«Vitalizi in Regione? Il Pd fa finta di svegliarsi per il referendum»

Bertani (M5s) critica la proposta dem in assemblea di cui è relatrice la faentina Rontini: «Noi siamo sempre stati per l’abolizione retroattiva»

«Siamo sempre stati dell’idea che i vitalizi degli ex consiglieri e assessori regionali vadano aboliti con effetto retroattivo o in alternativa rivalutare le somme con lo stesso coefficiente delle pensioni di tutti gli altri lavoratori, innalzando l’età minima a 67 anni». È il consigliere regionale Andrea Bertani (M5s) che commenta la proposta di legge presentata dal Pd in Regione e di cui è relatrice la faentina Manuela Rontini.

«Fin dall’inizio di questa legislatura – dice Bertani – il Movimento 5 Stelle in Regione si è battuto per la cancellazione dei vitalizi degli ex consiglieri regionali (per quelli attuali non esiste, ndr) ma la maggioranza fino ad oggi ha fatto orecchie da mercante. In questi giorni però il Pd, in piena campagna elettorale per il referendum, fa finta di svegliarsi proponendo una riduzione a dir poco ridicola dei vitalizi. Tutto questo dopo anni di ripensamento nei quali ci si è arrampicati sugli specchi attraverso una produzione di pareri e contro pareri che avevano come unico obiettivo quello di mettere in piedi una elefantiaca finta attività legislativa pur di prendere tempo e rimandare un intervento in materia».

Un intervento per ridurre i costi della politica regionale è stato fatto con la legge 1/2005: «Grazie alle nostre proposte abbatte i costi della politica fissando per esempio a 5mila euro lordi lo stipendio dei consiglieri regionali, il Pd si è sempre rifiutato di intervenire sui vitalizi, cosi come non ha voluto farlo nelle varie sessioni di bilancio in cui abbiamo presentato emendamenti e ordini del giorno, oppure dopo la presentazione del nostro progetto di legge nella scorsa primavera».

Il consigliere grillino poi continua dicendo che «il Pd sull’età minima sembra essere d’accordo con noi ma si contraddice quando introduce la possibilità dell’anticipo con condizioni che ancora una volta disegnano un privilegio rispetto ai comuni cittadini. La nostra proposta è molto semplice: se gli ex consiglieri regionali vogliono godere di questa opportunità dovranno necessariamente sottostare alle regole appena introdotte dal Governo. È impensabile che un cittadino debba ricorrere ad un prestito per anticipare l’età pensionistica ed un ex consigliere regionale possa farlo con una piccola decurtazione. L’era dei privilegi, se il Pd non l’avesse ancora capito, è irrimediabilmente finita».

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