resi partecipi delle realtà monumentali e storico artistiche, testimoni del cammino di fede della Chiesa Cattolica nel corso dei secoli. A nessuno deve essere impedito o limitato di aver accesso all’esperienza di fede attraverso i mosaici di Ravenna».

Il corso formativo è finanziato dall’Opera di Religione. Ai partecipanti viene chiesto un contributo alle spese di 50 euro per l’intero percorso. Iscrizioni aperte dal 22 luglio al 6 settembre 2024. Per informazioni e iscrizioni: Ufficio di Promozione e Valorizzazione dei Beni culturali diocesani, via Canneti 3, Tel. 0544 541689, promozione@ravennamosaici.it, www.ravennamosaici.it.

Castel Bolognese candidata a capitale italiana del libro, in palio 500mila euro

Il Comune di 9.500 abitanti in provincia di Ravenna è tra le 20 città italiane che hanno inviato la domanda al ministero. Nel 2023 ci provò Lugo ma vinse Genova

LibriCastel Bolognese è tra le venti città italiane che hanno inviato la propria candidatura al ministero della Cultura per concorrere al titolo di capitale italiana del libro 2025. Il bando si è chiuso l’8 luglio scorso, data in cui i Comuni hanno inviato le domande corredate da dossier completi alla direzione generale Biblioteche e Diritto d’autore del ministero.

A individuare la nuova capitale per il 2025 sarà una giuria composta da cinque esperti indipendenti nel settore della cultura e dell’editoria, individuati ogni anno dal ministero. La commissione, supportata dalla segreteria tecnica, individuerà fino a dieci progetti finalisti. I rappresentanti delle città saranno convocati per partecipare a un incontro per la presentazione pubblica e l’approfondimento del dossier.

Entro il 30 novembre del 2024, la giuria sottoporrà al ministro della Cultura il progetto della città proposta per diventare la capitale italiana del libro 2025. Il libro, la lettura, gli eventi culturali, saranno protagonisti durante tutto l’anno e sapranno potenziare così l’offerta culturale della comunità in una logica di crescita e inclusione sociale. Alla città vincitrice verrà assegnato un contributo di 500mila euro.

Ad aggiudicarsi il riconoscimento negli anni scorsi sono state: Chiari (2020), Vibo Valentia (2021), Ivrea (2022), Genova (2023) mentre la capitale del libro di quest’anno è Taurianova, in Calabria. Per il 2023 si candidò anche Lugo.

Queste le altre 19 candidature per il 2025: Benevento, Butera (CL), Casalnuovo di Napoli (Na), Chioggia (Ve), Cuneo, Gallipoli (LE), Grottaferrata (RM), Ischia (NA), Latina, Macchiagodena (IS), Mantova, Mercogliano (AV), Mistretta (ME), Palombara Sabina (RM), Sant’Andrea di Conza (AV), Sorrento (NA), Subiaco (RM), Terni e Velletri (RM).

Amarcord, bomber Schwoch non ha dubbi: «Il mio Ravenna 96/97 voleva la serie A»

L’attaccante di Bolzano fu il capocannoniere (8) della migliore stagione della storia giallorossa: ottavo posto in B 27 anni fa. I ricordi sono ancora vivi: «Un gruppo straordinario, Gadda era già un allenatore in campo»

Ra9596Se la nuova proprietà del Ravenna Football Club dovesse raggiungere l’obiettivo dichiarato della serie A nel minor tempo possibile, partendo dall’attuale serie D significa che almeno fino al 2026 il miglior risultato in 113 anni di storia giallorossa resterà quello della stagione 1996-97: ottavo posto in serie B da neopromossa.

Al centro dell’attacco c’era Stefan Schwoch alla seconda stagione a Ravenna (in totale 29 reti in 71 presenze tra C1 e B). Oggi Schwoch ha quasi 55 anni e vive a Vicenza dove ha chiuso la carriera da calciatore nel 2008: «A Ravenna sono stato benissimo. Se mi chiedessero di trovare un lato negativo non saprei cosa dire. Bella città a misura d’uomo, non caotica, con il mare vicino, dove si viveva bene e si mangiava bene. E sportivamente sono stati due anni meravigliosi: l’emozione di vincere per la prima volta un campionato di C1 segnando 21 gol (record giallorosso tra i professionisti, ndr) e poi l’emozione di giocare in serie B per la prima volta».

Il 22 settembre 1996 (terza giornata) il centravanti di Bolzano segnò al “Benelli”, nella partita pareggiata 1-1 contro l’Empoli (per i toscani, allenati da Luciano Spalletti, in rete Luca Toni), il primo dei 135 gol che ne fanno tutt’ora il miglior marcatore della cadetteria dove non gioca più da 16 anni. Un curriculum che nel 2018 ha portato Dazn a ingaggiarlo come voce tecnica delle telecronache di serie B.

«I miei ricordi della B a Ravenna però non sono legati solo ai risultati, ma più allo spogliatoio che avevamo: il più bello in cui sono stato insieme a quello di Venezia (una stagione e mezzo tra B e A dopo il periodo ravennate, ndr). C’erano giocatori di livello assoluto in campo come Giorgetti, Mero, Gadda, Zauli… E anche lo staff con gente come il mitico team manager Manzani. C’era un gruppo affiatato che aveva tutto: la voglia di lavorare e la voglia di divertirsi, la sincerità di dirsi le cose e litigare, ma anche la capacità di fare pace». Un gruppo che si autocurava: «Mi ricordo una volta che Gadda e Zauli litigarono e avevano smesso di parlarsi. Allora il resto della squadra cominciò a organizzare una cena dopo l’altra per convincerli a chiarirsi e alla fine ci siamo riusciti. Ma litigare fa bene, significa che sei vivo». Quel mitico Ravenna si ritrova ancora: «Abbiamo una chat di gruppo. Un annetto fa ci siamo trovati per giocare a padel e poi a cena».

Gadda era il capitano ed è stato l’allenatore delle ultime due stagioni (e anche del biennio 2002-2004): «Era già un allenatore in campo trent’anni fa – ricorda Schwoch –. Quando parlava lui, in campo e fuori, non era come se parlasse qualunque altro giocatore. E quante serate a fare tardi a casa sua: lui ci cacciava, ma io e Zauli restavamo e c’era sua moglie che aveva tanta pazienza, “santa” Marika».

Una delle voci che circola da allora è che a un certo punto si sia deciso che era meglio non andare in serie A per questioni di costi. Il bomber smentisce: « Il presidente Corvetta voleva andarci eccome. E io penso che la penalizzazione di tre punti ci abbia colpito nel morale, senza di quella sono convinto che saremmo arrivati nei primi quattro». Durante la partita Ravenna-Brescia dell’1 dicembre 1996 (12esima giornata) il lancio di un petardo dalla curva di casa costrinse il portiere ospite Giacomo Zunico alla sostituzione: sul campo finì 2-1, ma il giudice sportivo tolse il successo al Ravenna e inflisse tre punti di penalizzazione.

Schwoch

Il Ravenna rimase in B fino al fallimento del 2001. Ma Schwoch nell’estate 1997 passò a Venezia e poi nel gennaio 1999 a Napoli dove ottenne la promozione nel 1999-2000 con 22 gol in B. «Non sarei mai andato via da Ravenna, stavo troppo bene. E penso che Zamparini mi comprò perché Corvetta cominciava ad avere dei problemi economici. Altrimenti non penso mi avrebbe ceduto».

Schwoch in carriera ha conquistato tre promozioni in A: Venezia (97-98), Napoli (99-00) e Torino (00-01). «Forse la differenza più grande rispetto a Ravenna è la storia calcistica di quelle piazze o la popolarità mondiale di una città come Venezia. Senza dimenticare che a Napoli in casa c’erano 70mila persone e questo si sente per gli ospiti. Ma va anche detto che nessuno di noi a Ravenna aveva esperienze di altri campionati vinti». E com’era la B di Schwoch rispetto a oggi? «Una volta il livello era molto più alto. Oggi per gli attaccanti è più facile segnare perché una volta ti ammazzavano di botte e non c’erano telecamere. Palla in area, qualcuno restava a terra e non si sapeva chi era stato…». Tutt’altro mondo ora con telecamere e Var: «Era troppo esagerato allora, forse è troppo esagerato oggi in senso opposto. Il fuorigioco di un millimetro io non lo concepisco. L’attaccante che parte più avanti di una rotula, che vantaggio ha?».

Il nuovo direttore sportivo del Ravenna è Davide Mandorlini, classe 1983, figlio di Andrea che era il vice dell’allenatore Walter Novellino nel 1996-97: «Fa effetto pensare che oggi è il ds, mi ricordo di quando noi giocatori scherzavamo con lui da ragazzino al mare. Il primo pensiero che mi viene è che sto invecchiando. Ho avuto Andrea Mandorlini come allenatore a Vicenza in B e sfiorammo la promozione. Novellino e Mandorlini per me sono i migliori allenatori con cui ho lavorato». Nella nuova dirigenza giallorossa il vicepresidente è Ariedo Braida: «L’ho conosciuto ai tempi in cui lavorava alla Cremonese. È un conoscitore di calcio incredibile e ha una risonanza importante quando si siede alle scrivanie. Per il Ravenna è una scelta oculatissima».

Dopo una breve parentesi da dirigente del Vicenza, attorno al 2010, Schwoch ha chiuso con il calcio ed è diventato consulente finanziario. «Faccio il family banker per Mediolanum. Mi è sempre piaciuta la finanza, mi ha sempre interessato, e non avevo più voglia di stare neglistadi ogni weekend. Diciamo che dopo una carriera nel calcio per me non c’era l’urgenza di un lavoro, ma a casa poi ti annoi. Però volevo un lavoro in cui decido giorni e orari dei miei impegni e l’ho trovato».

Il dipartimento di Beni Culturali lancia un contest sul patrimonio della città

L’iniziativa nasce nell’ambito degli aperitivi scientifici dedicati alla valorizzazione delle ricchezze intellettuali ravennati, materiali e immateriali. È possibile inviare il proprio materiale entro il 30 settembre

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Il Dipartimento di Beni Culturali lancia un contest fotografico sul patrimonio culturale tra memoria e presente. A seguito di un aperitivo scientifico che ha coinvolto docenti e ricercatori del Dipartimento in un dialogo con la cittadinanza, per stimolare una riflessione condivisa su come il patrimonio culturale, sia legato sia al passato che alla contemporaneità, è stato annunciato il concorso aperto a tutta la cittadinanza di Ravenna, attraverso il quale si raccoglieranno immagini in grado di rappresentare elementi del patrimonio culturale – materiale e immateriale (come saperi e tradizioni) – sia nel passato che nel presente.

I materiali raccolti saranno selezionati da una giuria e le immagini ritenute più significative saranno esposte negli spazi del Darsenale per una mostra temporanea che inaugurerà il prossimo 3 ottobre, (ore 19.00).  Il 21 novembre (sempre alle ore 19) è previsto un nuovo incontro dove sarà rivelato e premiato il vincitore del contest fotografico e, a chiusura del ciclo di Aperitivi Scientifici, ci sarà un dibattito a più voci sul tema del patrimonio culturale come elemento di dialogo tra popoli e culture.

Per partecipare al contest è sufficiente compilare il modulo disponibile sul sito  entro il 30 settembre 2024.

L’iniziativa è organizzata nell’ambito dei progetti Restart – Resilienza e Sviluppo territoriale, Patrimonio a Rischio e Tutela (finanziato nell’ambito dell’iniziativa di Ateneo Alma CaReS – Cambiamenti climatici, Resilienza, Sostenibilità) e Sirius – Strategie per la gestione del patrimonio culturale a rischio.

Lavori al via per la realizzazione della Casa di Comunità in darsena

È stata posata la prima pietra del complesso che comprenderà anche il nuovo ospedale. Il progetto ha richiesto un investimento dal valore di 9 milioni di euro

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È stata posata la prima pietra della Casa della Comunità della darsena, la nuova costruzione che rappresenta spazio unitario, integrato e di facile accessibilità ai servizi che accoglierà anche l’ospedale di comunità “Darsena”, ora temporaneamente collocato, nell’ospedale privato accreditato “San Francesco”. I lavori (partiti in ritardo rispetto alle aspettative) termineranno nel dicembre 2025, per rispettare la scadenza del Pnrr,.

L’intervento è stato reso possibile dalla concessione gratuita del Comune di Ravenna di un ampio terreno, all’interno dell’area residenziale di Parco Cesareo, situata a sud-est, del centro storico. La zona è stata scelta strategicamente per creare un nuovo polo di riferimento territoriale complementare al Centro di  Medicina e Prevenzione a ridosso del Presidio Ospedaliero di Ravenna, consentendo prossimità e un’offerta più omogenea dei servizi territoriali, vicino al centro e di facile accessibilità attraverso i collegamenti pubblici urbani.

Il costo di realizzazione, al netto dello sconto di gara del 23 percento, è di circa 9 milioni di euro, per un quadro economico complessivo di 13.670.334,04 euro (8.313.406,26 euro per la casa della comunità e 5.356.927,78 euro per l’ospedale di comunità), comprensivo anche di una quota per arredi e attrezzature del valore di circa 600mila euro. Il progetto prevede la realizzazione di un fabbricato su tre livelli per una superficie complessiva di 5.500 metri. quadrati (1.700 destinati all’ospedale, che ospiterà 20 posti letto, e 3.800 mq per la casa della comunità). Considerato l’aumento dei prezzi delle materie prime e delle maestranze, circa 1.200 metri quadrati della Casa saranno lasciati grezzi, cioè privi di finiture, con l’obiettivo di recuperare i 2 milioni necessari al completamento al più presto.

Per quanto riguarda l’organizzazione degli spazi, il piano terra sarà caratterizzato da 4 ingressi separati e accoglierà un punto informativo e di accoglienza, il punto prelievi, un locale per la consegna del materiale biologico, gli sportelli del Cup, uno spazio ristoro aperto a tutti i cittadini per creare uno spazio di aggregazione. Sul lato Ovest, inoltre, saranno collocati gli spazi dedicati alla promozione della salute, fra cui una cucina didattica attrezzata e una grande sala polivalente. Alla struttura interna si ì integrano n gli spazi esterni dedicati al benessere e alla promozione dello stile di vita sano.

Al primo piano invece,  saranno presenti il Punto Unico di Accesso, gli ambulatori dei Medici di Medicina Generale con spazi per la rispettiva accoglienza, ambulatori specialistici, ambulatorio infermieristico per la cronicità e quello osservazionale prestazionale, il Servizio infermieristico domiciliare, studi per psicologi e per assistenti sociali e uno spazio per il volontariato.

Al secondo piano, infine, saranno accolti l’Ospedale di Comunità, gli ambulatori e gli spazi di medicina riabilitativa, palestra, sale prove ausili e sala ventiloterapia e gli spazi dedicati alla diagnostica per immagini e laboratori.

«Quella di oggi è una posa della prima pietra molto attesa, si tratta di uno dei progetti più importanti della città, nato come idea prima del Pnrr – dichiara il sindaco di Ravenna Michele de Pascale –Durante la riorganizzazione della rete di cure primarie e dei servizi territoriali avevamo riscontrato infatti che c’era una parte molto significativa della città, anche in forte crescita, che necessitava di un potenziamento dei servizi sanitari. Questa idea è diventata quindi un obiettivo strategico dell’amministrazione comunale e dell’azienda sanitaria e ci siamo messi al lavoro. Sarà un grande investimento anche sul fronte della promozione della salute. La Casa della Comunità della Darsena, in rete con la parte sociale e la medicina generale, sarà realizzata infatti a fianco del grande polmone verde, rappresentato dal nuovo parco Cesarea, scelta urbanistica che va in questa direzione, così come la realizzazione di spazi dedicati proprio alla prevenzione, uno dei concetti imprescindibili quando si parla di salute”.

Approvati gli interventi di manutenzione straordinaria a Villanova e Fosso Ghiaia

Il totale dell’investimento sarà di 423.500 euro, in parte finanziato dai fondi per il ripristino post alluvione

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Sono stati approvati nell’ultima seduta della giunta comunale due progetti esecutivi di manutenzione stradale straordinaria, nelle aree di Villanova e di Fosso Ghiaia, del valore complessivo di circa 423.500 euro. 

Il primo intervento riguarda la carraia della Canaletta, via Viazza di Sopra e via Cupa a Villanova ed è relativo al ripristino delle infrastrutture danneggiate a causa dell’alluvione (n questo caso in particolare a servizio delle attività agricole). Per questo, i 316.466,07 euro di investimento necessari al ripristino saranno finanziati dai fondi stanziati a seguito dell’ordinanza del commissario alla Ricostruzione Francesco Figliuolo.

La carraia della Canaletta è una strada a fondo chiuso che parte da via San Giuseppe e si estende per un tratto di circa 390 metri, che verrà riasfaltato. Anche per quanto riguarda via Viazza di Sopra si interverrà per l’intera lunghezza di 850 metri, partendo dal confine con il Comune di Russi fino all’innesto su via Villanova. La strada, che ora è in parte bianca e in parte asfaltata, sarà completamente asfaltata. Il ripristino di via Cupa, che è una strada bianca e sarà ripristinata sempre a strada bianca, interesserà il tratto dal ponte sullo scolo Cupa verso la strada provinciale 99 – via Viazza Di Sotto, prossima al canale, per una lunghezza di circa 1100 metri, e il tratto di 680 metri a partire dall’innesto con via Fosso Drittolo fino al termine della strada.

Il secondo intervento riguarda tratti di via Tre Lati, in località Standiana tra Savio e Fosso Ghiaia, e la sua realizzazione prevede un investimento di 107mila euro. L’operazione si estenderà per alcuni tratti, pari a una lunghezza di circa 900 metri. Negli altri segmenti è previsto un intervento successivo.

«Sono 19 – dichiara il sindaco Michele de Pascale – gli interventi di ripristino post alluvione dei quali ci stiamo direttamente occupando come Amministrazione comunale, oltre ai due in capo a Sogesid, società di ingegneria e assistenza tecnica specialistica interamente partecipata dallo Stato italiano, relativi ai ponti sullo scolo Lama in corrispondenza di via Stradone e via Romea sud. Otto, sono già stati approvati e si sta lavorando all’affidamento dei lavori; gli altri sono in corso di redazione per poi passare all’approvazione. Compatibilmente con i tempi tecnici necessari e con tutti gli altri interventi dei quali ci stiamo occupando, molti finanziati dal Pnrr e che quindi richiedono il rispetto di tempistiche stringenti, stiamo lavorando al massimo per realizzarli il più velocemente possibile e a regola d’arte. Lo stesso impegno viene messo anche nella realizzazione di altri interventi finalizzati a migliorare le condizioni delle strade del territorio comunale, come, in questo caso, quelle di via Tre Lati”.

Un lieto fine per la casetta di scambio libri rubata al giardino Bucci

Grazie all’affetto di un bambino ravennate e all’impegno di nonno e bisnonno il punto di bookcrossing è stato ripristinato

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Riceviamo e condividiamo la segnalazione di Matteo Cavezzali, scrittore ravennate e nostro collaboratore, che racconta la storia a lieto fine della casetta per lo scambio libri rubata al giardino Bucci, tanto amata dal figlio Leonardo.

«Leonardo è un bimbo di nove anni che ama molto scambiare libri con bambini che non conosce. Mette un libro che ha letto nella casetta dei libri al giardino Bucci in via Traversari e aspetta che qualche altro bambino o bambina li prenda e gliene lasci uno da leggere.

Quando la casetta è stata rubata qualche mese fa ci è rimasto molto male. Era andato lì, come faceva spesso, ma non c’era più. Vedendolo triste al suo bisnonno Vittorio è venuta un’idea: perché non la ricostruiamo noi! Così approfittando delle vacanze estive e dell’abilità del bisnonno, un moderno Geppetto, i due, aiutati dal cuginetto Cristian e dal nonno Lorenzo, hanno costruito una nuova casetta di legno e l’hanno pitturata di arancione e giallo, con un tetto rosso fiammante.

Ora è nata la nuova casetta dei libri per tutti i bambini e le bambine che vogliono scambiare tra loro le priore letture, grazie al piccolo Leonardo Cavezzali al bisnonno Vittorio Zaganelli. La fine di una bella storia, anzi l’inizio!»

Emilia-Romagna al voto per le Regionali il 17 e 18 novembre

La data è stata individuata mediando tra le esigenze degli uffici regionali e la necessità di accelerare al massimo le procedure

Elezioni

L’Emilia-Romagna si prepara per votare il proprio presidente regionale il 17 e 18 novembre 2024. La data è stata condivisa dalla presidente facente funzioni, Irene Priolo, e dal presidente della Corte d’Appello di Bologna, Oliviero Drigani.

La data è stata individuata accelerando al massimo le procedure previste ma tenendo anche conto delle esigenze tecniche e organizzative rappresentate dagli uffici regionali e da quelli della Corte d’Appello. La formalizzazione avverrà nei prossimi giorni, con l’intesa fra la presidente Priolo e il presidente Drigani, e successivamente, a settembre, Priolo emanerà il decreto di proclamazione delle elezioni, entro 60 giorni dalla data del voto, così come previsto dalla legge regionale.

«Ringrazio il presidente Drigani – afferma Priolo -, la data sulla quale abbiamo immediatamente trovato l’intesa permette, insieme, di conciliare l’organizzazione di un appuntamento così importante per l’intera comunità regionale, con l’obiettivo di fare presto e permettere alla nuova amministrazione regionale di partire entro la fine anno, assicurando la piena operatività dell’Ente, a beneficio di cittadini e comunità».

Tornano i fuochi d’artificio sul mare per festeggiare Sant’Appollinare

Lunedì 22 luglio (in occasione della vigilia del patrono) le coste ravennati si illumineranno con un grande spettacolo pirotecnico

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In occasione della vigilia della festa del patrono, lunedì 22 luglio a partire dalle ore 23.30, le spiagge di Ravenna si illumineranno con i Fuochi d’Artificio di Sant’Apollinare, per un grande spettacolo pirotecnico esteso su tutta la costa ravennate. I fuochi d’artificio saranno visibili da vari punti lungo la spiaggia, creando una grande coreografia multicolore da Marina Romea (Spiaggia libera tra la foce e lo stabilimento Boca Barranca) a Marina di Ravenna, (alla diga foranea Sud “Benigno Zaccagnini”), da Punta Marina Terme (nella spiaggia libera tra il Bagno 4 venti e il Bagno Pelo); a Lido Adriano (spiaggia libera tra il Bagno Cristallo e il Bagno Azzurra) e a Lido di Dante (Spiaggia libera a Nord) e Lido di Classe (Spiaggia libera adiacente alla foce del Savio).

Come ogni anno lo spettacolo è curato dall’assessorato al Turismo con il contributo di Cooperativa Spiagge Ravenna e Club del Sole Vacanze all’aria aperta: «Questo spettacolo rappresenta un evento consolidato sia per i residenti sia per i turisti – ha dichiarato l’assessore al Turismo Giacomo Costantini – ogni anno, attendiamo questa serata speciale, che non solo celebra il nostro Patrono, ma offre anche un’occasione di vivere un’esperienza autentica, che mette in luce le nostre radici e il calore dell’accoglienza locale, in un momento di gioia condivisa».

Il parcheggio al posto della caserma dei pompieri non si farà, Fdi chiede risposte

Il capogruppo Stefano Bertozzi interroga il vicesindaco Andrea Fabbri sull’improvviso dietrofront

Vigili Del Fuoco Faenza

È stato approvato negli scorsi il progetto di rifacimento della caserma dei vigili del fuoco a Faenza, con un intervento da 4,25 milioni di euro in una zona strategica della città. Terminato il trasferimento dei pompieri, nell’area dell’ex caserma era stata prevista l’installazione di un’area di parcheggio a più piani, a servizio del centro storico della città.

Secondo quanto riportato dal Resto del Carlino in edicola domenica 14 luglio però, il vicesindaco Andrea Fabbri e l’amministrazione comunale avrebbero fatto un passo indietro, abbandonando il progetto del parcheggio, definendola illogica: «Non avrebbe senso considerando che dopo la partenza dei vigili del fuoco si libereranno a livello stradale circa 50 posti auto. Ipotizzare un parcheggio con un ulteriore livello vorrebbe dire raddoppiarli: una struttura di quel tipo per aggiungere appena 50 posti non sarebbe logica». Al tempo stesso però, si è ipotizzato di spostare il progetto del parcheggio multipiano nella zona di Faenza 1 o di via Lapi.

A seguito di queste rivelazioni, Stefano Bertozzi (capogruppo di Fratelli d’Italia) interroga il sindaco sulle ragioni del dietrofront: «Prima di ogni altra considerazione occorre fare un passo indietro, il parcheggio nell’area che definiremo per semplicità ex-caserma, è stato previsto dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile del Comune adottato il 30 settembre 2021 con la delibera del Consiglio Comunale n. 65. – spiega il capogruppo – Votato nel suo complesso da tutta la maggioranza consiliare, quella scelta strategica, è stata presa accogliendo le indicazioni di una delle società a cui furono affidati gli studi preliminari di fattibilità del Pums  e soprattutto le osservazioni presentate da Ascom-Confcommercio e Confesercenti e dal comitato “No alla morte del Centro Storico”. Il percorso Pums era stata inserit0 (seppure non nominato direttamente) nel programma elettorale del Sindaco Isola com uno dei punti caratterizzanti la loro azione amministrativa. Oggi, in spregio ad una delibera ufficiale del Consiglio Comunale – massimo organo politico ed istituzionale della città – senza nemmeno un passaggio formale all’interno dello stesso, un esponente della giunta tra i più autorevoli sconfessa quella scelta (ripeto già adottata e lautamente pagata) definendola non logica». Anche la nuova ipotesi di un parcheggio multipiano leggermente delocalizzato necessita di delucidazioni per Fabbri: «Necessitiamo spiegazioni sull’idea di realizzare un parcheggio multipiano in via Lapi o in zona Faenza 1.  Quelle aree sono ancora da considerarsi allagabili?  La Regione Emilia Romagna e i Sindaci dell’Unione hanno urlato in ogni dove “nelle aree allagabili non si costruisce più”? Quello che viene vietato ai privati è forse consentito all’Amministrazione Comunale? O sono previste opere di riduzione del rischio che confermano che se si vuole ciò può essere fatto?».

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