
Seconda puntata (qui è possibile recuperare la prima, sul tema degli adolescenti) della rubrica che ci accompagnerà durante la campagna elettorale per le amministrative di Ravenna in programma il 25 e 26 maggio (eventuale ballottaggio dopo due settimane) e che segneranno in ogni caso l’inizio di una nuova fase per la città, dopo il doppio mandato di Michele de Pascale. Cercheremo di toccare temi trasversali per mettere a confronto le opinioni e le proposte dei sei candidati sindaci in campo a cui abbiamo concesso uno spazio limitato e uguale per tutti. Questa settimana un tema molto di attualità, in concomitanza con l’Omc, la fiera dell’offshore appena terminata a Ravenna.
«Ravenna capitale delle fonti di energia fossili: dal rigassificatore allo stoccaggio di Co2 fino all’offshore, tanto che siamo ancora una volta sede dell’Omc. Condivide le scelte fatte finora su questo fronte? Da sindaco spingerebbe per nuove estrazioni? Quali progetti in questo ambito promuoverebbe?»
LE RISPOSTE (l’ordine varia ogni volta)
Nicola Grandi (Fdi-Fi-Viva Ravenna): «Verdi-Sinistra e M5S cosa ci fanno con Barattoni?»
«La transizione ecologica e l’uso delle fonti fossili devono andare di pari passo per impedire che i costi della transizione si riverberino sui cittadini, come vuole la sinistra. Condivido e ho condiviso in larga parte queste scelte anche se mi chiedo come possano essere sostenute anche da forze come Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle et similia che hanno dichiarato su questi temi cose diametralmente opposte e come possano tali forze sostenere la candidatura a sindaco di Barattoni, in totale continuità con De Pascale.
Posto che la sospensione delle estrazioni in Adriatico venne decisa dal governo Conte 1, che determinò danni enormi per il tessuto imprenditoriale del settore in cui Ravenna è leader, l’auspicio è che esse possano riprendere, tenendo conto, tuttavia, che gli investimenti su questo fronte sono stati interrotti a causa di quelle sciagurate decisioni e non è facile riprendersi dopo uno stop così prolungato. Riguardo alle estrazioni tuttora in essere, si dovrebbero accelerare le tempistiche di chiusura di quelle responsabili della maggiore subsidenza, ma solo quando potranno iniziare nuove estrazioni più al largo.
Promuoverei nuove estrazioni più al largo, per quanto di competenza amministrativa locale, valutando al contempo con attenzione le proposte in campo di energie alternative su cui esistono interessanti progetti».
Marisa Iannucci: «Rigassificatore inutile e pericoloso. Mai più trivelle nell’Adriatico»
«Ravenna non deve essere la capitale del fossile ma della transizione ecologica. Non condivido le scelte fatte finora: rigassificatore, deposito di Co2, trivellazioni in Adriatico. Ravenna è ridotta a vetrina del fossile (Omc docet) dalle politiche del Pd in Regione, in sintonia con la destra. Queste scelte scommettono sul passato e sulle lobby del gas, tradendo il clima e la volontà di cambiamento. Il rigassificatore è un’opera inutile, imposta dall’alto, pericolosa per l’ambiente marino e per la sicurezza del nostro territorio, che ci condanna a decenni di dipendenza dal gas. Ravenna in Comune dice basta alle nuove estrazioni: mai più trivelle in Adriatico. Al contrario, promuoveremo un piano coraggioso per fare di Ravenna la capitale delle energie rinnovabili. Punteremo su parchi eolici e fotovoltaici e sulla nascita di comunità energetiche, per produrre energia pulita e condivisa. Riconvertiremo i lavoratori del fossile verso impieghi verdi, perché la transizione ecologica non lasci indietro nessuno. Investiremo nell’occupazione ecologica: bonifiche ambientali, innovazione sostenibile, mobilità elettrica e cura del territorio creeranno posti di lavoro stabili e di qualità».
Veronica Verlicchi (La Pigna): «Troppa fretta per il rigassificatore. Se vinciamo, sconti in bolletta»
«L’offshore è uno degli asset più importanti della nostra economia e come tale va tutelato, mentre l’atteggiamento ondivago adottato dalla giunta Pd in questi anni credo abbia nuociuto. Il passaggio dalle fonti fossili a rinnovabili deve avvenire attraverso un processo graduale e costante, con forti investimenti tesi a favorire la riconversione delle aziende estrattive. Il Comune deve favorire i progetti che utilizzino fonti rinnovabili: eolico, solare, geotermico, idroelettrico ed idraulico. Con una particolare attenzione a scongiurare le mire speculative. La questione rigassificatore ha messo a nudo il rifiuto del Pd di dialogare con i ravennati: da sindaco avrei usato cautela nel valutare il progetto, senza la fretta ingiustificata che ne ha caratterizzato il processo autorizzativo. Avrei preteso risposte chiare ai dubbi che ancora permangono circa la sicurezza del nostro territorio. Avrei preteso adeguate compensazioni e sconti nelle bollette dei ravennati per almeno 3 anni; impegno che porteremo avanti se vinceremo. Sul progetto Agnes, la nostra contrarietà si concentra esclusivamente sui punti oscuri che il progetto presenta e per i quali abbiamo cercato in più occasioni di ottenere risposte. Per riassumere: sì all’eolico, no alle speculazioni».
Giovanni Morgese (Dc): «Fotovoltaici sugli edifici pubblici. Ravenna diventi un modello»
«La Democrazia Cristiana critica l’amministrazione per non aver fatto di Ravenna la capitale dell’energia rinnovabile, perdendo un’opportunità di leadership. Sebbene la città abbia storicamente giocato un ruolo cruciale nell’energia fossile, con il rigassificatore, lo stoccaggio di CO2 e le estrazioni offshore, oggi è urgente una transizione verso l’energia pulita. L’OMC, che conferma la nostra centralità nel settore energetico, rappresenta un’importante vetrina, ma la città avrebbe dovuto investire maggiormente nelle rinnovabili. Un primo passo sarebbe stato dotare tutti gli uffici pubblici di pannelli solari, contribuendo alla sostenibilità e riducendo i costi energetici. Fino a quando non avremo un sistema energetico alternativo pienamente operativo, ritengo necessario tollerare le estrazioni, ma sempre con l’obiettivo di garantire che le aree estrattive vengano riempite in modo sicuro e sostenibile. Se fossi sindaco, promuoverei un piano per installare impianti fotovoltaici su edifici pubblici e incentiverei politiche che favoriscano solare ed eolico, facendo di Ravenna un modello di sostenibilità per le generazioni future».
Alvaro Ancisi (Lega-Lista per Ravenna-Pdf): «Sto con Wu Ming 1: evitare progetti che provocano subsidenza»

Lo ha scritto a gennaio Ravenna&dintorni con questi titoli: “Wu Ming 1 e la crisi climatica: «In Emilia-Romagna l’economia reale è la peggiore possibile. In un sacco di posti non si doveva costruire e non dovrebbe abitarci nessuno: chi ci vive è vittima di una truffa sistemica»”, e affermando poi che: “Ravenna è ai vertici delle classifiche Ispra sul consumo di suolo. È anche un distretto dell’energia fossile e, nonostante stia subendo le conseguenze della crisi climatica, continua a investire su infrastrutture pesanti come il rigassificatore e il nuovo terminal crociere […] eppure l’ex sindaco, oggi presidente regionale, benché non goda della stima degli ambientalisti, è riuscito ad avere il supporto di liste verdi e di sinistra”. È ciò contro cui mi batto da sempre in Consiglio comunale, spesso solitariamente. È sbagliato opporre il lavoro all’ambiente e viceversa, essendo invece necessario coniugarli con equilibrio. Abbiamo eccellenti ricchezze naturali, servono scelte politiche volte alla loro tutela e valorizzazione. No a nuove lottizzazioni che consumano territorio. No a progetti che favoriscono i fenomeni della subsidenza ed erosione della costa, e in generale l’abbassamento e la cementificazione del suolo, e quindi le alluvioni».
Alessandro Barattoni (Pd e centrosinistra): «Favorevole a estrazioni oltre le 9 miglia»
«In Italia i Comuni sono 8mila e sbagliamo se pensiamo che ognuno possa colmare, da solo, l’assenza di una strategia energetica nazionale che dovrebbe tenere insieme decarbonizzazione, sicurezza degli approvvigionamenti e autonomia energetica. Rispetto alla transizione, in questi anni Ravenna ha cercato di fare la propria parte.
Il gas è l’energia chiave per questi passaggi e la meno inquinante fra quelle fossili e sono convinto che il nostro distretto potrebbe dare il proprio contributo con estrazioni oltre le 9 miglia senza effetti sulla subsidenza costiera. Sono invece a favore della chiusura della piattaforma Angela Angelina, a cui si deve parte degli effetti negativi sul livello del suolo fra Lido Adriano e Lido di Dante. Ritengo inoltre che la comunità e la politica ravennate dovrebbero esercitare una pressione sul Governo per l’emanazione del decreto che consenta l’avvio di Agnes, progetto di hub energetico a fonti rinnovabili nel Mar Adriatico. Allo stesso modo, credo che occorra favorire il più possibile l’installazione e la creazione di tante piccole comunità energetiche rinnovabili, in grado di diminuire i consumi delle famiglie e delle imprese a livello locale. Finora la tutela dell’ambiente e il lavoro sono riusciti a non andare in contrasto e noi non vogliamo né transizione senza lavoro, né lavoro senza sostenibilità».