Confronto allo Chalet/1: scintille tra i candidati davanti a centinaia di ravennati

Preso di mira da Alberghini, Bucci e Guerra, De Pascale (Pd) attacca il
candidato del centrodestra e pungola la Sutter: «Noi come la Lega?»  

Temi, progetti, spunti, visioni e anche qualche attacco inedito davanti a un pubblico di centinaia di persone. La serata organizzata dalla nostra redazione ai giardini pubblici, l’ultimo incontro a cinque tra i candidati in questa campagna elettorale che segnerà la fine dell’era Mattuecci, si è rivelato un momento particolarmente vivace.

L’impianto della serata prevedeva alcune domande di approccio generale (come le politiche per il lavoro, la partecipazione diretta dei cittadini, una valutazione del mandato di Matteucci), altre molto specifiche su questioni concrete su cui il Primo cittadino dovrà intervenire e avrà titolo per intervenire nei prossimi anni, la possibilità per ognuno di replicare (per l’ultima volta?) alle critiche più frequenti che sono state loro rivolte in questi mesi e anche un momento in cui si sono potuti fare domande incrociate tra loro. Il tutto per due ore esatte davanti a una platea appunto molto numerosa.

Come sempre e come inevitabile, il bersaglio comune di quattro dei cinque candidati è principalmente uno: Michele de Pascale, segretario del Pd, l’uomo della coalizione di centrosinistra. Ieri sera in particolare è stato attaccato da Michela Guerra (Cambierà), Maurizio Bucci (La Pigna) e Massimiliano Alberghini (centrodestra), tutti a ribadire come lui non possa rappresentare il cambiamento e sia stato parte in causa per esempio nella fallimentare vicenda dello sviluppo del porto di Ravenna, essendo lui segretario del partito che ha governato la città negli ultimi anni. Una critica naturalmente mossa anche da noi e a cui De Pascale ha risposto ribadendo che vanno valutate le sue proposte per il futuro più di quanto fatto da altri in passato e ammettendo le carenze che peraltro Matteucci stesso in parte si riconosce. Ma, rispetto agli avversari, invece di incassare senza replicare – la strada che aveva scelto fino ad ora – De Pascale ha usato un minuto per replicare in particolare ad Alberghini con un affondo sulla mancanza di proposte concrete dell’avversario (in effetti a un paio di domande piuttosto puntuali il candidato del centrodestra aveva preferito rispondere in modo piuttosto generico) e sui modi dei suoi sostenitori, che de Pascale accusa di essere gli unici a interrompere gli avversari mentre parlano durante i dibattiti. Cosa che ieri sera è stata per la verità piuttosto contenuta data anche l’amplissima platea presente con sostenitori di ognuno dei cinque candidati ma anche tante persone, lettori, che avevano aspettato proprio il confronto organizzato da un giornale per vedere i candidati a confronto. E il confronto c’è stato anche tra “vicini” con il momento della domanda incrociata. Se a Guerra è toccata la fortuna in cui tutti speravano, e cioè di poter fare una domanda a de Pascale (ovviamente sulla continuità del potere e sulle responsabilità sul passato), Sutter ha interrogato Guerra sui rom dandole l’occasione di chiarire la sua posizione su un tema rispetto al quale il Movimento 5 Stelle è sempre stato un po’ ambiguo: l’immigrazione. E qui Guerra si è dimostrata sicuramente più vicina alle posizioni di sinistra e di Sutter che di Alberghini e della Lega. Alberghini che ha invece dovuto vedersela con Bucci in uno scambio incrociato che ha dato occasione a Bucci di sfoggiare in libertà tutta la sua verve, la capacità comunicativa, la presenza scenica che tutti gli riconoscono e di rivendicare la scelta di correre da

solo, lontano dai condizionamenti dei partiti, con 32 persone (i candidati consiglieri) che credono in un progetto per risollevare una città secondo lui «in ginocchio». Alberghini ha invece avuto occasione, con meno verve ma altrettanta determinazione, di rimarcare la sua libertà e indipendenza rispetto ai partiti che lo sostengono (Lega Nord, Lista per Ravenna, Forza Italia e Fratelli d’Italia), mettendo in luce quanto invece sia positivo avere per la prima volta a Ravenna un centrodestra compatto che può rappresentare la vera e unica alternativa al Pd. Particolarmente pungente anche l’incrocio a sinistra dove de Pascale ha avuto l’occasione di chiedere a Sutter se lei personalmente, in caso di ballottaggio, non vedesse differenze tra cui scegliere tra la coalizione da lui guidata e quella guidata da Alberghini. Ma Sutter non si è sbilanciata: al ballottaggio ci saremo noi, ha anzi detto, e nel caso non dovessimo esserci, libertà di coscienza per tutti e anche per me.

(1 – segue)

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