sabato
23 Agosto 2025

Il Buon Pastore trasloca a Classis: alla Domus dei Tappeti di Pietra resta una copia

Dal 26 febbraio riapre il sito archeologico di Ravennantica. Il museo invece il 19 marzo

Domus Dei Tappeti Di PietraSabato 26 febbraio la Domus dei Tappeti di Pietra riaprirà al pubblico, dopo la chiusura invernale che ha permesso di effettuare i lavori di manutenzione del sito archeologico.

Tra le novità, ci sarà una copia dell’emblema del Buon Pastore, da sempre esposto, a parete, all’interno del sito. Il mosaico originale sarà invece reinserito all’interno della restante pavimentazione che lo accoglieva originariamente, per essere esposto integralmente, per la prima volta, all’interno della nuova sezione del Museo Classis “Abitare Ravenna”, che sarà inaugurata nella primavera del 2023.

«Grazie al completamento delle sezioni del museo Classis – spiega Giuseppe Sussatelli, presidente della fondazione – potremo contestualizzare al meglio alcuni reperti, tra cui il mosaico del Buon Pastore nella sua interezza. Ciò consentirà ai visitatori di apprezzarne meglio la qualità e la funzione nel contesto pavimentale originario e di metterlo in dialogo con le altre domus di Ravenna».

Sarà possibile visitare la Domus dei Tappeti di Pietra, di cui ad ottobre si celebrano i vent’anni dall’apertura, nei fine settimana fino al 6 marzo (dalle 10 alle 18) e, a partire da venerdì 11 marzo, dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 18.30.

Da sabato 19 marzo aprirà al pubblico anche il Classis Ravenna, tutti i giorni dalle 10 alle 18.30. Nel museo è attualmente in corso la realizzazione del sistema impiantistico per l’allestimento delle due nuove sezioni.

Sempre il 19 marzo riapriranno anche il Museo Tamo Mosaico, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 17 e il sabato e la domenica dalle 14 alle 18, e la Cripta Rasponi e Giardini pensili, dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18.30 e il sabato e la domenica dalle 10 alle 18.30.

L’ultimo sito di Ravennantica ad aprire sarà l’Antico Porto di Classe, che potrà essere visitato dall’1 aprile: venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30.

Molotov contro il centro vaccinale di Ravenna. Il sindaco: «Inaccettabile»

Danni alla porta d’ingresso. «Identificare e punire i colpevoli»

Incendio EspAttorno alle 4 della notte tra giovedì e venerdì al centro vaccinale di Ravenna è stata lanciata una bottiglia incendiaria contro la porta d’ingresso, che è stata danneggiata.

Sul posto i vigili del fuoco, che hanno messo in sicurezza la zona in un’ora di lavoro, e i carabinieri per le indagini. Potrebbero essere utili le telecamere del centro commerciale Esp.

«Si tratta di un episodio gravissimo e vergognoso che condanniamo fermamente – dichiara il sindaco di Ravenna Michele de Pascale -. Un gesto violento e inaccettabile che, oltre a configurarsi come un grave reato, è un vero e proprio atto offensivo e di aggressione verso tutti gli operatori e le operatrici che, giorno dopo giorno, lavorano senza sosta per metterci al sicuro attraverso la somministrazione del vaccino, grazie al quale oggi possiamo finalmente intravedere la fine dell’emergenza sanitaria. Ringrazio le forze dell’ordine per il tempestivo intervento, certo che la giustizia farà il suo corso nell’identificare e punire i colpevoli».

Mario Sironi, eclettico e controverso pittore del Novecento

Riprendono, il 25 febbraio, con la storica dell’arte Elena Pontiggia, le conferenze culturali al Salone dei Mosaici di Ravenna

Mario Sironi Dipinto
Un dipinto di Mario Sironi

Con un incontro dedicato alla personalità e all’estetica del pittore Mario Sironi riprende l’attività culturale dell’associazione “Tessere del 900”.
Sarà Elena Pontiggia, storica dell’arte e curatrice della mostra “Mario Sironi: Sintesi e Grandiosità” in corso fino al 27 marzo al museo del Novecento di Milano – ma anche autrice del saggio Mario Sironi. La grandezza dell’arte le tragedie della storia (Johan e Levi Editore) – a inaugurare il ciclo di conferenze del 2022, venerdì 25 febbraio, alle ore 18, al Salone dei Mosaici di Ravenna.

La relatrice parlerà della vita e delle opere del grande pittore italiano (Sassari, 1885 – Milano, 1961) , dalla stagione simbolista all’adesione al futurismo fino alla grande pittura monumentale  e delle  censure di cui fu oggetto per la mai rinnegata adesione al fascismo, fino alla riscoperta della grandiosità dei suo lavori che spaziano dalle tele, ai mosaici fino alla decorazione di dimensine architettonica.
L’incontro si terrà in presenza nel rispetto delle norme anti Covid e sarà trasmesso anche in diretta streaming sulla pagina Facebook di Tessere del 900.

Al termine della conferenza è in programma, alle ore 20, una cena con l’autrice Elena Pontiggi al ristorante MilleLire sempre all’interno del Salone dei Mosaici (costo 30 euro)
Info e prenotazioni al 339 3130423 e info@tesseredel900.it

«Atto di guerra, Europa e Italia rispondano unite. Vicini alla comunità ucraina»

L’appello del presidente e della vicepresidente della Regione Emilia-Romagna

Guerra Ucraina Russia Ultime Notizie«L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia è un atto di guerra, unilaterale e sconsiderato, una violazione del diritto internazionale ingiustificabile da ogni punto di vista, che costerà vite umane e sofferenza. L’Europa e l’Italia – che ripudia la guerra – devono rispondere unite, con fermezza, per fermare questa follia».

Così il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e la vicepresidente, Elly Schlein, sull’attacco armato portato dalla Russia allo Stato ucraino.

«Le iniziative della comunità internazionale non possono concedere un solo centimetro alla logica antidemocratica e alle azioni irresponsabili di chi pensa di poter calpestare impunemente il diritto dei popoli – proseguono Bonaccini e Schlein -. I canali diplomatici sono e rimangono l’unica strada possibile per la coesistenza pacifica e sicura».

«Sosteniamo l’impegno del Governo italiano e del presidente Draghi – sottolineano presidente e vicepresidente – per preservare la sovranità dell’Ucraina, la sicurezza dell’Europa e l’integrità dell’ordine internazionale basato sulle regole e sui valori condivisi. E siamo vicini alla numerosa comunità ucraina in Emilia-Romagna. Quanto sta succedendo nella loro terra – chiudono Bonaccini e Schlein – riguarda anche noi, la nostra libertà, la nostra democrazia, il nostro vivere civile. Non siete soli».

Arriva da Lecco il nuovo prefetto di Ravenna: è il 62enne Castrese De Rosa

Il benvenuto del sindaco. «Fondamentale la collaborazione tra enti locali e istituzioni»

Castrese De Rosa«A nome di tutta la comunità ravennate desidero dare il benvenuto al dottor Castrese De Rosa, nuovo prefetto di Ravenna». Sono le parole del sindaco e presidente della Provincia di Ravenna Michele de Pascale.

De Rosa, avvocato di 62 anni, arriva da Lecco, dove ha ricoperto per la prima volta il ruolo di prefetto, dall’ottobre del 2020. Prende il posto di Enrico Caterino, in pensione dallo scorso 1° febbraio.

«I prossimi anni – continua il sindaco – ci vedranno alle prese con nuovi impegni e sfide che non potranno prescindere dal complesso e difficile momento storico che stiamo vivendo. Per questo sarà fondamentale mantenere ben salda quella condivisione di forze e intenti e collaborazione tra enti locali e Istituzioni dello Stato necessaria a garantire ogni giorno sicurezza e stabilità per i cittadini e le cittadine. Al dottor De Rosa faccio i miei migliori auguri di buon lavoro, certo di poter contare su un interlocutore attento e di altissimo livello».

Il sindaco ha colto anche l’occasione «per ringraziare sentitamente la dottoressa Francesca Montesi, vice prefetto vicario per la sua reggenza in sede vacante dell’ultimo periodo che ha assicurato una guida autorevole alla Prefettura».

Covid, continuano a calare malati e ricoverati in Emilia-Romagna

Sono 267 i nuovi casi di positività al coronavirus registrati in un giorno in provincia di Ravenna. Quattro i decessi, tra cui anche quello di una 59enne. Sette (uno in meno di ieri) i ricoverati in terapia intensiva in provincia.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 24 FEBBRAIO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 1.177.391 casi di positività, 2.753 in più rispetto a ieri, su un totale di 21.844 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 10.965 molecolari e 10.879 test antigenici rapidi.

I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 95 (-6 rispetto a ieri, pari al -5,9%), l’età media è di 63,8 anni. Sul totale, 48 non sono vaccinati (zero dosi di vaccino ricevute, età media 62,7 anni), il 50,5%; 47 sono vaccinati con ciclo completo (età media 64,5 anni). Un dato che va rapportato al fatto che le persone over 12 vaccinate con ciclo completo in Emilia-Romagna superano i 3,7 milioni, circa 300mila quelle vaccinabili che ancora non lo hanno fatto.

Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 1.564 (-66 rispetto a ieri, -4%), età media 74,6 anni.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 43.109 (-1.400). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 41.450 (-1.328), il 96,1% del totale dei casi attivi.

Le persone complessivamente guarite sono 4.127 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 1.118.444.

Purtroppo, si registrano 26 decessi: 3 in provincia di Piacenza (una donna di 90 anni e due uomini di 83 e 85 anni); 1 in provincia di Parma (una donna di 88 anni); 9 in provincia di Modena (quattro donne di 77, 88, 90 e 95 anni, cinque uomini di 54, 78, 88, 91 e 94 anni); 2 in provincia di Bologna (due uomini di 64 e 85 anni); 1 nel Circondario Imolese (un uomo di 73 anni); 3 in provincia di Ferrara (una donna di 96 e due uomini di 93 anni); 4 in provincia di Ravenna (tre donne di 59, 88 e 92 anni e un uomo di 90 anni); 1 in provincia di Forlì-Cesena (un uomo di 86 anni); 1 in provincia di Rimini (un uomo di 91 anni); 1 decesso, registrato dall’Ausl di Imola, riguarda una persona residente fuori regione: una donna di 85 anni.
Non si registrano decessi in provincia di Reggio Emilia.

In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 15.838.

Bandi concessioni balneari, il “valore aziendale d’impresa” non è più tra i criteri

L’assessore regionale Corsini contro il Governo: «Bisogna correggere: è il giusto riconoscimento per chi ha fatto investimenti»

Andrea Corsini Emilia Romagna Balneari «Una decisione incomprensibile. Togliere il valore aziendale di impresa tra i criteri delle future procedure di assegnazione e di indennizzo delle concessioni balneari è un grave passo indietro e un danno per tutte le imprese dell’Emilia-Romagna che in questi anni hanno dato qualificati servizi ai turisti e hanno contribuito alla cura del nostro litorale».

Così l’assessore regionale a Turismo e Commercio, il ravennate Andrea Corsini, alla notizia dello stralcio da parte del valore aziendale di impresa in un emendamento del decreto Concorrenza.

«Il Parlamento deve correggere – prosegue l’assessore -. Il valore aziendale non è un privilegio ma il giusto riconoscimento che merita chi ha fatto investimenti e deve essere tutelato anche con indennizzi, come avviene peraltro per altre attività economiche».

«L’abbiamo detto e ribadiamo che la Direttiva Bolkestein vada applicata – aggiunge Corsini – ma sulla base di criteri che avevamo indicato nel nostro documento – condiviso con i comuni costieri e le associazioni di categoria -, e che sembrava fossero stati in gran parte recepiti all’interno della riforma licenziata dal Consiglio dei ministri nei giorni scorsi».

«È necessario che questi criteri siano presenti – chiude l’assessore – e che nell’iter di approvazione parlamentare della legge, vengano coinvolte le Regioni per rispettare le specificità dei territori. Solo così potremo avere una legge applicabile e giusta che contempera la concorrenza e la tutela delle piccole imprese e del lavoro».

Il Comune di Lugo espone la bandiera della pace: «Invitiamo a farlo tutti»

Il sindaco Ranalli invita i cittadini alla veglia di preghiera venerdì sera in Collegiata

Bandiera Pace LugoLa bandiera della pace sventola in piazza dei Martiri a Lugo. Il Comune ha deciso di esporre la bandiera con i colori dell’arcobaleno nel giorno in cui l’Ucraina è stata invasa e bombardata dalla Russia. Un modo per manifestare vicinanza alla comunità ucraina presente sul territorio lughese.

«L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ci insegna che, anche nella nostra civile Europa, la pace non è una condizione permanente – dichiara il sindaco Davide Ranalli -. Siamo a fianco del popolo ucraino e della comunità ucraina che vive nel nostro territorio. Domani (venerdì 25 febbraio dalle 18.30 alla Chiesa della Collegiata di Lugo, ndr) lo testimonieremo anche con una veglia di preghiera alla quale voglio invitare tutte le donne e gli uomini che credono nel valore della pace. Come Amministrazione Comunale abbiamo esposto una bandiera della pace nel nostro municipio e invitiamo tutti i cittadini a fare altrettanto dalle finestre delle loro case».

Sono numerose le associazioni e le organizzazioni della Bassa Romagna che si stanno attivando per veglie, cortei e altre iniziative a sostegno della pace.

Il vescovo sabato con la comunità ucraina di Ravenna: «Un appello per la pace»

Ghizzoni invita tutta la città sabato alle 14 a San Giovanni Battista

Viktor
Padre Viktor Dvykalyuk

Un segno di vicinanza concreto, dopo le bombe di questa mattina in Ucraina. Sabato 26 febbraio alle 14, l’arcivescovo di Ravenna-Cervia, monsignor Lorenzo Ghizzoni celebrerà l’eucaristia a San Giovanni Battista, a Ravenna, con la comunità cattolica ucraina di rito bizantino che due volte al mese si ritrova in questa chiesa per le celebrazioni.

Ma l’invito a partecipare è esteso a tutta la città: «Invito tutti a partecipare a questa iniziativa, come segno di solidarietà verso il popolo ucraino e come appello per la pace».

La comunità greco-cattolica ucraina di Ravenna (circa una quarantina di fedeli che possono arrivare a 150 per le celebrazioni natalizie e pasquali), è composta soprattutto da assistenti familiari e giovani famiglie ed è guidata da padre Viktor Dvykalyuk che segue anche la comunità dei fedeli ucraini di Rimini.

Assieme all’arcivescovo, sabato, concelebrerà padre Vincenzo Tomaiuoli, direttore della Pastorale dei migranti.

Conflitto Russia-Ucraina, a rischio 9 milioni di euro di export provinciale al mese

I due Stati al centro dello scontro sul Donbass nei primi nove mesi del 2021 hanno assorbito il 2,1 percento delle esportazioni ravennati

Donbass Ponte FerroviaIl conflitto esploso tra Russia e Ucraina mette a rischio una frazione dell’export ravennate che nei primi nove mesi del 2021 ha assorbito il 2,1 percento del totale (Russia 1,7 e Ucraina 0,4). Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio dell’economia sulla base delle informazioni diffuse da Istat, da gennaio a settembre il valore delle esportazioni delle imprese della provincia è stato 63,8 milioni verso la Russi e 15,5 vero l’Ucraina. Entrambi i mercati, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, sono aumentati: del 21 percento verso la Russia e dell’82,4 verso l’Ucraina (l’incremento dell’export complessivo provinciale verso tutti i Paesi del mondo è stato del 24 percento). Anche nel confronto con l’anno pre-Covid si registrano aumenti significativi: 66 percento per la nazione guidata da Volodymyr Zelenski e 30,1 percento per la potenza retta da Vladimir Putin.

RUSSIA

Fra gennaio e settembre 2021, i principali prodotti esportati in Russia sono stati: macchinari ed apparecchiature pari al 30% dell’export verso tale Paese (0,51% la quota su export complessivo della provincia di Ravenna e 2,8% la quota sul totale esportato della categoria merceologica nel Mondo); i prodotti alimentari con quota 22,4% (0,4%; 2,8%) ed i prodotti in metallo con il 17% (0,3%; 13,9%). Per le esportazioni dei prodotti in metallo (esclusi macchinari ed attrezzature) la Russia, con la quota del 13,9% sull’export complessivo della divisione, è il terzo mercato di sbocco dopo Francia (17,5%) e Germania (14,2%).

Le importazioni della provincia di Ravenna che provengono dalla Russia, si attestano intorno ai 146 milioni di euro; nei nove mesi in esame, il saldo commerciale con la Russia (differenza fra esportazioni ed importazioni) risulta pertanto negativo.  L’import risulta in aumento sia rispetto ai primi nove mesi del 2020 (+28,3%; +39,8% l’aumento dell’import complessivo ravennate da tutto il Mondo) che rispetto all’analogo periodo del 2019 (+4,6%; +19,8% la crescita del totale importazioni). La quota però di quelle provenienti dai mercati russi, sull’import complessivo, è in calo: dal 4,1% del gennaio-settembre del 2019 al 3,6% del 2021, passando dal 3,9% dell’anno precedente.

Fra gennaio e settembre 2021, i principali beni importati dalla Russia sono stati quelli alimentari (12,6% la quota sul totale import dalla Russia; 0,45% su import complessivo provinciale; 2% la quota delle importazioni dalla Russia sul totale importato della categoria merceologica), di cui principalmente oli e grassi vegetali ed animali; ma soprattutto si importano i derivati della metallurgia, che risultano ben il 73,4% delle importazioni provenienti da questo Paese (2,6% la quota su import complessivo e 10,2% l’incidenza sul totale importato in provincia del prodotto), di cui la quasi totalità sono i prodotti della siderurgia.  Per le importazioni dei prodotti della metallurgia, la Russia, con il 10,2% sul totale importato della categoria merceologica, risulta il 4° fornitore della provincia di Ravenna, dopo Germania (35,4%), Spagna (18%) e Francia (13,9%).

UCRAINA

Fra gennaio e settembre 2021, sono stati principalmente esportati in Ucraina i prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, pari al 33,5% del totale dell’export verso tale Paese (0,14% la quota su export complessivo della provincia di Ravenna e 11,4% la quota sul totale esportato per la categoria merceologica nel Mondo); seguono prodotti alimentari con 25,6% (0,11%; 0,8%) ed i macchinari ed apparecchiature con quota 21,1% (0,1%; 0,5%).

Le importazioni della provincia di Ravenna che provengono dalla Ucraina, si attestano intorno ai 190,4 milioni di Euro; nei nove mesi in esame, il saldo commerciale con questo Paese (differenza fra esportazioni ed importazioni) risulta anch’esso negativo. L’import risulta in aumento rispetto ai primi nove mesi del 2020 (+4,3%), ma non rispetto  all’analogo periodo del 2019 (-36,8%). La quota delle importazioni provenienti dai mercati ucraini sull’import complessivo è in calo: si passa dall’8,8% del gennaio-settembre del 2019 al 6,2% del 2020, per arrivare al 4,7% del gennaio-settembre del 2021.

Fra gennaio e settembre 2021, i principali beni importati sono stati quelli alimentari con il 72% di quota sul totale import da Ucraina (3,4% su import complessivo provinciale; 15,1% la quota di import da Ucraina sul totale importato della categoria merceologica), di cui principalmente oli e grassi vegetali ed animali; per la divisione dei prodotti alimentari, con il 15,1% sulla categoria, l’Ucraina è il nostro maggior venditore (di cui per il 99,6% si tratta, come si è già evidenziato, di oli e grassi), a cui segue l’Argentina con il 13,8%.  Seguono, più a distanza, i prodotti agricoli con quota 24,8% (1,2%; 6,9%), di cui i tre quarti sono cereali; per i prodotti dell’agricoltura, con il 6,9% sul totale import della divisione, è il 4° fornitore, dopo Brasile (48%), USA (9%) ed Ungheria (8%).

Odg del Pd contro l’invasione russa: «Tutti i partiti prendano le distanze da Putin»

Il segretario provinciale Barattoni: «A rischio di vedere alzarsi il prezzo del gas»

PD.PaceIl Partito Democratico presenterà in tutti i consigli comunali della provincia di Ravenna un ordine del giorno di condanna per l’invasione dell’Ucraina e in cui si chiede al Governo italiano, agli Stati membri e alle istituzioni dell’Unione Europea «di impegnarsi in un’iniziativa di contrasto dell’aggressione assumendo le misure necessarie, entro la reazione della comunità internazionale che l’Onu deve garantire e con un ruolo attivo nelle alleanze difensive a partire dalla Nato,  perché l’invasione sia fermata».

«Guerra è una parola che, sbagliando, credevamo relegata a parti del mondo a noi lontane – ha detto il segretario del Pd Alessandro Barattoni – e che invece questa volta sta accadendo molto vicino a noi. Anche per questo parteciperemo alla manifestazione indetta dai sindacati confederali per lunedì prossimo. Serve infatti una presa di coscienza collettiva sul fatto che quello che sta succedendo non ci può lasciare indifferenti. Serve allo stesso tempo una risposta della politica italiana unitaria. Tutti i partiti politici devono prendere le distanze dalla condotta della Russia e di Putin che cercherà, come ha sempre fatto, di indebolire l’unità nazionale di vari paesi attraverso la disinformazione e i rapporti anomali con alcuni partiti politici. Serve l’unità del parlamento affinché la direttrice sia il dialogo, il rispetto degli accordi di Helsinki e di Minsk, e alla base il riconoscimento del principio dell’autodeterminazione dei popoli. Il possibile ingresso dell’Ucraina nella Nato è una notizia falsa, alimentata ad arte per giustificare eventi tragici».

«Lo stesso deve avvenire nell’Unione Europea con l’unità dei grandi partiti europei e degli stati, indipendentemente che siano collocati più a est o più a ovest del dell’Italia. In questa fase, ancora più che in passato, c’è una responsabilità di tutti in quello che accadrà e solo l’unità dell’Unione Europea e delle forze atlantiche possono fungere come un deterrente importante. Se si disarticolano le posizioni dell’Unione europea, anche le trattative con Putin rischieranno di essere indebolite già in partenza. Una parte di questa strategia infine deve considerare, sia a livello nazionale che europeo, l’interdipendenza energetica del nostro paese così come quella di altri paesi europei da regimi non democratici che provoca ricadute quotidiane sui cittadini. Per difendere i valori della democrazia e della libertà dovremmo accettare che le sanzioni che verranno comminate alla Russia possano essere scaricate sui prezzi del gas che famiglie e imprese pagano. Ma i nostri valori vanno difesi. Così come è ancora più urgente che si ripensi alla politica industriale in Italia e in Europa. Il Partito Democratico ha sempre sostenuto la transizione energetica attraverso la difesa del gas nazionale e ravennate, sia per motivi occupazionali ma anche, come abbiamo sempre sottolineato, per l’interesse del Paese nell’avere meno dipendenza dalle fonti fossili estere. Anche questa – conclude Barattoni – è una leva che sarà importante per trovare una soluzione che non deve essere lasciata le armi».

Nel 2021 sterilizzati 230 gatti e sfamati alcune centinaia. Enpa chiede donazioni

Il bilancio dell’attività della delegazione nella località collinare

La delegazione Enpa di Brisighella si occupa della gestione di alcune colonie feline e rende nota l’attività del 2021: 230 gatti sterilizzati, 80 accuditi sul territorio, dieci curati. L’attività di volontariato ha provveduto anche a fornire il cibo a non poche centinaia di gatti. «L’impegno e i sacrifici dei pochissimi volontari sono stati rilevanti ed è per questo che rivolgiamo un appello a quanti sono sensibili al problema del randagismo affinchè prendano contatto con la delegazione Enpa di Brisighella al fine di farci pervenire la loro collaborazione». Chi fosse interessato può inviare un’offerta tramite Iban ( IT 85 V 06270 13101 CC 0840262000 ), specificando pro Delegazione di Brisighella.

 

 

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