sabato
13 Settembre 2025

Lavori al via per il nuovo ufficio postale: sportelli temporanei in un container

L’ufficio postale di Riolo Terme entra a far parte del progetto “Polis” e sarà trasformato in sportello unico digitale di prossimità. I lavori hanno preso il via oggi (24 giugno) e a partire da venerdì 27 gli sportelli di via Gramsci 2 verranno trasferiti in un container, posizionato allo stesso indirizzo.

L’orario di apertura sarà dal lunedì al venerdì dalle 08:20 alle 13:35, mentre il sabato dalle 08:20 alle 12:35. Il servizio sarà anche dotato di Atm Postamat con orario 07 – 22.

L’ufficio postale di Riolo Terme, così come altri 13 della provincia di Ravenna, è inserito nell’ambito del progetto “Polis – Casa dei Servizi Digitali”, finanziato con 800 milioni di euro di fondi nell’ambito del Pnrr. Lo scopo è quello di avvicinare i servizi di pubblica amministrazione agli abitanti dei piccoli centri. Al termine dei lavori, l’ufficio disporrà di ambienti accoglienti e rinnovati e dell’accesso a nuove tipologie di servizi, come il ritiro di certificati anagrafici e di stato civile, i servizi Inps per i pensionati come il cedolino della pensione, la certificazione unica e il modello “Obis M” che riassume i dati informativi relativi all’assegno pensionistico.

Sport, musica e birra tornano in Darsena per la “Music Race”

Sport, musica e birra si uniscono sullo sfondo della Darsena di Città: torna per il quarto anno Ravenna Music Race Beer Edition, l’evento organizzato da Ravenna Runners Club in collaborazione con Darsenale e Birra Bizantina.

L’appuntamento è venerdì 27 giugno (le iscrizioni online sono aperte fino a mercoledì 25, quelle in loco a partire dalle 15 del venerdì) e la corsa è aperta a tutti, senza limiti fisici o anagrafici. Si tratta infatti di una manifestazione ludico-motorio di 8 chilometri, con partenza alle 19.30 dalla zona antistante al Darsenale Brewpup. Il percorso si snoda lungo la Darsena fino al Parco di Teodorico, transitando anche nell’area del Moro di Venezia, fino al ritorno nel piazzale del Darsenale.

Venendo alle due caratteristiche identificative della gara, musica e birra, l’intrattenimento sonoro sarà affidato all’emittente romagnola Radio Studio Delta, che a partire dalle 19 commenterà la corsa e il post gara per finire con il djset di Ada Rey Dj. Lungo il percorso saranno presenti diversi punti di musica dal vivo e una postazione per ascoltare una playlist di brani per runner dedicata all’evento. Uno spot musicale di Radio Delta sarà installato anche a Parco Teodorico.

Per quanto riguarda la birra, diversi punti ristoro lungo il percorso distribuiranno due delle birre più amate del darsenale, Pilota e Alba. Inoltre, ai primi tre partecipanti che taglieranno il traguardo, saranno consegnati tre diversi premi firmati Birra Bizantina: il primo sarà un fustino da 5 litri, un bicchiere e una canotta personalizzata Bizantina, il secondo sarà rappresentato da quattro birre, una maglietta Bizantina, un bicchiere Bizantina e le gelatine mentre il terzo premio sarà la canotta Bizantina e quattro birre.

Il giovane fuggito dal finestrino della volante era già stato arrestato due settimane prima

Il giovane che nella notte tra il 21 e il 22 giugno a Marina di Ravenna è riuscito a sfondare un finestrino posteriore di una volante della polizia per fuggire dall’abitacolo, dove era in attesa di essere identificato formalmente perché sospettato di furti su auto in sosta, era già stato arrestato all’inizio del mese nella stessa località per furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale.

Dopo la convalida dell’arresto, il 26enne marocchino era tornato libero con obbligo di firma tre volte la settimana e divieto di fare ritorno sul territorio ravennate per tre anni. I dettagli del protagonista della fuga rocambolesca, diventata virale sui social dopo che la pagina Instagram “Welcome to Favelas” ha pubblicato il video girato da un passante, sono riportati in un articolo firmato da Andrea Colombari sul quotidiano Il Resto del Carlino in edicola oggi, 24 giugno.

Il 4 giugno era stato arrestato dai carabinieri assieme a un connazionale. Attorno alla mezzanotte in zona lungomare i due, ufficialmente senza fissa dimora, avevano aperto una decina di vetture in sosta. La chiamata al 112 di uno dei proprietari aveva portato all’arresto.

Il 26enne ora deve rispondere di danneggiamenti e ricettazione: nella foga di dileguarsi, il giovane ha dimenticato nell’auto della questura sia il suo cellulare che il portafogli dove c’era una carta carburante non sua.

Come già riportato sin dai primi articoli sull’episodio di pochi giorni fa, il 26enne era stato lasciato momentaneamente da solo in auto perché gli agenti della pattuglia erano intervenuti in emergenza su una rapina in corso a poca distanza per soccorrere una 15enne colpita a colpi di catena. In questo caso l’aggressore della minorenne, un 27enne egiziano, è stato fermato sul posto ma, sempre secondo il resoconto del quotidiano locale, la procura non ha ritenuto di poter dare seguito all’arresto per rapina aggravata e lesioni perché ormai fuori flagranza.

È arrivata a Ravenna la salma di Alessandro Coatti, ucciso e fatto a pezzi in Colombia

L’ambasciata d’Italia a Bogotà ha reso noto che ieri (23 giugno) è arrivata a Ravenna la salma del 38enne biologo molecolare Alessandro Coatti che sarà messa a disposizione della autorità italiane.

L’altro giorno sono stati eseguiti quattro provvedimenti restrittivi emessi dall’autorità giudiziaria del dipartimento di Magdalena, nel nord della Colombia, sul mare dei Caraibi, nelle città di Bogotà, Santa Marta, Medellin e Arjona-Bolivar, nei confronti di altrettanti cittadini colombiani, tre uomini e una donna. I quattro sono ritenuti i responsabili dell’omicidio di Coatti, commesso il 6 aprile scorso a Santa Marta, dove era in vacanza.

I resti di Coatti, originario di Longastrino, ucciso e successivamente fatto a pezzi, sono rientrati a Ravenna ma, prima della sepoltura, il corpo «dovrà essere trasportato a Roma per altri giorni, in cui sarà sottoposto allo svolgimento di una seconda autopsia», secondo lo zio del ricercatore, Giovanni Coatti, intervistato dal Corriere di Bologna quando ancora non sapeva del rientro imminente della salma.

Dopo «una intensa attività investigativa svolta dalle autorità colombiane in sinergia con le nostre competenti autorità (Procura della Repubblica di Roma, titolare del procedimento in Italia, ROS dei Carabinieri, Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, Ministero degli Esteri e l’Ambasciata d’Italia a Bogotà) si è giunti» all’arresto dei quattro autori dell’efferato omicidio, ha fatto sapere la nostra Ambasciata in Colombia, sottolineando che «a questo significativo risultato, frutto di una stretta cooperazione giudiziaria tra i due paesi, in tempi estremamente brevi grazie a delle indagini condotte senza sosta in molteplici direzioni fino all’individuazione dei profili di responsabilità». Nel segnalare come il tragico evento abbia per l’ennesima volta messo in luce la solidità e l’efficacia della cooperazione bilaterale giudiziaria e di polizia tra Italia e Colombia, la nostra ambasciata a Bogotà ha ringraziato le autorità del paese sudamericano «per l’interesse e per la determinazione dimostrate per risolvere in tempi estremamente ristretti» l’omicidio di Coatti (Ansa.it).

In piazza a Ravenna contro la guerra: «Usa e Israele pericolo per il mondo»

Il coordinamento “Disarmiamoli” – dopo la manifestazione del weekend a Roma – ha organizzato un presidio anche davanti alla prefettura di Ravenna per dire “No” all’aggressione israeliana americana «che ci porta verso la guerra totale», al «coinvolgimento della Nato e all’uso della basi in Italia» e a «ogni ipotesi di riarmo».

La protesta arriva nei giorni in cui gli Stati Uniti sono entrati direttamente in guerra bombardando i siti nucleari dell’Iran.

«Nessuno può davvero credere – si legge in una nota inviata alla stampa da Potere al Popolo – che Trump si fermi dopo una notte di bombardamenti, nessuno può credere che la via della pace si costruisca bombardamento dopo bombardamento, nessuno può davvero credere di restare fuori dalla guerra restando nella Nato e in tutte le forme di alleanza tra Usa, Ue e Israele».

A Massa Lombarda due nuovi alberi di pesco per celebrare i bambini nati nel 2024 e 2025

In occasione della Giornata Nazionale della Gentilezza ai Nuovi Nati, il Comune di Massa Lombarda ha celebrato simbolicamente la nascita dei bambini degli anni 2024 e 2025 con la piantumazione di due alberi della varietà “Pesco Buco Incavato” nel giardino del Museo della Frutticoltura “Adolfo Bonvicini”.

L’iniziativa del Comune, che ha visto la partecipazione della Consulta delle Ragazze e dei Ragazzi, «voleva essere un gesto di cura e attenzione verso le nuove generazioni, ma anche un momento educativo che coinvolge attivamente i più giovani in temi come ambiente, cittadinanza attiva e gentilezza».

All’evento erano presenti il Sindaco Stefano Sangiorgi e il Vice Sindaco Mauro Pinardi, con delega alle Politiche Giovanili e alle Politiche Educative. I due alberi messi a dimora rappresentano un segno duraturo, che accompagnerà la crescita dei bambini cui sono dedicati.

Unico coordinatore per la pediatria di Rimini, Faenza e Lugo. Cgil contraria: «Come può supervisionare più reparti?»

Dubbi da parte della Cgil per la riorganizzazione dei reparti di pediatria di Rimini, Faenza e Lugo. La direzione dell’Ausl Romagna avrebbe infatti affidato alla stessa persona il ruolo di coordinatore del reparto di Chirurgia Pediatrica dell’ospedale di Rimini e di coordinatore infermieristico del reparto di Pediatria e Neonatologia degli ospedali di Faenza e Lugo.

Per il sindacato «tale riorganizzazione comporta una presenza del coordinatore non sufficiente in ciascun reparto, limitata a pochi giorni alla settimana». Dalla Cgil si chiedono quindi «come può un professionista garantire il proprio supporto e supervisionare due reparti di degenza pediatrica, per loro natura complessi da gestire e geograficamente distanti tra loro di molti chilometri?»

Il comunicato parla anche di un’esposizione ad altri professionisti a responsabilità che non competono loro: «Abbiamo già contestato diverse riorganizzazioni di questo tipo, anche all’interno della stessa provincia, dove interi servizi vedono la presenza del responsabile, in molti casi, nemmeno per un giorno a settimana. Inoltre, la cronica carenza di personale — aggravata nel periodo estivo — sovraccarica ulteriormente i professionisti in servizio con attività che non solo esulano dalle loro competenze, ma sottraggono tempo prezioso all’assistenza diretta ai pazienti».

Cgil denuncia anche un «totale silenzio» alla richiesta di chiarimenti inviata alla direzione Aziendale: «Il delegato sindacale Marco Palagano ha più volte tentato, sia in via formale che informale, di affrontare e risolvere la questione, ricevendo però solo indifferenza e mancate risposte. In mancanza di risposte, è legittimo supporre che tale riorganizzazione rappresenti solo l’inizio di un disegno molto più ampio, che potrebbe coinvolgere altri reparti e servizi della sanità romagnola, a danno della qualità dell’assistenza, dell’erogazione dei servizi e del rispetto per tutti i professionisti che, nonostante condizioni di forte disagio, ogni giorno si impegnano per garantire la migliore assistenza possibile».

Sabato 28 giugno il noto trapper Artie 5ive al Touchè Santafè

Uno dei nomi più in voga della trap italiana sarà ospite al Touchè Santafè di Marina di Ravenna. Artie 5ive salirà sul palco nella serata di sabato 28 giugno e secondo gli organizzatori sarà «uno degli eventi di punta di diamante della stagione, chiaramente da segnarsi in calendario».

Il milanese Artie 5ive – nome d’arte di Ivan Arturo Barioli – si è fatto notare negli ultimi anni per uno stile personale che mescola sonorità trap e influenze drill, con testi diretti e un’identità visiva marcata. Con oltre due milioni di ascoltatori mensili su Spotify, ha già collaborato con nomi come Capo Plaza, Anna, Tony Boy e Kid Yugi. Tra i suoi brani più noti, “Pietà”, “Are U Crazy?” e “La Bellavita”, singolo che dà il titolo al suo ultimo album pubblicato nel 2025.

Ancora caos a Milano Marittima: due giovani rapinano un 15enne, un altro sorpreso con un taser

Nei giorni scorsi, i carabinieri hanno denunciato due giovani di 18 e 17 anni, ritenuti responsabili di rapina ai danni di un quindicenne a Milano Marittima. Sempre nel corso della stessa notte, un sedicenne è stato denunciato per “porto di armi od oggetti atti ad offendere”, poiché trovato in possesso di un taser, sequestrato

La rapina si è verificata nei pressi della rotonda Primo Maggio a Milano Marittima, quando la vittima è stata avvicinata dai due ragazzi. Il 15enne è stato colpito al volto con uno schiaffo e i due si sono impossessati del suo telefono cellulare e del portafoglio. Le ricerche hanno consentito alla pattuglia di rintracciare i responsabili e rinvenire la refurtiva che in seguito è stata restituita al quindicenne. Sulla base di quanto accertato e ricostruito dai militari, i due sono stati denunciati per rapina e nei loro confronti è stato emesso il “Daspo urbano”, che prevede il divieto di accesso a determinate zone per persone che abbiano commesso reati o comportamenti ai danni del decoro e della sicurezza urbana.

Il Classis inaugura il nuovo spazio dedicato agli studenti: cinque nuovi laboratori di restauro al piano terra del museo

Dallo scorso marzo la pancia del Museo Classis ospita cinque nuovi laboratori, dedicati agli studenti di due differenti corsi LMCU in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali.

L’utilizzo di questi spazi – inaugurato ufficialmente oggi, 23 giugno – rientra nell’ambito dell’Accordo attuativo siglato tra il Dipartimento di Beni Culturali e la Fondazione Parco Archeologico di Classe – RavennAntica nel 2024. Il documento fa parte di una più ampia Convenzione sottoscritta da Ateneo e Fondazione, che prevede un rapporto di collaborazione al fine di supportare le attività laboratoriali di restauro che rientrano nella programmazione didattica e di favorire la conoscenza e lo studio delle tematiche legate al restauro dei beni culturali, con riferimento, in particolare, al restauro di superfici decorate di beni architettonici e di beni mobili di interesse storico, artistico e archeologico.

Con una storia ormai lunga tredici anni, il corso dell’Alma Mater Studiorum di Bologna si è affermato come un’eccellenza nel contesto nazionale. I laboratori erano precedentemente ospitati dall’ex complesso San Vitale, nel cuore della città, ma a causa dei lavori di ristrutturazione degli spazi, le aule didattiche sono state spostate a Classe: «Un luogo già noto agli studenti, che frequentavano in questo plesso alcune lezioni frontali» spiegala coordinatrice del corso di laurea, Barbara Ghelfi.

I laboratori di via Classense 29, situati al al piano terra del museo e non accessibili dai visitatori, sono dotati delle più moderne attrezzature tecnico – scientifiche, e si dividono tra un laboratorio dedicato ai mosaici antichi, due laboratori per i materiali lapidei, gli stucchi e affreschi, un laboratorio per le leghe e i metalli e un laboratorio per i materiali ceramici e vitrei. Gli ambienti sono al servizio di entrambi i percorsi formativi professionalizzanti: gli allievi del PFP1 si occupano di materiali lapidei e derivati, superfici decorate dell’architettura mentre quelli del PFP4 di materiali e manufatti ceramici e vitrei, materiali e manufatti in metallo e leghe.

Ogni classe conta un massimo di cinque studenti (secondo decreto interministeriale infatti il rapporto tra docenti e studenti deve essere al massimo di 1 a 5) e sono quindi in totale una 50ina gli iscritti dei due corsi, suddivisi nei 5 anni di percorso. La richiesta però è molto più ampia: ogni anno le richieste pervenute sono circa 25/30 e i candidati devono superare tre prove di ammissione per l’accesso al corso. «L’aspetto professionalizzante, che consente di lavorare sul campo immediatamente dopo la laurea, e anche nel periodo di formazione, è un forte stimolo per gli studenti, che si richiedono l’ammissione al corso da ogni parte d’Italia» commenta Ghelfi.

Tra gli aspetti formativi principali del dipartimento infatti, l’attenzione non solo allo studio e alle conoscenze tecniche dei materiali, ma anche e soprattutto all’operatività sul campo: nel corso dei 5 anni di studio le ore di laboratorio superano le 2000 e i ragazzi vengono impiegati in operazioni di scavo e restauro sul territorio. Proprio in questi giorni, una delegazione dell’accademia è impegnata in uno scavo a Porretta Terme, più precisamente nel recupero del “Grottino Chini”, un capolavoro Liberty della frazione emiliana, mentre altri si stanno occupando del recupero delle due sale dell’Ala Moresca della Rocchetta Mattei di Graziana Morandi (Bologna). Per quanto riguarda invece i ritrovamenti degli scavi (tra i più importanti degli scorsi anni quello di Urbania) vengono conservati all’interno dei laboratori, dove si procede con l’attività di ricomposizione e restauro al fine di una possibile esposizione, per dare lustro al reperto quanto ai giovani restauratori che hanno permesso di riportarlo in vita. Quando possibile (e se presente) i reperti vengono esposti del museo di pertinenza del luogo ritrovamento, oppure in mostre temporanee o, in alcuni casi all’interno dello stesso Museo Classis.

«La collaborazione con l’Università – commenta il presidente di RavennAntica Giuseppe Sassatelli – ha da sempre costituito un punto strategico per lo sviluppo dei progetti della Fondazione, a partire dagli scavi fino agli allestimenti museali. L’inaugurazione di questi laboratori didattici evidenzia come il Classis non sia un semplice contenitore di materiali, ma si configuri come un centro dinamico di ricerca e formazione, in cui lo studio ed il restauro consentono sia ai docenti che agli studenti dell’Università di svolgere le loro attività nell’ambito dei loro percorsi formativi e di ricerca, utilizzando strutture e apparecchiature di alto livello tecnologico». Anche la direttrice del Dipartimento di Beni Culturali Anna Chiara Fariselli interviene con soddisfazione sul sodalizio: «Questo accordo rappresenta un importante testimonianza dei rapporti di collaborazione tra l’Alma Mater e gli enti di cultura attivi nel Campus di Ravenna. Collaborazione che si è concretizzata nel nome del comune interesse per la tutela del patrimonio archeologico e storico artistico e che trova il proprio fondamento nella corretta trasmissione delle conoscenze scientifiche e tecniche attraverso l’offerta di una didattica di alto livello, sia dal punto di vista della qualità della docenza sia sul piano dell’adeguatezza degli spazi e delle infrastrutture. La connessione con RavennAntica rappresenta, inoltre, un’opportunità concreta per i nostri studenti/restauratori in formazione di entrare immediatamente a contatto con il mondo della tutela e della valorizzazione museale, aspetto che costituisce un comparto irrinunciabile rispetto alla missione pubblica del Dipartimento di Beni Culturali».

La retta mensile nelle Cra supera i tremila euro, liste d’attesa anche per i posti non accreditati

Nello scenario locale della cura degli anziani, il consorzio Solco rappresenta la realtà più ampia della provincia. In totale tredici strutture per quasi settecento posti complessivi con diversi livelli di assistenza.

La parte più consistente è costituita dai seicento posti letto distribuiti su otto case residenza per anziani (note con la sigla Cra che hanno preso il posto di quelle che un tempo erano chiamate Rsa) che accolgono persone non autosufficienti che hanno bisogno di assistenza socio-sanitaria H24. Circa cinquecento posti sono accreditati con il sistema sanitario regionale e gli altri cento sono sul libero mercato.

Il fatturato annuo è di circa 54 milioni di euro, di cui una ventina dalla gestione degli anziani. Il costo dei quasi seicento occupati rappresenta il 65-70 percento del totale. La struttura più grande del Solco è la Rosa dei Venti, investimento completamente privato da circa venti milioni di euro per una Cra inaugurata tre anni fa a Ravenna nella frazione di Borgo Montone: 136 posti letto di cui 18 specifici per malati di Alzheimer, 104 accreditati e 14 a libero mercato.

«Tutte le persone che entrano nelle Cra hanno bisogno di cure assistenziali o infermieristiche continuative che i familiari non sono in grado di fornire – spiega Giacomo Vici, direttore del consorzio –. A parte il nucleo Alzheimer che si occupa di casi di demenza senile, in generale parliamo di persone con quadri di disturbi classici legati all’età avanzata».

La domanda di posti sul territorio è superiore all’offerta – «Non solo per quelli accreditati, abbiamo liste d’attesa anche per quelli a libero mercato» – e ha una ricaduta sul profilo degli anziani ospiti: «I posti sono sempre gli stessi sul territorio, la popolazione anziana aumenta e quindi nelle strutture ci sono sempre di più i soggetti con i quadri clinici più gravi che ovviamente nelle graduatorie hanno la precedenza».

La retta mensile a carico dell’utente è di circa 3.200-3.300 euro, in aumento nei tempi recenti. Chi occupa un posto accreditato paga la metà e il resto viene coperto dalla Regione attraverso il fondo per l’autosufficienza. «Arrivano continuamente telefonate da persone che vogliono capire che tipo di percorsi fare per accedere alle strutture e trovare una sistemazione per un familiare. Abbiamo visto crescere in maniera esponenziale la domiciliarità privata.

Il bisogno di posti per anziani aumenta anche perché le famiglie sono sempre più disgregate e ci sono sempre più persone che vivono sole, magari con  gli lontani che non possono occuparsi degli anziani». Nel breve periodo non sono previsti ampliamenti degli accreditamenti e il picco dell’invecchiamento della popolazione continuerà a salire fino al 2055, con famiglie con una persona sola sempre più numerose. «In questo scenario crediamo che una risposta possa venire da investimenti in strutture immobiliari che diano la possibilità ad anziani soli almeno parzialmente autosufficienti di vivere in case più piccole in un contesto comunitario con altri anziani dove avere servizi comuni come una badante di condominio, un’infermeria, una cucina per tutti». Il consorzio ha individuato un immobile a Faenza, nella struttura chiamata Santa Chiara, dove poter realizzare una trentina di appartamenti.

Anche volendo ampliare la disponibilità di posti a libero mercato, c’è da fare i conti con l’ostacolo del personale: «Mancano infermieri e operatori socio-sanitari. Non si trovano. Per varie ragioni. In piccola parte cominciano a sentire gli effetti dell’inverno demografico: nascono meno persone e quindi meno cercano lavoro. L’altro effetto è legato al periodo Covid quando le Ausl in tutta Italia hanno fatto molte assunzioni e hanno attirato molti lavoratori del privato». Il Solco in passato ha tentato la carta dell’importazione dall’estero: 25 infermieri stranieri cui è stata pagata la formazione.

«Il 70 percento di quelli sono rimasti con noi. Avevamo messo in conto percentuali simili. Rifare un’operazione del genere però avrebbe costi molto alti e in questo momento non è in programma».

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