Il Pd sul no-referendum: «Ricominciamo Siamo il baluardo contro il populismo»

La segretaria provinciale Proni: «Persa un’occasione importante»

«Il risultato del voto di ieri ci consegna uno scenario particolarmente complesso e delicato». Sono le parole di Eleonora Proni, segretaria provinciale del Partito democratico.

«A fronte di una partecipazione straordinaria dei cittadini la sconfitta appare ancora più netta. Se a livello nazionale le percentuali di affluenza al referendum sono state alte, a Ravenna sono andate oltre ogni aspettativa. Questo dato testimonia la forza della responsabilità civile e della passione democratica dei ravennati che hanno partecipato oggi ad una scelta importantissima per il nostro Paese. I cittadini della provincia di Ravenna si sono espressi con un dato in controtendenza rispetto alla media nazionale e il sì, seppure di poco, si è affermato con il 52,8 dei consensi. Occorrono tempo e lucidità per fare le dovute analisi e assumerne il senso e la responsabilità».

«Gli scenari apocalittici – continua Proni – non mi appartengono, però credo sia importante assumere che è in gioco anche la scelta tra una democrazia balbettante, eternamente affidata a coalizioni instabili da una parte e dall’altra l’ipotesi di una democrazia che si assume la responsabilità di governare sulla base di un mandato dei cittadini. Resto convinta che si è persa un’occasione importante di modernizzazione delle istituzioni e che quella che si apre da oggi è una straordinaria stagione di incertezza istituzionale e politica. A noi tutti compete l’onere di gestire un’agenda politica diversa rispetto a quella di ieri, con al centro il tentativo di difendersi dai populismi, dalla demagogia, dall’instabilità. Abbiamo commesso molti errori: la riforma non era perfetta ed è stata impostata ma anche subita una battaglia dell’uno contro tutti. C’è un disagio diffuso dato dalla difficoltà del Paese, un ampio malessere per la perdita di competitività e per la bassa mobilità sociale che è reale e che ha trovato espressione in un no complessivo».

«Tutti – conclude Proni – cercheranno di intestarsi il risultato di ieri: Grillo, Salvini, Brunetta… Non nascondiamoci che anche al nostro interno il confronto ha avuto toni aspri e sarà certamente faticoso ricominciare a lavorare insieme anche con gli amici con i quali ci siamo trovati su fronti opposti in questa battaglia così faticosa ma non abbiamo alternativa ed è importante cercare le ragioni di una progettualità comune perché ce lo chiede la nostra ragione costitutiva, i nostri valori profondi. Siamo l’unico baluardo contro una politica regressiva, populista e antieuropea e dobbiamo essere all’altezza di questo compito come esercizio di responsabilità per il bene del paese. Dobbiamo ricominciare guardando con realismo e lungimiranza ad elaborare un progetto progressivo di uscita dalla difficoltà che viviamo, interpretare il disagio e il senso di esclusione con una risposta non populista (cioè non superficiale, banalizzante, di corto respiro, fondata sugli interessi particolari) ma ragionata e progressista (cioè intelligente, capace di farsi carico della complessità e capace di guardare al futuro, che punta ad un interesse generale, equo ed inclusivo). Voglio ringraziare tutti i militanti per la fatica e l’impegno di questi mesi. Ricominciamo a lavorare, a discutere a tutti i livelli e a fare del nostro meglio per essere all’altezza del ruolo che la storia ci chiama a ricoprire».

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