De Pascale vuole la Regione: farà sindaco e candidato per 4 mesi, poi addio Ravenna

Il Pd ha scelto il dopo Bonaccini: il 39enne cervese Michele de Pascale lascerà la fascia tricolore da sindaco anche in caso di sconfitta alle Regionali

451135684 1036884701128904 5901010639835180901 NMichele de Pascale è uno abituato a bruciare le tappe. È stato così in tutta la sua carriera politica. Primo incarico nel 2004, consigliere comunale a 19 anni nella sua Cervia: ottenne 87 preferenze nella lista dei Ds una settimana prima di iniziare l’esame di maturità al liceo scientifico “Righi” di Cesena da dove uscì con un 100/100 e dove era stato, manco a dirlo, rappresentante di istituto. Poi assessore a 26 anni, ancora a Cervia. Segretario provinciale del Partito democratico a 28 anni. È stato il sindaco più giovane nella storia di Ravenna, eletto nel 2016 a 31 anni. Il prossimo novembre, a due mesi dal 40esimo compleanno, potrebbe essere il più giovane presidente nella storia della Regione Emilia-Romagna.

402637236 896012555216120 1544856333853477941 NUn predestinato? Forse. Di sicuro un miracolato, nella vita, non in politica. Lo riconosce lui stesso. All’età di 25 anni un colpo di sonno al volante di notte gli costò quasi la vita: giorni in coma e postumi pesanti, come una leggera zoppia, aggiustati solo con diversi interventi chirurgici anche a distanza di tempo.

Ambizioso, eccome. Ma esistono politici che non lo sono? Però attento a non bruciarsi. Tra la candidatura di oggi, ufficializzata il 12 luglio all’unanimità dalla direzione regionale del Pd, e quella a sindaco di otto anni fa c’è un mondo di differenza. Oggi è un De Pascale che si sente pronto per l’incarico e ha lavorato nel partito per ricevere l’investitura. Nel 2016 non voleva fare il sindaco. Voleva una carriera politica, certo, magari passando sì dalla Regione, ma forse come consigliere. Però MDP era il segretario Pd nel 2015 quando morì l’amico Enrico Liverani già nominato candidato sindaco. E per senso di responsabilità verso il partito scese in campo. Cinque anni dopo, a conclusione del primo mandato, in una intervista a Ravenna&Dintorni disse che il primo anno da sindaco fu difficile. Eufemismo politichese traducibile con “non ero preparato”. Comprensibile.

L’abilità di usare il politichese è una delle sue doti più spiccate. Non c’è un’intervista in cui esca male (forse anche per demeriti della stampa?). Se proprio se la vede brutta, butta la palla tribuna. Ma con stile e potresti non accorgertene. Ecco perché i suoi sostenitori usano la definizione di “politico di razza” per lui. Che poi è pure la stessa critica dei detrattori. Tutta questione di punti di vista.

Nel cv di De Pascale un solo lavoro fuori dalla politica: impiegato a Faenza mentre era assessore a Cervia

13227129 1097567333599264 7392167442019678730 NLa carta d’identità dice “nato a Cesena”, ma è solo un tratto distintivo di buona parte dei cervesi sotto ai 40 anni. Nella località costiera, addirittura, De Pascale è tuttora residente: emblematica la foto postata alle ultime elezioni comunali dal seggio di Cervia mentre votava, presumiamo, per Mattia Missiroli. Nipote di bagnini, si iscrisse a Medicina e poi lasciò per passare a Giurisprudenza senza essere ancora arrivato alla laurea. Nel cv ufficiale sul sito del Comune compare una sola esperienza lavorativa extra politica: impiegato commerciale per la ditta Faenza Costruzioni nel biennio 2011-2013 in cui fu assessore a Cervia.

Dal 2013 al 2019 il suo datore di lavoro, sulla carta, è stato il Partito democratico provinciale di Ravenna che lo assunse nel momento in cui divenne segretario. A ottobre 2019 diventò un dipendente della Sercoop, società strettamente legata al Pd per cui segue in particolare gli aspetti amministrativi e contabili delle Case del Popolo (a fine 2019 Sercoop confluì in Federcoop). Ma andò in aspettativa non retribuita per seguire l’attività politica.

Tifoso juventino, si dice sia un discreto bomber a Fifa con la Playstation. Appassionato di Aretha Franklin e Grey’s Anatomy. È sposato con Laura Casadio, figlia di Claudio che fu sindaco di Faenza dal 2000 al 2010 e poi presidente della Provincia. La coppia ha due figli. Ma la famiglia e la vita privata raramente sono comparsi nel De Pascale pubblico: in questo è sempre stato molto parco.

De Pascale da subito dovrà dividersi tra giunta e campagna elettorale per quattro mesi

La vacanza dei suoi sogni è il Giappone. Resterà un sogno ancora per quest’anno. Perché MDP passerà il mese di agosto immerso nell’umidità padana per farsi conoscere dagli emiliani e avere i loro voti. Per combattere il caldo toglierà, una alla volta, le tante giacchette che in questi anni ha indossato. Le più prestigiose: presidente della Provincia e dell’Unione delle Province italiane, consigliere per la gestione separata di Cassa depositi e prestiti. Quella da sindaco la toglierà solo a novembre, comunque andranno le elezioni (si vota il 17 e 18 novembre), perché «non vorrei mai che i cittadini di Ravenna pensassero che fare il loro sindaco possa essere considerato un ripiego». Se MDP non dovesse vincere le elezioni arriverebbe secondo e avrebbe il seggio da consigliere regionale.

71170374 2801440926541431 1138619508324302848 OTra la carica di sindaco e qualunque incarico in Regione (presidente, assessore, consigliere) esiste quella che la legge sugli enti locali definisce incompatibilità. Cioè un sindaco può candidarsi e può essere eletto, ma a quel punto deve optare per una delle due poltrone. Una volta insediato, De Pascale avrà poco meno di un mese per comunicare al consiglio comunale di Ravenna la sua volontà di passare in Regione e dovrà indicare un membro della giunta di quel momento che prenderà le funzioni di sindaco (non è obbligatorio che sia il vicesindaco). Il consiglio comunale voterà se accogliere la decadenza di De Pascale o decidere per lo scioglimento degli organi locali. Vista l’ampia maggioranza, verrà accolta la decadenza e fino alle elezioni, nella prima data utile del 2025, ci sarà una giunta con pieni poteri e resterà insediato anche il consiglio comunale. «Se mi dimettessi oggi invece verrebbero sciolti tutti gli organi e interverrebbe un commissario prefettizio, non ci sarebbe più nemmeno l’opposizione in consiglio comunale».

Dopo le elezioni Regionali di novembre, De Pascale passerà la fascia di sindaco a un membro della giunta “facente funzioni” fino alle Amministrative di primavera 2025

230271312 4345342055488426 3716567608360586215 NA primavera 2025 si voterà quindi per le Comunali. Senza timori di smentita si può dire che Ravenna per quasi un anno a partire da oggi sarà in una sorta di limbo. Da dicembre al voto della primavera 2025 ci sarà un interregno con un membro della giunta facente funzioni di sindaco. Certo, sulla carta avrà pieni poteri. Ma è altrettanto certo che non sarà il sindaco votato dai cittadini. E da oggi a novembre il sindaco eletto si dovrà sdoppiare tra amministratore locale e candidato. Una campagna elettorale concentrata in tre mesi su un’intera regione non è roba che si fa nei ritagli di tempo.

«Tra sindaco, candidato e sonno ho deciso di rinunciare al sonno». Anche ammesso che sia una buona idea in ottica di work-life balance e salute, qualunque quantità di tempo dedicata alla candidatura sarà tempo non dedicato al governo della città per cui De Pascale venne ampiamente votato nel 2021. Un comune di 160mila abitanti – con ambizioni da capitale dell’energia e eccellenza turistica, con centinaia di milioni di euro di investimenti dal Pnrr e una lista di cantieri pubblici in ritardo clamoroso – merita di avere quattro mesi di “sindaco part-time” e altri sei mesi con un facente funzioni?

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