La testimonianza di Arrigo Sacchi, che l’ha anche allenato in una partita esibizione nel 1990
«È stato un grandissimo giocatore, forse il più grande. Da quando guardo il calcio lui insieme a Maradona e Di Stefano sono stati i migliori e dopo loro metto Cruijff e Messi». A ricordare Pelé, morto il 29 dicembre a San Paolo all’età di 82 anni, è anche l’ex ct della Nazionale Arrigo Sacchi.
«Io l’ho anche allenato in una partita esibizione nel 1990 – aggiunge il tecnico fusignanese alla Adnkronos -. Aveva quasi 50 anni e la mia squadra vinse quel match e lui mi disse scherzando alla fine della partita “mi devi la rivincita tra 50 anni’. Non so dove la faremo questa partita».
«Da allora ci siamo incontrati svariate volte ed è nata un’amicizia. L’ultima volta l’ho visto 2-3 anni fa, poi purtroppo tra la pandemia e i suoi problemi di salute non è stato più possibile».
La nave norvegese della Sos Mediterranee attesa a Porto Corsini entro le 12 del 31 dicembre
L’attracco della Ocean Viking a Ravenna, con 113 migranti a bordo recuperati da un gommone nelle acque del Mediterraneo a circa 1.700 km di distanza, è atteso entro le 12 del 31 dicembre. La nave della ong Sos Mediterranee, battente bandiera norvegese, accosterà alla banchina del terminal crociere a Porto Corsini dopo quattro giorni di navigazione dal momento del soccorso.
La stazione marittima, attrezzata per il transito di migliaia di turisti, è stata allestita per la gestione dell’accoglienza con quasi trecento persone in campo tra forze dell’ordine, personale sanitario, volontari, mediatori culturali e interpreti. La stazione non è dotata di impianto di riscaldamento perché solitamente operativa solo nel periodo estivo. Per l’occasione sono stati portati alcuni generatori che verranno accessi nella notte precedente per mitigare la temperatura all’interno della tensostruttura.
Per completare le operazioni di sbarco – suddivise in tampone Covid, visite mediche, fotosegnalamento – serviranno diverse ore. A quel punto i migranti (tra cui 35 minori non accompagnati) verranno messi a bordo di pullman per la distribuzione tra le province della regione.
Una volta attraccata, le operazioni cominceranno con la salita a bordo di cinque persone del ministero della Salute, del 118 e della Croce Rossa Italiana per una prima ispezione medica. Si stima che serviranno quasi due ore: le condizioni di salute dei migranti sono state comunicate con aggiornamenti quotidiani dal personale medico dell’equipaggio.
A quel punto inizieranno a scendere i passeggeri con un ordine ben stabilito: prima i più giovani senza dividere i nuclei familiari, per ultimi gli uomini adulti. A terra si procederà con tampone Covid (eventuali positivi verranno dirottati in un percorso ad hoc), visite mediche più approfondite (sarà presente un pediatra, un ginecologo e un psichiatra). Poi il personale della questura eseguire i fotosegnalamenti per accertare eventuali pendenze penali. A tutti verrà servito un pasto fornito dai volontari della Caritas.
L’osservatorio Vega di Mestre ha calcolato l’incidenza degli incidenti ogni milione di occupati
Le persone occupate in provincia di Ravenna hanno un rischio di morte sul lavoro quasi doppio rispetto alla media italiana. È un dato che emerge da uno studio dell’osservatorio Vega di Mestre su dati Inail.
Si tratta dell’incidenza degli infortuni mortali: indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.
Nei primi undici mesi del 2022 ci sono stati 10 decessi in provincia di Ravenna dove risultano 171mila occupati. Quindi sarebbero 58,2 morti ogni milione di lavoratori. In Italia la media è 32. L’incidenza ravennate porta la provincia al 15esimo posto nella graduatoria nazionale.
In totale in Italia nel 2022, e manca ancora un mese al bilancio annuale, sono 1.006 i lavoratori che hanno perso la vita (722 in occasione di lavoro e 284 in itinere, cresciuti del 21,4 percento rispetto allo scorso anno quando era ancora assai diffuso lo smart working).
Nella sede del consiglio territoriale in piazza della Libertà tre ambulatori per i medici di base, un ambulatorio infermieristico, un centro prelievi e l’assistenza sociale
Intorno a metà gennaio inizieranno i lavori per la realizzazione della Casa della salute a Castiglione di Ravenna, che sarà ospitata nella sede del consiglio territoriale, in piazza della Libertà. Lo rende noto il Comune di Ravenna. Gli ultimi dettagli sono stati definiti ieri, 29 dicembre, nel corso di un incontro tra l’Amministrazione comunale, presente tra gli altri il vicesindaco Eugenio Fusignani, e l’Ausl della Romagna, rappresentata da Roberta Mazzoni, direttrice del distretto socio sanitario di Ravenna, Cervia e Russi. La nota del Comune non specifica i tempi di completamento.
«La Casa della salute – spiega Fusignani – si comporrà di tre ambulatori che ospiteranno tre medici di medicina generale, un ambulatorio infermieristico, un centro prelievi, l’ufficio per l’assistenza sociale. La sua realizzazione era uno degli obiettivi della nostra Amministrazione, che con l’Ausl andremo a completare insieme al Comune di Cervia, per dare una risposta a un bacino di utenza molto significativo, che riguarda le due frazioni di Castiglione e anche le realtà limitrofe dei comuni di Ravenna e Cervia».
La nave della ong Sos Mediterranee in arrivo a Ravenna il 31 dicembre: la maggior parte dei 35 più giovani a bordo saranno sistemati per 30 giorni in una struttura riaperta dal Villaggio del Fanciullo per questa esigenza
Tra i 113 migranti stranieri a bordo della nave Ocean Viking della ong Sos Mediterranee in arrivo al porto di Ravenna domani, 31 dicembre, dopo quattro giorni di navigazione dal punto in cui sono stati soccorsi nel Mediterraneo, ci sono anche 35 minori non accompagnati e 28 di questi saranno accolti per un mese dalla Fondazione Nuovo Villaggio del Fanciullo di Ravenna. Per la sistemazione dei minori sono stati riaperti gli spazi di una struttura chiusa da due mesi nella frazione di Longana. È stata individuata una nuova equipe per la gestione della struttura, che farà capo al responsabile dell’area minori della Fondazione.
«Non potevamo non rispondere positivamente – afferma Patrizio Lamonaca, direttore della Fondazione – alla richiesta della gestione dei minori stranieri in arrivo, anche se riaprire in due giorni, in pieno inverno, una struttura chiusa da oltre due mesi non è stato affatto semplice. Individuare nuovo personale in questo periodo dell’anno è stato possibile anche grazie alla collaborazione con altre realtà del territorio. Sarà un intervento temporaneo in attesa che i minori vengano collocati in altre realtà regionali. Il timore più grande che ho è che molti decidano di abbandonare la struttura per tentare di raggiungere altre località europee. L’augurio più grande che possiamo fare loro è che l’inizio del nuovo anno possa rappresentare anche l’inizio di una nuova vita, ovviamente nel rispetto delle regole e delle leggi».
Per gli altri sei minorenni invece è stato stabilito che 6 saranno gestiti dal Comune di Ravenna nella rete Sai e uno da Faenza.
L’associazione sindacale critica le decisioni del governo Meloni
Per l’Associazione sindacale dei piccoli proprietari immobiliari (Asppi) la manovra di bilancio in via di approvazione è molto deludente. È allarmato il presidente provinciale, Roberto Scaini: «Si fanno passi indietro su un aspetto fondamentale: l’azzeramento dei fondi per l’affitto e la “morosità incolpevole” che non è un problema solo degli inquilini; questa scelta si ripercuoterà pesantemente sui locatori che presumibilmente dovranno affrontare più elevati livelli di morosità». Secondo Scaini in presenza di questa grave crisi il sostegno agli inquilini con i redditi più bassi andava aumentato
Asppi apprezza però la norma che attribuisce direttamente ai locatori i contributi relativi a quella componente del reddito di cittadinanza destinata all’affitto. È prevista anche l’esenzione Imu per immobili occupati in conseguenza di reati consumati e regolarmente denunciati. «Norma importante che dovrebbe però estendersi agli immobili per i quali è stata emessa una regolare sentenza di sfratto e che non viene eseguita per mesi o anni».
I piccoli proprietari rilevano che «né la Legge di Bilancio, né il Decreto che l’ha preceduta, hanno risolto i gravissimi problemi relativi alla gestione, in questa fase, delle agevolazioni relative al Superbonus 110. Aver disposto lo slittamento al 31/12 della Cilas costituisce sicuramente una misura necessaria, ma rimane ancora insoluto l’enorme problema del blocco della cessione del credito».
Ad esprimere preoccupazione è anche Alfredo Zagatti, presidente nazionale Asppi: «Nonostante le rassicurazioni di esponenti della maggioranza, nessuna delle proposte sollevate da Asppi, dalla cedolare secca per i contratti ad uso commerciale, all’allargamento a tutti i Comuni delle agevolazioni per i contratti a canone concordato, è stata adottata, e neppure ci sono provvedimenti per abbassare l’Imu, almeno a quegli immobili che hanno perso il loro valore commerciale».
Iniziativa di “Desiderando Viaggiare” in collaborazione con l’Opera Santa Teresa e la Caritas
Per ogni servizio acquistato dai clienti a dicembre, l’agenzia viaggi “Desiderando Viaggiare” di Ravenna ha donato un pasto alla mensa dei poveri della domenica all’interno dell’Opera di Santa Teresa di Ravenna. Fino alla chiusura natalizia sono stati donati 70 pasti e così il direttore dell’agenzia, Nadir Vedana, ha deciso di prorogare l’iniziativa fino all’8 gennaio.
La mensa garantita in sinergia con la Caritas è attiva ogni domenica dell’anno e per l’intero mese di agosto. Grazie al lavoro dei volontari si preparano pasti caldi per pranzo e per cena: oltre 4mila pasti sono stati preparati solo lo scorso mese di agosto, quando il servizio era attivo tutti i giorni. Ad oggi, sono 150 i pasti serviti ogni domenica (75 a pranzo e 75 a cena). C’è chi vive per strada, chi ha perso il lavoro e si trova in difficoltà economica, stranieri arrivati in Italia che non hanno nulla.
Chi aderisce volontariamente al sistema può circolare anche nei periodi di restrizioni del traffico ma solo per un numero massimo di km all’anno
Tra i primi fattori dell’inquinamento dell’aria c’è il traffico veicolare
Dal primo gennaio 2023 anche nei comuni della Bassa Romagna entra in funzionamento il sistema Move-In che consente ai veicoli inquinanti di circolare senza limitazioni ma solo per un numero limitato di km.
Move-In, acronimo di Monitoraggio dei Veicoli Inquinanti, è un servizio della Regione Emilia-Romagna, sviluppato originariamente dalla Regione Lombardia, pensato per i proprietari di veicoli soggetti alle limitazioni della circolazione per motivi ambientali (per esempio i possessori di auto diesel fino a Euro 4). Chi aderisce volontariamente al servizio riceve una soglia di chilometri da percorrere annualmente senza sottostare ad alcuna limitazione. Inoltre, Move-In premia gli stili di guida virtuosi aggiungendo km bonus alla soglia chilometrica stabilita.
A ogni veicolo che aderisce facoltativamente viene assegnato un tetto massimo di chilometri che possono essere percorsi annualmente nei comuni interessati dalle limitazioni alla circolazione previste dal Pair (Piano aria integrato regionale). I chilometri percorsi sono rilevati da una scatola nera che viene installata a bordo. Il rilevamento funziona su tutti i tipi di strade, tutti i giorni 24 ore su 24.
Aderendo al sistema, quindi, il veicolo non è più soggetto ai blocchi orari e giornalieri normalmente in vigore, ma risulta invece monitorato per rilevare i km effettivamente percorsi. Raggiunto il tetto massimo di percorrenza assegnato, il veicolo aderente a Move-In non può più usufruire del beneficio e deve pertanto sottostare alle previste limitazioni alla circolazione per motivi ambientali sino al termine dell’anno di adesione al servizio.
L’utente può sempre controllare il saldo dei chilometri residui via app o dal sito web di Move-In Emilia Romagna, in modo da regolarsi di conseguenza. Il superamento o meno della soglia chilometrica può essere verificato anche dagli operatori di polizia (al fine di comminare multe per i trasgressori).
Possono aderire al servizio tutti i proprietari dei veicoli circolanti in Emilia Romagna oggetto di limitazioni della circolazione per motivi ambientali. Aderire richiede solo pochi minuti nell’apposita sezione del portale (www.movein.regione.lombardia.it) e seguire la procedura.
Il servizio non è valido in caso di applicazione di misure emergenziali (quando il livello di inquinamento dell’aria raggiunge limiti allarmanti), né durante le domeniche ecologiche. In questi casi, anche gli aderenti al servizio sono soggetti alle medesime limitazioni della circolazione previste per gli altri veicoli.
Giovanni Gennari gestiva il ristorante a San Michele da 21 anni con la moglie, ha perso la vita in via Ravegnana nello scontro con un camion di autospurghi
Il titolare dell’osteria “Al Boschetto” di San Michele di Ravenna, il 53enne Giovanni Gennari, è morto in un incidente stradale avvenuto nel tardo pomeriggio del 29 dicembre in via Ravegnana tra Ghibullo e Longana. L’uomo viaggiava da solo al volante di un pick-up, un autocarro dotato di cassone posteriore scoperto, e poco prima delle 18 si è scontrato con un camion di autospurghi che si muoveva in direzione opposta. Per il ristoratore non c’è stato scampo, illeso l’altra conducente. Gennari, originario di Forlì, gestiva il locale nella frazione ravennate con la moglie da 21 anni.
Dalle parziali informazioni disponibili risulta che il ristoratore, alla guida di un Ford Ranger, percorreva la statale da Forlì verso Ravenna. All’altezza del chilometro 208,3 si è scontrato con il mezzo pesante. Il veicolo di Gennari si è intraversato mentre il camion ha rischiato di cadere nella scarpata opposta al fiume: è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco che hanno messo in sicurezza il mezzo.
Arrivo previsto il 31 dicembre a fine mattinata. Dei 35 minori non accompagnati, 6 saranno ospitati a Ravenna, 1 a Faenza e gli altri 28, provvisoriamente, dalla fondazione “Villaggio del Fanciullo”, a Villa Nina di Longana
Forze dell’ordine, rappresentati delle istituzioni e del volontariato, al terminal crociere di Porto Corsini per organizzare l’accoglienza dei migranti imbarcati sulla nave Ong “Ocean Viking˚
Durante un nuovo incontro organizzativo in Prefettura a Ravenna, con il prefetto De Rosa e tutti gli attori istituzionali e del volontariato chiamati a predisporre lo sbarco e l’accoglienza dei 113 migranti in arrivo, domani 31 dicembre al terminal passeggeri di Porto Corsini, con la nave Ong “Ocean Viking”, sono stati chiariti tutti gli aspetti logistici dell’accoglienza degli imbarcati tra cui i minori non accompagnati (35 e non 34 come previsto inizialmente). Di questi ultimi, 6 saranno gestiti dal Comune di Ravenna nella rete Sai e uno da Faenza, gli altri affidati alla fondazione “Villaggio del Fanciullo” per un mese, in attesa che la stessa rete Sai in regione possa farsene carico. Si tratta di 28 persone che all0ggeranno nella ex Villa Nina di Longana, dove una nuova equipe per la gestione della struttura farà capo al responsabile dell’area minori della Fondazione
Oggi, 30 dicembre, saranno approntati tutti gli allestimenti all’interno del Terminal Crociere per lo screening sanitario e adempimenti di polizia. Saranno un centinaio le forze dell’ordine impegnate oltre ai vigili del fuoco e alla polizia locale. La struttura sarà dotata di bagni chimici e riscaldata, e anche i vigili del fuoco contribuiranno con loro infrastrutture. «Uno sforzo globale per un’accoglienza dignitosa» ha dichiarato il prefetto De Rosa. Poi i migranti saranno distribuiti sulla base del riparto provinciale in Emilia-Romagna, mentre Ravenna si farà carico anche dei minori non accompagnati oltre alla quota di riparto.
«In questo ha contato anche il buon governo locale – commenta Alberto Cassani oggi membro della Commissione Teatro del Ministero. «E resto tuttora convinto che la cultura non può prescindere da una funzione innanzitutto sociale»
Parafrasando una celebre battuta di Morettiana memoria potrebbe dire: «Vedo (poca) gente, faccio (altre) cose». Quasi scomparso dai radar degli appuntamenti culturali mondani e della politica locale, Alberto Cassani, ha diradato a ben poche occasioni la presenza a eventi pubblici in città, però senza abbandonare le sue competenze e le sue passioni. 57 anni, assessore alla cultura (ma anche al bilancio) per ben tre consiliature in Comune, e poi ideatore e coordinatore della sfida di “Ravenna 2019” per la Capitale Europea della Cultura, dal 2016 Cassani ha proseguito la sua esperienza nella pubblica amministrazione a Bologna, in Regione, e da alcuni mesi anche a Roma con un incarico al Ministero della Cultura. Parallelamente ha anche avviato un personale percorso di scrittore…
«Comunque, non esageriamo – ribatte Cassani – continuo ad abitare a Ravenna, e quando mi invitano vado volentieri a teatro o a qualche incontro che mi interessa. Certo siamo ben lontani dai ritmi del passato quando partecipavo a quasi tutti gli eventi per cui ero coinvolto a livello istituzionale. Diciamo che era un dovere, magari stancante, ma a cui mi sono sempre dedicato con autentico impegno e spesso con piacere. È vero, ora ho la possibilità di avere un po’ di tempo da dedicare alla mia famiglia, ma anche alla scrittura narrativa, Dopo i primi due romanzi (L’uomo di Mosca e Una giostra di duci e paladini, editi da Baldini+Castoldi, ndr), ne ho scritto un terzo che dovrebbe uscire nella primavera del 2023».
Esauriti i suoi ruoli a Ravenna ha dovuto trovare una nuova collocazione professionale e fare vita da “pendolare”.
«Proprio così. Può esserci qualche piccolo disagio, ma non è che mi pesi più di tanto, ho sempre viaggiato anche quando ero assessore, nel lavoro può capitare di dovere allargare i propri orizzonti. È sempre istruttivo e ti può arricchire. In Regione da più di sei anni lavoro come capo-segreteria dell’Assessorato al turismo – oggi anche trasporti e infrastrutture – a fianco dell’assessore Andrea Corsini. Mi devo occupare di diverse materie, e, tra le altre cose, devo anche coordinare una “cabina di regia” fra turismo e cultura, che coinvolge, oltre agli assessori Corsini e Felicori, anche i dirigenti e i funzionari dei due ambiti. Si tratta di un avamposto strategico dove mettere a punto e sintonizzare interventi legati allo sviluppo del turismo culturale nei nostri territori».
Poi da quest’anno fa anche parte della Commissione Teatro del Ministero della Cultura.
«Sì, a inizio 2022 la Conferenza unificata di Regioni, Province e Comuni, su designazione dell’Unione delle Provincie italiane, mi ha nominato nella Commissione consultiva Teatro del Ministero della Cultura. È un organismo nazionale composto da sette membri, competenti nel settore, che si riunisce periodicamente alla Direzione generale dello spettacolo a Roma, con il compito di esaminare i progetti che le realtà teatrali italiane presentano per accedere ai fondi del Ministero. Valutiamo la qualità artistica che, assieme ad altri parametri quantitativi, va a comporre una graduatoria di merito per l’erogazione di contributi statali. Complessivamente parliamo della distribuzione di una cifra che si aggira intorno ai 100 milioni di euro annui. Una responsabilità rilevante per noi che dobbiamo giudicare».
Quanto vale questa assunzione di responsabilità?
«Vale molto come esperienza, ma alla fine prevale lo spirito di servizio, visto che l’incarico non prevede nessuna retribuzione. Solo rimborsi spese per viaggi e permanenze a Roma».
Magari la sua nomina deriva da una certa rinomanza della cultura teatrale in Emilia-Romagna?
«Può anche darsi… Quel che è certo è che negli ultimi 30 anni in regione, in Romagna e a Ravenna, si è seminato molto e bene in questo campo, costruendo un sistema policentrico, ad alta densità di luoghi ed eventi e con realtà produttive di grande qualità, molto apprezzate ben oltre i confini locali».
Quanto ha contato per questa reputazione la lunga serie di partecipazioni e relazioni intraprese, soprattutto in Romagna, per la sfida di “Ravenna 2019”?
«L’esperienza di Ravenna 2019 è stata il coronamento di un lavoro più che decennale di innovazione e valorizzazione di energie e talenti che – al di là dell’esito finale del concorso – ha consolidato e sviluppato una rete di istituzioni teatrali, compagnie, artisti, rassegne e festival che spicca a livello nazionale. Così come spicca il forte intervento degli enti pubblici che da stabilità al sistema e che non si riscontra in molte altre regioni italiane. Oggi la proficua collaborazione fra le organizzazioni e le individualità artistiche, i Comuni, la Regione e il Ministero della Cultura configura un modello di eccellenza».
Alberto Cassani in una foto recente, assieme a due sue “vecchie conoscenze”, Elisabetta Sgarbi e Massimo Cacciari
Ci sarà pure il suo zampino nel primato registrato nel 2022 per i finanziamenti statali a centri di produzione teatrale, compagnie, festival, ravennati e dell’Emilia-Romagna?
«La verità è che tutti i membri della Commissione conoscono la qualità delle principali realtà teatrali dell’Emilia-Romagna e la forza del sistema culturale regionale. Per questo non c’è bisogno di un sindacalista che difenda i teatri e le compagnie emiliano-romagnole. Poi, in ogni caso, contano i progetti che vengono presentati e che la Commissione valuta con spirito di imparzialità, dopo un esame approfondito e secondo criteri ben ponderati e condivisi».
Quanti progetti avete esaminato quest’anno?
«Abbiamo analizzato e valutato circa mille domande. Di tutte queste, più della metà erano prime istanze – cioè di soggetti teatrali che non erano tra quelli storicamente sostenuti dal Fondo Unico dello Spettacolo – e una parte di queste sono state ammesse. Il precedente governo aveva infatti incrementato le risorse di circa il 25%, consentendo di rafforzare l’intervento statale in sostegno alle realtà impegnate nella riapertura dei teatri dopo la Pandemia e nel rilancio delle proprie attività. La speranza è che l’attuale governo non interrompa questo processo di crescita e di ampliamento».
Tornando alla realtà ravennate e regionale, proprio in questi giorni diversi artisti e compagnie, sono stati premiati ancora una volta anche dalla critica, con il prestigioso premio Ubu. Pare una conferma di valore…
«Certo, ne conosco il valore, mi fa piacere e ne solo orgoglioso. Il merito artistico è tutto loro. Ma credo sia giusto riconoscere anche l’impegno delle istituzioni e della politica culturale locale che hanno creato un terreno e un clima fertile e positivo per il mondo teatrale».
Restiamo sempre a Ravenna e dintorni, come valuta le politiche culturali avanzate dopo la sua dipartita da un ruolo amministrativo e politico attivo?
«Ho sempre avuto il massimo rispetto delle istituzioni quando avevo responsabilità amministrative, tanto più oggi che ne sono fuori. Non entro nel merito, non ho ruoli politici e non faccio l’opinionista. Ho molta stima nell’attuale assessore alla cultura che è persona sensibile e competente. Conto che saprà fare le scelte giuste…».
Ecco, quali potrebbero essere allora delle scelte strategiche in questo campo?
«L’unica osservazione che mi sento di fare deriva dalla mia concezione della politica culturale come aspetto di un ambito più generale che riguarda il contesto sociale. L’arte e la cultura non sono astrazioni, o un diletto per una casta di privilegiati. Quando la cultura diventa materia esclusiva per addetti ai lavori perde forza e funzione pubblica. Specie di fronte alla pervasività della comunicazione digitale, la cultura – il teatro in primis – può essere un antidoto, ma deve riscoprire il proprio ruolo eminentemente sociale, deve innescare processi diffusi di partecipazione e conoscenza, deve coinvolgere generazioni e fasce sociali diverse, a partire dalle scuole. È quello che a suo tempo si è cercato di fare coi processi partecipativi di Ravenna 2019 ed è quello che, esemplarmente, fa ancora oggi Ravenna Teatro con le sue “chiamate pubbliche” e con l’esperienza della Non-scuola».
La nave “Ocean Viking” con 113 migranti a bordo è attesa al terminal di Porto Corsini. Predisposta anche la ripartizione in regione dell’ospitalità di 79 persone e di 35 minori non accompagnati
Un momento del sopralluogo delle autorità comunali e regionali al terminal turistico di Porto Corsini (al centro il prefetto di Ravenna Castrese De Rosa)
A seguito di un sopralluogo alle banchine del terminal crociere di Porto Corsini si è svolta ieri 28 dicembre una seconda riunione in Prefettura a Ravenna del comitato organizzatore dell’accoglienza della nave Ong “Ocean Viking» attesa verso le 13 del 31 dicembre con a bordo 113 naufraghi recuperati recentemente nel Mediterraneo.
Oltre al prefetto Castrese De Rosa, nel ruolo di coordinatore, erano presenti gli assessori regionali Irene Priolo e Igor Taruffi, il sindaco De Pascale con gli assessori comunali Gianadrea Baroncini e Federica Moschini e i responsabili delle forze dell’ordine, dei Vigili del Fuoco, Autorità Portuale e Capitaneria di Porto, Ausl, Cri, 118, Sanitari marittimi, Protezione Civile, Caritas e altre associazioni di volontariato.
Sulla banchina dello scalo turistisco di Porto Corsini saranno predisposte tutte le attività di identificazione, fotosegnalamento e screening sanitario dei naufraghi imbarcati nella nave Ong.
Una volta completate le operazioni i migranti – fra cui 23 donne (alcune delle quali incinte), ben 3 neonati e 35 minori non accompagnati – aranno destinati in diverse sedi di accoglienza. Settantanove persone resteranno in Emilia Romagna: il piano di riparto definito dalla Prefettura di Bologna prevede l’ospitalità di 7 persone in provincia di Ravenna, 18 a Bologna; 6 a Ferrara; 7 a Forlì-Cesena; 12 a Modena; 8 a Parma; 5 a Piacenza; 10 a Reggio Emilia; 6 a Rimini.
La Prefettura insieme al Comune sta individuando anche una soluzione temporanea per l’accoglienza dei minori non accompagnati. La Caritas si sta adoperando insieme alla Cri per rifornire di indumenti e pasti i migranti.