Dadina, con il Pd ma non nel Pd: «Rimpiango ancora l’Ulivo»

L’attore e fondatore del Teatro delle Albe indeciso tra Più Europa (Bonino) e Insieme: «Errani e Bersani contro Renzi? Bisogna fronteggiare il fascismo, il resto sono questioni personali…»

DadinaLuigi “Gigio” Dadina è attore e fondatore della storica compagnia Teatro delle Albe, nonché presidente di Ravenna Teatro, la cooperativa che gestisce il teatro Rasi di Ravenna. Da sempre milita nella sinistra e ha simpatie anarchiche, tematica a cui ha dedicato anche lo spettacolo “Amore e anarchia” scritto assieme a Laura Gambi e andato in scena nel 2015. Alle ultime elezioni amministrative, nel 2016, aveva appoggiato apertamente Sinistra per Ravenna dell’attuale assessora Valentina Morigi, già Sel, che era la lista di sinistra nata appositamente per sostenere la coalizione guidata dal Partito democratico.
Lo abbiamo contattato per parlare delle prossime politiche.

Ha già deciso come si orienterà per le imminenti elezioni?
«Mi orienterò come alle elezioni precedenti, ovvero verso una sinistra che punta all’unità. Quello che ancora rimpiango è l’Ulivo: quello è l’orizzonte che mi interessa, quindi mi muoverò all’interno delle poche proposte che portano avanti quella ipotesi».

Diciamo quindi una lista tra il Pd, +Europa della Bonino e Insieme?
«L’incontro tra Emma Bonino e Tabacci mi è sembrata una cosa molto positiva. Mi piace anche quello che stanno facendo i Verdi con Insieme. Sono posizioni minoritarie in un progetto di centro-sinistra che purtroppo non c’è».

Con il Pd, ma non nel Pd, quindi?
«Esatto».

Alcuni hanno criticato l’accordo tra Emma Bonino, storicamente laica dei Radicali, e Bruno Tabacci, che viene da un’esperienza cattolica della Dd, a lei non ha disturbato questa unione?
«Alcuni hanno detto che era come mettere assieme il diavolo e l’acqua santa, ma non è così. I tempi sono cambiati. L’enciclica di Papa Francesco “Laudato Si” è considerata uno dei più importanti documenti ecologisti degli ultimi anni. Criticare un certo modo di strumentalizzare religione non vuol dire criticare chi crede in Dio. Già Dante metteva qualche Papa all’inferno… Penso ci siano temi oggi più importanti, che uniscono persone che erano state lontane in anni diversi. Dal mio punto di vista “anarchico” mi interessano questo tipo di ragionamenti».

La decisione di Errani e Bersani di sfilarsi dal centro-sinistra in polemica con Renzi non le è piaciuta quindi?
«Questi sono argomenti di cui parla la televisione, a me queste querelle interessano poco. Credo che ci siano problemi più grandi. C’è bisogno di prendere posizione su temi come la difesa dell’ambiente e la pericolosa rinasci del fascismo. Ci sono stati numerosi episodi neo-fascisti in Emilia-Romagna quest’anno. I cori allo stadio di Marzabotto, Anne Frank usata come oggetto di scherno, per non parlare di quello che sta succedendo in Polonia e nel resto d’Europa. Insomma, credo che ci siano questioni più importanti su cui varrebbe la pena unirsi, che non simpatie o antipatie personali».

C’è chi dice, come Ivano Marescotti che abbiamo intervistato poche settimane fa, che per arginare Berlusconi il centrosinistra non ha i numeri e converrebbe sostenere il Movimento 5 Stelle, cosa ne pensi?
«Se all’inizio i 5 Stelle esprimevano qualche istanza giusta, oggi non è più così… C’è una questione di fondo che non può passare in secondo piano, che è la democrazia. Quel partito, o movimento, è di proprietà di una azienda che si occupa di web e di un comico, senza nessuna forma democratica. A me una progetto del genere non interessa».

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