martedì
17 Giugno 2025

Big match al Benelli: botteghini aperti dalle 13. Attese oltre 3mila persone

Ancora aperte le prevendite on line per Ravenna-Tau Altopascio, seconda contro prima in classifica del girone D

Ravenna Forli
La curva Mero in occasione di Ravenna-Forlì

Apriranno alle 13 di oggi (24 novembre) i botteghini dello stadio Benelli per il big-match del girone D del campionato di calcio di serie D tra Ravenna, seconda in classifica, e la capolista Tau Altopascio, con soli 3 punti di vantaggio sui giallorossi. Il calcio d’inizio è fissato alle 14.30. La società invita i tifosi ad arrivare allo stadio già muniti di biglietto (le prevendite sono ancora attive su Vivaticket a questo link) o comunque di arrivare per tempo ai botteghini. Sono attese oltre 3mila persone, con l’obiettivo di superare quota 4mila come in occasione del derby serale contro il Forlì.

I prezzi vanno dai 10 euro della curva ai 34 della tribuna centrale (16 in parterre), con forti riduzioni per bambini e ragazzi.

Ecco il Museo Byron e del Risorgimento a Palazzo Guiccioli – FOTO

Il 29 novembre l’apertura in via Cavour del complesso della Fondazione Cassa di Risparmio, su due piani e 24 sale da 2.220 metri quadri

Il 29 novembre la storia di Lord Byron, poeta-simbolo del Romanticismo, riparte da Ravenna, con l’inaugurazione del Museo Byron e del Risorgimento a Palazzo Guiccioli, in via Cavour.

Per iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna (che ha acquistato l’immobile dal Comune di Ravenna ormai oltre dieci anni fa per 7 milioni di euro), l’imponente dimora storica diventa un complesso museale in cui, su due piani e attraverso 2.220 metri quadri e ventiquattro sale, si riannodano i fili del lungo soggiorno di Byron in città – la passione amorosa per la contessa Teresa Guiccioli, che guidò l’esule inglese a Ravenna, e la passione civile germogliata all’incontro con la Carboneria, primo passo sulla strada che avrebbe portato il libertino a votarsi alla causa della libertà dei popoli e unirsi agli indipendentisti greci. Grazie a una titanica opera di restauro, tornano a vivere le stanze dove Byron amò e scrisse (qui compose, fra gli altri, il Don Juan), mentre l’experience interattiva e intermediale firmata da Studio Azzurro trasporta i visitatori nell’Ottocento ravennate, specchio di slanci poetici e patriottici che percorsero tutta l’Europa.

Accanto ai memorabilia sentimentali di Teresa, edizioni pregiate e cimeli risorgimentali (inclusi quelli provenienti dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia e dalla Fondazione Bettino Craxi), Palazzo Guiccioli ospita anche il Museo delle Bambole – Collezione Graziella Gardini Pasini.

Il Palazzo è inoltre diventato sede italiana della Byron Society. I suoi rappresentanti saranno presenti all’inaugurazione del solo Museo Byron al mondo, a cui prenderanno parte il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Ernesto Giuseppe Alfieri e il Presidente della Cassa di Ravenna Antonio Patuelli, primo ideatore del Museo accanto allo stesso Alfieri e a Lanfranco Gualtieri, allora presidente della Fondazione.

«Romana, bizantina, ostrogota, dantesca… dei molti volti di Ravenna, forse la Ravenna ottocentesca è quello che fino a oggi ha trovato meno spazio nella biografia della Città – nota Ernesto Giuseppe Alfieri, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e della Italian Byron Society –. Con l’inaugurazione del complesso museale di Palazzo Guiccioli offriamo ai visitatori la possibilità di “camminare” attraverso quel secolo, sulle tracce di Lord Byron, di Teresa Gamba Guiccioli e degli uomini e delle donne che sognarono e fecero l’Italia unita. È un motivo di grande orgoglio per la nostra Fondazione, che già da molti anni è in prima linea nel conservare e promuovere l’identità dantesca di Ravenna e ora restituisce alla città le sue memorie ottocentesche, byroniane e risorgimentali.»

«L’amore per Teresa portò Byron a trasformarsi e, senza diventare un santo, cambiò vita: andava a cavalcare nella foresta pinetale a Ravenna e qui incontrava i Carbonari che lo salutavano in dialetto ma dicevano di essere “americani” – spiega il Presidente della Cassa di Ravenna Antonio Patuelli –. Non lo erano ovviamente, ma lui, incuriosito da questa stranezza, approfondì la conoscenza fino ad aiutare quel movimento che fu la prima semina del Risorgimento dopo il Congresso di Vienna, per quel raccolto che si sarebbe realizzato poi con Mazzini, Garibaldi e Cavour. In Palazzo Guiccioli si coniugano un’esigenza e un sogno: l’esigenza era quella del Comune, che aveva ereditato il Palazzo, di destinarlo a un uso adeguato; il sogno era quello nostro di vederlo dedicato al suo più illustre abitante. La sua realizzazione non sarebbe stata possibile se a Ravenna non ci fosse una banca, partecipata dalla Fondazione che consente interventi sociali e culturali di grandissimo profilo, oltre ai tanti altri per il territorio. Un intervento per una città internazionale per vocazione, capitale imperiale romana, poi del Regno di Teodorico, poi di Bisanzio in Italia ed infine dell’Esarcato. Una città aperta naturalmente al mondo come lo sono oggi la sua cultura, la sua storia e la sua vita di cui Byron fa parte a pieno titolo».

Dimora nobiliare fra le più imponenti ed eleganti della città, Palazzo Guiccioli fu eretto a fine Seicento per l’ascesa al patriziato della famiglia Osio; all’alba dell’Ottocento fu acquisito da Alessandro Guiccioli. Byron vi soggiornò fra il 1819 e il 1821 – aveva seguito a Ravenna l’amata Teresa Gamba, moglie del Conte Alessandro (di quarant’anni più anziano); durante la sua permanenza giunse in visita anche Percy Shelley. Attraverso secoli di alterne fortune, tra inquilini e visitatori si contarono anche il patriota Luigi Carlo Farini, la nipote di Napoleone, una principessa di Valacchia, Oscar Wilde e, nel 1943, il Comando tedesco.

Il complesso e delicato recupero è stato realizzato da Aurea Progetti di Ravenna, con il Laboratorio del restauro di Ravenna per le superfici lapidee e sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Ravenna. Fra i magnifici apparati decorativi riportati alla luce e testimoni del mutare del gusto e degli stili, ci sono anche gli affreschi che Byron commissionò per lo studiolo dove scrisse capolavori. Il progetto museo grafico è stato invece curato da Donatino Domini e Claudia Giuliani, mentre è Alberta Fabbri ad assumere il ruolo di direttrice del complesso di Palazzo Guiccioli. Se a proteggere le collezioni del Museo Byron e del Risorgimento sono le vetrine ad alta tecnologia di Goppion, storica azienda italiana le cui creazioni salvaguardano anche la Gioconda al Louvre, il percorso narrativo intermediale di Studio Azzurro restituisce voce agli oggetti esposti, in un “museo narrativo” dove il vero protagonista è il visitatore che attiva il racconto per suoni, video, voci, animazioni.

A Ravenna i due volti di Byron – il grande amante e l’amico dei patrioti, il libertino e l’idealista – si incontrano. Di sala in sala, i visitatori seguono il Lord nel suo volontario esilio attraverso l’Europa fino a Venezia, scena del fatale incontro con Teresa, e poi nei felici anni a Ravenna dove entrò in contatto con la Carboneria e si votò alla causa della libertà dei popoli, fino al tragico epilogo in Grecia nel 1824 e alla Byromania, ovvero il perdurare del mito fino ai nostri giorni. Cuore del Museo sono i cimeli d’amore raccolti e custoditi da Teresa: i riccioli di capelli, un frammento di pelle dopo una nuotata sotto il sole estivo, il cestino delle lettere, foglie e felci dal parco di Newstead Abbey, dove il Lord visse e nei cui pressi fu sepolto.

Se la residenza a Palazzo Guiccioli segna un punto di svolta nella coscienza civile di Byron, oggi i visitatori sono invitati a fare a loro volta esperienza degli ideali che conquistarono il poeta inglese, immergendosi, grazie al Museo del Risorgimento, in un’epoca che ha visto la nascita della nazione italiana. Intrecciando storia nazionale e storia locale, il percorso si apre con l’età napoleonica e prosegue fino all’Unità, per terminare con una sezione dedicata al mito di Giuseppe Garibaldi e della moglie Anita, che spirò proprio in queste terre durante la “trafila” garibaldina. Gli oggetti esposti – più di 450 tra dipinti, sculture, fotografie, armi e divise, medaglie, senza contare carteggi, editti, manifesti… – sono quelli delle collezioni risorgimentali di proprietà del Comune di Ravenna, comprensive della Collezione Guerrini e provenienti dalla Biblioteca Classense, e delle raccolte su Garibaldi delle Fondazione Spadolini Nuova Antologia e dalla Fondazione Bettino Craxi, concesse in deposito alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna.

Palazzo Guiccioli include anche il Museo delle Bambole – Collezione Graziella Gardini Pasini, un’occasione di rileggere un secolo e mezzo di storia attraverso la lente dell’infanzia e dei suoi giochi, dal primo Ottocento fino agli anni Cinquanta del Novecento. In parte ereditata da Graziella Gardini Pasini (per anni presidente dell’Accademia di Belle Arti) e in parte arricchita grazie a donazioni, ricerche, viaggi e acquisti, la collezione è collocata nella più recente ala del palazzo, quella che nell’Ottocento non era ancora edificata e si affaccia su via Morigia. La “famiglia” di bambole conta più di duemila esemplari, nei materiali più svariati – porcellana, stoffa, celluloide, panno, cartapesta… – e di note firme; non mancano guardaroba, arredi, accessori, sezioni dedicate alla scuola e ai corredi dei neonati e una ricca biblioteca.

Biglietto unico musei: intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridotto giovani (fino a 26 anni) 5 euro, ragazzi (fino a 11 anni) omaggio.

Prevendite: biglietteria Palazzo Guiccioli, online www.palazzoguiccioli.it e circuito vivaticket.

 Orari musei: dalle 10 alle 18. Giorno di chiusura: lunedì.

Sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre ingresso gratuito (fino esaurimento posti disponibili): prenotazione obbligatoria sul sito www.palazzoguiccioli.it a partire dalle ore 10 di lunedì 25 novembre.

Nel complesso apriranno anche un bar, un ristorante e un’enoteca: dettagli a questo link.

Nuovo sbarco di migranti al porto di Ravenna: in arrivo una nave con 49 persone

Il 27 novembre è previsto l’approdo della Sea Watch 5

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Ravenna sarà nuovamente porto di sbarco, questa volta per la nave ong Sea Watch 5, con a bordo 49 persone migranti.

L’arrivo è previsto per il prossimo 27 novembre, alle 20.

Si tratta del 16esimo sbarco a Ravenna a partire dal 31 dicembre 2022. Saranno 1.562, dopo questo nuovo approdo, le persone arrivate al porto della città bizantina.

Aggiornamento 28 novembre:

Sarà la Ocean Viking, e non più la Sea Wacth 5, a sbarcare a Ravenna con a bordo 50 persone recuperate. Anche la data di sbarco è stata spostata mercoledì 27 a domenica 30 novembre.

In 700 con le “scarpe rosse” a Ravenna contro la violenza sulle donne

I dati del centro antiviolenza Linea Rosa: «Da gennaio accolte 410 donne, quasi 20 in più di tutto il 2023»

Il rosso delle scarpe ha colorato le strade della città. Questa mattina, sabato 23 novembre, a Ravenna 700 persone – secondo gli organizzatori del centro antiviolenza Linea Rosa – hanno percorso le vie del centro, portando un messaggio contro la violenza di genere, nell’ambito della camminata degli “Uomini in Scarpe Rosse”.

Dai giardini Speyer a Piazza del Popolo, il corteo ha attraversato il cuore della città, con soste in via Padre Genocchi e in via Mazzini 57 (davanti alla sede di Linea Rosa), dove letture simboliche a cura di Spazio A Teatro hanno invitato alla riflessione collettiva. In chiusura della camminata, l’assessora Federica Moschini ha ribadito «l’importanza di segnali come questi per superare la cultura del patriarcato per un futuro più equo e dignitoso per tutte le donne».

In occasione della manifestazione, Linea Rosa ODV rende pubblici i dati relativi all’attività quotidiana del centro antiviolenza e i numeri sull’accoglienza dei primi dieci mesi del 2024. Da gennaio, sono state accolte 410 donne, un netto incremento rispetto alle 392 dell’intero 2023. La maggior parte delle donne che si rivolgono al centro ha un’età compresa tra i 30 e i 45 anni, e circa il 65-70% di loro è madre, in cerca di sicurezza non solo per sé, ma anche per i propri figli. Anche il dato relativo alle donne straniere conferma la tendenza degli ultimi anni: il 30% delle richieste proviene da persone di origine non italiana, segno che la violenza non conosce confini culturali o geografici.

Nello stesso periodo in esame, Linea Rosa ha ospitato 44 donne. Di queste, 21 hanno trovato rifugio nelle case protette, mentre altre 23 sono state accolte in strutture di emergenza. Con loro, anche 24 bambini hanno trovato un luogo sicuro dove ricominciare a sognare un futuro diverso. Ad oggi, tutte le cinque case rifugio sono al completo, un segnale che sottolinea l’urgenza di ampliare le risorse e il sostegno per chi fugge dalla violenza.

«La camminata di questa mattina – dichiara la presidente di Linea Rosa Alessandra Bagnara – ribadisce il sostegno dell’intera comunità alle donne, ma il vero cambiamento si costruisce giorno dopo giorno, attraverso l’educazione al rispetto, il superamento degli stereotipi e l’impegno a costruire relazioni basate sulla dignità e l’uguaglianza. A tutte le donne che hanno trovato la forza di chiedere aiuto, a chi sta ancora lottando, a chi sta ricostruendo la propria vita vorrei dire che Linea Rosa c’è! La presa in carico è completamente gratuita e soggetta ad anonimato. Rivolgersi a Linea Rosa non significa esporre denuncia ma intraprendere un percorso di autodeterminazione per uscire da una condizione di disagio e maltrattamenti».

Al Mercato Coperto storie di imprese italiane con Alessandro Scaglione

Con le creazioni di ARP Atelier e della cooperativa La Pieve

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Un inno d’amore in 30 storie sulla capacità tutta italiana di fare impresa in ogni epoca e in ogni contesto. Le racconta Alessandro Scaglione nel libro “Italia, che impresa!” edito da Guerini Next, che sarà presentato domenica 24 novembre alle 15 al Mercato Coperto in piazza Andrea Costa a Ravenna.

Insieme all’autore, ed esperto di Family Business, interverranno Paolo di Marco, professore di Business Plan e Sport Management alla Bologna Business School, Beatrice Bassi, Ceo di Casa Spadoni e Mercato Coperto di Ravenna, Anna Rita Pinto, Founder di ARP Atelier, testimone di una delle storie raccontate nel libro. Modera Alma Maria Grandin, giornalista Rai.

Le creazioni di ARP Atelier potranno essere ammirate e acquistate al termine della presentazione nella gioielleria allestita nella hall d’ingresso del Mercato Coperto.

Nell’occasione non mancherà l’attenzione al sociale, infatti saranno presenti anche i ragazzi e il presidente Idio Baldrati della Cooperativa La Pieve, i cui lavori del Centro diurno Arcobaleno si troveranno in vendita sempre presso la gioielleria.

Nel libro di Scaglione, donne e uomini, da Nord a Sud, marchi storici e giovani imprese si susseguono in tante storie che testimoniano l’ingegno, l’audacia, l’energia e l’impegno di tanti italiani che per creare o salvare le loro imprese hanno superato ogni genere di difficoltà.

Argini non riparati, ancora esondazioni a Brisighella: frutteti e campi sott’acqua

La denuncia di Coldiretti: «Urgente un piano di messa in sicurezza dei fiumi»

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Sono stati sufficienti circa 100mm di pioggia, caduti nelle ultime 36 ore in particolare in montagna tra Romagna e Toscana, per mandare in crisi la tenuta arginale del Lamone che nel pomeriggio di ieri (venerdì 22 novembre) è esondato in alcuni punti nel territorio comunale di Brisighella.

A farne le spese, ancora una volta, il comparto agricolo con frutteti, campi, serre e poderi finiti nuovamente sott’acqua.

La zona più colpita, spiega Coldiretti Ravenna, è stata quella alle porte del paese, lato Faenza. «Purtroppo quanto avvenuto ieri, con le esondazioni e gli ennesimi allagamenti, è la riprova che alla luce della debolezza attuale del sistema arginale, in quelle zone infatti sono ancora presenti aperture arginali, basta pochissimo, qualche ora di pioggia battente, per provocare danni ad aziende agricole già gravemente colpite dalle alluvioni del maggio 2023 e del settembre scorso».

Coldiretti Ravenna, che con l’aiuto degli agricoltori, primi guardiani del territorio, ha monitorato e mappato l’intero stato di fiumi e argini a monte della via Emilia mettendo a disposizione degli enti preposti il censimento, ribadisce l’urgenza di attuare il piano di messa in sicurezza dei fiumi e del territorio «al fine di garantire quelle certezze di futuro alle imprese che indennizzi e ristori, seppur ovviamente fondamentali, non possono garantire dato che gli interventi di ripristino e i nuovi investimenti devono poter contare su di un territorio più sicuro e meno fragile».

Da Fratelli d’Italia critiche alla presidente Priolo per «la gonna in tulle»

La cervese Annalisa Pittalis nella bufera. Il Pd: «Inutili stereotipi sessisti»

Priolo De Pascale
Priolo con la gonna “incriminata”

«E per confrontarsi sui temi più urgenti non poteva mancare una gonna in tulle rosa. Aveva anche le scarpette da ballerina?». Un commento sessista che non è passato indifferente, quello di Annalisa Pittalis, consigliera comunale di Fratelli d’Italia a Cervia, candidata alle ultime Regionali dove ha raccolto quasi 700 preferenze in provincia di Ravenna.  Pittalis ha commentato così sui social la foto di rito di passaggio di consegne tra Irene Priolo e Michele de Pascale alla guida della Regione.

A prendere posizione contro Pittalis è stata in prima battuta Marcella Zappaterra, capogruppo uscente del Pd in regione e portavoce delle Donne Democratiche dell’Emilia-Romagna, che parla di immagine stereotipata e sessista. «Per Pittalis evidentemente, una donna in una posizione di leadership non può essere credibile e autorevole se sceglie di vestirsi come le piace», ha scritto Zappaterra, accusando la cervese di «alimentare inutili stereotipi. Sembra assurdo, ma questi atteggiamenti, radicati nella nostra cultura, sono odiosi e pericolosi. Possibile che ancora oggi si mettano in discussione le competenze di una donna a partire dal suo abbigliamento?».

Solidarietà a Priolo arriva anche da un esponente del centrodestra, il capogruppo della Lega nel Comune di Bologna, Matteo di Benedetto. «Le posizione e le proposte politiche – sono le parole del leghista riportate dal Carlino Bologna – vanno criticate sempre nel merito, quando non si condividono. In generale, è importante non scadere nella critica all’autore della posizione politica per elementi che nulla hanno a che fare con l’idea o la proposta espressa».

Giornata mondiale contro l’Aids, una settimana di test gratuiti per l’Hiv

L’Ausl: «In caso di positività si potrà accedere a terapie efficaci e interrompere la trasmissione del virus»

Dispositivo Test Rapido HIV

Dal 25 novembre al 1° dicembre, in occasione della giornata mondiale contro l’Aids, torna in Romagna l’Hiv Test Days, con l’apertura straordinaria degli ambulatori di Malattie Infettive, Dermatologia-Malattie Sessualmente Trasmesse e Ser.Dp dell’Ausl Romagna e con varie iniziative nel territorio per effettuare gratuitamente il test per l’Hiv e offrire anche tutte le informazioni utili alla prevenzione del virus.

Anche quest’anno la preziosa collaborazione con il mondo del volontariato, consentirà di fare il test e ricevere informazioni anche in diverse sedi e piazze della Romagna. Sarà possibile effettuare test con prelievo venoso oppure un test rapido. L’accesso è diretto e non è necessario il digiuno. I campioni prelevati saranno condotti ed esaminati dall’Unità Operativa Microbiologia del Laboratorio dell’Ausl Romagna di Pievesestina.

«In caso di positività si potrà accedere a terapie efficaci e interrompere la trasmissione del virus», spiega in una nota inviata alla stampa l’Ausl, che invita a fare il test periodicamente. «È importante per tutte le persone sessualmente attive. Ciò consente di vivere in modo più sereno le proprie relazioni. L’infezione ha una lunga fase asintomatica nel corso della quale può essere diagnosticata solo con il test per l’Hiv. Una diagnosi tempestiva consente di accedere a terapie efficaci, sicure e ben tollerate. La terapia dell’Hiv è anche prevenzione: le persone con Hiv che seguono un trattamento medico efficace non trasmettono l’infezione, non hanno riduzione delle difese immunitarie e hanno una vita normale».

Dove e quando

RAVENNA
Ospedale “Santa Maria delle Croci” ingresso da Via Missiroli 10:

  • Ambulatorio Malattie Infettive (scala viola – piano rialzato), il 30 novembre ore 8-12:45 Counselling e Test con prelievo venoso o rapido capillare;
  • Dermatologia Ambulatorio Malattie Sessualmente Trasmesse (scala viola – piano rialzato), il 30 novembre ore 8-12:45, Test rapido capillare;
  • Ser.DP (Via A. Missiroli 16), il 29 novembre ore 8-12:30 Counselling e test con prelievo venoso.

LUGO
Ser.Dp (Via F. Bosi, 32), il 29 novembre ore 8-12:30 Counselling e test con prelievo venoso.

FAENZA
Ser.DP (Via Zaccagnini 22 Ingresso B 1° piano), il 29 novembre ore 8-12:30 Counselling e test con prelievo venoso.

MASSA LOMBARDA
4 dicembre, dalle ore 14 alle 16 durante l’Open Day della Casa della Comunità in via Resistenza 7. Counselling e Test rapidi salivari.

CON IL VOLONTARIATO
Il 1° dicembre, a Ravenna, Centro Antidiscriminazioni LGBTI+, via Berlinguer 7, in Collaborazione con il Nucleo CNAI, dalle ore 9 alle 12:30. Counselling e Test rapidi salivari

il 1° dicembre, a Ravenna, in Piazza San Francesco Gazebo con volontari della CRI di Ravenna in collaborazione con il Nucleo CNAI e il SERDP dalle ore 9 alle 13 Counselling e Test rapidi salivari

Per informazioni e approfondimenti consultare il sito regionale www.helpaids.it o rivolgersi al Numero verde regionale AIDS 800856080

«Conferenza sul clima di Baku, ancora una fiera-mercato dei lobbisti dei fossili»

Riceviamo e pubblichiamo un intervento di Giuseppe Tadolini del coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile” sulla Cop 29, la Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è svolta a Baku, in Azerbaijan, dall’11 al 22 novembre.

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«Per la terza volta consecutiva il vertice si è svolto in uno degli “stati fossili” per eccellenza (dopo l’Egitto e Dubai), e ancora una volta abbiamo assistito alla commedia di queste conferenze sul clima, che si replicano da trent’anni, nelle quali sembra che lo sforzo principale sia di studiarle tutte per rallentare il più possibile la transizione energetica e la fuoriuscita dalle fonti fossili. Mentre quello che dovrebbe essere l’oggetto vero (come uscire dall’emergenza climatica e ambientale) viene trascurato al punto da apparire un fastidioso dettaglio. Nell’introdurre la 29esima edizione il Presidente del paese ospite ha dichiarato candidamente che i combustibili fossili “sono un dono di Dio”. D’altronde, il pubblico presente era più che accondiscendente: pochi “leader” mondiali e un esercito di lobbisti dei fossili che anche questa volta hanno fatto della conferenza una sorta di fiera-mercato, esclusivamente per curare i loro affari. Le presenze italiane erano quelle di Eni, Snam, Saipem, Enel, Edison, e altri. Più o meno tutti a sostenere l’intervento fugace della Presidente del Consiglio, che naturalmente non ha perso l’occasione per schernire quello che lei chiama l’ambientalismo “ideologico”. Perché Giorgia Meloni sarebbe invece “pragmatica”, che a quanto pare vuol dire fare tutto il contrario di ciò che andrebbe fatto, guardandosi bene dal cominciare a ridurre impianti e strutture fossile-dipendenti, procedere nel modo giusto verso l’implementazione delle rinnovabili, varare una vera riforma della mobilità, mettere in discussione un modello agroalimentare devastante, e tanto altro ancora. E poi, neanche a dirlo, c’è sempre il redivivo nucleare: quello da fusione, che non esiste (la promettono da decenni), e fissione, con la promessa dei mini-reattori, di cui si parla tanto, che alla fine non avrebbero alcun vantaggio rispetto ai vecchi reattori “grandi”, anzi servirebbero solo a diffondere molto di più i rischi del nucleare nel suo insieme. E l’altro grande imbroglio, che a Ravenna ci riguarda da vicino, quello della cattura del carbonio, a costi esorbitanti e con risultati, per quanto ci dice l’esperienza maturata in tutto il mondo, che definire deludenti è un eufemismo. Ma la Presidente Meloni, con il “piano Mattei” e con le diverse scelte dettate dai colossi dell’estrattivismo, sta tutt’ora puntando tutto sul gas, che è un fossile anche più pericoloso del carbone, e del quale non si farà a meno, fino all’ultimo metro cubo. Questo è il suo pragmatismo».

«Il problema è che da questa postura non si discosta più di tanto neppure la gran parte della politica “progressista”, se è vero che – per esempio – l’ormai ex sindaco di Ravenna e ora Presidente della Regione Michele de Pascale insiste nel voler protrarre a tempo indeterminato l’idillio con Snam ed Eni, e portare avanti, costi quel che costi, tutti i progetti che stanno trasformando il nostro territorio in una vera e propria zona di sacrificio, a beneficio solamente dei profitti dei colossi estrattivi. Intanto, continua a consumarsi la tragedia degli uragani che sconvolgono il pianeta, dei diluvi che travolgono ripetutamente intere regioni, della temperatura ormai invivibile di molti paesi, dello scioglimento dei ghiacciai e delle calotte polari, che comporterà l’aumento del livello dei mari fino a sommergere città e campagne, degli incendi che devastano foreste e ogni forma di vita. Con l’inevitabile conseguenza dei milioni di esseri umani costretti ad abbandonare le proprie terre, senza per altro sapere dove andare.

«Dai Governi c’è da aspettarsi ben poco. Sempre più è evidente che la questione deve essere presa in mano da chi è veramente interessato a una vera svolta. Bisogna moltiplicare le mobilitazioni e le prese di parola, creare organizzazione, rivendicazioni, progetti, programmi, che vadano dagli stili di vita, alla riduzione degli sprechi e dei consumi superflui, e si arrampichino fino alla politica per rivendicare, fra le altre cose, una profonda riforma del sistema energetico, che deve assolutamente trasferirsi dall’ambito del profitto a quello dei beni comuni. È una corsa contro il tempo, nella quale ognuno deve fare la sua parte, senza ipocrisie o calcoli di interesse. Nella primavera del prossimo anno, a Ravenna, ancora una volta si terrà il vertice detto Omc, dove su scala un po’ più ridotta si ripeteranno i riti fieristici delle conferenze Cop. Vogliamo e dobbiamo organizzare delle vere giornate di “controvertice”, per proporre un altro mondo possibile. È necessario».

Giuseppe Tadolini,
Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile” 

Le illustrazioni sul porto di Ravenna di Diego Cusano nelle vetrine del centro

Un progetto del Tcr per portare «la visione dei container nelle vie della città»

“Containart – Dal Porto alla Città’’ è un progetto artistico che attraverso le visioni di Diego Cusano, celebre artista conosciuto come Fantasy Researcher, punta a valorizzare la percezione del porto di Ravenna e a rafforzare il legame con la comunità cittadina attraverso l’arte.

La mostra è promossa dal Tcr (Terminal Container Ravenna) con l’obiettivo di «portare la magia del porto e la visione dei container direttamente nelle vie di Ravenna». Le opere sono esposte nelle vetrine degli esercenti aderenti da ieri (venerdì 22 novembre) e fino a lunedì 2 dicembre, grazie al sostegno del comitato “Spasso in Ravenna”. In seguito, le illustrazioni saranno esposte permanentemente negli uffici del Tcr.

L’obiettivo del progetto – si legge in una nota inviata alla stampa – è far riscoprire il porto ai cittadini «non solo come un luogo di lavoro e commercio, ma anche come fonte di ispirazione e bellezza».

Patuelli alla Regione: «Mancano le infrastrutture: priorità treni e nuova Romea»

Il presidente delle banche italiane a un convegno dell’università: «Abbiamo grandi potenzialità, che viaggiano però in un altro secolo»

22 11 2024 Ferrara Università Santa Lucia Convegno Imprese , Banche , Università Energia Per La Crescita , Giorgio Guberti Pres Camera Di Commercio Ravenna E Ferrara , Gaetano Fausto Esposito Direttore Generale Istituto Guglielmo Tagliacarne , Anto

«Abbiamo una linea ferroviaria pensata e realizzata nel periodo pre-risorgimentale: speriamo che il nuovo Consiglio regionale agisca con forza sulla nostra possibilità di guardare al futuro. Non è ammissibile che la ferrovia che parte da Trieste e arriva a Bari non possa percorrere anche il più breve tragitto passando da Ferrara, Ravenna e Rimini. E la Zona logistica semplificata appena approvata può essere lo strumento per porre fine a questa situazione in cui la Romea è la Statale con il più alto numero di morti in Italia».

Lo ha detto il presidente dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana) e della Cassa di Ravenna, Antonio Patuelli, nel convegno su “Imprese, Banche, Università: energie per la crescita” svoltosi venerdì mattina all’Auditorium Santa Lucia dell’Università di Ferrara e promosso dalla Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna.

Patuelli ha raccolto così il messaggio iniziale del presidente camerale Giorgio Guberti che ha ricordato come «i numeri dei territori di Ferrara e Ravenna diano una grande opportunità soprattutto ai giovani e lo sviluppo atteso del porto di Ravenna, dove presto potranno arrivare tutte le navi del mondo, e l’approvazione della Zona Logistica Semplificata sono una grande opportunità da cogliere».

«La Zona logistica semplificata, dove è stata applicata in Italia, ha svolto una funzione di accelerazione dello sviluppo – ha continuato Patuelli -, il porto di Ravenna è il porto dell’intera regione, in termini logistici ma anche in termini sociali, economici e culturali, è il porto di chi è più vicino, la connessione dell’economia come della cultura è molto superiore ai confini amministrativi. Quello che manca oggi, a fronte di questi grandi margini di sviluppo, sono le infrastrutture. Abbiamo grandi potenzialità che viaggiano in un altro secolo. Ho visto un filmato sulla costruzione della Romea negli anni Trenta. Era una grande strada per allora, quando le macchine erano pochissime. Quando venne fatta la Romea, fu un’innovazione straordinaria e dopo ci fu solo solo una innovazione straordinaria, il tratto della superstrada Ferrara-Mare. Poi è finito tutto. Ma questa tra Ferrara e Ravenna non è mica una zona depressa in termini economici e sociali. Col nuovo consiglio regionale bisogna che tutti interloquiscano, la Romea è la strada statale italiana con il più alto numero di morti per chilometro. Dobbiamo chiedere alla Regione che ci sia una priorità e l’occasione è la Zls. Ci sono migliaia di treni merci che partono dal porto di Ravenna. Perché i treni non percorrono la via più breve da Rimini a Ferrara? Quando vennero scoperte le ferrovie, dopo la Napoli-Portici, ogni staterello italiano costruì le sue. Lo Stato Pontificio decise di fare solo tre tratte ferroviarie: da Roma a Civitavecchia, la seconda da Roma ad Ancona e la terza da Ancona a Bologna. Penso che dobbiamo guardare anche al domani e non essere legati alle scelte pre-risorgimentali e organizzare meglio gli slot anche con l’intelligenza artificiale».

Un minuto di rumore in piazza contro la «strage» dei femminicidi – FOTO

Un anno dopo, flash mob finale del progetto della Casa delle Donne

È andato in scena ieri, venerdì 23 novembre, il flash mob finale del progetto È strage della Casa delle Donne di Ravenna. Vi hanno preso parte circa un centinaio di persone.

Le attiviste hanno percorso piazza del Popolo, occupandola (con tanto di cartelli) quasi per tutta la sua lunghezza, srotolando un drappo rosso con i nomi delle donne uccise per femminicidio durante tutto il periodo di durata del progetto, da novembre 2023 a oggi.

È stata letta la lunga lista dei femminicidi avvenuti nel corso dell’ultimo anno, 82 nomi a cui si aggiungono 6 donne apparentemente vittime di suicidio e 13 con mariti, fidanzati o ex indagati.

Dopo la lettura di una discorso è stato fatto il “minuto di rumore”, scuotendo tra le mani le chiavi di casa, «simbolo del fatto che l’assassino spesso le possiede e dunque la violenza maschile sulle donne è in buona parte dei casi violenza domestica», si legge nel comunicato delle organizzatrici.

Il flash mob si è concluso con i cori «ci vogliamo vive» e «siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce», scanditi dalla piazza.

I flash mob contro i femminicidi proseguiranno anche nel 2025, ma con una nuova forma: «l’ultimo venerdì di ogni mese, sempre in piazza del Popolo, sempre con i cartelli “È strage”, per denunciare la violenza maschile sulle donne e la ferma volontà di lottare per eliminarla».

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