giovedì
21 Agosto 2025

Un polo di ricerca per preservare la biodiversità. E salvare le tartarughe

Nasce “Acqua campus natura” all’interno dell’oasi di Volta Scirocco, a Mandriole di Sant’Alberto

Foto CER Oasi Acqua Campus Natura
L’oasi di Mandriole

Un progetto per studiare come contrastare la crescente “salinizzazione” dell’acqua e preservare così la biodiversità e le peculiarità dell’ambiente. È proprio in occasione della giornata mondiale delle “zone umide” che il Cer (Canale emiliano-romagnolo), in collaborazione con Anbi, l’associazione nazionale dei consorzi d’acqua, ha deciso di presentare alla cittadinanza un’iniziativa dedicata proprio a preservare l’habitat di questi spazi.

All’interno dell’oasi di Volta Scirocco, un’ansa del fiume Reno a ridosso delle Valli di Comacchio, sorgerà infatti “Acqua campus natura”, un polo che avrà appunto la missione di salvaguardare la locale biodiversità dal cambiamento climatico. In particolare, si cercheranno di tutelare gli uccelli acquatici di acqua dolce e le testuggini, ma più in generale l’obiettivo è di studiare come “salvare il territorio”, senza mezzi termini.

Nelle zone umide infatti sopravvive e si riproduce il 40% delle specie animali e vegetali, e alcune di queste aree proteggono il territorio dalle inondazioni e migliorano la qualità dell’acqua. Quelle costiere sono fondamentali per proteggere dall’erosione il litorale e dall’ingresso salino nei terreni e nella falda. Inoltre, le zone umide possono prelevare e immagazzinare carbonio nel suolo e nella sostanza organica fino a 55 volte più velocemente delle foreste pluviali tropicali.

Tuttavia, lancia l’allarme il Cer, «nonostante la loro importanza, il 35% delle zone umide del mondo sono andate perdute negli ultimi 50 anni e stanno scomparendo molto più velocemente delle foreste e molte specie di piante e di animali dipendenti dalle zone umide sono quindi a rischio di estinzione». E la tendenza non fa eccezione in Emilia-Romagna, regione che da anni vede una costante riduzione delle piogge e l’incremento delle temperature in atto, fenomeni che stanno «via via prosciugando le nostre zone umide e incrementando il livello della quantità salina in quelle costiere».

Effetti che sono in atto anche nell’oasi di Volta Scirocco del Cer, a Mandriole di Sant’Alberto, nel ravennate, all’interno del Parco regionale del Delta del Po. Originata 50 anni fa dalla costruzione della traversa fluviale di Volta Scirocco, oggi è caratterizzata dalla presenza di prati umidi, canneti e paludi, popolati da un’abbondante flora e fauna di alto interesse naturalistico.

«Il cambiamento climatico che ci coinvolge tutti – spiega infatti Nicola Dalmonte, presidente del Cer – sta colpendo duramente sia l’ambiente che il mondo agricolo così rilevante nel nostro territorio». Per questo, con il progetto “Acqua campus natura”, presentato il 2 febbraio alla Casa Matha di Ravenna proprio da Cer e Anbi insieme a Comune di Ravenna, Parco del Delta del Po, Cestha (Centro sperimentale per la tutela degli habitat) e Lipu, l’oasi diventerà un sito di studio sulla salvaguardia della biodiversità legata all’acqua diventando la sede del terzo polo della ricerca del Cer.

L’auspicio, per Francesco Vincenzi, presidente nazionale di Anbi, è che queste aree «troppo spesso gestite non in maniera unitaria», abbiano un’attenzione «sempre maggiore, perchè l’ambiente non è solo di qualcuno, ma è di tutti noi, cittadini e territori».

Intanto, gli studi sono già in atto con la collaborazione del Cestha, sia per capire come contrastare la progressiva salinizzazione delle acque determinata dalla scarsità di pioggia dell’ultimo decennio, fatto questo che riguarda anche la sopravvivenza dei terreni agricoli, sia per salvaguardare ed espandere una colonia della testuggine Emys Orbicularis, prossima al rischio di estinzione ancora presente nell’area.

Covid, per la prima volta da ottobre cala il numero settimanale dei nuovi positivi

Il direttore dell’Ausl Romagna: «Possiamo tirare un respiro di sollievo grazie ai vaccini»

DRIVE THROUGH TAMPONE COVID PARCHEGGIO PALA DE ANDR RAVENNADopo dati in continuo aumento da novembre, per la prima volta in provincia di Ravenna si registra un calo dei nuovi casi di positività al Covid settimanali. Nel periodo dal 24 al 30 gennaio sono infatti risultati 9.833 i nuovi contagiati, contro i 12.435 della settimana precedente.

In tutta la Romagna il calo arriva dopo quattro settimane di aumento, con 29.233 positività, quasi 8mila in meno rispetto alla settimana precedente.

Anche per quanto riguarda l’occupazione dei posti letto di pazienti affetti da Covid, si registra un lieve calo rispetto alla settimana precedente. In totale sono ricoverati 489 pazienti (contro i 506 della scorsa settimana), di cui 29 in terapia intensiva (contro i 33 del periodo precedente).

«I dati della settimana presa a riferimento – commenta Mattia Altini, direttore sanitario di Ausl Romagna – indicano per la prima volta, una diminuzione dei nuovi casi, dopo la costante impennata registrata nelle ultime quattro settimane. Sono in leggera diminuzione  anche i ricoveri totali, sia nei reparti ordinari e che nelle terapie intensive.  Tutto ciò ci conforta e ci auguriamo davvero che sia una tendenza che troverà conferma nelle prossime settimane. Se oggi, dopo settimane intense e impegnative, possiamo tirare un respiro di sollievo lo dobbiamo innanzitutto alla importante copertura vaccinale presente sul nostro territorio, che ha permesso di ridurre l’impatto sui ricoveri ospedalieri. Se i casi che abbiamo registrato in queste settimane li avessimo avuti nella prima ondata, quando non c’erano ancora i vaccini, avremmo pagato un tributo pesante per tassi di mortalità  ed ospedalizzazioni. Questo dobbiamo averlo ben presente e mi rivolgo in particolare alle persone che ancora mancano all’appello nella copertura vaccinale. Non è mai troppo tardi. Se vogliamo cercare di metterci alle spalle la pandemia, ancora in corso, l’unico antidoto è il vaccino. Il traguardo da raggiungere resta quello di aumentare la copertura vaccinale in particolare nei bambini e nei ragazzi che sono la fascia di età con l’incidenza più alta. Molti di loro si stanno vaccinando ma occorre velocizzare. Vogliamo poterci buttare alle spalle questi interminabili e drammatici anni di convivenza con il virus».

Rivoluzione nella scuola, niente più Dad per guariti e vaccinati

Tra le novità anche la fine delle restrizioni in zona rossa per chi ha il green pass, che avrà durata illimitata

Istruzione DadNiente più restrizioni per i vaccinati, anche in zona rossa, green pass con durata illimitata per chi ha completato il ciclo vaccinale ma anche per chi ha fatto solo due dosi di vaccino ed è guarito dal Covid, quarantena a scuola da 10 a 5 giorni e solo per i non vaccinati, Didattica a distanza che scatta da cinque casi in su per nidi, materne ed elementari, stranieri che potranno accedere ad alberghi e ristoranti anche se hanno solo il pass base.

A distanza di un mese dall’ultimo decreto, il Governo rivoluziona nuovamente le regole anti Covid ma stavolta l’obiettivo, grazie alle vaccinazioni e sulla base dei dati che indicano da giorni il calo della curva dei contagi, è quello di garantire ancora maggiore libertà a chi ha seguito le indicazioni e si è vaccinato, semplificare le regole, ridurre le restrizioni e riaprire l’Italia nelle prossime settimane.

Il decreto con le nuove norme entrerà in vigore il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dunque nelle prossime ore, in modo che sia operativo per lunedì 7 febbraio.

Ecco le principali novità, in una sintesi di Ansa.it.

SCUOLA, CAMBIA TUTTO – L’intervento più importante, come era stato ampiamente annunciato, è quello sulla scuola, dove la babele di regole ha creato problemi e disagi a migliaia di famiglie e mandato nel caos il sistema scolastico. È stata dimezzata la durata della Dad, che passa da 10 a 5 giorni in tutte le scuole di ogni ordine e grado e rimarrà solo per i non vaccinati, ad eccezione della fascia 0-6 anni, nella quale non è autorizzata la vaccinazione. La differenza, dunque, è che negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, tutti i bambini rimarranno a casa quando in classe ci sono 5 o più casi di positività al Covid e non più alla presenza di un caso come avviene oggi. Alle elementari, medie e superiori, invece, la didattica a distanza scatterà solo per i non vaccinati: alle primarie, così come per la fascia 0-6, dal quinto caso in su, alle secondarie dal secondo in poi. Chi resta in classe e ha più di sei anni dovrà utilizzare le mascherine FFp2 mentre a nidi e infanzia, dove per i bimbi non c’è obbligo di dispositivi di protezione, ad usare le Ffp2 saranno solo i docenti. Il decreto introduce un’ulteriore novità, i tamponi “fai da te” per scuole dell’infanzia ed elementari. Fino a 4 casi, infatti, si rimane tutti in classe, ma se un bambino dovesse mostrare sintomi del virus, dovrà sottoporsi ad un tampone, molecolare, antigenico oppure “autosomministrato”. In caso quest’ultimo desse esito negativo, per rientrare in classe basterà l’autocertificazione. Chi, invece, va in quarantena, in ogni ordine e grado d’istruzione, per tornare a scuola dovrà fare un tampone antigenico o molecolare e non avrà bisogno del certificato medico.

NIENTE PIÙ DIVIETI PER VACCINATI – Un’altra misura che rivoluzionerà radicalmente le regole con cui gli italiani hanno vissuto per mesi è quella che modifica le restrizioni in zona rossa. Le fasce di colore rimarranno ma anche in quelle Regioni che dovessero finire in rosso non ci saranno più divieti per chi ha completato il ciclo vaccinale, come già avviene di fatto in zona gialla e arancione. Le restrizioni rimarranno invece per i no vax.

GREEN PASS SENZA LIMITI – Dopo aver ridotto la durata del certificato da 9 a 6 mesi – a differenza di quel che accade nel resto d’Europa – il governo torna sui suoi passi per risolvere un problema che si sarebbe posto a metà marzo quando migliaia di italiani, poiché hanno fatto il booster a metà settembre e non essendo autorizzata la quarta dose, si sarebbero veduti scadere il green pass e non avrebbero potuto accedere ad attività e servizi pur avendo rispettato le indicazioni del governo. La bozza del decreto prevede dunque che, per chi ha completato il ciclo vaccinale e anche per chi si è contagiato e è guarito dopo essersi vaccinato, il pass ha validità “senza necessità di ulteriori dosi di richiamo”. Dunque, illimitata. Per chi, invece, si è contagiato dopo la prima dose, il certificato varrà 6 mesi.

TURISTI IN HOTEL E RISTORANTI CON PASS BASE – Con il provvedimento si risolve anche un problema sollevato nei giorni scorsi dal mondo del turismo: fino ad oggi, infatti, gli stranieri potevano entrare in Italia con il pass base ma non alloggiare in hotel o mangiare al ristorante o accedere a tutte quelle attività per le quali è previsto il pass rafforzato, che all’estero non esiste. Dall’entrata in vigore del provvedimento, chi è vaccinato e guarito da meno di 6 mesi, potrà accedervi con il pass base. Chi invece ha un certificato di guarigione o vaccinale da più di sei mesi – compresi quelli ottenuti con Sputnik o con altri vaccini non autorizzati dall’Italia – dovrà mostrare l’esito negativo di un tampone effettuato 48 ore prima se antigenico o 72 se molecolare. Tampone che non è obbligatorio se si è guariti dopo aver completato il ciclo di vaccinazione. (ANSA.it)

Mancano gli infermieri, ne arrivano 36 da India e Tunisia: «Estero unica soluzione»

Progetto di Confcooperative Romagna e Solco Ravenna. Al lavoro per aprire anche un canale con l’Albania

Infermiere CovidSono in arrivo dall’estero 36 nuovi infermieri per sopperire alla mancanza di personale sanitario. Una mancanza che interessa i servizi socio-sanitari gestiti dalla cooperative sociali, tanto quanto la sanità pubblica.

I nuovi arrivi, previsti a Ravenna nelle prime settimane di febbraio, sono il risultato della collaborazione tra Confcooperative Romagna e Solco Ravenna che hanno organizzato un servizio di supporto, consulenza e networking per l’assunzione di personale infermieristico dall’estero.

«La procedure previste dalla legge sull’immigrazione attualmente in vigore permettono, in casi particolari e per far fronte alle necessità dettate dalla pandemia, l’ingresso di infermieri e professionisti sanitari stranieri nel nostro paese – spiega Katia Gulino, responsabile del settore socio-sanitario Confcooperative Romagna -. Grazie a questa opportunità sono in attesa di ricevere il nulla osta per l’Italia 36 infermieri dalla Tunisia e dall’India e stiamo lavorando per aprire un canale anche con l’Albania».

Il ruolo di Confcooperative Romagna in questa prima fase è consistito nel portare avanti le relazioni internazionali con i paesi di origine dei professionisti in arrivo e nel gestire i rapporti con le Prefetture territoriali. Ora si sta organizzando una seconda fase, l’accoglienza delle persone che presto arriveranno a Ravenna. «Grazie alla collaborazione della nostra associata LibrAzione, abbiamo messo a punto un piano di accoglienza e integrazione che prevede la fornitura di un alloggio, un rimborso per le spese di viaggio sostenute, lezioni di italiano intensive, disbrigo di tutte le pratiche burocratiche» – continua Gulino.

Gran parte dei professionisti in arrivo verranno impiegati dal Consorzio Solco Ravenna nelle strutture socio-sanitarie che gestisce direttamente o tramite le cooperative associate. Un’altra parte troverà invece un impiego presso la Rosa dei Venti, il nuovo complesso dedicato alla popolazione anziana che il Consorzio Solco avvierà in primavera a Ravenna insieme a Il Cerchio.

«Oggi non ci sono infermieri specializzati disponibili sul mercato del lavoro e finché le Università italiane non riusciranno a garantire il numero minimo di infermieri di cui c’è bisogno, il reclutamento dall’estero è l’unica soluzione – evidenzia Antonio Buzzi, vicepresidente Confcooperative Romagna e presidente Consorzio Solco Ravenna -. Il movimento cooperativo ha già intrapreso questa strada in passato, alla fine degli anni ’90, dando la possibilità a professionisti dell’Est Europa di venire in Italia a esercitare la loro professione. Un’operazione che ha dato buoni frutti e che stiamo ripetendo adesso, aprendo nuovi canali internazionali e stringendo nuove sinergie. Grazie alla collaborazione con Confcooperative Romagna e visto l’interesse dell’Ausl verso questa operazione, siamo al lavoro per fare di questa iniziativa un servizio a favore di tutto il territorio. Chiediamo, come avvenuto in queste prime esperienze, la collaborazione di tutte le istituzioni coinvolte, in primis le Prefetture della Romagna, affinché le procedure in deroga previste dalla legge n.126/2021 possano essere espletate nel minor tempo possibile».

La “voce” di Primo Levi con Valter Malosti sul palco dell’Alighieri

In scena, da giovedì 3 fino a domenica 6 febbraio, lo spettacolo Se questo è un uomo, in versione “acustica”

Malosti Se Questo È Un Uomo
Valter Malosti in “Se questo è un uomo” (foto Tommaso Le Pera)

Valter Malosti (direttore di ERT-Emilia Romagna Teatro) firma la regia e l’interpretazione di Se questo è un uomo, portando per la prima volta in scena direttamente la voce di questa irripetibile opera prima. Un’opera acustica, dunque, ma anche un’installazione d’arte e visiva.

L’appuntamento a Ravenna è al teatro Alighieri da giovedì 3 a domenica 6 febbraio, alle 21 (domenica ore 15.30).
Nel pomeriggio di sabato 5, alle 18, Malosti incontrerà il pubblico alla Sala Corelli dell’Alighieri in dialogo con Massimo Raffaeli (docente, filologo e critico letterario). Lo spettacolo è inserito nel progetto Teatro No Limits e per la replica del 6 febbraio sarà audio-descritto per non vedenti e ipovedenti.

«Volevo creare un’opera che fosse scabra e potente – spiega Malosti –, come se quelle parole apparissero scolpite nella pietra, spesso ho pensato al teatro antico mentre leggevo e rileggevo il testo. Da qui l’idea dei cori tratta dall’opera poetica di Levi detti o cantati, e l’idea di utilizzo dello spazio».

Se questo è un uomo ha debuttato nel 2019 – nel centenario della nascita di Primo Levi – ed è una coproduzione TPE-Teatro Piemonte Europa, Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale e Teatro di Roma-Teatro Nazionale.
La condensazione scenica del testo è stata curata da Domenico Scarpa (consulente del Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino) e dallo stesso Malosti. La scena è di Margherita Palli, che ha immaginato un cortocircuito visivo tra la memoria del lager e le «nostre tiepide case».
In scena con Malosti i performer Antonio Bertusi e Camilla Sandri. Il progetto sonoro, fondamentale in questa riscrittura, è curato da Gup Alcaro.

Erosione, parte il mega ripascimento: un milione di mc di sabbia su 11 km di costa

Primo stralcio da 19 milioni di euro per tutta la Romagna: interventi a Cervia, Milano Marittima e Ravenna. Sarà usato materiale dragato dal fondo del mare a 40 miglia al largo

RipascimentoInizieranno nella settimana del 7 febbraio gli interventi di ripascimento su oltre 11 chilometri di spiagge in Emilia-Romagna per ricostruirne la parte esposta all’erosione. I lavori del cantiere “Progettone 4 – primo lotto Romagna” prevedono l’immissione di 1,1 milioni di mc di sabbia sui litorali di Misano, Riccione, Bellaria Igea Marina, Cesenatico, Cervia, Milano Marittima e Ravenna.

L’importo di questo primo lotto ammonta a 19 milioni e 650mila euro, stanziati dalla Regione. Ad aggiudicarsi l’appalto, la settimana scorsa, è stato il raggruppamento temporaneo di imprese costituito da Sidra – Società Italiana Dragaggi (Deme Group), Rcm Costruzioni (Gruppo Rainone) e Consorzio Integra.

Sul litorale romagnolo sarà trasportata sabbia proveniente da giacimenti off-shore individuati a circa 40 miglia al largo della costa ravennate, a 35 metri di profondità. Alla consegna dei lavori, lunedì prossimo, seguirà la fase di apertura del cantiere sulla spiaggia di Riccione; qui saranno realizzate due condotte del diametro di circa un metro, necessarie per consentire alle grandi draghe di far refluire le sabbie, mantenendosi a una certa distanza dalla battigia. Nei sette siti in cui si interverrà il materiale verrà movimentato con l’ausilio di mezzi meccanici, che provvederanno alla corretta riprofilatura per far sì che le spiagge siano pronte per la prossima stagione estiva.

Prosegue, nel frattempo, la progettazione dell’intervento sul ferrarese, destinato a partire nell’autunno 2022 seguendo un iter separato. A nord di Porto Garibaldi, lungo i cosiddetti lidi Nord ferraresi, si procederà in modo diverso, con materiali prelevati non off-shore ma dalla spiaggia emersa e dai fondali prospicienti il Lido degli Estensi.

In totale, i fondi stanziati dalla Regione Emilia-Romagna per questi due lotti ammontano a circa 23 milioni, che consentiranno di ripristinare 15 chilometri di litorale.

 

Covid, mille casi in un giorno in provincia. Registrati altri tre morti

Superano (di poco) di nuovo quota mille i contagi giornalieri in provincia di Ravenna, su oltre 2.700 tamponi. E nel bollettino regionale sono stati registrati altri tre morti ravennati. Sono 10 (1 in meno di ieri) i ricoverati in terapia intensiva.

IL BOLLETTINO REGIONALE DEL 2 FEBBRAIO

Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 1.068.696 casi di positività, 11.122 in più rispetto a ieri, su un totale di 60.700 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore, di cui 19.902 molecolari e 40.798 test antigenici rapidi.

I pazienti attualmente ricoverati nelle terapie intensive dell’Emilia-Romagna sono 154 (invariato rispetto a ieri), l’età media è di 62,4 anni. Sul totale, 92 non sono vaccinati (zero dosi di vaccino ricevute, età media 61,1 anni), il 59,7%; 62 sono vaccinati con ciclo completo (età media 64,1 anni).  Un dato che va rapportato al fatto che le persone over 12 vaccinate con ciclo completo in Emilia-Romagna sono oltre 3,7 milioni, circa 300mila quelle vaccinabili che ancora non lo hanno fatto.

Per quanto riguarda i pazienti ricoverati negli altri reparti Covid, sono 2.680 (-18 rispetto a ieri, -0,7%), età media 71,7 anni.

I casi attivi, cioè i malati effettivi, sono 287.057 (-42.100). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 284.223 (-42.082), il 99% del totale dei casi attivi.

Le persone complessivamente guarite sono 53.182 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 766.471.

Purtroppo, si registrano 40 decessi: 5 in provincia di Piacenza (due donne di 89 e 98 anni e tre uomini di 58, 79 e 87 anni); 4 in provincia di Parma (due donne di 87 e 89 anni e due uomini di 64 e 81 anni); 2 in provincia di Reggio Emilia (una donna di 91 anni e un uomo di 85 anni); 5 in provincia di Modena (una donna di 90 anni e quattro uomini di 71, 79, 82 e 86 anni, quest’ultimo il cui decesso è stato registrato dall’Ausl di Bologna); 8 in provincia di Bologna (sei donne, una di 54, una di 81, due di 89, una di 90 e una di 91 anni; due uomini di 77 e 79 anni); 2 nel Circondario Imolese (due donne di 81 e 97 anni); 4 in provincia di Ferrara (due donne di 73 e 90 anni e due uomini di 79 e 86 anni); 3 in provincia di Ravenna (tutti uomini di 68, 69 e 81 anni); 6 in provincia di Forlì-Cesena (tre donne di 81, 83 e 92 anni e tre uomini di 70, 80 e 89 anni); 1 in provincia di Rimini (un uomo di 74 anni).
In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 15.168.

Chiude l’unico alimentari del paese: il Comune “cerca” nuovi gestori

Succede a San Patrizio: «Preoccupazione anche di carattere sociale»

San PatrizioCon l’inizio del nuovo anno, non ha riaperto i battenti l’unico spaccio alimentare presente nella frazione conselicese di San Patrizio: l’Amministrazione comunale, «consapevole dell’importanza di tale attività in paese», ha incontrato nei giorni scorsi i titolari per valutare le possibilità previste dalle normative e si è resa disponibile con eventuali nuovi gestori per accompagnarli nei percorsi di insediamento.

«La riduzione delle attività commerciali nei centri abitati è un processo che da alcuni anni sta investendo tutte le località – ha dichiarato Raffaele Alberoni, assessore alle Attività produttive e promozione del territorio -. Preoccupazione che riveste anche un carattere sociale nel momento in cui parliamo di piccoli paesi con un tessuto commerciale già ridotto. Nella consapevolezza di non potere svolgere un ruolo “di intermediari commerciali”, abbiamo accolto la preoccupazione della consulta cittadina dove si è focalizzato il ruolo sociale soprattutto per la popolazione anziana, venendo a mancare in paese l’unico punto vendita di generi alimentari».

Nei prossimi giorni verrà aperto un tavolo con le associazioni di categoria su questo tema e sulla riscoperta degli antichi mestieri.

È morta Monica Vitti, indimenticabile protagonista nella Ravenna del “Deserto rosso”

Monica Vitti Deserto Rosso
Monica Vitti nel “Deserto rosso”

Il mondo del cinema è in lutto per la morte – a 90 anni – di Monica Vitti. Nata Maria Luisa Ceciarelli a Roma, era assente dalle scene dal 2001.

Il suo nome è legato anche a Ravenna, in quanto protagonista del film più celebre ambientato in città, “Deserto rosso” di Michelangelo Antonioni, in cui interpretava Giuliana.

Film considerato un capolavoro del cinema italiano, ambientato in una Ravenna completamente disumanizzata dal regista (con alcuni scorci indimenticabili del petrolchimico), che mette in scena il tema dell’incomunicabilità e della solitudine.

Achille Lauro blasfemo a Sanremo, il Popolo della Famiglia contro la Rai

Adinolfi e il ravennate De Carli contro il battesimo messo in scena dal cantante al Festival

«La neo presidente seduta in prima fila non ha nulla da dire ai milioni di italiani battezzati?. Non ce l’abbiamo con Achille Lauro, lui fa marketing. Il direttore di Rai 1 Coletta da anni gioca a questo gioco, ma ora diventa responsabilità dei nuovi vertici Rai, a cui chiedo conto. Il nuovo presidente, il nuovo amministratore delegato dove sono? La presidente era presente, seduta in prima fila all’Ariston, non ha nulla da dirci? Non ha nulla da dire a a sette milioni di cattolici praticanti che vanno a messa tutte le domeniche e a decine di milioni di battezzati che devono vedersi irridere il loro sacramento in modo così banale e sciatto, calata a ‘marchetta’ dentro la logica del marketing?».

È lo sfogo di Mario Adinolfi e del ravennate Mirko De Carli, rispettivamente Presidente e Consigliere nazionale del Popolo della Famiglia, all’indomani della performance di Achille Lauro sul palco del festival di Sanremo, durante la quale l’artista romano ha messo in scena una sorta di “battesimo”.

«Lui ha capito che il gioco funziona, da anni fa performance oltraggiose nei confronti della Chiesa Cattolica sapendo che reagiranno e lui ne trarrà un lucro. Un gioco studiato, anche ormai un po’ stanco e senza voce, vista la performance di ieri sera. È semplicemente irritante, ripetuto, già visto, deteriore. Qui la cosa veramente grave è che se Achille Lauro avesse proposto uno schema del genere vestito col turbante per ricordare il profeta Maometto, o portando la kippah ebraica, i dirigenti della Rai lo avrebbero immediatamente fermato».

Quello che «è intollerabile è che la Rai, in particolare Rai Uno, e in particolare durante il più importante spettacolo nazional-popolare pagato con i soldi delle famiglie cattoliche italiane che si permette di irridere in maniera così profonda il sentimento cattolico, non intervenga». Questo, sottolineano, «non interroga Achille Lauro, interroga loro. I vertici di un’azienda che dovrebbe essere servizio pubblico. L’oltraggio è stato reso a chi paga i loro stipendi, e ci attendiamo ora una risposta chiara e possibilmente convincente da queste persone che sono appena arrivate, e magari possono spiegare al direttore Coletta che non si agisce contro coloro che rendono ancora possibile l’esistenza di un servizio pubblico radiotelevisivo pagandosi il canone in bolletta».

Sequestrati chili di carne e pesce in pessime condizioni in un bar

Scoperto dai vigili anche un dormitorio abusivo

Pesce Bar FaenzaI vigili della polizia locale di Faenza hanno sequestrato diversi chili di carne e pesce, conservati in pessime condizioni e privi di alcuna tracciabilità, potenzialmente pericolosi per la salute degli acquirenti.

Il sequestro è avvenuto, assieme al personale dell’Igiene Pubblica dell’Ausl, ai danni di un bar di nuova apertura tra viale Baccarini e via Oriani, a Faenza.

Nel corso del controllo è emerso che il pubblico esercizio fungeva anche da esercizio di vicinato nel quale i gestori, originari della Nigeria, proponevano alla vendita alimenti al minuto, senza alcun permesso.

Gli agenti hanno sequestrato anche diversi spazi del locale che erano adibiti alla vendita di alimentari in precarie condizioni igieniche e adibiti a dormitorio abusivo.

I gestori sono stati sanzionati con ammende per migliaia di euro.

Il locale potrà continuare a lavorare però unicamente come bar mentre tutte le altre attività abusive sono state sospese.

Ora è possibile anche solo simulare un’immersione sul relitto del Paguro

Grazie al progetto Adrireef, un tour virtuale. Con mappa 3D

PaguroUn tuffo e un’immersione per ammirare un luogo sottomarino unico in tutto l’Adriatico.

Dal vivo, ma anche virtualmente, grazie a video a 360 gradi disponibili online che consentono a tutti di osservare la vita di coralli, anemoni, spugne, crostacei e dei tantissimi pesci che popolano l’area del relitto Paguro, a circa 11 miglia al largo di Lido di Dante.

È possibile grazie al progetto Adrireef  “Innovative exploitation of Adriatic Reefs in order to strengthen blue economy”, che fa parte del programma di cooperazione transfrontaliera 2014-2020 Italia Croazia ed è dedicato allo studio, al monitoraggio e alla promozione naturalistica e turistica dei reef, le scogliere marine.

Capofila del progetto è stato il Comune di Ravenna.

Il tour virtuale al relitto avviene attraverso video realizzati grazie al lavoro del team di sommozzatori professionisti di Ubica. Nel tour virtuale di 30 minuti è possibile simulare un’immersione sul relitto del Paguro.

Partendo dalla motonave Daphne II di Arpae si potrà avere la sensazione di tuffarsi con i subacquei impegnati nell’attività di studio del reef. Altri filmati, più brevi, permettono di osservare la vita dei pesci e altri animali marini senza disturbarli e hanno consentito di monitorare l’area e determinare quali e quante specie ittiche abbiano trovato nel relitto un habitat ideale.

É stata realizzata anche un’accurata mappa 3D del relitto attraverso rilievi fotografici e fotogrammetrici.

Tra i resti del relitto si vede anche la statua della Madonnina, realizzata dallo scultore Mauro Bartolotti di Ravenna, per volontà dei sub Faustolo Rambelli e Vittorio Giuliani Ricci, e installata nel 1994.

Il Paguro era una stazione di perforazione Agip affondata nel 1965 dopo una violenta fuoriuscita di gas che portò al collasso in mare della struttura e alla morte di tre tecnici che vi lavoravano. Negli anni l’area è divenuta una zona di rifugio per moltissimi organismi marini, tanto da essere riconosciuta come zona di tutela biologica nel 1995, sito d’importanza comunitaria (Sic) nel 2012 e, infine, zona speciale di conservazione (Zsc) nel 2019. (ANSA.it).

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