Tutti i candidati di Ravenna in Comune: da Lamri a Iannucci, da Moroni a Farabegoli

Capolista i portavoce Manzoli e Casalino. Un mix tra società civile
e politica. Molti i giovani e rappresentanti di associazioni

Eccoli i 32 in lista per Ravenna in Comune, il progetto che unisce quasi tutte le anime di sinistra della città, associazioni e singoli cittadini a sostegno della candidatura a sindaco di Raffaella Sutter.

L’assemblea (il gruppo si è dato regole precise e a oggi l’assemblea conta 400 aderenti circa) ha votato una lista di nomi da candidare per il nuovo consiglio comunale di Ravenna alle amministrative di giugno (dove Ravenna in Comune si presenta in netta alternativa al Pd) che sono un mix tra rappresentanza politica e rappresentanza civile, molti giovani, età media sui 40 anni, qualche vecchia conoscenza e tanti nomi nuovi (almeno per la politica).

Capolista come prevedibile i due portavoce dell’assemblea Massimo Manzoli (noto per il suo impegno nel Gruppo dello Zuccherificio, tra gli autori tra l’altro dell’ultimo report sulle mafie in Emilia-Romagna), Dora Casalino, operatrice sociale anche lei senza esperienza politica alle spalle ma una militanza sui temi di carattere, appunto, sociali. Entrambi poco più che trentenni.

A seguire, in ordine alfabetico, si trova un nome storico dell’associazionismo ravennate come Gabriele Abrotini, tra i comitati per l’acqua pubblica e già militante in Aer.

Tra i nomi di spicco della società civile c’è l’intellettuale Tahar Lamri, scrittore, drammaturgo (recentemente anche interprete teatrale) di origine algerina, ravennate da tempo, una voce da sempre fuori da qualsiasi coro. E non è il solo di origine straniera. C’è per esempio Fatou Lo Boru (moglie del parlamentare di “Possibile” Andrea Maestri), Simona Ciobanu, molto nota per la sua attività con l’associazione Terra Mia, e ancora la giovane Anida Poljac, figlia di profughi bosniaci con una laurea in giurisprudenza. Italiana dalla nascita è invece Marisa Iannucci, presidente di Life, associazione di donne musulmane, intellettuale femminista di recente passata alle cronache anche per essere stata assolta da una querela a opera del Centro per gli studi islamici che possiede e gestisce la moschea di cui anni fa Iannucci aveva messo in dubbio la trasparenza nella gestione.

Ancora tra i nomi più noti della società civile c’è quello di Tania Moroni, attivista Lgbt e promotrice del festival vegano di Ravenna, e quello di Anna Agati, artista del gruppo Arsra, tra le ideatrici del Ravennopoli, il gioco di ruolo con cui Ravenna ha anche accolto la giuria del 2019, tra le animatrici della feste medievali alla Rocca e dello spettacolo “Darsena open show”.

Tra i nomi invece noti alla politica c’è quello di Ilario Farabegoli, ex assessore di Rifondazione comunista, e dalle stesse file arriva quello di Raffaella Veridiani, nota soprattutto per l’impegno sul tema casa. E poi ancora c’è Raffaella De Mucci (maestra, ex consigliera comunale di Sel) e Nicola Staloni, attuale consigliere provinciale di Sel. Claudio Fabbri, avvocato, era candidato anche ad Alfonsine e vanta un’appartenenza all’Anpi così come invece Andrea Giuliani viene dalla Fiom. Alessandro Perini (37 anni), ex Pd, ora nelle file di Possibile, è uno degli uomini più attivi per Ravenna in Comune fin dalla fondazione, così come Filippo Cicognani (classe 1984), dalle file del Pdci.

Tra gli altri nomi noti a chi in città si occupa di storia, cultura e politica ci sono poi quelli di Luca Dubbini e Giorgio Stamboulis (quest’ultimo del circolo Dock ’61) e per il settore sociale quello di Elena Starna.

A completare la lista Desiderio Basile, Francesco Alberto Bellini, Antonia Bufano, Gabriella Floro Flores, Marco Frisone, Marinella Isacco, Lorenzo Mancini, Antonio Onza, Maria Domenica Scarpone, Simonetta Scotti e Luana Vacchi.

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