In autunno «avanzato» il nuovo museo di Classe: «I treni saranno la nostra metro»

Il presidente della fondazione Ravennantica: «Sarà un viaggio nella storia. Stimiamo 80mila visitatori l’anno. Ci sarà personale qualificato»

Museo Di ClasseAprirà in autunno («avanzato», specifica, contattato al telefono, il presidente della fondazione Ravennantica Giuseppe Sassatelli), oltre vent’anni dopo il primo stanziamento dello Stato e a sedici anni dall’apertura del cantiere, l’atteso nuovo museo archeologico nell’ex zuccherificio di Classe, costato oltre 22 milioni di euro di risorse quasi totalmente pubbliche (circa 3 sono i milioni stanziati dal Comune).

Ancora senza un nome ufficiale, se non quello generico “della città e del territorio”, sarà un luogo dove riscoprire la storia e la geografia di Ravenna “preromana”, “repubblicana” e “imperiale” tramite l’utilizzo della tecnologia e l’esposizione di materiali archeologici in arrivo anche dal Museo Nazionale (oltre al tanto discusso elmo di San Pietro in Campiano di cui si è parlato in questi giorni), con l’allestimento e l’edificio stesso (recupero di archeologia industriale) che dovranno rappresentare un valore aggiunto.

«L’idea fondante – commenta il presidente di Ravennantica, la fondazione pubblico-privata che ha fra i suoi scopi statutari la realizzazione del museo archeologico – è quella di mostrare oggetti particolarmente significativi (sul tema dell’elmo Sassatelli si è già espresso, sempre a questo link, ndr) che, uniti a un commento fortemente innovativo, dovranno dare l’idea della storia della città e del suo territorio».

Rendering Museo Classe

Un rendering del nuovo museo di Classe

Ma i ritardi che si sono sommati negli anni, viene da chiedersi, potrebbero aver reso il progetto un po’ meno innovativo? «Al contrario, direi che questo ha consentito di migliorarlo, con le nuova tecnologie, che sono una parte molto importante del museo. Un museo che sarà poi certo un contenitore dove esporre, ma anche un luogo dove si fa ricerca, grazie ai laboratori di restauro e agli studenti universitari che “vivranno” l’area quotidianamente».

All’esterno aprirà anche un parco pubblico indipendente al museo e sarà necessario anche rivedere le infrastrutture viarie. «Abbiamo già previsto con il Comune una sorta di verifica di tutte le infrastrutture, anche per favorire il collegamento con la basilica di Sant’Apollinare in Classe. E l’obiettivo è quello di puntare molto sul treno, che in questo caso diventa una sorta di metropolitana di superficie che in pochi minuti porta a Classe dalla stazione di Ravenna, fermando a poche centinaia di metri dal museo».

All’ultima presentazione pubblica del progetto, a fine 2016, oltre a prevedere l’apertura in primavera (poi slittata all’autunno avanzato), la fondazione aveva previsto 70-80mila visitatori l’anno, ma ancora non era stato presentato alcun piano di sostenibilità, né erano stati dati dettagli sui dipendenti…
«Confermo la stima iniziale dei visitatori, mentre per quanto riguarda lo studio di fattibilità, ne avevamo già commissionato uno in passato e ora abbiamo chiesto un aggiornamento alla stessa società, per rimanere in linea con i tempi: quando avremo a disposizione i dati li renderemo pubblici (già a novembre ci aveva annunciato che sarebbe accaduto a breve, ndr). Sui dipendenti invece la nostra intenzione è di non avere nel nuovo museo personale di mera custodia ma molto qualificato, in grado di fornire servizi ai visitatori. Qualcuno magari assumeremo, ma stiamo pensando soprattutto a una riorganizzazione interna, dato che abbiamo già assunto, e altri ne ssumeremo, i dipendenti di Novamusa (la società che gestiva biglietteria e servizi accessori dei beni statali prima dell’ingresso di Ravennantica dell’anno scorso, ndr)».

Infine, chiediamo al presidente Sassatelli se ha già avuto effetti la convenzione quadro sottoscritta lo scorso novembre da Comune, Università di Bologna, Fondazione RavennAntica e Fondazione Flaminia per sviluppare attività archeologiche, di studio, restauro e valorizzazione del patrimonio archeologico del Parco di Classe e di Ravenna. «A breve dobbiamo incontrarci proprio per cercare di dare concretezza a questa convenzione. In generale sì, certo, continuare gli scavi è importante, ma dobbiamo prima di tutto valorizzare quello che abbiamo già scavato, penso alla Basilica San Severo che dovrà diventare una nuova stazione del parco di Classe».

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