Da Gulmanelli, 116 anni, al  boy-scout Alberani: i (veri) nomi dei candidati sindaco Pd

Inutile negarlo. In via della Lirica, nella sede del partitone ravennate, si vivono giorni di terrore. Che fare? Ecco autentici retroscena del dilemma.

Sede PdInutile negarlo. In via della Lirica, nella sede del partitone ravennate, si vivono giorni di terrore. I dirigenti, il viso terreo, le mani giunte dietro la schiena, deambulano frenetici, si incrociano nei corridoi, si scrutano nei conciliaboli: ma non sanno che cazzo fare.

Perché in ballo c’è una quistione non da poco: bisogna scegliere il prossimo candidato sindaco della nostra zanzarifera cittade. Il Sire Matteo, interrogato al riguardo, avrebbe risposto: «A me, chi eleggete Sindaco di Ravenna ‘un me ne pole fregare di meno. Arrangiatevi». Al che, la sezione del partitone di Ravenna è caduta nel panico. Una cosa è certa: chiunque scelgano, difficilmente sarà capace di eguagliare per carisma, spessore politico e possanza retorica il sindaco uscente. Matteucci Fabrizio.

Uno che era dalemiano convinto quando comandava D’Alema, bersaniano convinto quando comandava Bersani, renziano convinto adesso che comanda Renzi, uno così prudente che una volta urlò: «Ahhhh!», quando, voltosi di scatto, scorse la sua ombra stagliarsi su un muro. Uno che ha fatto talmente tante cose buone…. che adesso non me ne viene in mente nessuna. Ah, una sì: è andato in tv, all’Arena di Gilletti, a dire che: «Cari ravennati, come avrete capito, io non ero d’accordo con l’abolizione dell’Imu sulla prima casa per tutti senza distinzioni fra chi può e chi non può. E comunque ai cittadini ravennati non farò pagare la mini-Imu». Difatti i ravennati l’hanno dovuta pagare (e poi vallo a spiegare, a Renzi, che ora sbaglia a cancellare l’Imu).

Fatto sta che, grazie a cotanto precedente, il partitone ha il sacro timore di perdere la città, e sta cercando di correre ai ripari. I dirigenti hanno in mano una rosa di candidati a futuro sindaco. Il primo è Ermes Gulmanelli, ex partigiano, nome di battaglia di “Zanna”, 116 anni. Piace all’ala della sinistra continuista, è l’unico comunista convinto superstite della sezione ravennate, ormai convertitasi in blocco al neoliberismo portuense-cementizio.
Poi c’è il giovane Matteo Alberani, 14 anni, boy scout col grado di aquilotto, cattolico, scelto – dati i cronici problemi nel reclutamento delle nuove leve – solo perché nella raccolta punti della Coop aveva raggiunto quota 5.000 vincendo un set di pirofile.
Ora arrivano i pezzi grossi…

Filippo Martellini, 52 anni, da 51 militante del partito, una carriera in ascesa da chiuditore di cappelletti al festival dell’Unità fino a capo di municipalizzata. Mai un capello fuori posto, mai una parola sopra le righe – pare che la frase più aspra che ha pronunciato sia stato un «Beh, insomma…» – è un mediatore tenue e ostinato che in genere lascia le cose come stanno, e perciò piace tanto al partito rivoluzionario conservatore dello status quo.

Poi c’è Jacopo Narcolessi, rampante pdino proveniente dalla sezione Circolo dei Forestieri, e per questo molto attento ai bisogni del proletariato che i suoi gli hanno mostrato una volta in foto. È di ideologia, di estrazione e di portafoglio democristiano, perciò è molto apprezzato in un partito che brancola nel buio dell’indecisione ideologica. Ma, soprattutto, è figlio del noto possidente Tarcisio Narcolessi, ex dc, zar di cooperative, che una volta ha radunato tutti i suoi dipendenti e clientes in sala mensa e li ha arringati così: «Scusate se scendo al vostro livello, ma vi prego, votate mio figlio, sennò…» Come vedete, un discorso gonfio di contenuti, che guarda caso convinse tutti i 13mila dipendenti a votarlo, il figlio.

Infine c’è l’outsider. Ermanno Sopraffini, detto “il bello” per il fascino che esercita sul pubblico femminile. Quelli del partitone stanno cercando di convincerlo proprio in questi giorni. «Senti, sei bello, hai carisma, parli bene, piaci alle donne, hai le idee chiare, hai fascino, sei il migliore nel tuo mestiere di avvocato, in pratica hai tutto quello che noi non abbiamo. Non sei di sinistra? Non sei mai stato nel Pd? Meglio! Basta che fai come ti diciamo noi, ma ti preghiamo in ginocchio, facci vincere».

Perché se vuole vincere, a Ravenna, il Pd deve metterci qualcuno bravo e che di Pd non ha niente.

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