lunedì
07 Luglio 2025

In 22 giorni donati alla Regione oltre 40 milioni di euro per l’alluvione

Sul sito creato appositamente verrà resocontato anche l’utilizzo

WhatsApp Image 2023 05 20 At 22.48.33
L’alluvione di Faenza

Partita il 18 maggio scorso, in 22 giorni la raccolta fondi avviata dalla Regione a sostegno delle persone e comunità colpite dall’alluvione ha superato i 40 milioni di euro.

Attraverso “Un aiuto per l’Emilia-Romagna”, sul conto corrente intestato all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile sono stati donati esattamente 40.630.610 euro, come si può vedere nella sezione dedicata al rendiconto della campagna (https://www.regione.emilia-romagna.it/alluvione/rendiconto-donazioni). Sito nel quale sarà resocontato anche l’utilizzo di ciascun euro raccolto, via via che saranno definiti iniziative e progetti finanziati.

Già ora, on line è possibile consultare anche le specifiche sul valore e numero di donazioni: si va da quelle fino a 100 euro (204.216, di cui 22.858 fino a 10 euro), per un valore superiore agli 11 milioni di euro, a quelle superiori ai 500mila euro, che finora hanno portato 7,8 milioni di euro.

Dunque, tantissime persone, insieme ad associazioni, artigiani, aziende, sindacati, categorie economiche e professionali, ordini e confessioni religiose, che hanno voluto contribuire e che tuttora lo stanno facendo, accanto a grandi Gruppi industriali, società e rappresentanti di tutti i settori, dalla cultura allo sport.

Per le informazioni sulla campagna e su come donare: https://www.regione.emilia-romagna.it/alluvione

Parco Marittimo: aumentano i posti auto in spiaggia per gli stabilimenti balneari

Il Comune ha concesso ai bagnini nuovi pass oltre agli iniziali 3 a testa

Stradelli Marina Di Ravenna

Primo, piccolo, dietrofront del Comune in questa prima stagione di “stradelli” senz’auto a Marina di Ravenna e Punta Marina.

La riqualificazione dell’area retrodunale, il cosiddetto Parco Marittimo, il cui cantiere è ancora in corso, ha infatti portato all’eliminazione dei parcheggi più a ridosso della spiaggia, quelli degli stabilimenti balneari, quasi duemila stimati tra le due località. Un disagio soprattutto per i frequentatori abituali, ma anche per gli stessi gestori degli stabilimenti, che inizialmente avevano a disposizione solo tre posti auto a testa.

Ora il Comune ha deciso di accogliere la richiesta di aumento (in particolare da parte di un gruppo di bagnini organizzati) e, in base alla metratura a disposizione di ogni stabilimento, ha concesso ulteriori pass per consentire ai bagnini di poter aumentare di alcune unità i posti auto direttamente in spiaggia: c’è chi potrà sfruttarne uno o due in più, chi anche dieci.

Nelle zone alluvionate i trattamenti anti zanzare si effettuano anche con i droni

Il Comune fa il punto: i trattamenti larvicidi al momento non hanno efficacia nelle aree urbane danneggiate, a causa del fango

La raccolta dei rifiuti dell'alluvione a Faenza
Faenza

L’alluvione ha portato anche l’emergenza zanzare. A Faenza, tra le zone più colpite della provincia dal disastro delle scorse settimane, in accordo con l’Azienda sanitaria della Romagna, il Comune in questi giorni sta ultimando i trattamenti larvicidi nelle aree pubbliche urbane e il monitoraggio ed eventuali trattamenti nei fossi nel raggio di 3 chilometri dal centro urbano.

Per quanto riguarda le aree urbane private, nelle zone non colpite dall’alluvione, come previsto dall’ordinanza comunale (N.11/2023) i cittadini dovranno provvedere in autonomia ad eseguire i trattamenti larvicidi acquistando il biocida siliconico (Aquatain o similare) che viene venduto a prezzo calmierato nelle farmacie comunali della città.

Nelle zone di Faenza colpite dall’alluvione, invece, in questo momento i trattamenti larvicidi non hanno efficacia visto la non ricettività dei tombini e caditoie dovuta al fango. Il Comune, attraverso la ditta Sireb sta monitorando la situazione in stretto contatto con l’Ausl. Se sarà necessario si eseguiranno trattamenti mirati e puntuali con insetticidi per diminuire la presenza di zanzare adulte. Ne verrà comunque data informazione.

Per quanto riguarda le aree agricole del forese, nelle zone non allagate i cittadini dovranno, come da ordinanza, provvedere al monitoraggio ed eventuali trattamenti nei fossi e maceri.

Per le zone del forese colpite dall’alluvione una ditta specializzata, dotata di un drone multispettrale sta effettuando ricognizioni sulle aeree ancora allagate e con acquitrini formatisi dopo l’evento metereologico. Contestualmente alla ricognizione, la ditta, dietro autorizzazione del Ministero della Salute, effettuerà attraverso droni trattamenti a base di “Bacillus thuringensis Israelensis” per inibire la crescita delle larve di zanzara.

Lo spettacolo sui cambiamenti climatici ai tempi della grande alluvione

La compagnia ErosAntEros presenta al Ravenna Festival, in prima nazionale, “GAIA”: «La realtà è entrata nella finzione». Sul palco anche una ventina di attori non professionisti: «Le tre bambine sono un simbolo»

Se si sta preparando uno spettacolo sui cambiamenti climatici, il disastro dell’alluvione rischia di assumere un signi­ficato ancora più forte. È il caso della compagnia ravennate ErosAntEros, che durante i drammatici eventi delle scorse settimane stava lavorando al debutto (sabato 10 e domenica 11 giugno, alle 21 in prima nazionale, al teatro Alighieri di Ravenna per il Ravenna festival) della nuova produzione GAIA – come si legge nella cartella stampa – «un tentativo di spingere gli spettatori a non restare indifferenti di fronte alla distruzione della nostra unica casa comune: Gaia, la Terra».

A questo link i dettagli dello spettacolo

«Sentirsi assediati dall’acqua, anche per chi come noi fortunatamente non è stato colpito direttamente dall’alluvione, mentre sul comodino hai libri con titoli come Conto alla rovescia, Dopo l’apocalisse, Il mondo senza di noi, La nostra casa in ­fiamme, fa un certo effetto», commenta Agata Tomšič, drammaturga, attrice e anima (insieme al compagno Davide Sacco) di ErosAntEros.

Ma come è stato scelto, il tema dei cambiamenti climatici? «Da tempo – continua Tomšič – cerchiamo di coinvolgere spettatori e semplici cittadini nei nostri progetti e quella ambientale è sempre risultata essere tra le questioni più urgenti da affrontare. Lo abbiamo cercato di fare con lo strumento della distopia, immaginandoci quindi un mondo futuro, per cercare di riflettere attraverso il teatro. In questo caso però la realtà è entrata decisamente dentro la finzione».

Ancora più di altre volte, l’appello a partecipare allo spettacolo è da estendere davvero a tutti, politici-decisori in primis, spesso considerati i veri colpevoli di questa emergenza. «In realtà siamo tutti colpevoli, con il nostro stile di vita. L’appello a partecipare è quindi rivolto a tutti, ma l’invito è a non girarsi dall’altra parte, a non chiudere gli occhi. Non ci sono soluzioni semplici in questo caso: il teatro può solo aiutare ad approfondire la questione».

Alcune decine di cittadini hanno deciso di partecipare attivamente in prima persona, raccogliendo l’appello della compagnia, e saranno una ventina gli attori non professionisti in scena con Agata. «Ci sono anche tre bambine: sono il simbolo del nostro futuro. Situazioni del genere probabilmente sono destinate a viverle ancora. Per chi studia questi temi è facile, infatti, immaginare che questo sia solo l’inizio…». Sul palco ci saranno studenti universitari (anche di provenienza straniera, che reciteranno in inglese), pensionati, attivisti per il clima, «magari con idee politiche diverse – commenta ancora l’attrice – ma tutti accomunati dalla stessa attenzione verso il tema dei cambiamenti climatici e l’ecologia». Tra di loro anche persone fi­nite sotto il fango, altre che non hanno potuto più partecipare perché impegnate nei soccorsi. L’alluvione, d’altronde, ha ­finito per modifi­care anche lo stesso spettacolo. «Il testo è scritto da me e frutto di varie residenze passate, materiali “mitologici” e scientifici – continua Tomšič –. Ma la parte costruita attraverso i laboratori con i cittadini, che hanno dato vita a diversi cori, è nata spontaneamente da loro, ci sono affermazioni come “Super temporali improvvisi” che oggi fanno quasi sorridere. C’è il “coro del problema”, per esempio, che può diventare il capitalismo come l’apericena. O battute già in copione come “Città di fango” che oggi assumono una forza ancora più urgente».

Coincidenza nella coincidenza è rappresentata anche dal Teatro Socjale di Piangipane, dove la compagnia ha svolto le ultime prove dello spettacolo, stravolte dai problemi logistici causati dall’alluvione. «È stato emozionante ritrovarsi in un teatro costruito oltre un secolo fa dalle cooperative dei braccianti, le stesse che dando la disponibilità a far allagare i propri campi nei giorni scorsi hanno di fatto salvato la città di Ravenna dall’alluvione».

Lo spettacolo – con regia di Davide Sacco e drammaturgia della stessa Tomšič, che dopo Ravenna farà tappa in due importanti festival internazionali in Montenegro e in Macedonia – è accompagnato anche da un momento di confronto con una tavola rotonda in programma domenica 11 giugno, alle 17 alla sala Corelli, del teatro Alighieri, a cura di Ateatro, dal titolo Festival e green: la sostenibilità negli eventi culturali e nello spettacolo dal vivo.

I treni per l’estate: a Ravenna arriva il diretto per Venezia

Treno

Presentata da Trenitalia-Tper l’offerta potenziata per chi sceglie di raggiungere l’Emilia-Romagna per le vacanze estive (e viceversa per gli emiliano-romagnoli).

Da domenica 11 giugno a domenica 10 settembre tornano e raddoppiano i treni diretti che collegano Piemonte ed Emilia-Romagna, debuttano i nuovi regionali diretti Venezia-Cattolica, aumentano le corse tra Bologna e Rimini (Romagna line), riparte la coppia di convogli regionali fra Bergamo-Brescia e la costa romagnola (Orobica line) e viene confermato il potenziamento di tutti i servizi aggiuntivi proposti lo scorso anno, con 140 treni da e per Rimini.

Potenziato anche il servizio delle Frecce (con fino a 34 fermate a Rimini, 18 a Riccione e quattro nuove a Cattolica) e 14 collegamenti Intercity con le spiagge della Romagna.

«È anche così che dimostriamo la nostra capacità di rialzarci, a neanche un mese dalla terribile alluvione che ha colpito la nostra terra – sottolinea l’assessore al Turismo della Regione, il ravennate Andrea Corsini-. Il lavoro senza sosta di donne e uomini del sistema di protezione civile, delle forze dell’ordine, di sindaci e cittadini ci ha permesso di far partire una stagione estiva sicura e garantita. Parallelamente l’offerta sempre più potenziata di Trenitalia-Tper conferma il ruolo centrale che la nostra regione continua ad avere nei flussi di traffici legati al turismo estivo dall’Italia e dall’estero.  Perché l’Emilia-Romagna è più che pronta, sia dal punto di vista dell’accoglienza sia per quanto riguarda la mobilità. Scegliere di venire a visitare le nostre bellezze in treno resta quindi una scelta sicura, ecocompatibile e di qualità».

I treni da e per Ravenna

Per quanto riguarda Ravenna, i nuovi treni regionali diretti Venezia Santa Lucia-Cattolica (via Ravenna). Si tratta in particolare di quattro corse – due il sabato e due la domenica.

Più servizi anche sulla linea Bologna-Ravenna-Rimini, sempre più utilizzata dopo la riorganizzazione che ha consentito di eliminare il cambio treno a Ravenna. Potenziata l’offerta del mattino del sabato con tre nuove corse in partenza da Bologna alle 7.40, alle 10.06 e alle 11.39.

Circolerà anche quest’anno, tutti i giorni dall’11 giugno al 27 agosto, l’Orobica line – la coppia di treni regionali fra Bergamo-Brescia e la costa romagnola. Il treno partirà da Bergamo alle 7.27 per poi raggiungere Ravenna e tutte le località di mare fino a Rimini in tempo per il pranzo.

I disegni di Montalbini in mostra a Ravenna al “Mag” di via Mazzini

Montalbini

Oggi (venerdì 9 giugno) alle 18 sarà inaugurata la seconda parte della mostra “Figure di cose che significano altre cose” al Magazzeno Arte Contemporanea di via Mazzini 35, a Ravenna, con le opere dell’artista Nicola Montalbini, che si aggiungeranno a quelle di M Fulcro, Margherita Paoletti ed Alessandro Pixa.

Il titolo cita Le città invisibili di Italo Calvino in quanto dal 9 giugno la mostra assume una nuova forma: verranno inserite anche le opere di Montalbini, il disegnatore scelto per illustrare anche la “guida” alla XXXIV edizione di Ravenna Festival di quest’anno, dedicata proprio al grande scrittore. Le opere di Montalbini, alcune inedite e progettate per la mostra, dialogheranno con quelle dei tre artisti già presenti in galleria dal 27 aprile. All’inaugurazione saranno presenti gli artisti e per l’occasione verrà aperto il giardino nel quale verrà offerto un aperitivo.

La mostra sarà visitabile fino al 29 luglio nei seguenti orari: venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30; sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19.30; domenica dalle 10 alle 13.

Ingresso gratuito.

Info 328 2860074.

Rinviata a settembre la Discesa dei Fiumi Uniti

Discesa Fiumi UnitiA causa del persistere della criticità idraulica e vista la necessita di verificare la condizione degli argini nei tratti interessati dalla manifestazione – fiume Montone e Fiumi Uniti – la discesa dei Fiumi Uniti (già fatta slittare inizialmente al 18 giugno) è definitivamente rinviata al 3 settembre 2023.

«Nel caso la situazione non fosse tornata alla normalità – scrivono dall’organizzazione di Trail Romagna -, la manifestazione sarà trasferita in un’altra location, tra le alternative si sta valutando la zona tra l’imbarco sul Fosso Ghiaia per lunga e la Bevanella per family».

Esami nei comuni dell’alluvione, la preside: «Oltre il danno, la beffa. Che pena»

Stamboulis contro la decisione del ministero di cancellare le prove scritte: «I ragazzi vogliono la normalità. E tutti i commissari erano perfettamente in grado»

Maturità Generica

Tra le reazioni all’ordinanza del ministero che cancella per gli studenti dei comuni alluvionati le prove scritte dagli esami di terza media e di Maturità, c’è anche quella delusa di Elettra Stamboulis, ex assessora del Comune di Ravenna e attuale dirigente scolastico al Liceo Artistico e Musicale Antonio Canova di Forlì.

La preside ravennate non trattiene il suo «scoramento, il senso di frustrazione e la rabbia» per la decisione del ministero, sottolineando come i più giovani siano stati i primi a rimboccarsi le maniche per ripulire per quanto possibile i danni dell’alluvione, «una reazione che mostra un atteggiamento e un’energia proattivi».

«Ci hanno chiesto sin da subito di verificare se c’erano studenti che non potevano raggiungere la scuola nei giorni dell’Esame di Stato – rivela Stamboulis -. Abbiamo verificato, anche qui nome per nome. Non mi risulta che a Forlì, che è una delle città più colpite, ce ne siano. Se ce ne fossero stati per questi avremmo chiesto la possibilità di fare l’esame a distanza o la suppletiva. Ma non ce ne sono».

«Al ritorno a scuola – continua la preside -, abbiamo fatto le prove Invalsi delle classi seconde: è successo qualcosa di inconsueto, molti assenti hanno chiesto di recuperare. Ho spiegato che non era necessario, che è una prova di sistema. E hanno detto «Ma noi le vogliamo fare”. Abbiamo fatto una suppletiva. Perché i ragazzi vogliono la normalità. Abbiamo relazionato e integrato i documenti del 15 maggio, chiarendo le parti di programma eventualmente non svolti o svolti in modo superficiale. Stiamo affiancando giorno per giorno, come sempre, le classi nei ripassi e nello studio».

«Ora gli si dice: “Non siete in grado”. Non siete in grado di fare la prova di progettazione artistica, per la quale vi state preparando da cinque anni. Non potete suonare all’Esame di Stato per mostrare quanto avete imparato. La sensazione è di essersi allenati per la maratona ed essere messi in panchina. Non credo sia quello di cui hanno bisogno. Tutti i commissari, i presidenti, delle commissioni vengono dallo stesso territorio, sanno cosa è successo, non l’hanno letto sui giornali. Erano perfettamente in grado di affrontare eventuali criticità. Gli hanno detto: “non ci fidiamo di voi”. Perché? Perché oltre il danno, la beffa? Sentirsi diversi da tutti i propri compagni della Regione? “Ah, tu sei quello che ha fatto l’oralone…”. Non credo ce ne fosse bisogno. Vorrei anche sapere chi è stato ascoltato per prendere questa paternalistica decisione. Che, come ogni paternalismo, non riconosce i soggetti nella loro energia, nella loro potenzialità. Faremo, come sempre del nostro meglio, così come sono sicura faranno i nostri studenti e le nostre studentesse. Ma che pena».

L’Italia dei tre ravennati è per la prima volta nella storia in finale ai Mondiali

Impresa dell’Under 20 con un altro gol del cervese Cesare Casadei. Domenica 11 giugno la sfida all’Uruguay

Italy V Korea Republic: Semi Finals FIFA U 20 World Cup Argentina 2023
Il ravennate Prati scatta il selfie finale, in una delle foto pubblicate nella gallery della Figc

L’Italia dei tre ravennati centra per la prima volta nella storia la finale del Mondiale di calcio Under 20, in corso in Argentina.

Battuta in semifinale la Corea del Sud, 2-1, con la partita sbloccata ancora una volta dal cervese Cesare Casadei, al suo settimo gol in sei partite, capocannoniere indiscusso della competizione.

Italy V Korea Republic: Semi Finals FIFA U 20 World Cup Argentina 2023
Giovane e Casadei esultano dopo il gol del cervese (foto dalla gallery pubblicata sul sito della Figc)

In campo dal primo minuto anche gli altri due giocatori nati e cresciuti in provincia di Ravenna (ma “scuola Cesena”), Prati e Giovane, entrambi andati pure vicino al gol.

Ora l’appuntamento è per domenica 11 giugno (ore 23 italiane) contro l’Uruguay: in palio ci sarà il titolo mondiale.

Antonella Lattanzi e il dolore della maternità: «La scrittura mi ha salvata»

Perdita, desiderio e speranze universali, i temi del nuovo romanzo presentati a Faenza dall’autrice

Antonella Lattanzi Faenza

Ci sono cose che non si possono dire, perché farlo significherebbe aprire una diga di parole ed emozioni che a lungo abbiamo trattenuto dentro di noi, nascoste dagli occhi indiscreti degli altri. Per questo Antonella Lattanzi ha taciuto il suo dolore, finché non ha capito che l’unico modo per sperare di attribuirgli un senso era condensarlo nella scrittura, la sua, e renderlo un fatto universale.

Così nasce Cose che non si raccontano, romanzo autobiografico che ripercorre l’esperienza di Lattanzi con la maternità. L’autrice lo ha presentato lunedì 5 giugno a Faenza, nell’ambito del programma di ScrittuRa Festival, in dialogo con Ivan Tabanelli. Il suo è il racconto di una donna scissa tra due desideri: quello di diventare madre, da un lato, e quello di diventare scrittrice, dall’altro. Apparentemente inconciliabili a vent’anni, quando tutto deve essere ancora dimostrato e la voglia di affermarsi nel lavoro si fa più pressante. «Per tanti motivi diversi», Lattanzi decide di ricorrere due volte all’aborto, una scelta che torna a pesare anni dopo, quando cerca in tutti i modi di avere un figlio con il suo compagno senza riuscirci. È il segno per lei di una punizione divina, di un conto in sospeso da pagare con gli interessi: «Già quando ho iniziato a pensare di avere un figlio ho pensato che non ce l’avrei fatta: nel momento in cui mi è successo l’ho rifiutato, mi dicevo, e adesso che lo cerco sono un’egoista perché ho pensato prima al mio lavoro, ai miei desideri, alla mia ambizione». Antonella Lattanzi racconta la parte più oscura della maternità, quella più scomoda ma tanto vera quanto quella radiosa e infiocchettata. Il suo è un libro intriso di dolore che però serve a far luce su quanto avviene all’interno degli ospedali e sui limiti che la società ancora impone alle donne che “voglio tutto”, a partire dal diritto all’aborto: «Penso che l’aborto sia un diritto inalienabile e che noi viviamo in un’epoca in cui questo diritto non è più garantito, per cui è importantissimo parlarne e ricordarlo. Quando ho deciso di scrivere questo libro, alcuni dicevano “non dire che hai abortito due volte, di’ che hai abortito una sola volta così le persone ti perdoneranno più facilmente”. Ma per sancire un diritto e per far capire alle persone che chiunque abortisce non lo fa mai con leggerezza e che quello che ti rimane dentro ti rimarrà dentro per sempre, nonostante tu creda in questo diritto, mi sembrava importante essere onesti e raccontare le cose come sono andare veramente». Lattanzi racconta della violenza ostetrica subìta in ospedale, dove anche se stai per abortire «ti chiamano mamma e papà», e del senso di colpa e della rabbia che l’hanno assalita quando, anni dopo, ha deciso di sottoporsi a un lungo ed estenuante percorso di procreazione medicalmente assistita. La sua è una verità cruda, ricercata con ostinazione dentro se stessa. Si avverte la necessità di esprimere con parole esatte quanto la mente fa fatica ad ordinare e soprattutto ad accettare, utilizzando come unico appiglio la sterile terminologia medica. Allo stesso tempo, però, la paura paralizza l’espressione verbale: non si può parlare di gravidanza, perché farlo significherebbe esporsi al rischio di rendere reale qualcosa che non si osa nemmeno immaginare («Mi sconvolgeva come io fossi convinta che nel momento in cui pronunciavo qualcosa mi sarei scatenata il destino contro. Finché le cose non le dici non esistono. La parola fa sì che le cose esistano»).

«La speranza – dice Lattanzi – può essere pericolosa quando diventa certezza, e per questo è violenta»: quando anche l’ennesimo tentativo non va a buon fine, subentra la disperazione. Lei, però, è una scrittrice, e proprio nella scrittura, a un certo punto, trova la forza di reagire: «Mi sono resa conto che la rabbia che provavo poteva essere utile. Durante questo percorso ho visto delle cose orribili che accadono continuamente, ma le altre donne non hanno voce per dirlo, io avevo una voce e la dovevo usare». Così nasce l’idea di scrivere un romanzo su quanto le è accaduto, non tanto per stare meglio, quanto per nutrire una seconda speranza, questa volta positiva e «luminosa», di poterlo condividere aiutando altre donne e uomini a sentirsi meno soli: «Per me la letteratura racconta sempre cose che non si raccontano. Racconta le cose che nessuno vuole sentire. Le cose che non abbiamo il coraggio di dire e nemmeno di pensare, racconta gli aspetti più ambigui della società e delle persone ma soprattutto racconta cose assai semplici, sempre, perché nella letteratura siamo tutti uguali». Con questa convinzione Antonella Lattanzi ha scritto un libro in cui parla di sé in maniera universale, trasformando il suo dolore in un messaggio di denuncia e condivisione. Dimostrando che forse, in fondo, l’unico modo per sopravvivere al proprio dolore è parlarne e scriverne, mettendo nero su bianco quello che un tempo non osavamo raccontare nemmeno a noi stessi.

Alla Torre di Oriolo musica dal vivo e degustazione di vini e sapori del territorio

La rassegna si svolgerà tutti i mercoledì dal 14 giugno al 23 agosto

Torre Di Oriolo Festa

Compie vent’anni la rassegna estiva Oriolo di sera, che ogni mercoledì a partire dal 14 giugno ospiterà alla Torre di Oriolo (Faenza) una selezione dei migliori vini e sapori del territorio con  musica dal vivo.

Il programma prevede fino al 23 agosto concerti, cene sotto le stelle e altri eventi. Ogni mercoledì, dalle 20 fino a mezzanotte, si potrà cenare accomodandosi tra i tavoli posizionati ai piedi della Torre oppure scegliendo la modalità pic-nic sulle proprie coperte all’interno del parco. Durante la serata si esibiranno diverse band regionali e sarà possibile visitare il castello medievale.

A inaugurare la rassegna mercoledì 14 giugno saranno i Margò Superfolk, mentre mercoledì 21 arriveranno i Vertigo Reef. A chiudere la programmazione del mese, il 28 giugno, sarà la band Memorabilia.

Tutti i mercoledì dal 28 giugno al 26 luglio, dalle 20.30 alle 21.30, sarà presente la scuola di ballo Gian Paolo & Mila Danze per far ballare i presenti sulle note del folk romagnolo, in omaggio un calice di vino per tutti i partecipanti.

Due serate speciali, il 9 e il 10 agosto, saranno dedicate come da consuetudine all’enologia del territorio con la rassegna Calici sotto la torre: in degustazione il Famoso, il Centesimino, l’Albana e il Sangiovese in tutte le versioni.

Per informazioni sulle singole serate consultare www.torredioriolo.it, pagina Facebook e Instagram “Torre di Oriolo” oppure contattare il numero  333.3814000.

Al via in Bassa Romagna la distribuzione gratuita del prodotto contro le zanzare

Ecco dove e quando sarà possibile ritirarlo, tutti i dettagli sui siti e sui social dei Comuni

Riparte in Bassa Romagna la distribuzione gratuita del prodotto contro le zanzare, che sarà effettuata nei nove Comuni dalla ditta Sireb incaricata e anche grazie all’aiuto del volontariato locale, delle circoscrizioni e del Ceas Bassa Romagna. Sui siti web e sui social dei Comuni della Bassa Romagna saranno pubblicati tutti i dettagli.

Ad Alfonsine il prodotto potrà essere ritirato lunedì 12 giugno dalle 8.30 alle 12 in piazza della Resistenza (davanti al museo del Senio), e giovedì 15 giugno presso le delegazioni comunali delle frazioni di Longastrino (via Bassa 59,dalle 14 alle 15) e Filo, (via Antonellini 2, dalle 16 alle 17).

Bagnacavallo distribuzione sabato 24 giugno dalle 9 alle 12 sotto al loggiato del municipio, mentre nella frazione di Villanova venerdì 16 giugno dalle 9 alle 12 sarà allestito un banchetto nella delegazione comunale.

Bagnara di Romagna il prodotto può essere ritirato all’Urp a partire da lunedì 12 giugno, negli orari di apertura al pubblico.

A Cotignola (portico d’ingresso del municipio) sarà possibile ritirare il prodotto sabato 17 giugno dalle 8.30 alle 11, mentre a Barbiano (portico della farmacia) il prodotto potrà essere ritirato sabato 17 giugno dalle 8.30 alle 10.

Conselice il prodotto potrà esser ritirato il 17 giugno dalle 9 alle 12 al banchetto allestito dai volontari presso loggiato del municipio.

Nella frazione di Lavezzola il prodotto sarà consegnato al banchetto gestito dai volontari nel centro sociale sabato 17 giugno dalle 9 alle 12; per la frazione di San Patrizio sarà possibile ritirare il prodotto al banchetto gestito dai volontari nelle ex scuole elementari dalle 9 alle 12 sabato 17 giugno.

Fusignano la distribuzione si terrà venerdì 16 giugno dalle 9 alle 12 in piazza Corelli.

A Lugo centro il prodotto sarà distribuito a cura del Ceas Bassa Romagna (cooperativa Atlantide) in Largo Relencini 1, sotto il portico del Comune di Lugo, sabato 17 giugno dalle 9 alle 12.

Diverse le date e le modalità per le frazioni: mercoledì 14 giugno a Villa San Martino al centro civico di via Provinciale Bagnara 78 dalle 9 alle 11; a San Bernardino sabato 17 giugno nell’ex casa del popolo (via Stradone San Bernardino 7) dalle 9.30 alle 12; ad Ascensione tramite consegna porta a porta dalla circoscrizione a partire da martedì 13 giugno; a Santa Maria in Fabriago venerdì 16 giugno al centro civico in via Martiri di Fabriago dalle 8 alle 14; sabato 10 giugno nei centri civici di San Potito (dalle 10 alle 12) e Belricetto (dalle 9 alle 11.30); da sabato 17 giugno a Voltana (dalle 8.30 alle 12.30) nella delegazione comunale; sempre sabato 17 giugno a Ca’ di Lugo (dalle 9 alle 10.30) nella piazzetta Masironi e a Giovecca dalle 10 alle 11.30 all’ex scuola elementare di via Ferrara; a Bizzuno al centro civico venerdì 16 giugno (dalle 17 alle 19); sabato 17 giugno dalle 9 alle 10.30 in piazza 8 Marzo a San Lorenzo.

Massa Lombarda il prodotto potrà essere ritirato sabato 17 giugno in piazza della Bocciofila dalle 9 alle 12, mentre a Fruges sarà distribuito sabato 17 giugno in piazza 8 Marzo dalle 8.30 alle 11.

A Sant’Agata sul Santerno distribuzione martedì 13 giugno dalle 9 alle 12 nelle scuole media in via Roma 6.

Ultimata questa fase di distribuzione programmata, la scorta di prodotto antilarvale eventualmente rimasta sarà affidata agli Urp per la consegna ai cittadini fino a esaurimento delle scorte.

Il prodotto è acquistabile anche nelle farmacie che aderiscono alla campagna di sensibilizzazione; l’elenco delle farmacie è pubblicato nel sito dell’Unione www.labassaromagna.it.

Come utilizzare il prodotto
Il prodotto non deve essere diluito, basta inserire le gocce o la capsula nel pozzetto ed esse formano uno strato uniforme sulla superficie dell’acqua, che impedisce lo sviluppo delle larve e delle pupe di zanzara. Vanno introdotte dieci gocce oppure una capsula in ogni caditoia.

Va utilizzato con cadenza mensile e per tutta la stagione estiva fino al 31 ottobre (anche oltre se perdura il caldo), assicurando la copertura del trattamento anche nei periodi di ferie, nei pozzetti va ripetuto dopo ogni abbondante pioggia. Il trattamento larvicida è obbligatorio e sono previsti controlli a campione.

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi