Ravenna Viva, l’officina dei giovani «Noi alle elezioni con il Pd? Non è detto»

Nasce un’associazione presieduta da Giovanni Crocetti, avvocato
e imprenditore. Tra i primi progetti uno studentato ai giardini Speyer

Hanno tra i 18 e i 40 anni, sono studenti e lavoratori, e in un mercoledì di gennaio hanno fondato un’associazione culturale che già oggi, raccontano, coinvolge una cinquantina di persone tra città e forese. Si chiama Ravenna Viva e non a caso è stata fondata ora, a pochi mesi delle elezioni, dopo mesi che varie indiscrezioni di stampa avevano fatto uscire la notizia battezzandola la “lista giovani” o la “lista Crocetti”, dall’avvocato nonché imprenditore del mondo del divertimento Giovanni Crocetti, poco più che trentenne e piuttosto noto nel mondo giovanile ravennate da un lato per la sua attività di imprenditore, dall’altro per aver costituito in passato un’associazione di studenti universitari. E Giovanni Crocetti è effettivamente il presidente della neonata associazione, che vede poi l’ingegnere, anch’egli poco più che trentenne, Giordano Mezzetti come vicepresidente, e poi Leonardo Morelli nel consiglio direttivo e Serena Granara, Pietro Fantini, Lorenzo Brigadeci, Rosaria Langone tra i fondatori.

Con una pagina Facebook, un logo e un sito l’associazione si definisce “Officina delle idee” e vuole essere – ci spiegano i promotori, quando li incontriamo per un caffè per conoscerli e capire meglio le loro intenzioni in vista delle amministrative 2016 – un laboratorio di idee da mettere a disposizione della città. In comune hanno un giudizio piuttosto negativo rispetto a quanto fatto dall’amministrazione in carica negli ultimi dieci anni su alcuni ambiti ben precisi, tra cui la sicurezza, il degrado, i giovani, l’università, il piccolo commercio (tra loro ci sono diversi piccoli imprenditori). «Sono stati in molti tra gli operatori legati per esempio alla ristorazione e alla spiaggia a Marina – ci spiega Crocetti – che mi hanno contattato quando hanno saputo che ci stavamo muovendo in questa direzione, magari senza esporsi, perché purtroppo in questa città quando ci si espone si diventa facili bersagli, anche senza motivo». Il riferimento di Crocetti è ad alcuni commenti che sulla rete si sono letti alle prime indiscrezioni sulla lista.

Ma loro non hanno poi così paura dei giudizi negativi, né temono di metterci la faccia. «Il nostro obiettivo è portare a casa qualcosa di concreto, mentre vediamo i partiti concentrati solo in liti per il potere al proprio interno senza ancora portare proposte concrete per la città». E allora, all’insegna della concretezza l’idea è quella di stimolare le persone dal basso a partecipare ai gruppi di lavoro per portare idee e soluzioni (ci sarà un gruppo di lavoro sulla cultura, uno sui giovani, uno sull’università e così via) e confrontarsi con le forze politiche che si presentano alle elezioni. Tutte? Tutte, assicurano. A oggi dunque Crocetti & co. non confermano affatto di essere in procinto di dar vita a una lista civica in appoggio del Pd, come circolato invece insistentemente nelle scorse settimane. «Vedremo chi intende sostenere le nostre proposte, se tutti i partiti attingessero dal nostro programma – dicono – una nostra presenza alle elezioni potrebbe risultare superflua».

Ma la sensazione è che invece tra un paio di mesi loro in corsa ci saranno e potranno peraltro essere davvero piuttosto trasversarli nella raccolta dei consensi, anche se non ci sono preclusioni verso chi dovesse aderire all’associazione pur in possesso di una tessera di partito (si e per esempio parlato di una candidatura di Alice Lucchi, membro della direzione provinciale del Pd, ma di candidature adesso, appunto, loro non ne vogliono ancora parlare). «Tra di noi ci sono persone che a livello nazionale la pensano e votano anche molto diversamente, ma quando si parla di amministrare la città, ci interessano le cose concrete più che la filosofia». Inutile quindi tentare di chiedere loro un posizionamento su temi fortemente identitari dal punto di vista politico come le trascrizioni dei matrimoni gay o la rappresentanza degli immigrati stranieri extraUe. A dire poco prematuro, ci dicono.

Invece un progetto concreto nel cassetto ce l’hanno: creare uno studentato nella zona dei giardini Speyer, nei locali dove oggi il Comune paga l’affitto per gli uffici dell’assessorato al verde. Una mossa che servirebbe per il bene dell’università e anche per prevenire e combattere il degrado dell’area che denunciano: «Non si può demandare tutto alle forze dell’ordine, bisogna prevenire. E bisognerebbe dare ai locali con le vetrine sui giardini l’occupazione del suolo pubblico per presidiare fisicamente l’area».

Per conoscerli meglio, sabato 30 gennaio alle 18 hanno organizzato un aperitivo al Caffé Nazionale di piazza del Popolo.

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