Referendum, è il giorno del voto 119mila alle urne nel comune di Ravenna

Seggi aperti fino alle 23. Stesso orario anche per l’ufficio elettorale

I cittadini italiani sono chiamati alle urne oggi 4 dicembre per approvare o bocciare la riforma costituzionale voluta dal governo e già approvata in Parlamento grazie al voto di Pd e alleati. Nel comune di Ravenna sono 119mila gli aventi diritto al voto (57mila uomini, 62mila donne)

Si vota dalle 7 alle 23, per farlo è necessario presentarsi al proprio seggio muniti di un documento di identità valido e della tessera elettorale su cui è riportato l’indirizzo del seggio. All‘elettore sarà consegnata una sola scheda. Ciascun elettore ha diritto di esprimere il voto tracciando, con la matita, un segno sul riquadro corrispondente alla risposta Sì o No. Per votare l’elettore deve usare esclusivamente la matita copiativa che gli viene consegnata al seggio. L’elettore, prima di uscire dalla cabina, deve ripiegare la scheda, secondo le linee lasciate dalla precedente piegatura.

Per la validità del referendum costituzionale confermativo, a differenza del referendum abrogativo, non è previsto dalla legge un quorum di validità; non si richiede, cioè, che alla votazione partecipi la maggioranza degli aventi diritto al voto e l’esito referendario è comunque valido indipendentemente dalla percentuale di partecipazione degli elettori.

Se sulla tessera elettorale risultano esauriti tutti i 18 spazi per l’attestazione del voto, se la tessera è deteriorata, è stata smarrita o rubata, bisogna richiedere un duplicato. Per i residenti nel comune di Ravenna il rilascio del duplicato avviene immediatamente all’ufficio elettorale di viale Berlinguer 54 o qualche giorno dopo se la richiesta viene presentata negli uffici decentrati. L’ufficio è aperto anche il giorno del voto delle 7 alle 23. Per informazioni 0544-482283 o elettorale@comune.ra.it.

Da settimane si sta consumando uno scontro durissimo tra i sostenitori del sì e quelli del no. Da una parte il Partito democratico con il partito di Alfano e pezzi di centrodestra come Ala di Verdini, dall’altra parte tutte le altre forze presenti in parlamento (e non) che vanno dalla Lega Nord a Forza Italia fino al Movimento Cinque Stelle e Sinistra Italiana e Possibile. Non solo, lo scontro ha travalicato i confini della politica e per esempio Cgil e Anpi fanno campagna per il no, mentre Confindustria è apertamente per il sì. A livello locale è necessario qualche distinguo: come noto dell’Anpi locale fanno parte anche sostenitori del sì a partire dal presidente provinciale Ivano Artioli. E divisioni si stanno consumando anche nello stesso Pd sia a livello nazionale, sia a livello locale. Dopo infatti Massimo D’Alema, anche Pierluigi Bersani si è dichiarato per il no. Stessa posizione del ravennate Miro Fiammenghi, molto vicino a Bersani. Divisi, sempre nel ravennate, sono anche i Repubblicani, alleati di governo del Pd in città. Mentre Sinistra per Ravenna, pur alleata al Pd in giunta, si schiera per il no. Qui, infatti, oltre ad attivisti grillini, a Forza Italia, a Lega Nord, al Pdf, ai partiti di sinistra è attivo da mesi sul territorio un Comitato per il no, forte di una lunga esperienza nel campo.

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