Il settore più colpito è quello dell’ortofrutta, decine di migliaia di ettari di vigne e ortaggi coinvolti
Sott’acquaoltre 5mila aziende agricole con serre, vivai e stalle, a causa dell’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna negli ultimi giorni.
Si contano animali affogati e decine di migliaia di ettari allagati di vigne, ortaggi, cereali e strutture di lavorazione dei prodotti agricoli. Questo è quanto emerge dal monitoraggio in particolare nelle tre province romagnole della Coldiretti.
«Il settore più colpito – precisa l’associazione – è quello dell’ortofrutta con il lento deflusso dell’acqua rimasta nei frutteti che soffoca le radici degli alberi fino a farle marcire e il rischio di far scomparire intere piantagioni che impiegheranno anni prima di tornare produttive».
«Difficoltà – aggiunge Coldiretti – anche a garantire l’alimentazione degli animali allevati anche perché è stato compromesso il foraggio e manca l’acqua per abbeverarli nelle zone collinari, con problemi di viabilità per i danni alle infrastrutture rurali a causa di frane e smottamenti».
«Stante la situazione straordinaria, riteniamo necessario – afferma Marco Allaria Olivieri, direttore di Coldiretti Emilia-Romagna – un decreto legge speciale del governo e il relativo stanziamento di risorse congrue ad affrontare i danni subiti che crescono di ora in ora per le attività agricole».
Chiuso il Mausoleo di Teodorico, a seguito del crollo di un albero avvenuto nella mattinata di oggi, giovedì 18 maggio, sull’area di parcheggio davanti al sito.
Sul posto sono presenti unità di personale di sorveglianza e sono stati transennati i posti auto.
Verrà data notizia della riapertura attraverso i consueti canali.
Il Cinemacity allestito con le brande per le persone evacuate
Il Comune di Ravenna ha comunicato (aggiornamento delle 10.45 di oggi, giovedì 18 maggio), che possono rientrare nelle proprie case gli abitanti delle località evacuate nei giorni scorsi: Savio di Ravenna, Castiglione di Ravenna, Mensa, Matellica e a Ravenna quelli di Ponte Nuovo, via Galilei, viale Newton nella zona adiacente ai fiumi uniti in direzione nord fino allo scolo Lama, zona via Antica Milizia dal canale Lama fino alla rotonda Germania, Borgo Montone, Madonna dell’Albero e Porto Fuori nella parte compresa fra via Stradone e via Bonifica da una parte e i fiumi uniti dall’altra.
Le persone che hanno avuto danni alle abitazioni o che hanno particolari condizioni personali o logistiche possono rimanere ospiti degli hub. Per chi era stato trasferito ai centri di accoglienza è previsto il trasporto nelle rispettive località con pullman.
Le condizioni dei fiumi e della rete consortile nel resto delle zone evacuate al momento (le ultime Villanova, Filetto e Roncalceci, oltre a Borgo Sisa, Coccolia e parte di Bastia) non consente di adottare lo stesso provvedimento e non si esclude di dover attuare ulteriori evacuazioni preventive nelle prossime ore.
Il sindaco di Alfonsine, Riccardo Graziani, «stante la gravità della situazione in atto», annuncia che le scuole resteranno chiuse fino al ritorno alla normalità.
«Nella giornata odierna (18 maggio, ndr) sarà emessa ordinanza di chiusura scuole valida fino a sua revoca», scrive sui social.
Coinvolto un silos alla Docks Cereali. Non ci sarebbero feriti
Incendio al porto di Ravenna, nella mattinata di oggi, 18 maggio.
Il fumo nero è visibile a chilometri di distanza, come stanno testimoniando anche diverse foto scattate dai titolari degli stabilimenti balneari dalla spiaggia di Marina di Ravenna e Punta.
Qui sopra un video di un utente di Facebook, Stefano Pace.
L’incidente si è verificato al terimanl della Docks Cereali, a partire da un silos di stoccaggio. Stando alle prime informazioni, non ci sarebbero feriti.
Il canale Candiano è stato momentaneamente chiuso alle navi.
L’incendio risulta domato e messo in sicurezza poco dopo le 11.
«La fase probabilmente più critica di questa emergenza si presenterà in queste ore». Lo ha dichiarato attorno alle 9 di questa mattina (18 maggio) il sindaco di Alfonsine, Riccardo Graziani, lanciando un appello ai suoi concittadini.
«L’acqua della rotta del Senio avvenuta a Castel Bolognese è già arrivata in comuni vicini ed arriverà anche qui. Potrebbe essere acqua molto alta».
Difficile prevedere orari e luoghi, ma il sindaco invita a «recarsi ai piani alti delle proprie abitazioni» o ai centri di accoglienza.
Per informazioni 0544 866611, per emergenze 800 072525.
Primi allagamenti (anche se al momento circoscritti) alle porte di Ravenna, mentre il livello dei Fiumi Uniti, che tanto ha spaventato i cittadini per tutta la giornata di ieri (17 maggio) è in calo.
Fornace Zarattini è infatti in allarme dalla mattina di oggi, 18 maggio, per l’esondazione del Canale Magni, nella zona commerciale vicino al ponte della Faentina, a poche centinaia di metri dal Cinemacity, che è un hub di accoglienza per gli evacuati.
Dal meteorologo Pierluigi Randi le misurazioni dei due eventi estremi di maggio. Ma non bastano a cancellare la siccità: «Se piove così in fretta non penetra nel terreno»
Gli accumuli di pioggia sulla pianura ravennate nei primi 17 giorni di maggio hanno superato i 200 millimetri (in alcuni punti del Faentino si è arrivati anche a 300), che equivalgono al quadruplo della media dell’intero mese di maggio nell’ultimo trentennio. In alcune zone a duecento metri di altitudine sull’appennino ravennate il dato di accumulo finora è di 450-500 mm, equivalente a circa la metà delle precipitazioni di un intero anno. Negli archivi dell’ultimo secolo non c’è traccia di due eventi come quelli avvenuti l’1-3 e il 15-17 maggio altrettanto ravvicinati.
I dati forniti dal bagnacavallese Pierluigi Randi, meteorologo professionista e presidente dell’Ampro (Associazione meteo professionisti), fotografano la portato di cosa ha vissuto la Romagna: «Con questi numeri era quasi inevitabile che ci fossero conseguenze per il territorio». La problematica vissuta, come noto, è stata dettata dai fiumi che hanno raccolto piene massicce e danneggiato argini: «Ha piovuto molto in collina e questo ha spinto a valle grandi quantità di acqua. Se avesse piovuto così tanto solo in pianura non ci sarebbero stati gli stessi danni». Se si risale al 1939 si trova un maggio molto piovoso che causò una grave alluvione in Romagna anche se le abbondanti precipitazioni furono distribuite in 14-15 giorni, mentre questa volta si sono concentrate in sessanta ore complessive (36 all’inizio di maggio e 24 nei giorni scorsi).
«Abbiamo appena vissuto due eventi ravvicinati senza dubbio estremi – osserva Randi –, che arrivano dopo un altro evento altrettanto estremo ma in senso opposto: quasi un biennio di siccità. I modelli di clima ci dicono che questa alternanza da un estremo all’altro sarà sempre più frequente per i cambiamenti del clima. Non possiamo più evitare che questo accada, possiamo solo fare mitigazione e adattamento. Su questo aspetto si è fatto ancora poco». Potrebbe venire spontaneo pensare che almeno queste piogge abbiano saziato la sete della terra messo una pezza al problema siccità. E invece no: «Sembra un paradosso, ma precipitazioni così intense in finestre di tempo così ridotte hanno una notevole perdita percentuale per dilavamento: agiscono solo negli strati superficiali del terreno e faticano a penetrare in profondità. Se gli stessi 300-400 mm di pioggia fossero arrivati distribuiti in tre mesi allora sì che avremmo una riduzione della siccità. Ora possono bastare un paio di mesi con poca pioggia e torneremo a fare i conti con la siccità».
Le due ondate di maltempo di questo mese hanno una genesi simile: «La depressione sviluppata sul Tirreno meridionale è stata ostacolata da due alte pressioni a Ovest e Est: così è rimasta intrappolata e si è mossa lentamente, in parte è ancora lì, sul versante emiliano-romagnolo. Si tratta di una perturbazione alimentata da un afflusso di aria estremamente umida da sud est, prelevata da Jonio e Nord Africa, e da una massa d’aria calda e molto umida che entra in Emilia con correnti da est».
La perturbazione si muove molto lentamente ma sta dissipando la propria energia. Le previsioni dicono che il peggio è alle spalle: «Ma non ci aspettano giornate di bel tempo come ci servirebbe per consentire i lavori di ripristino.
Purtroppo abbiamo di fronte una situazione instabile. Da venerdì 19 maggio un nuova perturbazione interesserà il nordovest e potremmo avere altre pioggie abbondanti in Romagna».
Nel comune di Ravenna evacuate anche Villanova, Filetto e Roncalceci
Un’altra notte difficile, con allagamenti diffusi in diverse zone della provincia.
L’acqua è arrivata anche a Lugo, in città, dopo che nella tarda serata di ieri aveva allagato il circondario. Nella vicina Cotignola, tra le altre cose, l’acqua ha invaso anche il piano terra del Maria Cecilia Hospital.
Tra le località che non erano state inizialmente coinvolte dagli allagamenti anche Cervia, che dalla tarda serata di ieri ha visto invece l’acqua penetrare in particolare nel quartiere Malva Nord, poi evacuato.
A Ravenna città invece non si segnalano allagamenti, ma il Comune è impegnato a gestire alcune emergenze. In primis l’evacuazione di tre nuove frazioni, Villanova, Filetto e Roncalceci, disposta poco dopo l’alba. A provocare gli allagamenti, in questo caso, la frattura del Lamone fra Reda e Fossolo che ha sovraccaricato il Cer e tutta la rete secondaria dei canali consortili e sta allagando parti significative delle campagne.
Nella nottata ci sono stati allagamenti anche a Russi, Godo e San Pancrazio.
Sopralluogo della sindaca di Russi. Case allagate in via Rivalona, via Croce e via Franguelline. La rete degli scoli in difficoltà per la rottura del Lamone a Reda. Tracimazioni e allagamenti anche nella zona di Villanova
L’incrocio tra via Croce e via Franguelline alle 2 del 18 maggio
La frazione di Godo nel comune di Russi verso l’1 del 18 maggio è stata raggiunta dall’acqua proveniente da sud, dai canali di campagna ormai colmi che non riescono a contenere la massa esondata dal fiume Lamone nella zona di Reda, nel comune di Faenza. Le prime case allagate sono quelle in via Rivalona, con l’acqua risalita dal campo da baseball fino ai pressi della chiesa, in via Franguelline e in via Croce. Molte persone, per evitare danni alle auto, hanno scelto di posteggiarle ai bordi della carreggiata sulle rampe del ponte di via Franguelline che scavalca la ferrovia. Scena simile a San Michele.
La sindaca Valentina Palli ha svolto un sopralluogo nella frazione e ha affidato a Facebook alcune riflessioni: «Il livello del fiume Lamone è tornato arancione e quello del Montone, seppure lentamente, sta scendendo. L’allagamento della sede stradale, di alcune case e dei campi circostanti è dovuto all’ innalzamento di livello degli scoli consorziali Fossolo, Cupa, Pisinello e del canale Emiliano romagnolo a seguito delle 36 ore di pioggia ininterrotta e della rottura del fiume Lamone a Reda. L’acqua corre veloce e gli scoli non sono in grado di trattenerla, visti i quantitativi. L’acqua nei pochi punti più alti raggiunge 60/70 cm. Più comunemente è tra i 10/20 cm. Ovviamente fa danni in ogni caso ma non è un livello pericoloso per le persone e questo è essenziale. Spostatevi al primo piano delle abitazioni e mantenete la calma».
Auto parcheggiate sul cavalcaferrovia a Godo
La situazione è monitorata dagli addetti del Consorzio di bonifica. Una decina di anziani ospiti di una casa famiglia in via Rivalona è stata messa in sicurezza al primo piano. I vigili del fuoco hanno invece soccorso una coppia che vive al piano terra e l’hanno accompagnata a un centro di accoglienza.
Sono due le sedi attrezzate dal Comune per ospitare chi ha dovuto evacuare la propria abitazione o non si sentiva sicuro a rimanere in casa. In totale circa duecento persone suddivise tra il palazzetto dello sport in via Calderana e la scuola in via Don Minzoni. In particolare si consiglia quest’ultima soluzione per chi volesse lasciare le case. La scuola è stata allestita in modo da garantire ospitalità in maniera decorosa, riservando anche spazi a chi ha evacuato in compagnia di cani o gatti.
Nella campagna tra Godo, San Pancrazio e Russi il principale degli scoli del cosiddetto reticolo secondario è il canale Magni che completa il suo percorso nella pialassa Baiona, costeggiando la zona industriale del petrolchimico nel tratto finale ma lambendo prima Villanova di Ravenna. Poco dopo le 3 del 18 maggio situazione molto delicata all’altezza del ponte nei pressi del cimitero di San Michele. Ma già nella serata del 17 maggio erano diverse le persone residenti nelle case sparse della zona che stavano tenendo sotto controllo il livello temendo il peggio.
Alle 2.50 il Comune di Ravenna ha emanato un’allerta per Villanova: «Si stanno registrando innalzamenti dei livelli dell’acqua del canale Magni che stanno generando tracimazioni e allagamenti delle aree circostanti. Per questo si raccomanda di salire ai piani alti. Chi non si sentisse comunque sicuro può recarsi nella sede del comitato cittadino di Villanova di Ravenna oppure nell’area di accoglienza allestita al Cinemacity».
Via Franguelline a Godo alle 3 del 18 maggio
L’incrocio tra via Franguelline e via Croce a Godo nella sera del 17 maggio
Via Viazza di Sotto a San Michele nel punto in cui scavalca il canale di scolo accanto al cimitero alle 3.30 del 18 maggio
Il Museo Classis allestito come hub di accoglienza per gli evacuati
Allestito nel quartiere Alberti a Ravenna, sotto i portici di piazza Bernini, un punto di raccolta per i beni di prima necessità da distribuire a chi è stato evacuato o ha subito danni alle abitazioni.
Aperto a partire dalle 11 di oggi, giovedì 18 maggio.
I beni richiesti sono coperte, lenzuola, piatti, sapone per le mani, guanti, prodotti per pulire i bagni, carta igienica, succhi di frutta, omogeneizzati…
L’iniziativa si svolge in collaborazione con l’associazione Cuore e Territorio, i cui volontari provvederanno a distribuire i beni raccolti alle persone evacuate dalle proprie abitazioni, che sono ospiti delle varie aree di accoglienza organizzate dal Comune in diverse parti della città.