I dati della diocesi. Complessivamente la frequenta il 70 percento della popolazione scolastica
Gli studenti che frequentano l’ora di religione nelle scuole del Ravennate quest’anno sono 16.289, il 70,4% della popolazione studentesca complessiva. Lo rende noto la diocesi, inviando i dati ai giornali.
Ma i dati sono molto diversi tra i vari ordini di scuola e ci sono differenze anche tra istituto e istituto.
Nella scuola dell’infanzia e alla primaria la percentuale di chi si avvale dell’Irc è intorno all’80%: in specifico è al 78% nelle materne e all’81,5% alle elementari. Il 75,5% degli alunni delle scuole superiori di primo grado resta in classe durante l’ora di religione, 4.181 ragazzi su un totale di 5.541famiglie.
Mentre la percentuale si abbassa al 50,8% nelle scuole superiori. Un fenomeno che si osserva da tempo ma che ha subito un’accelerazione negli anni della pandemia.
Entro fine mese, come tutti gli anni, è possibile decidere se partecipare o meno all’ora di religione nel prossimo anno scolastico.
Le fiamme, da un carrello di plastica, si sono propagate lungo il muro del mastio della Rocca Manfrediana, danneggiandolo
Sei ragazzini sono stati denunciati dai carabinieri per aver danneggiato il luogo della memoria di Solarolo.
I fatti risalgono alla serata del 26 dicembre, quando fu bruciato un carrello di plastica e le fiamme si propagarono lungo il muro del mastio della Rocca Manfrediana, quasi completamente distrutta nella Seconda Guerra Mondiale, durante l’eccidio in cui morirono uomini, donne e bambini per mano dei nazifascisti. Un luogo simbolico, come sottolineato dall’Anpi locale.
Fu una coppia di passanti a lanciare l’allarme, attorno alle 22.30 del 26 dicembre, con gli autori che riuscirono a scappare e i vigili del fuoco a domare l’incendio, i cui segni sono ancora ben visibili sul muro del mastio, in attesa di un intervento di pulizia già annunciato dal Comune.
I carabinieri – scrive il Carlino Faenza in edicola oggi, 20 gennaio – al termine delle indagini hanno individuato nei giorni scorsi sei minorenni, ritenuti responsabili dell’incendio.
Data la giovane età dei presunti colpevoli, è probabile che si sia trattato solo di una bravata finita male e non di un gesto politico, come aveva già ipotizzato anche il sindaco di Solarolo.
Folle inseguimento nella notte lungo la diramazione ravennate dell’A14, da Lugo fino a Ravenna.
Protagonisti della vicenda, due cittadini albanesi alla guida di un Suv che prima hanno tentato di investire il carabiniere che aveva intimato loro l’alt, nell’ambito di una serie di controlli con etilometro, e poi hanno tentato di seminare le due pattuglie che si sono messe all’inseguimento, raggiungendo anche i 220 km all’ora.
La fuga è terminata a Ravenna, in via Sant’Alberto, con il Suv finito fuori strada al termine dell’ennesima manovra pericolosa. I due hanno tentato di scappare a piedi e, non paghi, una volta raggiunti dai carabinieri hanno tentato di colpirli con calci e pugni.
Arrestati, i due sono comparsi ieri, 19 gennaio, davanti al giudice. Per un 44enne, con precedenti, si sono aperte le porte del carcere. Per il 32enne che era con lui, incensurato, invece solo l’obbligo di firma due volte a settimana, in attesa del processo che si terrà in aprile.
La notizia è riportata con ulteriori dettagli sui due quotidiani in edicola oggi, 20 gennaio.
Spettacoli, incontri e laboratori con il coinvolgimento delle scuole
Lei conosce Arpad Weisz?
In occasione della Giornata della Memoria, E Production, con il progetto LoSpazio della Memoria, propone dal 24 al 28 gennaio cinque giorni di spettacoli e un incontro pubblico. Con l’obiettivo di portare il teatro nelle scuole coinvolgendo tutta la città a partire dai ragazzi ed “entrare” nelle storie di chi ha vissuto il lager e portare quelle esperienze nella riflessione di oggi.
Le mattine saranno riservate agli studenti e le serate aperte al pubblico: in scena al ridotto del teatro Rasi e a Palazzo Merlato, nella sala del consiglio comunale di Ravenna.
Il progetto è iniziato a dicembre con laboratori a cura di Fanny & Alexander nelle scuole medie Montanari e Guido Novello e nei licei Artistico “Nervi-Severini” e Scientifico “Oriani” di Ravenna.
Andrea Argentieri
Gli appuntamenti ruotano attorno a due progetti teatrali: il primo è Se questo èLevi di Fanny & Alexander, vincitore del Premio speciale Ubu 2019 e Premio Ubu al migliore attore under 35 ad Andrea Argentieri. Nel corso dei laboratori tenuti negli istituti, gli studenti hanno avuto modo di conoscere a approfondire insieme all’attore la figura dello scrittore e saggista Primo Levi e di sperimentare l’eterodirezione, metodo di creazione teatrale che da oltre quindici anni rappresenta una delle cifre artistiche di Fanny & Alexander.
A conclusione degli incontri, nelle mattinate del 26, 27 e 28 gennaio, i ragazzi saranno coinvolti nello spettacolo che si svolgerà nella Sala Consiliare del Comune di Ravenna. Porte aperte invece al pubblico per le repliche ad ingresso gratuito previste nei pomeriggi del 27 e 28 gennaio (ore 18).
Il secondo spettacolo è Lei conosce Arpad Weisz? della compagnia Menoventi, in scena al Ridotto del Teatro Rasi. Il reading che vede protagonisti gli attori Consuelo Battiston e Leonardo Bianconi è tratto dal libro-inchiesta Dalloscudetto ad Auschwitz di Matteo Marani ed è dedicato al calciatore e allenatore di origini ebraiche Arpad Weisz, vincitore di diversi scudetti con Bologna e Inter nel campionato italiano di calcio, e caduto vittima, insieme a tutta la sua famiglia, delle leggi razziali e della persecuzione, fino alla deportazione e alla morte nei campi di concentramento.
Le mattine riservate agli studenti sono previste per il 24, 25, 26 e 27 gennaio; per la città sono previsti spettacoli il 25 gennaio (ore 15), il 26 e 27 gennaio (ore 20).
Nella serata conclusiva del 27 i temi saranno approfonditi in un incontro con il pubblico alle ore 21 nella saletta del Teatro Rasi, con gli interventi di Fabio Sbaraglia (Assessore alla Cultura del Comune di Ravenna), Alessandro Argnani (Direzione Ravenna Teatro), Gianni Farina (regista Menoventi), Consuelo Battiston e Leonardo Bianconi (interpreti di Lei conosceArpad Weisz?) e Alfredo Tassoni (Presidente Club Cosmopolita Arpad Weisz).
Lo spettacolo Se questo è Levi è ad ingresso gratuito. Prenotazioni a info@e-production.org e al numero 349 5824266.
Per lo spettacolo Lei conosce Arpad Weisz? il biglietto intero costa 10 euro, il biglietto ridotto under 30 e abbonati 8 euro. I biglietti sono acquistabili anche online su www.ravennateatro.com, la biglietteria del teatro è aperta tutti i giovedì pomeriggio dalle 16 alle 18 e da un’ora prima dello spettacolo.
L’immobile è di proprietà del Comune di Cervia, una sola dichiarazione di interesse per la gestione: il concessionario è obbligato a gestire il locale nel rispetto delle caratteristiche romagnole popolari
Si è conclusa la procedura di assegnazione del ristorante Casa delle Aie a Cervia e l’amministrazione comunale ha aggiudicato la concessione dell’immobile di sua proprietà in via Aldo Ascione in via definitiva per nove anni alla ditta Battistini. La ditta ha offerto un canone di 280.280 euro (oltre all’Iva) per un totale di 342mila euro all’anno. L’assegnazione è avvenuta attraverso procedura negoziata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, partendo da una base d’asta di 280mila euro.
Lo scorso 30 settembre l’amministrazione comunale aveva avviato l’indagine di mercato informale per l’acquisizione di manifestazioni di interesse con l’obiettivo di individuare gli operatori economici da invitare alla successiva procedura negoziata. Alla scadenza dell’avviso, il 18 ottobre, aveva presentato manifestazione di interesse la sola ditta Battistini.
Dalla concessione dell’immobile sono esclusi il Teatrino e i locali denominati: “Ufficio Soci”, “Sala Consiglio” e “Sala Lettura”, già concessi all’Associazione culturale Casa delle Aie.
L’immobile è destinato esclusivamente alla ristorazione tipica romagnola e popolare all’interno di un tipico locale tradizionale romagnolo popolare. Il concessionario è quindi obbligato a gestire il locale nel rispetto delle caratteristiche romagnole popolari. «In particolare – afferma il Comune – devono essere salvaguardate le peculiarità romagnole popolari nell’aspetto del locale e nelle modalità di gestione, arredi e allestimenti, uso del dialetto romagnolo, divise del personale di sala; nell’atmosfera, che deve essere caratterizzata da convivialità, cordialità, cortesia, amicizia, calore, colore, canti e folclore della Romagna tradizionale; nella cucina tipica romagnola “popolare”; con l’obbligo inoltre di applicare prezzi “accessibili”, mediamente inferiori a quelli applicati dai locali della medesima specie presenti sul territorio».
Una delegazione della località orientale con una forte tradizione nel settore ha visitato il Mic e ha incontrato il sindaco Massimo Isola
Faenza ha sottoscritto un patto di collaborazione per la promozione e lo sviluppo delle relazioni internazionali in ambito ceramico con la città giapponese di Bizen (35mila abitanti, la metà di Faenza), conosciuta anche come “Villaggio della ceramica Bizen” che fa parte della prefettura di Okayama nella regione Chugoku.
Nella giornata di oggi, 19 gennaio, una delegazione della cittadina ha fatto visita a Faenza. La delegazione, composta da Kenichiro Hamada presidente dell’organizzazione Kitamaebune, da Asami Shigeru e Kenzo Inada della medesima organizzazione, dal sindaco di Bizen, Takeshi Yoshimura, da Nobuyoshi Oiwa, direttore della cultura e del turismo della città giapponese, e da Etsuro Ninomiya, consigliere della delegazione, si trova in visita in Romagna, nell’ambito del ponte culturale che da sempre unisce Ravenna, Faenza e il Giappone, mantenuto ben saldo anche grazie alla manifestazione ‘Ottobre Giapponese’. Gli ospiti a Faenza hanno avuto modo di visitare la città e le sue istituzioni culturali, tra le quali anche il Museo internazionale delle ceramiche.
Momento centrale della giornata la visite a Palazzo Manfredi dove la delegazione è stata ricevuta dal sindaco Massimo Isola. Nel corso dell’incontro il sindaco Takeshi Yoshimura e il primo cittadino faentino, Massimo Isola, hanno siglato la collaborazione.
La città dell’estremo oriente ha un’importante tradizione ceramica con uno stile fortemente riconoscibile. In questa città, dove gli artisti hanno vissuto e lavorato da secoli, si trovano moltissimi studi, negozi, laboratori e tanti sono gli eventi per mantenere viva l’arte artigianale tradizionale famosa in tutto il mondo.
«La città di Bizen -spiega il sindaco Massimo Isola- è una delle più importanti realtà ceramiche dell’estremo oriente e una delle capitali della produzione di porcellane del Giappone. Durante l’incontro è stato sottoscritto un patto di collaborazione per la promozione e lo sviluppo delle relazioni internazionali in ambito ceramico attraverso il quale potremo rafforzare e stimolare lo scambio di residenze di artigiani e artisti coinvolgendo il sistema produttivo e soprattutto il sistema della formazione. Dalla città giapponese è infatti emersa la volontà di ospitare loro ceramisti a Faenza per intraprendere percorsi di aggiornamento formativo. È indubbiamente una bella opportunità che si inserisce all’interno delle nostre relazioni tra Faenza e il sistema ceramico giapponese incardinato sul gemellaggio con la città di Toki ma che si sviluppa in molteplici direzioni. Questo di oggi è un ulteriore passo in avanti delle relazioni internazionali che da sempre contraddistinguono Faenza».
Fino a domenica 22 gennaio, sul palcoscenico di Lugo, l’attore interpreta un eccentrico vagabondo visionario
Sergio Castellitto porta al teatro Rossini di Lugo lo Zorro scritto da Margaret Mazzantini – giovedì 19, venerdì 20 e sabato 21 gennaio, alle 20.30, e domenica 22 (recita pomerifdiana alle 16).
In scena, Castellitto (che cura anche la regia) interpreta un vagabondo che ripercorre la storia della sua vita e delle scelte che lo hanno portato a vivere sulla strada e nel mentre riflette sul significato della vita. Un uomo ai margini della società capace di vedere la realtà osservando la vita delle persone “normali”. Capace di restituire attraverso una sorta di “filosofare” allegro e indefesso il “sale della vita”, la complessità e l’imprevedibilità dell’esistenza. Uno spettacolo definito “tragicomico ed emozionante”.
Sabato 21 gennaio, alle 18, sempre al Rossini, Castellitto incontrerà il pubblico lughese.
Info e prevendite: 0545 38542.
Temperatura a due gradi per effetto dei rovesci in arrivo dalla Toscana
Nel primo pomeriggio di oggi, 19 gennaio, le colline faentine sono state raggiunte da un forte rovescio di maltempo che aveva già interessato la Toscana e ha portato precipitazioni di graupel, la cosiddetta neve tonda. Temperatura scesa a 2 gradi centigradi e immediato effetto cartolina con il paesaggio imbiancato, come testimoniano le foto e il video qui sotto realizzati a Brisighella e pubblicati sulla pagina Facebook “Emilia Romagna Meteo”
La cosiddetta neve tonda (nota anche come neve granulosa friabile o grandine molle) è una precipitazione atmosferica solida, costituita da palline di ghiaccio bianche e opache. Come riporta Wikipedia, è spesso erroneamente associata alla pioggia gelata. La formazione della neve tonda avviene quando un cristallo di ghiaccio o una piccola porzione di ghiaccio omogeneo viene circondata di goccioline di nube, che congelano velocemente al contatto.
Il 19enne Davide Dalpane sta riscoprendo la gioia dei piccoli gesti quotidiani grazie a un’operazione chirurgica del team guidato dal dottor Guido Staffa al Maria Cecilia Hospital di Cotignola: «Voglio mostrare che la menomazione non è necessariamente un limite»
Davide Dalpane
Dopo un incidente stradale, nelle campagne lughesi dove vive, ha dovuto subire l’amputazione di un braccio all’età di 16 anni e dopo tre anni, grazie a una protesi, sta scoprendo la gioia di piccoli gesti come aprire una bottiglietta d’acqua o reggere le buste della spesa e si è iscritto all’università per diventare professore di educazione fisica, «con la speranza in futuro di poter mostrare come la menomazione non costituisca necessariamente un limite e come affrontare un problema ricavandone una nuova opportunità». La storia di Davide Dalpane arriva dal Maria Cecilia Hospital di Cotignola, ospedale privato di alta specialità accreditato con il sistema sanitario nazionale.
Dell’unità operativa di neurochirurgia diretta dal dottor Ignazio Borghesi nella struttura in Bassa Romagna fa parte il dottor Guido Staffa, neurochirurgo specializzato nella chirurgia del sistema nervoso periferico il cui team ha eseguito tutti i sette interventi chirurgici eseguiti in Italia negli ultimi quattro anni con la tecnica Tmr utilizzata nel cado di Dalpane. Staffa è il pioniere in Italia di questa tecnica denominata Tmr (Targeted Muscle Reinnervation – reinnervazione dei muscoli target per innesto di protesi) che serve per imparare a usare l’arto artificiale, spesso con un intervento chirurgico per “collegamenti” neuro-muscolari adeguati.
«Dopo l’incidente per il quale ho perso il braccio desideravo una protesi funzionale e non solo estetica – racconta il paziente Davide Dalpane –. Era il 4 dicembre 2021 quando mi sono sottoposto all’intervento di Tmr, sapevo che ci sarebbe voluto del tempo ma già dopo pochi mesi ho visto i primi risultati. E oggi, a distanza di oltre un anno dall’operazione, posso compiere gesti quotidiani con più facilità, dall’aprire la bottiglietta d’acqua, al fare la spesa (posso tenere i sacchetti da ambo i lati), ma anche usare il tablet o portare il trolley (e dall’altra parte tenere in mano il cellulare). È una bella sensazione poter fare queste azioni dopo tanto tempo in cui non lo credevo più possibile».
Prima dell’incidente Davide giocava a pallavolo. La passione è proseguita giocando a sitting volley (pallavolo paralimpica): «È stata e continua ad essere un’esperienza bellissima che mi permette di incontrare altre persone con disabilità che mi spronano a dare sempre di più. Oggi mi dedico anche agli studi: non potendo fare il poliziotto, il mio grande sogno da bambino, e nemmeno intraprendere una carriera nell’elettrotecnica per i lavori manuali che richiede (indirizzo delle scuole superiori che ho frequentato), mi sono iscritto all’università e studio per diventare professore di educazione fisica, con la speranza in futuro di poter mostrare come la menomazione non costituisca necessariamente un limite e come affrontare un problema ricavandone una nuova opportunità».
Il dottor Guido Staffa
La particolarità della tecnica Tmr è di riuscire ad aggirare la memoria ddel cervello. «La funzione della tecnica Tmr è creare i presupposti per l’impianto protesico – spiega Staffa –. Anni fa ho fatto parte di un gruppo di studio sugli amputati. Le protesi elettriche impiantate non venivano utilizzate bene dai pazienti in quanto per eseguire il movimento specifico della protesi si devono contrarre muscoli che sono tuttavia deputati a movimenti diversi. Il nostro cervello si rifiuta infatti di usare movimenti diversi da quelli per cui è stato progettato. Da qui l’idea di impiantare i nervi della parte residua all’amputazione, ovvero quelli che rimanevano nel moncone, su questi muscoli per ottenerne l’attivazione. Si aggira così il limite umano, definito lo schema corporeo, ovvero la memoria del cervello che non è in grado di attivare naturalmente la protesi secondo quelle che sono le necessità».
Dalpane aveva subito un’amputazione del terzo prossimale di omero con disarticolazione (viene tolto tutto l’arto compresa l’articolazione della spalla) a causa di un incidente in moto a soli 16 anni. Questo tipo di amputazione è particolarmente favorevole alla tecnica Tmr e l’intervento è avvenuto circa ad un anno di distanza dall’incidente per ridare funzionalità ai nervi che presentavano ancora una potenzialità.
«Sono due i principali scopi della procedura: trattare il dolore cronico (neuroma doloroso o sindrome dell’arto fantasma), che troppo spesso limita la qualità di vita di queste persone, e porre le basi neuro-muscolari per l’impianto della protesi – spiega il dottor Marco Cancedda, nel team di neurochirurgia a Maria Cecilia Hospital, in sala operatoria per l’intervento insieme a Borghesi e Staffa –. In estrema sintesi, l’intervento consiste nel liberare i nervi dalle aderenze cicatriziali post-traumatiche e collegare i nervi che controllavano la funzione dell’arto perso con muscoli della regione della spalla-petto. Questi muscoli target funzioneranno poi come amplificatore di segnale per gli elettrodi della protesi. Essendo vie nervose che naturalmente comandavano i movimenti da recuperare, la TMR consente di migliorare il controllo della protesi e agevolare il percorso riabilitativo del paziente. Questa procedura eseguita su Davide è un’operazione di neurochirurgia ad alta complessità che viene svolta solo presso alcuni centri in Europa».
Il muscolo reinnervato viene successivamente testato attraverso un processo di riabilitazione e uno studio fisiologico per applicare dei sensori che rilevano l’impulso elettrico da trasmettere alla protesi. Il percorso per il paziente è lungo e dura circa 2 anni, tra la preparazione riabilitativa pre-operatoria, l’operazione, la riabilitazione post-operatoria ed anche il follow up e la riabilitazione a lungo termine e l’addestramento all’uso della protesi presso l’officina Ottobock Soluzioni Ortopediche.
Si stima che siano oltre tremila ogni anno i casi di amputazione dell’arto superiore in Italia, a causa di patologie o per eventi traumatici. A queste persone la protesica offre una nuova quotidianità, grazie all’evoluzione della tecnologia e materiali sempre più performanti.
Fa tappa il 20 gennaio nel locale di Piangipane il “Ghibli Tour” del gruppo emiliano fra rock, blues e ritmi africani
Venerdì 20 gennaio, per la rassegna di concerti live, al teatro Socjale di Piangipane fa tappa il ”Ghibli Tour” degli emiliani Savana Funk.
Un gruppo – si legge nella cartella stampa – «che incarna l’essenza della live band unendo funk, blues, rock e musica africana con jam incendiarie, groove irresisitbile e una presenza scenica inconfondibile».
Ormai da anni i Savana Funk, ovvero Aldo, Youssef e Blake, hanno attirato l’attenzione dei più grandi artisti italiani e internazionali che li ha portati ad esibirsi al fianco di Jovanotti e Red Hot Chili Peppers.
Apertura teatro alle 20,30. Inizio concerto alle 21,30. Nella pausa I cappelletti del Socjale
Il consigliere comunale ritiene che le due strade in zona via Vicoli abbiano le caratteristiche per rientrare nelle zone che meritano una moderazione del traffico motorizzato
Il consigliere comunale Alvaro Ancisi (Lpr) chiede che venga introdotto il limite di velocità a 30 km orari per le vie Gioberti e Leopardi a Ravenna. Partendo dall’intersezione con via Lercaro, conducono linearmente alla rotonda Portogallo, avendo sul lato est edilizia residenziale con giardini e sul lato ovest ampie aree verdi e il parco di via Vicoli, con una pista ciclabile parallela all’asse viario e marciapiedi rialzati a protezione dei pedoni.
Secondo il decano dell’opposizione, le due strade erano state originariamente pensate per essere un percorso stradale di quartiere ma hanno assunto la veste di un asse di collegamento tra la rotonda Andorra e la rotonda Portogallo, preferito al corrispondente tratto di via Saragat della circonvallazione mediana di Ravenna. «Sono perciò diventate una specie di scorciatoia molto scorrevole per entrare o uscire dalla città, percorsa ad alta velocità da un traffico motorizzato quasi da tangenziale, straordinariamente intenso e perfino assordante per chi vi abita, irrespirabile per pedoni e ciclisti».
Ancisi ricorda la definizione delle cosiddette Zone 30 nel vigente oiano generale del traffico urbano (Pgtu 2014): “in pratica tutte quelle aree che richiedono una particolare moderazione nel comportamento del traffico motorizzato a favore di quello pedonale e ciclabile. Tali zone presentano di norma la necessità di una moderazione della velocità e possono essere caratterizzate dalla presenza di aree a prevalente destinazione residenziale, […] di parchi e giardini […]”.
Nel Pgtu 2014 è scritto che “il Comune di Ravenna ha istituito numerose zone 30 per un’estensione totale di 3,251 chilometri quadrati”. Da allora, queste zone si sono sviluppate e sono 531 le strade e le piazze che portano oggi questa definizione. «Essendo anche in fase di studio una loro ulteriore estensione, sembra calzante chiedere al sindaco se, per le ragioni esposte, condivide che vi rientrino anche le vie Gioberti e Leopardi».
Ufficiali le dimissioni, causa trasferimento negli Stati Uniti, e la surroga
Nei giorni scorsi in consiglio comunale è stata approvata all’unanimità la surroga del consigliere comunale dimissionario Rudy Gatta. Al suo posto, nel gruppo del Partito Democratico, entra Maria Cristina Gottarelli.
Le dimissioni di Gatta sono la logica conseguenza del cambio di vita dell’ex consigliere, che si è trasferito negli Stati Uniti, dopo aver lasciato anche i propri incarichi in Legacoop e Federcoop Romagna.