Primo confronto “all’americana“ tra i candidati: la nostra classifica

De Pascale il più a proprio agio, Alberghini troppo moderato. Resta insoluto il “mistero” di Gian Battisti Neri. Folla al Corso per l’iniziativa

Candidati sindaco a RavennaUn confronto all’americana come quello andato in scena venerdì 1 aprile al cinema Corso organizzato da alcune associazioni cattoliche della città ha forse – per i tempi, le modalità, la quantità e varietà di domande – lasciato solo qualche spunto di riflessione in termini di contenuti reali agli spettatori ma ha sicuramente messo in luce “dal vivo” i candidati.

E stando appunto al gioco dell’incontro “all’americana” ecco la nostra personale e discutibile classifica sui candidati tenendo appunto conto dei vari fattori in gioco. E dando a tutti loro come atto che quella formula del confronto tende sicuramente a favorire i politici più esperti a discapito di chi magari nella vita ha fatto altro.

Dibattito candidati sindaco a RavennaPrima però un encomio va agli organizzatori della serata che hanno tentato un esperimento nuovo in città e che hanno raccolto l’attenzione di centinaia di ravennati che hanno affollato il cinema Corso tra cui anche giovanissimi scout che non è bastato a contenere tutti. Molte persone sono rimaste fuori. Che il lavoro preparatorio tuttavia fosse stato partecipato e corale è emerso chiaramente quando il giornalista e conduttore Giulio Donati, cercando di accorciare i tempi, ha proposto di saltare un paio di domande che invece sono state legittimamente reclamate dal pubblico. Nota ironica: c’era anche un posto previsto per Gianni Morandi che il sito ravennanotizie aveva dato come candidato sindaco a Ravenna il giorno stesso: un pesce d’aprile, naturalmente.
Tutto questo premesso, andiamo ai candidati in arbitrario ordine di arrivo. Ovvero da quello che a noi è parso più convincente.

Michele De Pascale è giovane ma già un politico navigato che sa parlare, tenere la platea, apparire preparato e al tempo stesso alla mano. Non ha raccolto provocazioni (per la verità poche, forse troppo poche), non ha replicato, ha rivendicato un successo del passato solo sul fronte del cultura (decisamente apprezzabile il fatto che non la metta per forza e necessariamente insieme al capitolo “turismo”) mentre ha parlato di cambiamento per quasi tutti gli altri temi. Pochi gli errori: forse affermare che i ragazzi della sua generazione (De Pascale ha appena 31 anni) hanno avuto ancora qualche occasione di lavoro mentre a soffrire sono quelli con cinque o sei anni in meno. Agli ormai quasi quarantenni precari o inoccupati potrebbe suonare quasi una beffa. I pochi “buu” li ha ricevuti sulla sicurezza dove invece che giocarsi le idee che pure nel suo programma sono presenti sul tema, è partito da una critica alla legge nazionale quasi a dire, più di così non si può fare. Convincente sul turismo, meno sul porto, ha fatto il pieno di applausi andando a promettere alla platea esattamente ciò che gli veniva chiesto: la tutela delle scuole materne cattoliche Fism che, ha detto, non sono da considerarsi “private”, ma paritarie e a tutti gli effetti pubbliche. Più di così organizzatori e platea non potevano chiedere. Applausi. Una volta a dar fastidio al Pd in coalizione su questo tema c’erano il Pri e le forze di sinistra, chissà cosa accadrà nel futuro. Apparentemente poco. Tra gli altri impegni con una scadenza ravvicinata: un calendario di eventi per le feste invernali del 2016 a Ravenna di livello europeo. Un po’ di Cervia in arrivo?

Raffaella Sutter merita l’argento per la pertinenza e l’interesse di alcune risposte che si sono discostate da quelle di tutti gli altri candidati. Il timore è che il suo eloquio, preciso e sintetico, ma non trascinante né emotivamente coinvolgente possa aver fatto passare in secondo piano appunto i contenuti. Primo fra tutti l’idea di un reddito di cittadinanza comunale sul fronte dell’assistenza sociale. Una proposta che potrebbe raccogliere il consenso anche dei grillini rimasti senza rappresentanza politica. Non solo, è l’unica che ha dichiarato che voterà per il sì al referendum (curiosamente a Ravenna anche chi rappresenta forze politiche che a livello nazionale sono per il sì come Forza Italia o Lega Nord sceglie il no o l’astensione). Inoltre nel suo discorso sul centro storico ha parlato di riportare servizi e di metterlo innanzitutto al centro dei ravennati e non solo letto in chiave turistica. L’unica a farlo, appunto. L’unica anche a pronunciare le parole “bonifica del Candiano”.

Maurizio Bucci – battuta pronta, brillante nell’eloquio – non ha trovato, come si dice, pane per i suoi denti. De Pascale ha glissato su tutte le provocazioni e il suo (apprezzabile) tentativo di animare il dibattito inizialmente si è spento con l’allungarsi della serata e l’accorciarsi dei tempi per le risposte. Partito molto bene, non ha retto, diciamo, la distanza. Va anche detto che la sua è una posizione non facile: il nemico dichiarato (fin troppo spesso nel suo caso, non abbastanza dagli altri) è il Pd, ma deve comunque contendere gli elettori a Massimiliano Alberghini, il candidato di Lega, LpRa e ora anche di Forza Italia. Ha vent’anni di politica attiva alle spalle in città che di fatto possono difficilmente farlo percepire come l’uomo veramente “nuovo”. È comunque riuscito a ribadire alcuni dei suoi temi forti, dal turismo all’idea di vendere il patrimonio azionario comunale per investimenti importanti in città, a partire dalla Darsena.
 
Massimiliano Alberghini si può descrivere con una parola forse meglio di qualsiasi altra: moderato. Nei toni, nei modi, nelle proposte. Ma poiché (assenti i grillini) dovrebbe rappresentare il principale avversario del candidato Pd, almeno sulla carta, beh, ecco, forse qualcosa di più nel primo incontro pubblico ci si poteva aspettare. Poco spigliato, molto ingessato, ha dato più degli altri la sensazione di risposte preparate a tavolino eppure prive di mordente. Un esempio? Su un tema come il porto, dove il Pd ha di fatto segnato il suo forse più clamoroso fallimento e su cui ci si aspetterebbe da chi vuole sostituirlo parole davvero chiare e inequivocabili non può bastare dire che si “chiuderebbe in una stanza esperti e tecnici e politici” riaprendola solo quando si sia trovata una soluzione. Sarebbe bello sentirla, un’ipotesi di soluzione. Ha incassato applausi autentici sul tema delle case popolari quando ha annunciato di voler inserire i 5 anni di residenza e anche sul tema della necessità di rivedere il sistema Isee per le detrazioni e le tariffe dei servizi comunali.

Gian Battisti Neri è un nome ignoto (e questo potrebbe giocare a suo favore) nel panorama politico cittadino. Dopo un incontro con la stampa a luglio 2015 il suo volto ora campeggia su molti manifesti per la città. Ma chi sia davvero non lo si è certo capito da questo primo incontro pubblico. Impacciato, in evidente difficoltà, con contenuti non memorabili non ha soprattutto colto l’occasione per spiegare a tutti come e da cosa nasca la sua candidatura e da chi possa essere sostenuta.

Alla elezioni mancano ancora due mesi, una vita. Nel mezzo c’è un referendum e una politica nazionale che potrebbe avere importanti riverberi sul piano locale. La campagna elettorale è appena entrata nel vivo. Ma la speranza è che possa anche vivacizzarsi un po’. Davvero.

Nella gallery fotografica sotto le immagini del dibattito negli scatti di Fabrizio Zani.

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