Gli 11 aspiranti sindaci e le 30 liste: una guida alle elezioni comunali di Ravenna

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Candidati/1 – Il sindaco Michele de Pascale al “referendum” di fine mandato, lo sostengono otto liste

Bonaccini De Pascale Savarna

De Pascale con Bonaccini a Savarna per la chiusura della campagna elettorale

Michele de Pascale, 36 anni, è sindaco di Ravenna dal 2016, quando vinse al ballottaggio contro Massimiliano Alberghini (candidato civico sostenuto allora da tutti i principali partiti del centrodestra). Al primo turno si fermò al 46,5 percento, supportato da una coalizione di centrosinistra che grossomodo ricalca quella attuale. L’unica grande novità è l’aggiunta, a questa nuova tornata elettorale, del supporto del Movimento 5 Stelle.

La sua campagna elettorale è stata improntata da meno proclami rispetto a cinque anni fa, con la sanità pubblica a fare da manifesto e nessuna incertezza – unico tra gli 11 candidati a diventare il primo sindaco in era pandemica di Ravenna – sull’utilità di vaccini e green pass. Sono otto le liste che lo sostengono. Eccole

Il Partito Democratico ha lanciato la campagna elettorale con il segretario nazionale Letta, rispolverando con un ostentato orgoglio le proprie bandiere, che qui continuano comunque a svettare sulle altre: alle Regionali del 2020 il Pd si è confermato il primo partito con il 37 percento delle preferenze (cinque anni fa, al primo turno delle Amministrative, si fermò al 35). Come da prassi, si candidano gli assessori uscenti, per una sorta di giudizio popolare sul loro operato: Ouidad Bakkali, Massimo Cameliani, Giacomo Costantini e Federica Del Conte. Accanto a loro anche la presidente uscente del consiglio comunale, Livia Molducci, mentre capolista è stato scelto a sorpresa un nome nuovo, che si è avvicinato al paritto solo pochi mesi fa, Fabio Bazzocchi, malato di Sla. Tra i candidati anche un outsider come Alberto Marchesani, dello staff di Ravenna 2019, che contenderà i voti del mondo della cultura ravennate ai partiti più a sinistra.

A partire da Ravenna Coraggiosa, sviluppo locale del progetto lanciato da Elly Schlein alle ultime Regionali e che tante soddisfazioni ha dato l’anno scorso anche nella vicina Faenza. Come detto, diversi i nomi legati al mondo della cultura tra i candidati, 31 e non 32, per lasciare un posto vacante simbolico come sensibilizzazione per lo Ius Soli. Coraggiosa è di fatto il nuovo contenitore di Sinistra per Ravenna (la lista creata per le Amministrative di cin­que anni fa, con risultati piuttosto delu­denti, sotto il 2,5 percento) e i fuoriusciti dal Pd di Articolo 1, capeggiati da Bersani, tra i big passati da Ravenna in questa campagna elettorale. All’interno di Coraggiosa spicca – oltre alla portavoce delle Sardine locali o all’esponente di Amnesty International – anche la presenza (senza naturalmente simbolo) di Sinistra Italiana, tra i partiti che avevano sostenuto cinque anni fa il progetto Ravenna in Comune, contro lo stesso De Pascale. Anche qui c’è un assessore uscente, capolista, Gianandrea Baroncini.

E a proposito di assessori uscenti, Roberto Fagnani è capolista di Ravenna in Campo, lista civica di ispirazione renziana, con il simbolo di Italia Viva che è quindi il grande assente di questa tornata elettorale. A pochi giorni dal voto è passato in città però proprio Matteo Renzi, che non si è fatto mancare una frecciatina ai nuovi alleati ravennati, invitando a votare Ravenna in Campo per evitare una deriva grillina.

Ecco quindi il Movimento 5 Stelle, che torna sulla scheda elettorale di Ravenna a distanza di dieci anni, dopo che nel 2016 la lista non fu certificata dai vertici. Il nuovo corso del presidente Giuseppe Conte ha invece dato l’ok a questo giro a una lista capitanata da Igor Gallonetto e che vede tra gli attivisti storici Fabrizio Martelli. Altri sono stati invece scaricati, a partire da Marco Maiolini, che ha però presentato ugualmente la sua lista all’interno della stessa coalizione ribattezzandola Ambiente e Territorio. In generale, tra grillini ed ex grillini, l’obiettivo comune è quello di portare i temi da sempre legati all’attivismo pentastellato nell’azione di governo di centrosinistra.

A completare il quadro politico della coalizione c’è una forza storica e ben radicata (almeno fino a cinque anni fa, quando con il 4,4 percento fu la seconda della coalizione dopo il Pd) come il Pri, elemento quasi di rottura all’interno della coalizione, con posizioni distanti dall’ala più a sinistra e da quelle ambientaliste. Anche al proprio interno i repubblicani non sembrano troppo coesi, con il vicesindaco e la capogruppo uscenti, rispettivamente Eugenio Fusigani e Chiara Francesconi, che stanno facendo due corse di fatto separate.

La coalizione si completa con la lista civica Michele de Pascale Sindaco, nata sulla scorta dell’esperienza di Bonaccini alle ultime Regionali e dove trovano spazi esponenti della società civile (ma capolista è un politico locale di lungo corso come Daniele Perini e c’è anche una “quota” socialista), e la vera incognita del lotto, Voci Protagoniste, una lista civica che raggruppa tanti giovani alla prima esperienza, poco noti agli addetti ai lavori, tra cui spiccano anche il presidente dell’Arcigay (molto attivo in queste settimane di campagna elettorale) e un’esponente di Futura, associazione che non è riuscita a presentare la lista e che raccoglie Insieme per Cambiare, Italia in Comune, Azione e Più Europa.

Candidati/2 – L’albergatore Filippo Donati chiede (anche) a Salvini e Meloni i voti per il ballottaggio

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Donati con Salvini in piazza del Popolo

L’albergatore 60enne Filippo Donati è il candidato sindaco che sulla carta si presenta con le maggiori possibilità di poter arrivare al ballottaggio con Michele De Pascale, quanto meno perché sostenuto da Fdi e Lega che dai sondaggi nazionali – gli ultimi disponibili – valgono parecchi punti percentuali (complessivamente oltre 37). L’ultima misurazione locale risale alle Regionali di gennaio 2020: nel comune di Ravenna il Carroccio prese il 29,9 percento e il partito di Meloni il 9.

Fratelli d’Italia si appresta quindi a entrare con tutta probabilità in consiglio comunale a Ravenna per la prima volta. Il responsabile provinciale, e capolista, è Alberto Ferrero che prese l’incarico proprio alla vigilia delle elezioni 2016 (archiviate con 1.205 voti pari all’1,7 percento).

Il punto di partenza della Lega è invece molto più alto, ossia il 14,8 percento delle Comunali, raccolto nella coalizione unitaria di centrodestra a sostegno di Massimiliano Alberghini. Non c’è più Gianluca Pini a tenere le redini del partito sul territorio – in aperta contestazione con la politica nazionalista di Salvini -, si è sfilata anche Samantha Gardin che è stata capogruppo in consiglio. Dei consiglieri uscenti in lizza ci sono il capolista Nicola Pompignoli (Alessandro Pini si è ritirato all’ultimo) e Gianfilippo Nicola Rolando, recentemente finito al centro delle cronache per la sua battaglia contro il green pass per i genitori in asili e scuole materne. Spazio quindi a molti volti nuovi e anche però ad alcune vecchie conoscenze come Stefano Cortesi Siboni (ex volto storico di Alleanza Nazionale) e Luca Rosetti (ex Lista del Mare e collaboratore di Ancisi).

La gamba civica della coalizione è rappresentata da Viva Ravenna, la lista allestita per consentire a Donati di presentarsi come non politico sostenuto da politici. Primo candidato è Nicola Grandi, in passato già tra le fila di Lista per Ravenna. In elenco anche Monica Porzio, vedova del calciatore Vittorio Mero, e Gian Battista Neri che nel 2016 fu candidato sindaco per un mesetto prima di rinunciare. Senza dimenticare la presenza camuffata (senza simboli) anche del movimento del governatore Toti e del nuovo Partito Moderato. Certo è che del tutto “moderato” – e civico – Donati non è riuscito a mostrarsi in questi ultimi giorni di campagna elettorale in cui è salito sul palco di piazza del Popolo con Salvini e ha invitato in città Giorgia Meloni…

Candidati/3 – Il berlusconiano che corre da solo con l’obiettivo di tornare in consiglio comunale

Ancarani Forza Italia

Ancarani (a destra) con Stefania Craxi

L’avvocato Alberto Ancarani ha scelto di andare da solo perché incapace di digerire il boccone Donati per arrivare a un’alleanza unitaria dei tre principali partiti del centrodestra. Il 39enne si presenta con due simboli: Forza Italia, di cui è consigliere comunale da dieci anni, e una lista «né civica, né partitica», come aveva dichiarato.

La missione di quest’ultima, PrimaveRa, è quella di conquistare preferenze tra chi non vuole votare De Pascale ma non gradisce l’idea di mettere una croce su un simbolo con il nome di Berlusconi. La capolista è una ex leghista, Roberta Mingozzi, mentre a coordinare il tutto è stata Samantha Tardi, consigliera comunale uscente tra i banchi di Cambierà, movimento di ispirazione grillina (nel 2016) da cui arrivano diverse persone in lista, tra cui Dennis Casano, esponente della comunità Lgbt che si è scagliato recentemente contro il Ddl Zan.

Forza Italia, invece, parte dal 5 percento di voti con cui uscì dalle urne del 2016, ma con la consapevolezza che alle ultime Regionali la percentuale si è abbassata al 2,7. L’obiettivo di Ancarani non può che essere quindi soltanto quello di riuscire a entrare nuovamente in consiglio comunale, per cui si è attivato con una vivace campagna elettorale, che ha visto arrivare sul territorio diversi big del partito di Berlusconi (con tanto di finale a sorpresa con la proposta di un People Mover tra Ravenna e Forlì).
Il capolista di Fi è Nicola Tritto, noto esponente del partito a queste latitudini.

Candidati/4 – Verlicchi contro il “potere” del Pd con La Pigna e una coalizione con liste per forse, lidi e centro storico

Veronica Verlicchi Ramiro Recine Bucci

Veronica Verlicchi con Bucci e Recine

Tra le opportunità di scelta per l’elettorato di centrodestra occorre nominare Veronica Verlicchi, esponente di area civica (seppur spostata verso il centrodestra) che non ha mai avuto tessere di partiti tradizionali.

La candidata della lista la Pigna è determinata a sgretolare il sistema Pd, il tema più ricorrente delle sue dichiarazioni: Verlicchi si batte per ridurre i centri di potere in mano al centrosinistra e guida una coalizione variegata.

Forese in Comune è la lista con cui la coalizione prova a incunearsi tra i 72mila residenti (su 156mila totali nel comune) nelle frazioni fuori dal capoluogo. Il numero mostra che la battaglia per Palazzo Merlato passa dalle frazioni fuori dalla città.

Un po’ lo stesso discorso vale anche per Noi per i lidi: qui il focus è rivolto alla costa, un territorio dove storicamente il centrodestra sfiora il pareggio con la maggioranza. L’avversario più diretto, nel campo di opposizione, sarà con la lista ancisiana intitolata “del Mare”.

Sotto il simbolo di Ravenna s’è desta il nome più noto è quello di Ramiro Recine, per anni titolare dell’omonimo bar in piazza Caduti. La lista guarda ai temi del centro storico.

Nella coalizione compare anche un logo nazionale, quello di Italexit, partito anti europeista del noto giornalista Gianluigi Paragone

E infine La Pigna vera e propria. La creazione di Maurizio Bucci (secondo nome in elenco) per le elezioni 2016 (5,2 percento) ora si affida a Verlicchi. La speranza è di mettere a frutto una legislatura d’attacco in consiglio comunale.

Candidati/5 – Il decano dell’opposizione sostenuto anche da Pensionati, Adinolfi e Amici Animali

Ancisi Spadoni LpR

Ancisi con il capolista di LpRa Spadoni

Il più anziano degli aspiranti alla poltrona di sindaco è Alvaro Ancisi, 81 anni. La sua presenza in consiglio comunale è una costante da qualche decennio (e il diretto interessato vorrebbe che proseguisse), ora si presenta con una sua coalizione nel tentativo di collaborare a tenere De Pascale sotto al 50 percento. Già nel 2011 si candidò a sindaco e in precedenza aveva tentato l’impresa altre due volte. È sostenuto da cinque liste.

Lista del Mare: il nome e il simbolo con un faro non lasciano margini ai dubbi. La volontà è quella di essere un riferimento per i nove lidi, una porzione di territorio che raccoglie circa 16mila abitanti (il 10 percento dell’intero comune). Per ogni località il programma prevede specifici interventi. Capolista Massimo Fico. Alle elezioni comunali del 2011 conquistò un seggio nel Consiglio territoriale del Mare.

In campagna elettorale c’è stato un piccolo giallo sullo schieramento in cui sarebbe entrata la lista Rinascimento con Sgarbi. Alla fine eccola qui, con Rosanna Biondi capolista dopo l’esperienza con la Lega in consiglio comunale.

Lista Pensionati: anche qui non serve altro che leggere il nome, didascalico a prova di elettore distratto. Il ragionamento di partenza è semplice: oggi a Ravenna gli ultrasessantenni sono 50.608, il 32,4 percento di tutta la cittadinanza, e gli ultrasettantacinquenni il 13,7 percento.

Il punto forte della coalizione non può che essere la creatura di Ancisi, fondata nel 1997. Lista per Ravenna può contare su una rete di contatti e volontari radicata sul territorio come pochi altri partiti. Cinque anni fa conquistò il 6,3 percento e porto Ancisi in municipio. Il capolista è un altro volto storico della politica locale come Gianfranco Spadoni.

Costantina Zecchin è poi la capolista di Amici Animali. Tra le proposte un piano di educazione civile a un corretto rapporto con gli animali attraverso progetti didattici per le scuole e forme di aiuto e sostegno alle persone non abbienti per le cure (come per la sepoltura o cremazione) dei loro animali domestici. Lista attenta alla questione di genere con 17 donne su 29 nomi.

Tra le novità sfornate da Ancisi c’è anche l’accordo con il Popolo della Famiglia. È il partito di Mario Adinolfi, noto a ogni livello per le sue posizioni rigide verso le aperture ai diritti civili per le minoranze Lgbt. A Ravenna il riferimento è Mirko De Carli, consigliere comunale a Riolo Terme, più noto recentemente per il tentativo fallito di acquistare il Ravenna Fc.

Candidati/6 – Il partito dei “No Vax” con l’ex grillino, per migliorare le Regionali

Emanuele PanizzaSi è affacciato sulla scena politica locale nel 2018, entrando in consiglio comunale con Cambierà (i grillini che nel 2016 non ottennero l’autorizzazione per usare il simbolo pentastellato) in sostituzione della dimissionaria Michela Guerra: Emanuele Panizza, 50enne ex agente marittimo in pensione di inabilità, era del Movimento 5 Stelle e ora è il candidato sindaco del Movimento 3V.

La sintesi giornalistica li indica come “No vax”, etichetta che rifiutano, pur restando naturalmente critici per usare un eufemismo sul tema (3V stava per Vaccini Vogliamo Verità, ora cambiato in Verità Libertà). L’unica misurazione locale finora è stata alle Regionali dell’anno scorso: 1.271 voti nell’intera provincia, lo 0,61 percento, meglio dei candidati dell’estrema sinistra.

Candidati/7 – Rifondazione e Comunisti, “uniti” con Bongarzone

Bongarzone Comunisti UnitiGiornalista romano di 62 anni, Alessandro Bongarzone è stato il primo a candidarsi nel variegato mondo della sinistra anti Pd, riuscendo a mettere nella stessa lista Rifondazione Comunista e il Partito Comunista Italiano. Un primo passo verso la sgretolazione del progetto civico Ravenna in Comune, dove cinque anni fa erano confluiti tutti i partiti a sinistra del Pd, rinunciando per una volta ai propri simboli, falce e martello in primis (conquistando circa il 6 percento delle preferenze).
Il capolista è Paolo Viglianti, già candidato a sindaco con i comunisti l’anno scorso a Faenza, ottenendo circa l’1 percento delle preferenze…

Candidati/8 – Ferri, un 19enne per il Pc di Rizzo

Lorenzo Ferri Marco Rizzo

Ferri con Rizzo

A 19 anni è tra i candidati a sindaco più giovani d’Italia, arriva da Imola ed è stato scelto dal Partito Comunista (Pc, da non confondere con il Pci) di Marco Rizzo per portare una ventata di freschezza negli ambienti dell’estrema sinistra ravennati. Lui, in campagna elettorale, ci è riuscito partecipando a diverse iniziative, arrivando perfino a tentare di “scippare” ai repubblicani Anita Garibaldi. Tra le sue proposte, anche gli espropri “popolari” in darsena. Capolista è Massimo Marendon, ex vigile del fuoco impegnato nel campo del soccorso degli animali. Tra i candidati anche Cesare Sama, storico volto dei Radicali di Ravenna.

Candidati/9 – Santini corre con Potere al Popolo

Santini Potere Al Popolo

Santini è al centro con la maglia rossa

Potere al Popolo è il tentativo di svecchiare a livello nazionale il partito comunista, abbastanza riuscito grazie a un profilo interessante come Marta Collot, spesso ospite di trasmissioni televisive nazionali, già candidata alle Regionali e ora in corsa per la poltrona di sindaco a Bologna. A Ravenna, invece, Potere al Popolo è arrivata un po’ a sorpresa come terza – in ordine cronologico – lista di estrema sinistra, una volta affossato definitivamente il progetto Ravenna in Comune, che la vedeva protagonista. Candidato a sindaco è l’operaio 57enne Gianfranco Santini, ex segretario della Scintilla ai tempi del Pds. Capolista è Gabriele Abrotini.

Candidati/10 – Ex Forza Italia, ecco Bertolino con Alleanza di Centro

Bertolino AdCAlleanza di Centro è un partito nato nel 2008, attualmente non ha eletti in nessun organo amministrativo locale e non ha un sito internet dedicato. Il partito si colloca nel centrodestra e nacque come espressione del dissenso per l’indirizzo imboccato dall’Udc.

A Ravenna corre con una lista propria e propone Mauro Bertolino come candidato sindaco. Il 48enne è un consulente nel settore oil&gas, è stato già nei consigli territoriali per Forza Italia di cui è stato anche coordinatore comunale. Gli ultimi argomenti toccati in campagna elettorale sono stati la sicurezza, la tutela delle valli e l’attenzione verso gli animali.

Candidati/11 – Il sovranista che vuole “Riconquistare l’Italia”

Rossini Riconquistare ItaliaRiconquistare l’Italia, espressione del sovranismo più esplicito, corre con Mat­teo Rossini, un tecnico della prevenzione ambientale di 50 anni originario di Fano e residente da tempo a Ravenna. È rimasto defilato per tutta la campagna elettorale, al punto che i media locali hanno scoperto la sua candidatura solo quando si sono chiusi i termini per la consegna delle liste all’ufficio elettorale. Se si scorre l’elenco dei candidati spicca la loro città di provenienza: sono molti quelli che hanno pochi legami con il territorio che ambiscono ad amministrare. Il capolista è Pietro Colombo, un 27enne statistico ambientale.

 

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