La Pigna: «RavennAntica perde soldi». La fondazione: «Polemiche miopi e strumentali»

La lista civica chiede le dimissioni dell’assessore Elsa Signorino e del direttore. I due replicano: «In 15 anni valorizzato il patrimonio della città»

Il museo archeologico di ClasseIl 7 dicembre del 2016 la Corte dei Conti scriveva al Comune che «la presenza diretta in fondazioni che abbiano registrato perdite può rappresentare un rischio per l’equilibrio di bilancio dell’ente socio». Secondo la lista civica La Pigna una di queste fondazioni è RavennAntica che, fino alla sua nomina ad assessore alla Cultura, era stata presieduta da Elsa Signorino.

Nel giro di poche ore arriva la replica di RavennAntica e dell’assessore Elsa Signorino che parlano di «miopia, strumentalità od oscure ed inconfessabili motivazioni» che «possono travisare il valore di una istituzione culturale, che va misurata in primo luogo sulle realizzazioni raggiunte e sull’arricchimento apportato alla vita culturale del suo territorio».

L’attacco Si tratta del “secondo atto” dell’attacco de La Pigna ai vertici della fondazione dopo quello di venerdì scorso su Ravennantica Srl. La lista civica passa al setaccio i risultati di bilancio dal 2005 ad oggi che sarebbero stati chiusi, riporta La Pigna, con passivi anche pesanti (Qualche dato: -272.639 euro il primo anno; -163mila euro nel 2007; – 136mila euro nel 2009) e in attivo per soli tre anni: nel 2010 (49.102 euro), nel 2011 (67.740 euro) e nel 2014 (735,16 euro). Nel 2015 il passivo era superiore ai 61mila euro.

«Il patrimonio netto della fondazione – scrive la Pigna – , durante il periodo della presidenza di Elsa Signorino, è passato da 2.567.404, 93 euro del 2004 a 1.905.560,75 euro del 2015 con una riduzione derivante dalle perdite complessive maturate di  661.844,18 euro. E questo nonostante il Comune di Ravenna abbia provveduto, negli ultimi anni, ad aumentare il proprio contributo annuale:  120.000 euro nel 2012,  220.000 euro  nel 2013,  270.000 euro nel 2014 e nel 2015». Nel 2017 ci sarà un ulteriore aumento per arrivare a 400mila euro. Soldi che servirebbero «a ripianare le perdite».

Ci sono poi altri contributi che riguardano singole iniziative «pari ad 142.000 euro  dal 2012 al 2016 ai quali, nel 2015, si aggiungono  60.000 euro per il Mosaico dell’onda». La Pigna non esita a definire «asso pigliatutto» del mondo culturale ravennate la fondazione. Sotto accusa anche l’inaugurazione, slittatata di anno in anno (prevista ora per il 2018) del Museo Archeologico di Classe. «Un tempo di gestazione lunghissimo che ha impedito alla nostra città di  di offrire una nuova opportunità di interesse culturale capace di attirare nuovi e maggiori turisti». La Pigna chiede quindi di affidare la presidenza «ad un soggetto di grande competenza e serietà professionale», che sia «indipendente» e di «forte discontinuità con la gestione di Elsa Signorino». In ultimo la lista civica chiede le dimissioni dell’assessore e la sostituzione dell’attuale direttore generale, Sergio Fioravanti

La replica Come detto, la replica dell’assessore e di Fioravanti non si fa attendere. Nella loro nota ricordano che la fondazione in 15 anni «ha restituito alla fruizione pubblica siti altrimenti indisponibili come la Domus del Tappeti di Pietra (ad oggi visitata da oltre 800.000 visitatori), il Complesso di San Nicolò», prima con le mostre e poi con Tamo «un museo dedicato al mosaico visitato annualmente da oltre 30.000 visitatori, la Cripta Rasponi con 25.000 visitatori annui e l’Antico Porto che nel suo primo anno di attività ha registrato oltre 20.000 visitatori, collocandosi ai primi posti dei siti archeologici regionali, pur non avendo ancora espresso tutto il suo potenziale».

Signorino e Fioravanti ricordano anche le attività di scavo in collaborazione con Sovrintendenza e Università oltre che di ricerca documentale. Inoltre RavennAntica rivendica le collaborazioni internazionali, ad esempio con Damasco, e l’attività didattica che ha coinvolto oltre «15mila ragazzi». Il Museo di Classe andrà à completare il parco archeologico «realizzando così la sua missione istituzionale».Le sofferenze economiche sono state oggetto di seduta in commissione consiliare il 3 luglio 2015 e quel giorno arrivarano «apprezzamenti unanimi da maggioranza e opposizione» anche se vennero rappresentate le sofferenze di cui parla La Pigna. Tale sofferenza derivava, «in presenza dell’apertura di sempre nuovi siti legati alle attività istituzionali dell’ente, per un verso dalle consistenti riduzioni delle contribuzioni delle fondazioni bancarie, a ciò costrette sia dal mercato che dalla nuova tassazione da loro subita, sulle quali inizialmente era stato fondato il finanziamento dell’attività della Fondazione, ma anche dalle insufficienti risorse del comparto pubblico e, negli ultimi anni, dagli effetti della crisi generalizzata sulle contribuzioni dei soggetti privati».Per quanto riguarda i contributi comunali, Ravennantica definisce «simbolico» il contributo da 80mila euro corrispoto per anni dal Comune. Contributo che però è stato aumentatno negli anni «progressivamente a compensazione delle riduzioni sopra indicate, anche al fine di sostenere la progressione di attività prima rappresentate e che costituivano la missione stessa dell’ente.
Sostenere che la Fondazione RavennAntica è “asso pigliatutto” nel bilancio comunale di parte corrente è assolutamente risibile e totalmente infondato».Inevitabile il confronto cone le altre istituzioni culturali: «A RavennAntica sono stati erogati 400.000 euro nel 2016, per il Mar sono state sostenute spese per circa un milione di euro, oltre un milione di euro per il Ravenna Festival, quasi due milioni di euro per la formazione artistica superiore (Istituto Verdi e Accademia di Belle Arti) e circa 1.600.000 euro per la Biblioteca Classense: finanziamenti sia chiaro del tutto legittimi e assolutamente necessari, frutto di storie istituzionali diverse».Viene ritenuta «ancora più risibile ed infondata la valutazione del patrimonio netto della fondazione: dopo 15 anni di attività è imminente l’iscrizione a bilancio di oltre 25 milioni di euro che avverrà – come già indicato nelle relazioni depositate – a conclusione degli importanti lavori già eseguiti per la loro quasi totalità. Ciò significa che al termine dei detti lavori – fissato per il 2018 – il Patrimonio netto della Fondazione registrerà un incremento pari all’importo indicato, che rappresenta oltre dieci volte il Patrimonio netto di costituzione. Ribadiamo che la Fondazione RavennAntica, con i suoi 40 giovani ed esperti collaboratori, un circuito di oltre 150.000 visitatori all’anno con entrate da biglietteria e book-shop per circa 450.000 euro, una Associazione di Amici che annovera oltre 700 sostenitori, merita rispetto ed il giusto riconoscimento per il lavoro svolto».

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