Cambia lo statuto di Ravenna Manifestazioni: ruolo del Comune predominante

Nel nuovo assetto il Sindaco presidente di diritto e nel cda entra la figura del Sovrintendente. Lista per Ravenna: «Atto arrogante»

Teatro Alighieri Ph MaurizioMontanariCi sono cambiamenti importanti in vista per Ravenna Manifestazioni, la fondazione che organizza il Ravenna Festival, la stagione di lirica e balletto e gestisce il teatro Alighieri. Si discute oggi in commissione consiliare il rinnovo dello Statuto, la cui prima stesura porta la data dell’11 giugno 1987. Dopo trent’anni si cambia, dunque, con variazioni non soltanto burocratiche. Per il Comune si tratta di un assetto che allinea Ravenna Manifestazioni ad altri enti simili ma l’opposizione ha chiesto un nuovo passaggio in commissione per rispondere ad alcuni dubbi.

Tra le variazioni più significative, il ruolo predominate del Comune nella compagine societaria, la presidenza di diritto del Sindaco e l’istituzionalizzazione della figura del sovrintendente. Quello del sovrintendente si tratta di un ruolo – si legge nella delibera che verrà discussa oggi – da sempre “presente nell’organizzazione interna” ma senza un’identificazione fondiaria: ora viene inserito nel consiglio di amministrazione, come avviene in altri enti gestori dei “teatri di tradizione della regione”.

Il nuovo statuto prevede che il Sindaco diventi, in automatico, il legale rappresentante dell’amministrazione. Il primo cittadino può proporre al cda dei vicepresidenti che lo rappresentino in caso di impedimento. Anche in questo caso si sancisce formalmente un dato di fatto: “Da sempre il sindaco di Ravenna ha ricoperto la carica di presidente della fondazione”.

Da sottolineare anche che la sede legale della fondazione diventa il Municipio e il Comune di Ravenna unico socio indicato nello statuto. Gli altri enti aderenti come soci (ce ne sono dieci tuttora, compresa la Diocesi, le associazioni di categoria, la Provincia e la Camera di commercio) verranno indicati in un apposito albo sociale.

Le modifiche non hanno convinto le opposizioni che hanno chiesto alla commissione affari istituzionali una riunione in programma oggi pomeriggio. Alvaro Ancisi (LpRa) riassume i «notevoli dubbi» della minoranza. Si parte proprio dall’eliminazione degli altri enti soci, alcuni dei quali costituirono la stessa fondazione trent’anni fa. «Un atto arrogante e illegittimo», per il capogruppo, perché «il nuovo statuto sarebbe definitivamente approvato dal Comune senza che gli altri componenti della Fondazione ne siano neppure informati».

L’altra perplessità di Ancisi riguardano il fatto che la Fondazione culturale diventerebbe «un ente strumentale a maggioranza pubblica», come riassunto in commissione giovedì scorso. Cioè, dice il capogruppo, «strumento nelle mani del sindaco, designato come presidente fisso, al quale competono le nomine della maggioranza dei componenti dell’assemblea». In questo caso per Ancisi andrà specificato nello Statuto che Ravenna Manifestazioni diventi un organismo di diritto pubblico, non più soltanto un soggetto privatistico, con tutte le norme di «trasparenza, pubblicità e diritto di accesso civico» che ne conseguono. Tra i dubbi dell’opposizione anche una questione legata al teatro Alighieri: con il nuovo assetto, a Ravenna Manifestazione sarà ancora necessario il bando pubblico per accedere alla gestione?

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