Il 38enne se ne va dopo vent’anni di militanza: «Dove sono merito
e pulizia?». Critiche al partito locale: «Ha sommato nuovi difetti»
Renziano appunto della prima ora, per Roccafiorita l’alternativa non può stare a sinistra del Pd, con Civati e Landini, né nell’attuale minoranza. «Tra loro ci sono molte persone che rispetto, per la passione e tradizione, ma credo che le loro idee siano perdenti. Nel partito adesso è in atto uno scontro tra una tradizione vincente, che è quella democristiana, e l’altra che non è stata in grado di stare al passo con i tempi e di capire e interpretare i mutamenti. Il problema è anche che Renzi ha molti nemici ma al momento nessuna alternativa. E personalmente aborro l’idea del Partito della Nazione».
Il suo addio arriva dopo vent’anni di militanza (in cui è stato anche, dal 2001 al 2004, segretario provinciale della Sinistra giovanile), pochi giorni dopo la nomina di uno dei suoi compagni della prima avventura renziana, Roberto Fagnani, a coordinatore della segreteria provinciale, nominato dal segretario Michele De Pascale. Una coincidenza? «Io non voglio far polemica né litigare con nessuno, ognuno fa le proprie scelte e rispetto ogni posizione. Personalmente trovo che sul piano locale il partito non abbia cambiato difetti, ma semmai ne ha assommati altri: mi pare che ci sia una tradizione politica che tira le fila, attraverso anche il contatto diretto con Renzi. Non mi sembra il partito di persone libere e plurali. Rispetto ogni posizione. Ma un partito dove tutto è lecito purché si abbia il consenso del capo non è il partito in cui mi interessa restare».
E le amministrative per Ravenna tra un anno? «Vedremo che cosa maturerà da qui a un anno, se ci saranno le condizioni è chiaro che mi piacerebbe dare un contributo, trattandosi del governo della mia città. Attualmente però non vedo nulla di particolare in alternativa, sono sempre speranzoso che qualcosa succeda, ma non sta a me costruire adesso».