Il 29 novembre l’apertura in via Cavour del complesso della Fondazione Cassa di Risparmio, su due piani e 24 sale da 2.220 metri quadri
Il 29 novembre la storia di Lord Byron, poeta-simbolo del Romanticismo, riparte da Ravenna, con l’inaugurazione del Museo Byron e del Risorgimento a Palazzo Guiccioli, in via Cavour.
Per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna (che ha acquistato l’immobile dal Comune di Ravenna ormai oltre dieci anni fa per 7 milioni di euro), l’imponente dimora storica diventa un complesso museale in cui, su due piani e attraverso 2.220 metri quadri e ventiquattro sale, si riannodano i fili del lungo soggiorno di Byron in città – la passione amorosa per la contessa Teresa Guiccioli, che guidò l’esule inglese a Ravenna, e la passione civile germogliata all’incontro con la Carboneria, primo passo sulla strada che avrebbe portato il libertino a votarsi alla causa della libertà dei popoli e unirsi agli indipendentisti greci. Grazie a una titanica opera di restauro, tornano a vivere le stanze dove Byron amò e scrisse (qui compose, fra gli altri, il Don Juan), mentre l’experience interattiva e intermediale firmata da Studio Azzurro trasporta i visitatori nell’Ottocento ravennate, specchio di slanci poetici e patriottici che percorsero tutta l’Europa.
Accanto ai memorabilia sentimentali di Teresa, edizioni pregiate e cimeli risorgimentali (inclusi quelli provenienti dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia e dalla Fondazione Bettino Craxi), Palazzo Guiccioli ospita anche il Museo delle Bambole – Collezione Graziella Gardini Pasini.
Il Palazzo è inoltre diventato sede italiana della Byron Society. I suoi rappresentanti saranno presenti all’inaugurazione del solo Museo Byron al mondo, a cui prenderanno parte il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Ernesto Giuseppe Alfieri e il Presidente della Cassa di Ravenna Antonio Patuelli, primo ideatore del Museo accanto allo stesso Alfieri e a Lanfranco Gualtieri, allora presidente della Fondazione.
«Romana, bizantina, ostrogota, dantesca… dei molti volti di Ravenna, forse la Ravenna ottocentesca è quello che fino a oggi ha trovato meno spazio nella biografia della Città – nota Ernesto Giuseppe Alfieri, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e della Italian Byron Society –. Con l’inaugurazione del complesso museale di Palazzo Guiccioli offriamo ai visitatori la possibilità di “camminare” attraverso quel secolo, sulle tracce di Lord Byron, di Teresa Gamba Guiccioli e degli uomini e delle donne che sognarono e fecero l’Italia unita. È un motivo di grande orgoglio per la nostra Fondazione, che già da molti anni è in prima linea nel conservare e promuovere l’identità dantesca di Ravenna e ora restituisce alla città le sue memorie ottocentesche, byroniane e risorgimentali.»
«L’amore per Teresa portò Byron a trasformarsi e, senza diventare un santo, cambiò vita: andava a cavalcare nella foresta pinetale a Ravenna e qui incontrava i Carbonari che lo salutavano in dialetto ma dicevano di essere “americani” – spiega il Presidente della Cassa di Ravenna Antonio Patuelli –. Non lo erano ovviamente, ma lui, incuriosito da questa stranezza, approfondì la conoscenza fino ad aiutare quel movimento che fu la prima semina del Risorgimento dopo il Congresso di Vienna, per quel raccolto che si sarebbe realizzato poi con Mazzini, Garibaldi e Cavour. In Palazzo Guiccioli si coniugano un’esigenza e un sogno: l’esigenza era quella del Comune, che aveva ereditato il Palazzo, di destinarlo a un uso adeguato; il sogno era quello nostro di vederlo dedicato al suo più illustre abitante. La sua realizzazione non sarebbe stata possibile se a Ravenna non ci fosse una banca, partecipata dalla Fondazione che consente interventi sociali e culturali di grandissimo profilo, oltre ai tanti altri per il territorio. Un intervento per una città internazionale per vocazione, capitale imperiale romana, poi del Regno di Teodorico, poi di Bisanzio in Italia ed infine dell’Esarcato. Una città aperta naturalmente al mondo come lo sono oggi la sua cultura, la sua storia e la sua vita di cui Byron fa parte a pieno titolo».
Dimora nobiliare fra le più imponenti ed eleganti della città, Palazzo Guiccioli fu eretto a fine Seicento per l’ascesa al patriziato della famiglia Osio; all’alba dell’Ottocento fu acquisito da Alessandro Guiccioli. Byron vi soggiornò fra il 1819 e il 1821 – aveva seguito a Ravenna l’amata Teresa Gamba, moglie del Conte Alessandro (di quarant’anni più anziano); durante la sua permanenza giunse in visita anche Percy Shelley. Attraverso secoli di alterne fortune, tra inquilini e visitatori si contarono anche il patriota Luigi Carlo Farini, la nipote di Napoleone, una principessa di Valacchia, Oscar Wilde e, nel 1943, il Comando tedesco.
Il complesso e delicato recupero è stato realizzato da Aurea Progetti di Ravenna, con il Laboratorio del restauro di Ravenna per le superfici lapidee e sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna. Fra i magnifici apparati decorativi riportati alla luce e testimoni del mutare del gusto e degli stili, ci sono anche gli affreschi che Byron commissionò per lo studiolo dove scrisse capolavori. Il progetto museo grafico è stato invece curato da Donatino Domini e Claudia Giuliani, mentre è Alberta Fabbri ad assumere il ruolo di direttrice del complesso di Palazzo Guiccioli. Se a proteggere le collezioni del Museo Byron e del Risorgimento sono le vetrine ad alta tecnologia di Goppion, storica azienda italiana le cui creazioni salvaguardano anche la Gioconda al Louvre, il percorso narrativo intermediale di Studio Azzurro restituisce voce agli oggetti esposti, in un “museo narrativo” dove il vero protagonista è il visitatore che attiva il racconto per suoni, video, voci, animazioni.
A Ravenna i due volti di Byron – il grande amante e l’amico dei patrioti, il libertino e l’idealista – si incontrano. Di sala in sala, i visitatori seguono il Lord nel suo volontario esilio attraverso l’Europa fino a Venezia, scena del fatale incontro con Teresa, e poi nei felici anni a Ravenna dove entrò in contatto con la Carboneria e si votò alla causa della libertà dei popoli, fino al tragico epilogo in Grecia nel 1824 e alla Byromania, ovvero il perdurare del mito fino ai nostri giorni. Cuore del Museo sono i cimeli d’amore raccolti e custoditi da Teresa: i riccioli di capelli, un frammento di pelle dopo una nuotata sotto il sole estivo, il cestino delle lettere, foglie e felci dal parco di Newstead Abbey, dove il Lord visse e nei cui pressi fu sepolto.
Se la residenza a Palazzo Guiccioli segna un punto di svolta nella coscienza civile di Byron, oggi i visitatori sono invitati a fare a loro volta esperienza degli ideali che conquistarono il poeta inglese, immergendosi, grazie al Museo del Risorgimento, in un’epoca che ha visto la nascita della nazione italiana. Intrecciando storia nazionale e storia locale, il percorso si apre con l’età napoleonica e prosegue fino all’Unità, per terminare con una sezione dedicata al mito di Giuseppe Garibaldi e della moglie Anita, che spirò proprio in queste terre durante la “trafila” garibaldina. Gli oggetti esposti – più di 450 tra dipinti, sculture, fotografie, armi e divise, medaglie, senza contare carteggi, editti, manifesti… – sono quelli delle collezioni risorgimentali di proprietà del Comune di Ravenna, comprensive della Collezione Guerrini e provenienti dalla Biblioteca Classense, e delle raccolte su Garibaldi delle Fondazione Spadolini Nuova Antologia e dalla Fondazione Bettino Craxi, concesse in deposito alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.
Palazzo Guiccioli include anche il Museo delle Bambole – Collezione Graziella Gardini Pasini, un’occasione di rileggere un secolo e mezzo di storia attraverso la lente dell’infanzia e dei suoi giochi, dal primo Ottocento fino agli anni Cinquanta del Novecento. In parte ereditata da Graziella Gardini Pasini (per anni presidente dell’Accademia di Belle Arti) e in parte arricchita grazie a donazioni, ricerche, viaggi e acquisti, la collezione è collocata nella più recente ala del palazzo, quella che nell’Ottocento non era ancora edificata e si affaccia su via Morigia. La “famiglia” di bambole conta più di duemila esemplari, nei materiali più svariati – porcellana, stoffa, celluloide, panno, cartapesta… – e di note firme; non mancano guardaroba, arredi, accessori, sezioni dedicate alla scuola e ai corredi dei neonati e una ricca biblioteca.
Biglietto unico musei: intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridotto giovani (fino a 26 anni) 5 euro, ragazzi (fino a 11 anni) omaggio.
Prevendite: biglietteria Palazzo Guiccioli, online www.palazzoguiccioli.it e circuito vivaticket.
Orari musei: dalle 10 alle 18. Giorno di chiusura: lunedì.
Sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre ingresso gratuito (fino esaurimento posti disponibili): prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzoguiccioli.it a partire dalle ore 10 di lunedì 25 novembre.
Nel complesso apriranno anche un bar, un ristorante e un’enoteca: dettagli a questo link.