Referendum, divisioni, doppio incarico: parla la segretaria Pd Eleonora Proni

«Sarò prima di tutto sindaco di Bagnacavallo fino al termine del mandato». «Ho votato Cuperlo ma sono leale al segretario Renzi»

Classe 1970, laurea in Storia, una carriera nel partito e poi come amministratrice, dal 2014 sindaco di Bagnacavallo, Eleonora Proni è stata eletta segretaria del Pd di Ravenna dopo le dimissioni di Michele De Pascale, divenuto sindaco di Ravenna. È la prima donna a ricoprire l’incarico e anche la prima a rivestire il doppio ruolo politico e amministrativo.Innanzitutto, segretaria o segretario? Quanto sente il fatto di essere la prima donna a ricoprire il ruolo?

« Non mi viene sempre naturale declinare i ruoli (segretario, sindaco…) al femminile, soprattutto quando sono io a ricoprirli, pur riconoscendo che il linguaggio di genere promuove una sensibilità e una cultura. Sono anche convinta che non sempre dietro al suo mancato utilizzo ci sia un atteggiamento ostile. E sì, lo ammetto. Sento la responsabilità di dover fare un buon lavoro non solo per il partito e la comunità, ma anche di dover dimostrare qualcosa per le donne in generale, non vorrei sembrare presuntuosa, ma credo sia giusto avere questa consapevolezza».

È un ruolo a cui ambiva? Come è arrivata la candidatura?

«A dire la verità non ci avevo mai pensato. La politica mi interessa da sempre, ma non avevo certo pensato di aggiungere un ruolo a quello istituzionale che già ricopro ed è per questo che quando mi è stato proposto ci ho riflettuto a lungo. Ma poi in me ha prevalso una mia conformazione che mette insieme un po’ di fatalismo con il senso del dovere di non sottrarsi e alla fine ho accettato la sfida».

In effetti il doppio incarico è un’altra novità. De Pascale, per esempio, nel 2013 quando fu eletto segretario provinciale si dimise da assessore al turismo del Comune di Cervia. Come concilierà i due incarichi? Segretaria part time? Sindaca part time?

«Sapevo che sarebbe stato impegnativo e in questi primi giorni ne sto avendo la conferma. Lavorerò molto, come sappiamo fare noi donne, e vorrei che questo mio impegno fosse anche d’esempio in questa fase in cui la politica è così screditata, ma come ho detto da subito io sarò prima di tutto il sindaco di Bagnacavallo fino all’ultimo giorno del mandato. Il mio ruolo istituzionale avrà sempre la precedenza. So però bene che come segretaria, dopo i primi giorni di avvio, dietro l’angolo ci sono questioni da affrontare e tanto da fare, e ora sto cercando di comporre una squadra che metta insieme anime, generazioni, territori, un gruppo di persone con intelligenza e voglia di fare a cui delegherò per scelta, ma anche per necessità».

Sa già chi sarà il suo “vice”? E che tempi si è data per la squadra?

«Non ancora, se ci sarà un solo coordinatore o più di uno, vedremo. A me  piacerebbe riuscire ad averla entro agosto, ma preferisco non correre e magari prendermi un po’ più di tempo».

Lei avrà quindi due indennità? Quella di sindaca e quella di segretaria del partito?

«Per la verità ho accettato senza pormi la questione, ma no. Direi di no. Sicuramente non avrò due indennità piene».

Questo rafforza l’impressione di una federazione che si stia alleggerendo, anche perché elementi importanti con ruoli operativi sono entrati nell’Amministrazione comunale ravennate, è un’impressione corretta?

« Sì e credo che possa servire a sconfessare l’immaginario e il cliché che ci circonda. Mi piace l’idea che dal partito si possa arrivare all’amministrazione ma anche viceversa e chiederò comunque a tutti di fare un po’ quello che farò io, mettere tempo ed energie aggiuntive per il partito da parte delle persone capaci e competenti che ora ricoprono altri incarichi. E forse potrebbe essere anche il momento perché coloro che si sono lamentate in passato di non avere avuto abbastanza spazio di farsi avanti e dare una mano. Credo che per me sarà l’occasione di dimostrare ciò che ho detto: credo nel confronto e nel lavoro di squadra, nel metodo partecipativo. È lo stesso metodo che applico come sindaco, so che può essere a volte faticoso e un po’ più lungo come percorso, ma continuo a credere nella sua efficacia».

La prima sfida concreta che la aspetta è la campagna per il referendum di autunno. La campagna per il sì almeno a Ravenna sembra ancora ai blocchi di partenza e a livello nazionale lo scontro anche dentro il Pd non risparmia colpi…

«Naturalmente a Ravenna tutta l’energia è stata concentrata per mesi sulle amministrative. Personalmente sono assolutamente convinta per il sì, si tratta di una riforma attesa da tempo e che è coerente con quanto sempre detto dal Pd e da questo governo. Credo che serva una campagna che stia sui contenuti e sul merito, anche per dimostrare che gli aspetti positivi della riforma ci sono e sono più di quelli negativi e sono coerenti con quanto fatto dal Pd in questi anni».

È d’accordo con la ministra Boschi quando dice che chi vota no non ha rispetto del Parlamento, solo per citare l’ultima delle uscite che hanno fatto scalpore?

«No, non sono d’accordo e non credo che queste polemiche siano d’aiuto. Bisogna parlare con le persone, spiegare il merito delle cose, confrontarsi, eliminare invece questi sovraccarichi».

Alla festa provinciale del Pd ci sarà spazio anche per le ragioni del No? E  quali big verranno a sostenere il sì?

«Il programma è in via di definizione. Non credo potremo avere la ministra Boschi che è stata a Ravenna anche lo scorso anno e pochi mesi fa per la campagna elettorale. Stiamo cercando di organizzare momenti di confronto dove chi è per il no all’interno del partito potrà avere uno spazio in un’ottica di confronto. Ma sarà altrettanto chiaro che il Partito, che è grande ed è giusto e normale che abbia tante anime all’interno, ha trovato una sintesi ed è a favore del sì».

Crede che riuscirete a convincere gli elettori ravennati che negli ultimi tempi si sono dimostrati sempre meno affezionati al Pd, perlomeno nelle ultime tornate amministrative?

«Non credo sia corretto mescolare voti locali con voti nazionali che risentono di variabili diverse, credo bisogna parlare con le persone del merito della riforma che viene fatta per il bene dell’intero paese. Ma è vero che qualcosa si è rotto e va ricostruito: penso soprattutto a chi ha ormai abdicato al voto. Ora sta a noi ricostruire un rapporto che si deve basare sulle risposte date dalle amministrazioni locali ai bisogni delle persone, ma che devono essere risposte indirizzate da valori ben precisi, penso per esempio al tema della solidarietà, che non deve essere beneficenza».

Se vince il no al referendum Renzi deve andarsene?

«Penso che ogni decisione vada rimandata al giorno dopo il referendum. E’ innegabile che un risultato negativo aprirebbe una riflessione ma non credo debba esserci un collegamento immediato».

Il presidente del partito Orfini dice che non ha mai votato Renzi e non è detto che lo voterà mai. Ci dice chi ha votato lei e chi potrebbe votare al prossimo congresso?

«Non ho problemi a dirlo: ho votato Cuperlo, che credo sia una persona che ancora oggi parli nel merito delle cose e sia una risorsa del partito. Detto questo, sono ovviamente leale al segretario del partito Matteo Renzi che è anche presidente del Consiglio e a cui credo vadano meriti importanti come la posizione assunta in Europa sull’immigrazione o il provvedimento sulle Unioni Civili. Quello che gli si può rimproverare è forse un eccesso di personalizzazione, di un atteggiamento “o con me o contro di me”. Credo che la leadership sia importante, ma che in un partito lo siano di più i contenuti e le cose da fare e il patrimonio di valori. E quindi anche in futuro prima di tutto vorrei una discussione sui temi per andare solo dopo a capire chi possa portarli avanti e con chi si possa lavorare».

A proposito di chi. Chi sarà il prossimo segretario comunale del partito? Potremmo addirittura assistere a delle primarie?

«Credo che per deciderlo bisognerà prendersi il tempo necessario per capire, parlare, confrontarsi, senza avere troppa fretta e senza scadenze ravvicinate. Anche in questo caso credo che la riflessione dovrebbe partire da contenuti, idee, progetti e programmi, da discutere in seno alla comunità di donne e uomini del partito».

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