Dopo i premi di risultato corrisposti ai dirigenti comunali diffusi da Alvaro Ancisi e che tanto hanno fatto discutere, il consigliere provinciale dell’Udc Gianfranco Spadoni ha inviato ai giornali la tabella (che pubblichiamo tra gli allegati in fondo all’articolo) di quelli ricevuti dai dirigenti della Provincia.
Le retribuzioni di risultato del 2013, corrisposte nel 2014, risultano così in crescita rispetto all’anno precedente e vanno da 12 a circa 13,5 mila euro (per un totale di quasi 120mila euro).
«Come noto – commenta Spadoni – il decreto Brunetta stabilisce che al fine di assicurare la qualità, comprensibilità, e attendibilità dei documenti di rappresentazione della performance, le amministrazioni pubbliche redigano annualmente un apposito documento che evidenzia, a consuntivo, i risultati organizzativi e individuali raggiunti rispetto ai singoli obiettivi programmati e alle risorse, con rilevazione degli eventuali scostamenti. Una relazione indubbiamente utile validata da un nucleo di valutazione che prende in esame i singoli obiettivi in capo ai dirigenti i quali attraverso indicatori precisi, portano a consuntivo i risultati raggiunti per gli obiettivi, appunto, strategici e la loro declinazione in progetti e attività operative legate alla valutazione del merito e alla retribuzione conseguente. E qui la prima considerazione in chiave polemica. Occorre capire, infatti, se la performance abbia come fine la migliore gestione della macchina provinciale attraverso servizi sempre più efficienti e vicini al cittadino, o, invece, non vi sia un fine più legato alla retribuzione di risultato dei dirigenti. Forse entrambe le opzioni, ma comparando il raggiungimento medio complessivo degli obiettivi per settore del 2013 con l’ultimo documento approvato dalla giunta il 26 agosto scorso per l’anno 2014, si registra una serie di percentuali riferite al raggiungimento degli obiettivi, inferiore rispetto, appunto all’anno precedente, nonostante il recente documento faccia emergere due valutazioni massime pari al 100%. A differenza, ad esempio, della Provincia di Forlì-Cesena le cui valutazioni minime sono uguali all’ 87,80% mentre le massime non superano mai il 95,79%. Ma scorrendo l’atto in questione la stessa tabella riguardante la performance complessiva suddivisa per aree strategiche fa emergere come lo stato di attuazione degli obiettivi di miglioramento e sviluppo totale per area sia ancora inferiore: vale a dire nel 2013 era pari al 93,57% mentre nell’ultimo documento in esame 2014 è sceso al 92,98%. Nonostante, poi, nel confronto della spesa della Provincia fra l’anno 2010 e il 2014 balzi all’occhio, la spesa corrente (ancora alta) che subisce una variazione di appena meno 14,8% a confronto della spesa in conto capitale che precipita a meno 43%».
«Indubbiamente – termina Spadoni – stando all’elaborato in questione emerge un quadro sublime riferito a un ente provinciale straordinariamente efficiente che pur alla presenza di minori consistenti trasferimenti statali e regionali, mantiene una performance molto elevata e ambiziosa. Ma la questione di rivedere i parametri e i criteri di spartizione di questi risultati impone un riesame serio e improcrastinabile. Infatti, pensando al Comune e alla Provincia di Ravenna, “se Atene piange Sparta non ride”! Le retribuzioni dei dirigenti provinciali appaiono anch’ esse smodate rispetto al lavoro svolto sia pure in modo serio e laborioso, pur tuttavia in una situazione socio economica dai risvolti ancora preoccupanti, in cui ognuno, nessuno escluso, deve fare la propria parte».
Qui sotto tra gli allegati la tabella con i premi (da segnalare Gabriele Gardini, Oscar Manzelli, Paolo Montanari e Andrea Morandi sono cessati dall’incarico).



