La questione dell’elmo Negau per il capogruppo Manzoli è solo la punta dell’iceberg: «Abbiamo chiesto i documenti ma il Comune non ne è in possesso»
Per quanto riguarda la risposta dell’amministrazione – con l’assessore Elsa Signorino che parla di un progetto di lungo corso e dell’iter autorizzativo partito nel 2012 – «abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti per avere dall’assessore di riferimento l’elenco dei reperti che saranno in dotazione al Museo di Classe e la relazione conclusiva (o i documenti prodotti) del Comitato Scientifico. Un atto semplice per poter capire, carta alla mano, qual è la logica e le conclusioni dell’attività scientifica svolta in questi anni. A onor del vero è stato anche richiesto il piano di sostenibilità economico del “futuro” Museo di Classe». Manzoli a questo proposito cita l’intervista pubblicata su Ravenna&Dintorni in cui il presidente di RavennAntica dice che in passato era già stato commissionato uno studio di fattibilità e ora «abbiamo chiesto un aggiornamento alla stessa società, per rimanere in linea con i tempi: quando avremo a disposizione i dati li renderemo pubblici».
Prosegue il capogruppo: «L’unica risposta che, ad oggi, è arrivata è del dirigente Tarantino che inoltra le nostre questioni al direttore di Ravennantica “non essendo in possesso di quei documenti”. Traducendo in modo ancora più chiaro: la Giunta Comunale, ad oggi, non è in possesso di quella che sarà la dotazione del Museo di Classe e nemmeno dei materiali del Comitato Scientifico che hanno portato a determinare questa collezione . Giusto o sbagliato che sia è l’esatto opposto di quello che viene portato come risposta dall’assessora Signorino». Il consigliere si chiede il perché «la giunta non è in possesso di questi documenti? Dopo anni di discussione, ritardi, aumento di spese, siamo arrivati a pochi mesi dall’apertura del Museo di Classe e ancora la Giunta non sa cosa ci sarà all’interno?».
La discussione, insomma, potrebbe ampliarsi: « Cosa, realmente, andrà a riempire il Museo di Classe? Quale sarà il piano di sostenibilità economica di questo museo? E sia chiaro che chi scrive non vuole certo sostenere che un Museo debba funzionare, per forza, come una società per azioni, con certi profitti. Si vuole capire con chiarezza se è stato fatto uno studio, la ricaduta economica che avrà sul territorio, i potenziali nuovi posti di lavoro. Crediamo che sia una questione semplice di chiarezza e trasparenza sapere e capire, a pochi mesi dall’apertura, cosa la Giunta e Ravennantica hanno immaginato per il Museo di Classe per i prossimi 5-10 anni»